
(Adnkronos) - Dalla guerra a Gaza tra Israele e Hamas, alla manovra finanziaria, fino alle regionali e alla legge elettorale, è una Giorgia Meloni a tutto campo quella ospite oggi di Bruno Vespa, prima nella puntata di 'Cinque Minuti' e poi i 'Porta a Porta'.
Tra gli argomenti principali, in primis il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump che, secondo la premier "apre oggettivamente più di uno spiraglio" per una tregua in Medio Oriente. "E' il piano sul quale c'è stata una convergenza quasi totale, anzi direi totale, di paesi europei, paesi arabi, autorità nazionale palestinese, la stessa Hamas, seppur con qualche distinguo. Chiaramente è un percorso molto fragile e bisogna lavorarci tutti quanti insieme con forza. L'Italia sicuramente c'è", ha aggiunto.
Meloni ricorda poi che con "il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere".
"Sulle navi della Flotilla c'erano circa 40 tonnellate di aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate d'aiuti. 40 tonnellate le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei. Quindi non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione". "Il blocco navale" a Gaza "c'è dal 2009, non si era accorto Giuseppe Conte che c'era un blocco navale? Perché non ha posto il problema?", ha detto Giorgia Meloni.
Quanto alle manifestazioni per Gaza e la Flotilla, "io sono rimasta scioccata dal fatto che uno degli striscioni di testa fosse quello che inneggiava al terrore del 7 ottobre". "Penso che quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva, quindi penso che su questo bisogna fare tutti un po' più attenzione, sempre avendo grande rispetto per le tantissime persone che sono scese in piazza per una materia che chiaramente è sentita".
"Nei tre anni in cui noi siamo al governo, la Cgil ha indetto quattro scioperi generali e lo fa mentre aumentano i dati di occupazione, aumentano i salari, diminuisce la precarietà e infatti fanno lo sciopero generale su una materia di politica estera che è sostanzialmente un altro unicum nella storia del sindacato. Io penso banalmente che sia pretestuoso e penso che la Cgil sembri molto più interessata a difendere la sinistra piuttosto che a difendere i lavoratori". Sullo sciopero generale "non sono stata particolarmente dura, ho detto quello che penso, come sempre, ovvero che lo sciopero generale era pretestuoso", ha rimarcato la presidente del Consiglio.
Secondo Renzi io aspiro al Quirinale? "Il problema di quelli che hanno pensato tutta la vita a pensare solo a che incarico dovessero ricoprire è che pensano che gli altri siano come loro. Io ragiono in maniera un pochino diversa. Sto facendo il presidente del Consiglio, posso garantire che mi basta e avanza. Dopodiché però, rispetto alle parole del senatore Renzi, 'faremo di tutto per impedirglielo', non mi sono muove. Cioè, l'opposizione parla solo di me", ha poi detto la premier.
In vista della manovra "dovremmo darci l'obiettivo di dare anche un segnale al ceto medio, che pure è molto importante. Noi ci siamo concentrati finora sui redditi più bassi e io credo che sia importante adesso cercare di allargare la platea. Dipende sempre dalle risorse che si hanno complessivamente, ma ci sono diverse possibilità" per un taglio delle tasse "per la fascia che arriva ai 50mila euro", ha spiegato Meloni.
Parlando delle regionali, Meloni sostiene di non vedere "assolutamente nervosismi all'interno della maggioranza. Sono molto contenta, chiaramente, per queste ulteriori due vittorie" nelle Marche e in Calabria. "Ho la conferma che gli italiani vedono i risultati" del governo, rivendica la presidente del Consiglio, che poi aggiunge: "Mi pare che gli italiani capiscono quando si tenta di trattarli da scemi, come si fa quando il giorno prima del voto si propone la sospensione del bollo auto per i calabresi o come si fa addirittura quando, come è accaduto nelle Marche, si dice 'vota per me nelle Marche e avrai lo Stato di Palestina'. Penso che gli italiani invece dimostrino di guardare ai risultati di governo, che sia in Calabria che nelle Marche erano buoni risultati, e mi pare che sia anche quello che accade con il governo nazionale".
"Se si facesse" la legge elettorale, sarei per una legge "che vada bene anche per il premierato e quindi con l'indicazione del premier sulla scheda. Il premierato va avanti, per questo non vale la pena fare una legge elettorale e poi farne un'altra dopo il referendum sul premierato". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta.

(Adnkronos) - "Se fosse una situazione all'italiana, sarebbe gestito molto meglio". Questa la sintesi offerta all'Adnkronos da Jean-Pierre Darnis, professore di Storia all'Università Luiss e a Nizza, riguardo alla crisi di governo francese scatenata dalle dimissioni rassegnate ieri dal premier Sebastien Lecornu. Parte del problema è la mancanza dell'abitudine di creare coalizioni, dialogare tra forze politiche o trovare una soluzione di tipo governo tecnico, spiega: "Negli ultimi anni, per superare un blocco, si chiamavano i vari Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Mario Draghi a creare un governo di scopo ridotto che permetteva di traghettare l'Italia in contesti anche difficili. Ecco, nessuno di questi ipotesi sta emergendo in Francia. Quindi abbiamo anche un problema di mancata italianizzazione del sistema francese, non il contrario".
