
(Adnkronos) - Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, torna sull'ormai celebre frase "definisci bambino", pronunciata durante un acceso scambio con Ezio Iacchetti a Cartabianca, spiegando di averlo "detto perché la definizione di ‘bambino’ è diversa a seconda dell’interlocutore. Secondo l’Onu lo è al di sotto dei 18 anni, per noi occidentali dei dieci".
“Quasi la metà dei combattenti di Hamas ha tra i 15 e i 18 anni. Per l’Onu sono bambini, per Israele sono combattenti”, ha affermato a margine del flashmob per il 7 ottobre a Milano.
Durante la puntata del talk show condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4 nella serata del 16 settembre, Iacchetti è intervenuto sulla situazione nella Striscia di Gaza. La discussione si è accesa rapidamente, con scontri continui tra i due interlocutori. E oggi Mizrahi è tornato sulla lite spiegando che "i palestinesi arruolano bambini in combattimento dai 14 anni, gli mettono un mitra in mano e li mandano a combattere. Durante la guerra l’età è scesa ai 12 anni. Sono loro che mettono a rischio la vita di tantissimi ragazzi. Per un soldato è difficile riconoscerli da lontano: se vede qualcuno che gli punta un mitra, spara”, ha spiegato Mizrahi.
Leggi tutto: Mizrahi torna sul 'definisci bambino': "Per Onu sono bimbi, per noi soldati"

(Adnkronos) - LeBron James non si ritira. La "decisione di tutte le decisioni", preannunciato dalla 41enne stella del Los Angeles Lakers, è 'solo' uno spot. James, che si appresta a giocare la 23esima stagione nella Nba, lega il proprio nome ad una marca di cognac con uno spot che riproduce la celeberrima 'decision' presa nel 2010. Quindici anni fa, James annunciò in diretta tv l'addio ai Cleveland Cavaliers "per portare i miei talenti" ai Miami Heat.
Ora, quasi all'epilogo della carriera, il Prescelto porta i suoi "talents" a Hennessy, il brand che produrrà una bottiglia in edizione limitata con il nome di James sull'etichetta. Lo spot riproduce tutto, o quasi, dell'annuncio del 2010: stessi abiti, stesso ambiente, stesse identiche parole. Al posto di Miami Beach, nell'attesissima comunicazione, però, c'è un marchio.
Ieri James aveva preannunciato "the decision of all the decisions" facendo riferimento ad un annuncio che sarebbe arrivato alle 12 di oggi, ora locale. Ben prima delle 18 italiane, però, Hennessy ha svelato il mistero diffondendo lo spot.
Leggi tutto: LeBron James, la 'decisione' è solo uno spot: niente ritiro

(Adnkronos) - "L'8 ottobre tutti in piazza, appello alla mobilitazione per la Freedom Flotilla, non permettiamo che accada alla Freedom Flotilla quello che è accaduto alla Global Sumud Flotilla". Così, tramite i canali social, Freedom Flotilla Italia, Giovani Palestinesi Italia, Movimento studenti palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese invitano nuovamente a scendere in strada per Gaza. Nel post, gli attivisti sottolineano che nelle "prossime ore la Freedom Flotilla entrerà nelle acque internazionali vicino a Gaza, dove esiste il concreto rischio che venga intercettata e sequestrata dalle forze israeliane come accaduto in passato", facendo riferimento all'intercettazione della Global Sumud Flotilla di mercoledì scorso.
"L'appello è a una mobilitazione politica, di denuncia delle responsabilità dirette del governo Meloni che, in continuità con i governi precedenti, ancora oggi conferma il proprio sostegno all'occupazione israeliana. Questo appello si inserisce in continuità con le mobilitazioni precedenti", spiegano gli attivisti. Nello stesso post gli organizzatori comunicano che le piazze dove si svolgeranno le mobilitazioni verranno comunicate nelle prossime ore.
A Roma il corteo pro Palestina è previsto dal Colosseo a Piramide. La manifestazione è stata preavvisata alla questura di Roma e percorrerà via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza di Porta Capena, viale Aventino, piazza Albania, viale della Piramide Cestia, piazza di Porta san Paolo, piazzale Ostiense. Sono attese circa tremila persone.

(Adnkronos) - "L'8 ottobre tutti in piazza, appello alla mobilitazione per la Freedom Flotilla, non permettiamo che accada alla Freedom Flotilla quello che è accaduto alla Global Sumud Flotilla". Così, tramite i canali social, Freedom Flotilla Italia, Giovani Palestinesi Italia, Movimento studenti palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese invitano nuovamente a scendere in strada per Gaza. Nel post, gli attivisti sottolineano che nelle "prossime ore la Freedom Flotilla entrerà nelle acque internazionali vicino a Gaza, dove esiste il concreto rischio che venga intercettata e sequestrata dalle forze israeliane come accaduto in passato", facendo riferimento all'intercettazione della Global Sumud Flotilla di mercoledì scorso.
"L'appello è a una mobilitazione politica, di denuncia delle responsabilità dirette del governo Meloni che, in continuità con i governi precedenti, ancora oggi conferma il proprio sostegno all'occupazione israeliana. Questo appello si inserisce in continuità con le mobilitazioni precedenti", spiegano gli attivisti. Nello stesso post gli organizzatori comunicano che le piazze dove si svolgeranno le mobilitazioni verranno comunicate nelle prossime ore.
Leggi tutto: "L'8 ottobre tutti in piazza", Freedom Flotilla invita a nuova mobilitazione


