
(Adnkronos) - È di un morto e tre feriti gravi il bilancio di uno scontro frontale avvenuto poco prima dell'alba a Villasor, nella Città metropolitana di Cagliari. Lungo la Statale 196 una donna alla guida di una Fiat 500 si è scontrata con un'Alfa Romeo 159 su cui viaggiavano tre uomini. L'impatto è stato molto violento e un 45enne di Serramanna ha perso la vita sul posto.
Le altre tre persone coinvolte nell'incidente sono state trasportate in codice rosso negli ospedali di Sanluri e Cagliari. Oltre ai soccorritori del 118 e i vigili del fuoco, sono intervenuti i carabinieri delle Stazioni di Nuraminis e Serramanna, che stanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica.
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(Adnkronos) - Uno scontro frontale tra due auto e un trattore con rimorchio ha causato la morte di un uomo di 72 anni, il ferimento di una giovane madre e della sua bambina di due anni, e il ribaltamento dei mezzi coinvolti. Il drammatico incidente è avvenuto intorno alle 19:30 di ieri martedì 7 ottobre sulla strada provinciale delle Collacchie, nel comune di Scarlino, in provincia di Grosseto, all'altezza del bivio per Punta Ala.
Secondo una prima ricostruzione, il suv guidato dal 72enne avrebbe effettuato una manovra di sorpasso, superando un'auto su cui viaggiavano la donna con la sua bambina. Durante il sorpasso, l’uomo non si sarebbe accorto della presenza del trattore agricolo che sopraggiungeva in direzione opposta, finendo frontalmente contro il mezzo.
L’impatto è stato violentissimo: entrambe le auto si sono ribaltate. Il conducente del suv è deceduto sul colpo. Un altro uomo è rimasto incastrato tra le lamiere del trattore ed è stato liberato dai vigili del fuoco, intervenuti insieme alle squadre del 118. La madre e la bambina, subito soccorse, sono state trasportate in codice minore all’ospedale di Grosseto. Le loro condizioni non destano preoccupazione. Sul posto sono intervenute ambulanze della Misericordia e della Croce Rossa di Castiglione della Pescaia, un’automedica da Follonica e le forze dell’ordine, che hanno avviato i rilievi per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente.
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(Adnkronos) - L'Unione Europea sta subendo una "guerra ibrida" e deve "rispondere" alla Russia. A lanciare l'avvertimento è la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, parlando a Strasburgo nella plenaria del Parlamento Europeo.
"Nelle ultime due settimane - ha ricordato - caccia Mig hanno violato lo spazio aereo dell'Estonia e i droni hanno sorvolato siti critici in Belgio, Polonia, Romania, Danimarca e Germania. I voli sono stati bloccati, i jet sono stati fatti decollare e sono state dispiegate contromisure per garantire la sicurezza dei nostri cittadini".
L'Ue è "al fianco di ogni Stato membro preso di mira. Insieme, preserveremo la pace ovunque sia minacciata. Non devono esserci dubbi: questo fa parte di un preoccupante modello di minacce crescenti. In tutta la nostra Unione, cavi sottomarini sono stati tagliati, aeroporti e hub logistici paralizzati da attacchi informatici e le elezioni sono state prese di mira da campagne di influenza maligne. Questi incidenti sono destinati a permanere nel crepuscolo della deniability, la negabilità. Non si tratta di molestie casuali. È una campagna coerente e in crescita per turbare i nostri cittadini, mettere alla prova la nostra determinazione, dividere la nostra Unione e indebolire il nostro sostegno all'Ucraina. Ed è ora di chiamarla con il suo nome. Questa è guerra ibrida".
Per chi "ancora dubita", continua, "guardate cosa sta succedendo. Un incidente potrebbe essere un errore. Due, una coincidenza. Ma tre, cinque, dieci? Questa è una zona grigia deliberata e mirata, una campagna contro l'Europa. E l'Europa deve rispondere. Dobbiamo indagare su ogni incidente. E non dobbiamo esitare ad attribuire la responsabilità. Perché ogni centimetro quadrato del nostro territorio deve essere protetto", sottolinea.
Contro la "minaccia russa", l'Ue deve mantenere "l'unità", la "determinazione" e dotarsi di una "deterrenza" maggiore, continua quindi la presidente della Commissione Europea.
"Affrontare la guerra ibrida russa - afferma - non riguarda solo la difesa tradizionale. Riguarda software per droni e pezzi di ricambio per oleodotti. Sono necessarie squadre di risposta informatica rapida e campagne di informazione pubblica per diffondere la consapevolezza. Questo richiede una nuova mentalità per tutti noi. Dobbiamo essere pronti a uscire dalla nostra zona di comfort".
Secondo von der Leyen, "dobbiamo esplorare nuovi modi di fare le cose. E, soprattutto, dobbiamo scoraggiare chiunque cerchi di farci del male. La scelta che abbiamo davanti è semplice. Possiamo tirarci indietro e guardare le minacce russe crescere, oppure affrontarle con unità, deterrenza e determinazione. So da che parte staremo", conclude.
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(Adnkronos) - Questa mattina il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato sottoposto a un intervento chirurgico presso l’Ospedale Fatebenefratelli. L’operazione, eseguita con successo, ha comportato - riferisce il Ministero della Difesa - l’asportazione di tre neoplasie al colon (polipi). Il ministro è in buone condizioni. Si attende ora l’esito dell’esame istologico.
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(Adnkronos) - L'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero e consigliere per il Medio Oriente, Jared Kushner, sono arrivati a Sharm el Sheikh, in Egitto, per partecipare ai colloqui indiretti tra Israele e Hamas volti a raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha reso noto Barak Ravid di Axios.
