(Adnkronos) - La ventesima edizione di Ballando con le stelle è pronta a prendere il via. Oggi, martedì 2 settembre, sono state svelate le ultime tre coppie del dance show di Rai1. Con diversi filmati condivisi su Instagram, Milly Carlucci ha annunciato gradualmente tutti gli abbinamenti delle coppie in gara pronte a scendere in pista.
Il tennista Fabio Fognini sarà affiancato da Giada Lini, la cantante Marcella Bella farà coppia con Chiquito e la conduttrice Francesca Fialdini sarà la 'dama' di Giovanni Pernice.
Barbara D'Urso ballerà con Pasquale La Rocca: "Si attendono scintille", dice Milly Carlucci annunciando la coppia. La signora Coriandoli sarà affiancata da Simone Di Pasquale. E Rosa Chemical farà coppia con la ballerina Erica Martinelli. L'attrice Martina Colombari ballerà con Luca Favilla. Nancy brilli con Carlo Aloia. La conduttrice Andrea DeLogu ballerà con Nikita Perotti. Il nuotatore Filippo Magnini sarà seguito da Alessandra Tripoli. Beppe Convertini balla con Veera Kinnunen. E il voto storico del programma, Paolo Belli sarà invece affiancato da Anastasia Kuzmina.
La nuova stagione del programma, che quest'anno vedrà Massimiliano Rosolino nel ruolo di 'assistente' al fianco della Carlucci, prenderà il via il prossimo sabato 27 settembre in prima serata su Rai1.
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(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, farà in serata un "annuncio" dallo Studio Ovale, come confermato dalla Casa Bianca. L’intervento è previsto per le 14 ora locale (20 in Italia), ma non sono stati forniti dettagli sul contenuto. Secondo indiscrezioni, Trump potrebbe annunciare il dispiegamento della Guardia Nazionale a Chicago, dopo aver già inviato unità a Washington D.C. La mossa arriverebbe in risposta all’escalation di violenza nella terza città più grande degli Stati Uniti, dove otto persone sono state uccise durante il fine settimana del Labor Day.
Un’altra ipotesi riguarda un possibile intervento più deciso contro il Venezuela, con cui le tensioni sono in aumento. Trump ha recentemente accusato il governo di Nicolás Maduro di essere una "minaccia per gli Stati Uniti per il traffico di droga" e nelle ultime ore la Marina americana ha schierato quattro navi da guerra, tra cui i cacciatorpediniere Uss Gravely e Uss Jason Dunham, nei Caraibi e al largo dell’America Latina. Maduro ha risposto dichiarando l’allerta massima: "Di fronte a questa massima pressione militare, abbiamo dichiarato la massima preparazione per la difesa del Venezuela".
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(Adnkronos) - Con il ritorno tra i banchi di scuola e alle porte della Giornata mondiale per la salute sessuale, Anlaids, che quest’anno compie 40 anni, rilancia il suo impegno negli istituti scolastici italiani con il progetto "Anlaids incontra studenti e studentesse", che da oltre trent’anni accompagna alunni, docenti e famiglie in un percorso di crescita consapevole, con l’obiettivo di condurre i giovani a compiere scelte autonome, informate e responsabili in materia di sessualità, intesa come esperienza affettiva e relazionale, non solo biologica e riproduttiva. Ogni anno, il progetto coinvolge circa 150 istituti scolastici, di primo e secondo grado, in 10 regioni diverse, raggiungendo circa 1200 classi e oltre 20.000 studenti e studentesse e impegnando sul campo circa 50 operatori e operatrici. Secondo l’ultimo notiziario del Sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità, nel 2023 il numero totale di segnalazioni di infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) è aumentato del 16,1% rispetto al 2021.