(Adnkronos) - La vendetta è un piatto freddo. Un proverbio che, a guardare date e tempi, sembra aver inspirato Jonella Ligresti che, come annunciato ieri dall'Adnkronos, ha fatto causa ad Alberto Nagel e a Mediobanca chiedendo oltre 20 milioni di euro per il mancato rispetto del cosiddetto 'papello', il patto con i costosi desiderata per l'addio a Fonsai. L'atto di citazione è stato notificato alle due parti lo scorso 18 settembre, giorno in cui era in programma l'ultimo consiglio di amministrazione targato Nagel. Una coincidenza volutamente beffarda e che potrebbe aver reso l'addio doppiamente doloroso.
Le strade di Jonella Ligresti e dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia si incroceranno di nuovo, ora che la primogenita dell'Ingegnere ha deciso - sola in famiglia - di battere cassa sull'accordo scritto a mano il 17 maggio 2017 - siglato da Nagel e sottoscritto dal padre Salvatore Ligresti - poi custodito in una cassaforte dall'avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. La prossima volta l'incontro potrebbe avvenire davanti ai giudici della X sezione civile del Tribunale di Milano dove il 28 gennaio 2026 è stata fissata l'udienza di prima comparizione, quando le parti dovranno presenziare personalmente. Le tappe prima sono tutte 'private', cioè i documenti verranno inoltrati via pec al giudice del processo civile. Il 19 novembre 2025 è fissato il termine per la costituzione dei convenuti, quando gli avvocati di Mediobanca e Nagel devono presentare le proprie memorie rispetto alle pretese di Jonella Ligresti.
La riforma Cartabia ha quindi introdotto tre memorie integrative con termini decrescenti: la prima scadenza è fissata per il 19 dicembre 2025, quindi l'8 gennaio 2026 e infine il 16 gennaio 2026. Ogni memoria ha una funzione specifica: la prima consente di rispondere alle difese iniziali, la seconda di replicare e indicare prove contrarie, e la terza per indicazioni probatorie. La causa dovrà stabilire se è lecita la pretesa, ma anche quantificarla in modo esatto: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano beni che dovranno essere singolarmente valutati. Un contenzioso dove Mediobanca e l'ex banchiere faranno valere le loro armi. 'L'arte della guerra' è uno dei libri preferiti di Alberto Nagel e potrebbe darne prova.

(Adnkronos) - La vendetta è un piatto freddo. Un proverbio che, a guardare date e tempi, sembra aver inspirato Jonella Ligresti che, come annunciato ieri dall'Adnkronos, ha fatto causa ad Alberto Nagel e a Mediobanca chiedendo oltre 20 milioni di euro per il mancato rispetto del cosiddetto 'papello', il patto con i costosi desiderata per l'addio a Fonsai. L'atto di citazione è stato notificato alle due parti lo scorso 18 settembre, giorno in cui era in programma l'ultimo consiglio di amministrazione targato Nagel. Una coincidenza volutamente beffarda e che potrebbe aver reso l'addio doppiamente doloroso.
Le strade di Jonella Ligresti e dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia si incroceranno di nuovo, ora che la primogenita dell'Ingegnere ha deciso - sola in famiglia - di battere cassa sull'accordo scritto a mano il 17 maggio 2017 - siglato da Nagel e sottoscritto dal padre Salvatore Ligresti - poi custodito in una cassaforte dall'avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. La prossima volta l'incontro potrebbe avvenire davanti ai giudici della X sezione civile del Tribunale di Milano dove il 28 gennaio 2026 è stata fissata l'udienza di prima comparizione, quando le parti dovranno presenziare personalmente. Le tappe prima sono tutte 'private', cioè i documenti verranno inoltrati via pec al giudice del processo civile. Il 19 novembre 2025 è fissato il termine per la costituzione dei convenuti, quando gli avvocati di Mediobanca e Nagel devono presentare le proprie memorie rispetto alle pretese di Jonella Ligresti.
La riforma Cartabia ha quindi introdotto tre memorie integrative con termini decrescenti: la prima scadenza è fissata per il 19 dicembre 2025, quindi l'8 gennaio 2026 e infine il 16 gennaio 2026. Ogni memoria ha una funzione specifica: la prima consente di rispondere alle difese iniziali, la seconda di replicare e indicare prove contrarie, e la terza per indicazioni probatorie. La causa dovrà stabilire se è lecita la pretesa, ma anche quantificarla in modo esatto: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano beni che dovranno essere singolarmente valutati. Un contenzioso dove Mediobanca e l'ex banchiere faranno valere le loro armi. 'L'arte della guerra' è uno dei libri preferiti di Alberto Nagel e potrebbe darne prova.
Leggi tutto: Mediobanca, lo 'sgarbo' a Nagel nel giorno dell'addio: le date della causa Ligresti

