


(Adnkronos) - "Sono molto contento per la firma di questo protocollo d’intesa, è un grandissimo valore aggiunto. Ringrazio Inps per aver spinto in questa direzione. Significa poter fornire ai lavoratori degli strumenti importanti di tutela”. Così il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, in occasione della firma del Protocollo d’intesa tra la Direzione metropolitana INPS di Roma e la Prefettura di Roma per la costituzione della sezione territoriale provinciale di Roma della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. La firma è stata messa oggi presso la Prefettura di Roma.
“Sono ancora toccato dall’incontro col ragazzo indiano morto dopo aver perso un braccio ed essere abbandonato ignobilmente – spiega Giannini – Questo protocollo d’intesa offre alle aziende dei punti di riferimento costanti per poter agire nella legalità. Prevedo una ricaduta positiva sul settore agricolo e alla fine sui consumatori con prodotti di qualità”.
Il Protocollo ha l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte in materia di politiche attive del lavoro, di contrasto al lavoro sommerso e all’evasione contributiva, nonché di sostegno e assistenza ai lavoratori stranieri immigrati impiegati nel settore agricolo. “Ci siamo lasciati con l’impegno preciso di rivederci tra tre o quattro mesi per vedere quanto è stato fatto. Questo è un protocollo importantissimo che deve essere applicato e seguito con cura per portare vantaggio a tutti” conclude Giannini.
Leggi tutto: Inps, prefetto Giannini: "Protocollo d’intesa offre tutela ai lavoratori"

(Adnkronos) - Tuidi, startup italiana fondata da Giulio Martinacci e Vincenzo Morelli, founder & amministratori, specializzata nello sviluppo di piattaforme proprietarie di machine learning per la grande distribuzione organizzata, annuncia la chiusura di un seed round da 3 milioni di euro. La grande distribuzione alimentare italiana è un pilastro dell’economia nazionale: con oltre 135 miliardi di euro, nel 2024 ha pesato quasi il 6% del Pil italiano. Un’industria importante ma che subisce molte inefficienze dovute ad una gestione dei dati ancora non ottimale. E' su questo terreno che interviene Tuidi, foodtech pugliese che con la propria piattaforma di intelligenza artificiale, affronta il tema di come rendere automatizzata ed economicamente più efficiente la gestione dei punti vendita.
Per rafforzare la propria traiettoria di crescita, Tuidi ha chiuso un aumento di capitale da 3 milioni di euro sottoscritto da due investitori istituzionali: Vertis Sgr, tramite i fondi Vertis Venture 6 Digital Sud - parzialmente finanziato dall'Unione Europea Next Generation EU - e Vertis Venture 7 Digital Puglia, e Azimut tramite i fondi Azimut Eltif – Venture Capital ALIcrowd III e IV e il fondo Azimut Digital Equity Italy gestiti da Azimut Libera Impresa Sgr. All’operazione ha partecipato anche QBerg, player attivo nel settore del market research e price intelligence, che avrà anche un ruolo di partner strategico al piano di sviluppo.
"Al centro dell’offerta di Tuidi - spiega Giulio Martinacci, co-founder di Tuidi - c’è Delphi, la piattaforma che agisce da controller di punto vendita, un sistema che suggerisce quotidianamente come gestire l’approvvigionamento, i prezzi di sell-out, gli assortimenti e i turni del personale". Con questo passaggio la startup punta a rafforzare il suo posizionamento di brand tecnologico sul mercato potenziando ulteriormente i propri prodotti anche grazie all’utilizzo di agenti Ia ed Ia generativa.
A queste parole si collega Vincenzo Morelli, co-founder di Tuidi, che sottolinea: "Il cuore della soluzione è rappresentato dai modelli di machine learning proprietari che elaborano milioni di dati, incrociandoli con variabili interne ed esterne al fine di anticipare i comportamenti di acquisto dei consumatori e migliorare i processi operativi all’interno del punto di vendita". L’impatto della tecnologia di Tuidi si misura già nei risultati dei propri clienti: aumenti delle vendite fino al +2% e diminuzione dei costi degli ordini fino -10%. Con oltre 620 milioni di prodotti gestiti attraverso Delphi, la società ha già contribuito a ridurre sprechi, migliorare le performance di vendita e ottimizzare l’efficienza operativa di realtà come Conad Centro Nord, Maiora, Retail Pro, Ama Crai Est e Gruppo Romano. Tuidi ambisce a guidare la trasformazione quotidiana della grande distribuzione italiana, traducendo la complessità dei dati in scelte operative concrete per i punti vendita. "L’Italia - spiegano i founder - ha nell’alimentare uno dei suoi settori più iconici e riconosciuti nel mondo e il nostro obiettivo è far sì che diventi anche un modello di innovazione tecnologica. Un Paese in cui il foodtech non sia una promessa futura, ma una leva reale di competitività, sostenibilità e qualità per consumatori e retailer".
Per Giacomo Giurazza, Partner di Vertis Sgr, il valore dell’innovazione è evidente già dall’esperienza quotidiana del consumatore: «Da consumatore vedo ogni giorno problemi nei supermercati: da scaffali vuoti a prezzi che non soddisfano le aspettative. Tuidi dimostra che esiste una tecnologia all’avanguardia capace di affrontare queste criticità reali. Per questo vogliamo supportarli nel loro percorso di crescita, così da portare l’intera industria alimentare italiana verso standard più elevati di efficienza e innovazione".
Guido Bocchio, head of venture capital di Azimut Libera Impresa aggiunge: "Con oltre 28.000 punti vendita in tutta Italia, la gdo rappresenta un mondo con molte aree di miglioramento: oltre il 7% del fatturato è eroso da inefficienze come rotture di stock e sprechi che impoveriscono la competitività dei retailer Tuidi rappresenta la possibilità di migliorare concretamente questo problema". Fabrizio Pavone, founder e ceo di QBerg, sottolinea il valore strategico della partnership: L’ingresso di QBerg in Tuidi rappresenta non solo un investimento, ma la scelta di accompagnare una realtà tecnologica capace di incidere sulle dinamiche della gdo. L’avanguardia della loro tecnologia ci ha convinti a intraprendere un percorso comune, con l’obiettivo di sostenerne l’espansione e consolidarne la crescita in una fase decisiva per l’evoluzione del settore".

(Adnkronos) - Parma, già Capitale italiana della cultura 2020 e futura Capitale europea dei giovani 2027, si prepara ad ospitare un evento del tutto nuovo nel panorama universitario italiano: dal 24 al 26 ottobre si terrà la prima edizione del Festival Futuropresente-scienza etica società, promosso dal Centro universitario di bioetica (Ucb) dell'Università di Parma. Un approccio innovativo che fa scuola in Europa Futuropresente si distingue nel panorama nazionale per il suo approccio interdisciplinare che mette in correlazione su scala così ampia i grandi temi del progresso scientifico con le loro implicazioni etiche, ambientali e sociali.
