
Sulle professioni non ordinistiche "nel contesto della legge 4 il legislatore non interviene con una regolamentazione diretta del settore ma favorisce un processo di autoregolamentazione volontaria, insiste su un processo di autodeterminazione. Sono le associazioni, i sindacati, le aziende e altri soggetti confindustriali a sedersi a un tavolo per stabilire requisiti di conoscenze, di abilità e di competenze delle figure professionali di settore. E' lì che si crea un processo virtuoso in capo al professionista: liberamente può decidere di vincolare la propria comunicazione con i clienti con altri professionisti ai vincoli della legge 4, può decidere autonomamente di associarsi a una delle associazioni iscritta negli elenchi del Mimit ai sensi della legge 4 e ottenere un attestatato associativo e infine terzo step può decidere di certificarsi in conformità a una norma tecnica. E la certificazione è vero non è richiesta da vincoli cogenti ma è uno strumento con il quale il professionista può dimostrare a tutti di avere dei requisiti e delle competenze che sono qualificati da un soggetto terzo e indipendente e non sono autodeterminati". Così Giacomo Riccio, technical project manager Uni, intervenendo a una tavola rotonda a Roma nel corso dell'evento 'Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità' sulle proposte di Manageritalia per la certificazione dei comunicatori.

"Il ruolo di risorse umane e comunicazione interna sono andate e cresciute sempre di pari passo. La comunicazione interna è stata sempre vista come sorella minore di quella esterna ma oggi è cresciuta e le aziende che hanno una visione ulteriore ci stanno investendo, ma soprattutto c'è una voglia di affidarsi al comunicatore interno, che ha necessità di avere competenze molto chiare. Fondamentale non solo comunicare ma fare in modo che il messaggio crea appartenenza e vicinanza all'azienda. Conoscere il target è fondamentale, ed è fondamentale il riconoscimento delle competenze di chi fa comunicazione e di chi fa comunicazione interna. Quindi ben venga la norma sulla certificazione". Così Martina Marmotta, hr e internal communication Italo, intervenendo a una tavola rotonda a Roma nel corso dell'evento 'Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità' sulle proposte di Manageritalia per la certificazione dei comunicatori.
E sul ruolo dell'Ia sottolinea che "l'Ia non credo che ruberà lavoro, in futuro lo ruberà a chi non saprà utilizzarla. Va governata, è una macchina, è un valido supporto ma bisogna conoscerla. E quindi formare e mettere in guardia sui rischi, anche per le nuove generazioni", conclude.

"La sussidiarietà e le idee che nascono dal territorio, e soprattutto dai nostri militanti, che sono militanti di una categoria superiore per l'impegno, la dedizione, la costante presenza che dimostrano, deve essere ancora più valorizzata". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della presentazione del piano triennale di Fondazione Fiera Milano, commenta l’iniziativa dei militanti della Lega di Brescia e Bergamo che hanno dato vita ad una raccolta firme per chiedere al segretario federale Matteo Salvini di individuare nel presidente uscente del Veneto Luca Zaia il referente del partito per le Regioni del Nord.
"Così come sono una persona garantista sempre -dice Fontana- allo stesso modo sono una persona che ritiene che sempre si debba valorizzare le richieste, le esperienze e le proposte che vengono dal territorio" In questo senso, "anche questa è una richiesta, una proposta del territorio che dovrebbe essere esaminata. Credo -ribadisce- che questa richiesta abbia la necessità di essere valorizzata e capita e che su questo si possa fare qualche discussione". In ogni caso, "io dico che la sussidiarietà deve essere alla base delle nostre decisioni".
A chi poi gli chiede se, al di là di Zaia, l’idea di un referente di partito sia una buona idea, il governatore lombardo risponde: "Secondo me sì, è anche un'ipotesi che ha un grande significato". E, "così come è stato nominato per il Sud (Claudio Durigon, ndr), credo che altrettanto e forse a maggior ragione debba esserne nominato uno per il Nord", per portare avanti "le istanze che noi stiamo portando avanti da sempre e che da sempre la Lega persegue, che sono i valori del territorio, dell'identità, della difesa e dell’evidenziazione di quelli che sono i problemi del Nord. Quei valori, cioè, per cui la Lega è nata".

"Per noi è una giornata storica, una vittoria importantissima, una vittoria dei genitori, un Ddl che rimette al centro l'articolo 30 della Costituzione sottolineando l'importanza della libertà educativa. Troppo spesso in questi anni i genitori si sono visti scavalcare all'interno delle scuole da associazioni politicizzate e ideologizzate che sono andati a insegnare argomenti legati all'affettività e alla sessualità dei nostri figli senza il consenso di noi genitori". Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, commenta così all'Adnkronos il via libera alla Camera del Ddl Valditara sul consenso informato in ambito scolastico, che obbliga le scuole a chiedere il consenso ai genitori per svolgere in classe attività extracurriculari in ambito sessuale, vietandone lo svolgimento alle materne e alle elementari.