(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insieme alla moglie Melania, ha inviato una lettera di ringraziamento al Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, che rappresenta le famiglie degli israeliani e dei cittadini stranieri rapiti durante la guerra contro Hamas e che ha proposto il capo della Casa Bianca per il Premio Nobel per la Pace.
"Dopo gli orribili eventi del 7 ottobre 2023, che hanno visto famiglie distrutte, bambini strappati dalle braccia dei genitori e persone innocenti uccise e violentate, ho deciso di riportare a casa tutti gli ostaggi e di garantire la totale distruzione di Hamas affinché questi atti orribili non si ripetano mai più. Queste scene indicibili sono rimaste impresse nella nostra memoria e non le dimenticheremo mai", ha dichiarato Trump, sottolineando che tutta la sua Amministrazione "è stata toccata dal fatto che, nonostante l'inimmaginabile dolore e la sofferenza di aver trascorso due anni senza sapere dove si trovassero i vostri cari, abbiate continuato a raccontare le loro storie e a battervi per loro".
Trump ha quindi assicurato che "restiamo fermamente impegnati a mettere fine sia a questo conflitto che alle ondate di antisemitismo, sia in patria che all'estero". "Come presidente, rimango fermamente impegnato e lavorerò instancabilmente per ripristinare una politica estera di pace attraverso la forza, ponendo fine ad anni di guerre infinite, non solo in Medio Oriente, ma in tutto il mondo - ha aggiunto Trump - Immaginiamo un giorno in cui il terrore e lo spargimento di sangue finiranno, anche nelle nazioni che sono state dilaniate da decenni, se non secoli, di conflitti".
Leggi tutto: Trump a famiglie ostaggi: "Torneranno tutti a casa, Hamas sarà distrutta"

(Adnkronos) - Il premio "è uno strumento per concretizzare l'aiuto che come associazione di pazienti miriamo a dare ad ogni singola donna che approccia alla nostra realtà. Siamo onorati di vincere per il terzo anno consecutivo. Renderemo concreti gli scopi e gli obiettivi dei nostri progetti". Lo ha detto Annamaria Motta, socio fondatore e presidente di Acto Sicilia - Alleanza contro il tumore ovarico Ets, oggi a Milano, alla cerimonia per la premiazione dei vincitori della 14esima edizione dei bandi Gilead. Con il progetto 'Labia madri d'amore', Acto Sicilia è tra i 31 premiati al Community award program 2025.
"Il progetto - spiega Motta - mirerà ad offrire supporto psicologico, ma anche legale e informativo, a molte donne che purtroppo vengono colpite doppiamente dalla malattia, poiché private" della possibilità "di diventare madri. Si tratta di un supporto che farà conoscere a queste donne istituti come l'affido familiare e l'adozione: una forma nuova per riprogettare la propria vita. Vogliamo aiutare queste donne e i loro partner a ripartire", sottolinea. Una diagnosi di tumore ovarico richiede un approccio multidisciplinare "per accompagnare le donne in quello che può essere il duro percorso di cure - continua la fondatricedi Acto Sicilia - E' una malattia oncologica che colpisce tante sfere della vita di una donna: l'aspetto lavorativo, familiare, sociale. Un approccio multidisciplinare è fondamentale per migliorare la qualità di vita e contribuire anche a una maggiore sopravvivenza o guarigione della malattia", chiarisce Motta che, da giovane, ha affrontato in prima persona la malattia.
Nel 2023 l'associazione Acto Sicilia ha vinto il bando Gilead con il progetto 'Togli il velo' che "mirava a prestare supporto psicofisico legato alla sfera sessuale e intima della donna affetta da tumore ginecologico e del proprio partner - spiega la presidente dell'associazione - Spesso si è così concentrati nell'affrontare il duro percorso di cura che si tende a sottovalutare alcuni aspetti di coppia e familiari. Con 'Togli il velo' continuiamo a prestare supporto alle molte donne e ai loro partner proprio nell'ambito della sessualità". Nel 2024, invece, Acto Sicilia ha vinto il bando Gilead con 'Accanto senza paura', un progetto che "con l'aiuto di specialisti come l'oncologo, lo psicologo, l'infermiere, mira a dare supporto e aiuto concreto ai familiari, ai caregiver e alle persone che sono più vicine alla paziente oncologica e che purtroppo, a volte - conclude Motta - sono più spaventati della paziente stessa".
Leggi tutto: Tumori, Motta (Acto Sicilia): "Bando Gilead rende concreto l'aiuto alle pazienti"