Un modello che fa della città emiliana un vero laboratorio, dove oltre 100 relatori di prestigio nazionale e internazionale - tra accademici, esperti e protagonisti del dibattito culturale contemporaneo - daranno vita a 50 appuntamenti tra lectures, tavole rotonde, dialoghi e presentazioni, creando uno spazio pubblico diffuso di dialogo sui principali interrogativi che emergono dai più recenti sviluppi scientifici e tecnologici e dalle loro implicazioni etiche, ambientali e sociali.
"Ci fa davvero molto piacere che questo festival nasca in seno all’Università", osserva il rettore dell’Università di Parma Paolo Martelli, che aggiunge: "Del resto non poteva che essere così, visto che l’Università è luogo di dialogo, di confronto e di riflessione: un vero spazio di frontiera e un avamposto sul domani. I temi che sono al centro del festival sono fondamentali per il futuro prossimo, e spero che il pubblico partecipi numeroso cogliendo tutte le opportunità offerte da questa tre giorni". "L'università pubblica torna ad essere protagonista del dibattito culturale nazionale", sottolinea Antonio D'Aloia, direttore del Centro universitario di bioetica e ideatore del Festival. "Futuropresente è un invito alla consapevolezza e alla responsabilità, un progetto che nasce dalla convinzione che il mondo accademico debba uscire dalle proprie aule per diventare catalizzatore di una riflessione collettiva sui temi che definiranno il nostro futuro, e che in realtà stanno già (ri)definendo il nostro presente".
Il Festival è concepito con una vocazione divulgativa e inclusiva, rivolgendosi prima di tutto alla cittadinanza. Gli eventi si svolgeranno in diversi luoghi del centro di Parma, creando una manifestazione diffusa che trasformerà la città in un grande palcoscenico di idee. Non si tratta di un congresso accademico, ma di un'esperienza culturale accessibile che mira a rendere il dibattito sui riflessi etici e sociali dello sviluppo scientifico e tecnologico comprensibile e coinvolgente per tutti.
"La scelta di Parma - dichiara il sindaco, Michele Guerra - non è casuale. La città, che nel 2027 diventerà Capitale europea dei giovani, ha vinto questo titolo proprio per la sua capacità di stimolare la partecipazione giovanile e rafforzare la sua identità europea. Il Festival si inserisce perfettamente in questo percorso, alimentando una vocazione che ha sempre fatto parte della storia istituzionale e culturale della città e che la caratterizzerà ancor di più nei prossimi anni". I grandi temi e i protagonisti Il programma spazierà tra le questioni più urgenti del nostro tempo. Si parlerà di intelligenza artificiale, neuroscienze, declinazioni della sostenibilità, giustizia climatica e tutela delle generazioni future, decisioni di fine vita, tecnologie riproduttive e modelli di famiglia, etica dei viaggi spaziali, identità di genere, malattie rare, genetica e applicazioni in medicina, etica animale.
Tra i principali eventi in programma: 'Governare l’Intelligenza artificiale: la sfida europea tra tutela dei diritti e innovazione' con Brando Benifei, deputato del Parlamento Europeo e relatore della legge europea sull'Ia, Giulio Centemero, relatore di maggioranza sulla legge italiana in materia e Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante della protezione dei dati personali. 'Le famose razze umane' con Guido Barbujani, genetista di fama internazionale dell'Università di Ferrara. 'Riscrivere il Dna umano: opportunità e rischi dell'era Crispr' con Anna Meldolesi, tra le voci più autorevoli del giornalismo scientifico italiano. 'Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all'educazione' con Vittorio Gallese, uno dei più autorevoli neuroscienziati del nostro tempo e componente del gruppo dell'Università di Parma che nel 1992 individuò i 'neuroni specchio'. 'La pelle. Che cosa significa pensare nell'epoca dell'intelligenza artificiale' con Maurizio Ferraris, filosofo di fama internazionale dell'Università di Torino.
'Why bioethics needs environmental philosophy?' con Dale Jamieson, professore emerito alla New York University e tra i massimi esperti mondiali di etica ambientale. 'Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata' con Filomena Gallo, avvocato e Segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni, e Chiara Lalli, filosofa, bioeticista e docente alla Sapienza di Roma 'Creatività oltre l'umano? Dove si può spingere l'intelligenza generativa', con Amedeo Santosuosso, tra i più autorevoli esperti di bioetica e di Science Law, docente della Scuola Universitaria Superiore Iuss di Pavia 'Tabù. Il nucleare ai tempi della transizione energetica' con Stefano Besseghini, presidente dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera).
'Esseri spaziali. Il viaggio dell'uomo oltre la terra', con Tommaso Ghidini, capo della divisione di Strutture, meccanismi e materiali dell’Agenzia spaziale europea. L'evento è promosso dal Centro universitario di bioetica dell'Università di Parma, centro interdipartimentale istituito nel 2016 che rappresenta un punto di riferimento nazionale per la riflessione interdisciplinare sui progressi della medicina, della ricerca scientifica e delle politiche ambientali.
Il Festival, organizzato in collaborazione con l’Università e il Comune di Parma, ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Ministero dell'Università e della Ricerca. Tra i partners del Festival Fondazione Monteparma, Fondazione Crt, Barilla, Synergetic, Credit Agricole, Opem, Rodolfi, Rotary Club Parma, Fondazione Teatro Regio, Food for future (progetto Dipartimento di Eccellenza 2023-2027) - Dipartimento di Giurisprudenza, Studi politici e Internazionali. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie ai fondi del progetto Fape - Università di Parma. Alla realizzazione di FuturoPresente ha collaborato [humans/AI] Advisory Lab.
Leggi tutto: FuturoPresente, a Parma 1° festival universitario che unisce scienza, etica e società

(Adnkronos) - "Con la sottoscrizione di questo Protocollo per Roma e per il suo territorio, si compie un passo concreto per rafforzare la collaborazione tra Prefettura, Inps, Inail, Inl, parti sociali e mondo agricolo". Così Fabio Vitale, Direttore di Agea e membro del cda dell'Inps a proposito dell'adesione della capitale alla rete del Lavoro agricolo di Qualità. "Non è un atto simbolico: il Comune di Roma ha la più grande superficie agricola d’Europa con oltre 63 mila ettari di estensione e il settore primario resta un segmento strategico delle filiere locali che hanno bisogno di regole chiare e di un presidio stabile della legalità. La manodopera straniera, inoltre, è determinante nella fase della raccolta, pur rappresentando una quota settoriale più bassa che nel resto del Paese".
"La Rete Agricola di Qualità ha già mostrato la sua efficacia con oltre 9.663 imprese iscritte a settembre 2025. È importante consolidare e allargare questa base anche nella Capitale e nel territorio della Provincia, perché l’adesione premia chi rispetta contratti, sicurezza e contribuzione e semplifica i rapporti con la Pubblica Amministrazione". "Nel 2024 le ispezioni Inl in agricoltura - aggiunge Vitale - hanno riscontrato irregolarità nel 68,4% dei casi; 1.226 i lavoratori individuati come vittime di sfruttamento/caporalato. Sono numeri che impongono deterrenza, prevenzione e servizi. Proprio per questo la Rete e il Protocollo servono a garantire dignità, tutela e qualità a chi lavora e a chi investe correttamente".