"Questo Ddl - continua Coghe - prevede una nuova alleanza ancora più forte tra scuola e famiglia, molto semplicemente perché se ci saranno corsi extracurriculari legati all'affettività e alla sessualità, i genitori devono essere informati almeno sette giorni prima e devono concedere il loro consenso. Io penso che nessuno sia d'accordo sul fatto che al proprio figlio possa parlare uno sconosciuto sui temi della sessualità, soprattutto nella scuola". Lo scorso febbraio Pro Vita & Famiglia aveva lanciato la campagna nazionale "Mio Figlio No - Stop Gender nelle Scuole" per chiedere al Governo di agire a tutela della libertà educativa dei genitori, organizzando convegni e affissioni stradali in tutta Italia e lanciando una petizione popolare che ha superato le 51.000 firme.
"Questa legge è una legge di buon senso, democratica, garantista, liberale e non c'è nessun conflitto. Speriamo che diventi presto legge dello Stato con l'approvazione al Senato", conclude Coghe. A margine dell'approvazione, hanno raggiunto la delegazione Pro Vita & Famiglia davanti alla Camera i deputati Rossano Sasso (Lega), Maddalena Morgante, Grazia Di Maggio, Lorenzo Malagola e Alessandro Amorese (FdI).
Ffm, Bozzetti: "Dopo Olimpiadi stadio pattinaggio diventerà location per eventi più grandi d'Europa"

Lo stadio che ospiterà le gare di speed skating durante le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, all'interno dei padiglioni di Rho Fiera Milano, una volta terminati i Giochi è destinato a diventare la location per eventi più grandi d'Europa. Lo ha rivelato il presidente di Fondazione Fiera Milano, Giovanni Bozzetti, presentando il piano triennale 2026-2028 della Fondazione.
"Tra i progetti più rilevanti -spiega Bozzetti- c'è quello del 'Live Dome', dove con un investimento di 12 milioni di euro riconvertiremo lo stadio del pattinaggio di velocità olimpico nella più importante location per eventi d’Europa, capace di ospitare sino a 45mila spettatori". Ciò, avverte il manager, "consentirà a Fiera Spa di entrare in un nuovo segmento di mercato: i grandi eventi musicali, sportivi, congressuali e creerà un valore per il territorio di oltre 1 miliardo di euro".
"Da gennaio del 2027 -sottolinea poi- il 'Live Dome' sarà pronto per ospitare, anche d’inverno, grandi concerti in una superficie coperta, tenendo presente che l’impianto 'La Defense' di Parigi, che ospita fino a 40mila spettatori, diverrà il secondo impianto. E questo -conclude- rappresenta una grande heritage che Fondazione Fiera Milano lascerà all’Italia".
I lavori del nuovo centro di produzione Rai che sorgerà all'interno degli spazi del polo urbano di Fiera Milano, al quartiere Portello, procedono speditamente. "Le operazioni di bonifica e di rimozione dei materiali di risulta derivanti dalle demolizioni sono state completate tutte -spiega-; la gara è in fase di assegnazione, quindi stiamo scegliendo il contraente per la costruzione. Come sapete, poi, è già stato oggetto di delibera della Giunta comunale il permesso a costruire e domani verrà firmata la convenzione notarile con il Comune di Milano. Nel giro di qualche giorno riceveremo anche il permesso a costruire e poi, successivamente, faremo una presentazione del progetto in conferenza stampa, prima di Natale, anche insieme ai vertici Rai, al Comune e alla Regione, in cui saremo più dettagliati sul progetto".
"Il bando per assegnare i lavori è stato effettuato -aggiunge- è stata approvata la graduatoria da parte del comitato esecutivo e adesso c’è la fase negoziale con i primi due, che verrà completata a giorni, quindi avremo il contraente finale". "Siamo molto soddisfatti -commenta Bozzetti- tutte le aziende che erano state a suo tempo invitate, in un processo che va avanti da diversi mesi, hanno risposto con la presentazione di un’offerta. E abbiamo avuto anche offerte assolutamente in linea con le nostre previsioni di costi, anzi più ottimistiche rispetto a quanto immaginavamo, anche con i tempi di realizzazione".