(Adnkronos) - Cosa sarebbe l’Italia senza le sue infrastrutture? Senza le dighe che hanno portato acqua ed energia nelle case e nelle industrie, le metropolitane che hanno trasformato le città, le ferrovie che hanno avvicinato territori, persone e storie? Da questa riflessione nasce Evolutio, il progetto culturale e divulgativo firmato Webuild, pensato per raccontare a tutti, in modo immersivo e accessibile, il valore strategico e identitario delle infrastrutture realizzate dal Gruppo.
Aperta al pubblico dall’8 ottobre al 9 novembre presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma, Evolutio è una mostra multimediale immersiva ideata da Webuild che attraversa oltre un secolo di trasformazioni economiche e sociali dell’Italia, mostrando come il Paese sia passato da nazione agricola a potenza industriale grazie anche alle sue infrastrutture. Un racconto che si estende oltre i confini nazionali, toccando opere simbolo come il Canale di Panama, i ponti sospesi in Turchia, le grandi dighe in Africa, le metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Parigi, Doha e Riyadh.
La mostra, ideata e organizzata da Webuild e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, si articola in più aree tematiche dedicate a energia, acqua, trasporti, edilizia urbana e tecniche costruttive. In ogni sala, in una progressione per decenni, il visitatore è guidato da video, immagini e testi che raccontano le opere e il contesto storico in cui sono nate. Due le chiavi di lettura: “I Giorni: come si viveva”, che restituisce uno spaccato della vita quotidiana nei diversi decenni, e “Il cammino dell’Italia: le Opere”, che illustra l’evoluzione di alcune tipologie di infrastrutture, come le dighe, i ponti, le strade e non solo, che sono motore di progresso e ad alto impatto per il miglioramento della vita delle persone. Il riferimento è al pensiero classico di Esiodo, “Le opere e i giorni”.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, Webuild presenta anche il primo Museo Digitale dedicato alle infrastrutture, Evolutio.Museum, una piattaforma nativa digitale che raccoglie e valorizza più di 400 progetti del Gruppo organizzati in hub artistici con foto selezionate dall’archivio storico multimediale Webuild, patrimonio culturale che raccoglie oltre 1,5 milioni tra foto e video. Ogni infrastruttura realizzata da Webuild viene raccontata all’interno del contesto storico ed economico in cui è stata realizzata, con l’impatto positivo generato su stili di vita e benessere, offrendo così un’esperienza divulgativa e coinvolgente destinata a un pubblico ampio oltre che ad addetti ai lavori.
Il progetto Evolutio è parte dell’Agenda Cultura di Webuild, un percorso di più ampio respiro che cristallizza l’impegno culturale che il Gruppo da anni promuove per supportare la conoscenza del settore infrastrutturale e il suo impatto sul territorio. Per Webuild, la cultura è patrimonio collettivo e strumento di coesione tra territori e persone, da tutelare e valorizzare. L’Agenda Cultura di Webuild riflette questa visione, unendo ingegneria, arte e comunità attraverso iniziative, condotte spesso in collaborazione con partner prestigiosi, che spaziano dalla realizzazione di infrastrutture come luoghi di incontro, alla promozione di pubblicazioni, eventi e installazioni urbane, fino a concerti sinfonici e progetti di arte pubblica. Un dialogo continuo tra innovazione e bellezza, che coinvolge persone e comunità locali.
Con oltre 95.000 persone, tra dipendenti diretti e indiretti, impiegate nei suoi progetti in più di 50 Paesi, Webuild è uno dei principali player globali nel settore delle infrastrutture complesse. In Italia, il Gruppo sta realizzando alcune delle opere più strategiche per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica del Paese, collaborando con migliaia di imprese della filiera nazionale. Un ecosistema industriale che valorizza competenze, innovazione e capacità realizzativa, contribuendo alla crescita e alla competitività del Paese e alla valorizzazione delle sue eccellenze nel mondo.


(Adnkronos) - "In 14 anni sono stati più di 732 i progetti premiati, 63 solo quest'anno. Significa aver erogato per la loro realizzazione circa 18 milioni di euro. Questi progetti hanno aiutato circa 5mila pazienti". Così Frederico da Silva, vice president & general manager Gilead Sciences Italia, alla 14esima edizione dei 'Bandi Gilead, dall'idea alla realtà' fa il bilancio dell'iniziativa: "Un esempio virtuoso della collaborazione pubblico-privato, con il Fellowship Program dedicato alla ricerca indipendente e il Community Award Program dedicato alle associazioni di pazienti del terzo settore".
Gilead è stata "la prima azienda - ricorda da Silva - a firmare un accordo con la Medicines Patent Pool (Mpp), l'organizzazione internazionale avallata dall'Onu, che permette di produrre senza royalties le medicine per i Paesi a medio e basso reddito". Nel 2024 la farmaceutica ha anche "firmato un accordo con 6 aziende di produzione di farmaci generici per l'accesso al lenacapavir, un farmaco iniettabile per la prevenzione dell'Hiv", da somministrare ogni 6 mesi, "considerato dalla rivista 'Science' l'invenzione dell'anno. Un accordo - precisa - firmato anche prima dell'approvazione della Fda" americana, "che ha dato la possibilità di accesso immediato al medicinale. Lo scorso mese - prosegue da Silva - abbiamo invece firmato un accordo con il Global Fund, che ci consente di dare accesso al lenacapavir a circa 2 milioni di persone in 120 Paesi a basso reddito per i prossimi tre anni". Inoltre, recentemente è arrivata "la risposta positiva alla richiesta del ministero della Salute ucraino di cedere, in forma simbolica, i nostri farmaci per l'epatite C in quel Paese".
"Ci impegniamo a dare accesso alle nostre innovazioni in tutte le comunità in cui operiamo, in un'ottica di sistema One Health. Crediamo - rimarca il manager - che agire in quei Paesi dove la situazione è complicata, le comunità sono più sensibili e sfortunatamente l'accesso alle cure è ancora un privilegio significhi contribuire alla salute globale".
L'evento organizzato per annunciare i vincitori dei bandi Gilead si è svolto per la prima volta nella sede dell'azienda biofarmaceutica che quest'anno festeggia i 25 anni in Italia. "Un'esperienza di successo - afferma il vice president - In questi anni abbiamo lanciato qui 24 farmaci innovativi destinati alla cura di malattie gravi, prodotti in partnership con 8 aziende italiane. C'è stato un percorso di collaborazione con i diversi attori di questo ecosistema, dai clinici ai ricercatori, alle associazioni di pazienti, al terzo settore e sicuramente anche alle istituzioni e al governo. I nostri studi clinici in Italia coinvolgono più di 154 centri e hanno avuto un impatto su più di 90 mila pazienti".
"In Italia - continua da Silva - produciamo i nostri farmaci più innovativi sfruttando l'eccellenza della filiera italiana in un investimento che ogni anno supera i 250 milioni di euro e che sicuramente contribuisce al fatto che oggi il settore pharma sia quello che più accelera l'export del Paese. Oggi Giliad Italia è un hub strategico, con un impatto sicuramente positivo sul sistema Paese e sulla salute di tanti cittadini italiani. Per il futuro continueremo a innovare. Vogliamo raggiungere l'obiettivo posto nel 2020 di lanciare 10 nuove terapie entro il 2030", conclude.
Leggi tutto: Ricerca, da Silva (Gilead): "Bandi per circa 18 milioni hanno aiutato 5mila pazienti"

