(Adnkronos) - Sarà Marco Bocci a interpretare Fateh Kassam, il padre del piccolo Farouk, nella nuova serie Rai ‘177 giorni – Il rapimento di Farouk Kassam’. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, l'attore è entrato nel cast della fiction che riporterà il pubblico al 1992, per rivivere uno dei sequestri di persona che più hanno sconvolto l'opinione pubblica italiana.
La serie, composta da sei episodi e diretta da Carlo Carlei, si preannuncia come un racconto intenso e drammatico. Le riprese dovrebbero iniziare il prossimo settembre e si divideranno tra la Campania e le zone della Sardegna che furono teatro del rapimento.
La fiction ricostruirà infatti la straziante vicenda del piccolo Farouk Kassam, che a soli sette anni venne rapito in Costa Smeralda. Per 177 interminabili giorni, il bambino rimase prigioniero in un covo dell'Anonima Sequestri, un incubo che tenne l'intera nazione con il fiato sospeso fino alla sua liberazione, avvenuta dopo complesse trattative e il pagamento di un riscatto. Il padre, interpretato da Bocci, era il gestore di un grande albergo a Porto Cervo quando suo figlio fu rapito.
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(Adnkronos) - Dopo aver battuto Novak Djokovic, domani a Wimbledon Jannik Sinner affronta di nuovo Carlos Alcaraz in una finale slam. L'ultima a Parigi è un ricordo amaro per l'italiano sconfitto dopo essere stato in vantaggio di 2 set. "E' un momento fantastico del tennis: la finale Sinner-Alcaraz mette al centro tante emozioni, con una grande domanda: riuscirà Sinner a batterlo in finale? Avendo perso a Parigi e con la pressione del centrale di Wimbledon dove lo spagnolo ha già vinto? Sinner-Djokovic è stata una sfida sportiva ma Sinner-Alcaraz in finale è un match epico dalla forte pressione emotiva e psicologica per l'italiano, con il rischio che il campione spagnolo diventi l'avversario tabù nelle finali" dei tornei dei 4 grandi slam, spiega all'Adnkronos Salute Pietro Bussotti, psicologo dello sport e coordinatore di Psicologia dello sport dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
Prima della finale di domenica c'era da battere l'ex numero 1 al mondo, con 24 slam vinti, Djokovic. "Ieri condivideva con Sinner una forma fisica non al 100% dopo la scivolata contro Cobolli, e l'italiano veniva da quel fastidio al gomito - analizza Bussotti - ma il serbo è un maestro nel gestire il dolore. Sinner invece ha l'età dalla sua e quindi un recupero più rapido. E questo, dobbiamo essere obiettivi, ha fatto la differenza se giochi contro un campione 38enne. C'è da dire che Djokovic non deve dimostrare più nulla, è quasi nel giardino di casa a Wimbledon avendo già alzato 7 coppe" sull'erba dell'All-England Croquet and Lawn Tennis Club.
"Se il sogno del tennista serbo è l''immortalità sportiva' continuando a provare a macinare record, Sinner - l''allievo' - ha la consapevolezza di aver superato già da tempo il suo 'maestro', lui è oggi il numero 1 e non più Djokovic". Che finale sarà tra i miglior tennisti del mondo? "Sinner dovrà essere in grado di prendersi la rivincita, di infrangere un tabù" e diventare, da numero 1 del mondo, "il nuove re di Wimbledon", conclude Bussotti.
(Adnkronos) - Gli Oasis sono tornati in concerto 16 anni dopo l'ultima volta, di fronte a Pep Guardiola. La band inglese si è riunita in un tour che dopo la prima tappa di Cardiff, che ha contato oltre 70mila persone, ha fatto il bis a Manchester. E tra il pubblico, ad assistere al concerto, c'era anche un ospite d'onore. La presenza dell'allenatore del Mancheter City non è passata inosservata ed è stata salutata con favore da Liam Gallagher, frontman del grupp e grande tifoso dei Citizens, reduci da una stagione deludente conclusa al terzo posto in Premier League e con la conseguente qualificazione alla prossima Champions League.