'Salute, sostenibilità e nuove frontiere' è il titolo di una nuova serie vodcast che, non a caso, reinterpreta in chiave innovativa l'acronimo Ssn - di solito riferito al Servizio sanitario nazionale - dando voce ai protagonisti istituzionali, ai professionisti dell'industria, ma anche a esperti, cittadini e pazienti. L'obiettivo? Mettere sotto la lente il contributo che i vari stakeholder stanno dando al sistema per renderlo capace di rispondere alle crescenti richieste di salute, avendo attenzione alla sostenibilità, ma anche aprendo alle nuove frontiere della ricerca e della cura. (TRAILER[1])
Cinque puntate, 5 prospettive, un'unica sfida centrale: come costruire un Ssn e un futuro che sappia davvero garantire salute, sostenibilità e innovazione. Su questo si confronteranno gli ospiti che parteciperanno alla serie realizzata da Adnkronos in collaborazione con AbbVie, presto disponibile sui canali YouTube, Spotify e nella sezione Podcast di adnkronos.com.
Protagonista del primo episodio è il settore delle Life sciences, che comprende anche l'industria farmaceutica: una risorsa strategica per l'Italia non solo perché migliora la qualità della vita grazie allo sviluppo di terapie innovative e l'accesso ai farmaci, ma proprio perché, al tempo stesso, genera valore economico, sociale e competitivo per il Paese. Un'occasione per conoscere un comparto che non produce solo salute, ma crescita e opportunità, scoprendo le strategie utili a rispondere alle sfide che arrivano dal mondo globalizzato in termini di produzione e innovazione. Ma la salute pubblica non si fonda soltanto sulle terapie o sulle competenze dei professionisti sanitari. Per essere davvero accessibile, equa e moderna, ha bisogno di scelte politiche e regolatorie lungimiranti. Decisioni che nascono all'interno di sedi istituzionali, ai tavoli dove siedono molti attori - istituzioni, clinici, industria - e sempre più spesso anche i pazienti, attraverso le loro associazioni. A loro è dedicata una delle puntate della serie che esplora il ruolo dei Patient Advocacy Groups nei processi decisionali e nel dialogo con le istituzioni.
Un altro episodio affronta una trasformazione epocale ormai visibile agli occhi di tutti: il crescente ricorso ai social media per cercare risposte di salute. Ogni giorno migliaia di persone si informano su Instagram e TikTok, tra caroselli di autodiagnosi e reel di consigli più o meno affidabili. Il bisogno di orientamento è forte: come garantire, allora, una comunicazione sanitaria corretta, efficace e responsabile? Il vodcast prova a rispondere anche a questa domanda.
Il percorso amplia poi lo sguardo sulla ricerca: negli ultimi vent'anni l'aspettativa di vita è cresciuta e la mortalità per malattie croniche si è ridotta del 40%. A determinare questi risultati c'è soprattutto l'innovazione diagnostico-terapeutica sostenuta anche dalla ricerca clinica italiana, un'eccellenza che merita di essere rafforzata e valorizzata. Infine, la serie dedica una puntata al cambiamento culturale in atto nei luoghi di lavoro. Le persone oggi cercano, oltre a una retribuzione adeguata, un impiego capace di contribuire al loro benessere psicofisico. Il lavoro non è più solo lavoro: è parte integrante della salute. Come possono le organizzazioni e le istituzioni rispondere a queste nuove esigenze? Su questo si confronteranno gli esperti nel vodcast che prova a raccontare l'evoluzione del sistema salute attraverso la voce dei protagonisti.
All'epoca era minorenne, prima udienza il 22 gennaio 2026...
Centrodestra alza barricate su regolamento, rinvio dopo l'Aula...
Scuole, per occupazione bene Mattei, Marconi, Gramsci e Martini... 
I referti di anatomia patologica sono sempre più importanti nella pratica clinica anche per indirizzare le terapie, fornire prognosi precise e favorire così la medicina di precisione. In Italia solo il 35% dei laboratori di anatomia patologica è completamente digitale e in grado di preparare diagnosi al monitor: il ricorso esclusivo al 'vetrino digitale' non è quindi ancora garantito sull'intero territorio nazionale. L'ammodernamento non è più rinviabile in quanto le nuove tecnologie, a partire dall'intelligenza artificiale, stanno trasformando rapidamente il lavoro degli specialisti. E' uno dei temi principali del 10° Congresso triennale della Società italiana di anatomia patologica e citologia diagnostica (Siapec-Iap), che si apre oggi a Milano e vede riuniti per 4 giorni oltre 900 specialisti provenienti da tutta Italia.
