(Adnkronos) - Carlos Alcaraz riparte da Tokyo. Se Jannik Sinner tornerà in campo nell'Atp 500 di Pechinlo, lo spagnolo giocherà invece il torneo giapponese: "Questa è la mia migliore stagione - ha spiegato il numero uno al mondo alla vigilia dell'esordio - e ho raggiunto grandi traguardi. Ho giocato un tennis fantastico e match eccellenti. Sono cresciuto".
Il fuoriclasse spagnolo parla delle perossime sfide: "L'anno potrebbe regalare anche di più, ma non posso lamentarmi della stagione finora. Alla fine di questa settimana, voglio solo aggiungere il mio nome a quello di Roger Federer, Rafa Nadal, Andy Murray e Novak Djokovic, che hanno già vinto questo torneo. Sarebbe un onore".
Alcaraz potrebbe affrontare Sinner a Shanghai: "So che Sinner cambierà le cose rispetto alla finale degli Us Open. È la stessa cosa che ho fatto io dopo aver perso contro di lui un paio di volte, ho cercato di essere migliore. La nostra rivalità sta migliorando e penso che questo sia fantastico per il tennis. Non so quante volte io e Sinner ci incontreremo, né in quali circostanze, ma finora sta andando alla grande".

(Adnkronos) - La Rete delle professioni tecniche della Lombardia, coordinata dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, ha sottoscritto il manifesto 'Back to nature', un impegno comune per diffondere la cultura della biofilia come principio guida per professioni, istituzioni e imprese. La biofilia – dal greco 'amore per la vita' – esprime il legame innato dell’essere umano con la natura. Tradotta in chiave contemporanea, diventa un approccio progettuale, sociale ed economico capace di migliorare il benessere delle persone, rafforzare la competitività delle imprese e contribuire a città e territori più resilienti e sostenibili.
“Con questo manifesto - ha dichiarato Carlotta Penati, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Milano e rappresentante delle professioni nel consiglio della Camera di commercio - riaffermiamo la volontà delle professioni tecniche di essere protagoniste di un cambiamento culturale e produttivo. Il contatto con la natura non è solo una fonte di benessere individuale, ma anche una leva strategica che può generare valore economico e sociale per le imprese, le comunità e i territori”.
Il documento è stato presentato nel corso del convegno 'Back to nature – benessere, impresa, territorio. la natura come leva di valore', inserito nel palinsesto della Milano green week e organizzato con la collaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e del Comune di Milano. I lavori hanno visto il contributo di Rita White (Accademia Italiana di Biofilia) e Gioia Gibelli (Casa dell’Agricoltura), che hanno evidenziato la biofilia come opportunità concreta per imprese e comunità. Nelle tre tavole rotonde, professionisti di diversi ordini e collegi – dagli agronomi e periti agrari ai veterinari, dalle ostetriche agli architetti, dagli ingegneri agli avvocati – hanno mostrato come l’approccio biofilico, trasversale a tutte le professioni, possa tradursi in pratiche reali: dalla progettazione architettonica e urbana alla dimensione sanitaria del benessere, dalla gestione del paesaggio e delle risorse naturali alle politiche di sostenibilità, fino ai modelli di business innovativi delle startup.
Il momento centrale dell’incontro è stato la sottoscrizione del manifesto 'Back to nature', aperto a nuove adesioni da parte di professionisti, istituzioni e imprese. “Il manifesto - ha aggiunto Penati - è uno strumento aperto: vogliamo che raccolga sempre più voci, esperienze e progetti Il nostro obiettivo è fare rete per trasformare la biofilia in un principio operativo che guidi non solo la progettazione, la pianificazione e lo sviluppo territoriale, ma anche la gestione delle imprese, le politiche pubbliche, l’organizzazione degli spazi di lavoro e di vita quotidiana. Significa promuovere ambienti più biofilici in ogni ambito, capaci di offrire benessere reale e relazioni autentiche lungo tutto l’arco della vita”.
Con questa iniziativa, la Rete delle professioni tecniche lombarde conferma il proprio ruolo di promotrice di un dialogo interdisciplinare che mette insieme ordini, collegi, istituzioni e imprese, orientando la crescita del territorio verso un futuro più sostenibile, equo e competitivo.
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(Adnkronos) - Uscirà il 24 ottobre 'Sono un grande', il nuovo album di inediti di Tiziano Ferro. L’album, il primo su etichetta Sugar Music, sarà disponibile in tutti i negozi in formato Cd e vinile e in tutti gli store digitali. Tiziano Ferro torna alla musica con un album frutto di oltre due anni di lavoro, un periodo durante il quale le difficoltà hanno lasciato spazio a grandi cambiamenti e al futuro. Un nuovo Ferro pronto a mettersi in gioco con la cosa che lo ha sempre guidato: l’amore per la musica.