"L'impegno della Direzione di coordinamento metropolitano di Roma, guidata da Nunzia Minerva, in questo specifico settore, merita una sottolineatura perché dimostra la capacità di alimentare, oltre l'azione quotidiana, un disegno e una traiettoria di respiro strategico" conclude Vitale.
Leggi tutto: Inps, Agea: "Con adesione Roma a Rete Lavoro Agricolo Qualità importante passo avanti "

(Adnkronos) - Si è chiusa la tredicesima edizione nazionale del Salone nazionale della Csr e dell’innovazione sociale. Durante i tre giorni di attività, dall’8 al 10 ottobre 2025, all’Università Bocconi di Milano sono state registrate 6mila presenze. Tutti i 120 incontri, che hanno coinvolto oltre 530 relatori e 260 organizzazioni tra aziende, istituzioni e realtà non profit, hanno visto una grande partecipazione del pubblico, che ha interagito dando il proprio contributo nelle diverse attività.
Una di queste è l’iniziativa 'Capsula del tempo', realizzata da AWorld in partnership con il Salone, grazie alla quale i visitatori hanno potuto scegliere tramite app fino a tre azioni sostenibili tra quelle proposte, e impegnarsi simbolicamente a portarle avanti durante tutto l’anno. Quasi sei impegni su 10 (59,79%) riguardano l'ambito alimentare: le buone pratiche più scelte sono riutilizzare gli avanzi del frigorifero (17,73%), riflettere prima di fare la spesa (16,08%) e leggere le etichette dei prodotti (14,43%). Oltre alla forte sensibilità ambientale, emerge con chiarezza anche l'attenzione alla dimensione sociale della sostenibilità: il 16,70% degli impegni registrati riguarda azioni di volontariato e partecipazione solidale.
Anche il Salone quest’anno ha voluto impegnarsi attivamente, misurando per la prima volta, in collaborazione con Operàri, l’impatto che le sue attività sono in grado di generare nelle persone che le vivono, attraverso questionari a cui hanno risposto oltre 160 partecipanti al Salone. I risultati saranno resi disponibili tra qualche settimana sul sito www.csreinnovazionesociale.it.
“Centinaia di persone hanno capito quest’anno l’importanza della loro voce, e Il Salone ha fatto loro da cassa di risonanza - conferma Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone - Ci ha fatto molto piacere, perché un’edizione dopo l’altra abbiamo sempre continuato a credere nel cambiamento: è la stessa testardaggine, intesa come valore positivo, che oggi deve aiutarci a non cambiare idea, sia come persone che come organizzazioni, per costruire un futuro più sostenibile. Le aziende che hanno portato avanti le loro strategie con coerenza, nonostante tutto, sono state quelle che hanno avuto i risultati migliori”.
Il Salone ha inoltre accolto la premiazione della quarta edizione del Premio Impatto, dedicato alle organizzazioni che si impegnano a misurare gli impatti generati dalle proprie attività. Quest’anno hanno partecipato 110 soggetti di cui 67 imprese, 38 Enti del Terzo Settore e 5 Pubbliche Amministrazioni.
Per la categoria Imprese, i vincitori sono stati Fastweb e Istituti Clinici Scientifici Maugeri. Fastweb è stato premiato per la valutazione multidimensione dell’impatto dell’iniziativa dedicata alla formazione digitale gratuita 'Fastweb Digital Academy', caratterizzata da un solido impianto metodologico basato sulla teoria del cambiamento e sui principi di Social Value Italia. Istituti Clinici Scientifici Maugeri ha ricevuto il premio per la valutazione volta a misurare l’efficacia dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali, strumenti clinico-organizzativi che definiscono il miglior iter assistenziale per specifiche patologie e garantiscono continuità e appropriatezza della cura.
Per il settore Non Profit sono stati premiati Save the Children Italia, che con il progetto 'Arcipelago Educativo' si è impegnata a contrastare la povertà educativa misurando il learning loss per progettare piani didattici di contrasto, e Abc-Associazione Bambini Chirurgici per il progetto 'A scuola con Abc', volto a estendere l’intervento dell’associazione nella creazione di un ambiente e una cultura inclusiva andando a coinvolgere l’ambito scolastico, alunni e insegnanti.
Per la categoria Pubblica Amministrazione, sono stati premiati la Camera di Commercio di Treviso, la cui analisi ha permesso di far uscire lo stereotipo delle politiche della parità di genere dal generalismo virtuoso attualizzandolo nella specificità operativa delle pari opportunità e dell’inclusione, e il Comune di San Vito al Tagliamento, per aver prodotto un documento di impatto che ha adottato il linguaggio dell’informazione sui progetti e della dimostrazione del loro valore per mezzo del connubio virtuoso fra valorialità e valore civico.
Leggi tutto: Salone della Csr, i numeri della 13esima edizione



(Adnkronos) - È stato firmato oggi presso la Prefettura di Roma il Protocollo d’intesa tra la Direzione metropolitana INPS di Roma e la Prefettura di Roma per la costituzione della sezione territoriale provinciale di Roma della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Il Protocollo ha l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte in materia di politiche attive del lavoro, di contrasto al lavoro sommerso e all’evasione contributiva, nonché di sostegno e assistenza ai lavoratori stranieri immigrati impiegati nel settore agricolo. L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle azioni di governo volte ad incentivare l'occupazione nel settore agricolo, anche attraverso l’istituzione presso l’INPS della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, un sistema che fonda sulla sinergia fra imprese agricole virtuose, istituzioni e parti sociali l’azione comune contro il lavoro sommerso.
"La firma odierna rappresenta un momento significativo per la Capitale e l’intera Area metropolitana, perché rafforza la sinergia tra istituzioni impegnate nella tutela della legalità e nella promozione del lavoro regolare e sicuro. Il settore agricolo costituisce una componente fondamentale del tessuto economico e sociale di una comunità, a volte meno visibile rispetto ad altri settori ma pur sempre vitale per il sostentamento di un territorio nonchè per l’affermazione dei valori di integrazione e coesione.Con la costituzione della sezione territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità intendiamo promuovere un modello virtuoso di collaborazione interistituzionale, capace di valorizzare le imprese che operano nel rispetto delle regole e, al tempo stesso, di prevenire e contrastare fenomeni di sfruttamento e caporalato. Solo attraverso un’azione condivisa, fondata sul dialogo tra amministrazioni pubbliche, parti sociali e mondo produttivo, è possibile costruire un sistema di garanzie che tuteli i lavoratori, favorisca la trasparenza e restituisca piena dignità a un comparto che, anche nel territorio capitolino e nella sua area metropolitana, è espressione di economia reale, paesaggio e identità", così il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini.