Integrando l’esperienza ultratrentennale di Anlaids con il modello EduForIst, progetto di ricerca realizzato con il contributo tecnico e finanziario del ministero della Salute di cui l’associazione è partner, e grazie all’adozione dall’anno scolastico 2024-2025 del modello Cse – Comprehensive sexuality education (educazione sessuale estensiva o olistica), oggi l'iniziativa - riporta una nota - propone un percorso educativo inclusivo degli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della sessualità, in linea con le più recenti raccomandazioni internazionali, un approccio moderno e scientificamente fondato, che si conferma vincente nel fornire ai giovani informazioni accurate e adeguate all’età sulla sessualità e, in generale, nel promuovere la salute e il benessere affettivo e sessuale delle nuove generazioni. Non limitandosi alla sola trasmissione di informazioni, il modello Cse si pone, infatti, come obiettivo quello di dare ai giovani tutti gli strumenti (cognitivi, emotivi, medici, sociali, ecc.) per diventare attori della propria esperienza di vita sessuale.
dichiara: "Affrontando temi come la qualità delle relazioni, il rispetto e il consenso - afferma Rosario Galipò, responsabile del progetto "Anlaids incontra studenti e studentesse" - il modello dell’educazione sessuale estensiva contribuisce non solo alla prevenzione dell’Hiv e delle altre infezioni sessualmente trasmissibili, sensibilmente aumentate nel 2023 tra i più giovani, ma anche alla riduzione del rischio di comportamenti irrispettosi o aggressivi. Vogliamo trasferire agli studenti e alle studentesse una visione positiva della sessualità, che valorizzi le diversità individuali e che, al contempo, promuova la prevenzione dei rischi intesa come senso di responsabilità verso il proprio e altrui benessere affettivo e sessuale".
Nel solo primo semestre dell’anno scolastico 2024/2025, il progetto ha coinvolto oltre 6.000 studenti in 77 scuole di 10 regioni italiane. I risultati dei questionari somministrati agli studenti e alle studentesse post-intervento dimostrano l’efficacia dell’approccio Cse: gli studenti che hanno partecipato agli incontri condotti da operatori formati sul modello olistico hanno, infatti, ottenuto punteggi significativamente più alti (10,8 contro 9,5 su 14 punti), avvalorando una maggiore acquisizione di conoscenze su Hiv, Aids e Ist. Inoltre, gli stessi alunni hanno espresso un apprezzamento più elevato per l’attività degli operatori, a conferma della validità del metodo adottato. I dati sono stati presentati dall’Associazione al XVII congresso nazionale Icar – Italian conference on Aids and antiviral research; l’abstract ha ricevuto il riconoscimento come miglior lavoro nella sezione 'scienze sociali' del convegno.
"Ad oggi l’Italia è tra i pochi Paesi europei che ancora non hanno reso l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole - sottolinea Luca Butini, presidente di Anlaids - Confidiamo che il recente disegno di legge, approvato il 30 aprile dal Consiglio dei ministri, venga colto come un’opportunità per rafforzare il patto educativo tra scuola e famiglia. L’obiettivo ultimo resta quello di rendere l’educazione all’affettività e alla sessualità una materia curricolare anche nel nostro Paese. Anlaids crede fermamente che la scuola sia il luogo privilegiato per educare i giovani alla salute sessuale".
Nel corso degli incontri – gratuiti, inseriti all’interno di un più ampio programma educativo e in alleanza con docenti e genitori – Anlaids promuove conoscenze scientificamente accurate, con focus su Hiv, Aids e Ist, trasferisce agli studenti e alle studentesse gli strumenti utili a esprimere, riconoscere e gestire emozioni e sentimenti e incentiva la conoscenza e l’accesso alle strutture socio-sanitarie del territorio. Gli incontri, svolti all’interno delle singole classi e adattabili a scuole secondarie di primo e di secondo grado, vedono impegnati in prima linea operatori formati e professionisti. Alcune attività prevedono la formazione di studenti e studentesse 'leader' per la diffusione tra pari (peer education). L’approccio, partecipativo e non giudicante - conclude la nota - comporta l’utilizzo di strumenti multimediali, giochi di ruolo, circle-time e storytelling. Questionari somministrati pre e post intervento permettono di valutare l’efficacia, fotografare l’andamento delle conoscenze e dei bisogni informativi. Al termine del progetto, viene restituito alle scuole un report dettagliato.