"Voglio dedicare la prossima canzone al più grande allenatore di tutti i tempi", ha detto Gallagher dal palco di Manchester, prima di inchinarsi ripetutamente in direzione di Guardiola e suonare l'iconico brano 'Don't Look Back In Anger'". Quando però ha nominato il tecnico catalano, a sorpresa, dal pubblico si sono alzati alcuni fischi, diventati virali sui social, e a cui il fratello Noah Gallagher ha risposto con un colorito "ma chi state fischiando?".
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(Adnkronos) - Bruno Barbieri tifa Jannik Sinner. Non è certo una novità. Lo chef e volto storico di Masterchef da tempo segue con entusiasmo, da grande tifoso, ogni match del tennista numero 1 del mondo, e anche ieri, venerdì 11 luglio, non ha fatto eccezione. Durante la semifinale di Wimbledon contro Novak Djokovic, Barbieri ha seguito con attenzione ogni set, ma questa volta ha voluto alzare la posta e fare una promessa ai follower.
Da vero 'carota boy', così come lui si definisce, in riferimento al soprannome legato al colore dei capelli del tennista altoatesino, lo chef su Instagram ha lanciato una scommessa: "Se Sinner vince la finale di Wimbledon gli dedico un piatto tutto a base di carote", dice.
E aggiunge: "Sarà un piatto alla Sinner e cioè un piatto atomico", ha sottolineato prima di commentare in tempo reale i set della semifinale dominati dall'azzurro. Sinner infatti ha battuto il tennista serbo in 1h e 55' di gioco, per 6-3, 6-3, 6-4, conquistando così la sua prima finale a Wimbledon contro Carlos Alcaraz .
Immancabile l'esultanza finale. Parrucca arancione in testa e applausi davanti alla telecamera: "Grande Sinner, ce la giochiamo, vada come vada domenica", ha concluso celebrando la vittoria del campione italiano.
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(Adnkronos) - Carlos Alcaraz teme Jannik Sinner. Il tennista spagnolo affronterà domani, domenica 13 luglio, l'azzurro nella finale di Wimbledon 2025, la rivincita dell'ultimo atto del Roland Garros, quando, poco più di un mese fa, Alcaraz riuscì a battere Sinner al termine di una sfida-maratona da oltre cinque ore e mezza. Dopo aver assistito alla semifinale dominata da Jannik contro Djokovic, schiantato in tre set con un netto 6-3, 6-3, 6-4, e aver superato poche ore prima Taylor Fritz, Alcaraz ha parlato in conferenza stampa: "Non penso di avere un vantaggio dopo quella partita. Quello che Sinner ha è perché ha imparato da tutto, da campione immenso quale è. Anche dalle sconfitte".
"Lui migliora dopo ogni partita e giorno dopo giorno. Sono abbastanza sicuro che ha imparato molto dalla finale del Roland Garros. Sarà migliorato fisicamente e mentalmente", ha detto Alcaraz, "domenica sarà pronto a dare il 100%. Quella di Parigi è stata la miglior partita che ho giocato in carriera, ma non credo di avere un vantaggio mentale per averla vinta. Non mi sorprende che mi abbia spinto al limite. Mi aspetto lo stesso domenica. Sarà una finale grandiosa, sono molto emozionato. Spero solo di non dover più passare 5 ore e mezza in campo, ma se devo, lo farò."
Alcaraz ha ammesso di essere sorpreso dalla crescita di Sinner sull'erba: “Sto vedendo Jannik giocare untennis fantastico sull'erba. Il movimento sull'erba è la cosa più difficile da ottenere. E la cosa più importante, almeno per me. Il movimento che Jannik ha sull'erba è incredibile. Scivola come se stesse giocando sulla terra battuta, con entrambe le gambe. È semplicemente incredibile. Sarà interessante affrontarlo".
Leggi tutto: Alcaraz, elogi a Sinner prima della finale a Wimbledon: "È incredibile"
(Adnkronos) - Ventidue civili, tra cui tre bambini, sono stati uccisi a causa di un attacco aereo contro un monastero nel centro del Myanmar, hanno riferito un combattente anti-giunta e un residente. Il bombardamento è avvenuto intorno all’una di notte di venerdì nel villaggio di Lin Ta Lu, quando un raid aereo ha colpito la sala del monastero dove si rifugiavano sfollati interni. Altre due persone sono rimaste ferite e sono in ospedale, in "condizioni critiche". "Pensavano che sarebbe stato sicuro rifugiarsi in un monastero buddhista", ha detto il combattente anti-giunta, "ma sono stati comunque bombardati".
