Per dieci l'accusa di associazione con finalità di terrorismo...
L'Italia torna in campo oggi, venerdì 21 novembre, nella semifinale di Coppa Davis a Bologna. Dopo il successo nei quarti di finale contro l'Austria, 2-0 grazie alle vittorie di Matteo Berrettini e Flavio Cobolli, gli azzurri hanno prenotato (per la quarta volta consecutiva) la semifinale, contro il Belgio, che ha superato invece la Francia con lo stesso punteggio.
In caso di passaggio del turno, l'Italia affronterà in finale la vincente della sfida tra Spagna e Germania.

Un 81enne di Asti è stato ricoverato oggi, venerdì 21 novembre, all'ospedale Cardinal Massaia per sospetto caso di febbre emorragica di Marburg. Si è recato al pronto soccorso, perché presentava "febbre e sintomi gastrointestinali", e lì ai medici ha detto di "essere tornato da un viaggio in Etiopia e di aver visitato un'area del Paese africano in cui sono stati segnalati focolai di febbre emorragica".
Gli esami del sangue sono stati inviati all'Inmi Spallanzani di Roma per la verifica della diagnosi di sospetta febbre emorragica di Marburg. Nel caso di conferma della diagnosi "il paziente verrà trasferito in una struttura con le misure di sicurezza idonee", conclude l'azienda sanitaria.

"Le sfide future di Angsa sono legate al fatto che con la nuova normativa finalmente c'è un cambio di paradigma epocale fondamentale: il riconoscimento della persona e del suo diritto all'autodeterminarsi, qualunque sia la condizione di partenza". Lo ha detto Arianna Porzi, presidente Angsa Torino Odv, intervenendo alla Camera dei deputati all'incontro con la stampa organizzato per celebrare i 40 anni dell'Associazione nazionale genitori persone con autismo.
Porzi ha spiegato che questo cambio di prospettiva impone una revisione dei servizi e delle modalità di approccio. "L'autismo - sottolinea è una condizione controintuitiva, per cui bisogna conoscerla per comprenderla e per poter approntare i servizi adeguati che possano veramente riconoscere i loro bisogni". Ha quindi richiamato il diritto delle persone autistiche a percorsi costruiti su misura: "Serve una risposta al loro diritto a un progetto personalizzato, autodeterminato di vita, e che ci siano risorse e modalità di approccio all'autismo adeguate per tutti".

"E' necessario che si intervenga sul rifinanziamento del Fondo autismo che è stato finanziato da quando è stata approvata la legge 134, cioè dal 2016, e che da 2 anni non ha più finanziamenti". Lo ha detto Giovanni Marino, presidente nazionale di Angsa-Associazione nazionale genitori persone con autismo Aps Ets, intervenendo alla conferenza stampa alla Camera dei deputati organizzata per celebrare i 40 anni dell'associazione, oggi composta da una rete di 70 realtà territoriali e rappresentativa di 4mila famiglie.
Marino ha evidenziato l'urgenza di garantire continuità ai progetti di ricerca e ai nuovi servizi, richiamando anche le indicazioni dell'Istituto superiore di sanità, e indicato un secondo nodo cruciale: "Bisogna avere il coraggio di mettere mano alla revisione dei criteri di accreditamento delle residenze. Senza una riforma - avverte - queste residenze rischiano di essere erroneamente assimilate a istituti, con la spinta di chiudere tutto". Una prospettiva che "significa mandare in rovina le famiglie delle persone con autismo e tutti quelli che di una residenza hanno bisogno quando non hanno più la famiglia dietro le spalle".

"Dobbiamo vedere in ogni persona le potenzialità e non solo i limiti". Così Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, intervenendo alla Camera dei deputati all'incontro con la stampa organizzato per celebrare i 40 anni di Angsa-Associazione nazionale genitori persone con autismo, che oggi rappresenta una rete di 70 realtà territoriali e 4mila famiglie di persone con disturbo dello spettro autistico.
