Il 30 novembre, alle 17:30, l’aula consiliare di Sini ospiterà un incontro speciale per ricordare uno dei giornalisti più coraggiosi e intellettuali della nostra storia recente: Peppino Impastato. A distanza di quarantasei anni dalla sua morte, l’iniziativa organizzata dalla Biblioteca Gramsciana e dall’amministrazione comunale vedrà la partecipazione di Giovanni Impastato, il fratello, che interverrà per parlare della figura di Peppino e del suo legame indissolubile con la lotta contro la mafia.

Coordinato da Daniele Atzori e Giuseppe Manias, l’incontro non si limiterà a una riflessione sulla mafia degli anni ’70, quando Peppino Impastato fu assassinato a Cinisi, ma si allargherà anche alla realtà delle mafie di oggi. Questo dibattito risulta più che mai attuale, soprattutto alla luce delle recenti inchieste e della continua crescita delle forme di criminalità organizzata che, purtroppo, non sembrano diminuire.

Giuseppe Manias, della Biblioteca Gramsciana, ha dichiarato: “La voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone, di illuminare la strada. È una strada lunga, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull’omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c’è più. Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone.”

Il racconto di Giovanni Impastato sarà un momento cruciale per fare il punto della situazione delle mafie e delle antimafie in Italia. Da quarant’anni, Casa Memoria e il Centro Impastato, fondati dalla famiglia, sono in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Giovanni, raccogliendo il testimone di suo fratello, porterà la sua esperienza diretta e quella di chi, come lui, ha vissuto sulla propria pelle il dolore e la speranza di poter cambiare le cose.

Peppino Impastato, giornalista, attivista e voce contro il potere mafioso, fu un uomo che non solo scrisse e denunciò con fermezza, ma che pagò con la propria vita la sua lotta per la giustizia e per la verità. Oggi, a più di quattro decenni dal suo assassinio, il suo esempio continua ad ispirare generazioni di giovani e adulti impegnati nella difesa dei diritti umani, nella denuncia delle ingiustizie e nel contrasto alla mafia.