L'altro livello di paralisi ha a che fare con un "doppio blocco" del sistema presidenziale francese, prosegue Darnis. "C'è un blocco di tipo politico, perché la figura di Emmanuel Macron ormai è logorata", commenta, ricordando che dopo le elezioni parlamentari del 2024 e l'ulteriore frammentazione dell'Assemblea nazionale in tre o quattro macro-blocchi è venuta meno una maggioranza a sostegno del presidente francese, quella che tipicamente emergeva grazie al ricorso a politiche con scrutino maggioritario nel precedente contesto di bipolarismo. "La logica politica di questo nuovo stadio è la resistenza di una parte della destra e una parte della sinistra per evitare l'arrivo al potere del Rassemblement National di Marine Le Pen. Ma Macron non ha voluto, o non ha saputo, o non è stato in grado di interpretare questo risultato politico, e convertirlo in una maggioranza", anche solo per far passare la legge finanziaria, tema su cui è capitolato il governo Bayrou.
L'attuale presidente, dunque, "non è mai riuscito o non ha mai voluto allargare la compagine parlamentare di sostegno al centro-sinistra, perché avrebbe rimesso in discussione la politica economica della sua offerta. E quindi lì vediamo un conflitto fra il ruolo esecutivo del presidente, che ha una sua visione politica e ha guidato le politiche del primo mandato, e questa manchevolezza che blocca la sua capacità di essere l'arbitro istituzionale, quello che gestisce le crisi, potendo creare le condizioni di fronte a una maggioranza diversa" e sa mediare tra le parti al fine di mandare avanti il lavoro delle istituzioni. In questo contesto multipolare, evidenzia Darnis, "il presidenzialismo francese si dimostra un regime completamente inadeguato. Possiamo dire che è un peccato che la Francia non si italianizzi, perché il ruolo di un Presidente della Repubblica italiano, che non è per nulla esecutivo, ma che gestisce sempre le crisi con un'equipollenza e un'attenzione molto forte ai partiti, sarebbe veramente auspicabile".
Dopo la caduta del fugace governo Lecornu, è probabile che Macron, riacquisita la capacità di sciogliere le camere, indica nuove elezioni politiche per novembre, prevede Darnis. Il presidente ha incaricato il premier uscente di guidare trattative entro mercoledì sera, momento in cui, in mancanza di un accordo, "affronterà le sue responsabilità", stando a quanto hanno detto i suoi consiglieri ai media francesi. "Mi stupirei se trovassero la quadra entro domani sera", rileva l'esperto, sottolineando che nessuno dei governi che si sono susseguiti negli ultimi mesi ha approfittato dell'eventuale "spiraglio" per la creazione di un governo di centrosinistra. Ma difficilmente un rimescolamento dei seggi parlamentari risolverà lo scenario di crisi, aggiunge, ricordando l'assenza di una legge finanziale e la conseguente paralisi degli investimenti.
Darnis ricorda che, al netto delle richieste provenienti dall'intero arco politico, la legge francese non richiede o impone in nessuno modo le dimissioni a Macron, il cui mandato scade nel 2027. C'è chi spera che si possa ristabilire il tradizionale calendario elettorale francese in cui le presidenziali precedono le politiche, spiega il professore, ma l'attuale frammentazione dell'Assemblea nazionale potrebbe non essere una situazione passeggera: non è dunque detto che si possa arrivare a definire una maggioranza presidenziale, avverte. "Inoltre, in questa fase, tutti i partiti francesi sono prigionieri dei propri tatticismi per arrivare alle prossime presidenziali", dove i sondaggi prevedono che al ballottaggio arriverà un candidato di Rassemblement National (realisticamente o Marine Le Pen o Jordan Bardella).
Il punto è che c'è una "foltissima pattuglia di leader politici che sembrano in grado di raggiungere il 10-15% dei consensi, anche se nessuno di essi esercita una vera egemonia su un partito o un campo politico tale da arrivare al 20%, come fece Macron, e sarebbe sicuro di arrivare al secondo turno". Una decina di candidati in tutto lo spettro politico pensano di avere una probabilità, scommettendo nella creazione di una coalizione anti-Rn. Al netto della possibilità che ciò accada, Darnis descrive lo scenario come "estremamente nocivo" perché ognuno di questi leader limita il proprio operato guardando alle sue chance di superare i concorrenti nella corsa alle elezioni presidenziali e di conseguenza non lavora in funzione dell'interesse nazionale.
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(Adnkronos) - L'eurodeputata di Avs Ilaria Salis oggi ha ottenuto la conferma della sua immunità parlamentare grazie a "trenta-quaranta" europarlamentari del Ppe, che "non hanno votato" come avrebbero dovuto. A laciare l'accusa è l'eurodeputato della Lega Raffaele Stancanelli (gruppo PfE), membro sostituto della commissione Juri, a margine della plenaria a Strasburgo.
Leggi tutto: Ilaria Salis, l'accusa del leghista Stancanelli: "Salvata da 30-40 Popolari"
(Adnkronos) - Il Forum Risk management compie 20 anni e dà appuntamento ad Arezzo Fiere e Congressi dal 25 al 28 novembre ad oltre 15mila professionisti, docenti, operatori sanitari. "Dalla riforma del Ssn all'uso della 'migliore' pratica di applicazione dell'intelligenza artificiale al mondo sanitario, il Forum Risk management è il luogo dove istituzioni, professionisti, aziende e cittadini si incontrano per costruire insieme il futuro della sanità. Un laboratorio di idee e soluzioni concrete", afferma Vasco Giannotti, patron del più grande appuntamento italiano del settore.