"Perché se non sono ancora morto…Sarà per caso, sarà per torto, oppure sarà perché sono un grande…e non me ne sono mai accorto!”, canta Tiziano nel brano che dà il titolo al disco "'Sono un grande' è il frutto di tutto quello che è accaduto nella mia vita, la consapevolezza che se sono riuscito a superare tutte le tempeste è perché forse qualcosa di buono l’ho fatto e un futuro felice me lo merito", racconta il cantautore di Latina.
'Sono un grande' conterrà anche il singolo 'Cuore Rotto', brano che per la seconda settimana consecutiva si è piazzato in vetta alla classifica dei brani più programmati dalle radio italiane e in tutte le classifiche di Earone. Ma non è tutto. Il ritorno live con 'Stadi26' ha scatenato i fan e a poche ore dall’apertura delle vendite generali sono stati venduti oltre 200.000 biglietti portando a raddoppiare gli appuntamenti allo Stadio San Siro di Milano (7 e 10 giugno) e allo Stadio Olimpico di Roma (27 e 28 giugno).
Leggi tutto: Tiziano Ferro, a fine ottobre il nuovo album: "Sono un grande"


(Adnkronos) - Nuovo look cercasi per Teddy Bear. L'orsacchiotto di peluche "è molto più di un semplice giocattolo", morbido viatico per una buonanotte di sogni d'oro. Può avere "un ruolo fondamentale nella costruzione della nostra prima concezione di natura, plasmando il modo in cui per tutta la vita interagiremo con l'ambiente", con un pianeta da rispettare e proteggere. Ma per riuscirci, per diventare un bravo 'eco-maestro' e infondere nei bambini una coscienza green, dovrà essere innanzitutto più credibile: meno Teddy e più bear, con fattezze più realistiche e fedeli a quelle degli orsi in carne e ossa. Non è una congettura pedagogica o una trovata commerciale, bensì uno studio scientifico pubblicato su 'BioScience', rivista ufficiale dell'American Institute of Biological Sciences.
Da oltre un secolo - da quando nel febbraio del 1903 due negozianti di Brooklyn esposero in vetrina un paio orsetti di pezza che chiamarono Teddy's Bears, in onore dell'allora presidente Usa Theodore Roosevelt il quale l'anno prima risparmiò un cucciolo d'orso durante una battuta di caccia - gli orsacchiotti di peluche sono una presenza fissa nelle camerette di ogni latitudine. Protagonisti dei nostri primi ricordi, icona dell'immaginario infantile, "raramente sono stati oggetto di un esame approfondito", tantomeno di un'analisi scientifica. E' partito da questa riflessione Nicolas Mouquet del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) francese, che insieme ai suoi colleghi ha deciso di colmare questa lacuna.
"Per molti occidentali il primo legame intimo ed emotivo con la natura potrebbe non derivare da una passeggiata nei boschi, ma dalla precoce esposizione a rappresentazioni della natura stessa attraverso libri illustrati, giocattoli o animali di peluche", spiegano gli autori dello studio, convinti che "legami emotivi come questi possono durare per tutta la vita". La questione su cui si sono concentrati, quindi, è se i giocattoli dell'infanzia siano davvero all'altezza del compito di promuovere una concezione realistica della natura. Perché se non lo fossero, le conseguenze non sarebbero da poco: "Se l'orso che conforta un bambino non assomiglia per niente a un orso vero, il ponte emotivo che costruisce potrebbe allontanarlo dalla vera biodiversità, anziché avvicinarlo", avvertono i ricercatori.
Con l'obiettivo di sviscerare il problema, il team d'Oltralpe ha utilizzato analisi morfometriche e colorimetriche per confrontare 436 orsacchiotti di peluche con le loro controparti reali. Ne è emerso che "gli orsi veri formano un gruppo ben definito, chiaramente distinto dagli orsacchiotti" giocattolo, riferiscono gli scienziati. Persino il panda gigante, le cui sembianze naturali più si avvicinano alle fattezze tipiche dell'orso di peluche, "si discosta sostanzialmente" dalle caratteristiche che rendono gli orsacchiotti giocattolo emotivamente attraenti. Un gap che secondo gli autori del lavoro "solleva importanti questioni", in grado di fare la differenza per i destini del pianeta: "Quanto più l'orsacchiotto di peluche si discosta dalla sua controparte biologica, tanto maggiore è il rischio che i bambini crescano con rappresentazioni mentali distorte o incomplete di animali ed ecosistemi", ammoniscono gli esperti.
L'équipe del Cnrs suggerisce dunque che "diversificare la 'palette' dei peluche per includere forme ecologicamente fondate, specie con morfologie e colorazioni più accurate, potrebbe aiutare a ripristinare un certo allineamento tra connessione emotiva e realtà biologica".
In conclusione, Teddy Bear potrà forse sembrare un canale insolito per migliorare il rapporto dell'umanità con madre natura, ma secondo i ricercatori può rappresentare un'opportunità grande e reale: "Comprendendo e sfruttando le caratteristiche che rendono gli orsacchiotti di peluche potenti strumenti emotivi, possiamo migliorare non solo il benessere individuale, ma anche la cura collettiva del pianeta".
