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L'economista Canova: "Il welfare cambia insieme a persone, aziende possono diventare comunità di fiducia"

23 Giugno 2025
Luciano Canova

(Adnkronos) - Il concetto di welfare sta vivendo una profonda trasformazione, e a guidarla sono le stesse persone che ne sono protagoniste. È quanto emerge dall’analisi dell’economista Luciano Canova, che commenta i risultati di una recente indagine condotta da Groupama sul futuro del welfare aziendale.  

“Il benessere oggi è un fiore a più petali: lo stipendio resta importante, ma previdenza, salute e qualità della vita sono sempre più centrali. Le persone cercano soluzioni che integrino il welfare pubblico, non che lo sostituiscano”, spiega Canova, sottolineando come questo approccio apra nuove opportunità: “In un universo come quello italiano, in cui l'idea predominante è quella di piccola e media impresa, c'è spazio per inserirsi in questo mercato come datore di lavoro in un patto sociale che crea fiducia tra datore di lavoro e lavoratori e integra i servizi di welfare per una qualità della vita alta e una visione della vita completa”, prosegue. 

Al centro della riflessione dell’economista, anche il concetto di "economia dell’ottimismo" per “abituarci ad avere una visione complessa della realtà. Perché è chiaro che esistono delle notizie critiche e negative. Gli elementi che emergono dalla ricerca di Groupama ci dicono che le persone sono preoccupate rispetto alle esigenze che avranno con riferimento a sanità e previdenza. Tuttavia, rappresentano anche uno spazio per costruire fiducia tra impresa e lavoratori e progettare servizi che generano valore condiviso”. Secondo Canova, l’indagine dimostra anche una “maggiore consapevolezza economico-finanziaria da parte di lavoratori e lavoratrici, capaci oggi di guardare con lungimiranza al proprio futuro. È un cambio di mentalità importante – osserva – e rappresenta un’occasione per costruire un welfare integrato e più umano, dove l’impresa non è solo datore di lavoro, ma parte di una comunità di valore”.  

Infine, l’economista invita a leggere “l'aspettativa di vita che aumenta” come “un dato positivo”, una popolazione che invecchia è anche una popolazione che vive più a lungo e meglio. Nasce così la 'Silver economy', con nuove domande di benessere, cultura, viaggio, intrattenimento. Ed è proprio qui che un “welfare aziendale moderno può fare la differenza nel garantire sicurezza, serenità e qualità della vita alle persone, anche dopo i 50 e i 65 anni".  

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Farmaceutica, Streffer (Lundbeck): "Anche centri italiani in ricerca su neuroscienze"

23 Giugno 2025
Farmaceutica, Streffer (Lundbeck):

(Adnkronos) - "Siamo fortemente orientati alla Ricerca & Sviluppo e l'Italia è un Paese con importanti centri di ricerca con cui lavoriamo. Circa il 20–30% del fatturato viene reinvestito in R&S. Ciò dimostra il nostro forte impegno nello sviluppo di nuovi farmaci, che vogliamo portare avanti internamente con mille dei 6mila nostri collaboratori. Abbiamo una forte tradizione in psichiatria e siamo ancora impegnati in questo ambito. Tuttavia, ci rendiamo conto che è molto difficile trovare nuovi trattamenti per queste grandi popolazioni ed è per questo che ci stiamo spostando sempre di più verso le neuroscienze specialistiche. La prevenzione dell'emicrania e i neurologi specializzati che trattano questi pazienti rappresentano un esempio. Lo stesso vale per alcune delle forme più gravi della sindrome di Parkinson. E' in quest'ambito che le neuroscienze specialistiche rappresentano per noi un'area su cui puntare con decisione. Ci stiamo inoltre orientando verso le malattie neurologiche rare come risultato di un processo iniziato alcuni anni fa". Lo sottolinea Johannes Streffer, Senior Vp Global Clinical Development Lundbeck, all'Adnkronos Salute alla presentazione dei risultati degli studi Resolution e Sunrise presentati oggi a Helsinki, nel corso l'11esimo Congresso Ean - European Academy of Neurology, che hanno dimostrato l'efficacia di un intervento educativo e dell'impiego di eptinezumab (un anti-Cgrp) in pazienti con emicrania cronica e cefalea da uso eccessivo di farmaci (medication-overuse headache, Moh), in particolare, nel Sunrise, in popolazioni asiatiche. 

"Comprendiamo le malattie neurologiche e psichiatriche sempre più da una prospettiva biologica - spiega Streffer - Il Cgrp, peptide correlato al gene della calcitonina, abbiamo visto essere rilevante per l'emicrania e qualcosa di simile avviene in altre patologie. In particolare, nelle malattie neurologiche rare conosciamo spesso molto bene il meccanismo alla base. Ciò significa che possiamo sviluppare terapie molto mirate per un gruppo specifico di pazienti. Non si tratta di cercare piccoli numeri, ma gruppi ben definiti di pazienti, e questo è il motivo per cui stiamo entrando sempre più nel campo delle malattie neurologiche rare. Questo non significa che non collaboriamo anche con altre aziende. Per esempio, alla fine dello scorso anno abbiamo acquisito la biotech Longboard Pharmaceuticals per portare un nuovo farmaco nella pipeline. Eptinezumab, ad esempio, è stato sviluppato esternamente e poi acquisito da noi. Al contrario, un altro farmaco contro il dolore (anti-Pacap) lo stiamo sviluppando internamente a Lundbeck. Abbiamo 25 trattamenti già commercializzati e 12 studi clinici in corso, con un numero crescente di trial clinici, concentrandoci sempre più sullo sviluppo clinico. Attualmente, il 90% della nostra pipeline è focalizzato su neuro-specialità e malattie neurologiche rare". 