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(Adnkronos) - Settembre è sinonimo di rientro dalle vacanze e di ripartenza per il lavoro e la scuola. Soprattutto per le famiglie degli studenti possono essere inevitabilmente cambiamenti emotivi e organizzativi nelle abitudini quotidiane, in aggiunta alle novità introdotte dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara che prevedono, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, di estendere anche alle scuole superiori il divieto di utilizzare il cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico, e il voto in condotta decisivo per non essere bocciati.
Alcuni figli vivono l’entusiasmo della ripresa, altri, invece, provano preoccupazione, stress, sbalzi d’umore e ansia. Non diverso può essere per i genitori, che sentono il carico emotivo e organizzativo, tra orari da incastrare, attività extrascolastiche da programmare, spese da affrontare ed emozioni da gestire. "Settembre rimette in moto sveglie, zaini e stati d’animo. Non è solo il suono della campanella a far rumore: tornano aspettative, paure, entusiasmo e stanchezza - afferma Federica Ciccanti, pedagogista, pedagogista clinico, mediatrice familiare e autrice di 'Regole facili. Genitori felici (e figli anche)' edito da Vallardi - Riuscire ad affrontare il nuovo inizio con consapevolezza può sicuramente aiutare a trasformare un ritorno a scuola potenzialmente stressante in una ripartenza positiva".
"Il rientro non richiede perfezione, bensì presenza, parole gentili e incoraggianti, pause che rispettano i tempi, ascolto che non giudica e piccoli gesti quotidiani ripetuti, perché quando l’adulto gestisce la routine con calma e chiarezza, i figli si sentono meglio e si riorganizzano - continua Ciccanti - In casa torna un clima più leggero, salutare per l’intera famiglia: casa, non dimentichiamolo, è un luogo di incontro, cura e crescita, non un campo di battaglia. Se oggi è stato difficile, domani si ricomincia, perché la famiglia, in fondo, è una squadra che si allena giorno dopo giorno".
Ma come riuscirci? Ecco 7 strategie suggerite dalla pedagogista che, unendo parole, intenzioni e azioni efficaci, aiutano in modo concreto.
1) Condividere un patto che fa squadra. "Fare un accordo significa creare uno spazio delimitato condiviso in cui inserire bisogni, responsabilità e tempistiche di genitori e figli. Il patto - avverte Ciccanti - non è un elenco imposto di divieti da rispettare, è una cornice condivisa che rassicura, che si costruisce insieme, guardandosi negli occhi e dicendo con chiarezza e semplicità cosa conta per tutti i membri della famiglia. Restare fedeli al patto dà stabilità nei giorni facili e in quelli più complicati: non serve alzare la voce, basta tornare con calma a ciò che è stato scelto insieme. E niente esclude che si possa riconsiderare nel tempo cosa funziona e cosa è meglio aggiustare per un maggior benessere familiare".
2) Usare parole che accolgono. "Quando l’ansia si manifesta per un’interrogazione, un nuovo compito o una situazione che non si sa gestire, la prima risposta è l’ascolto. Parole che accolgono fanno spazio e permettono all’emozione di distendersi e prendere forma. In quella piccola apertura, creata senza giudizio e aggressività, il figlio ritrova fiato e può rimettersi in cammino. Non vanno promesse strade senza ostacoli - spiega la pedagogista clinica - ma vanno offerti supporto e fiducia, che sono quelli che fanno ritrovare davvero la calma. Evitiamo di dire: 'Ma dai, non è niente'. Preferiamo, invece: 'Ti vedo preoccupato, è normale sentirsi così', 'Proviamo aragionarci insieme e poi mi dici se ti senti più tranquillo?'. Dare un nome all’emozione aiuta a renderla gestibile, negarla rischia di accrescerla. Se scatta il rifiuto, usiamo un 'ponte': 'Capisco che ora è troppo. Proviamo a parlare 10 minuti e poi scegli tu se proseguire o fermarti'. Con figli adolescenti, niente sarcasmo, sì a fiducia esplicita ('So che te la cavi, sono qui se serve')".