"Molti i focus sul tavolo - anticipa - due però li poniamo sotto i nostri riflettori. Il primo" riguarda "il ruolo che il Servizio sanitario nazionale avrà nel nostro Paese alla luce della riforma in essere e che potrà beneficiare delle nostre idee e delle nostre proposte. Abbiamo bisogno di un Ssn che sia sempre più vicino alle esigenze dei cittadini, rispondente ai loro fabbisogni. Sarà obiettivo primario verificare il reale utilizzo dei contributi stanziati, per ogni Regione, dal Pnrr e porre attenzione al funzionamento delle Case della salute e degli gli Ospedali di comunità. Potremmo fare questo perché al Forum saranno presenti per la prima volta i dirigenti e direttori della Conferenza Stato-Regioni e Province autonome. La tecnologia applicata alla sanità - prosegue Giannotti - è un altro focus sul quale lavoreremo in questo 20esmo Forum Risk. Particolare spazio sarà dato all'uso dell'Ia. Parto dal premio che abbiamo istituito per portare a conoscenza della comunità scientifica i migliori progetti delle aziende sanitarie pubbliche in materia di intelligenza artificiale".
Anche "la prevenzione - conclude - è un tema che dobbiamo rendere sempre più visibile alla comunità, forti del contributo che possono apportare le associazioni presenti al Forum. Più prevenzione, meno malattie, migliore qualità di vita e non ultimo minor carico economico per la sanità italiana". Per iscriversi: https://www.forumriskmanagement.it.
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(Adnkronos) - Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, torna sull'ormai celebre frase "definisci bambino", pronunciata durante un acceso scambio con Ezio Iacchetti a Cartabianca, spiegando di averlo "detto perché la definizione di ‘bambino’ è diversa a seconda dell’interlocutore. Secondo l’Onu lo è al di sotto dei 18 anni, per noi occidentali dei dieci".
“Quasi la metà dei combattenti di Hamas ha tra i 15 e i 18 anni. Per l’Onu sono bambini, per Israele sono combattenti”, ha affermato a margine del flashmob per il 7 ottobre a Milano.
Durante la puntata del talk show condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4 nella serata del 16 settembre, Iacchetti è intervenuto sulla situazione nella Striscia di Gaza. La discussione si è accesa rapidamente, con scontri continui tra i due interlocutori. E oggi Mizrahi è tornato sulla lite spiegando che "i palestinesi arruolano bambini in combattimento dai 14 anni, gli mettono un mitra in mano e li mandano a combattere. Durante la guerra l’età è scesa ai 12 anni. Sono loro che mettono a rischio la vita di tantissimi ragazzi. Per un soldato è difficile riconoscerli da lontano: se vede qualcuno che gli punta un mitra, spara”, ha spiegato Mizrahi.
Leggi tutto: Mizrahi torna sul 'definisci bambino': "Per Onu sono bimbi, per noi soldati"

(Adnkronos) - LeBron James non si ritira. La "decisione di tutte le decisioni", preannunciato dalla 41enne stella del Los Angeles Lakers, è 'solo' uno spot. James, che si appresta a giocare la 23esima stagione nella Nba, lega il proprio nome ad una marca di cognac con uno spot che riproduce la celeberrima 'decision' presa nel 2010. Quindici anni fa, James annunciò in diretta tv l'addio ai Cleveland Cavaliers "per portare i miei talenti" ai Miami Heat.
Ora, quasi all'epilogo della carriera, il Prescelto porta i suoi "talents" a Hennessy, il brand che produrrà una bottiglia in edizione limitata con il nome di James sull'etichetta. Lo spot riproduce tutto, o quasi, dell'annuncio del 2010: stessi abiti, stesso ambiente, stesse identiche parole. Al posto di Miami Beach, nell'attesissima comunicazione, però, c'è un marchio.
Ieri James aveva preannunciato "the decision of all the decisions" facendo riferimento ad un annuncio che sarebbe arrivato alle 12 di oggi, ora locale. Ben prima delle 18 italiane, però, Hennessy ha svelato il mistero diffondendo lo spot.
Leggi tutto: LeBron James, la 'decisione' è solo uno spot: niente ritiro

(Adnkronos) - "L'8 ottobre tutti in piazza, appello alla mobilitazione per la Freedom Flotilla, non permettiamo che accada alla Freedom Flotilla quello che è accaduto alla Global Sumud Flotilla". Così, tramite i canali social, Freedom Flotilla Italia, Giovani Palestinesi Italia, Movimento studenti palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese invitano nuovamente a scendere in strada per Gaza. Nel post, gli attivisti sottolineano che nelle "prossime ore la Freedom Flotilla entrerà nelle acque internazionali vicino a Gaza, dove esiste il concreto rischio che venga intercettata e sequestrata dalle forze israeliane come accaduto in passato", facendo riferimento all'intercettazione della Global Sumud Flotilla di mercoledì scorso.