Witkoff e Kushner sono stati gli ideatori del piano in 20 punti di Trump, che prevede, tra le altre condizioni, un ritiro graduale di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti entro 72 ore dall'inizio di una tregua.
Il tycoon li ha incontrati martedì, prima della partenza ha riferito Axios, precisando che Witkoff e Kushner hanno fatto il punto sulle trattative in corso a Sharm el-Sheikh nel corso di una riunione allargata anche al vice presidente Jd Vance, al segretario di Stato americano Marco Rubio, e al capo di gabinetto, Susie Wiles.
Intanto Trump ha dichiarato che esiste una "reale possibilità" di un accordo di pace a Gaza, mentre i negoziatori di Hamas e Israele hanno tenuto colloqui indiretti nel secondo anniversario dell'attacco del 7 ottobre. "C'è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale parlando insieme al primo ministro canadese Mark Carney e aggiungendo che anche i negoziatori statunitensi sono coinvolti nei colloqui.
"Abbiamo molto potere, faremo tutto il possibile per garantire che tutti aderiscano a questo accordo", ha aggiunto, rispondendo a una domande sulle garanzie che eventualmente possono essere attuate affinché, in caso di accordo, Israele non riprenda l'offensiva nella Striscia di Gaza dopo il rilascio degli ostaggi israeliani.
Hamas dal canto suo chiede la restituzione, nell'ambito dei negoziati in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi, dei corpi di Yahya Sinwar, l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre, e di suo fratello Muhammad, anch'egli eliminato dopo aver assunto il ruolo di leader dell'organizzazione nella Striscia di Gaza secondo il Wall Street Journal, che cita mediatori arabi, sottolineando che si tratta di una richiesta che Israele ha già respinto in passato.
Secondo quanto ha detto il principale negoziatore del gruppo islamista, Khalil El-Hayya, Hamas "vuole garanzie dal presidente Donald Trump e dai Paesi sponsor che la guerra finirà una volta per tutte". "Non ci fidiamo dell'occupazione, nemmeno per un secondo", ha dichiarato al media egiziano Al-Qahera News, riferendosi a Israele. "L'occupazione israeliana nel corso della storia non mantiene le sue promesse, e lo abbiamo sperimentato due volte in questa guerra. Pertanto, vogliamo garanzie reali", ha continuato, accusando Israele di aver violato due cessate il fuoco nella guerra in corso.

(Adnkronos) - Gli interventi di copertura della Manovra "dovranno essere certi" mentre sarebbe "opportuno" limitare gli interventi spot. Questo quando detto dal capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, Andrea Brandolini, in audizione sul Dpfp davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato
"La manovra delineata nelle sue linee più generali nel Dpfp appare incentrata su una ricomposizione del bilancio e prevede un limitato aumento del disavanzo nel 2027-28 rispetto all’andamento tendenziale. Il documento non include informazioni sufficienti per avanzare valutazioni sulle singole misure. In ogni caso, gli interventi di copertura dovranno essere certi. Sarebbe inoltre opportuno limitare gli incrementi di spesa o le riduzioni di entrate di natura temporanea: hanno effetti solo transitori sulla domanda, aumentano il livello del debito e risultano spesso difficili da rimuovere", le parole di Brandolini.
Come spiega Bankitalia, "il Dpfp si limita a fare riferimento, tra le misure espansive, alla riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro, al rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, agli incentivi agli investimenti privati, a misure a sostegno della natalità e della conciliazione vita-lavoro. Non si fa menzione di specifici interventi a copertura"
"Il quadro programmatico" contenuto nel Dpfp, continua Brandolini, "sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri per la capacità di difesa, sebbene" il documento "giudichi realistico, sulla base degli impegni presi in sede Nato, un graduale aumento della spesa nel prossimo triennio, fino a 0,5 punti di Pil in più nel 2028. In assenza di misure correttive ulteriori rispetto alla manovra, una maggiore spesa per la difesa rispetto a quella incorporata nel tendenziale condurrebbe a una dinamica della spesa netta più sostenuta rispetto a quanto programmato".
E ancora: "Il Dpfp colloca l’incidenza del debito sul prodotto a fine anno al 136,2 per cento, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto al 2024, con una dinamica analoga a quella prevista in primavera".
"Secondo il Dpfp - ha illustrato - a legislazione vigente l’incidenza del debito sul prodotto continuerebbe a salire anche il prossimo anno, per poi cominciare a diminuire nel 2027, quando si collocherebbe al 137 per cento. Il Dpfp non definisce puntualmente la dinamica tendenziale del rapporto tra il debito e il Pil in ogni anno dell’orizzonte 2026-28, ma illustra come essa sia guidata essenzialmente da due fenomeni con impatti opposti: da un lato, la componente stock-flussi continuerebbe a incidere in maniera avversa; dall’altro, l’avanzo primario avrebbe un impatto favorevole, crescente nel tempo. L’evoluzione dell’incidenza del debito nel quadro programmatico non si discosterebbe molto dal suo andamento tendenziale. Il rapporto crescerebbe infatti fino al 137,4 per cento nel 2026, per scendere poi al 137,3 e al 136,4 rispettivamente nel 2027 e nel 2028, registrando al termine dell’orizzonte un valore leggermente più alto di quello atteso per l’anno in corso (e ancora di circa due punti e mezzo superiore a quello del 2019)".
Inoltre, ha evidenziato Brandolini, "nel complesso del triennio 2026-28 gli avanzi primari contribuirebbero a contenere la dinamica del debito per 4,6 punti percentuali del Pil. Viceversa, sarebbero avversi sia gli impatti del differenziale tra onere medio del debito e crescita nominale del Pil (per 1,6 punti) sia quelli della componente stock‑flussi (3,3 punti, di cui oltre 2 nel solo 2026)".