A tale proposito, "abbiamo diversi programmi in fase avanzata - illustra Streffer - Abbiamo un forte impegno nella prevenzione dell'emicrania, con eptinezumab e anche con il nuovo farmaco anti-Pacap" (polipeptide attivante l'adenilato ciclasi pituitaria) che è stato presentato all'Ean. "Non sappiamo ancora con certezza se funzionerà, ma crediamo che rappresenti un nuovo meccanismo promettente e vogliamo verificarne l'impatto. Abbiamo poi trattamenti neuro-ormonali, ad esempio per l'iperplasia surrenale congenita e la malattia di Cushing - prosegue - Lavoriamo anche a un progetto per il disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), su cui avremo un incontro con la Fda a luglio. Abbiamo recentemente acquisito un farmaco per le encefalopatie epilettiche dello sviluppo, ora in fase 3, e stiamo proseguendo con altri partner in ambito neurologico. Stiamo inoltre lavorando a un anticorpo anti-alfa-sinucleina per l'atrofia multisistemica (Msa), che agisce contro l'aggregazione patologica nel cervello di questa proteina. Si tratta di una malattia neurodegenerativa molto progressiva: abbiamo avviato la fase 3. Inoltre, ci stiamo concentrando su neuroimmunologia e neuroinfiammazione, riconoscendo che molte patologie neurologiche includono caratteristiche infiammatorie. Pensiamo che questo approccio possa avere un grande impatto terapeutico".  

"Siamo molto ottimisti rispetto alla forza della nostra pipeline - conclude Streffer - Potrebbe portare a 4 programmi in fase 3 già nel prossimo anno, e ci consentirebbe di rinnovare il nostro portafoglio puntando su neuro-specialità e malattie neurologiche rare". 

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La neurologa: "L'emicrania si può prevenire ma serve un cambio di mentalità"

23 Giugno 2025
La neurologa:

(Adnkronos) - "L'emicrania si può prevenire, ma richiede un cambio di mentalità: tutti pensiamo di prendere i farmaci quando abbiamo il sintomo, il dolore, ma per l'emicrania ci vuole un altro approccio, anche perché l'assunzione eccessiva di analgesici peggiora il quadro clinico". Così Patricia Pozo-Rosich, Head of Section of the Neurology Department, Director of Headache and Craniofacial Pain Clinical Unit and the Migraine Adaptive Brain Center at the Vall d'Hebron University Hospital, Barcelona, commenta all'Adnkronos Salute i risultati dello studio Resolution, presentati oggi a Helsinki all'11esimo Congresso dell'European Academy of Neurology (Ean), che evidenziano l'efficacia di un intervento educativo e dell'impiego di eptinezumab in pazienti con emicrania cronica e cefalea da uso eccessivo di farmaci (Medication-overuse headache, Moh). 

"L'emicrania, a differenza del diabete o dell'ipertensione - osserva Pozo-Rosich - non è conosciuta e considerata nella sua complessità, eppure è una malattia che impatta fortemente sulla salute pubblica. Per questo l'educazione alla salute del cervello dovrebbe cominciare alle scuole medie. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione perché con 3 giorni di emicrania al mese aumenta l'ansia che si possa ripresentare, e con 15 giorni di emicrania al mese c'è depressione - rimarca - L'emicrania interessa più di 1 miliardo di persone al mondo e inizia a manifestarsi nell'adolescenza, anche nei bambini. C'è una componente ormonale, ma la questione importante è che se l'attacco acuto non viene trattato adeguatamente un po' alla volta la patologia peggiora, e da 3-4 giorni di sintomi si passa a 15 o più giorni al mese, innescando una serie di altri disturbi come depressione, ansia, obesità, disturbi del sonno, oltre ad aumentare il rischio cardiovascolare, dolore cronico e disordini respiratori come l'asma. Il tutto senza considerare l'impatto sulla qualità di vita e sui progetti lavorativi o familiari".  

In Spagna "stiamo cercando di avviare programmi nelle scuole - spiega l'esperta - Si parla molto di educazione affettiva, ma dovremmo davvero rafforzare l'educazione alla salute e, in particolare, quella sul cervello, perché il cervello è chi sei tu. Il rischio di soffrire di questa malattia non è basso: 1 donna su 5 e 1 uomo su 10, praticamente in ogni classe delle scuole medie ci sono 4-5 ragazze e 2-3 ragazzi che svilupperanno l'emicrania. Per questo - rimarca - bisogna educare i ragazzi alla salute del cervello e un po' alla gestione del dolore, che significa prendersi cura di sé e capire che sapersi gestire oggi permette di essere liberi domani".  

"Quando poi si hanno 20 o 30 anni - continua Pozo-Rosich - l'emicrania può davvero manifestarsi in modo importante. Allora serve un'educazione specifica su come affrontarla, perché non è intuitivo. Non è naturale. E quando si hanno 40 anni, l'emicrania è al suo picco di disabilità e colpisce molto più le donne. A quel punto, oltre all'educazione, si possono aggiungere interventi come la psicoterapia. Perché è difficile accettare di avere una malattia cronica. Non lo vuoi. Sembra sempre che potrai gestirla da solo, ma non è così. E accettarlo richiede supporto professionale, anche psicologico. Infine, serve anche awareness, cioè educazione della popolazione. Sogno il giorno in cui non dovrò più spiegare cos'è l'emicrania. Nessuno - evidenzia l'esperta - spiega cos'è il diabete: tutti sanno che c'entra la glicemia, l'insulina, l'alimentazione, l'esercizio. Anche per l'ipertensione. Ma con l'emicrania ogni volta bisogna spiegare tutto, perché è complessa, ma anche perché non c'è abbastanza informazione pubblica". 

Sui campanelli d'allarme da considerare, Pozo-Rosich non ha dubbi. "I figli vanno ascoltati - raccomanda - Questa è una malattia molto ereditaria. Se tu genitore hai l'emicrania, e tuo figlio lamenta mal di testa, probabilmente non ti sta imitando o prendendo in giro. La mia raccomandazione è di portalo da un buon medico. Ci sono bambini con emicrania già a 2, 4, 6, 7 anni. Ma in generale il grosso aumento di incidenza si verifica tra i 12 e i 14 anni. Sono gli anni in cui il cervello si sviluppa di più: ogni stimolo, positivo o negativo, ha un grande impatto sullo sviluppo cerebrale. Se non mangi, ad esempio, non mielinizzi bene il sistema nervoso. Anche l'emicrania può influenzarne negativamente lo sviluppo, se trascurata. E questo può predisporre a una cronicizzazione”.  