(Adnkronos) - Anche se a causa della globalizzazione è difficile dirlo, dato che ormai tutto si trova ovunque, si può ancora sostenere che il pub sta al Regno Unito come la pizzeria all'Italia. Sono principalmente luoghi di aggregazione e, soltanto in seconda battuta, locali dove bere o mangiare. Quindi, se la notizia è che William e Kate portano i figli, George di 12 anni e Charlotte di 10, in birreria, non si pensi e non si venga a dire che crescano futuri alcolizzati. I principi di Galles frequentano regolarmente, insieme ai loro rampolli, un pub di Windsor, vicino a casa loro, dove, proprio come qualsiasi altro comune mortale inglese, trascorrono parte del loro tempo libero. Sono una famiglia unita e i quattro amano sfidarsi a carte o ai giochi da tavolo, come il quiz in stile Trivial Pursuit organizzato dai gestori del locale.
La loro abitudine di giocare in famiglia risale al periodo del Covid - ricorda Point de vue - durante il quale Carole Middleton videochiamava la figlia, il marito e i loro figli, per organizzare gare culturali per passare il tempo. Se esaminiamo i curricula della famiglia, sembra ovvio che il più bravo in sport e geografia sia l'erede al trono, laureato a St Andrews e tifoso dell'Aston Villa. Arte e cultura sono invece i punti forti di Kate, anche lei laureata all'università scozzese, ma in arte moderna. I piccoli potrebbero benissimo impressionare i genitori grazie alla loro conoscenza della musica, del balletto, del cinema e delle serie tv. Ma anche di storia, come il principe William ha ammesso parlando con Eugene Levy nell'episodio di 'Reluctant Traveler': "Penso di aver bisogno di qualche lezione. George, mio figlio, è molto più bravo di me in storia e ora gli chiedo conferma quando menziono una data".
Tornando al pub, scopriamo che si tratta in realtà di un luogo educativo, di interazione con il pubblico, dove chiacchierare, oltre che giocare e bere. E il principe William, si sa, protegge i suoi tre figli, e desidera che vivano una vita il più normale possibile. Durante la sua passeggiata a Windsor Park con Levy e con il cane Orla al seguito, ha parlato delle abitudini e dei valori che lui e sua moglie Kate stanno instillando in loro: anzitutto, quello di una famiglia felice, sana e stabile. E poi alcune regole: "Nessuno dei nostri figli ha il telefono, e siamo molto rigidi su questo", ha dichiarato il futuro re. Invece, ha raccontato, fanno esercizio fisico: "Louis (il terzogenito di 6 anni) adora il trampolino. Ne è ossessionato e anche Charlotte lo usa molto. Di conseguenza, passano la maggior parte del tempo a litigarci sopra".
Da parte sua, la principessa Charlotte frequenta diligentemente lezioni di danza classica e gioca a netball, una variante del basket. "George ama il football e l'hockey", ha aggiunto il padre, sottolineando l'importanza di tenerli occupati, soprattutto all'aperto.
Leggi tutto: William e Kate portano i figli al pub... ma per giocare