Continua Bradolini: "Una riallocazione tra le diverse poste del bilancio può favorire la produttività e la crescita. Ciò accadrebbe, ad esempio, aumentando le risorse a favore di investimenti, ricerca e istruzione e contestualmente razionalizzando le spese fiscali, rimuovendo gli elementi del sistema tributario che scoraggiano la crescita dimensionale delle imprese, arginando l’erosione della base imponibile dell’Irpef".
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(Adnkronos) - Lo Spid è salvo, ma non si esclude che possa diventare a pagamento. Assocertificatori ha annunciato l’intesa con l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per prolungare la convenzione per la gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid), con validità fino ad ulteriori cinque anni. "L’aggiornamento della convenzione conferma il ruolo strategico di Spid – sottolinea Andrea Sassetti, Presidente di Assocertificatori – e testimonia la volontà di proseguire un percorso condiviso verso il futuro dell’identità digitale italiana ed europea, nel segno della sicurezza, dell’innovazione e della sostenibilità".
A conferma del ruolo fondamentale di Spid, si ricorda che oltre 41 milioni di cittadini hanno scelto attivamente di dotarsene, realizzando più di 1,2 miliardi di autenticazioni nel 2024 per accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e delle imprese private. Approfondendo i numeri, il 2025 ha fatto registrare un ulteriore incremento nelle identità rilasciate rispetto al 2024, con oltre 52 mila nuove identità settimanali e oltre 630 milioni di accessi nel solo primo semestre 2025. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, la percentuale di popolazione internet italiana attiva che lo utilizza ha raggiunto l’89%, mentre l’86% degli utenti lo utilizza più volte durante l’anno, rappresentando un significativo primato a livello europeo.
Oltre a consentire l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, lo Spid offre agli utenti italiani un valore aggiunto significativo rispetto ad altri paesi europei. Questo deriva dalla vasta diffusione di servizi digitali direttamente accessibili con lo Spid e dall’integrazione con ulteriori strumenti, come la firma digitale, l’attivazione di caselle Pec, l’accesso a servizi finanziari, l’attivazione di utenze domestiche e i servizi di telefonia, che pongono l’Italia all’avanguardia nel panorama europeo, grazie a una fattiva partnership pubblico-privato, a beneficio dell’innovazione del Paese.
Il rinnovo della convenzione pone al centro l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la sicurezza del sistema Spid. In tal senso, le Parti hanno concordato l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente, dedicato all’individuazione di misure di miglioramento continuo. Parallelamente, verranno resi disponibili strumenti sviluppati da Agid e dal Dtd per consentire ai cittadini di verificare in modo semplice e sicuro gli Spid attivi associati al proprio codice fiscale.
Le Parti hanno ribadito la necessità di assicurare, in tutte le forme consentite, la sostenibilità economica e operativa del servizio, considerati gli importanti investimenti sostenuti autonomamente dai Gestori nei dieci anni di erogazione del servizio Spid e i costi significativi che il suo mantenimento continua a comportare, per garantire un accesso sicuro e continuativo ai servizi digitali per cittadini, pubbliche amministrazioni, professionisti e aziende italiane, oltre che l’impegno costante dei gestori ad offrire assistenza e diffusione del servizio. In questa ottica i Gestori hanno ricevuto conferma dell’erogazione dei contributi annunciati dal Governo a sostegno degli investimenti per lo Spid già nel prossimo futuro, ed inoltre della possibilità di introdurre una valorizzazione economica della base utenti secondo logiche di mercato, fattispecie già da tempo perseguibile con la precedente convenzione e solo recentemente perseguita da alcuni gestori.
Un ulteriore impegno condiviso riguarda lo sviluppo di Spid per i professionisti e le persone giuridiche, così da ampliare le modalità di utilizzo dell’identità digitale oltre l’ambito dei cittadini e rafforzarne il ruolo come infrastruttura nazionale a supporto di imprese, ordini professionali, associazioni di categoria e loro dipendenti. L’aggiornamento della convenzione rappresenta anche la conferma dell’impegno congiunto delle Parti a lavorare insieme per offrire strumenti sempre aggiornati e conformi alla regolamentazione italiana ed europea, tra cui i Wallet pubblici e privati. L’obiettivo condiviso è offrire agli utenti servizi innovativi sempre più orientati all'ecosistema digitale europeo più interoperabile, competitivo e inclusivo. In conclusione, le Parti si sono quindi impegnate a sottoscrivere le nuove convenzioni dando così conferma della piena continuità nell’erogazione del servizio a beneficio di cittadini, pubbliche amministrazioni, professionisti e aziende italiane e a proseguire il confronto permanente con le Istituzioni al fine di accompagnare la transizione digitale del Paese in maniera sempre più inclusiva ed efficace.
Leggi tutto: Spid, rinnovata la convenzione per altri 5 anni: non si esclude pagamento

(Adnkronos) - Il prezzo dell'oro sale ancora. I future, con consegna a dicembre a New York, hanno brevemente superato la soglia psicologica dei 4.000 dollari l'oncia per la prima volta nella storia.
L'oro spot è aumentato di oltre il 50% dall'inizio dell'anno, rendendolo uno degli asset principali con le migliori performance a livello globale.
Gli osservatori del mercato ritengono generalmente che l'impennata dei prezzi dell'oro rifletta una combinazione di molteplici fattori: un indebolimento del dollaro statunitense e una maggiore incertezza fiscale hanno notevolmente aumentato l'attrattiva dell'oro come bene rifugio, mentre l'attuale chiusura parziale del governo statunitense e i ritardi nella pubblicazione dei dati economici chiave hanno lasciato i mercati senza una chiara indicazione sulle prospettive economiche.