Certo servirebbe un maggiore coinvolgimento anche del pediatra e del medico di medicina generale che "sono spesso i primi a dire che 'non è niente' - rileva l'esperta - In Spagna stiamo cercando di creare un consensus tra medicina generale e specialisti sul percorso del paziente. La buona notizia è che c'è più consapevolezza rispetto a 25 anni fa. Ma c'è un problema: non esiste un biomarcatore e il sistema non incentiva la diagnosi. In Spagna, ad esempio, i medici di base sono incentivati a misurare il colesterolo e la glicemia, rispettivamente per ipertensione e diabete; per l'emicrania non abbiamo un marcatore da misurare, ma la cefalea vale la metà dei costi di tutte le malattie neurologiche: in Europa è la patologia con l'impatto economico maggiore. Dobbiamo investire in ricerca - conclude - ma anche in formazione dei cittadini, a partire dai più piccoli". 

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Con l'auto cade dal ponte a San Vito, grave una 28enne

23 Giugno 2025
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Incidente stradale lungo la statale 387
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Groupama: "Per un lavoratore su 2 a garantire pensioni e cure sarà il datore di lavoro"

23 Giugno 2025
lavoratori_canva

(Adnkronos) - Il traguardo della pensione, ancora oggi, nel nostro Paese, sembra sempre più un miraggio. Almeno stando all’Osservatorio ‘Change Lab, Italia 2030’ , realizzato per il quinto anno consecutivo da Groupama Assicurazioni - prima filiale del Gruppo francese Groupama e tra i più importanti player del settore assicurativo in Italia - in collaborazione con l’istituto di ricerca Bva Doxa per indagare i principali trend che entro il 2030 cambieranno le abitudini di vita delle persone. Quest’anno l’Osservatorio ha analizzato lo stato dell’arte del welfare attraverso il percepito degli italiani, con un focus specifico sulle piccole e medie imprese (pmi), i cui dipendenti sono stati coinvolti nella survey. 

Ne emerge che per oltre 6 italiani su 10, la futura pensione sarà insufficiente, al punto di dover fare affidamento su altre fonti di reddito (per il 63%), o da non poter smettere di lavorare (17%); mentre i più giovani (il 15% degli under 35) pensano che per loro il loro momento di andare in pensione non arriverà mai. Una sfiducia che trova eco in uno Stato sempre meno di prossimità, in cui se da una parte la sanità pubblica è al primo posto tra i servizi che gli italiani si aspettano, dall’altra questa è la più disattesa (solo 1 italiano su 4 la sente garantita). 

Guardando al quadro generale, quasi la metà (44%) degli italiani boccia i servizi statali: a fronte di un’aspettativa di un sistema sanitario accessibile, efficiente e rapido (69%), pensioni adeguate (47%) e servizi di welfare di prossimità (36%), emergono forti attriti tra desideri e realtà. Pagelle nere, dunque, per il settore pubblico, a cui fanno da contraltare ottime prospettive per il welfare privato: circa 4 italiani su 10 godono di una copertura sanitaria (41%) e di pensioni integrative (38%), come parte dell’offerta fornita dal proprio datore di lavoro. Il risultato? Grande soddisfazione nei lavoratori dipendenti che hanno un pacchetto welfare aziendale (46%) tanto che 8 su 10 (82%) lo ritengono un fattore importante nella scelta di un nuovo lavoro.  

Anche guardando ai prossimi 10 anni, lo scenario non si discosta dalla fotografia attuale: solo il 9% degli italiani si dice fiducioso che lo Stato riuscirà a garantire tutti i servizi essenziali. La maggior parte dei nostri connazionali, invece, ritiene che solo una parte dei servizi sarà garantita (55%) e che sarà necessaria una collaborazione con il settore privato (27%), o che lo Stato non avrà le risorse necessarie e pertanto saranno le aziende a colmare le lacune tramite welfare aziendale (30%), o ancora che si dovrà fare affidamento su risorse individuali (25%). 

"L'indagine realizzata conferma come, in un contesto socioeconomico come quello attuale, in cui si abbassa il valore delle pensioni, aumenta l'invecchiamento della popolazione e cala la copertura del sistema sanitario nazionale, le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo sociale, a ‘sostituirsi’ allo Stato, colmando alcune lacune del sistema di welfare pubblico e offrendo ai propri dipendenti un supporto concreto in ambiti cruciali come la salute e la previdenza. In questo scenario, il welfare aziendale si configura, per i dipendenti, come la risposta ai bisogni a cui lo Stato non riesce a far fronte e, per le aziende, come una leva strategica per attrarre e fidelizzare i talenti, attraverso uno strumento in grado di rispondere alle necessità emergenti dei lavoratori. In qualità di assicuratori, il nostro impegno è quello di accompagnare questa evoluzione sociale, facilitando la transizione verso un sistema integrato che sappia rispondere con efficacia alle nuove esigenze di tutela e benessere dei cittadini italiani", commenta Pierre Cordier, amministratore delegato e direttore generale di Groupama Assicurazioni. 

“Il ‘welfare del futuro’ delineato da questa ricerca invita, in un’ottica di lungo periodo, alla fiducia e all’ottimismo. Le preoccupazioni emerse sono reali, ma rappresentano anche la mappa di ciò che possiamo migliorare. Immaginiamo Stato, imprese e cittadini non come corridori isolati su tapis roulant separati, ma come compagni di squadra che si passano il testimone lungo un percorso comune. Ognuno ha un ruolo: il settore pubblico crea il quadro di base, le aziende innovano e supportano, le persone partecipano attivamente alle scelte di benessere. Insieme possiamo trasformare la paura di ‘non farcela’ in energia per costruire nuove soluzioni. È un’economia dell’ottimismo in azione, in cui investire nel capitale sociale, nelle relazioni di fiducia, nella solidarietà, nella salute condivisa, produce dividendi preziosi: lavoratori più sereni, comunità più felici, crescita più sostenibile”, dichiara Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico.  

I dati dell'Osservatorio Groupama-Doxa mostrano un quadro preoccupante circa la fiducia degli italiani nei confronti del welfare statale. Secondo i nostri connazionali, lo Stato dovrebbe garantire: una sanità accessibile, efficiente e rapida (69%), pensioni adeguate a uno stile di vita dignitoso (47%), servizi di welfare di prossimità (36%), istruzione di qualità (34%), burocrazia snella (28%). Servizi essenziali che però nel percepito degli italiani sono assenti: 2/3 (67%) considerano l’attuale sistema sanitario pubblico inadeguato, mentre meno di 1 lavoratore su 10 (8%) ritiene l'importo della pensione sufficiente a mantenere l’attuale tenore di vita. Ancora più allarmante è che il 44% degli italiani ritiene che nessuno dei servizi essenziali sia oggi garantito dallo Stato. Tra le principali ragioni di sfiducia nel sistema pensionistico statale ci sono: l'incapacità del sistema di garantire una copertura sufficiente (55%), la crisi demografica con il progressivo invecchiamento della popolazione e la bassa natalità (45%), e l'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione e dalle tensioni internazionali in atto (34%). 