Leggi tutto: "A Teddy Bear serve un nuovo look". L'appello della scienza per peluche eco-maestri

(Adnkronos) - Sadiq Khan ha definito Donald Trump "razzista, sessista, misogino e islamofobo" dopo che il presidente degli Stati Uniti, dal palco delle Nazioni Unite, ha criticato l'operato del "terribile" sindaco di Londra, sostenendo che la capitale britannica stia dirigendosi verso l'applicazione della sharia. "Non intendiamo degnare i suoi commenti agghiaccianti e intolleranti di una risposta", ha dichiarato Khan. "Londra è la città più grande del mondo, più sicura delle principali città degli Stati Uniti, e siamo lieti di dare il benvenuto al numero record di cittadini statunitensi che si trasferiscono qui".
Khan, citato dal sito del Guardian, riferendosi al discorso di Trump ha sottolineato il numero record di visitatori e investitori americani che scelgono Londra. "Da quando sono iniziate le registrazioni, c'è stato solo un periodo in cui più americani sono venuti a Londra. Ci deve essere una ragione per questo. Se si considerano diversi criteri, spesso siamo la città numero uno al mondo per quanto riguarda la cultura, gli investimenti stranieri, lo sport e la capacità delle persone di realizzare il proprio potenziale. Siamo la città più grande del mondo e ne sono davvero orgoglioso", ha dichiarato il sindaco figlio di migranti pakistani.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo discorso all'Onu ha sostenuto che la capitale britannica sia "molto cambiata" a causa dell'immigrazione, a suo dire, fuori controllo. La scorsa settimana, mentre rientrava negli Usa dalla sua visita di Stato nel Regno Unito, il presidente americano aveva criticato Khan definendolo "uno dei peggiori sindaci del mondo" e sottolineando di essersi assicurato che non fosse invitato al banchetto a cui aveva partecipato al castello di Windsor. Fonti vicine a Khan precisano che il sindaco non si aspettava un invito.


(Adnkronos) - I giovani milanesi sono più responsabili e informati rispetto ai loro coetanei nel resto d'Italia quando si tratta di contraccezione e sesso protetto. E' quanto emerge dall'ottava edizione dell'Osservatorio 'Giovani e sessualità', promossa da Durex in collaborazione con Skuola.net e condotta su oltre 15mila giovani in tutta la Penisola. La percentuale di ragazzi in Italia che ha rapporti tra gli 11 e i 16 anni supera il 50% e a Milano la percentuale sfiora il 60% (58,6%), si legge nel report. Tuttavia, i giovani di capoluogo lombardo e provincia usano il preservativo con maggiore costanza. Più di 3 su 4 affermano di avere rapporti protetti usando il preservativo: il 77,5% utilizza il profilattico, con il 62,2% che lo usa "sempre" (contro il 44,5% nazionale) e il 15,3% "qualche volta". Nel 2024 era circa il 70% dei giovani milanesi a usare il preservativo (48% sempre, 20,2% qualche volta). Ciononostante, nell'ambito delle infezioni sessualmente trasmissibili, sebbene il 59,1% dei giovani milanesi (contro il 54,8% del campione nazionale) le sappia riconoscere, permane una scarsa percezione del rischio: il 72,4% dichiara di non aver mai provato paura di contrarre una Ist durante rapporti non protetti e solo il 9,3% ha effettuato almeno uno screening.
La fonte di informazione primaria per i giovani resta Internet - emerge dall'indagine - un dato ancora più marcato a Milano (59,3% contro il 53,2% nazionale). Le motivazioni principali sono la velocità nel reperire informazioni (32,8%) e la volontà di evitare l'imbarazzo (29,7%). A questa abitudine fa da contraltare un silenzio sempre più profondo in famiglia: la percentuale di giovani che non parla di sesso e contraccezione in casa è balzata al 49% a livello nazionale, un dato che a Milano sale addirittura al 56,6%. Motivo? Non si sentono a proprio agio (42%) a parlarne in famiglia. Questo vuoto educativo alimenta una richiesta quasi unanime di un intervento di educazione affettiva e sessuale a scuola, sia da parte dei ragazzi (88,9%) che dei genitori (78,6%). A Milano e provincia la percentuale aumenta e oltre il 90% di giovani (90,2%) e genitori (93,5%) la vorrebbero come materia scolastica e a partire dalla scuola primaria (44,8%) e secondaria di primo grado (37,9%). A Milano e provincia, il 67,2% degli studenti dichiara di aver già affrontato a scuola il tema della sessualità, contro il 34,7% a livello nazionale, a conferma di un maggiore coinvolgimento degli istituti scolastici su queste tematiche. Nella maggior parte dei casi, gli interventi a scuola sono condotti da medici o esperti, garantendo informazioni più accurate e professionali.