"Oggi, con la sottoscrizione di questo Protocollo che istituisce la sezione della Rete del lavoro agricolo di qualità nel territorio della Capitale e della sua Provincia, - ha affermato il Direttore del coordinamento metropolitano di Roma Nunzia Minerva - abbiamo compiuto un passo significativo nel rafforzare la collaborazione interistituzionale. Questo accordo ha come obiettivo primario la promozione della legalità nel settore agricolo. È fondamentale avviare strumenti di legalità e deterrenza a sostegno degli imprenditori agricoli, contrastando ogni forma di sfruttamento e caporalato. Il nostro impegno è rivolto alla tutela dei lavoratori e delle aziende che operano nel rispetto delle normative, collaborando attivamente con le Istituzioni per perseguire questa causa. L’avvio dei lavori della Sezione territoriale rappresenta un intervento concreto nella lotta contro il lavoro irregolare e il caporalato, favorendo una rete virtuosa tra Istituzioni, organizzazioni sindacali e associazioni datoriali per garantire condizioni di lavoro eque e sostenibili. La Rete del lavoro agricolo di qualità, sostenuta dall'INPS, si propone di valorizzare le aziende agricole che rispettano le normative contrattuali e di sicurezza, promuovendo comportamenti virtuosi e offrendo maggiore tutela ai lavoratori. La nostra azione interistituzionale, in particolare su temi complessi come il lavoro agricolo di qualità, la sicurezza e l’immigrazione, evidenzia l’importanza di un presidio attivo della legalità e della coesione sociale. In questo contesto, è necessario riflettere sulla dimensione identitaria del Comune di Roma e della sua Provincia, dove l’agricoltura, pur non essendo sempre intuitiva, rappresenta un settore strategico per l’economia, l’integrazione e la dignità di tutti i cittadini".
Tutti gli intervenuti hanno evidenziato come la sottoscrizione di questo Protocollo per Roma e il suo territorio rientra anche nella strategia di valorizzazione di un comparto che, anche nella Capitale, è economia reale, paesaggio, identità. "L'importante firma di oggi si inserisce in un contesto più ampio di attenzione a livello nazionale al tema del lavoro agricolo regolare e tutelato", ha commentato Antonio Pone, Direttore centrale delle Entrate dell’INPS e vicario del Direttore generale, che ha concluso: "La sinergia con la Prefettura e con le altre istituzioni coinvolte, in particolare la DCM Roma dell'INPS guidata dal direttore Nunzia Minerva, consente di rafforzare i controlli, promuovere la legalità e garantire ai lavoratori, in particolare a quelli stranieri, condizioni di lavoro dignitose e sicure. È una testimonianza dell’impegno dell’Istituto a favore della legalità e della tutela sociale, in un settore strategico per l’economia nazionale".
Leggi tutto: Inps, firmato Protocollo con Prefettura su Rete Lavoro Agricolo di Qualità

(Adnkronos) - "Il volontariato per Kpmg è uno strumento indispensabile che ci aiuta poi a trasformare, a creare sinergie, a parlare di sostenibilità nel modo più ampio possibile". Lo ha detto Sabrina Marsiglia, Csr manager di Kpmg, che questa mattina è intervenuta al panel 'Volontariato d'impresa: un'azione, tanti vantaggi' nell'ambito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi.
"La sostenibilità in Kpmg viene fuori grazie alla campagna di volontariato di Kpmg Network, che si chiama 'Make a Difference Day'. Si comincia da poche giornate sino a oggi, dopo quasi 18 anni, ad arrivare a un anno di lavoro sul volontariato d'impresa. Leghiamo le esigenze degli enti con le nostre disponibilità e professionalità e andiamo a trovare il momento giusto per fare l'attività e produrre valore sul territorio. Questo è l'obiettivo", ha chiarito Marsiglia.
Ascoltando i dipendenti e le loro sollecitazioni, il volontariato d'impresa è stato "per Kpmg il lancio per aprirsi a tutti i temi di responsabilità sociale di cui mi occupo con il mio ufficio. I nostri dipendenti sono coloro quelli che da vicino si occupano in alcuni casi anche di coordinarci, perché magari ci portano i contatti, ci fanno conoscere le associazioni sul territorio e ci portano a visitarle. Sono un gancio preziosissimo affinché l'azienda e gli enti del terzo settore sul territorio riescano ad avere un legame. E poi sono loro che stimolano i propri colleghi a partecipare", ha evidenziato la Csr manager di Kpmg.
Leggi tutto: Sostenibilità, Marsiglia (Kpmg): "Volontariato d'impresa strumento indispensabile"

(Adnkronos) - Sono 20, su 48 ancora nella Striscia di Gaza, gli ostaggi israeliani che si ritiene siano ancora in vita, come confermato anche dal premier Benjamin Netanyahu. E che, insieme a quelli deceduti, saranno rilasciati tra lunedì e martedì nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas sul piano di pace elaborato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Ecco chi sono gli ultimi 20 ostaggi israeliani presumibilmente vivi:
- Il Sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, è stato catturato a bordo del suo carro armato ai margini della Striscia di Gaza dopo aver tentato di impedire l'infiltrazione di commando di Hamas vicino alla base di Nahal Oz. Gli altri tre membri dell'equipaggio del carro armato sono stati uccisi e i corpi di due di loro sono a Gaza. In un video diffuso dalla sua famiglia nell'aprile 2025 si vede il momento in cui viene prelevato dal suo carro armato e linciato.
- Gali e Ziv Berman, 28 anni, sono gemelli e sono stati rapiti nel quartiere giovanile del kibbutz Kfar Aza, incendiato dai commando di Hamas. I due fratelli lavoravano insieme in ambito musicale. I genitori e il fratello maggiore sono sopravvissuti all'attacco.
- Elkana Bohbot, 36 anni, era uno dei produttori del Nova Festival, insieme ai suoi amici Michael e Osher Waknin, uccisi il 7 ottobre insieme a quasi 370 persone che partecipavano al festival. Un video che lo ritrae ammanettato e ferito al volto mentre viene portato via dai suoi rapitori. E' sposato con una donna israeliana di origine colombiana, Rebecca Gonzalez. Padre di un figlio, viveva a Mevasseret Tzion, vicino a Gerusalemme. Il presidente colombiano Gustavo Petro gli ha concesso la cittadinanza colombiana nel novembre 2023. Sua moglie a metà febbraio ha ricevuto una "prova di vita" da Ohad Ben Ami, un ex ostaggio rilasciato l'8 febbraio e trattenuto insieme al marito. A maggio è apparso in un video diffuso da Hamas, insieme a un altro ostaggio, Yossef-Haim Ohana.
- Rom Braslavski, 21 anni, originario di Gerusalemme e anche cittadino tedesco, si occupava della sicurezza al festival Nova. I sopravvissuti hanno raccontato che è rimasto sul posto per aiutare numerosi partecipanti al festival durante l'attacco, rimanendo ferito a entrambe le mani durante l'attacco. Nell'agosto scorso la Jihad Islamica ha pubblicato un video che mostra Braslavski parlare sotto costrizione, molto debole ed emaciato.