3) Procedere un passo alla volta. "Come per camminare servono tempo e azioni ripetute nel tempo, anche il rientro a scuola richiede passi brevi e regolari. Procedere a tappe dona padronanza: un passo oggi, un altro domani, senza fretta di finire tutto e subito. La continuità vale più della performance. Quando il carico sembra troppo, è meglio fermarsi e ristabilire il percorso: è sempre preferibile meno quantità e più qualità. Il lavoro diventa così allenamento e non prova di valore. Rafforziamo la capacità e l’impegno dei figli, incoraggiando: 'Hai tenuto duro anche quando non ti andava, questo è crescere'. Se un giorno per qualsiasi motivo dovesse saltare quanto stabilito, il giorno dopo si riparte da dove si era arrivati, senza problemi", suggerisce la pedagogista clinica.
4) Dare 'autonomia guidata'. "Crescere significa poter scegliere dentro confini chiari, al cui interno ci sono piccoli margini di scelta (il momento, l’ordine, il luogo) che potenziano responsabilità e fiducia. Meglio dire: 'Preferisci iniziare da storia o matematica?', 'Scegli di studiare alla scrivania in camera o sul tavolo della sala?'. Il genitore accompagna da vicino, osserva, incoraggia, lascia spazio all’iniziativa, non si sostituisce al figlio. Fa domande che aprono ('Cosa ti è chiaro, cosa no?'), offre un suggerimento alla volta. A fine giornata - aggiunge l'esperta - è bene fare un mini-bilancio: 'Cosa ti è riuscito bene? Domani di cosa hai bisogno, così ci organizziamo?'. Focalizziamo l’attenzione sullo sforzo, la cura e i tentativi: sono questi i mattoni dell’autostima che reggono, anche quando il voto non brilla. Celebriamo i piccoli progressi con parole descrittive, non con etichette: 'Bene! Hai organizzato lo zaino da solo!' vale più di 'Sei bravo'".
5) Mantenere rituali che rassicurano. "Ogni famiglia ha gesti, azioni e parole che tengono insieme, che servono a esprimere emozioni, a dare un senso di stabilità e sicurezza: un saluto speciale alla mattina, cinque minuti di divano al rientro, la preparazione tranquilla di quello che serve il giorno dopo... I rituali - precisa Ciccanti - non complicano la giornata, anzi, la rendono più 'leggibile': segnano l’inizio e la fine, danno un ritmo che calma. Nelle settimane di settembre sono ancore preziosi, perché parlano di continuità e di casa, più di mille spiegazioni".
6) Creare una comunicazione sana e serena. "Parlare, ascoltare e non giudicare sono tre passi fondamentali per educare. Alle porte del nuovo anno scolastico, con l’introduzione delle norme da parte del ministro Valditara, è bene aiutare i figli a capire le nuove regole da rispettare, spiegandole e invitandoli a esprimere dubbi e preoccupazioni, anche su un uso sano della tecnologia. Coinvolgerli favorisce un senso di responsabilità condivisa - continua - Se ci si prepara in anticipo, si è più pronti ad affrontare le novità e le reazioni sono meno destabilizzanti. Se i figli hanno uno smartphone proprio, stabilire insieme nuove abitudini pratiche: suggeriamo, per esempio, di lasciarlo spento nello zaino o in una tasca senza usarlo, e concordiamo come gestire eventuali situazioni urgenti ('Se hai una necessità impellente, avverti la presidenza e verremo informati immediatamente. Stai tranquillo, noi ci siamo sempre')".