(Adnkronos) - "La sfida globale dell'Alzheimer si trova in una nuova era di speranza per i pazienti, ma queste nuove complessità richiedono strumenti aggiornati, percorsi di reclutamento pazienti omogenei tra le regioni e una governance capace di recepire i progressi scientifici, garantendo al contempo un modello di tenuta economica del sistema con una strategia che superi anche i confini nazionali. Perché è in Europa che vanno cercati i nuovi modelli di sostenibilità economica". Lo ha detto Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori del Pd e co-presidente dell'Intergruppo parlamentare Neuroscienze e Alzheimer, in occasione del congresso Alzheimer Europe, in corso a Bologna.
Secondo l'Oms - spiega una nota dal meeting - le demenze sono la settima causa di morte nel mondo e in Italia l'Alzheimer è al quarto posto tra le cause di decesso, ma con il progressivo invecchiamento della popolazione, entro il 2050 si stima che il 4% degli italiani sarà affetto da demenze. Per questo è importante rinnovare l'impegno politico e istituzionale sul tema, portandolo al centro delle priorità di ricerca e delle politiche sanitarie, sia in Italia che in Europa.
"Negli ultimi mesi - ha sottolineato Lorenzin - sono arrivate nuove opportunità di cura in grado di ridurre, in alcune coorti specifiche di pazienti, il declino cognitivo. Per questo il reclutamento dei pazienti sarà il vero nodo da sciogliere. In questo quadro svolgeranno un ruolo chiave le associazioni pazienti e dovere delle istituzioni sarà proprio quello di ascoltarle. Solo così si potranno prendere decisioni consapevoli e concrete di salute pubblica. Ovvio che tutto ciò richiede un'organizzazione multidisciplinare complessa, una pianificazione nazionale e regionale, sempre in raccordo con le associazioni pazienti. Questa sfida di salute pubblica abbiamo il dovere di vincerla e ci riusciremo solo se metteremo in campo un'azione sinergia tra decisori politici, comunità scientifica e associazione pazienti".
Un recente studio pubblicato su 'The Lancet' evidenzia come, sebbene stiano emergendo nuove terapie per la malattia di Alzheimer con livelli di rilevanza clinica, efficacia, sicurezza e costo-efficacia paragonabili ai trattamenti per il cancro, la sclerosi multipla e l'artrite reumatoide, le persone affette da Alzheimer non hanno ancora un accesso equo alle opzioni terapeutiche innovative. Questo riflette una disparità più ampia nel modo in cui l'innovazione viene resa disponibile tra le diverse malattie nel contesto della medicina personalizzata moderna, osservano gli esperti a congresso.
"L'Italia è stata pioniera nell'affrontare la sfida dell'Alzheimer - ha ricordato Lorenzin - Già nel 2014, durante il mio mandato da ministro, abbiamo predisposto il primo Piano nazionale demenze (Pnd), e finanziato il progetto Interceptor che aveva come obiettivo quello di migliorare il sistema di reclutamento dei pazienti concentrandosi sulla diagnosi precoce. Negli ultimi anni è stato istituito il Tavolo per il monitoraggio e l'implementazione del Piano e il primo Fondo per l'Alzheimer e le demenze. Anche grazie al lavoro dell'Intergruppo, il Fondo è stato rinnovato ed è triplicato passando da a 4,9 milioni per il 2024 a 15 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Oggi, a 10 anni dal primo Piano nazionale per le demenze, gli sforzi nazionali si devono concentrare nel rendere il sistema pronto a far fronte le nuove sfide che il progresso scientifico ci pone davanti. L'Italia - è l'appello dell'ex ministro della Salute - può e deve farsi guida e promotore a livello sovranazionale di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze con finanziamenti chiari e tempi di attuazione definiti, poiché questa sfida globale di salute pubblica richiede uno sforzo integrato e trasversale che travalica i confini nazionali".
"Dobbiamo continuare a credere in un modello di governance condiviso, da mettere a disposizione di altri Paesi affinché si sviluppi una collaborazione virtuosa che porti alla realizzazione di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze. La collaborazione nazionale e internazionale è un elemento essenziale per rafforzare la prontezza del sistema sanitario e per costruire politiche pubbliche più vicine alle persone che garantiscano risposte certe e concrete. Per questo - ha concluso Lorenzin - come Intergruppo parlamentare abbiamo presentato una mozione per impegnare il Governo sia ad aggiornare la governance dell'Alzheimer sia a farsi promotore di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze. Dobbiamo affrontare l'Alzheimer come abbiamo già fatto in altre aree terapeutiche: con coraggio, investimenti e politiche lungimiranti".
Leggi tutto: Alzheimer, Lorenzin (Pd): "Italia guidi strategia europea per nuova governance"

(Adnkronos) - “Gli ho donato tutto perché volevo comprare il suo amore”. Lo ha detto Corinne Clery che ospite oggi, martedì 7 ottobre, a La volta buona ha parlato del rapporto complicato con il figlio con cui non ha più contatti da oltre 8 anni. “Ho sopportato cose difficili. All’epoca vivevo una storia con un uomo più giovane e ho pensato che magari lui fosse geloso, magari mio figlio pensava che io davo delle mie cose a questo uomo, ma non era così, e io ho avuto la bella idea di donargli tutto, come la mia casa”, ha detto l’attrice francese.
Un gesto che pensava potesse ricostruire il rapporto madre-figlio ma in realtà ha segnato una frattura profonda: "8 anni fa mi ha detto ‘te ne devi andare’", ha rivelato Clery. A quel punto l’attrice si è ribellata. “Più che un tradimento è un po’ il male di questi tempi: dei figli che non accettano dei no, non accettano dei rifiuti e sono in competizione con i genitori”.
Dietro questa vicenda ci sono de risvolti legali: “C’è un avvocato che si sta occupando della vicenda da circa un anno perché non lo trovo giusto”, ha spiegato Corinne che ora vive in campagna “completamente isolata”. “Ho pensato più volte al mio gesto e credo di averlo fatto perché volevo comprare l’amore di mio figlio”. Ma non è andata come sperava.
Leggi tutto: Corinne Clery e il tradimento del figlio: "Ho cercato di comprare il suo amore"