"L'appello è a una mobilitazione politica, di denuncia delle responsabilità dirette del governo Meloni che, in continuità con i governi precedenti, ancora oggi conferma il proprio sostegno all'occupazione israeliana. Questo appello si inserisce in continuità con le mobilitazioni precedenti", spiegano gli attivisti. Nello stesso post gli organizzatori comunicano che le piazze dove si svolgeranno le mobilitazioni verranno comunicate nelle prossime ore.
A Roma il corteo pro Palestina è previsto dal Colosseo a Piramide. La manifestazione è stata preavvisata alla questura di Roma e percorrerà via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza di Porta Capena, viale Aventino, piazza Albania, viale della Piramide Cestia, piazza di Porta san Paolo, piazzale Ostiense. Sono attese circa tremila persone.

(Adnkronos) - "L'8 ottobre tutti in piazza, appello alla mobilitazione per la Freedom Flotilla, non permettiamo che accada alla Freedom Flotilla quello che è accaduto alla Global Sumud Flotilla". Così, tramite i canali social, Freedom Flotilla Italia, Giovani Palestinesi Italia, Movimento studenti palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese invitano nuovamente a scendere in strada per Gaza. Nel post, gli attivisti sottolineano che nelle "prossime ore la Freedom Flotilla entrerà nelle acque internazionali vicino a Gaza, dove esiste il concreto rischio che venga intercettata e sequestrata dalle forze israeliane come accaduto in passato", facendo riferimento all'intercettazione della Global Sumud Flotilla di mercoledì scorso.
"L'appello è a una mobilitazione politica, di denuncia delle responsabilità dirette del governo Meloni che, in continuità con i governi precedenti, ancora oggi conferma il proprio sostegno all'occupazione israeliana. Questo appello si inserisce in continuità con le mobilitazioni precedenti", spiegano gli attivisti. Nello stesso post gli organizzatori comunicano che le piazze dove si svolgeranno le mobilitazioni verranno comunicate nelle prossime ore.
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(Adnkronos) - La vendetta è un piatto freddo. Un proverbio che, a guardare date e tempi, sembra aver inspirato Jonella Ligresti che, come annunciato ieri dall'Adnkronos, ha fatto causa ad Alberto Nagel e a Mediobanca chiedendo oltre 20 milioni di euro per il mancato rispetto del cosiddetto 'papello', il patto con i costosi desiderata per l'addio a Fonsai. L'atto di citazione è stato notificato alle due parti lo scorso 18 settembre, giorno in cui era in programma l'ultimo consiglio di amministrazione targato Nagel. Una coincidenza volutamente beffarda e che potrebbe aver reso l'addio doppiamente doloroso.
Le strade di Jonella Ligresti e dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia si incroceranno di nuovo, ora che la primogenita dell'Ingegnere ha deciso - sola in famiglia - di battere cassa sull'accordo scritto a mano il 17 maggio 2017 - siglato da Nagel e sottoscritto dal padre Salvatore Ligresti - poi custodito in una cassaforte dall'avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. La prossima volta l'incontro potrebbe avvenire davanti ai giudici della X sezione civile del Tribunale di Milano dove il 28 gennaio 2026 è stata fissata l'udienza di prima comparizione, quando le parti dovranno presenziare personalmente. Le tappe prima sono tutte 'private', cioè i documenti verranno inoltrati via pec al giudice del processo civile. Il 19 novembre 2025 è fissato il termine per la costituzione dei convenuti, quando gli avvocati di Mediobanca e Nagel devono presentare le proprie memorie rispetto alle pretese di Jonella Ligresti.
La riforma Cartabia ha quindi introdotto tre memorie integrative con termini decrescenti: la prima scadenza è fissata per il 19 dicembre 2025, quindi l'8 gennaio 2026 e infine il 16 gennaio 2026. Ogni memoria ha una funzione specifica: la prima consente di rispondere alle difese iniziali, la seconda di replicare e indicare prove contrarie, e la terza per indicazioni probatorie. La causa dovrà stabilire se è lecita la pretesa, ma anche quantificarla in modo esatto: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano beni che dovranno essere singolarmente valutati. Un contenzioso dove Mediobanca e l'ex banchiere faranno valere le loro armi. 'L'arte della guerra' è uno dei libri preferiti di Alberto Nagel e potrebbe darne prova.

(Adnkronos) - La vendetta è un piatto freddo. Un proverbio che, a guardare date e tempi, sembra aver inspirato Jonella Ligresti che, come annunciato ieri dall'Adnkronos, ha fatto causa ad Alberto Nagel e a Mediobanca chiedendo oltre 20 milioni di euro per il mancato rispetto del cosiddetto 'papello', il patto con i costosi desiderata per l'addio a Fonsai. L'atto di citazione è stato notificato alle due parti lo scorso 18 settembre, giorno in cui era in programma l'ultimo consiglio di amministrazione targato Nagel. Una coincidenza volutamente beffarda e che potrebbe aver reso l'addio doppiamente doloroso.