"Fino a pochi anni fa ci limitavamo a individuare la malattia attraverso analisi di campioni di tessuto e di cellule prelevate dall'organismo - sottolinea Filippo Fraggetta, presidente della Siapec-Iap - Ora alla patologia siamo in grado di associare tutta una serie di parametri che consentono una maggiore personalizzazione sia della diagnosi che dei trattamenti. Il ricorso alla medicina di precisione già avviene per i tumori solidi e del sangue, le patologie infiammatorie croniche dell'intestino, le malattie autoimmuni e reumatologiche o i trapianti d'organo. La nostra attività non è più limitata a semplici analisi di laboratorio eseguite al microscopio. Alcuni laboratori di anatomia patologica stanno approfittando delle risorse previste dal Pnrr per riammodernare le proprie tecnologie e passare finalmente dall'analogico al digitale. Bisogna però accelerare nell'implementazione della digitalizzazione di tutte le strutture sanitarie, che devono essere in grado di accogliere le innovazioni portate dall'Ia".
"Gli anatomo-patologi devono rispondere alle sempre maggiori richieste di informazioni che arrivano dalla pratica clinica ordinaria - prosegue Fraggetta - Riscontriamo tuttavia nel nostro lavoro non solo alcune carenze tecnologiche, ma anche ridotte risorse umane. Il numero degli specialisti è insufficiente e ciò può rendere più difficile il lavoro di interi reparti ospedalieri. Ci sono stati anni accademici, nelle facoltà di Medicina, in cui solo il 30% dei posti delle scuole di specializzazione veniva effettivamente occupato. Nel 2025-26 vi è stata una positiva inversione di tendenza e siamo arrivati a quasi il 70%. La carenza di professionisti - precisa - può essere solo in parte colmata dal ricorso alle nuove tecnologie".
"Dobbiamo rendere più attrattiva la nostra disciplina a partire dalle scuole di Medicina - osserva Angelo Paolo Dei Tos, presidente eletto Siapec-Iap - Un'altra priorità dei prossimi anni deve essere incrementare l'automazione dei servizi di anatomia patologica sull'intero territorio nazionale. La robotica e altri sistemi automatici possono efficientare e migliorare l'intero percorso di preparazione e analisi dei campioni di tessuto. L'obiettivo finale resta quello di generare referti più accurati che consentano la migliore selezione dei trattamenti e delle terapie. Un esempio concreto di questa indispensabile innovazione è rappresentato dall'oncologia di precisione. La caratterizzazione delle alterazioni genetiche dei tumori e dell'individuo sono capisaldi della battaglia contro il cancro - evidenzia - Come anatomo-patologi siamo al centro dei team multidisciplinari e ci interfacciamo costantemente con gli altri clinici, durante l'intero percorso di cura. Attraverso il confronto con le diverse figure professionali forniamo la corretta interpretazione dei dati morfologici e molecolari, e favoriamo una scelta più adeguata delle strategie terapeutiche".
Al termine del congresso di Milano - informa la società scientifica in una nota - ci sarà l'elezione del nuovo direttivo nazionale che guiderà per il prossimo triennio la Siapec-Iap. Sono inoltre previste le relazioni dei 24 diversi gruppi di studio della società scientifica, che presenteranno gli aggiornamenti relativi al lavoro svolto negli ultimi anni. "Ampio spazio dell'evento è dedicato ai giovani specialisti - spiega Emanuela Bonoldi, del comitato organizzatore del 10° Congresso nazionale Siapec-Iap - Rappresentano infatti una preziosa risorsa per la Siapec-Iap e per l'intero sistema sanitario nazionale. Non solo nella pratica clinica quotidiana, ma anche nella ricerca medico-scientifica, l'anatomo-patologo può dare un contributo fondamentale. Le nuove metodiche e tecnologie consentono di far emergere dati molto specifici per uno studio più dettagliato di ogni singolo caso di patologia. Sono tutte informazioni preziose - conclude - per affinare gli strumenti diagnostici-terapeutici finora disponibili o crearne di nuovi e più efficienti".
Condanna anche per un secondo imputato, assolti altri sei... 
Nasce Acs Group, il nuovo polo tecnologico che riunisce e coordina le aziende del mondo Acs in un’unica realtà, capace di offrire soluzioni e risposte integrate nei campi dell’Information Technology, dell’Intelligenza Artificiale, del software gestionale, della cybersecurity, della comunicazione visiva e dei servizi digitali. Un passo strategico che formalizza e dà visibilità a un percorso di crescita e di specializzazione iniziato anni fa, e che oggi diventa una struttura condivisa, capace di offrire alle imprese italiane un punto di riferimento unico per la trasformazione digitale. Acs Group nasce dall’integrazione di competenze già fortemente sinergiche e complementari, che ora trovano una casa comune: una rete di eccellenze che si unisce per dare vita a un ecosistema tecnologico completo, in grado di accompagnare le aziende in ogni fase del loro percorso di digitalizzazione.