Un residente della zona ha confermato che la sala del monastero è stata "completamente distrutta", aggiungendo di aver visto alcuni corpi caricati su un’auto e trasportati al cimitero all’alba di venerdì, dopo l’attacco. Ha raccontato che, recatosi al cimitero per scattare foto che potessero aiutare nell’identificazione delle vittime, ha contato 22 corpi. "Molti dei corpi avevano ferite alla testa o erano smembrati. È stato triste da vedere", ha detto.
Il Myanmar è dilaniato dalla guerra civile da quando i militari hanno rovesciato il governo democratico nel 2021. La regione centrale di Sagaing, dov'è situato il villaggio, è stata particolarmente colpita dagli attacchi aerei della giunta militare contro i gruppi armati di ribelli, nonostante fosse stata annunciata una tregua lo scorso marzo dopo un terremoto di magnitudo 7,7 che ha causato quasi 3,800 morti.
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(Adnkronos) - Clara e Fedez stanno insieme? Dopo settimane di indiscrezioni, foto rubate e smentite a mezza voce, la cantante ha rotto il silenzio e ha fatto, una volta per tutte, chiarezza sulla sua vita sentimentale. In un'intervista rilasciata a Vanity Fair, Clara Soccini ha messo fine ai rumors che la volevano vicino al rapper di Rozzano.
"No. Sono single, e non da molto", ha dichiarato Clara, rispondendo senza esitazioni alla domanda su un presunto legame con Fedez. Clara, inoltre, ha confermato la fine della sua relazione con Jacopo Neri, che durava dal 2022, definendola come la "storia più importante" della sua vita. La rottura non avrebbe nulla a che con Fedez, al contrario dei gossip che circolano sul web.
Le voci sul flirt tra i due artisti si erano fatte insistenti dopo la recente collaborazione musicale con la hit ‘Scelte stupide’ che aveva acceso i riflettori sulla coppia. Ma tra i due ci sarebbe solo un rapporto professionale, come chiarito dalla stessa Clara.
E riguardo al gossip, Clara risponde: "È compreso nel pacchetto. Sono le regole del gioco che ho scelto. Mi infastidiscono solo i fotomontaggi e le invenzioni, perché ci sono persone che possono restarci male. Per il resto, amo i paparazzi e mi diverte la vicina di casa che vuole saperne di più della mia vita privata".
Leggi tutto: Clara e Fedez stanno insieme? Lei rompe il silenzio: "Sono single"
(Adnkronos) - Disponibile online, a pagamento, un video contenente le immagini dell'autopsia di Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco. Per questo il Garante della privacy ha adottato, d’ufficio e in via d’urgenza, un provvedimento di blocco nei confronti di un soggetto che lo ha diffuso. Con lo stesso provvedimento, l’Autorità avverte i media e i siti web che l’eventuale diffusione delle immagini "risulterebbe illecita" in quanto in contrasto con le Regole deontologiche dei giornalisti e la normativa privacy.
Il Garante invita dunque "chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, ad astenersi dalla loro diffusione che - anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima - lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari". L’Autorità si riserva l’adozione di ulteriori provvedimenti anche di carattere sanzionatorio.
Leggi tutto: Garlasco, online video dell'autopsia di Chiara Poggi: Garante privacy blocca diffusione
(Adnkronos) - Jannik Sinner in finale a Wimbledon 2025. Il tennista azzurro affronterà domani, domenica 13 luglio, Carlos Alcaraz nell'ultimo atto dello Slam londinese, dopo aver battuto in tre set Novak Djokovic in semifinale con un netto 6-3, 6-3, 6-4. Una partita senza storia, dominata dall'inizio alla fine con un leggero passaggio a vuoto all'inizio del terzo parziale, che ha avvicinato Sinner al trofeo e al ricco montepremi del torneo.
Obiettivo dell'azzurro ora è sia riscattare la sconfitta nella finale del Roland Garros di appena un mese fa, quando Alcaraz si impose al termine di una sfida-maratona da oltre cinque ore e mezza, sia aggiudicarsi la fetta più grande del ricchissimo money prize messo in palio da Wimbledon, che è cresciuto del 7% rispetto allo scorso anno, raggiungendo la cifra complessiva di 53,5 milioni di sterline (quasi 63 milioni di euro). Ma quanto potrebbe guadagnare Sinner vincendo la finale di Londra?
