Cagliari

Lasciano l’isola anche altre persone coinvolte nell’inchiesta Monte Nuovo

In carcere da fine settembre, il primario di Terapia del dolore all’ospedale Marino di Cagliari, Tomaso Cocco, lascia Uta e viene trasferito nella casa circondariale di massima sicurezza Pagliarelli, a Palermo.

Cocco era finito in manette nell’ambito dell’operazione Monte Nuovo, assieme all’ex assessora regionale dell’Agricoltura Gabriella Murgia. Ad ottobre i legali del primario avevano presentato l’istanza di riesame, ma il medico non era stato scarcerato.

Trasferimenti anche per Giuseppe Mesina, nipote di Graziano (ora è a Civitavecchia), Nicolò Cossu (a Voghera) e Giovanni Mercurio (a Livorno). Ha lasciato il carcere di Sassari Tonino Crissantu, finito a Badu ‘e Carros. Tutti figurano nell’inchiesta, con ruoli diversi.

Il provvedimento è stato contestato dall’associazione Socialismo Diritti Riforme. “Il trasferimento dei detenuti in attesa di giudizio della cosiddetta inchiesta Monte Nuovo, da una parte all’altra della Penisola”, scrive Maria Grazia Caligaris, “si configura come un atto di arroganza da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che non rispetta il principio della territorialità della pena, essendoci in Sardegna istituti penitenziari destinati agli Alta Sicurezza 3 ,come Tempio e Massama”.

L’esponente di Sdr ha inoltre osservato che “nel caso del medico Tomaso Cocco, il trasferimento in Sicilia appare come un accanimento, visto che il Riesame aveva escluso la sussistenza dell’ipotesi di reato di associazione mafiosa”.

“Il Dap”, ha aggiunto Caligaris, “non può agire nei riguardi delle persone, specialmente se sono incensurate e in attesa di giudizio, come se fossero pacchi postali da collocare in un deposito, ignorando i familiari che per andare oltre Tirreno devono affrontare un viaggio lungo e dispendioso. C’è poi una questione che il capo del Dap deve affrontare con urgenza. I detenuti che vengono trasferiti non possono informare i familiari prima che il direttore dell’istituto penitenziario di destinazione abbia effettuato i controlli sul recapiti telefonici. Una circostanza paradossale. Come se non fosse già stato appurato e approvato dal carcere di provenienza. Ciò significa lasciare i familiari in stato di angoscia per la ‘sparizione’ improvvisa del congiunto, senza nessun altro vantaggio per il sistema. Un atto di barbarie inaccettabile”.

Maria Grazia Caligaris
Maria Grazia Caligaris

Martedì, 16 gennaio 2024

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Fonte: Link Oristano


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