Le strade di Jonella Ligresti e dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia si incroceranno di nuovo, ora che la primogenita dell'Ingegnere ha deciso - sola in famiglia - di battere cassa sull'accordo scritto a mano il 17 maggio 2017 - siglato da Nagel e sottoscritto dal padre Salvatore Ligresti - poi custodito in una cassaforte dall'avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. La prossima volta l'incontro potrebbe avvenire davanti ai giudici della X sezione civile del Tribunale di Milano dove il 28 gennaio 2026 è stata fissata l'udienza di prima comparizione, quando le parti dovranno presenziare personalmente. Le tappe prima sono tutte 'private', cioè i documenti verranno inoltrati via pec al giudice del processo civile. Il 19 novembre 2025 è fissato il termine per la costituzione dei convenuti, quando gli avvocati di Mediobanca e Nagel devono presentare le proprie memorie rispetto alle pretese di Jonella Ligresti.
La riforma Cartabia ha quindi introdotto tre memorie integrative con termini decrescenti: la prima scadenza è fissata per il 19 dicembre 2025, quindi l'8 gennaio 2026 e infine il 16 gennaio 2026. Ogni memoria ha una funzione specifica: la prima consente di rispondere alle difese iniziali, la seconda di replicare e indicare prove contrarie, e la terza per indicazioni probatorie. La causa dovrà stabilire se è lecita la pretesa, ma anche quantificarla in modo esatto: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano beni che dovranno essere singolarmente valutati. Un contenzioso dove Mediobanca e l'ex banchiere faranno valere le loro armi. 'L'arte della guerra' è uno dei libri preferiti di Alberto Nagel e potrebbe darne prova.
Leggi tutto: Mediobanca, lo 'sgarbo' a Nagel nel giorno dell'addio: le date della causa Ligresti

(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insieme alla moglie Melania, ha inviato una lettera di ringraziamento al Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, che rappresenta le famiglie degli israeliani e dei cittadini stranieri rapiti durante la guerra contro Hamas e che ha proposto il capo della Casa Bianca per il Premio Nobel per la Pace.
"Dopo gli orribili eventi del 7 ottobre 2023, che hanno visto famiglie distrutte, bambini strappati dalle braccia dei genitori e persone innocenti uccise e violentate, ho deciso di riportare a casa tutti gli ostaggi e di garantire la totale distruzione di Hamas affinché questi atti orribili non si ripetano mai più. Queste scene indicibili sono rimaste impresse nella nostra memoria e non le dimenticheremo mai", ha dichiarato Trump, sottolineando che tutta la sua Amministrazione "è stata toccata dal fatto che, nonostante l'inimmaginabile dolore e la sofferenza di aver trascorso due anni senza sapere dove si trovassero i vostri cari, abbiate continuato a raccontare le loro storie e a battervi per loro".
Trump ha quindi assicurato che "restiamo fermamente impegnati a mettere fine sia a questo conflitto che alle ondate di antisemitismo, sia in patria che all'estero". "Come presidente, rimango fermamente impegnato e lavorerò instancabilmente per ripristinare una politica estera di pace attraverso la forza, ponendo fine ad anni di guerre infinite, non solo in Medio Oriente, ma in tutto il mondo - ha aggiunto Trump - Immaginiamo un giorno in cui il terrore e lo spargimento di sangue finiranno, anche nelle nazioni che sono state dilaniate da decenni, se non secoli, di conflitti".
Leggi tutto: Trump a famiglie ostaggi: "Torneranno tutti a casa, Hamas sarà distrutta"

(Adnkronos) - Il premio "è uno strumento per concretizzare l'aiuto che come associazione di pazienti miriamo a dare ad ogni singola donna che approccia alla nostra realtà. Siamo onorati di vincere per il terzo anno consecutivo. Renderemo concreti gli scopi e gli obiettivi dei nostri progetti". Lo ha detto Annamaria Motta, socio fondatore e presidente di Acto Sicilia - Alleanza contro il tumore ovarico Ets, oggi a Milano, alla cerimonia per la premiazione dei vincitori della 14esima edizione dei bandi Gilead. Con il progetto 'Labia madri d'amore', Acto Sicilia è tra i 31 premiati al Community award program 2025.
"Il progetto - spiega Motta - mirerà ad offrire supporto psicologico, ma anche legale e informativo, a molte donne che purtroppo vengono colpite doppiamente dalla malattia, poiché private" della possibilità "di diventare madri. Si tratta di un supporto che farà conoscere a queste donne istituti come l'affido familiare e l'adozione: una forma nuova per riprogettare la propria vita. Vogliamo aiutare queste donne e i loro partner a ripartire", sottolinea. Una diagnosi di tumore ovarico richiede un approccio multidisciplinare "per accompagnare le donne in quello che può essere il duro percorso di cure - continua la fondatricedi Acto Sicilia - E' una malattia oncologica che colpisce tante sfere della vita di una donna: l'aspetto lavorativo, familiare, sociale. Un approccio multidisciplinare è fondamentale per migliorare la qualità di vita e contribuire anche a una maggiore sopravvivenza o guarigione della malattia", chiarisce Motta che, da giovane, ha affrontato in prima persona la malattia.