- Il soldato Nimrod Cohen, 21 anni, era di stanza il 7 ottobre 2023 vicino al kibbutz di Nahal Oz con la sua unità di veicoli blindati. E' stato tirato fuori dal suo carro armato, che era in panne, dai miliziani insieme ad altri tre membri dell'equipaggio, secondo i video diffusi da Hamas. I suoi tre compagni di unità, Omer Neutra, Oz Daniel e Shaked Dahan, sono morti il 7 ottobre e i loro corpi sono stati portati a Gaza. Nimrod Cohen è di Rehovot, a sud di Tel Aviv. I suoi genitori, Yehouda e Viki Cohen, partecipano a tutte le manifestazioni con cartelli e foto che chiedono il rilascio degli ostaggi.
- David e Ariel Cunio, 35 e 28 anni, sono due fratelli israelo-argentini rapiti insieme alla loro famiglia allargata mentre si nascondevano nella stanza di sicurezza nel kibbutz Nir Oz. Per liberarli, gli aggressori hanno appiccato il fuoco alla casa. La loro era la famiglia con il maggior numero di ostaggi, otto. Sharon Aloni Cunio, 34 anni, moglie di David Cunio, e le loro figlie gemelle di tre anni, così come Danielle Aloni, 44 anni, sorella di Sharon Aloni Cunio, e la figlia di cinque anni, sono state rilasciate durante la tregua del novembre 2023. La fidanzata di Ariel Cunio, Arbel Yehoud, 28 anni, è stata rilasciata il 30 gennaio. Il regista israeliano Tom Shoval ha presentato il film "Lettera a David" alla Berlinale a febbraio, un omaggio a David Cunio.
- Evyatar David, 24 anni, è stato rapito al Nova Film Festival con il suo amico d'infanzia Guy Gilboa Dalal, che si presume sia ancora vivo nella Striscia di Gaza. La sua famiglia è di Kfar Saba, nel centro di Israele. Appassionato di musica, stava lavorando in un bar per raccogliere soldi per un viaggio in Thailandia. Nell'agosto 2025 Hamas ha pubblicato un video che mostrava Evyatar David gravemente malnutrito e visibilmente indebolito.
- Guy Gilboa Dalal, 24 anni, stava partecipando al suo primo rave party con tre amici quando è stato rapito al festival Nova. La sua famiglia ha saputo del rapimento dopo aver visto un video di lui e del suo migliore amico, Evyatar David, legati in un tunnel a Gaza. Guy Gilboa Dalal ed Evyatar David sono stati visti in un video di Hamas a febbraio, mentre assistevano a una delle cerimonie di rilascio degli ostaggi a Gaza prima di essere chiusi in macchina, implorando di essere rilasciati. Appare in un video di Hamas il 5 settembre. Viene filmato con un altro ostaggio, Alon Ohel, in un tunnel.
- Maxim Herkin, 37, è un russo-israeliano che vive a Tirat Carmel, nel nord di Israele, ed è padre di una bambina di cinque anni che vive con la madre in Russia. E' immigrato con la madre dall'Ucraina. Nella primavera del 2025, il braccio armato di Hamas ha pubblicato un video in cui Herkin appare sdraiato, con la testa e il braccio sinistro coperti da bende con macchie marroni.
- Eitan Horn, 39 anni, è stato rapito dalla casa del fratello maggiore Yair Horn nel kibbutz Nir Oz. Anche lui rapito il 7 ottobre, il fratello diabetico è stato rilasciato nel febbraio 2025. Prima del rilascio del fratello maggiore, i due fratelli erano stati tenuti prigionieri insieme. La famiglia Horn era emigrata dall'Argentina anni prima. Educatore, Eitan Horn ha lavorato a lungo con diversi movimenti giovanili, per i quali ha prestato servizio in Perù.
- Segev Kalfon, 27 anni, vive a Dimona (sud), lavorava con il padre nel panificio di famiglia ad Arad, nel deserto del Negev. E' stato rapito dal festival Nova, mentre si nascondeva in un cespuglio lungo la Route 232, che collega i kibbutz al confine con Gaza, come ha testimoniato un suo amico. Uno degli ostaggi rilasciati a febbraio ha raccontato di essere stato tenuto prigioniero con lui per un certo periodo.
- Bar Kuperstein, 23 anni, prima di essere rapito al festival Nova ha salvato i partecipanti al festival che erano stati colpiti. Medico dell'esercito, non era in servizio quel giorno, ma faceva parte dello staff del festival. I video che lo mostrano legato poco dopo il suo rapimento. E' di Holon, vicino a Tel Aviv. Suo padre, Tal Kuperstein, paramedico volontario, è rimasto disabile, incapace di parlare o muoversi, a seguito di un incidente.
- Omri Miran, 48 anni, massaggiatore con nazionalità anche ungherese, è stato rapito dal kibbutz Nahal Oz, dove viveva, in presenza della moglie Lichay Miran-Lavi e delle loro due figlie piccole, lasciate libere. Suo padre, Dani Miran, si sta facendo crescere la barba in attesa del ritorno del figlio, dopo averlo visto con la barba in un video pubblicato da Hamas nell'aprile 2024, convinto che se suo figlio non può radersi, non si raderà nemmeno lui. Parlando sotto costrizione, Miran ha descritto in un video "una situazione difficile" a causa dei "numerosi bombardamenti israeliani" sulla Striscia di Gaza.


(Adnkronos) - "Il Comitato per il Nobel ha dimostrato che antepongono la politica alla pace". Così in un post su X il portavoce della Casa Bianca, Steven Cheung, dopo l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace alla leader dell'opposizione venezuelana, Maria Corina Machado.
"Il presidente Trump continuerà a fare accordi di pace nel mondo, a porre fine a conflitti e salvare vite".
Sulla decisione di non conferire il premio tanto ambito a Donald Trump, il presidente del Comitato del Noberl per la pace Jorgen Watne Frydnes ha chiarito rispondendo ai giornalisti che "basiamo le nostre decisioni unicamente sul lavoro e la volontà di Alfred Nobel".
Leggi tutto: Nobel, Casa Bianca: "Comitato ha dimostrato di anteporre la politica alla pace"

(Adnkronos) - In pazienti adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave l'impiego di guselkumab somministrato per via sottocutanea come terapia di induzione e di mantenimento ha portato a remissione clinica ed endoscopica clinicamente significativi, rispettivamente nel 36,7% e 25% dei casi. Sono i principali risultati a 48 settimane dello studio di fase 3 Astro, presentati da Johnson & Johnson alla United European Gastroenterology (Ueg) Week 2025, che indentificano guselkumab come primo inibitore dell'interleuchina 23 (Il-23) a dimostrare risultati robusti con un regime completamente sottocutaneo, spiega la farmaceutica in una nota.
"La possibilità di una somministrazione sottocutanea (Sc) per la fase di induzione - afferma Silvio Danese, Irccs ospedale San Raffaele e università VitaSalute San Raffaele di Milano, ricercatore dello studio - rappresenta un importante passo avanti per molti pazienti con colite ulcerosa, offrendo loro una maggiore flessibilità grazie alla possibilità di assumere la terapia direttamente a casa, dopo apposito training, senza comprometterne l'efficacia. Questi risultati mostrano che un regime interamente sottocutaneo può portare a benefici clinici ed endoscopici significativi che si protraggono per 1 intero anno consentendo un controllo della malattia a lungo termine".
