Cagliari

Dati poco confortanti nel Rendiconto sociale per il 2022

La Sardegna è una regione in affanno. Il tasso di occupazione cresce, anche se di poco, ma continua a rimanere al di sotto dei valori nazionali e il lavoro è distribuita quasi completamente  in micro aziende. Aumenta anche il numero delle pensioni corrisposte ma i loro importi sono fino al 25 per cento inferiori alla media degli assegni pensionistici pagati nel resto d’Italia.  Permane poi nell’isola il grave squilibrio tra entrate contributive e uscite per pensioni e prestazioni, a dimostrazione di una economia basata in gran parte sulle erogazioni previdenziali e assistenziali assicurate dall’Inps. 

È una fotografia con poche luci e molte ombre quella tracciata dal ‘Rendiconto sociale per il 2022’, elaborato dalla sede regionale dell’Inps e presentato ieri a Cagliari. Ad illustrare lo studio, condotto con l’apporto del servizio statistico attuariale dell’Inps, sono stati il presidente del comitato regionale dell’ente, Piero Agus, il direttore regionale Francesco Ciro Di Bernardo, e il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza, Roberto Ghiselli. All’incontro, coordinato dal giornalista Fabio Manca, è intervenuta anche Ada Lai, assessore regionale al lavoro.

Struttura demografica. Il report segnala il costante calo demografico dell’isola, con i decessi in crescita a fronte della  diminuzione delle nascite e al saldo zero dei flussi di immigrazione e emigrazione. I sardi si confermano fra i più longevi d’Italia ma la loro aspettativa di vita è calata nel 2020 (in coincidenza con l’epidemia da Covid) e ha visto una ripresa nel 2021.  Quasi un sardo su tre (il 26% della popolazione) ha più di 65 anni. Persone che  sommate alla fascia relativa ai giovani sotto i 14 anni costituiscono più del 36% dei cittadini non in età da lavoro. 

Il mercato del lavoro. Nel triennio 2019-2021 si è registrata una sensibile diminuzione del PIL legata all’emergenza epidemiologica da Covid. 

I settori dove è maggiormente distribuita la forza lavoro sono: commercio (9,9%), commercianti autonomi (10,6%), istituzioni dello Stato (10,1%), settore finanziario (9,7%), servizi alloggio e ristorazione (8,3%).

Particolarmente significativo il dato sulla distribuzione del numero di addetti: le microimprese (da 1 a 9 dipendenti) sono quelle che rappresentano circa il 97% del campione.

L’andamento occupazionale vede un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni.  Nel 2021 è stato pari a  16.842 e nel 2022 è stato di 7.939. 

Nel 2022, rispetto all’anno precedente, si è registrato un aumento complessivo di oltre 20.000 unità durante il periodo considerato (si è passati da 256.570 lavoratori nel 2021 a 277.317 lavoratori nel 2022). Ma il dato non comprende i lavoratori dell’agricoltura. 

Il tasso di occupazione in Sardegna è migliorato nel 2022 (46.8% rispetto al 45.9% del 2021) ma continua a rimanere di quasi cinque punti al di sotto del valore nazionale, che per il 2022 si attesta al 52.2%

Situazione analoga per il tasso di disoccupazione, diminuito nel 2022 di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, passando dal 13.5% all’11.5%.  Un dato che però è significativamente superiore a quello nazionale:  il 9,5% nel 2021 e l’ 8,1% nel 2022.

Costante il tasso di inattività, che esprime il rapporto tra le persone non appartenenti alle forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento, espresso per età e genere:  47,1 per cento contro il 43,2 percento della media nazionale.

Il dato regionale afferente alle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni, relativo ai non occupati e a coloro che sono al di fuori di percorsi di istruzione (NEET) è pari a 44.991, ovvero il 21.4% del campione, contro il 19% della situazione nazionale.

Entrate contributive. Tra riscossioni e recupero crediti e evasione contributiva sono stati incassati l’anno scorso 2.616.440.491 di euro.

Ammortizzatori sociali. Si è riscontrato un aumento dei beneficiari di ammortizzatori sociali per cessazione di rapporto di lavoro,  74.641 nel 2021 e 89.781 nel 2022.  La ripresa economica post Covid 19 ha visto nella regione la progressiva riduzione del ricorso alla cassa integrazione guadagni, che ha avuto un grande ruolo nel periodo della pandemia (18.022.934 ore nel 2021 e 1.891.849 ore nel 2022).

Prestazioni pensionistiche e previdenziali.  Nel periodo 2019-2022 il numero delle pensioni IVS liquidate ha subito lievi oscillazioni. Il 2020, in particolare, rimane l’anno con il maggior numero di pensioni liquidate. In Sardegna l’importo medio mensile delle Invalidità Vecchiaia Superstiti  liquidate, sia per le donne che pergli uomini, risulta però ridotto di almeno il 30% rispetto alla media nazionale.

Nel 2022 nella regione sono vigenti circa 426 mila pensioni IVS. Anche l’importo medio delle pensioni vigenti segue l’andamento delle pensioni liquidate, con importi regionali più bassi rispetto alla media nazionale.

L’importo medio delle pensioni vigenti in Sardegna, se si escludono i dipendenti pubblici, risulta decisamente più basso rispetto al dato nazionale: -19,32% per le donne e -19,17% per gli uomini nella Gestione FPLD; – 61,31% per le donne e -51,64% per gli uomini della Gestione parasubordinati; -13,11% per le donne e -25,02% gli uomini nelle Gestioni dei lavoratori autonomi. 

Gli importi di pensione sono diretta conseguenza dei livelli retributivi bassi e di una discontinuità occupazionale che caratterizzano in maniera endemica il mercato del lavoro nell’isola.

Prestazioni assistenziali e sociali.  Alla fine del 2022 risultavano in pagamento  125.397 prestazioni di invalidità civile (indennità di accompagnamento e pensioni di invalidità).

Per le misure di sostegno al reddito, (reddito e pensione di cittadinanza) nel 2022 sono state accolte e retribuite 38.804 domande. La maggior parte dei nuclei percettori risiede nella provincia di Cagliari (51,83% del totale).

Con riferimento all’assegno unico per i figli a carico, istituito a decorrere dal 1° marzo 2022, sono complessivamente circa 157.000 i nuclei familiari che lo ricevono.

Molto critica la situazione dei tempi di attesa della definizione delle domande di invalidità civile. Solo per l’accertamento sanitario si è registrato un periodo medio di 206 giorni, con il record della provincia di Oristano, con 278 giorni di attesa per la fase sanitaria e 79 giorni per quella amministrativa. Periodo più che doppio di quello registrato in Sardegna, con una media di 35 giorni. Dati che hanno subito un rilevante peggioramento nel 2023. 

Giovedì, 19 ottobre 2023

Fonte: Link Oristano


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