Il ministro ha spiegato che dall'attività di Angsa può arrivare un sostegno rilevante sia alla ricerca sia alla riabilitazione, ricordando gli obiettivi della riforma sulla disabilità. "Benessere, salute, riabilitazione e medicina - sottolinea - sono fondamentali, ma poi nella vita di ogni persona è importante anche la dimensione sociale, lavorativa e ricreativa". Locatelli ha concluso evidenziando la necessità di un cambio di prospettiva: "Su questo dobbiamo fare ancora tanto".

Un’esperienza che racconta il cibo come linguaggio, il benessere come stile di vita e la comunicazione come connessione: Bsg presenta Squisitus, un nuovo hub esperienziale dedicato al mondo food & lifestyle, che segna un’evoluzione strategica dell’agenzia e centrale media indipendente, attraverso un’operazione di stretching marketing. Forte di oltre 35 anni di esperienza nella comunicazione integrata Bsg, in partnership con Passione per il food, società di consulenza specializzata in gdo e horeca, in Italia e all’estero, porta la propria competenza creativa e imprenditoriale in un territorio ad alto potenziale narrativo, dove il cibo diventa un mezzo capace di unire persone, brand e territorio. Squisitus nasce come format espositivo originale in cui gusto, benessere e storytelling si fondono per supportare aziende e marchi nella costruzione di strategie di comunicazione innovative, crossmediali e orientate all’experience marketing, con l’obiettivo di stringere relazioni e sviluppare nuove opportunità di business. Un progetto che interpreta il cibo non solo come alimento, ma come esperienza culturale e sensoriale, strumento di racconto e condivisione, capace di promuovere e incentivare il networking.
Guidato dal payoff ‘healthy-sport,tasty’, Squisitus dà voce a un nuovo modo di intendere lo stile di vita contemporaneo: un equilibrio tra gusto, benessere e vitalità. Il logo, un cerchio di anelli intrecciati nei colori dell’Italia, rappresenta connessione e continuità, valori che ispirano l’intero progetto. A firmare l’identità visiva sono l’art director Antonio Tropeano e l’architetto Luigi Polisi che, in sinergia con il team creativo, tradurranno il concept in un progetto di ambient marketing capace di connettere spazio, esperienza e comunicazione. “Il cibo - commenta Roberta Ceccarelli, ceo di Bsg - non è soltanto alimentazione, ma un linguaggio che racconta identità, valori e relazioni. Con Squisitus vogliamo offrire alle aziende uno strumento di visibilità e comunicazione autentico e partecipativo, fondato sulla logica della sharing economy. In un contesto dove il gusto incontra il benessere, in un equilibrio in cui il cibo diventa media e la comunicazione diventa connessione”.
“Squisitus - sottolinea Giuseppe Pepè Sciarria, ceo di Passione per il Food e cofondatore del progetto - nasce da un’idea semplice: riportare il food al suo significato originario, quello di incontro e condivisione. Per noi la relazione è la base di ogni sviluppo commerciale: assaggiare insieme, confrontarsi, costruire fiducia. È così che i racconti si trasformano in risultati”. Oltre a coinvolgere aziende e brand del comparto food & beverage, Squisitus si rivolge anche a realtà non food che operano a supporto della filiera alimentare, creando un dialogo tra mondi complementari e trasformando l’evento espositivo in un autentico ecosistema collaborativo di relazioni e innovazione. Il debutto di Squisitus è fissato per il 14 e 15 gennaio a Marca by BolognaFiere: un’area polifunzionale tra show cooking, degustazioni, multimedia e cultura, dove gusto, benessere e comunicazione si fondono in un’unica esperienza da vivere e raccontare.
Arcangeli, docente relatore: 'Simone ha avuto coraggio, bravo'... 