Nel 2023 l'associazione Acto Sicilia ha vinto il bando Gilead con il progetto 'Togli il velo' che "mirava a prestare supporto psicofisico legato alla sfera sessuale e intima della donna affetta da tumore ginecologico e del proprio partner - spiega la presidente dell'associazione - Spesso si è così concentrati nell'affrontare il duro percorso di cura che si tende a sottovalutare alcuni aspetti di coppia e familiari. Con 'Togli il velo' continuiamo a prestare supporto alle molte donne e ai loro partner proprio nell'ambito della sessualità". Nel 2024, invece, Acto Sicilia ha vinto il bando Gilead con 'Accanto senza paura', un progetto che "con l'aiuto di specialisti come l'oncologo, lo psicologo, l'infermiere, mira a dare supporto e aiuto concreto ai familiari, ai caregiver e alle persone che sono più vicine alla paziente oncologica e che purtroppo, a volte - conclude Motta - sono più spaventati della paziente stessa".
Leggi tutto: Tumori, Motta (Acto Sicilia): "Bando Gilead rende concreto l'aiuto alle pazienti"

(Adnkronos) - Cosa sarebbe l’Italia senza le sue infrastrutture? Senza le dighe che hanno portato acqua ed energia nelle case e nelle industrie, le metropolitane che hanno trasformato le città, le ferrovie che hanno avvicinato territori, persone e storie? Da questa riflessione nasce Evolutio, il progetto culturale e divulgativo firmato Webuild, pensato per raccontare a tutti, in modo immersivo e accessibile, il valore strategico e identitario delle infrastrutture realizzate dal Gruppo.
Aperta al pubblico dall’8 ottobre al 9 novembre presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma, Evolutio è una mostra multimediale immersiva ideata da Webuild che attraversa oltre un secolo di trasformazioni economiche e sociali dell’Italia, mostrando come il Paese sia passato da nazione agricola a potenza industriale grazie anche alle sue infrastrutture. Un racconto che si estende oltre i confini nazionali, toccando opere simbolo come il Canale di Panama, i ponti sospesi in Turchia, le grandi dighe in Africa, le metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Parigi, Doha e Riyadh.
La mostra, ideata e organizzata da Webuild e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, si articola in più aree tematiche dedicate a energia, acqua, trasporti, edilizia urbana e tecniche costruttive. In ogni sala, in una progressione per decenni, il visitatore è guidato da video, immagini e testi che raccontano le opere e il contesto storico in cui sono nate. Due le chiavi di lettura: “I Giorni: come si viveva”, che restituisce uno spaccato della vita quotidiana nei diversi decenni, e “Il cammino dell’Italia: le Opere”, che illustra l’evoluzione di alcune tipologie di infrastrutture, come le dighe, i ponti, le strade e non solo, che sono motore di progresso e ad alto impatto per il miglioramento della vita delle persone. Il riferimento è al pensiero classico di Esiodo, “Le opere e i giorni”.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, Webuild presenta anche il primo Museo Digitale dedicato alle infrastrutture, Evolutio.Museum, una piattaforma nativa digitale che raccoglie e valorizza più di 400 progetti del Gruppo organizzati in hub artistici con foto selezionate dall’archivio storico multimediale Webuild, patrimonio culturale che raccoglie oltre 1,5 milioni tra foto e video. Ogni infrastruttura realizzata da Webuild viene raccontata all’interno del contesto storico ed economico in cui è stata realizzata, con l’impatto positivo generato su stili di vita e benessere, offrendo così un’esperienza divulgativa e coinvolgente destinata a un pubblico ampio oltre che ad addetti ai lavori.
Il progetto Evolutio è parte dell’Agenda Cultura di Webuild, un percorso di più ampio respiro che cristallizza l’impegno culturale che il Gruppo da anni promuove per supportare la conoscenza del settore infrastrutturale e il suo impatto sul territorio. Per Webuild, la cultura è patrimonio collettivo e strumento di coesione tra territori e persone, da tutelare e valorizzare. L’Agenda Cultura di Webuild riflette questa visione, unendo ingegneria, arte e comunità attraverso iniziative, condotte spesso in collaborazione con partner prestigiosi, che spaziano dalla realizzazione di infrastrutture come luoghi di incontro, alla promozione di pubblicazioni, eventi e installazioni urbane, fino a concerti sinfonici e progetti di arte pubblica. Un dialogo continuo tra innovazione e bellezza, che coinvolge persone e comunità locali.
Con oltre 95.000 persone, tra dipendenti diretti e indiretti, impiegate nei suoi progetti in più di 50 Paesi, Webuild è uno dei principali player globali nel settore delle infrastrutture complesse. In Italia, il Gruppo sta realizzando alcune delle opere più strategiche per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica del Paese, collaborando con migliaia di imprese della filiera nazionale. Un ecosistema industriale che valorizza competenze, innovazione e capacità realizzativa, contribuendo alla crescita e alla competitività del Paese e alla valorizzazione delle sue eccellenze nel mondo.


(Adnkronos) - "In 14 anni sono stati più di 732 i progetti premiati, 63 solo quest'anno. Significa aver erogato per la loro realizzazione circa 18 milioni di euro. Questi progetti hanno aiutato circa 5mila pazienti". Così Frederico da Silva, vice president & general manager Gilead Sciences Italia, alla 14esima edizione dei 'Bandi Gilead, dall'idea alla realtà' fa il bilancio dell'iniziativa: "Un esempio virtuoso della collaborazione pubblico-privato, con il Fellowship Program dedicato alla ricerca indipendente e il Community Award Program dedicato alle associazioni di pazienti del terzo settore".