Leggi tutto: Oro, il prezzo sale ancora e supera i 4.000 dollari

(Adnkronos) - "L'8 ottobre tutti in piazza" è l’appello rilanciato sui canali social di Freedom Flotilla Coalition, Giovani Palestinesi Italia, Movimento Studenti Palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese. Nel post gli attivisti sottolineano che nelle “prossime ore la seconda spedizione entrerà nelle acque internazionali vicino a Gaza, dove esiste il concreto rischio che venga intercettata e sequestrata dalle forze israeliane come accaduto in passato”, facendo riferimento all’intercettazione della Global Sumud Flotilla di mercoledì scorso.
In tutta Italia sono in programma presidi e manifestazioni di solidarietà verso la Freedom Flotilla e la popolazione di Gaza. A Roma è previsto un corteo da Colosseo a Piramide, preavvisato alla questura, che attraverserà via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza di Porta Capena, viale Aventino, piazza Albania, viale della Piramide Cestia, piazza di Porta San Paolo e piazzale Ostiense. Sono attese circa tremila persone.
A Napoli il presidio si terrà in piazza Municipio dalle 18.00, mentre a Bergamo, alla stessa ora, la manifestazione sarà a Porta Nuova. A Ferrara i manifestanti si incontreranno alle 15.30 nei giardini Cavour; a Taranto, invece, il presidio di solidarietà è previsto alle 17.30 in piazza della Vittoria. A Salerno l’appuntamento è alle 18.30 in piazza Vittorio Veneto, nei pressi della stazione centrale.
Stesso orario anche a Varese, dove si terrà un presidio in piazza Montegrappa, e a Reggio Emilia, dove gli “equipaggi di terra” si incontreranno in piazza Prampolini. A Modena il ritrovo sarà alle 18.00 in piazza Matteotti, mentre a Parma la manifestazione è fissata alle 16.00 in piazza Garibaldi. A Bologna l’appuntamento è alle 18.00 in piazza Maggiore, e a Gorizia è previsto un presidio alle 16.30 in via d’Alviano.
Leggi tutto: "Tutti in piazza per la Flotilla": oggi presidi e cortei in varie città d'Italia

(Adnkronos) - ''Non vedo assolutamente nervosismi all'interno della maggioranza", assicura Giorgia Meoni ospite di Bruno Vespa in vista delle regionali in Campania, Puglia e Veneto. Ma il clima nel centrodestra non è affatto mite. Anzi. Per formalizzare la candidatura di Edmondo Cirielli come anti-Fico c'è voluta una nota di partito, in questo caso di Fratelli d'Italia, diffusa alla vigilia di un nuovo vertice tra i leader della maggioranza convocato per oggi pomeriggio, alle 15.30, a palazzo Chigi, ufficialmente per discutere della manovra economica, ma di fatto anche per provare a sciogliere gli ultimi nodi del dossier regionali.
Raccontano che Meloni per mettere un punto in Campania abbia deciso di fare la nota con la quale il partito di via della Scrofa 'blinda' Cirielli e manda un messaggio agli alleati. ''Il candidato che Fratelli d'Italia sosterrà per la presidenza della Campania -si legge nel comunicato- è Cirielli, profondamente radicato sul territorio" che ''ha esperienza e la necessaria capacità per poter affrontare la sfida non semplice di ridare alla Regione lo stesso buongoverno che Meloni sta dando alla nazione insieme agli amici alleati del centrodestra''. Il viceministro degli Esteri incassa il sostegno della Lega (''Bene la scelta di Cirielli, avanti determinati e compatti''), dell'Udc e di Noi moderati, ma non arriva l'ok di Forza Italia che, per bocca del suo portavoce Raffaele Nevi, rinvia ''ogni decisione a un vertice tra i leader della maggioranza''.
Poi in serata il coordinatore regionale azzurro, Fulvio Martusciello, va giù duro e pone il candidato in pectore davanti a un aut aut: ''Prima ancora di sederci al tavolo con Cirielli, deve chiedere scusa per gli insulti rivolti a Silvio Berlusconi e riportati nel libro Fratelli di chat''. Altro motivo di attrito nel centrodestra è l'incognita delle dimissioni da viceministro degli Esteri: a chi gli chiede un passo indietro subito Cirielli replica: ''Decideranno i leader''.
Cirielli, intanto, tira dritto per la sua strada e, a quanto apprende l'Adnkronos, starebbe preparando 8-9 liste e fonti parlamentari della maggioranza assicurano che l'ex ministro Gennaro Sangiuliano, ora corrispondente della Rai a Parigi, potrebbe scendere in campo all'ombra del Vesuvio e correre come capolista di Fratelli d'Italia.
Se in Campania ormai i giochi sono fatti, restano ancora da riempire le caselle di Puglia e Veneto. Favorito per vestire i panni dell'anti-Decaro del centrodestra è un civico, l'imprenditore Luigi Lobuono, gradito a Forza Italia, mentre per il 'dopo-Zaia' si fa sempre il nome del vice di Salvini, Alberto Stefani, anche se dalle parti di Fdi c'è chi non dà per scontata la rivendicazione della Lega in Veneto. Resta sullo sfondo infatti la partita 'incrociata' della Lombardia.

(Adnkronos) - Minacciata, presa a calci e pugni e colpita con l’impugnatura di un machete prima di essere violentata dal suo pusher, un 22enne di origine marocchina. La donna, una 30enne, si era recata in piena notte nei boschi della periferia di Rieti per acquistare sostanze stupefacenti. I fatti risalgono ad aprile scorso.
Dopo la violenza, il 22enne ubriaco ha anche accusato la vittima di essere stata la delatrice dell’arresto per spaccio di un suo connazionale, che vendeva droga negli stessi boschi.