"Fra i grandi atenei italiani, questa università è una realtà che ci rende orgogliosi per la sua capacità di guardare con determinazione al futuro, per il suo dinamismo, la capacità di crescita, ma innanzitutto per il suo senso di comunità. Non a caso il titolo scelto per questa inaugurazione - 'Un futuro da plasmare nello spazio della comunità' - richiama immediatamente il valore della responsabilità condivisa, il senso di appartenenza e la necessità di costruire insieme, giorno dopo giorno, un orizzonte nuovo. E su questo sono certo che porterà un contributo illuminante la lectio magistralis di Suor Raffaella Petrini". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università Tor Vergata di Roma.
"Comunità - ha sottolineato - è lo spazio reso vivo dall'impegno di chi ogni giorno si impegna per garantire, attraverso la formazione, un futuro ai nostri giovani e alla società che beneficerà delle loro competenze. Comunità è lo spirito di condivisione che ha abitato questo nostro campus per il Giubileo dei giovani, inondato di ragazzi e ragazze, intorno a Papa Leone XIV. Comunità è, non da ultimo, la capacità di farsi carico dei fragili avendo sempre come faro il valore umano del 'prendersi cura'. Solo con questo senso di comunità - e questo mi preme sottolinearlo da medico, ancor prima che come ministro della Salute - è davvero possibile pensare a un futuro sostenibile per la nostra sanità", ha concluso il ministro ed ex rettore dell'università di Tor Vergata.
"Stiamo lavorando - ha aggiunto - per rendere più attrattive tutte le professioni mediche, sanitarie, socio-sanitarie in Italia, per scongiurare la fuga all'estero dei nostri professionisti. La maggior parte delle risorse stanziate con le leggi finanziarie sono state destinate ad affrontare le carenze di personale, in modo da migliorare le condizioni di lavoro, le retribuzioni e la sicurezza di tutti operatori. Finalmente la sanità è al centro dell'agenda politica. Anche la Manovra 2026 garantirà incrementi significativi di risorse per la sanità pubblica, che verranno usate soprattutto per assumere medici, infermieri e altri operatori e per alzare le indennità di specificità e soprattutto per fare più prevenzione che rappresenta il mainstream del ministero".
E infine: "Come ben sappiamo, la cura non può limitarsi a terapie, protocolli o procedure. Curare significa prima di tutto mettersi in relazione, ascoltare, avere empatia. Significa riconoscere il paziente non solo nella sua dimensione fisica, nella sua fragilità, nella malattia, ma nella sua interezza di persona, con bisogni, domande e speranze. Questa non è una semplice aggiunta all'etica del medico: è la sua essenza. Per questa ragione, ci tengo a ricordare il passo avanti che lo scorso anno nella legge di Bilancio 2025 abbiamo portato avanti con grande forza: la decisione di inserire il principio di umanizzazione delle cure nei livelli essenziali di assistenza. E' un cambio di prospettiva che vogliamo rendere concreto e per questo stiamo finalizzando il regolamento attuativo di questa norma: per rafforzare in modo strutturale le politiche di umanizzazione e personalizzazione dell'assistenza, con un'attenzione particolare ai pazienti cronici, ma anche alla formazione del personale sanitario, perché l'umanità - tanto quanto la competenza clinica - si apprende, si coltiva, si custodisce".

L'Ebu, l'Unione europea di radiodiffusione che organizza e detta le regole per l'Eurovision Song Contest, ha annunciato di aver cambiato le norme del voto della manifestazione.
L'annuncio arriva allo scopo di rafforzare "la fiducia e la trasparenza" nelle procedure, dopo le polemiche scaturite lo scorso anno dovute al boom di voti a sostegno dei concorrenti israeliani[1].
"Il concorso deve restare uno spazio neutrale e non deve essere strumentalizzato", ha spiegato il direttore dell'Eurovision Song Contest presso l'Unione Europea di Radiodiffusione Martin Green. "La neutralità e l'integrità dell'Eurovision Song Contest sono di fondamentale importanza per l'Ebu, i suoi membri e tutto il nostro pubblico. È essenziale che l'equità del concorso sia sempre tutelata".