7) Rispettare le regole per migliorare la condivisione. "Viviamo a contatto con gli altri, dentro e fuori casa, e per una buona convivenza ci sono comportamenti da adottare. Anche in classe, con le nuove disposizioni ministeriali, è bene far capire ai figli che arrivare puntuali è segno di responsabilità, che si può partecipare alla vita scolastica con rispetto, ascoltando quando gli insegnanti o i compagni parlano e intervenendo senza interrompere, che bisogna usare un linguaggio educato, mantenere gli impegni presi, aiutare i compagni come e dove si può, chiedere scusa se si sbaglia e mostrare impegno nei piccoli gesti. Concentriamoci su regole chiare ed evitiamo minacce e ricatti, facciamo esercizio di empatia, per una relazione gratificante per tutti", conclude.
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(Adnkronos) - L’allattamento dopo un tumore al seno è possibile ed è sicuro per la mamma e per il bebè: lo dimostrano, per la prima volta, i dati di due studi recentemente pubblicati su due fra le più prestigiose riviste scientifiche internazionali, Journal of clinical oncology (Jco) e Journal of the national cancer institute (Jnci), che vedono rispettivamente come primo autore e come coautore Fedro Peccatori, direttore dell’Unità Fertilità e Procreazione dell‘Istituto europeo di oncologia (Ieo).
Il lavoro apparso su 'Jnci' - riporta una nota - è un’analisi retrospettiva dei dati di 4.372 pazienti operate di tumore al seno, portatrici di una variante patogenetica Brca 1 o 2, provenienti da 78 centri del mondo. I risultati confermano che l’allattamento dopo tumore al seno non aumenta il rischio di sviluppare recidive locali o controlaterali, evidenziando la possibilità di raggiungere un equilibrio fra i bisogni della madre e quelli del neonato, senza compromettere la sicurezza oncologica.
Alle stesse conclusioni giunge il lavoro di 'Jco', che è invece una nuova ricerca, svolta nell’ambito dello studio 'Positive', la pietra miliare per la maternità nelle pazienti dopo un tumore al seno. Positive ha dimostrato che le donne operate per carcinoma mammario ormono-responsivo possono interrompere la terapia endocrina adiuvante per diventare mamme senza aumentare il rischio di recidiva. L’allattamento è parte del progetto maternità, eppure sino ad ora le informazioni sulla possibilità di allattare dopo un cancro mammario erano confuse e lacunose. Il timore era che, poiché l’allattamento espone la mamma a un aumento di prolattina e ossitocina, potesse aumentare anche il rischio di recidiva di un tumore legato proprio a questi ormoni. D’altro canto era noto dai dati della popolazione generale che l’allattamento ha un effetto protettivo nei confronti del cancro mammario. Per questo i ricercatori hanno pensato di studiare la popolazione di 'Positive' dal punto di vista dei comportamenti e dei modelli di allattamento, per dare risposte anche su questo aspetto importante dell’essere mamma.
"Il nostro studio - afferma Peccatori - lancia alle donne un messaggio chiaro: chi lo desidera, può allattare al seno senza paura di compromettere in qualche modo gli esiti della terapia oncologica o di aumentare le probabilità che la malattia si ripresenti. Possiamo inoltre affermare, sulla base dei dati, che l’allattamento dalla sola mammella che non ha subìto l’intervento non solo è possibile, ma è del tutto equivalente a quello bilaterale. Molte donne pensano che una sola mammella produca la metà del nutrimento necessario al neonato, ma non è così. La quantità di latte dipende da quanto spesso e quanto a lungo la mamma attacca al seno il suo bambino. Ciò detto, può accadere che alcune pazienti non provino il desiderio o non si sentano pronte ad allattare ed è perfettamente normale".