La vittima che, nella circostanza ha riportato delle lesioni per le quali è stato necessario il ricorso alle cure dei sanitari del Pronto soccorso reatino, ha riconosciuto il suo violentatore, dal quale aveva acquistato stupefacenti diverse volte in passato, grazie a un riconoscimento fotografico effettuato negli uffici della squadra mobile di Rieti. Il 22enne è stato quindi denunciato alla Procura per i reati di violenza sessuale aggravata, lesioni aggravate, porto di armi o oggetti atti a offendere, intralcio alla giustizia e cessione di sostanze stupefacenti.
L'uomo è stato fermato il 30 settembre scorso dagli agenti della squadra mobile di Rieti, insieme ai colleghi di Napoli. A tradire l’uomo l’alert del sistema 'Alloggiati Web' giunto alla Sala operativa dell’ufficio di polizia campano in seguito alla segnalazione-rintraccio inserita dagli investigatori reatini. Il giovane straniero è stato quindi rintracciato in un hotel della zona dalle Volanti del Commissariato partenopeo. E' stato poi trasferito nel carcere di Secondigliano (Napoli). Il Gip del Tribunale ordinario di Napoli, un paio di giorni fa, ha convalidato il fermo, confermando la misura della custodia cautelare in carcere.
Leggi tutto: Rieti, violentata e picchiata con machete nei boschi: arrestato un 22enne

(Adnkronos) - Jasmine Paolini scende in campo a Wuhan. La tennista azzurra sfida oggi, mercoledì 8 ottobre, la 'padrona di casa' Yuan Yue, numero 69 del mondo, - in diretta tv, anche in chiaro, e streaming - nel secondo turno del Wta 1000 cinese. Paolini, che ha ricevuto un bye nel primo turno, è reduce dall'eliminazione nei quarti di finale di Pechino, dove è stata battuta dalla statunitense Amanda Anisimova, vincitrice poi del torneo. Yuan ha invece eliminato un'altra azzurra, Lucia Bronzetti, nel primo turno, battendola in due set.
La sfida tra Paolini e Yuan è in programma oggi, mercoledì 8 ottobre, non prima delle 13 ora italiana. Le due tenniste si sono affrontate in tre precedenti, tutti vinti dall'azzurro, che conduce quindi con un parziale di 3-0. L'ultimo incontro risale al primo turno dell'ultimo Roland Garros, quando Paolini si impose in tre set.
Paolini-Yuan sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali SkySport, ma visibile anche in chiaro su SuperTennis. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, su SuperTennix e sulla piattaforma web di SuperTennis.
Leggi tutto: Paolini-Yuan: orario, precedenti e dove vederla in tv (in chiaro)

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo a Shanghai. Oggi, mercoledì 8 ottobre, l'azzurro affronta il canadese Felix Auger Aliassime negli ottavi del Masters 1000 cinese. Il toscano arriva dal convincente successo nel derby contro Luciano Darderi, mentre il suo avversario ha eliminato l'olandese Jesper de Jong nel terzo turno. La sfida vale doppio, perché mette in palio un posto nei quarti e punti pesantissimi in ottica qualificazione alle Atp Finals di Torino: Musetti è al momento ottavo nella race, il canadese lo segue a ruota (dal decimo posto sale al nono visto l'infortunio di Draper). Ecco orario, precedenti e dove vedere il match in tv e streaming.
Il match a Shanghai tra Musetti e Auger Aliassime si giocherà domani, mercoledì 8 ottobre, come terzo match sullo Stadium Court. La partita non inizierà prima delle 12:30 ora italiana.
Il match tra Musetti e Auger Aliassime sarà trasmesso in diretta tv su Sky Sport Uno (201), Sky Sport Tennis (203), Sky Sport Mix (211) e in diretta streaming su Sky Go, Now e Tennis Tv.
Leggi tutto: Musetti-Auger Aliassime oggi a Shanghai: orario, precedenti e dove vederla

(Adnkronos) - Una nuova tecnologia per il salto in avanti della Russia nei raid mirati in Ucraina. Nuovi droni russi collegati all'operatore con sottilissimi cavi in fibra ottica sono stati infatti impiegati domenica scorsa per un attacco di precisione per la prima volta contro Kramatorsk, la cittadina della regione di Donetsk a una ventina di chilometri dalla frontiera in cui vivono ancora 100mila persone, dimostrandone la vulnerabilità. Il raid non ha provocato vittime ma ha generato allarme in Ucraina che, su questa particolare tecnologia, gli Fpv in fibra ottica, è indietro rispetto alla Russia, anche se sta recuperando con 35 aziende dedicate alla produzione di queste piattaforme.
Le immagini che raggiungono gli operatori del drone - il video è stato pubblicato su un canale Telegram russo con il titolo 'Visione russa del centro di Kramatorsk- sono un flusso continuo e molto chiare. L'aumento del raggio di azione di queste piattaforme estende la profondità della linea del fronte e mette sempre più a rischio i civili.
Il raggio di azione di un Fpv (First Person View, per indicare un drone che trasmette immagini all'operatore che lo controlla da remoto) a fibra ottica è ora di quasi 40 chilometri. Le manovre possono essere precise anche in un centro urbano dove invece l'altezza degli edifici ostacola il flusso dei segnali radio. Il drone di domenica ha sorvolato una strada di Kramatorsk per poi svoltare a sinistra e colpire un camion, di quelli usati dai militari ucraini, parcheggiato di fronte a un condominio. Il punto di origine del lancio è stato individuato dagli analisti ucraini a circa 18 chilometri. Se gli attacchi con diversi tipi di droni Fpv fossero intensificati, sarebbe minacciata la logistica civile e militare che potrebbe aprire il campo a una futura offensiva sull'esempio di quella condotta a Dopropillia la scorsa estate.