"I dati di quest'anno sono un appello all'azione a cui non potevamo non rispondere - dichiara Laura Savarese, Direttrice Affari Regolatori e Relazioni Esterne di Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) Spa, che commercializza il brand Durex in Italia - Constatare che il primo approccio alla sessualità avviene sempre prima, senza un'adeguata educazione all'affettività, alla consapevolezza delle scelte, al consenso, espone i ragazzi a rischi importanti e ci conferma che intervenire precocemente non è più un'opzione ma una necessità. Ascoltiamo la voce dei giovani, dei genitori, delle scuole che chiedono un supporto educativo, una guida per poter affrontare le scelte in ambito affettivo e sessuale in modo sereno, ma consapevole. Durex vuole diffondere una sessualità libera, protetta e consapevole. Per farlo, si impegna in percorsi educazionali nei luoghi formativi per eccellenza per far sì che i giovani siano educati ai principi fondamentali del rispetto di se stessi e degli altri, del consenso, della salute e della adeguata percezione del rischio connesso alle loro scelte. I ragazzi che oggi sono ascoltati, supportati ed educati saranno adulti liberi, sereni e consapevoli. Siamo perciò orgogliosi di rafforzare il progetto 'A luci accese' a Milano, per costruire le fondamenta di un benessere affettivo e sessuale che duri tutta la vita".
'A luci accese' - spiega una nota - è il programma di educazione affettiva e sessuale pensato per le scuole secondarie di secondo grado che dal 2023 contribuisce, anche grazie al coinvolgimento di docenti e genitori, a diffondere tra i giovani milanesi una cultura della sessualità e dell'affettività fondata su consapevolezza, rispetto e protezione. Promosso da Durex con Ala Milano Onlus, il progetto prevede laboratori in classe condotti da educatori esperti (psicologi e sessuologi) di Ala Milano e dell'università degli Studi di Milano-Bicocca, che accompagnano i giovani in un percorso di confronto aperto e privo di giudizi, con l'obiettivo di fornire strumenti concreti per affrontare emozioni, relazioni e sessualità in maniera sana e consapevole. Le attività si svolgono sotto la supervisione di un direttore scientifico che ne garantisce la continuità metodologica e la solidità scientifica. Dal 2023 ad oggi sono state coinvolte 43 scuole, 350 classi e circa 12mila studenti. Per l'anno scolastico 2025/2026, il programma si arricchisce con un nuovo percorso di educazione all'affettività pensato per le scuole secondarie di primo grado.
"Portare e potenziare l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole medie significa intervenire in uno dei momenti evolutivi più delicati e significativi, quello della preadolescenza. A questa età, i ragazzi e le ragazze costruiscono e sperimentano l'immagine e l'espressione di sé, oltre che esplorare il mondo ricchissimo delle relazioni - commenta Elisabetta Todaro, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa clinica e responsabile scientifica delle lezioni nelle scuole medie per il progetto 'A luci accese' - Il nostro approccio non è solo informativo, ma soprattutto educativo. Utilizziamo un linguaggio adeguato alla loro età per creare uno spazio di dialogo sicuro e non giudicante, in cui essi possano esprimere dubbi e curiosità. L'obiettivo è abbattere stereotipi, promuovere il rispetto reciproco e fornire alcune fondamentali conoscenze sulla prevenzione e sulla cura di sé, prima ancora che le esperienze diventino un fatto compiuto".
Leggi tutto: Sesso, a Milano giovani più protetti e informati rispetto al resto d'Italia, l'indagine

(Adnkronos) - "Ormai la visione della mascherina è polarizzata: c'è chi dice che non serve, c'è chi la mette e magari a volte la usa anche in momenti non utili spinto dall'angoscia e dalla paura" di contagiarsi. "Io credo che vada usata come usiamo gli occhiali da sole: se serve, quando serve. E credo che anche nelle disposizioni dei piani pandemici italiani risulti che in condizioni di ampia diffusione di un virus, da verificare, ci possa essere per esempio a livello di direzione sanitaria un'indicazione di ritornare all'utilizzo delle mascherine. Ma, davvero, superiamo ogni considerazione divisiva e spesso negativa su questo dispositivo di protezione". E' l'invito del virologo Fabrizio Pregliasco che, a margine di un evento di Assosalute a Milano, commenta all'Adnkronos Salute l'appello per l'uso della mascherina lanciato da Violet Affleck, figlia delle star di Hollywood Jennifer Garner e Ben Affleck, ospite di un evento alle Nazioni Unite a New York.
Passata la crisi Covid, la mascherina ormai divide, ragiona l'esperto. "Ma poi perché?", si chiede Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio. "Ognuno si veste come vuole e, allo stesso modo, ognuno può scegliere di indossarla. E' vero, in particolare la mascherina chirurgica ha un limite" in termini di autoprotezione, "è più efficace per difendere gli altri. In altre parole, se ho la sintomatologia la indosso e difendo gli altri da un eventuale contagio. In generale, con la mascherina si difende per esempio il paziente dall'operatore sanitario", in caso di sintomi. "Quindi, se serve, perché no? E in condizioni particolari, cioè in strutture sanitarie, come le Rsa o nei reparti oncologici e così via, è utile sia per il personale che per le persone assistite".