Gilead è stata "la prima azienda - ricorda da Silva - a firmare un accordo con la Medicines Patent Pool (Mpp), l'organizzazione internazionale avallata dall'Onu, che permette di produrre senza royalties le medicine per i Paesi a medio e basso reddito". Nel 2024 la farmaceutica ha anche "firmato un accordo con 6 aziende di produzione di farmaci generici per l'accesso al lenacapavir, un farmaco iniettabile per la prevenzione dell'Hiv", da somministrare ogni 6 mesi, "considerato dalla rivista 'Science' l'invenzione dell'anno. Un accordo - precisa - firmato anche prima dell'approvazione della Fda" americana, "che ha dato la possibilità di accesso immediato al medicinale. Lo scorso mese - prosegue da Silva - abbiamo invece firmato un accordo con il Global Fund, che ci consente di dare accesso al lenacapavir a circa 2 milioni di persone in 120 Paesi a basso reddito per i prossimi tre anni". Inoltre, recentemente è arrivata "la risposta positiva alla richiesta del ministero della Salute ucraino di cedere, in forma simbolica, i nostri farmaci per l'epatite C in quel Paese".
"Ci impegniamo a dare accesso alle nostre innovazioni in tutte le comunità in cui operiamo, in un'ottica di sistema One Health. Crediamo - rimarca il manager - che agire in quei Paesi dove la situazione è complicata, le comunità sono più sensibili e sfortunatamente l'accesso alle cure è ancora un privilegio significhi contribuire alla salute globale".
L'evento organizzato per annunciare i vincitori dei bandi Gilead si è svolto per la prima volta nella sede dell'azienda biofarmaceutica che quest'anno festeggia i 25 anni in Italia. "Un'esperienza di successo - afferma il vice president - In questi anni abbiamo lanciato qui 24 farmaci innovativi destinati alla cura di malattie gravi, prodotti in partnership con 8 aziende italiane. C'è stato un percorso di collaborazione con i diversi attori di questo ecosistema, dai clinici ai ricercatori, alle associazioni di pazienti, al terzo settore e sicuramente anche alle istituzioni e al governo. I nostri studi clinici in Italia coinvolgono più di 154 centri e hanno avuto un impatto su più di 90 mila pazienti".
"In Italia - continua da Silva - produciamo i nostri farmaci più innovativi sfruttando l'eccellenza della filiera italiana in un investimento che ogni anno supera i 250 milioni di euro e che sicuramente contribuisce al fatto che oggi il settore pharma sia quello che più accelera l'export del Paese. Oggi Giliad Italia è un hub strategico, con un impatto sicuramente positivo sul sistema Paese e sulla salute di tanti cittadini italiani. Per il futuro continueremo a innovare. Vogliamo raggiungere l'obiettivo posto nel 2020 di lanciare 10 nuove terapie entro il 2030", conclude.
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(Adnkronos) - Anche se a causa della globalizzazione è difficile dirlo, dato che ormai tutto si trova ovunque, si può ancora sostenere che il pub sta al Regno Unito come la pizzeria all'Italia. Sono principalmente luoghi di aggregazione e, soltanto in seconda battuta, locali dove bere o mangiare. Quindi, se la notizia è che William e Kate portano i figli, George di 12 anni e Charlotte di 10, in birreria, non si pensi e non si venga a dire che crescano futuri alcolizzati. I principi di Galles frequentano regolarmente, insieme ai loro rampolli, un pub di Windsor, vicino a casa loro, dove, proprio come qualsiasi altro comune mortale inglese, trascorrono parte del loro tempo libero. Sono una famiglia unita e i quattro amano sfidarsi a carte o ai giochi da tavolo, come il quiz in stile Trivial Pursuit organizzato dai gestori del locale.
La loro abitudine di giocare in famiglia risale al periodo del Covid - ricorda Point de vue - durante il quale Carole Middleton videochiamava la figlia, il marito e i loro figli, per organizzare gare culturali per passare il tempo. Se esaminiamo i curricula della famiglia, sembra ovvio che il più bravo in sport e geografia sia l'erede al trono, laureato a St Andrews e tifoso dell'Aston Villa. Arte e cultura sono invece i punti forti di Kate, anche lei laureata all'università scozzese, ma in arte moderna. I piccoli potrebbero benissimo impressionare i genitori grazie alla loro conoscenza della musica, del balletto, del cinema e delle serie tv. Ma anche di storia, come il principe William ha ammesso parlando con Eugene Levy nell'episodio di 'Reluctant Traveler': "Penso di aver bisogno di qualche lezione. George, mio figlio, è molto più bravo di me in storia e ora gli chiedo conferma quando menziono una data".
Tornando al pub, scopriamo che si tratta in realtà di un luogo educativo, di interazione con il pubblico, dove chiacchierare, oltre che giocare e bere. E il principe William, si sa, protegge i suoi tre figli, e desidera che vivano una vita il più normale possibile. Durante la sua passeggiata a Windsor Park con Levy e con il cane Orla al seguito, ha parlato delle abitudini e dei valori che lui e sua moglie Kate stanno instillando in loro: anzitutto, quello di una famiglia felice, sana e stabile. E poi alcune regole: "Nessuno dei nostri figli ha il telefono, e siamo molto rigidi su questo", ha dichiarato il futuro re. Invece, ha raccontato, fanno esercizio fisico: "Louis (il terzogenito di 6 anni) adora il trampolino. Ne è ossessionato e anche Charlotte lo usa molto. Di conseguenza, passano la maggior parte del tempo a litigarci sopra".