"La nascita di Acs Group - dichiara Luis Plunger, presidente di Acs Group - dà forma a un ecosistema che negli anni abbiamo costruito con impegno e visione. Oggi superiamo i 90 milioni di euro di fatturato, contiamo più di 550 collaboratori e operiamo in oltre dieci sedi: un insieme di società specializzate che condividono valori, competenze e una cultura orientata all’innovazione. Con Acs Group vogliamo offrire al mercato un’identità chiara e autorevole, capace di valorizzare le nostre aziende, sostenere la loro crescita e rappresentare un punto di riferimento affidabile per la trasformazione digitale delle imprese".
Il nuovo gruppo riunisce realtà già affermate e complementari: Acs Spa., punto di riferimento nel mondo It con soluzioni Cloud, Modern Work, Cybersecurity e Intelligenza Artificiale e Smart Factory ; Infominds Spa, specializzata nello sviluppo di software gestionali Erp, Crm e soluzioni verticali per i diversi settori; Printyway Spa, attiva nelle Managed Print Solutions; Infinitys Spa, protagonista nel Digital Signage e nella comunicazione visiva e Consisto, partner esperto in soluzioni web e strategie digitali. Insieme formano una piattaforma di servizi integrata che consente a clienti pubblici e privati di accedere a tecnologie, consulenze e soluzioni innovative attraverso un approccio coordinato e sinergico.
"Negli anni Acs - afferma Elia Plunger, Managing Director di Acs - è diventata per molte imprese un punto di riferimento naturale: la realtà a cui rivolgersi quando c’era un’esigenza, un problema, una sfida tecnologica da affrontare. Con Acs Group vogliamo unire la forza in tutte le aziende del nostro ecosistema per affrontare sempre meglio le sfide digitali dei nostri clienti. Il nostro obiettivo è chiaro: essere tra i primi nomi che un’impresa prende in considerazione quando pensa alla propria trasformazione digitale a 360 gradi. Oggi mettiamo a sistema competenze diverse, dalla cybersecurity al big data, dall’infrastruttura It all’intelligenza artificiale, dai software gestionali alla smart factory, fino alla stampa gestita e alla comunicazione digitale, mantenendo intatti i valori che ci hanno sempre guidato: vicinanza, responsabilità e un approccio realmente orientato al servizio. Non ci limitiamo a fornire soluzioni: accompagniamo le aziende nei loro percorsi di crescita, consapevoli del ruolo che rivestiamo e dell’impatto che la tecnologia può generare sul loro futuro".
L’obiettivo di Acs Group è rappresentare, connettere e valorizzare le competenze già presenti, creando un marchio ombrello riconoscibile e solido sul mercato nazionale. La nascita del gruppo consente di rendere visibile ciò che era già realtà - un sistema integrato di aziende specializzate - rafforzando l’identità comune, la reputazione e la capacità di incidere sui processi di innovazione del Paese. Una storia che affonda le sue radici nella visione di Acs Data Systems, azienda nata in Alto Adige e cresciuta negli anni come punto di riferimento per la digital transformation nell’intero territorio italiano e internazionale, con una rete di sedi che, a livello di gruppo, si espande da Bolzano a Bologna, da Venezia a Trento, da Verona a Milano e Salerno fino alla sede di Monaco di Baviera, con un piano di crescita che guarda al futuro.
Realtà di rilievo nazionale e internazionale quali Melinda, Forst, La Sportiva, Gruppo Generali, hanno già scelto Acs Group come partner strategico nei propri percorsi di evoluzione digitale. Acs Group è un gruppo in espansione, che continua a investire in innovazione e talenti: sono molte le posizioni aperte per nuovi collaboratori che vogliono contribuire a costruire il futuro digitale delle imprese italiane.

Che Meghan Markle fosse un osso duro lo si sapeva già. Ma non fino al punto da poter fare causa al principe William una volta diventato re. Secondo Woman's Day, se il futuro sovrano britannico dovesse decidere di toglierle il titolo di duchessa di Sussex, la moglie del principe Harry "non si arrenderebbe senza combattere". Una fonte ha dichiarato alla rivista australiana: "Se William ci provasse, lei penserebbe che è una questione personale. Si sta consultando con diversi esperti legali per capire quali strategie adottare per mantenere il suo cognome ('Sussex', ndr).