Guselkumab - ricorda una nota - è il primo inibitore approvato della subunità p19 di Il-23, completamente umano, che agisce bloccando l'interleuchina 23 (Il-23) e legandosi al Cd64, un recettore presente sulle cellule che producono l'Il-23. Quest'ultima è una citochina secreta dai monociti/macrofagi attivati e dalle cellule dendritiche, nota per essere un fattore scatenante delle malattie immuno-mediate tra le quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn. La doppia azione di questo farmaco è stata dimostrata solo in studi in vitro e attualmente non è noto il suo significato clinico.
I risultati dello studio Astro a 48 settimane fanno seguito a quelli della terapia di induzione a 12 settimane che hanno precedentemente mostrato miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi di tutti i parametri clinici ed endoscopici analizzati rispetto al placebo. Alla settimana 48 - dettaglia la nota - i pazienti trattati con la terapia di induzione con guselkumab 400 mg Sc seguita da un regime di mantenimento di 100 mg ogni 8 settimane (q8w) o di 200 mg ogni 4 settimane (q4w) hanno mostrato miglioramenti clinicamente significativi in tutti i parametri clinici ed endoscopici rispetto al placebo (per tutti nominali p
"Questi risultati riflettono il nostro impegno per offrire nuove soluzioni che possano portare outcome significativi offrendo agli operatori sanitari e ai loro pazienti maggiori opzioni terapeutiche - dichiara Esi Lamousé-Smith, Vice President, Gastroenterology Disease Area Lead, Immunology, Johnson & Johnson Innovative Medicine - Guselkumab è oggi l'unico inibitore dell'Il-23 che offre la possibilità di induzione per via sottocutanea nella malattia di Crohn e i risultati dello studio Astro, confermando quanto osservato con l'induzione per via endovenosa nello studio di fase 3 Quasar, supportano il nostro obiettivo di estendere l'opzione di induzione sottocutanea anche per la colite ulcerosa".
Guselkumab ha ricevuto l'approvazione della Commissione europea e della Food and Drug Administration (Fda) statunitense per le opzioni di induzione sottocutanea ed endovenosa per il trattamento di adulti con malattia di Crohn attiva di grado da moderato a severo. Inoltre ha ricevuto l'approvazione della Fda per il trattamento di induzione per via sottocutanea ed endovenosa di adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a severo. Infine, ha l'approvazione della Commissione europea per l'opzione di induzione endovenosa in pazienti adulti con colite ulcerosa attiva di grado da moderato a severo, mentre è in attesa dell'approvazione europea per l'induzione per via sottocutanea, dopo il parere positivo del Chmp ricevuto a settembre 2025.
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(Adnkronos) - Qual è la connessione tra donna e pizza? Quanto le donne sono incluse in questo contesto lavorativo? Quali sono i problemi e le difficoltà che possono incontrare? Perché sono ancora poche rispetto ai colleghi uomini? A queste domande risponde Giusy Ferraina nel volume 'Pizza(re) Connection - Visioni futuristiche e strategie innovative per pizzaioli ultramoderni' (Dario Flaccovio Editore). "Le donne pizzaiole in Italia - spiega - non sono poche, ma ancora in numero inferiore rispetto agli uomini. Non vogliamo però affrontare il tema della donna nel mondo pizza in modo retorico e come minoranza da valorizzare, ma lo facciamo risaltare come realtà quotidiana. Le donne pizzaiole si stanno facendo strada con determinazione e competenza, molto più di tanti colleghi che, alla ricerca di un lavoro negli anni passati, si sono improvvisati pizzaioli. Il numero di professioniste cresce a vista d’occhio soprattutto tra le nuove generazioni e, se fino a qualche anno fa potevano esistere degli ostacoli, oggi nessuna di loro lamenta discriminazioni di genere o trova difficoltà nel farsi accettare, tantomeno è vista come un’aliena".
"Secondo i dati forniti dal Campionato mondiale della pizza - spiega all'Adnkronos/Labitalia Giusy Ferraina - dove ogni anno sono giurata le pizzaiole in Italia sono circa 9 mila, dato stimato dai numeri forniti dalla Cciaa che calcola codice fiscale, codice Ateco 56, stato operatività e dati del primo esponente dell’azienda e il suo ruolo. Risultano intorno alle 8.781 pizzerie su 79.831 aziende totali con presenza femminile come 1° referente conosciuto. La stessa Fip-Federazione pizzaioli riporta che per 600 uomini pizzaioli ci sono 55 donne tra i loro iscritti, attestandoci intorno un 9%. Dai numeri del Campionato, le donne registrate in gara (sempre campionato mondiale della pizza) sono state 67 nell’ultima edizione, il 9% degli iscritti totali e dal 1992 al 2024 sono state 330 le concorrenti partecipanti alla competizione. Seppur non sia un dato esattissimo le donne che 'fanno la pizza' sono sempre di più. Bisogna dire che le donne che lavorano in pizzeria in Italia ci sono sempre state, mogli dei pizzaioli che si occupano della sala, socie e anche le figlie d’arte che aiutano per poi magari ereditare passione e mestiere. E infatti in Campania la donna pizzaiola è un fenomeno più comune rispetto al resto dell’Italia".
"E pensare che - sottolinea - un tempo, erano proprio le donne a impastare e friggere la pizza, vendendola per strada con maestria e naturalezza. Per anni, però, quello del pizzaiolo non è stato percepito come un mestiere 'nobile' al pari dello chef: lo si considerava un lavoro semplice, quasi improvvisato, nato più dalla necessità che dalla vocazione. Forse anche per questo, col tempo, si è allontanato dal mondo femminile. Oggi, invece, la pizza è cresciuta e con lei la cultura che la circonda".
"La figura del pizzaiolo - avverte - sta percorrendo la stessa strada di quella del cuoco, conquistando riconoscimenti e riflettori. Non a caso, ormai, nel mondo della pizza non mancano vere e proprie pop star. Per fortuna il numero delle donne pizzaiole aumenta e il mondo pizza è sempre più una scelta femminile, che si avvicina ad esso con consapevolezza e passione, ma mai in modo improvvisato e superficiale. Alla base c’è sempre però una dimostrazione di caparbietà e impegno, la donna pizzaiola diventa anche simbolo di una donna riesce ad essere padrona di sé stessa e fare il mestiere che le piace e vuole fare, senza limiti o condizionamenti esterni".