Violet Affleck, attivista e studentessa del primo anno al Davenport College di Yale, già lo scorso anno aveva chiesto alle istituzioni di ripensare l'obbligo della mascherina nelle strutture mediche. La 19enne tra l'altro è stata colpita da Long Covid nel 2019. E Pregliasco comprende la sua sensibilità al tema. Anche il Long Covid merita attenzione, ragiona l'esperto. "E' qualcosa che comincia e non è ancora chiaro quali siano gli elementi favorenti, qual è il destino", il decorso di questa condizione. "Si vede un miglioramento in alcune problematiche, però la nebbia cerebrale, alcune difficoltà respiratorie legate a un danno polmonare rimangono come 'stigmate' che sono comunque preoccupanti".
Leggi tutto: Pregliasco: "Superare visione negativa mascherina, usarla se e quando serve"

(Adnkronos) - A pancia sotto. Di lato. Con le braccia sotto il cuscino. Il sonno ha diverse 'forme', ognuno sceglie una posizione per dormire nel proprio letto. Ogni scelta, però, ha conseguenze e non sempre si adatta alle condizioni del singolo. Una posizione potrebbe essere migliore rispetto ad altre per gli effetti sull'organismo e sulla qualità del sonno. Il tema da anni è sotto i riflettori della medicina, con studi e giudizi di specialisti di ogni tipo. "Potremmo sostenere che alcune posizioni sono migliori di altre", dice dottoressa Rachel Salas, professoressa associata di neurologia presso la Johns Hopkins Medicine. "Ma ci sono degli elementi da considerare con attenzione". Il tema diventa sensibile se si considerano soggetti di età più avanzata: "Quando si diventa più anziani e si manifestano disturbi e acciacchi, la posizione durante il sonno può diventare un fattore positivo o negativo".
Se l'obiettivo è alleviare il dolore, dormire sulla schiena può diventaer un'arma a doppio taglio, osserva la dottoressa Salas. Per chi soffre di dolore cervicale, dormire a pancia in su può a volte peggiorare la situazione. La scelta di cuscini indicati dal medico ovviamente può incidere grazie al differente supporto garantito da particolari accessori. Il consiglio medico potrebbe anche prevedere l'utilizzo di un cuscino per tenere le gambe più sollevate.
L'apnea notturna, con il collasso delle vie aeree superiori durante il sonno, provoca pause nella respirazione. Il disturbo è spesso associato al russamento. Può risultare utile posizionarsi su un fianco o a pancia in giù per aiutare le vie aeree a rimanere aperte, riducendo il russamento e alleviando l'apnea lieve.
Chi soffre di reflusso o bruciore di stomaco, secondo la dottoressa Salas dovrebbe evitare di dormire sul lato destro. Tale posizione, infatti, potrebbe peggiorare i sintomi. Risulta più indicato posizionarsi sul lato sinistro. Per le persone robuste o in sovrappeso, l'uso di un cuscino da tenere tra le ginocchia favorisce una posizione più lineare.
Dormire su un fianco o a pancia in giù determina un contatto prolungato tra viso e cuscino, con la progressiva formazione di possibili rughe. "Col tempo, questo può portare alla formazione di sfoghi cutanei o a cambiamenti cronici della pelle", osserva Salas. "Se si è preoccupati per le rughe, questo è un altro motivo per dormire sulla schiena".
Leggi tutto: Dormire in salute, il sonno e le posizioni per evitare disturbi


(Adnkronos) - Il Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Raffaele Latrofa, ha incontrato a Roma il Segretario generale del CONI, Carlo Mornati, in un primo incontro conoscitivo e preparativo finalizzato a formalizzare una intesa di collaborazione tra AdSP e Coni.
“Il binomio sport e porto non solo è possibile, ma ha anche una rilevante valenza sociale. Si tratta di un’azione di grande importanza nell’ambito delle attività volte ad aprire i porti alle loro città e, in questo caso, allo sport – ha dichiarato Latrofa –. Con il Segretario generale Mornati abbiamo tracciato una strada chiara su cui proseguire. L’obiettivo è valorizzare il porto non solo come infrastruttura economica e logistica, ma anche come luogo di aggregazione, cultura e promozione dello sport”.
L’incontro ha posto le basi per un percorso condiviso che porterà, già nelle prossime settimane, alla definizione dei contenuti della collaborazione tra l’Autorità di Sistema Portuale e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Questa intesa si inserisce nella strategia di Latrofa per il Network Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta di apertura del porto alla città, favorendo iniziative che uniscano sviluppo economico, coesione sociale e valorizzazione del territorio.