Con il nuovo montepremi, i vincitori dei titoli di singolare maschile e femminile riceveranno ciascuno oltre 3 milioni e mezzo di euro, con un aumento di oltre l'11% rispetto al 2024, mentre l'accesso alla finale è già valso a Sinner quasi un milione e 800mila euro. Questo aumento rende Wimbledon il più prezioso tra i quattro Slam, basti pensare che un posto nel tabellone principale è valso almeno 66mila sterline (circa 77mila euro), con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Ecco tutte le cifre del nuovo prize money, uguale sia per il tabellone maschile che per quello femminile:
Primo turno: 77.400 euro
Secondo turno: 116.000 euro
Terzo turno: 178.000 euro
Ottavi: 281.400 euro
Quarti: 469.000 euro
Semifinali: 908.800 euro
Finale: 1.782.400 euro
Vincitore: 3.517.900 euro
(Adnkronos) - Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz, 13esimo episodio. La finale di Wimbledon 2025 in programma domenica 13 luglio - in diretta tv su Tv8 anche in chiaro e in streaming dalle 17 - è la nuova puntata di una rivalità che sta segnando la nuova epoca del tennis. L'azzurro e lo spagnolo si sono affrontati 12 volte in carriera. Alcaraz conduce 8-4 nei duelli e ha vinto gli ultimi 5 match disputati.
Quest'anno, il numero 1 e il numero 2 del mondo si sono incontrati in due finali. A Roma, Alcaraz ha vinto in 2 set contro un avversario appena rientrato nel circuito dopo uno stop di 3 mesi. Un mese fa, a Parigi, l'epilogo del Roland Garros. Sinner è andato ad un passo dal trionfo, ha avuto a disposizione 3 match point prima di arrendersi al super tie-break del quinto set dopo 5 ore di battaglia.
A Wimbledon, Alcaraz va a caccia del terzo trionfo consecutivo: lo spagnolo è reduce da 20 vittorie di fila all'All England Club. Sinner, invece, gioca la prima finale nei Championships. Sulla carta, l'era sembra più congeniale all'iberico. Eppure, Sinner ha vinto proprio a Wimbledon l'unico confronto diretto giocato sull'erba: erano gli ottavi del torneo 2022 e l'azzurro si impose in 4 set. Da allora, sono passati 3 anni e i due giocatori sono cresciuti in maniera esponenziale. "Ci siamo evoluti molto", dice Sinner.
Il numero 1 del mondo quest'anno ha vinto un torneo, gli Australian Open, e ha giocato altre due finali perse proprio contro Alcaraz, mancando l'appuntamento con il 20esimo titolo della carriera. L'altoatesino gioca la quinta finale Slam della carriera. Alcaraz è in un momento d'oro. Il murciano nel 2025 ha vinto 5 tornei (21 in totale) ed è imbattuto da 24 match. A Londra va a caccia del sesto trionfo in un major.
La rivalità tra i due giovani fenomeni prende forma, ma è presto per parlare di duelli paragonabili a quelli che hanno coinvolto Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. "Non si può fare un paragone con quello che i Big 3 hanno fatto per più di 15 anni", dice Sinner. "Qui parliamo di un anno e mezzo, è la seconda finale Slam consecutiva che giochiamo. Credo sia un bene per lo sport. Il pubblico vuole vedere questo tipo di incontri e io sono felice di essere in questa posizione. Vediamo se riusciremo a ripeterci per 3-4 anni...".
Leggi tutto: Sinner-Alcaraz, domani finale a Wimbledon: tutti i numeri del duello
(Adnkronos) - Nel caso in cui i dazi imposti dall’amministrazione Trump dovessero rimanere gli stessi di oggi, costerebbero all'Italia 3,5 miliardi di euro circa di mancate esportazioni. Se, invece, le tariffe doganali dovessero essere innalzate al 20%, il danno economico ammonterebbe fino a 12 miliardi di euro. Sono le stime dell'Ufficio studi della Cgia, in base alle elaborazioni fatte qualche mese fa dall’Ocse. Si tratta, specifica l'istituto, di importi che non includevano l’impatto economico di eventuali tariffe che potrebbero essere applicate su singoli prodotti merceologici.