"I droni del nemico possono volare a distanze sempre più grandi. Non esiste più una retrovia fino a una distanza 30 chilometri dal fronte. Gli alti ufficiali devono realizzarlo. Tutti gli insediamenti in questa zona dovrebbero già ora chiudere le strade con reti anti drone", ha scritto l'analista Serhii Sternenko in un post su X: "La situazione non potrà che peggiorare perché la tecnologia non rimane ferma". Il congelamento di fatto della linea del fronte e la non superiorità aerea della Russia avevano garantito all'Ucraina un certo grado di sicurezza in una zona di una ventina di chilometri dal fronte. Ma i droni di nuova generazione, che usano sistemi di IA sugli Shahed e i droni a fibra ottica mettono in discussione questo equilibrio delicato.
Diversamente dai droni controllati via radio gli Fpv, manovrati dagli operatori attraverso lunghi fili di fibra ottica, sono immuni ai sistemi di disturbo elettronico e agli ostacoli che sul terreno possono oscurare i segnali radio. Anche con una libertà ridotta dalle matasse di fili, costituiscono una minaccia per la loro grande resilienza e il raggio di azione. I russi hanno iniziato a usare i cavi a fibra ottica sugli Fpv nella primavera del 2024 e l'Ucraina poco dopo. Il loro impiego è ora talmente diffuso che i campi un tempo agricoli ora sono coperti da cavi.

(Adnkronos) - La nuova Flotilla diretta a Gaza ha denunciato che Israele ha attaccato almeno tre delle sue navi in acque internazionali. Composta da nove navi e in navigazione da più di una settimana verso la Striscia, la Freedom Flotilla Coalition (Ffc) afferma che oggi mercoledì 8 ottobre l'esercito israeliano ha attaccato e intercettato "illegalmente" almeno tre delle sue imbarcazioni, mentre si trovavano a 120 miglia nautiche (circa 220 chilometri) dall'enclave palestinese.
A essere prese di mira le navi Gaza Sunbirds, Alaa al Najajr e Anas al Sharif - che prende il nome dal famoso giornalista ucciso in agosto insieme ad altri quattro colleghi dell'emittente qatariota Al Jazeera in un attacco israeliano - alle 4.34 (ora locale), secondo quanto riportato in un comunicato diffuso sul sito dell'organizzazione.
Questa nuova Flotilla ha denunciato il sequestro dell'equipaggio “disarmato”, tra cui medici, giornalisti e rappresentanti politici, e ha assicurato che “non si conosce la loro sorte” né quella degli aiuti che trasportavano le tre imbarcazioni, valutati in oltre 110.000 dollari (94.000 euro) per gli ospedali di Gaza.
Dal canto suo Israele ha confermato di aver intercettato una nuova flottiglia che ha tentato di rompere il blocco marittimo su Gaza. "Un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale e di entrare in una zona di combattimento si è concluso in un nulla di fatto", afferma il ministero degli Esteri israeliano su X. "Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Si prevede che i passeggeri saranno espulsi al più presto".
Leggi tutto: Nuova Flotilla diretta a Gaza denuncia: "Siamo stati attaccati da Israele"

(Adnkronos) - Stasera, mercoledì 8 ottobre, torna 'Chi l'ha visto' alle 21.20 su Rai 3. Liliana Resinovich: dopo quasi quattro anni viene sequestrata la GoPro del marito, unico indagato. Ma la scheda è stata formattata e risulta vuota. Le precedenti analisi delle schede non erano sufficienti? Che cosa cercano gli inquirenti?
Poi, una mamma che chiede aiuto: "Sto cercando mio figlio da sola, in posti anche pericolosi, nessuno mi aiuta". 'Chi l'ha visto?' ha raccolto il suo accorato appello. Con lei altre mamme che non si arrendono mai: una mamma chiede addirittura che il Dna del figlio venga inserito in una banca dati in modo da non impazzire ogni volta che ritrovano un cadavere.
E ancora, la scomparsa di Andrea, 83 anni: dopo pranzo vuole tornare alla macchina per riposare ma si perde. Chiama la moglie e le dice: "Vedo una strada bianca". Infine, la scomparsa di Nicola: dopo una strana vacanza a Termoli per incontrare una donna conosciuta sui social, scompare nel nulla. Ma ora qualcuno pensa di averlo visto il giorno dopo.
Leggi tutto: Chi l'ha visto, stasera 8 ottobre: il caso Resinovich

(Adnkronos) - Salva per un pelo. L'eurodeputata di Avs Ilaria Salis ha visto confermata la sua immunità parlamentare dall'Aula di Strasburgo con un solo voto di scarto. Con 306 voti favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti, l'ex insegnante di Monza, accusata di aver aggredito due neonazisti a Budapest nel febbraio 2023 in occasione della giornata dell'onore, un evento che attira neonazisti e militanti 'antifa' da tutta Europa, può tirare un sospiro di sollievo.
"E' una vittoria dell'antifascismo e dell'Europa antifascista", ha gioito Salis subito dopo il voto a Strasburgo, visibilmente sollevata dalla prospettiva di non venire riconsegnata all'Ungheria, dove ha già fatto 15 mesi di carcere. "Ovviamente - ha detto - sono molto contenta dell'esito del voto, ma soprattutto questa è l'ennesima conferma che non si possono tenere dei processi giusti in Ungheria, né contro gli antifascisti, né contro nessun oppositore politico" (VIDEO).
E adesso, ha aggiunto Salis, "dobbiamo occuparci di questa persona, Maja T.", un'attivista tedesca, "che è detenuta nelle carceri ungheresi in condizioni vergognose, ed è sottoposta a un processo farsa, dove viene trascinata in catene come una bestia. Maja deve essere riportata a casa subito e deve essere processata in Germania". Salis ha ribadito la richiesta di essere processata nel nostro Paese e non in Ungheria. "Per me stessa, chiedo che il processo si svolga in Italia, nel rispetto delle garanzie democratiche", ha sottolineato.