Leggi tutto: Porti, Latrofa (Mar Tirreno Centro Set.) incontra Segretario generale Coni Mornati

(Adnkronos) - Daniel Day-Lewis sarà a Roma per presentare 'Anemone', primo lungometraggio diretto da suo figlio Ronan. Un atteso ritorno: l’attore manca dalle scene da 8 anni, dopo aver annunciato il suo ritiro. Il film sarà proiettato in anteprima e in concorso alla 23esima edizione di Alice nella città, festival autonomo e parallelo alla Festa del Cinema di Roma (15-26 ottobre) dopo il passaggio ai festival di New York e Londra e per l’occasione il tre volte premio Oscar Daniel Day-Lewis e Ronan Day-Lewis terranno inoltre una masterclass padre-figlio che sarà aperta al pubblico e a tutti gli accreditati.
Day-Lewis torna sul grande schermo con un film che parla di temi forti alle nuove generazioni. ‘Anemone’ è un intenso dramma familiare, scritto a quattro mani con suo figlio, che esplora i complessi e profondi legami che esistono tra fratelli, padri e figli. Interpretato da un grande cast (oltre a Daniel Day-Lewis anche Sean Bean, Samantha Morton e il giovane esordiente Samuel Bottomley), il film è ambientato nel Nord dell’Inghilterra e racconta la storia di due fratelli legati da un rapporto tormentato, seppur occasionalmente tenero, che si ritrovano dopo molti anni a fare i conti con un passato segnato da eventi sconvolgenti.
Dalle grandi star al cinema indipendente fino alle opere prime e ai titoli italiani. Senza dimenticare il mondo della scuola come grande protagonista, a partire dal restauro in 4K de 'La scuola' di Daniele Luchetti a 30 anni dall'uscita nelle sale. Così si presenta la 23esima edizione di 'Alice nella Città', il festival autonomo e parallelo alla Festa del Cinema diretto da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. In programma dal 15 al 26 ottobre, la kermesse non si fa solo scenario dell'atteso ritorno di Daniel Day-Lewis.
Ad aprire la 23esima edizione è l'horror indipendente 'Good Boys' (fuori concorso), opera prima di Ben Leonberg. "I giovani hanno un rapporto speciale con l’horror, perché racconta le loro inquietudini", spiega Giannelli. In un’epoca in cui il presente è sempre più digitale, veloce, iperconnesso Daniele Barbiero firma 'Squali' (della sezione Panorama Italia), un racconto contemporaneo sull’adolescenza, sulla pressione sociale e sulla difficoltà di scegliere chi diventare in un mondo che impone di correre senza sosta, con protagonisti Lorenzo Zurzolo, Francesco Centorame e James Franco. Questo è uno dei titoli italiani più attesi insieme a '2 cuori e 2 capanne' di Massimiliano Bruno con Claudia Pandolfi ed Edoardo Leo nei panni di una femminista convinta e un maschilista inconsapevole che devono trovare un punto di incontro. Leo è anche il protagonista di 'Per te' (in coproduzione con la Festa del Cinema di Roma), che racconta la vera storia di Mattia Piccoli, che nel 2021 viene nominato Alfiere della Repubblica dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per "l'amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre".
Ad Alice 2025 l'anteprima di 'Una famiglia sottosopra', la commedia 'fantasy-famigliare' che chiude il programma del Panorama Italia. Il film, è il remake italiano del francese 'Le sens de la famille', e porta Luca Argentero, Valentina Lodovini e Licia Maglietta a cimentarsi con un tema che fa uso dello scambio di corpi per interrogarsi su identità, ruolo e disagio dei legami affettivi. Il film di Alessandro Genovesi non è solo una commedia degli equivoci: è uno specchio leggero ma sincero che ci mette a confronto con la dissonanza tra ciò che desideriamo e ciò che viviamo, tra come ci percepiamo e come gli altri ci vedono. E lo fa con garbo, talento e qualche guizzo di originalità.
Grande protagonista di questa edizione della kermesse è il mondo della scuola. A trasportare il pubblico tra i banchi di scuola tra le difficoltà dell'adolescenza, la spensieratezza della gioventù e il rapporto tra giovani e adulti ci sono la terza stagione della serie Rai 'Un professore' con Alessandro Gassmann, Damiano Gavino e Nicolas Maupas, la serie 'La preside' (in coproduzione con la Festa del Cinema di Roma) con Luisa Ranieri nei panni della preside di Caivano Eugenia Carfora, e il film 'Domani interrogo' di Umberto Riccioni Carteni con Anna Ferzetti, tratto dal romanzo di Gaja Cenciarelli.
Gli 11 film del Concorso sono "espressione vivace di territori del mondo troppo spesso dimenticati che dell’infanzia sanno cogliere il potere della ribellione e la capacità di mettere in evidenza il buio delle relazioni con il mondo adulto e le difficoltà del vivere insieme. Sono bambini che non si chiamano fuori davanti ai grandi cambiamenti; sono in grado di sovvertire opinioni, creare discussioni e porre domande", dichiarano i direttori artistici. Elementi messi in elenco "con nitidezza" nell’opera prima di Hasan Hadi, vincitore della Caméra d’Or per il miglior debutto al Festival di Cannes 2025: 'The President's Cake' (già candidato iracheno all’Oscar 2026 per il miglior film straniero), un film che vive nei ricordi d’infanzia del suo regista. Gli fa eco il prezioso e toccante debutto di Akinola Davies Jr. con 'My Father's Shadow', in cui la ricerca dei legami familiari si confonde con un desiderio profondo di libertà nella capitale nigeriana Lagos, scossa da tremendi disordini politici nel 1993.