Numeri che portano il 18% dei lavoratori a pensare, una volta in pensione, di trasferirsi all’estero per avere agevolazioni che garantiscano un miglior tenore di vita. Tra i desideri da soddisfare durante il ‘buen retiro’: occuparsi dei bisogni della propria famiglia e dei propri cari (28%), viaggiare e vedere il mondo (23%), vivere in campagna (15%) e dedicarsi ai propri hobby (14%).  

In questo scenario, a ridisegnare i confini del welfare del futuro sono proprio i lavoratori, che restituiscono un’immagine chiara di cosa si aspettano. Secondo i lavoratori dipendenti delle piccole e medie imprese intervistati, nei prossimi anni assisteremo a una progressiva integrazione tra welfare statale e aziendale (38%), con quest'ultimo destinato ad acquisire maggiore rilevanza (30%). Per il 20% degli intervistati si profila addirittura un futuro ‘azienda-centrico’, dove lo Stato avrà un ruolo marginale e le imprese diventeranno i principali fornitori di servizi e benefit per i propri dipendenti. 

Oltre 8 lavoratori dipendenti su 10 (82%) considerano importante l’offerta di un valido pacchetto welfare ai fini della scelta di un cambio di lavoro e sono proprio loro a delineare cosa debba offrire il ‘pacchetto welfare’ ideale: assicurazione sanitaria integrativa per sé e per la famiglia (57%) e piano pensionistico complementare (56%) guidano la classifica dei benefit più desiderati, seguiti dai servizi di supporto familiare (33%) e dalle convenzioni per assicurare il benessere psicofisico (25%). Per oltre 3 su 10 (31%), inoltre, il pacchetto welfare aziendale del futuro sarà ‘à la carte’, con le aziende che offriranno un paniere di benefit tra cui scegliere, personalizzando l'offerta in base ai loro specifici bisogni.  

L’indagine, infine, offre un focus sul mondo assicurativo, sempre sotto la lente dei lavoratori di piccole e medie imprese: una polizza integrativa per salute e/o previdenza incluso tra i benefit dall'azienda è ‘molto apprezzata’ da 1 italiano su 2 (48%), a cui si aggiunge un ulteriore 41% che la ritiene ‘abbastanza utile’ per avere una maggiore serenità. Il 21% degli intervistati l’ha attivata tramite l'azienda, il 10% ne ha una privata, mentre un altro 10% le ha entrambe. Per quanto riguarda la previdenza complementare, il 18% ha una forma di integrazione privata, il 10% tramite l'azienda e un altro 10% le ha entrambe. Numeri che mettono a fuoco anche un’Italia a due velocità: il 46% dei lavoratori che hanno un pacchetto welfare ne è soddisfatto, di contro, il 24% non possiede ancora forme di welfare.  

“I dati del nostro Osservatorio mostrano con chiarezza quanto sia determinante l’impegno delle aziende italiane per il supporto ai bisogni delle persone. Oggi l’Istat ci dice che in Italia le pmi sono circa 4,9 milioni e costituiscono oltre il 96% delle imprese italiane. È soprattutto a questo bacino che ci rivolgiamo: circa 21 milioni di lavoratori impiegati in micro, piccole e medie imprese che, ad oggi, non beneficiano ancora di misure di welfare adeguate. Crediamo fermamente che sia qui che si gioca una partita cruciale per il futuro del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Per questo l’approccio di Groupama Assicurazioni è di lavorare insieme al cliente azienda per identificare le soluzioni assicurative e di welfare più idonee per i propri dipendenti. Lo facciamo, tra l’altro, attraverso il prodotto Groupama Benessere Impresa per la gestione dei piani sanitari e con la soluzione Programma Open per la previdenza complementare. Si tratta di una situazione win-win: il nostro Osservatorio sulle pmi rivela che le aziende con un welfare competitivo non solo fidelizzano e tutelano dipendenti e famiglie, ma attraggono anche nuovi talenti. Non a caso, l'82% dei lavoratori indica un welfare più vantaggioso come fattore decisivo per un cambio di lavoro, talvolta anche rispetto a un guadagno maggiore”, conclude l’ad di Groupama Assicurazioni, Pierre Cordier. 

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Adnkronos Q&A, 'Demografia, un patto fra generazioni': l'evento il 24 giugno

23 Giugno 2025
Adnkronos Q&A,

(Adnkronos) - Come affrontare le conseguenze dell'andamento della demografia? La scarsa natalità e l’invecchiamento della popolazione sono trend ormai consolidati. Per invertirli servono decenni. Intanto, è necessario investire per adeguare il mercato del lavoro e le pensioni, agire sul welfare, pubblico e aziendale, e fare leva su servizi adeguati e politiche sociali efficaci per costruire il futuro. Saranno i temi al centro dell'appuntamento con l'evento 'Demografia, un patto fra generazioni', per il ciclo di incontri Adnkronos Q&A, in programma il 24 giugno, a partire dalle 10 al Palazzo dell'Informazione. 

 

 

I lavori saranno aperti dal direttore dell'Agenzia, Davide Desario, e moderati dal vicedirettore Fabio Insenga. Saranno presentati i risultati di un'indagine condotta sul sito e sui social Adnkronos rispetto alla percezione degli utenti delle proprie condizioni di vita e alle loro aspettative. Si confronteranno rappresentanti istituzionali, esponenti politici e delle parti sociali, manager di importanti aziende e figure di spicco del mondo accademico. 

In rappresentanza del governo, un intervento del ministro del Lavoro e delle Politiche sociale Maria Elvira Calderone e le interviste con il viceministro al Lavoro e le Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, e il sottosegretario Claudio Durigon. A dare voce alla politica saranno anche Maria Cecilia Guerra (Pd) e Antonella Sberna (FdI). Per le parti sociali, saranno presenti Paolo Ghezzi, Direttore Generale InfoCamere; Daniela Barbaresi, Segretaria confederale Cgil; Sauro Rossi, Segretario confederale Cisl; Santo Biondo, Segretario confederale Uil; Rosalba La Fauci, Vicesegretario generale Confsal.  