Per ora, su questo fronte, tutto tace. "Non abbiamo avuto novità al momento - ha detto Salis - ma è previsto dall'articolo 9 del codice penale. Anche con l'immunità è possibile che il processo si tenga, per cui adesso spetterebbe alle autorità italiane muoversi in merito". Salis ha tenuto a ringraziare tutti coloro che si sono spesi per questo risultato, tra i quali i colleghi del Pd Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, e Brando Benifei.
Nel centrodestra italiano l'esito del voto, a scrutinio segreto, ha sollevato qualche accusa incrociata. Secondo l'eurodeputato della Lega Raffaele Stancanelli, membro supplente della commissione Giuridica, a salvare Salis sarebbero stati 30-40 eurodeputati dei Popolari, che non hanno seguito l'indicazione del gruppo di votare per la revoca dell'immunità (VIDEO).
Per Flavio Tosi di Forza Italia, invece, sono stati i Patrioti, il gruppo della Lega, ad aiutare Salis, dato che nel gruppo si sono registrate molte assenze, il "18%" dei suoi componenti, tra cui "un italiano", Aldo Patriciello. L'eurodeputato della Lega sarebbe mancato, come a settembre, per ragioni di salute, spiegano fonti parlamentari.
Ancora ieri mattina il presidente e capogruppo del Ppe, Manfred Weber, aveva confermato che il gruppo del Ppe avrebbe votato per revocare l'immunità di Salis. Posizione ribadita dal relatore dei Popolari sul caso Salis, lo spagnolo Adrian Vazquez Lazara, il quale, pur provando "empatia" per la collega, ha ricordato che l'immunità vale per gli eventuali reati contestati e asseritamente commessi nel corso del mandato, non prima. E il presunto reato di cui è accusata Salis risale a "oltre un anno" prima della sua candidatura. Per Vazquez Lazara, dunque, chi ha votato per confermare l'immunità di Salis ha "violato lo Stato di diritto". E' vero che sussistono seri dubbi sullo Stato di diritto in Ungheria, ha continuato, ma accertarlo "non spetta al Parlamento Europeo", bensì alla Commissione e ai Tribunali.
Il Ppe era sospettato di 'intelligenza' con i gruppi alla sua sinistra sul caso Salis perché pendevano anche richieste di revoca dell'immunità nei confronti del loro eurodeputato ungherese Peter Magyar, ex membro di Fidesz, ex marito di Judit Varga e leader dell'opposizione in Ungheria con il suo partito Tisza: tutte e tre le richieste di revoca dell'immunità nei suoi confronti sono state respinte, anche con il voto della Left, il gruppo di Salis, come pure quella nei confronti della socialista ungherese Klara Dobrev. Il Ppe ha quindi dato indicazione di votare a favore della revoca dell'immunità di Salis (quindi contro la relazione, che chiedeva di confermarla), ma il voto segreto lasciava a tutti le mani relativamente libere.
Al termine del voto, segreto, su Salis, dalle file del Ppe un eurodeputato ha chiesto di ripetere la votazione, perché la scheda del collega bavarese Markus Ferber non funzionava. Richiesta respinta al mittente dalla presidente Roberta Metsola, anch'ella del Ppe: "Il voto resta", ha detto, passando oltre. Non è possibile sapere con certezza assoluta che cosa è successo, vista la segretezza del voto, ma più fonti hanno confermato che nel gruppo del Ppe alcune delegazioni erano intenzionate a salvare Salis, dato che la loro avversione per il governo di Viktor Orban supera abbondantemente quella per le idee dell'ex insegnante monzese.
Tra queste ci sono probabilmente quella ungherese e quella polacca. E' comunque pressoché certo che, senza alcuni voti dal centrodestra, l'immunità di Salis sarebbe stata revocata, perché non sarebbero bastati (anche se le tante assenze complicano il quadro). Secondo Stancanelli, anche qualche eurodeputato azzurro avrebbe concorso a 'salvare' Salis: "Qualche deputato italiano dei Popolari - ha notato - ha detto 'voterò secondo coscienza'. Io non sono dentro le urne perché il voto è segreto, ma sto alle dichiarazioni del capogruppo, che avrebbero votato contro, e dei parlamentari, che avrebbero votato secondo coscienza. Due più due fa quattro".
Il copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, di Fratelli d'Italia, tuttavia, ha negato che l'esito del voto possa essere ascritto alla responsabilità dei Popolari: "Non credo che si possa attribuire al Partito Popolare questo voto", ha detto, citando le numerose assenze in Aula, "oltre cento", che complicano il quadro. Secondo Procaccini, il voto su Salis "legittima la violenza politica" ed è "una vergogna assoluta".
Per l'eurodeputato di Fdi Mario Mantovani, membro della Juri, la decisione è stata eminentemente politica, "tanto è vero che su cinque voti i due parlamentari che non appartenevano alla Consociazione Sistemica sono stati revocati e i tre parlamentari appartenenti alla Consociazione Sistemica sono stati 'assolti'". Le immunità di Michał Dworczyk e di Daniel, Obajtek, entrambi del Pis polacco (Ecr), sono state revocate, mentre quelle di Salis (Left), Magyar (Ppe) e Dobrev (S&D) sono state confermate.