Tuttavia, "per molte di loro - prosegue Peccatori - l’allattamento ha un valore anche psicologico-relazionale, perché tramite questo momento riaffermano il legame a tu per tu con il bambino, proseguendo per qualche mese la relazione esclusiva della gravidanza. In Ieo siamo stati fra i primi a credere nella maternità dopo un cancro, che fino a pochi anni fa era un tabù in oncologia. Per questo oggi è per noi una immensa gioia, oltre che una grande soddisfazione, poter progettare insieme a molte delle nostre pazienti una maternità completa, allattamento compreso".
Lo studio - si legge - vanta la casistica più ampia mai studiata sull’allattamento al seno dopo un tumore: ha analizzato infatti oltre 300 partecipanti dello studio Positive, delle quali oltre il 60 % ha allattato al seno e in più della metà dei casi (52.6%) per più di 4 mesi. L’incidenza di eventi oncologici a due anni in questo gruppo è risultata equivalente a quella del gruppo delle donne che non avevano allattato: di poco superiore al 3% dei casi. "I dati hanno evidenziato che l’allattamento al seno è più frequente nelle donne che hanno avuto una chirurgia conservativa (quadrantectomia) rispetto a chi ha subìto una mastectomia. È segno - conclude Peccatori - che l’intervento di mastectomia incide maggiormente sulla immagine corporea femminile. In futuro dobbiamo quindi concentrarci per aiutare le donne a superare il trauma e la percezione di 'mammella estranea'".
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(Adnkronos) - È salvo per miracolo il gattino di appena 20 giorni trovato all'interno di una campana per la raccolta del vetro. È accaduto ieri sera, lunedì 1 settembre, a Perledo, in provincia di Lecco. Il felino era stato chiuso in un sacchetto di plastica e gettato tra i cocci.
Intorno alle 20.45, i vigili del fuoco hanno ricevuto una richiesta di aiuto da parte di una signora che era uscita per gettare alcune bottiglie di vetro e, avvicinandosi alla campana, aveva sentito dei miagolii che sembravano provenire dall'interno.
Una squadra dei vigili del distaccamento di Bellano è quindi giunta sul posto e, utilizzando una termocamera per individuare il punto, ha aperto un varco scoprendo, tra il cumulo di vetri rotti, il sacchetto con all'interno il felino. Per riuscire ad estrarre il cucciolo in sicurezza è stato necessario un intervento durato circa 2 ore. Alla fine il gattino è stato portato in salvo e consegnato ad un veterinario e ad una volontaria Enpa.
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(Adnkronos) - I Paesi europei che riconoscono lo Stato palestinese sperimenteranno il terrorismo in prima persona. Lo ha dichiarato il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir condannando la decisione del Belgio di riconoscere lo Stato palestinese.
"I Paesi europei che si abbandonano all'ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele c'era chi un tempo credeva a tali illusioni e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso", ha detto il ministro israeliano.
Leggi tutto: Israele, Ben-Gvir: "Chi riconosce lo Stato palestinese subirà il terrore"
(Adnkronos) - Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 6 che ha colpito la provincia di Kunar, nell'Afghanistan orientale. Sono 1.124 i morti e si contano almeno 3.251 feriti. Lo rende noto la Mezzaluna Rossa afghana che per quanto riguarda i danni materiali causati dal sisma, afferma che oltre ottomila case sono state distrutte.
Il governo dei Talebani ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché vengano inviati aiuti all'Afghanistan. Lo ha detto Sharafat Zaman, portavoce del ministero della Salute di Kabul, chiedendo aiuti internazionali per affrontare la devastazione causata dal terremoto. "Ne abbiamo bisogno perché qui molte persone hanno perso la vita e la casa", ha detto.