(Adnkronos) - Si finge cieco per 20 anni, poi presenta documentazione falsa per farsi confermare lo status di invalido totale: arrestato insieme alla moglie. Il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata (Napoli), in esecuzione di un'ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura, ha proceduto all'arresto di una coppia di coniugi di Castellammare di Stabia.
I due sono gravemente indiziati dei delitti di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso ideologico in atti pubblici mediante induzione in errore di medici inquadrati in strutture pubbliche, relativi alla pensione di invalidità e all'indennità di accompagnamento erogate al marito, riconosciuto cieco assoluto sebbene fosse solo ipovedente.
Le indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata sono partite dopo un decreto di sequestro preventivo per equivalente per 124.794,05 euro, eseguito un anno fa già nei confronti dei due coniugi stabiesi, ed era già emerso come il falso cieco conducesse una vita senza necessità di aiuto.
L'uomo, secondo l'indagine, era in grado di orientarsi in luoghi pubblici affollati e negli spazi, anche non frequentati quotidianamente, senza mostrare alcun tipo di impedimento o indecisione. Riusciva a svolgere quotidiane operazioni, come l'utilizzo di uno sportello bancomat, ed era in grado di riporre il denaro nel proprio portafogli dopo aver ricevuto - e controllato - il resto per una commissione effettuata in un negozio: tutte attività incompatibili con una condizione di cecità assoluta.
Nonostante il sequestro, i due coniugi avrebbero indotto nuovamente in errore l'Inps, presentando ulteriore documentazione medica, risultata falsa. In base a quei certificati, non era stata ritenuta necessaria la prescrizione di ulteriori esami strumentali e veniva confermata la condizione di cecità assoluta dell'uomo. In base ai video prodotti nell'indagine, un dirigente dell'Asl Napoli 3 Sud e un medico oculista consulente della Procura di Torre Annunziata hanno ritenuto che l'uomo avesse compiuto azioni assolutamente incompatibili con la condizione di cecità assoluta.
Leggi tutto: Napoli, si finge cieco per 20 anni: arrestato insieme alla moglie

(Adnkronos) - A 121 giorni dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, accompagnato da Giovanni Bozzetti, Presidente di Fondazione Fiera Milano, ha visitato la venue olimpica di Fiera Milano, nel quartiere fieristico di Rho, dove si svolgeranno le gare di speed skating e di hockey femminile e maschile. La visita si è svolta questo pomeriggio presso i padiglioni 13-15 e 22-24 in cui sono attualmente in corso i lavori, da parte di Fiera Milano spa, per il montaggio delle strutture sportive temporanee, inclusi gli impianti di illuminazione e refrigerazione per le piste e le tribune.
Grazie agli interventi interamente finanziati da Fondazione Fiera Milano per 25 milioni di euro, i padiglioni sono stati adattati per ospitare le competizioni olimpiche e il media center che sarà allestito al centro congressi MiCo. Entrambe le strutture nel quartiere fieristico di Rho saranno sostenibili dal punto di vista ambientale: infatti, saranno alimentate quasi esclusivamente dall’impianto fotovoltaico, il più grande su tetto d’Italia (300 mila mq), installato sulle coperture dei padiglioni fieristici, che ha una potenza di 18 MWp. Il condizionamento invernale sarà invece garantito dall’impianto di teleriscaldamento proveniente dal termovalorizzatore del comune di Milano che sfrutta l’incenerimento dei rifiuti della città.
“Meraviglioso avere memoria di com’era e la fantasia di immaginare come sarà questo luogo che è già stato teatro di successi organizzativi. Qui vediamo il senso della laboriosità, dell’ingegno e del risultato di questa famiglia operosa - Fondazione Fiera Milano nelle sue varie articolazioni - che consentirà alle Olimpiadi di Milano-Cortina di consacrarsi dal punto di vista organizzativo e sarà un esempio che verrà mutuato anche da altri organismi internazionali perché sarà la prima pista temporanea. Proprio questo elemento dà il senso di quello che effettivamente si può fare per avere il minore impatto possibile e garantire il massimo livello tecnico a una competizione spettacolare come quella della velocità sul ghiaccio, così come differentemente sarà per il padiglione dedicato all’hockey”, ha dichiarato Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani.
“Siamo molto felici di aver potuto presentare al Ministro Abodi la venue olimpica che abbiamo messo a disposizione per ospitare alcune competizioni dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali 2026” ha dichiarato Giovanni Bozzetti, Presidente di Fondazione Fiera Milano. “Con una decisione di visione strategica che ha guardato al futuro, abbiamo voluto investire per tenere nella città metropolitana di Milano una manifestazione di livello mondiale, perché siamo convinti che la sinergia tra diversi soggetti sia la chiave per creare indotto ma al tempo stesso valorizzare il territorio. Anche per questo motivo, gli interventi che abbiamo effettuato hanno carattere permanente e lasceranno in eredità al territorio nuovi spazi che resteranno come legacy per l’organizzazione di altri eventi, dai grandi congressi, ai concerti, alle competizioni sportive.”
L’intervento di adeguamento dei padiglioni 13 e 15, che ospiteranno la pista di pattinaggio di velocità, ha previsto all’interno dei padiglioni esistenti la creazione di un unico spazio libero, per un totale di 35 mila mq di superficie coperta (circa 5 campi da calcio) mediante il taglio di 12 pilastri interni, con l’inserimento di quattro nuove imponenti travi di acciaio a sostegno della copertura, e la rimozione della parete tagliafuoco che divideva i due ambienti.
I lavori di adeguamento dei padiglioni 22 e 24, per renderli adatti ad ospitare un campo da hockey di 60 metri di lunghezza, tribune per circa 5.000 posti a sedere, spogliatoi e servizi a supporto, oltre a una pista per il riscaldamento e l’allenamento degli atleti, hanno invece riguardato la rimozione temporanea di parte della parete divisoria tra i padiglioni. Gli interventi, di carattere permanente, creeranno anche i presupposti per nuove opportunità di sviluppo di business per il Gruppo Fiera Milano, grazie alla diversificazione dell’uso dei quartieri fieristici e congressuali, rendendoli ancora più competitivi e attrattivi a livello internazionale, e permettendo un rafforzamento dell’area legata all’entertainment.
I padiglioni 13 e 15, già oggi considerati “atipici” per la loro altezza utile interna maggiorata (16 metri) rispetto agli altri padiglioni di Fieramilano Rho, saranno, dopo l’evento olimpico, una sede polifunzionale per grandi eventi del tutto nuovi nel panorama delle strutture fieristico congressuali di Fiera Milano spa. Infatti, l’assenza dei pilastri e l’eliminazione della parete interna ha creato un unico ambiente in grado di ospitare: congressi fino a 12.500 posti a sedere in una unica sala (oggi la struttura più grande di Fiera Milano spa all’Allianz MiCo raggiunge i 4.500 posti); concerti fino a circa 30.000 posti al coperto; eventi e competizioni sportive di varia natura (tennis, padel, ecc.); possibilità di nuovi layout espositivi.
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(Adnkronos) - "Il periodo più pesante dell'influenza stagionale sarà durante le vacanze di Natale, quando si sta tutti insieme, al chiuso, vicini vicini", e ci si passa "le goccioline di virus che emettiamo respirando". A spiegarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1, prospettando il periodo in cui potrà esserci il picco influenzale. "Ora ci sono già delle forme influenzali con dei virus 'di riscaldamento', per così dire", ma nelle settimane a seguire, man mano che ci si avvicina al picco, i casi aumenteranno e le previsioni indicano che potrebbero essere "circa 16 milioni gli italiani che si ammaleranno".
Per l'esperto "bisognerebbe vaccinarsi già da ora, massimo la prossima settimana, sia per l'influenza che per il Covid", che nelle scorse settimane ha mostrato numeri in salita, "e sarebbe opportuno che chi ha i sintomi si faccia il test, specialmente gli anziani e i più fragili".