"Da un punto di vista sociale - sostiene - per molti anni fare il pizzaiolo non è stato concepito come un mestiere nobile al pari dello chef, venendo immaginato come lavoro facile, quasi improvvisato, che si inventava più per necessità che per passione e per questo più distante dal genere femminile. Oggi, però, la pizza si è evoluta ed è cresciuta anche la sua cultura, di conseguenza per i suoi professionisti si sta delineando la stessa strada evolutiva del cuoco. Questa nostra ipotesi, con cui identifichiamo motivazioni relative alle differenze numeriche, alimentate anche dalle idee stereotipate che circolano tra gli stessi clienti, da un confronto fatto con alcune pizzaiole, è quella più plausibile. Non si possono tacere - ammette - anche altre difficoltà nella gestione di questo tipo di lavoro che comprende un’attività produttiva legata ad alte temperature, l'utilizzo di sacchi di farina pesanti, l’uso di varie attrezzature poco maneggevoli e, non ultimo, un mestiere poco comodo da coniugare con la famiglia".
"Nelle interviste condotte ad alcune pizzaiole italiane - fa notare Giusy Ferraina - abbiamo registrato le loro storie e ottenuto un punto di osservazione diretto che ci ha permesso di capire quale sia la percezione della condizione della donna che opera in pizzeria sia dall’interno, dove persiste la sensazione che si tratti di un settore da uomini che tale deve rimanere e non adatto alle donne per il carico fisico e mentale, sia dall’esterno, con una parte di clientela che si continua a stupire davanti a una figura di pizzaiola donna, vista come una stranezza se non un’anomalia. Dal loro personale punto di vista è diffusa l’idea che se sei donna devi per forza impegnarti il doppio per emergere nella competizione con il pizzaiolo maschio".
"Però - avverte - che il binomio donna-pizza non è del tutto nuovo come si pensa: ci sono sempre state mogli e figlie addette alla stesura o ai condimenti, che hanno deciso anche di portare avanti l’azienda di famiglia. Di esempi di figlie d’arte ne abbiamo tanti: la maggior parte delle pizzaiole campane, specie le napoletane, hanno la pizza nel Dna. Per questa ragione il numero delle pizzaiole aumenta e si espande in tutte le Regioni d’Italia e non solo, ma soprattutto il segmento produttivo è sempre più una scelta, consapevole e appassionata, mai improvvisata né superficiale. Ogni anno, durante il Campionato mondiale della pizza, abbiamo infatti la fortuna di assistere a una passerella al femminile in costante aumento, con una professione che sta conquistando le nuove generazioni, che innovano e rinnovano il settore sotto tutti i punti di vista".
"In concomitanza con questa crescita generazionale - dice - il mondo pizza sta diventando sempre più inclusivo, prova che in questo ambiente professionale si sta percorrendo una strada nuova ma ben tracciata. Ci sono tante professioniste e tutte brave, non tutte famose o protagoniste di programmi tv, ma sicuramente capaci. Professioniste a cui bisogna dare voce, poiché sono attrici e partecipi di un cambiamento, riflesso di un processo di trasformazione sociale ed economica che ha fortemente influenzato anche il mondo del cibo e della pizza. La pizza è cambiata e si avvicina sempre di più all’offerta ristorativa, comportando una presenza sempre più femminile che firma, con la sua sensibilità ed empatia, nuovi progetti".
Giusy Ferraina nel suo libro sottolinea il legame tra il turismo enogastronomico e la pizza. "Il turismo enogastronomico in Italia - dice - non è più solo una nicchia di mercato, ma un fenomeno in continua espansione, capace di valorizzare territori, tradizioni e comunità locali. Il cibo oggi non rappresenta soltanto nutrimento: è esperienza sensoriale, scoperta culturale e momento di piacere condiviso. In questo contesto, la pizza, simbolo nazionale riconosciuto in tutto il mondo, si presta a diventare protagonista di percorsi turistici innovativi e coinvolgenti. Non si tratta più solo di mangiarla, ma di viverla: degustazioni abbinate a vini locali, laboratori di panificazione, visite a pizzerie storiche o a piccole produzioni artigianali trasformano il consumo della pizza in un’esperienza immersiva e autentica. Così la pizza si trasforma in veicolo di conoscenza del territorio, capace di far scoprire eccellenze locali, tradizioni enogastronomiche e storie dei borghi rurali e delle aree meno note, contribuendo a creare un turismo sostenibile e di qualità".
"Secondo il Rapporto sul turismo enogastronomico 2024 - continua - il 70% degli italiani ha effettuato almeno una vacanza negli ultimi tre anni motivata principalmente dal cibo, dal vino o dall’olio, segnando un incremento del 12% rispetto al 2023 e del 49% rispetto al 2016. Tra le eccellenze italiane più iconiche in ambito agroalimentare, la pizza si posiziona al terzo posto con il 22% delle preferenze, subito dopo il vino (38,1%) e l’olio extravergine di oliva (24%). Questo dato evidenzia quanto la pizza sia percepita non solo come alimento, ma come autentico simbolo della cultura culinaria italiana. I turisti moderni non si accontentano più di gustare un piatto: desiderano esperienze immersive, che uniscano la scoperta di sapori locali a momenti di benessere, cultura e socialità. Ciò apre nuove opportunità per pizzaioli e operatori del settore, che possono proporre percorsi esperienziali, come tour delle pizzerie artigianali, abbinamenti con vini e oli del territorio, o attività didattiche che raccontino la storia e le tradizioni locali attraverso la pizza".
L'autrice elenca poi le tipologie di turisti enogastronomici della pizza. 1) Ricercatori (42,1%): viaggiano per scoprire nuove esperienze gastronomiche e immergersi nella cultura locale. Prediligono degustazioni e visite ai luoghi di produzione, cercando un contatto autentico con il territorio. Per la pizza, rappresentano il target ideale per percorsi di degustazione guidata e abbinamenti con prodotti locali, promossi attraverso i social. 2) Festaioli (23%): considerano l’enogastronomia un’occasione per socializzare e divertirsi, partecipando a eventi e visite aziendali. Per la pizza, sono il pubblico perfetto per format di degustazione da condividere e eventi in pizzeria, dove l’esperienza conviviale diventa protagonista.
3) Intellettuali (19%): viaggiano per arricchire il proprio bagaglio culturale e scoprire la cucina locale nei ristoranti tradizionali e nelle botteghe del gusto. Per la pizza, apprezzano esperienze di degustazione guidata e sperimentazioni con prodotti del territorio e abbinamenti enologici. 4) Figli dei fiori (11,5%): cercano il benessere psico-fisico attraverso il viaggio enogastronomico e attività che favoriscano relax e svago. Per la pizza, amano laboratori di panificazione e momenti ludico-educativi legati alla preparazione e al consumo del prodotto. 5) Edonisti (4,3%): si concedono viaggi enogastronomici per vivere esperienze di lusso e unicità, frequentando ristoranti gourmet e strutture a tema cibo. Per la pizza, rappresentano il target da conquistare con proposte luxury e fine dining, valorizzando prodotti di eccellenza e modalità di degustazione esclusive.