L’Italia è un Paese con una forte vocazione all’export verso gli Usa (nel 2024 la dimensione economica è stata pari a 64,7 miliardi di euro) e in attesa che il presidente Trump ufficializzi l’intensità dei dazi, le cifre richiamate più sopra dovranno misurarsi, indica la Cgia nella sua analisi, con i seguenti interrogativi: i consumatori e le imprese statunitensi sostituiranno i beni finali e intermedi italiani con quelli autoctoni o di altri Paesi, oppure continueranno ad acquistare prodotti Made in Italy? A seguito delle nuove barriere doganali, le imprese esportatrici italiane riusciranno a non aumentare i prezzi di vendita negli Usa, contenendo i margini di profitto? Sono domande a cui non è per nulla facile dare una risposta, scrive la Cgia.
Tuttavia, la Banca d’Italia ricorda che il 43 per cento delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti sono costituite da prodotti di qualità alta e un altro 49 per cento di qualità media. Pertanto, sono prodotti che, verosimilmente, sono diretti ad acquirenti (persone fisiche o imprese) ad elevato reddito che potrebbero rimanere indifferenti ad un aumento del prezzo causato dall’introduzione di nuove barriere doganali. In merito al secondo interrogativo, invece, i ricercatori di via Nazionale segnalano che il potenziale calo della domanda statunitense legato all’incremento dei prezzi dei prodotti finali potrebbe essere assorbito dalle nostre imprese attraverso una contrazione dei propri margini di profitto. A tal proposito va segnalato che le aziende italiane che esportano negli Usa presentano una incidenza delle vendite in questo mercato 'solo' del 5,5 per cento del fatturato totale, mentre il margine operativo lordo è mediamente pari al 10 per cento dei ricavi. In altre parole, sono poco esposte verso il mercato statunitense ed una eventuale 'chiusura' di questo mercato inciderebbe relativamente poco.
Il Paese a stelle e strisce rappresenta il secondo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, con un valore annuale che nel 2024 ha toccato i 64,7 miliardi di euro, pari al 9 per cento circa dell’intero export nazionale. In particolare, le categorie merceologiche maggiormente esportate negli Usa includono i prodotti chimici/farmaceutici, gli autoveicoli, le navi/imbarcazioni e le macchine di impiego generale. Tali voci incidono per oltre il 40 per cento delle vendite totali nel mercato statunitense. Il numero degli operatori commerciali italiani attivi negli Stati Uniti è relativamente contenuto, ammontando a poco meno di 44mila unità; a questo dato si devono aggiungere le imprese dell'indotto non contabilizzate nelle statistiche Istat.
I dazi voluti dall’amministrazione Trump potrebbero penalizzare, in particolare, le esportazioni del Mezzogiorno. A differenza del resto del Paese, infatti, la quasi totalità delle regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri. Pertanto, se dopo l’acciaio, l’alluminio e i loro derivati, gli autoveicoli e la componentistica auto gli Usa e, a catena, altri Paesi del mondo, decidessero di innalzare le barriere commerciali anche ad altri beni, gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo potrebbero abbattersi maggiormente nei territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici.
L’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia si fonda sulla misurazione dell’indice di diversificazione di prodotto dell’export per regione; parametro che pesa il valore economico delle esportazioni dei primi 10 gruppi merceologici sul totale regionale delle vendite all’estero. Laddove l’indice di diversificazione è meno elevato, tanto più l’export regionale è differenziato, risultando così meno sensibile a eventuali sconvolgimenti nel commercio internazionale. Diversamente, tanto più è elevata l’incidenza del valore dei primi 10 prodotti esportati sulle vendite all’estero complessive, quel territorio risulta essere più esposto alle potenziali congiunture negative del commercio internazionale.
La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6 per cento), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9 per cento), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85 per cento), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8 per cento). Un dato che la colloca al terzo posto a livello nazionale tra le regioni potenzialmente meno a rischio da un’eventuale estensione dei dazi ad altri prodotti merceologici.
Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche teoricamente meno in pericolo sono tutte del Nord. La Lombardia (con un indice del 43 per cento) è ipoteticamente la meno a “rischio”. Seguono il Veneto (46,8), la Puglia (49,8), il Trentino Alto Adige (51,1), l’Emilia Romagna (53,9) e il Piemonte (54,8). La Città Metropolitana di Milano è l’area geografica del Paese che esporta di più verso gli Stati Uniti: nel 2024 le vendite hanno toccato i 6,35 miliardi di euro. Seguono Firenze con 6,17, Modena con 3,1, Bologna con 2,6 e Torino con 2,5. Tutte assieme queste cinque realtà territoriali esportano quasi un terzo del totale nazionale delle merci destinate negli Usa.
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(Adnkronos) - Tragedia nella notte a Corsico, in provincia di Milano. Un giovane di 24 anni è morto intorno alle 2.30 dopo essere finito dentro le acque del Naviglio a bordo della propria vettura, mentre rientrava a casa. Le cause sono ancora in corso di accertamento.
Il ragazzo era solo in macchina in quel momento. Immediati i soccorsi dei vigili del fuoco che hanno provveduto prima ad estrarre il corpo senza vita del giovane e poi a recuperare la vettura con un'autogru. Sul posto anche 118, carabinieri e magistrato.
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(Adnkronos) - Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.
Tra l’estate del 1870 e la primavera del 1871 – 'l’anno terribile', secondo la celebre definizione di Victor Hugo – Parigi affrontò due disastri politici e militari: prima l’assedio da parte delle forze prussiane, poi l’esperienza della Comune, repressa dall’esercito francese con sanguinosi scontri nelle strade del centro cittadino. Nelle pagine di 'Le rovine di Parigi', in libreria con Rizzoli dall'8 luglio, il critico d’arte premio Pulitzer Sebastian Smee rivela come, a fare da sfondo alla nascita del movimento impressionista, non fu un mondo di placidi giardini ed eleganti ninfee, ma furono proprio quei giorni tumultuosi.
Smee racconta i mesi drammatici del 1870-71 attraverso gli occhi dei protagonisti dell’Impressionismo: Manet, Morisot e Degas, intrappolati a Parigi durante l’assedio; Renoir e Bazille, arruolati nei reggimenti fuori dalla capitale; Monet e Pissarro, fuggiti dal Paese appena in tempo. E ancora Hugo, Gambetta, Baudelaire, Nadar, Zola – figure che intrecciano politica, arte, letteratura e giornalismo nel panorama intellettuale densissimo di una città in trasformazione -, tra salotti borghesi e barricate, palloni aerostatici e opere d’arte imballate per fuggire dal Louvre.
E, al centro del racconto, una storia d’amore ritratta con toccante precisione: quella tra due artisti – Édouard Manet, repubblicano militante e figura centrale dell’avanguardia, e Berthe Morisot, l’unica donna a ricoprire sin dall’inizio un ruolo centrale nel gruppo degli impressionisti – che scelgono di reagire al caos con una rivoluzione silenziosa: reinventare la pittura per dare forma a un nuovo sguardo sul mondo. L’Impressionismo, infatti, preferendo la luce, il presente, il transitorio alla rappresentazione della violenza e delle rovine del suo tempo, assorbe e sublima la precarietà della condizione umana. E proprio quel senso di transitorietà, che si riflette nel mutare delle stagioni e nell’impermanenza di tutte le cose, diventerà il più grande contributo del movimento alla storia dell’arte.
E se oggi, anziché tentare di ricostruire l’Europa, la si dovesse reinventare? Per farlo è importante sapere quante volte, nel corso della storia, questo progetto è stato immaginato e rimodellato. Sapere dove e quando nasce l’idea di un continente unito da un destino comune. L’Europa, una delle aree più ricche e culturalmente vivaci del mondo, fatica a parlare con una voce sola, ad agire come soggetto autonomo in un mondo globale e competitivo. Eppure, l’idea di unità europea ha una storia lunga, complessa e costellata di tentativi, sogni e fallimenti. Franco Cardini e Sergio Valzania, nel saggio 'L’invenzione di un continente', pubblicato da Mondadori nella collana Le Scie, ripercorrono con rigore e chiarezza i momenti cruciali in cui si è cercato di arrivare a una coesione politica e culturale del continente. Si parte dalla Lega di Delo e dall’eredità della Grecia classica, si attraversano la stagione aurea dell’impero romano, la renovatio imperii di Carlo Magno e la visione universalistica di Carlo V, fino ad arrivare al progetto napoleonico e all’unificazione tedesca guidata da Bismarck. Ogni tentativo rivela tensioni, potenzialità, ma anche limiti e contraddizioni: differenze linguistiche, religiose e geopolitiche che hanno reso l’unità un obiettivo sempre sfuggente.