"Non c'è dubbio - spiega la fonte - che in diverse occasioni il re abbia opportunamente chiuso un occhio sul modo in cui lei sfruttava il suo titolo: invia addirittura dei buoni regalo con la scritta 'Sua Altezza Reale'". Intervenendo in un podcast ad agosto, Meghan aveva dichiarato: "Il mio nome legale è Meghan, duchessa di Sussex, ma per noi Sussex è il cognome della nostra famiglia ed è il nome che condividiamo con i nostri figli. Da quando sono sposata, mi chiamano così".
La regina Elisabetta aveva concesso al principe Harry e a Meghan i titoli di duca e duchessa di Sussex quando si sono sposati nel 2018, e la coppia ha poi deciso di adottare il cognome Sussex per sé e per i propri figli. Tuttavia, i bambini Archie e Lilibet hanno il cognome Mountbatten-Windsor sui loro certificati di nascita. La decisione di Meghan Markle di consultare esperti legali negli Stati Uniti per prepararsi a un'eventuale decisione del principe William, volta a privare lei e il marito dei titoli reali, potrebbe essere stata presa in seguito alla punizione straordinaria inflitta da re Carlo al fratello Andrew Mountbatten-Windsor, a cui ha tolto tutti i titoli, tra cui il prezioso titolo di principe e duca di York. Un rischioso precedente per la duchessa.
Secondo fonti interne, una volta diventato re, William adotterebbe una linea molto più dura del padre nei confronti di tutti coloro che mancano di rispetto o sminuiscono la monarchia. E si stanno diffondendo voci secondo cui il futuro sovrano agirà contro i Sussex in California. Non c'è alcuna indicazione che Harry non sarebbe più un principe come lo zio caduto in disgrazia, ma gli altri titoli della famiglia potrebbero essere a rischio.

“Negli anni Sessanta bastavano 100 metri di profondità per far pensare a una condizione di piena sicurezza. Oggi non è più così”. Lo ha affermato Giuseppe Berutti Bergotto, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, nel suo intervento al panel dedicato alla sicurezza della dimensione subacquea, nell’ambito della conferenza Space&Underwater – Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity, ospitata nei Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri 'Salvo D’Acquisto', a Roma. Berutti Bergotto ha spiegato come l’evoluzione tecnologica abbia reso vulnerabili infrastrutture un tempo considerate protette.
“Abbiamo collocato nei fondali marini le nostre dorsali di comunicazione, le reti energetiche e perfino i data center progettati per ridurre i costi di raffreddamento”, ha aggiunto. Berutti Bergotto ha ricordato che attività apparentemente ordinarie, come pesca e ancoraggi, rappresentano la principale causa di danneggiamento dei cavi sottomarini, “ma in queste statistiche c’è già un 10% di casi che non si sa bene come interpretare e che potrebbero indicare episodi di sabotaggio”. Da qui la necessità di una capacità operativa integrata che unisca sensori, mezzi subacquei e centri di comando in un’unica rete informativa: “La priorità è interconnettere tutti i sistemi, militari e civili, che operano nel mondo subacqueo”.
Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare ha illustrato anche l’operazione 'Fondali Sicuri', definendola “l’elemento abilitante della nostra strategia”, perché coordina assetti militari, operatori istituzionali e attori commerciali in una rete di sorveglianza avanzata. Centrale anche il ruolo del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea: “In due anni ha emesso oltre 20 bandi, coinvolgendo più di 250 realtà, tra grandi industrie, PMI, università e centri di ricerca”. Tra le attività più innovative, Berutti Bergotto ha citato i progetti per sfruttare i cavi sottomarini come sensori: “I cavi per telecomunicazioni possono diventare strumenti di monitoraggio, capaci di segnalare anomalie, tracciare movimenti o perfino fornire preavvisi di tsunami”.

Alla 2ª edizione della conferenza Space&Underwater – Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity, ospitata nei Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri 'Salvo D’Acquisto' a Roma, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha inviato un messaggio sottolineando la centralità strategica dei nuovi domini spaziale e subacqueo. “Solo il 27,3% dei fondali marini è oggi mappato con precisione. Eppure, dagli abissi dipendono sicurezza energetica, comunicazioni e accesso a risorse critiche - ha affermato, ricordando che nel Mediterraneo - corrono oltre 2.500 km di gasdotti, che diventeranno più di 4.000 con il progetto EastMed, e transitano alcune delle principali dorsali di dati del pianeta”.