Una delle modifiche principali riguarda il fatto che saranno ridotti da 20 a 10 i voti che ogni spettatore può esprimere tramite i metodi a pagamento (online, sms e chiamate da cellulare). Inoltre saranno intensificate le misure di sicurezza per individuare e bloccare votazioni fraudolente o coordinate.

Un quadro di “grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini, l’assistenza materiale e morale, la vita di relazione e la riservatezza". E' quello delineato dai giudici del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli della famiglia anglo-australiana Trevallion-Birmingham, che vivevano in un casolare fatiscente nei boschi di Palmoli (Chieti). I bambini, di 6 e 8 anni, sono stati collocati in casa-famiglia[1], mentre ai genitori è stata sospesa la responsabilità genitoriale.
Secondo i giudici, presieduti da Cecilia Angrisan, i bambini hanno finora vissuto in un "rudere fatiscente e privo di utenze”, oltre che in una piccola roulotte. La perizia depositata dai genitori ha confermato “l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario”, oltre alla mancanza di infissi e rifiniture.
Per i giudici è “del tutto insufficiente” a garantire la sicurezza dei bambini, mancando collaudo statico, certificazioni e verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie. Il provvedimento afferma che, in assenza di requisiti di abitabilità, “l’assenza di agibilità… comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori”. Si cita inoltre il rischio sismico, l’assenza di prevenzione incendi e problemi legati all’umidità, che potrebbero incidere a lungo andare “sullo sviluppo di patologie polmonari”.
Il Tribunale fa poi presente che dopo la prima udienza, i genitori avevano promesso collaborazione. Ma, scrive il Servizio Sociale in una delle relazioni, “non hanno inteso più avere incontri e colloqui” con gli assistenti, arrivando a negare l’accesso in casa e il contatto diretto con i minori. Solo grazie all’intervento dell’avvocato era stato possibile concordare un progetto di sostegno, poi rimasto lettera morta. Particolarmente grave è stato il rifiuto di effettuare gli accertamenti sanitari richiesti dalla pediatra: una visita neuropsichiatrica infantile e analisi per verificare la situazione vaccinale. I genitori hanno subordinato il consenso al pagamento di “50.000 euro per ogni minore”, una condotta che per i giudici denota un atteggiamento “pregiudizievole” e “irragionevole”, oltre che contrario all’obbligo di garantire cure adeguate.
Vita di relazione compromessa
L’ordinanza evidenzia anche problemi legati all’isolamento sociale dei bambini e si sofferma sull’istruzione dei tre piccoli[2]. La maggiore aveva ottenuto un certificato di idoneità alla classe terza, ma mancavano gli atti obbligatori per l’istruzione parentale. Tuttavia, i giudici chiariscono: “L’ordinanza cautelare non è fondata sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione (articolo 2 Costituzione)”. La deprivazione del confronto con i pari viene descritta con dovizia di dettagli, citando i principali filoni teorici della psicologia dello sviluppo.
Secondo il Tribunale, l’isolamento “può avere effetti significativi”, come: “difficoltà di apprendimento cooperativo”; “mancanza di autostima e motivazione”; “problemi di regolazione emotiva e comportamentale”; “incapacità di riconoscere l’altro”.
La mancanza di socializzazione, di confronto con altri bambini, è definita un fattore che "ostacola lo sviluppo delle competenze sociali, emotive e cognitive essenziali, rendendo più difficile l'adattamento del bambino sia nel sistema educativo che nella società in generale".