Leggi tutto: Terremoto in Afghanistan, salgono a 1.124 i morti e oltre 3200 feriti
(Adnkronos) - Un grido silenzioso, potente e visivo si leva dalla nuova Casa Sanlorenzo, il raffinato spazio culturale inaugurato in una villa anni '40 affacciata sulla Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia. È "Breathtaking", la mostra firmata da Fabrizio Ferri, fotografo di fama internazionale, che attraverso una serie di ritratti drammatici denuncia l'asfissia del pianeta sotto il peso della plastica. Ferri propone una riflessione sull'effetto devastante delle plastiche e delle microplastiche negli oceani: un'opera che evidenzia la stretta correlazione tra l'inquinamento dei mari e le conseguenze letali per la nostra vita.
Chiusi in veli di polimero trasparente, come intrappolati in una bolla mortale, 13 volti noti della cultura, dell'arte, della musica e del cinema - tra cui Sting, Willem Dafoe, Julianne Moore, Isabella Rossellini, Naomi Watts e Charlotte Gainsbourg - si fanno simboli viventi del soffocamento degli oceani. "Guardando immagini di animali marini uccisi dalla plastica, ho capito che non stiamo solo distruggendo gli oceani, ma stiamo uccidendo noi stessi", ha dichiarato Ferri, che ha concepito l'opera come un'esortazione alla consapevolezza collettiva.
Al centro dell'installazione, una bara trasparente piena d'acqua di mare accoglie i visitatori in un ambiente immersivo. Le grandi stampe, montate su una parete nera e fissate con chiodi di ferro battuto, amplificano la tensione visiva ed emotiva dell'opera. A suggerire il silenzio degli abissi, l'artista Marina Abramović ha proposto l'uso di cuffie insonorizzanti, contribuendo all'esperienza sensoriale dell'allestimento.
La mostra è il primo atto di Casa Sanlorenzo, nuovo hub culturale del brand nautico Sanlorenzo, progettato dal direttore artistico Piero Lissoni. Restaurata nel rispetto della sua storia architettonica, la villa è concepita come luogo di incontro tra design, sostenibilità e riflessione sociale.
"Con 'Breathtaking' apriamo le porte a un dialogo profondo sul futuro dei nostri oceani", ha dichiarato Massimo Perotti, Executive Chairman di Sanlorenzo. "Questa non è solo un'installazione. È una dichiarazione di intenti".
La mostra, curata da Geraldina Polverelli Ferri e Cristiano Seganfreddo, approda a Venezia dopo il debutto al Museo di Storia Naturale di Milano, dove ha totalizzato oltre 40.000 visite in un mese. Qui, durante il Festival del Cinema di Venezia e in concomitanza con la Biennale di Architettura 2025, "Breathtaking" si inserisce nel cuore pulsante della scena artistica internazionale. Tra gli interpreti dell’opera figurano, oltre ai già citati, Helena Christensen, Misty Copeland, Susan Sarandon, Gala Gonzalez, Bridget Moynahan e Carolyn Murphy. Le immagini, realizzate tra New York e l’Italia, sono il frutto di una produzione che ha coinvolto Nobile Agency, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e Credem Euromobiliare Private Banking.
(Adnkronos) - Shiva, nome d'arte di Andrea Arrigoni, è diventato papà per la seconda volta. Il rapper milanese e la compagna Laura Maisano hanno accolto il secondogenito Atlas, nato ieri, lunedì 1 settembre. Per la coppia, infatti, questo è il secondo figlio. I due sono diventati genitori per la prima volta il 25 novembre 2023 quando è nato il primogenito Draco.
Shiva ha condiviso una carrellata di foto scattate nel reparto di pediatria dell'ospedale San Raffaele, di Milano. Atlas è nato alle 8.30 del mattino ed è stato subito accolto dal fratellino che, come mostrano le foto condivise dal rapper, lo ha trasportato in giro per i corridoi.
Il nome dato al bambino ha suscitato subito la curiosità dei fan. Atlas, infatti, che significa 'resistere', e si riferisce al Titano Atlante della mitologia greca. Il nome simboleggia forza e resistenza.
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