Sempre del concorso grande attesa per 'Anemone' e 'Rebuilding' di Max Walker-Silverman con l'attore amatissimo Josh O' Connor, protagonista di una storia di ripartenza e di rinascita umana. Il film, attraverso la figura di Dusty (O’Connor), un cowboy che ha perso tutto in un devastante incendio, vuole essere un inno alla resistenza e al recupero dello spirito e dei valori delle cose semplici della vita: la convivialità, la famiglia e soprattutto l’amore per una figlia. Del fuori concorso 'The Choral' di Nicholas Hytner con Ralph Fiennes che esplora il potere della musica come collante sociale, specchio di ferite e speranze, in un piccolo centro dello Yorkshire nel 1916. Tra le proiezioni speciali 'The Bad Boy and Me' con l'idolo dei teenager Noah Beck e la giovanissima Siena Agudong, protagonisti della commedia romantica di Justin Wu tratto dal bestseller 'The QB Bad Boy and Me di Tay Marley'.
Tra gli incontri con i protagonisti del cinema c'è quello con la regista Carla Simón, che "appartiene alla nuova generazione di registe spagnole che stanno emergendo a livello internazionale, capaci di ridefinire il racconto cinematografico attraverso la lente del ricordo e dell’esperienza personale", commentano i direttori artistici, che consegneranno alla regista catalana il Womenlands Excellence Award, il riconoscimento dedicato alle eccellenze femminili italiane e internazionali per mettere in luce un nuovo ruolo della donna nella società contemporanea e la sensibilità della Capitale sul tema dei diritti e dell’inclusione.
Tra le novità annunciate anche l'accordo tra il progetto 'Unbox - Short Film Days', appuntamento industry prodotto da Alice nella Città dedicato ai principali operatori del cinema breve, e il Mia- Mercato Internazionale Audiovisivo, che rappresenta uno dei principali snodi dell’industria audiovisiva internazionale. 'Unbox' entra quindi nel programma ufficiale del Mia, in programma dal 6 al 10 ottobre nel distretto Barberini. Un salto che grazie al sostegno della Camera di Commercio di Roma, di Siae - Società Italiana degli Autori ed Editori e di Rai Cinema, ne rafforza la vocazione come momento decisivo di crescita e incubatore di idee per il cinema breve e l’audiovisivo. Il 6 ottobre, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Mia, verranno annunciati i progetti 2025 selezionati per le categorie 'Unbox - Pitch' (6 progetti) e 'Academy' (4 progetti) in collaborazione con l’Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, per offrire ai registi emergenti di cortometraggi che aspirano a realizzare il proprio esordio per il cinema e la serialità.
Ultimo ma non ultimo, il già annunciato 'Fuori Sala', il format ideato da Alice nella Città da ottobre a novembre incontri, presentazioni letterarie, proiezioni, per valorizzare le aziende e il centro storico della Capitale attraverso l’audiovisivo, gli appuntamenti di 'Womenlands' con gli Womenlands Excellence Awards, il Premio Via Condotti, la Notte Bianca di Via Margutta e l’arrivo a Roma di Robert De Niro il 6 e il 7 novembre. Per la star hollywoodiana sarà anche l'occasione per ricevere la Lupa Capitolina.


(Adnkronos) - Sparatoria oggi a Dallas, nel mirino l'ufficio dell'Ice, l'agenzia federale che applica le politiche anti-migranti dell'amministrazione Trump. In azione un cecchino che ha aperto il fuoco ed ha colpito tre migranti detenuti, uccidendone due. Lo ha dichiarato un portavoce dell'agenzia federale, precisando che il terzo migrante ferito si trova ricoverato in ospedale e confermando che il killer si è suicidato, riporta Nbcnews.
Fonti della polizia hanno riferito a Fox News che l'uomo che ha aperto il fuoco da un tetto ha rivolto l'arma contro di sé e si è ucciso sparandosi un colpo alla testa quando si sono avvicinati gli agenti. Il cecchino, che viene descritto come un uomo bianco, si era appostato su un tetto, non è ancora chiaro se dell'edificio dell'ufficio federale o se di un edificio adiacente.
A Fox News, Madison Sheahan, vicedirettrice dell'agenzia, ha dichiarato che nessun agente dell'Ice è stato ferito dal cecchino. La situazione rimane "molto fluida" e resta ancora ignoto il movente dell'attacco, ha spiegato. "Abbiamo visto molta violenza nelle strutture dell'Ice e non è la prima volta che vediamo un attacco, anche quest'anno contro una nostra struttura", ha aggiunto Sheahan.