Bimbi in tv, violato il diritto alla riservatezza
Il Tribunale segnala anche l’esposizione mediatica dei minori, tra cui la partecipazione a una puntata de Le Iene l’11 novembre 2025. Il Tribunale parla di “gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli… alla riservatezza e alla tutela dell’identità personale”. Il provvedimento richiama l’articolo 50 del Codice Privacy, che vieta la diffusione di immagini o informazioni che possano identificare un minore coinvolto in procedimenti giudiziari. E aggiunge: “I genitori hanno mostrato di fare uso dei propri figli allo scopo di conseguire un risultato processuale… invocando pressioni dell’opinione pubblica sull’esercizio della giurisdizione” Un comportamento che espone i bambini “alla violazione della loro dignità” e li trasforma in strumenti mediatici.
L’ordinanza ha disposto la nomina di un tutore provvisorio e autorizzato l’intervento dei servizi sociali con l’assistenza della forza pubblica per l’allontanamento. Il provvedimento sarà trasmesso anche alle autorità britanniche e australiane, poiché i genitori sono cittadini di quei Paesi, per identificare eventuali risorse familiari in grado di supplire alle carenze genitoriali. I genitori avevano dichiarato in tv che, in caso di decisione negativa del Tribunale, avrebbero valutato di lasciare l’Italia.
Avvocato famiglia: "Ordinanza giudici inesatta, va impugnata"
"Stiamo analizzando l'ordinanza del Tribunale per i minorenni dell'Aquila che, rispetto i giudici, ma contiene una valanga di inesattezze. Contiamo di impugnarlo entro i termini di legge, cioè dieci giorni, davanti alla Corte d'Appello dell'Aquila", afferma all'Adnkronos l'avvocato Giovanni Angelucci, legale di Catherine Birminghan e Nathan Trevallion. "I giudici - afferma l'avvocato - nel provvedimento delineano e descrivono un quadro inquietante, che è il contrario della realtà dei fatti. Non sono state prese in considerazione le relazioni che abbiamo prodotto. Si sono attenuti sostanzialmente ad un rapporto dei carabinieri dell'anno scorso quando la famiglia rimase intossicata dai funghi. Da lì è partita tutta la vicenda. Abbiamo prodotto tanti documenti che non sono stati considerati. Vivono in un rudere? Quello non è un rudere come viene definito nell'ordinanza, dato che abbiamo un certificato di abitabilità rilasciato da un tecnico, un ingegnere'.
Il papà porta frutta e vestiti ai bimbi in casa famiglia
Nel frattempo il papà, l'unico ad essere rimasto nel casolare, questa mattina si è recato dalla sua famiglia, portando un po' di frutta ai bimbi, vestiti e oggetti personali.

A Ballando con le stelle è tempo di tirare fuori gli artigli: i tempi stringono, la finale è sempre più vicina e le tensioni crescono. Tra i concorrenti più temuti spicca Barbara D'Urso, protagonista indiscussa di questa edizione. Nonostante sia un personaggio divisivo e nonostante i frequenti battibecchi con la giuria, in particolare con Selvaggia Lucarelli, D'Urso resta tra le più apprezzate e considerata dai più una candidata al podio.
Martina Colombari è sembrata infastidita dalla votazione della giuria dopo l'esibizione della conduttrice televisiva. Barbara e Pasquale La Rocca, suo partner di ballo, hanno totalizzato 38 punti. E dalla sale delle stelle il punteggio non è passato inosservato e si sono subito drizzate le antenne, in particolare all'ex Miss Italia che si è rivolta subito a Fabio Fognini: "Se le danno il tesoretto...", lasciando intendere il suo disappunto con un tono poco sereno. "Per forza", ha commentato Fognini, anche lui visibilmente irritato. Tesoretto poi effettivamente assegnato...

Il digitale non è più solo tecnologia, è un laboratorio sociale. Lo dimostra il progetto di EY Italia, in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia e l’università La Sapienza, che ha esplorato come gli ambienti virtuali possano favorire relazioni e superare pregiudizi. L’esperimento, condotto nel Padiglione Italia virtuale di Expo 2025 Osaka, ha coinvolto circa 200 visitatori immersi in scenari popolati da avatar di diverse etnie. I risultati parlano chiaro: la prossemica fisica si riproduce anche nel mondo digitale e le differenze culturali restano evidenti.