Il capodelegazione di Fdi, Carlo Fidanza, ha respinto con sdegno le illazioni, basate sulla logica, secondo le quali al suo partito, in teoria, sarebbe convenuto confermare l'immunità di Salis, visti i problemi che avrebbe comportato la sua revoca e una eventuale consegna all'Ungheria per un processo. "No - ha risposto, interpellato in merito - io respingo questa ricostruzione. Ci sono dei principi superiori che devono essere perseguiti". La decisione di procedere a voto segreto, chiesto dall'intero centrosinistra, ha sicuramente facilitato il 'salvataggio' dell'eurodeputata italiana.
Una fonte parlamentare ha spiegato che i voti nel centrodestra sono stati cercati "a uno a uno", e che sarebbe risultato decisivo il ripensamento, in zona Cesarini, di un eurodeputato romeno. La stessa fonte, non sospettabile di simpatie per la destra, ha escluso categoricamente che un aiuto a Salis possa essere arrivato nel segreto dell'urna da Fratelli d'Italia.
In ogni caso, se anche qualche accordo c'è stato, come denota la scelta di andare al voto segreto, osserva una fonte, ha funzionato molto relativamente, dato che il margine di un voto è davvero molto sottile. Se fosse finita in parità, l'immunità di Salis sarebbe stata revocata.
Chi potrebbe essere impegnato a "stappare champagne", ha osservato un'altra fonte, è il premier ungherese Viktor Orban. Si appresta ad andare alle elezioni politiche nella prossima primavera e la conferma dell'immunità di Salis gli dà un'arma retorica da imbracciare contro il rivale Peter Magyar, fino ad oggi dato in vantaggio nei sondaggi. Cosa che ha puntualmente cominciato a fare, accusando l'Unione Europea di "proteggere i suoi", vale a dire il capo dell'opposizione Peter Magyar, "accusato di furto (avrebbe gettato nel Danubio il telefonino di un contestatore che lo stava filmando, ndr) e insider trading", e Ilaria Salis, "membro di un gruppo terrorista". Entrambi messi sullo stesso piano, accomunati dalla conferma dell'immunità parlamentare. Si vedrà nella prossima primavera se questo gli basterà per sconfiggere Magyar nelle urne.
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(Adnkronos) - "La Russia deve raggiungere tutti gli obiettivi. Le decisioni prese nel febbraio 2022 sono state corrette e tempestive". La guerra per la Russia in Ucraina procede nella direzione giusta, parola di Vladimir Putin. Il presidente, nel giorno del suo 73esimo compleanno, 'festeggia' prima incontrando militari e San Pietroburgo e poi con una riunione del Consiglio di sicurezza nel quale fa il punto sull'"operazione militare speciale". Il numero 1 del Cremlino rimane fedele alla definizione utilizzata a febbraio 2022: "Le decisioni prese allora sono state corrette", dice.
Putin riassume l'andamento del conflitto con poche frasi. "L'iniziativa strategica sul fronte appartiene alla Russia. Il nemico si ritira lungo tutta la linea di contatto", afferma il presidente russo, accusando l'Ucraina di "colpire obiettivi civili in Russia nel tentativo di mostrare qualche successo ai suoi protettori occidentali", con un riferimento velato alla prospettiva di un via libera americano alla fornitura di missili Tomahawk.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nelle ultime dichiarazioni ha aperto ulteriormente all'ipotesi, spiegando però di voler "capire come verrebbero usati i missili". I Tomahawk, con la loro gittata di circa 1500 km, consentirebbero a Kiev di puntare obiettivi strategici in profondità nel territorio russo. Già ora, in ogni caso, Putin "ha ordinato di garantire la sicurezza di tutte le infrastrutture, comprese quella energetiche".
Tocca al generale Valeri Gerasimov, capo dello Stato maggiore, descrivere in maniera dettagliata la situazione sul campo. "Le forze armate russe continuano l'offensiva praticamente in tutte le direzioni dell'operazione militare speciale", dice prima di offrire a Putin informazioni su base regionale.
"Le truppe del raggruppamento meridionale avanzano a Severks e Konstantinovka. Il raggruppamento Ovest colpisce le forze ucraine nei quartieri meridionali di Kupyansk. Il raggruppamento Nord continua a svolgere il compito di creare una fascia di sicurezza nelle regioni di Sumy e Kharkiv", snocciola il generale, facendo riferimento a continui progressi nell'Est dell'ucraina e a Sud, "in direzione della città di Zaporizhzhia".
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(Adnkronos) - "Cara Francesca Mannocchi, i ragazzi della stazione Leopolda hanno discusso per tre giorni di Gaza, Ucraina, Sudan, lavoro, università, salute mentale. Hanno fatto proposte, hanno studiato, hanno parlato. Se per due ore ballano davvero avverti il bisogno di alzare il ditino e di farci la morale?". Così in un post sui social Maria Elena Boschi replica alla giornalista Francesca Mannocchi che ha scelto proprio il 7 ottobre, anniversario dell'eccidio al Nova festival al confine di Gaza, per pubblicare un post che mostra una serata della Leopolda in cui ragazzi e la stessa Boschi si divertono ballando. "Ma sì, balliamo sul mondo mentre il mondo brucia", si legge nel messaggio di Mannocchi.
Immediata la replica dell'esponente di Italia Viva. "Non ti sembra ipocrisia allo stato puro attaccare uno dei pochi posti in cui 800 giovani fanno politica? Hai seguito il dibattito prima di darci la tua lezioncina? E aggiungo: io un post del genere non l’avrei mai fatto. Ma attaccare chi balla, proprio il 7 ottobre, è quantomeno una caduta di stile. Il mondo brucia, è vero".
"Noi sosteniamo gli sforzi di chi vuole spegnere il fuoco. E lo facciamo, nel nostro piccolo, anche con una scuola di formazione. Continueremo a farlo, studiando proponendo e impegnandoci. Ma non smetteremo mai di rivendicare il diritto a fare festa, a danzare, a fare musica. E anche a ballare sul mondo", conclude la Boschi.
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