(Adnkronos) - "Lo studio di fase III Flaura 2 ha confrontato", in pazienti con carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule (Nsclc) metastatico Egfr mutato, "la combinazione di osimertinib e chemioterapia con lo standard di cura rappresentato da osimertinib in monoterapia. I risultati sono stati presentati in 2 tornate: nella prima si riferivano all'aumento della sopravvivenza libera da malattia e si passava dai 19 mesi dello standard ai 36 della combinazione; nella seconda si è valutata la sopravvivenza globale e si è visto che aumentava di circa 1 anno, passando da 3 anni per il solo osimertinib a 4 anni per la combinazione di osimertinib e chemioterapia". Così Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia toracica dell'Istituto europeo di oncologia di Milano (Ieo) di Milano e presidente dell'Associazione italiana di oncologia toracica (Aiot), intervenendo oggi nel capoluogo lombardo all'incontro con la stampa dedicato alle nuove frontiere del trattamento del cancro al pomone ha illustrato i risultati dello studio che ha portato al via libera di Aifa alla rimborsabilità della combinazione osimertinib-chemioterapia per il trattamento in prima linea dei pazienti Nsclc con mutazione Egfr.
Tale indicazione ha imposto una riflessione sulla reintroduzione della chemioterapia nel trattamento. "Si deve pensare alla tollerabilità del paziente che, per avere una sopravvivenza maggiore di 1 anno, deve tollerare degli effetti collaterali della chemioterapia", sottolinea de Marinis. Un aspetto però "giudicato tollerabile dagli autori dello studio, in ragione di ciò che conosciamo di questa chemioterapia - chiarisce - con grande vantaggio per i pazienti che presentavano metastasi cerebrali, i più complessi e con prognosi peggiore, che hanno trovato dalla combinazione con un vantaggio considerevole, trainando il dato della sopravvivenza. Non più chemio free e non più sola terapia biologica", rimarca l'oncologo: "Dopo 10 anni di conoscenza dei meccanismi di resistenza ai farmaci biologici, riaggiungiamo la chemioterapia a un farmaco di terza generazione, ottenendo un risultato che a oggi non è stato ancora eguagliato".
Sull'altra nuova indicazione che ha ottenuto la rimborsabilità da Aifa, osimertinib in monoterapia per il trattamento di pazienti Nsclc localmente avanzato, non resecabile, con mutazioni di Egfr e non progredito durante o dopo chemioradioterapia, de Marinis ha evidenziato che "lo stadio 3B dell'adenocarcinoma polmonare non operabile viene trattato con una combinazione standard di chemio e radioterapia, che sostituisce la chirurgia. Diversamente da quanto accade con gli adenocarcinomi senza mutazione Egfr, trattati con l'aggiunta di immunoterapia, nei pazienti con la mutazione Egfr l'immunoterapia non funziona, mentre è efficace l'inibizione del gene Egfr data da osimertinib" da solo. Su questo "non abbiamo ancora i dati della sopravvivenza globale, ma abbiamo quelli della sopravvivenza libera da progressione: si è passati da 5 mesi, nel caso di nessun trattamento dopo chemioterapia e radioterapia, a 36 mesi se dopo chemio e radio veniva aggiunto osimertinib. Un dato che rappresenta un nuovo standard che, fino ad oggi, AstraZeneca ci aveva permesso di utilizzare a richiesta negli ospedali. Oggi non c'è più questo bisogno: il Servizio sanitario nazionale ha riconosciuto il valore di questo farmaco".
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