"Questi attacchi ossessivi contro le forze dell'ordine, in particolare l'Ice, devono smettere. Prego per chiunque sia stato colpito in questo attacco e per le loro famiglie", ha scritto su X il vicepresidente DJ Vance.
Il vicepresidente Usa ha rilanciato un tweet della segretaria alla Sicurezza Interna, Kristi Noem, che conferma che la sparatoria è avvenuta nella struttura che ospita il centro di detenzione dell'Ice. "Non sappiamo ancora il movente, quello che sappiamo è che le forze dell'Ice stanno affrontando una violenza senza precedenti contro di loro, questo deve smettere", ha aggiunto Noem.

(Adnkronos) - Sparatoria oggi a Dallas, nel mirino l'ufficio dell'Ice, l'agenzia federale che applica le politiche anti-migranti dell'amministrazione Trump. In azione un cecchino che ha aperto il fuoco ed ha colpito tre migranti detenuti, uccidendone uno. Lo riferiscono fonti della polizia a Fox News, aggiungendo che l'uomo che ha aperto il fuoco da un tetto ha rivolto l'arma contro di sé e si è ucciso sparandosi un colpo alla testa quando si sono avvicinati gli agenti. Il cecchino, che viene descritto come un uomo bianco, si era appostato su un tetto, non è ancora chiaro se dell'edificio dell'ufficio federale o se di un edificio adiacente.

(Adnkronos) - Almeno tre persone sono rimaste ferite in una sparatoria avvenuta oggi nell'ufficio dell'Ice a Dallas. Lo riferisce Todd Lyons, direttore dell'agenzia federale che applica le politiche anti-migranti dell'amministrazione Trump. "Le informazioni preliminari parlano di un possibile cecchino - ha detto Lyons secondo quanto riporta la Cnn - abbiamo tre individui colpiti in questo momento, non ho informazioni sulle loro condizioni, sono stati trasferiti in ospedale".
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(Adnkronos) - "Piena capacità di intendere e di volere". In aula, nel processo d'appello per Alessia Pifferi condannata in primo grado all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi, i periti nominati dalla corte d'Assise d'Appello hanno ribadito le conclusioni della relazione di 65 pagine depositata lo scorso agosto. Un lavoro frutto di tre colloqui clinici, dei risultati dei test e dell'esame della documentazione raccolta sull'imputata.
Lo psichiatra Giacomo Francesco Filippini ha sottolineato come la storia clinica ha consentito una diagnosi: Alessia Pifferi è "affetta da esiti in età adulta di disturbo del neurosviluppo con residua fragilità cognitiva settoriale e immaturità affettiva", ma "ha piena capacità di intendere e di volere". Il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni, che ha ripercorso a storia della 'bambina Alessia Pifferi', ha ribadito il concetto di "disturbo del neurosviluppo", sottolineato i pochi dati a disposizione sull'età scolare, e rimarcato come "quei deficit cognitivi appaiono scarsamente invalidanti sulle autonomie personali".
Un concetto che ha ribadito la neuropsicologa Nadia Bolognini: nell'imputata "permane tutt'ora una fragilità emotiva, non significativamente invalidante sul funzionamento psico-sociale" e che non ha dunque inciso sulla capacità di intendere e volere rispetto alla morte della bambina avvenuta nell'estate 2022.
I dati documentali, i test clinici, i colloqui in carcere, la vecchia documentazione scolastica portano a un quadro "caratterizzato da problematiche delle aree affettivo-relazionale e cognitiva presenti in età infantile-adolescenziale, complessivamente evolute in senso migliorativo in età adulta, ma con deficit cognitivi ancora rilevati", seppur oggi "appaiono scarsamente invalidanti sulle autonomie personali". E' questo il quadro clinico che i periti restituiscono per Alessia Pifferi.
Un quadro che non pesa sulla piena capacità di intendere e di volere della donna, come ha rimarcato Filippini. "Noi possiamo dire con serenità che i disturbi che riconosciamo nell'imputata non hanno condizionato in modo pervasivo la sua capacità", questo "deficit cognitivo, non patologico" non ha inciso sulla scelta di abbandonare la figlia. "I disturbi, che non sono una malattia, non impattano sul funzionamento nella vita quotidiana".
Le difficoltà relazionali, i problemi di attenzione di memoria, le fragilità emotive di Alessia Pifferi riconosciute dagli esperti che non la ritengono una 'simulatrice' - la nuova perizia riparte da zero per cancellare il sospetto di presunta finzione che pesa sui vecchi test - sono i tratti con cui viene descritta dagli esperti che escludono la possibilità che alla donna "si è spenta la mente. E' un modo semplicistico - ha concluso Filippini - per spiegare una situazione che fatica ad accettare, è un tentativo di rielaborazione" l'abbandono per sei giorni della figlia per stare con il fidanzato.
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