I giapponesi, ad esempio, mantengono distanze più ampie rispetto agli italiani, riflettendo codici sociali radicati. Inoltre, attrattività e affidabilità degli avatar influenzano la distanza percepita. Secondo quanto rilevato da EY, per ogni punto di incremento dell’attrattività, la distanza si riduce di 0,27 cm; per l’affidabilità, di 0,17 cm. Segnali che confermano come il virtuale sia un nuovo spazio di socializzazione, capace di rinegoziare confini culturali e creare fiducia.
Queste sperimentazioni anticipano il ruolo centrale del digitale all’Expo 2030 di Riad, dove innovazione e realtà immersiva promettono di ridefinire le relazioni interculturali e immaginare comunità più inclusive. Un futuro in cui la tecnologia non sarà solo progresso, ma anche ponte tra i popoli.
Questa notte attesi i fiocchi bianchi anche sul Gennargentu...
Ora pressing sulla Regione per via libera a movimentazione... 
La XVI edizione del Pink Tie Ball, l'annuale charity gala organizzato da Komen Italia, si è svolta ieri al The St. Regis Rome. Grazie alle precedenti edizioni del Pink Tie Ball, Komen Italia ha raccolto oltre 2 milioni di euro che sono stati destinati a numerose iniziative dedicate alle 56mila donne che ogni anno in Italia si confrontano con un tumore del seno. L'edizione di quest'anno si pone l'obiettivo di rafforzare l'impegno di Komen Italia a favore delle donne con tumore del seno metastatico. Questa condizione di malattia avanzata, che in Italia interessa oltre 37mila donne, genera nella vita quotidiana problematiche più complesse di quelle con cui si confrontano le donne che hanno un tumore del seno localizzato.
Per tutte loro Komen Italia ha avviato da alcuni anni un innovativo progetto - MetaDinamiche - che offre la possibilità di svolgere un cammino nella natura, con esperti di terapie integrate in oncologia, per condividere le proprie esperienze e ritrovare e mantenere un miglior equilibrio psico-fisico durante il lungo percorso di cura. I fondi raccolti grazie al charity gala consentiranno di incrementare nel 2026 le edizioni del progetto MetaDinamiche ed estendere le opportunità di empowerment ad un numero maggiore di donne che si trovano a vivere questa difficile sfida.
La serata si è aperta con un cocktail di benvenuto riservato agli ospiti ed è proseguita con una cena raffinata a cura dello chef del The St. Regis Rome, Francesco Donatelli. Ospite d'eccezione dell'evento il cantautore Francesco Baccini che ha proposto un medley dei grandi successi del suo repertorio, ma soprattutto ha condiviso con gli ospiti il messaggio di forza e speranza contenuto nell'ultimo singolo uscito il 24 ottobre, 'Matilde Lorenzi' (Edizioni Azzurra Music), dedicato alla giovane promessa dello sci alpino scomparsa tragicamente per una caduta durante un allenamento in Val Senales, un mese prima di compiere 20 anni. A sorpresa Claudia Gerini, ambasciatrice di Komen Italia, ha regalato agli ospiti una performance canora coinvolgente accompagnata al piano da Francesco Baccini, seguita da Sal Da Vinci che ha intonato Malafemmena e Rossetto e Caffè.

Oggi davanti al gip di Milano gli interrogatori di garanzia dei due maggiorenni arrestati, assieme a tre minorenni, per la rapina e il tentato omicidio dello studente di 22 anni dell'università Bocconi aggredito lo scorso 12 ottobre in zona corso Como, che ha riportato danni permanenti a una gamba per le coltellate ricevute. Un'aggressione per una rapina da 50 euro con il giovane che è stato colpito con calci e pugni riportando lesioni polmonari e spinali.