Leggi tutto: Sono 9mila le pizzaiole italiane, in crescita ma ancora faticano a farsi notare

(Adnkronos) - Moby, Tirrenia e Toremar - le tre compagnie del Gruppo Onorato - si confermano la “capitale navigante” sul mare italiano, con un grande successo per il proprio al Ttg di Rimini, dopo avere ospitato gratuitamente sulle loro navi gli agenti di viaggio sardi diretti alla rassegna. A Rimini sono state presentate tutte le novità della prossima stagione, a partire dalla Livorno-Olbia attiva 365 giorni l’anno ed effettuata da Moby Legacy e Moby Fantasy che sono i due traghetti più grandi e green del Mediterraneo, ciascuno con oltre 440 cabine, 1300 posti auto, area bimbi, sala giochi, solarium e sette punti di ristoro, quindici aree gastronomiche con il format innovativo e unico “Gusti giusti” che prevede un intero ponte dedicato alla ristorazione. E, in più, le nuove casse automatiche che azzerano le file e i tempi d’attesa e il “maggiordomo robot” che, aiutando il lavoro umano e non sostituendolo, collabora nel servire ai tavoli.
Come si spiega in una nota la flotta, a partire da Moby Fantasy, Moby Legacy, Moby Aki e Moby Wonder ha il wi-fi gratuito a bordo per essere sempre in linea, ma anche maxischermi su tutte le navi, con la trasmissione dei programmi di Sky Sport e una nuova area personale sul sito e sull’App per potersi gestire anche da casa il proprio biglietto in ogni istante ed essere informati in tempo reale sull’andamento del viaggio. Insomma, "le compagnie del gruppo Moby sono sempre più tecnologiche e tutto questo si abbina al più completo network di rotte, tutte in entrambe le direzioni, a partire proprio da quelle che raggiungono e partono dalla Sardegna: oltre alla Livorno-Olbia sono attive tutto l’anno la Genova-Porto Torres e la Civitavecchia Olbia".
Torna poi la classicissima Genova-Olbia, che è la porta di ingresso preferita dai viaggiatori del Nord Italia e dall’Italia continentale verso la Sardegna e che nella prossima stagione andrà avanti fino al primo novembre 2026. In più, si rafforza ulteriormente il rapporto fra la Sardegna e la Corsica, che Moby è orgogliosa di servire da sempre, con un legame talmente forte che il gemellaggio fra i Comuni di Santa Teresa di Gallura e Bonifacio – i due porti di partenza e destinazione – è avvenuto a bordo della nave Bunifazziu, la nave entrata in linea negli ultimi mesi e che è la più capiente e confortevole di sempre su questa tratta.
Oltre che di Sardegna, "Moby è sinonimo anche di Corsica, con le linee fra Livorno e Bastia, la più veloce fra l’Italia continentale e l’isola francese, e la Genova-Bastia". E poi ci sono le linee di Moby e Toremar per l’Arcipelago toscano: le rotte da Piombino per l’Isola d’Elba, con gli scali a Portoferraio, Rio Marina e Cavo, con traghetti e mezzo veloce, quasi una metropolitana del mare. Toremar infine assicura i collegamenti tutto l’anno fra Livorno e Gorgona e fra Livorno e Capraia; la rotta in partenza da Piombino e da Rio Marina per l’isola di Pianosa e le partenze da Porto Santo Stefano per l’isola del Giglio e per quella di Giannutri.
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(Adnkronos) - "La ricerca è completamente cambiata rispetto al passato. Una volta era qualcosa di artigianale, le persone che conducevano la ricerca non erano esattamente dei professionisti. Ora, dovendo rispettare rigide regole di 'good clinical practice', esistono proprio delle nuove professioni della ricerca. Il problema è: chi forma queste figure nuove? A oggi non esistono corsi di laurea specializzati e i pochi master che esistono mancano nella fase professionalizzante. La prima sfida della ricerca moderna riguarda quindi la formazione delle nuove figure professionali di coordinamento, lo study coordinator, e di infermieri di ricerca. Senza queste figure la ricerca non può essere fatta". Così Antonio Gasbarrini, direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, intervenendo nell'ambito dell'evento di Investigator's Meeting che si è svolto a Roma su varie aree della ricerca clinica che AstraZeneca conduce in Italia.
Nella ricerca clinica, "il legame con le aziende - spiega Gasbarrini - deve essere un'alleanza strategica dove ognuno deve fare la propria parte: il medico, la struttura che fa ricerca, è in qualche modo garante del paziente" sul fatto "che quel determinato farmaco" sviluppato da un'azienda "sia veramente innovativo rispetto allo standard e, soprattutto, deve garantire che sia sicuro. Istituzioni, aziende e ospedali che lavorano insieme con l'obiettivo di migliorare la salute dei pazienti devono essere alleati - precisa - non competitor. L'alleanza strategica medici, pazienti e aziende" agisce infatti per il bene "del paziente e della società". A tale proposito, per intercettare i bisogni reali dei pazienti e trasferire la conoscenza verso la ricerca, "bisognerebbe tornare alla medicina del passato. Noi non curiamo gli organi, ma curiamo i pazienti - sottolinea Gasbarrini - Questo è vero anche nel disegno degli studi clinici. Adesso le agenzie regolatorie ci stanno aiutando" perché "ritengono che il benessere del paziente, la cura nel suo complesso, debba essere garantita. Il benessere globale del paziente va messo davanti a tutto. Questo però si fa con degli indicatori diversi da quelli del passato".
In questo conteso anche "la presa in carico globale del paziente deve essere l'endpoint principale - evidenzia il clinico - e la digitalizzazione è un valore enorme. Quando i pazienti entrano negli ospedali, ormai, hanno tutti i dati digitalizzati. Qualsiasi grande struttura in questo momento potrebbe essere in grado, sulla carta, di identificare immediatamente il paziente per uno studio, inserendo banalmente criteri di inclusione di esclusione all'interno dei track che abbiamo dei nostri pazienti". Si deve considerare che, per alcune patologie molto diffuse come scompenso cardiaco, diabete, insulinoresistenza, "abbiamo pazienti che vanno in tantissime unità diverse" con tantissimi dati e possibilità di arruolamento e ricerca. "Questo, nel sistema paese Italia - conclude Gasbarrini - ci darebbe un vantaggio enorme".
Leggi tutto: Ricerca, Gasbarrini (Gemelli): "La sfida è formare le nuove figure professionali"

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti è sempre più vicino alle Atp Finals a Torino. Il tennista azzurro, numero 9 del ranking Atp, al momento è ottavo nella race, la classifica a punti della stagione in corso che porta alla qualificazione al torneo i migliori 8 del circuito. Musetti, dopo il ko contro Auger-Aliassime a Shanghai, resta qui ottavo con 3435 punti. La sconfitta del toscano contro il canadese è stata in però in parte attutita dall'immediata eliminazione di Auger-Aliassime al turno successivo, contro il francese Rinderknech. Il canadese resta dunque a quota 2905, a -530 punti dall'azzurro e non potrà accorciare, lasciando a Lorenzo un margine ancora importante verso il traguardo di fine stagione.
A Torino, Musetti potrebbe raggiungere Sinner, qualificato da tempo. E regalare all'Italia un'incredibile doppietta.
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