Roma

I familiari contestano la tesi del suicidio

L’inchiesta sulla morte di Stefano dal Corso, avvenuta nel carcere di Oristano, sarebbe stata riaperta dalla Procura oristanese e della vicenda adesso è stato chiamato ad occuparsi anche il ministro della giustizia Carlo Nordio. Marisa dal Corso, la sorella del detenuto deceduto il 12 ottobre dello scorso anno nell’istituto di reclusione di Massama,  stamane, insieme alla legale di fiducia Armida Decina, ha dato notizia delle nuove indagini nel corso di un incontro con i giornalisti tenutosi a Roma, alla Camera dei deputati, al quale hanno partecipato anche  Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, e il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti. E’ stato proprio Giachetti a presentare un’interrogazione parlamentare al ministro della giustizia Carlo Nordio. Ricordando il drammatico caso di Stefano Cucchi, il deputato di Italia Viva ha detto che “la verità deve essere certificata con elementi certi”.

La morte di Stefano dal Corso sinora è stata rubricata dalla Procura di Oristano come suicidio, non avendo ravvisato altre ipotesi investigative. Ma i familiari ritengono che Stefano dal Corso non avesse alcuna ragione per togliersi la vita. Hanno chiesto l’autopsia, però la loro istanza non è stata accolta. Adesso la ripropongono, introducendo alcuni nuovi elementi, legati a testimonianze.

Un detenuto avrebbe raccontato di un alterco tra la polizia penitenziaria e Stefano dal Corso, avvenuta il giorno prima della sua morte: “Stefano prese le difese di un uomo malato di diabete che da giorni chiedeva l’insulina”, riferisce l’agenzia Dire riportando le parole di Marisa dal Corso. “All’ennesimo diniego scaturì una forte discussione con gli agenti che dopo poco entrarono nella sua cella. Da quel momento in poi si sentirono solo le sue urla”.

Ci sarebbero anche alcuni file audio con testimonianze e ci sarebbe, inoltre,  il racconto di un’altra persona che avrebbe contattato Marisa dal Corso e di cui non è stata rivelata l’identità.

“Non vogliamo gettare la croce contro nessuno. Vogliamo che si giunga alla verità”, ha affermato stamane Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, da anni impegnata sul delicato fronte delle carceri italiane,  con innumerevoli iniziative.

Qui la conferenza stampa svoltasi stamane a Roma[1]

Interviene anche la garante. Anche la garante regionale  delle persone private della libertà, Irene Testa, ha chiesto alla procura di Oristano che si effettui l’autopsia sul corpo di Stefano del Corso: “Si tratta dell’unico strumento scientifico per comprendere come sono andate realmente le cose”, ha dichiarato  Testa.

La vicenda. Stefano dal Corso era stato rinchiuso nel carcere di Massama temporaneamente. Detenuto a Rebibbia, era arrivato in Sardegna per partecipare a un’udienza. Era stato trovato privo di vita in una cella dell’infermeria del carcere oristanese. Ad avvisare la famiglia del suo decesso, come riferito stamane a Roma, fu il parroco del carcere. Stefano dal Corso ha lasciato una figlia di sette anni.

Venerdì, 20 ottobre 2023

Fonte: Link Oristano


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