Crosetto ha richiamato le prospettive economiche del settore, con “un mercato globale che raggiungerà i 300 miliardi di euro entro il 2030”, e ha rimarcato come la competizione si stia spostando verso gli abissi e l’orbita: “È negli abissi che si giocheranno nuove sfide tecnologiche, industriali ed economiche”. Sul fronte nazionale, ha ricordato che l’Italia “ha istituito l’Agenzia per la Sicurezza Subacquea e definito oltre 8 miliardi di euro di investimenti al 2039”, mentre la filiera industriale “ha registrato una crescita del 65% in tre anni”. Ampio il riferimento al dominio spaziale: “Le infrastrutture orbitali rappresentano la spina dorsale di servizi essenziali e sono obiettivi sensibili a minacce ibride sempre più sofisticate”, ha dichiarato, indicando la necessità di rafforzare autonomia e capacità europee.
Centrale anche il tema cyber: “Nel primo semestre 2025 abbiamo osservato un +53% di attacchi cyber e un +98% di incidenti con impatto confermato”, con le Pmi come bersaglio più vulnerabile. Da qui l’esigenza di un salto di qualità: “Integrazione tra dominio cyber ed elettromagnetico, sviluppo di capacità militari dedicate, istituzione di una riserva cyber e creazione di un Centro nazionale per il contrasto alla guerra ibrida”, struttura che secondo il ministro “dovrebbe contare almeno 5.000 specialisti”. “Viviamo un’epoca in cui fondali marini e spazio orbitale sono diventati snodi essenziali per la sicurezza, la resilienza economica e la libertà delle nostre democrazie”, ha concluso Crosetto, augurando ai partecipanti “un’edizione ricca di riflessioni, collaborazioni e visioni per il futuro del nostro Paese”.

La cooperativa sociale Alboran, realtà attiva da oltre trent’anni nei progetti di inclusione lavorativa per persone con disabilità e fragilità, lancia 'Extra ordinary-accademia di cucina', un’iniziativa ideata per valorizzare i talenti straordinari attraverso la formazione professionale e favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto è sostenuto da Sanpellegrino, azienda di riferimento nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, e realizzato in collaborazione con Congusto institute, scuola di cucina professionale accreditata da Regione Lombardia.
L’iniziativa nasce per offrire un’opportunità concreta di formazione e favorire l’inserimento lavorativo a persone con disabilità, appartenenti alle categorie protette ai sensi della Legge 68/99. Attraverso un corso gratuito di 110 ore, dal novembre 2025 a febbraio 2026, i partecipanti potranno sviluppare competenze professionali nel campo della ristorazione e della preparazione alimentare, accompagnati da chef professionisti, un mentor d’aula dedicato e un team di formatori esperti. Il percorso - che unisce lezioni teoriche, attività pratiche e momenti di confronto con le aziende - si terrà presso il campus milanese di Congusto institute, una delle realtà di riferimento nel settore, dotata di laboratori all’avanguardia e impegnata nella promozione della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale.
“Con Extra ordinary vogliamo offrire un’occasione concreta per dimostrare che il talento non ha barriere e che nella straordinarietà di ogni persona si nasconde una risorsa preziosa per la comunità. Come cooperativa, lavoriamo ogni giorno per costruire modelli sostenibili di inclusione lavorativa, trasformando la fragilità in opportunità. Questa iniziativa ci permette di rafforzare la nostra missione e di proporre un percorso replicabile, capace di generare impatto reale nel tempo”, ha dichiarato Andrea Vanini, presidente di Alboran cooperativa sociale.
“Con Extra ordinary - ha spiegato Michel Beneventi, amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino vogliamo aggiungere un ulteriore tassello al nostro impegno nel promuovere un modello di impresa che crea valore condiviso per le persone e le comunità. Crediamo che ogni talento meriti di essere riconosciuto e valorizzato, e che il lavoro sia uno strumento fondamentale di inclusione sociale. Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra impresa, terzo settore e mondo della formazione, in grado di generare un impatto positivo duraturo sul territorio”.
L’iniziativa, oltre a fornire una certificazione professionale riconosciuta da Regione Lombardia (profilo 'cuoco-eqf 3 e 4'), prevede momenti di incontro con aziende del settore per facilitare la conoscenza reciproca e promuovere opportunità di tirocinio o inserimento lavorativo al termine del percorso formativo. Le imprese coinvolte riceveranno anche un supporto di consulenza sull’accessibilità dei luoghi di lavoro e sulle buone pratiche di inclusione, contribuendo così a un cambiamento culturale e organizzativo più ampio. Grazie alla collaborazione tra Alboran cooperativa sociale e la rete di enti pubblici, imprese e centri per l’impiego, il progetto mira a costruire un modello replicabile di inclusione e valorizzazione dei talenti straordinari, capaci di arricchire con le loro competenze il mondo della ristorazione.