Gli interrogatori si sono svolti nel carcere di San Vittore, dove sono detenuti i due maggiorenni (i tre minori invece sono dietro le sbarre del Beccaria e saranno ascoltati dal gip del Tribunale per i minorenni). Entrambi i ragazzi hanno risposto alle domande dell'interrogatorio davanti alla gip di Milano Chiara Valori.
"L'interrogatorio è durato circa un'ora, lui è molto dispiaciuto per la vittima", afferma l'avvocato Giovanni Giovanetti che difende uno dei due. Mentre Elena Patrucchi, legale del maggiorenne il cui ruolo sarebbe stato di 'palo' nella rapina e nel tentato omicidio, ha spiegato che il ragazzo "in questo momento è davvero preoccupatissimo e sconvolto per le condizioni della vittima a cui manifesta ovviamente vicinanza, augurandogli il meglio e anch'io personalmente vorrei fare lo stesso per la famiglia perché mi sembra doveroso farlo".
Le accuse nei confronti dei due maggiorenni indagati - un video riprende le fasi del pestaggio da cui si è arrivati all'identificazione - potrebbero portare a richieste di condanna, in assenza di riti alternativi, fino a 21 anni di carcere.
A sei mesi dall’avvio della collaborazione tra Orefici11Milano, il multi-brand concept store dall’animo creativo e culturale del gruppo Vf, leader globale dell'abbigliamento lifestyle, calzature e accessori, e la School of Management dell’Università Lum, il bilancio è molto positivo. Dalla sinergia tra mondo accademico e impresa è infatti nato Orefici11 Atelier, un laboratorio sviluppato nell’ambito del Master universitario in Made in Italy, Fashion & Luxury Management, con l’obiettivo di sperimentare sul campo le dinamiche del retail e della cultura d’impresa.
In pochi mesi, il progetto si è rivelato un autentico acceleratore di idee e competenze: un gruppo di studenti ha potuto confrontarsi direttamente con i professionisti del settore, contribuendo con proposte innovative in ambito di branding retail. Questo approccio collaborativo ha consentito di creare un dialogo concreto tra teoria e pratica, formazione e business, generando valore per entrambe le parti. "Siamo entusiasti di questo percorso condiviso -afferma Andrea Ferretti, general manager Orefici11Milano-. La collaborazione con Lum si è dimostrata una scelta vincente, capace di coniugare visione, creatività e pragmatismo. Insieme stiamo costruendo un modello virtuoso di formazione esperienziale, che prepara i giovani alle reali sfide del mercato".
"La partnership con Orefici11Milano contribuisce a rendere ancora più concreto ed efficace il nostro programma di master -evidenzia il Rettore della Lum, Antonello Garzoni- arricchendo l’esperienza dei nostri studenti che provengono da oltre 15 Ppaesi in un contesto applicativo internazionale e moderno, pienamente inserito nel cuore della capitale italiana della moda". A conferma dell’impegno nel valorizzare futuri leader del settore, Orefici11Milano ha offerto una internship allo studente migliore del progetto, rafforzando ulteriormente il legame tra formazione e mondo del lavoro e confermando l’attenzione dell’Azienda verso lo sviluppo delle nuove generazioni di professionisti del Fashion e del Luxury, con un focus particolare sulla costruzione delle competenze e della mentalità manageriale necessarie a guidare l’innovazione nel settore.

Oltre 128 mila euro di rimborsi riconosciuti in un mese ai familiari caregiver: è l’impatto delle due recenti e significative sentenze (2709/2025 e 3027/2025) della Corte di Appello di Milano, che ribadiscono un principio chiave: l’intera attività svolta a favore dei pazienti durante il ricovero in Rsa, non essendo possibile separare la componente sanitaria da quella assistenziale, strettamente connesse tra loro, deve essere considerata come un’unica prestazione sanitaria, rientrante nella competenza esclusiva del Servizio sanitario nazionale.