Discuteranno durante il panel 'L’invecchiamento della popolazione: la necessità di una programmazione', prima Paola Ansuini, Direttore Comunicazione - Tutela clientela e educazione finanziaria Banca d'Italia; Elisabetta Barbi, Professoressa di Demografia Università La Sapienza – Age-It; Guido Castelli, Commissario straordinario per la ricostruzione del sisma del 2016 e Chiara Mancini, Vicedirettore generale ABI e poi: Ramon Palou de Comasema, General manager Healthcare Merck; Fabio Landazabal, Presidente e AD GSK Italia; Ivo Tarantino, Direttore Corporate Affairs Sud Europa Haleon; Antonio De Poli, Responsabile Collettive e Fondi Pensione Generali Italia; Nadia Vavassori, Responsabile fondi pensione aperti Amundi SGR.  

Un altro panel, 'Il welfare e le strategie aziendali', vedrà protagonisti: Rino Agostiniani, Presidente SIP - Società Italiana di Pediatria; Filippo Breccia Fratadocchi, Vicepresidente Nuova Collaborazione; Ester Dini, Responsabile ufficio studi Fondazione Studi Consulenti del Lavoro; Antonio Fazzari, General Manager Fater; Manuela Giusti, Direttrice People Relations & Compensation Wind Tre; Laura Anzideo, Coordinatrice Sfida Prima Infanzia Fondazione Cariplo; Elena Garda, Employer Branding, Welfare & ESG Manager Eidosmedia. 

Qui il link per la registrazione e la partecipazione. 

 

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Putin: "Russia combatte per futuro, non minaccio la Nato" - Video

23 Giugno 2025

(Adnkronos) - "La Russia combatte per il proprio futuro, i soldati impegnati dell'Operazione speciale in Ucraina sono eroi. La Nato inventa la minaccia di un'invasione russa in Europa". Vladimir Putin si esprime così nella giornata in cui, tra l'altro, il presidente russo incontra il ministero degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. "Contro l'Iran c'è stata una aggressione assolutamente non provocata. Priva di basi o giustificazioni", dice Putin, che si sofferma poi ampiamente sul rapporto tra Russia e Europa. 

"La Nato sta provocando una militarizzazione globale e una corsa agli armamenti. La leadership dell'alleanza continua a ripetere che c'è una sorta di minaccia da parte della Russia, con una possibile invasione da parte nostra: è un'invenzione", dice, prima di un annuncio che - in realtà - somiglia ad una minaccia: al via la produzione in serie del missile Oreshnik, arma introdotta alla fine dello scorso anno nella guerra con l'Ucraina e in grado, secondo Mosca, di colpire qualsiasi città europea senza possibilità di intervento per le difese. 

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Andreas Sargent Larsen, tuffatore accusato di stalking. La ex: "Periodo più brutto della mia vita"

23 Giugno 2025
Andreas Sargent Larsen - (Ipa)

(Adnkronos) - “E’ stato il periodo più brutto della mia vita, come vittima ho subito queste violenze e ho dovuto rinunciare a quello che era il mio mondo, ho dovuto abbandonare l’Italia e andare a studiare all’estero. Ancora oggi non dormo la notte”. Lo ha detto in aula in tribunale a Roma l’ex fidanzata di Andreas Sargent Larsen, il tuffatore azzurro finito a processo per stalking.  

Davanti al giudice monocratico la ragazza, minorenne al tempo dei fatti, ha riferito dei continui messaggi che riceveva dall’allora fidanzato, che voleva sempre sapere con chi si trovasse. In un caso il ragazzo le avrebbe sbattuto la testa sul volante dell’auto.  

In aula è stata sentita anche la madre della ragazza, che insieme col marito decise di presentare denuncia nel 2022 in quanto la figlia all’epoca era minorenne e il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo settembre quando saranno sentiti altri testimoni. “Seppur emotivamente agitata, la ragazza è riuscita a ricostruire i fatti evidenziando come questi le abbiano lasciato segni importanti” commenta l’avvocata Giada Briziarelli che assiste l’ex fidanzata di Larsen, costituitasi parte civile.  

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Trump allontana gli europei dagli Usa: cosa dice il sondaggio Ecfr (prima dell'attacco all'Iran)

23 Giugno 2025
Donald Trump

(Adnkronos) - La decisione di Donald Trump bombardare i siti nucleari in Iran è arrivata dopo. E non è difficile ipotizzare che avrebbe reso i dati ancora più espliciti. Un sondaggio, con il titolo efficace "Trump's European revolution", realizzato dal think tank European Council On Foreign Relation (Ecfr) in 12 paesi dell'Europa (Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Ungheria) dice una cosa chiara: a una buona parte degli europei il presidente americano piace sempre di meno. O, comunque, dice che Trump ha cambiato l’approccio della politica europea, e soprattutto degli europei, agli Stati Uniti.  

E' un sondaggio che restituisce una sorta di indice di gradimento, in Europa, del principale protagonista della scena internazionale degli ultimi mesi. Ne sono passati cinque dall’Inauguration day del 20 gennaio e tra i dazi e la gestione dei principali dossier, dalla guerra fra Russia e Ucraina alla crisi in Medio Oriente, l’impronta del presidente americano sta cambiando profondamente il rapporto tra il Vecchio Continente e lo storico alleato d’oltreoceano. Lo sta facendo da tanti punti di vista diversi, con un risultato che sembra farsi sempre più evidente: la maggioranza degli europei si sente progressivamente più lontana da quello che è sempre stato considerato un punto di riferimento: l’America alleata e affine all’Europa.  

Oggi, con Trump presidente, la distanza culturale e politica tra le due sponde dell’Atlantico nella percezione degli europei si sta allargando. A incidere è soprattutto la percezione della spinta Maga, quel Make America Great Again che tende ad allontanare le due sponde dell’Atlantico, che favorisce un rimescolamento delle carte anche nelle relazioni tra politica europea e Stati Uniti. Schematizzando e semplificando, si assiste a un sostanziale capovolgimento degli schieramenti tradizionali: i partiti di destra difendono l’ordine transatlantico, i partiti mainstream (i Popolari e buona parte dei socialisti) si riscoprono sovranisti europei, e il progetto di pace dell’Ue evolve in una strategia di difesa armata. In Paesi storicamente atlantisti come Danimarca, Germania e Regno Unito, cresce la convinzione che l’Europa debba occuparsi autonomamente della propria sicurezza. 