Da parte sua, la principessa Charlotte frequenta diligentemente lezioni di danza classica e gioca a netball, una variante del basket. "George ama il football e l'hockey", ha aggiunto il padre, sottolineando l'importanza di tenerli occupati, soprattutto all'aperto.
Leggi tutto: William e Kate portano i figli al pub... ma per giocare

(Adnkronos) - "La sfida globale dell'Alzheimer si trova in una nuova era di speranza per i pazienti, ma queste nuove complessità richiedono strumenti aggiornati, percorsi di reclutamento pazienti omogenei tra le regioni e una governance capace di recepire i progressi scientifici, garantendo al contempo un modello di tenuta economica del sistema con una strategia che superi anche i confini nazionali. Perché è in Europa che vanno cercati i nuovi modelli di sostenibilità economica". Lo ha detto Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori del Pd e co-presidente dell'Intergruppo parlamentare Neuroscienze e Alzheimer, in occasione del congresso Alzheimer Europe, in corso a Bologna.
Secondo l'Oms - spiega una nota dal meeting - le demenze sono la settima causa di morte nel mondo e in Italia l'Alzheimer è al quarto posto tra le cause di decesso, ma con il progressivo invecchiamento della popolazione, entro il 2050 si stima che il 4% degli italiani sarà affetto da demenze. Per questo è importante rinnovare l'impegno politico e istituzionale sul tema, portandolo al centro delle priorità di ricerca e delle politiche sanitarie, sia in Italia che in Europa.
"Negli ultimi mesi - ha sottolineato Lorenzin - sono arrivate nuove opportunità di cura in grado di ridurre, in alcune coorti specifiche di pazienti, il declino cognitivo. Per questo il reclutamento dei pazienti sarà il vero nodo da sciogliere. In questo quadro svolgeranno un ruolo chiave le associazioni pazienti e dovere delle istituzioni sarà proprio quello di ascoltarle. Solo così si potranno prendere decisioni consapevoli e concrete di salute pubblica. Ovvio che tutto ciò richiede un'organizzazione multidisciplinare complessa, una pianificazione nazionale e regionale, sempre in raccordo con le associazioni pazienti. Questa sfida di salute pubblica abbiamo il dovere di vincerla e ci riusciremo solo se metteremo in campo un'azione sinergia tra decisori politici, comunità scientifica e associazione pazienti".
Un recente studio pubblicato su 'The Lancet' evidenzia come, sebbene stiano emergendo nuove terapie per la malattia di Alzheimer con livelli di rilevanza clinica, efficacia, sicurezza e costo-efficacia paragonabili ai trattamenti per il cancro, la sclerosi multipla e l'artrite reumatoide, le persone affette da Alzheimer non hanno ancora un accesso equo alle opzioni terapeutiche innovative. Questo riflette una disparità più ampia nel modo in cui l'innovazione viene resa disponibile tra le diverse malattie nel contesto della medicina personalizzata moderna, osservano gli esperti a congresso.
"L'Italia è stata pioniera nell'affrontare la sfida dell'Alzheimer - ha ricordato Lorenzin - Già nel 2014, durante il mio mandato da ministro, abbiamo predisposto il primo Piano nazionale demenze (Pnd), e finanziato il progetto Interceptor che aveva come obiettivo quello di migliorare il sistema di reclutamento dei pazienti concentrandosi sulla diagnosi precoce. Negli ultimi anni è stato istituito il Tavolo per il monitoraggio e l'implementazione del Piano e il primo Fondo per l'Alzheimer e le demenze. Anche grazie al lavoro dell'Intergruppo, il Fondo è stato rinnovato ed è triplicato passando da a 4,9 milioni per il 2024 a 15 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Oggi, a 10 anni dal primo Piano nazionale per le demenze, gli sforzi nazionali si devono concentrare nel rendere il sistema pronto a far fronte le nuove sfide che il progresso scientifico ci pone davanti. L'Italia - è l'appello dell'ex ministro della Salute - può e deve farsi guida e promotore a livello sovranazionale di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze con finanziamenti chiari e tempi di attuazione definiti, poiché questa sfida globale di salute pubblica richiede uno sforzo integrato e trasversale che travalica i confini nazionali".
"Dobbiamo continuare a credere in un modello di governance condiviso, da mettere a disposizione di altri Paesi affinché si sviluppi una collaborazione virtuosa che porti alla realizzazione di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze. La collaborazione nazionale e internazionale è un elemento essenziale per rafforzare la prontezza del sistema sanitario e per costruire politiche pubbliche più vicine alle persone che garantiscano risposte certe e concrete. Per questo - ha concluso Lorenzin - come Intergruppo parlamentare abbiamo presentato una mozione per impegnare il Governo sia ad aggiornare la governance dell'Alzheimer sia a farsi promotore di un Piano europeo per l'Alzheimer e le demenze. Dobbiamo affrontare l'Alzheimer come abbiamo già fatto in altre aree terapeutiche: con coraggio, investimenti e politiche lungimiranti".
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