Le due pronunce confermano integralmente l’impianto già delineato nei primi gradi di giudizio. Per i pazienti affetti da Alzheimer o da altre patologie neurodegenerative croniche, infatti, i giudici ribadiscono che le prestazioni socio-assistenziali di rilievo sanitario devono essere ricondotte tra quelle a carico integrale del Servizio sanitario nazionale quando, sulla base di una valutazione concreta, che consideri la patologia, il suo stadio al momento del ricovero e la sua prevedibile evoluzione, risultino necessarie a garantire al malato la tutela del diritto alla salute e il rispetto della sua dignità personale.
Le rette pagate dal malato o dalle famiglie, quindi, vanno restituite.
"Milano, in questo senso si conferma interprete nevralgico dei nuovi orientamenti giurisprudenziali, leggendoli con la lente dell’attualità che il nostro Paese sta vivendo. Un’attualità fatta di una popolazione che diventa sempre più anziana, il cui sostegno è lasciato ad una generazione schiacciata dall’incertezza economica, che non può contare sul supporto dello Stato anche quando ne avrebbe diritto. È evidente che questo principio deve cambiare". Lo afferma il responsabile del team legale di Consulcesi & Partners in prima linea al fianco dei malati e delle loro famiglie con il servizio Soluzione Rsa www.soluzione-rsa.it.
Le ultime stime Istat, infatti, parlano di circa 8 milioni di persone in Italia (la cosiddetta 'generazione sandwich') che si prendono cura contemporaneamente di almeno un familiare non autosufficiente e di almeno un figlio piccolo o adolescente, entrambi dipendenti dalle stesse risorse. Un fenomeno esacerbato da un lato dall’invecchiamento progressivo della popolazione dovuto all’allungamento dell’aspettativa di vita, dall’altro dalla tendenza a spostare in avanti l’età per avere figli (ad oggi a 31 anni in media il primo). Questa 'doppia cura' ha conseguenze non solo economiche, con sempre meno risorse a disposizione della generazione attiva e caregiver, ma anche psicologiche. Spese divise tra ricette mediche, baby-sitter, visite e rette Rsa fanno sentire ancora più sola e stressata una generazione i cui stipendi sono immobili da anni. E lo Stato? Assente e defilato, lascia ai cittadini l’onere di gestire giovani e fragili.
Nel frattempo, nel 2025 sono raddoppiate le sentenze favorevoli ai caregiver che ribadiscono l’obbligo dello Stato di occuparsi del paziente in Rsa in situazione di mancata autosufficienza. I Tribunali vedono la generazione sandwich e ricordano allo Stato i suoi obblighi di legge: i costi per le prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria in Rsa sono a carico del Ssn. Sempre più giudici riconoscono che, nei casi di pazienti affetti da Alzheimer o da gravi patologie neurodegenerative, le prestazioni sanitarie fornite nelle Rsa -cure mediche, fisioterapia, assistenza infermieristica- non possono essere separate da quelle socioassistenziali. Di conseguenza, l’intero costo della degenza deve gravare sul Servizio sanitario nazionale e non sulle famiglie.
"Si tratta di un principio fondamentale -spiega Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners- perché molte famiglie non sanno che possono chiedere il rimborso anche per somme versate da anni, se sussistono determinate condizioni cliniche e amministrative. L'obiettivo di Soluzione Rsa è ricordare ai caregiver che è importante richiedere il riconoscimento di un diritto irrinunciabile del paziente, perché la giurisprudenza non sarà mai sorda alle tutele dei più fragili, come sta dimostrando in maniera illuminata Milano".
Attraverso Soluzione Rsa, Consulcesi & Partners offre una valutazione legale preliminare, che consente di capire rapidamente se sussistono i presupposti per chiedere il rimborso delle rette versate. Un supporto concreto per migliaia di famiglie che, ogni anno, affrontano costi elevati per l’assistenza dei propri cari affetti da Alzheimer e patologie neurodegenerative.
Tutte le informazioni su www.soluzione-rsa.it
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