Pubblicato in concomitanza con il Vertice Nato 2025, che inizierà domani all'Aia, il sondaggio dell'European Council on Foreign Relations mostra come il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca stia trasformando l'opinione pubblica europea in particolare in materia di difesa e sicurezza: una media del 50% degli europei si dice favorevole ad aumentare la spesa per la difesa, contro un 24% contrario. L'Italia rappresenta un'eccezione a questa tendenza: il 57% degli intervistati si è detto contrario e solo il 17% a favore. Il consenso è particolarmente forte in Polonia e Danimarca (70%), Regno Unito (57%), Estonia (56%) e Portogallo (54%).  

La maggioranza degli europei si dichiara anche favorevole anche alla reintroduzione del servizio militare obbligatorio, con Francia (62%), Germania (53%) e Polonia (51%) in testa. Tuttavia, il sostegno crolla drasticamente tra i giovani 18-29 anni, fascia in cui solo il 27% approva la misura e il 57% risulta contrario. Il 54% degli intervistati sostiene lo sviluppo di un deterrente nucleare europeo alternativo che non dipenda dagli Stati Uniti, mentre il 59% è favorevole a mantenere il supporto militare all'Ucraina anche in caso di ritiro americano. 

Nonostante la spinta al riarmo, gli europei rimangono scettici sulla capacità dell'Ue di raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti in materia di difesa nei prossimi cinque anni. Solo in Danimarca (52%) e Portogallo (50%) la maggioranza ritiene questo obiettivo "possibile", mentre in Italia e Ungheria prevale lo scetticismo con rispettivamente il 54% e 51% che lo considera "molto difficile" o "praticamente impossibile". 

In estrema sintesi: Europa più lontana dagli Stati Uniti e costretta a fare da sola; europei, almeno una parte, e americani su due sponde diverse del solco tracciato da Trump. (Di Fabio Insenga) 

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Mentana lascia La7? Il post misterioso: "Devi capire quando è il momento di staccare"

23 Giugno 2025
Enrico Mentana - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Enrico Mentana lascia La7? Il giornalista con un post condiviso su Instagram ha ricordato che il prossimo 2 luglio 2025 festeggerà 15 anni di direzione del TG di La7. Con una riflessione profonda, Mentana ha tracciato un bilancio della sua carriera come direttore del Tg, utilizzando delle parole che sembrano suggerire un imminente addio dalla televisione di Urbano Cairo.  

"Il 2 luglio saranno 15 anni da quando presi la guida del TgLa7. Un grande viaggio, anche per me che pure avevo vissuto i primi 12 anni del Tg5, e da redattore ne avevo trascorsi 9 al Tg1", comincia così il post condiviso dal giornalista sul suo profilo Instagram.  

 

Anni, che Mentana considera "intensissimi, ed esaltanti". Il giornalista sottolinea, poi, la sua passione e dedizione nei confronti di La7: "Tutti affrontati come fosse stato 'per sempre', senza mai pensare a un altrove, a cosa fare dopo". "Ma il più grande insegnamento", conclude Mentana "devi capire tu quando è il momento di staccare, senza che siano gli altri, o il pubblico, a dirtelo". 

Una riflessione che ha sollevato diversi dubbi tra gli utenti: "Mentana non puoi assolutamente abbandonarci. In questi tempi cupi, dove l'informazione vacilla, resti una delle pochissime voci autorevoli", si legge. "Non faccia scherzi, la prego", fa eco un altro utente. Tra i commenti spicca anche quello di Cristina Parodi che ha scritto: "Ma tu Enrico non azzardarti ad abbandonare, per favore". 

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Nato, Rutte: "Iran non deve avere atomica, attacco Usa non è contrario a diritto internazionale"

23 Giugno 2025
Mark Rutte - Ipa

(Adnkronos) - Anche per la Nato, "l'Iran non deve avere l'arma atomica". Lo dice il segretario generale dell'Alleanza atlantica Mark Rutte, in conferenza stampa all'Aja alla vigila del summit. Per Rutte, dato che Teheran è "pesantemente coinvolta" nella guerra condotta dalla Russia contro l'Ucraina poiché fornisce "droni" a Mosca, il tema "emergerà nelle discussioni" nel corso del vertice.  

Secondo Mark Rutte, l'attacco sferrato dagli Usa contro i siti nucleari iraniani non è "contrario al diritto internazionale". La "più grande paura" del segretario generale della Nato, spiega in conferenza stampa all'Aja, "sarebbe che l'Iran avesse l'arma atomica. Focalizziamoci sulle cose essenziali: potrebbe esercitare una stretta mortale su Israele e sulla regione e altri parti del mondo". Per questo, continua, "la Nato ha sempre detto che Teheran non dovrebbe mai mettere le mani su un'arma nucleare. E non concordo sul fatto che sarebbe contrario al diritto internazionale quello che hanno fatto gli Usa", conclude. 

Domani martedì 24 giugno e mercoledì 25 giugno si terrà all’Aja, nei Paesi Bassi, il vertice Nato 2025, in un clima di massima sicurezza e tensioni geopolitiche. Il summit arriva in un momento critico per l’Alleanza, segnata da visioni divergenti tra gli alleati e dall’ombra di un secondo mandato Trump, che potrebbe minarne la coesione. I Paesi della Nato hanno sottoscritto un impegno ad aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil, dopo che la Spagna ha ritirato l'opposizione che minacciava di far deragliare il vertice dell'Alleanza della prossima settimana, hanno dichiarato i diplomatici coinvolti nei negoziati. Tuttavia, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato che Madrid ha "raggiunto un accordo" con la Nato che la esenta dal raggiungimento dell'obiettivo. 

 

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Ferrari, Beganovic al posto di Leclerc nella prima sessione di libere in Austria

23 Giugno 2025
Dino Beganovic - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Novità in casa Ferrari. Dino Beganovic, pilota del team Hitech e del programma della Ferrari Driver Academy, guiderà la SF-25 di Charles Leclerc a Spielberg, in vista del Gran Premio d'Austria del prossimo weekend. Per lui, un test nelle FP1. Il secondo, per lo svedese, al volante di una Formula 1, dopo il debutto in Bahrain ad aprile. In Austria, nella prima sessione di prove libere ci sarà spazio anche per Alex Dunne, che correrà sulla McLaren di Lando Norris. 