Il sostegno al progetto 'Extra ordinary', si inserisce nel più ampio impegno di Sanpellegrino come 'force for good' nella società, con l’obiettivo di generare valore per le persone, le comunità e il pianeta. Con una storia di oltre 125 anni, il Gruppo promuove non solo la qualità dei propri prodotti ma anche iniziative di responsabilità sociale che favoriscono la crescita economica e culturale dei territori in cui opera, sostenendo progetti di educazione, formazione e tutela delle risorse naturali.

Cresce la sintonia tra Andrea Delogu e Nikita Perotti a Ballando con le stelle e il pubblico continua a interrogarsi: tra i due c'è solo intesa nel ballo o qualcosa di più? Puntata dopo puntata, la coppia sembra sempre più affiatata alimentando curiosità e supposizioni.
A mettere benzina sul fuoco sono arrivate le dichiarazioni del maestro di ballo ospite a La volta buona[1], dove Perotti ha ribadito il rapporto speciale con la conduttrice: "Andrea è una persona magnifica, fantastica. Farò di tutto e per sempre per farle tornare il sorriso. Certo che penso di arrivare alla vetta, per tutto quello che sta facendo Andrea se lo merita. Io però ho già vinto dal primo giorno in cui l'ho incontrata".
Ma non è finita qui. In una clip di Ballando segreto, Delogu ha svelato un dettaglio che non è sfuggito ai fan della coppia. La conduttrice televisiva ha raccontato, che la madre Titti, avrebbe chiesto al ballerino quale menù preparargli in vista di un invito a pranzo. "Sei viziato, un privilegiato", ha scherzato Andrea. "Saranno gli occhioni dolci", ha replicato Nikita.
A consegnare l'onorificenza l'ambasciatore Inigo Lambertini... 
Pandoro o panettone? Ogni Natale la scena si ripete: bisogna scegliere il dolce da mettere in tavola e ci si ritrova a prendere posizione in uno dei dilemmi più classici delle festività. E, se il dibattito in famiglia resta acceso, nel grande derby delle feste il pandoro si afferma come il campione indiscusso. E' quanto emerge da un'indagine dell'Osservatorio Shopping di DoveConviene, l'app che semplifica lo shopping facendo risparmiare tempo e denaro, secondo cui il 52% degli italiani preferisce il dolce di Verona al panettone, scelto invece dal 32% dei consumatori. A seguire, nella classifica dei dessert natalizi irrinunciabili, l'8% elegge il torrone come dolce simbolo delle feste, mentre un altro 4% sceglie il goloso tronchetto di Natale.
Entrando nel dettaglio delle varianti, la maggior parte degli amanti del pandoro resta fedele alla versione classica (65%). Quasi 1 su 4 (23%) si lascia invece tentare dalle farciture, mentre oltre 1 italiano su 10 (12%) non resiste invece alla variante arricchita dal cioccolato. Anche quando si tratta di panettone, il classico con canditi resta la scelta preferita dei consumatori (70%), sebbene il 30% non rinunci a un tocco di golosità extra, tra creme (18%) e scaglie di cioccolato (12%).
Se dunque, per gli italiani, tradizione e dolcezza non possono mancare sulla tavola natalizia, purtroppo il conto finale della spesa rischia di essere, per molti, un po' troppo salato. Basti pensare che, solo negli ultimi due anni, i prezzi del panettone e del pandoro hanno subito un rincaro rispettivamente del +13% e del +11%. Non sorprende che, in fase di acquisto del proprio lievitato preferito, oltre 1 italiano su 3 (34%) guardi prima al prezzo. E, se il marchio rappresenta un fattore di acquisto determinante per il 26% degli italiani, in verità le promozioni la fanno da padrona: infatti, se l'etichetta preferita non è in sconto, il 43% degli italiani ne cerca un'altra in promozione, mentre quasi 1 consumatore su 5 (23%) acquista unicamente prodotti in offerta, senza considerare il brand.
Guardando ai canali di acquisto, la spesa natalizia di molti consumatori passerà dalla grande distribuzione organizzata, per intercettare prodotti più convenienti e offerte favorevoli: l'86% dei consumatori, difatti, acquisterà pandori e panettoni in supermercati e ipermercati. Solo il 10% degli italiani si affiderà alle pasticcerie, andando alla ricerca di prodotti artigianali.
Nel complesso, emerge una fotografia che delinea un consumatore che, per non rinunciare al dolce che da sempre rende speciale il Natale, rimane orientato a trovare il giusto equilibrio tra gusto e convenienza.
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