"Un grande momento in rosso. Dino Beganovic tornerà al volante della vettura di Charles per le FP1 a Spielberg" ha comunicato la Ferrari sui propri canali social. L'impiego di Beganovic consentirà al team di Maranello di chiudere due delle quattro sessioni FP1 obbligatorie per un rookie durante la stagione. Le altre due dovranno essere fatte con la monoposto di Lewis Hamilton. 

Ma chi è il giovane Beganovic? Nato in Svezia, il classe 2004 fa parte della Ferrari Driver Academy. Dopo la trafila nelle serie minori, ha chiuso al sesto posto il campionato di Formula 3 nelle ultime due stagioni ed è attualmente impegnato nel campionato di Formula 2 con ottimi risultati. In Bahrain, al suo esordio sulla Rossa, aveva chiuso 14° nella classifica combinata delle PL1.  

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Scompenso cardiaco, Levrero (Aisc): "Associazioni fondamentali per pazienti"

23 Giugno 2025
Scompenso cardiaco, Levrero (Aisc):

(Adnkronos) - "Le associazioni hanno un ruolo fondamentale nel dare supporto ai pazienti e alle famiglie. Molto spesso, infatti, i pazienti sono completamente persi e non sanno a chi rivolgersi e le associazioni rappresentano un punto dove possono trovare il supporto educativo di cui hanno bisogno, ma possono anche trovare altri pazienti con i quali condividere le proprie speranze e le proprie emozioni. Pertanto, si tratta di un'esperienza individuale, che diventa collettiva". Lo ha detto Giulia Levrero, delegato Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc), in occasione dell'inaugurazione, a Milano, di 'Quore imperfetto', l'installazione di Novartis nell'ambito della campagna 'Da Quore a Cuore in un gesto'. Durante l'evento Novartis ha presentato anche i nuovi dati di una ricerca Iqvia Italia sui pazienti 'Lost in Treatment'.  

"La comunicazione e la sensibilizzazione - sottolinea Levrero - sono aspetti fondamentali: se non comunichiamo i messaggi ai pazienti, loro non possono imparare e non possono evolversi. Dunque, la comunicazione è il primo passo. Il medico di base e lo specialista, in questi momenti, sono fondamentali: il medico di medicina generale è la persona che segue il paziente quasi nel quotidiano, mentre lo specialista dà un supporto molto più tecnico. Pertanto, è necessario sicuramente un dialogo tra medico e paziente, ma anche tra i professionisti sanitari: un team multidisciplinare in grado di coordinarsi veramente per una presa in carico completa del paziente". 

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Gnocchi (Novartis): "Da 40 anni impegnati per ridurre rischio cardiovascolare"

23 Giugno 2025
Gnocchi (Novartis):

(Adnkronos) - "La campagna 'Da Quore e Cuore in un gesto' nasce dall'ascolto profondo dei pazienti con ipercolesterolemia che hanno già subito un evento acuto attraverso la fondamentale collaborazione con la fondazione pazienti. In Italia, infatti, le morti cardiovascolari rappresentano ancora la prima causa di morte: 220mila decessi all'anno, che corrispondono a 25 decessi ogni ora". Lo ha detto Chiara Gnocchi, Communication & Advocacy Head di Novartis Italia, in occasione dell'inaugurazione dell'installazione 'Quore imperfetto' di Novartis, a Milano, nell'ambito della campagna 'Da Quore a Cuore in un gesto'. Nel corso della giornata Novartis ha presentato anche i nuovi dati di una ricerca Iqvia Italia sui pazienti 'Lost in Treatment'. 

"Novartis - afferma Gnocchi - è impegnata da oltre 40 anni nello sviluppo di opzioni terapeutiche efficaci per cercare di ridurre il rischio cardiovascolare e di conseguenza le morti annesse, affinché nessun cuore smetta di battere troppo presto. Tuttavia, ci siamo resi conto che non è sufficiente: non è solo una questione di scienza o di ricerca, ma è una questione culturale, psicologica ed emotiva. La campagna vuole mettere l'accento su un problema nascosto e subdolo: infatti, 1 paziente su 3 dopo un evento acuto risulta 'lost', perso, attraverso il suo percorso terapeutico e di follow-up. E' importante riattivare il paziente con ipercolesterolemia a seguito di un evento acuto alla presa in carico del proprio percorso di cura, attraverso la consapevolezza, la conoscenza del proprio rischio cardiovascolare, ma soprattutto attraverso il dialogo con il proprio medico di competenza". Per tale ragione, "suggeriamo a tutti i pazienti di ritornare dal proprio medico specialista per affrontare un dialogo adeguato e scegliere insieme a lui il proprio percorso di cura più adatto alle proprie esigenze".  

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Gli scavi a Sassari, svelati i commerci del '500

23 Giugno 2025
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Marco Mengoni dedica 'Luce' alla mamma scomparsa e si commuove - Il video

23 Giugno 2025
Marco Mengoni - TikTok

(Adnkronos) - Marco Mengoni dedica un brano alla mamma scomparsa e si emoziona sul palco. È diventato virale sul web un video che mostra il momento in cui il cantante si è sciolto in lacrime mentre intona il brano 'Luce', dedicato proprio alla madre Nadia, morta lo scorso settembre a 65 anni dopo una lunga malattia.  

"Questa canzone l’ho dedicata alla persona più importante della mia vita, la mia luce sempre e lo sarà per sempre. Grazie mamma, grazie", ha detto Marco Mengoni, non riuscendo a trattenere le lacrime, durante la sua prima tappa a Lignano nel tour che si sta svolgendo in giro per gli stadi più importanti d'Italia.  

 

Marco ha dedicato il brano proprio alla mamma e descrive, parola dopo parola, il ruolo che ha avuto nella sua vita: "Tu sei la mia luce e splendi sempre dentro l'anima", si legge nel testo.  

Dopo un lungo periodo trascorso in silenzio, il cantante aveva rilasciato un'intervista a Vanity Fair in cui per la prima volta ha parlato della morte del genitore: "I mesi passano, ma è come se fosse successo sempre ieri. Non ne avevo ancora parlato fino a oggi, ho cercato di non farlo o di lasciare il compito alla musica". "Sono contento - aveva aggiunto - di averla avuta con me, di aver lottato come un disperato e di aver fatto di tutto fino all'ultimo". 

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Crescono prezzi immobili di mare e lago, stranieri sempre più protagonisti

23 Giugno 2025
Crescono prezzi immobili di mare e lago, stranieri sempre più protagonisti

(Adnkronos) - Secondo le analisi del mercato turistico dell'estate 2025 dell’Ufficio studi Gruppo Tecnocasa, il mercato immobiliare delle località di mare e lago ha evidenziato un leggero aumento dei prezzi, per entrambi del +1,5%. Smaltita l’euforia registrata nel 2020 il mercato della casa vacanza sembra essersi stabilizzato intorno al 6,8% del totale delle compravendite realizzate dalle nostre agenzie. Resta saldo l’interesse da parte di stranieri che sembrano essere sempre più interessati alle nostre località. Infatti, le compravendite di casa vacanza da parte di stranieri sono passate da 13,5% del 2023 a 15,7% del 2024. I prezzi elevati che si sono raggiunti in alcune note località turistiche e la carenza di offerta stanno dando spazio alle località minori o vicine a quelle più costose dove poter acquistare con budget più contenuti.  

Se guardiamo al lago le località turistiche del lago di Garda hanno messo a segno un aumento del 2,6%: la sponda bresciana chiude con +2,8%, quella veronese con +2,2% e la trentina con +3,2%. Il lago di Iseo registra un aumento dei valori dello 0,1% grazie al traino della sponda bresciana (+3,2%) che compensa il calo di quella bergamasca (-3,9%). Le località posizionate sul lago di Como vedono i prezzi in aumento dell’1%: la sponda lecchese fa +1,7% mentre quella comasca resta stabile. Nel Lazio le località di lago mettono a segno un -4,3% per il lago di Bracciano e stabilità per il lago di Bolsena.  

Analizzando le località di mare si segnalano i risultati lusinghieri di alcune regioni: Marche (+3,9%), Molise (+4,2%), Campania (+2,2%) e Sardegna (+2,0%). La percentuale di acquisti di casa vacanza da parte di stranieri passa da 13,5% del 2023 a 15,7% del 2024. Continua dunque il trend che vede un interesse crescente degli acquirenti stranieri per le nostre case al mare e al lago.  

Se i tedeschi, a causa delle difficoltà della loro economia, hanno rallentato negli acquisti al contrario si nota una crescita di compravendite da parte di residenti nell’Europa dell’Est che anche quest’anno si sono riversati nel nostro Paese che percepiscono come più sicuro, sia per vivere sia per investire. Interessante la crescita degli americani che si stanno riversando soprattutto in Sardegna dove tornano nella zona di Olbia e in altre località. Salda la presenza dei francesi soprattutto in Liguria e dei residenti in Nord Europa.  

La tipologia preferita è il trilocale con 31,2% degli acquisti, seguiti dalle soluzioni indipendenti e semindipendenti (30%). Queste ultime sono in aumento rispetto a un anno fa quando si fermavano a 28,2%. Il bilocale raccoglie il 31,2% delle compravendite. Resta la preferenza per le case con vista (lago o mare) e per le soluzioni al mare si prediligono le posizioni non troppo lontane dalle spiagge. Gli acquirenti non italiani prediligono più di frequente le tipologie distanti dal mare o dal lago, in posizioni più defilate ma con vista.  

Chi acquista la casa vacanza ha un’età compresa tra 45 e 64 anni (56,4%). A seguire con 20,8% ci sono gli acquirenti che hanno un’età compresa tra 35 e 44 anni. Diminuisce nel 2024 la quota dei single che acquistano: da 18,6% a 16,2%. Interessante il dato sul ricorso al credito: tendenzialmente la casa vacanza è una tipologia che si acquista ricorrendo ai propri risparmi, ma il ribasso dei tassi di interesse sta portando a un maggiore ricorso al mutuo che passa da 12,1% del 2023 a 13,8% del 2024.  

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L'avversaria la mura, Egonu la richiama. Poi si difende: "Non sono una bulla" - Video

23 Giugno 2025
Paola Egonu - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Polemiche su Paola Egonu. La pallavolista azzurra è stata, come sempre, grande protagonista dell'ennesima vittoria della Nazionale allenata da Julio Velasco, che ha battuto la Cina in Nations League con un secco 3-0. L'Italia femminile, medaglia d'oro a Parigi 2024, ha conquistato il suo 22esimo successo consecutivo in gare ufficiali, ma a tenere banco in queste ore non è il campo. 

All'inizio del terzo set si sono accese le polemiche per un gesto di Paola Egonu. L'opposta azzurra, che ha messo a segno 21 punti nel match, è stata murata da Dong Yuhan, giovane schiacciatrice cinese classe 2006, nel ricadere però l'avversaria è andata leggermente al di là della rete, pestando il piede di Egonu. La giocatrice della Vero Volley Milano si è accasciata un momento prima di fare un gesto alla cinese, richiamandola a rete per spiegarle di fare più attenzione.  

Proprio questo gesto è valso a Egonu un cartellino giallo e ha scatenato polemiche social a cui Paola ha risposto con una storia sul proprio profilo Instagram: "Tutto quello che volevo dire alla giocatrice cinese era di stare attenta, perché è andata nella mia metà campo e ciò avrebbe potuto essere pericoloso per entrambe", ha scritto l'opposta azzurra, "perciò, potete vedermi come una 'bulla', anche se volessi soltanto aiutarla visto che, in questo stesso modo, si è infortunata una sua compagna di squadra. Non mi importa essere stata murata in quell'azione, perché questa è la pallavolo". 

 

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Iran, Israele colpisce il carcere di Evin - Video

23 Giugno 2025

(Adnkronos) - Israele colpisce il carcere di Evin, a Teheran, uno dei simboli del regime iraniano. I video diffusi online mostrano l'esplosione che investe uno degli accessi alla struttura, tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture fisiche e psicologiche e abusi che si ripetono da decenni. Anche due italiane, la giornalista Cecilia Sala e la blogger Alessia Piperno, sono state detenute a Evin. Piperno è stata arrestata a Teheran il 28 settembre 2022 e rilasciata il 10 novembre dello stesso anno, dopo aver trascorso 45 giorni a Evin. Sala è stata arrestata il 19 dicembre del 2024 con l'accusa di "violazione delle leggi della Repubblica islamica" e liberata dopo 20 giorni. 

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