Questo libro non racconta semplicemente ciò che è stato, ma interroga il presente attraverso il passato. I percorsi iniziati e interrotti, le ambizioni incompiute, le visioni sfumate nel tempo: tutto contribuisce a delineare i contorni di una possibilità ancora viva, di un’Europa che va reinventata come patria di cittadini liberi, e non solo come spazio condiviso. Un’indagine lucida che, animata da una forte passione civile, permette di comprendere come il sogno europeo si sia formato, e perché oggi più che mai valga la pena di tornare a interrogarlo.
E' in libreria con Feltrinelli 'Dog is love. Perché il tuo cane non può fare a meno di amarti' di Clive D.L. Wynne. Cosa rende i cani degli esseri unici nel regno animale non umano? Come si spiega il legame speciale che ci unisce ai nostri amici a quattro zampe? E quali aspetti fraintendiamo della nostra relazione con loro? Ogni amante dei cani conosce queste sensazioni: il contatto del loro naso umido, il loro calore quando si sdraiano vicini a noi, i mugolii quando vogliono salire sul letto. Sembra davvero che i nostri cani ci amino. Per anni gli scienziati si sono opposti a questa conclusione, mettendo in guardia dall’attribuire agli animali domestici caratteristiche relazionali tipicamente umane.
Ma ecco che Clive Wynne, un pioniere nello studio del comportamento canino, ha contribuito con la sua ricerca a inaugurare una nuova era: quella in cui al centro del rapporto del cane con l’uomo non ci sono più l’intelligenza, le facoltà percettive o la sottomissione, ma l’amore. Basandosi su studi all’avanguardia condotti nel suo laboratorio e in altri in tutto il mondo, Wynne dimostra che, a partire dal muso e dalla coda fino ad arrivare al cervello, agli ormoni e persino al DNA, è l’affetto la qualità che più caratterizza i cani come specie e costituisce la loro stessa essenza.
Questa rivoluzione scientifica sta rivelando molte più cose di quante ne avessimo mai immaginate sulle origini, il comportamento, i bisogni e le peculiarità nascoste dei cani. Intenso e illuminante, 'Dog Is Love' è una lettura essenziale per chiunque ami o abbia amato un cane, sperimentando la meraviglia di essere a sua volta amato. Clive Wynne ci porta a ripensare l’evoluzione e la psicologia dei cani e ci offre nuove indicazioni preziose su come prenderci cura di loro al meglio.
Arriva in libreria con Bompiani 'Gunner' dello scrittore scozzese Alan Parks. L’ex poliziotto Joseph Gunner torna dal fronte francese nella Glasgow devastata dai bombardamenti con una gamba e un occhio che non sono più quelli di prima. Il suo vecchio capo, Drummond, lo convince a indagare su un cadavere ritrovato sotto le macerie. La vittima si rivela essere un tedesco, mutilato per dissimularne l’identità e curiosamente somigliante a un alto gerarca nazista.
Tra agenti dei servizi segreti inglesi, antiche fiamme, incalliti avversari e nuovi nemici, un Gunner dipendente dalla morfina ma fedele al suo vecchio io inflessibile si ritrova invischiato in un complotto di vasta portata che coinvolge attori vicini e lontani: tra gli altri suo fratello Victor, obiettore di coscienza e fervido comunista, e Rudolph Hess, atteso in Scozia per un incontro con emissari del governo britannico che potrebbe mutare il corso della guerra.
Ispirato in parte alla vera storia della missione segreta di Hess in Inghilterra, Gunner è un romanzo imperniato su un personaggio tutto luci e ombre, stanco eppure mai sconfitto, e su una vecchia amatissima città, la Glasgow che Alan Parks racconta anche (in versione anni settanta) nella serie dedicata a un altro poliziotto, Harry McCoy, premiata con il McIlvanney Prize for Scottish Crime Book of the Year, il Prix Mystère de la Critique e un Edgar Award.
E' in libreria con l'editore Fazi 'L’alba della nostra libertà' di Barbara Cagni, un romanzo ispirato a storie vere, sulle donne che hanno fatto la Resistenza. Milano, 8 settembre 1943: il paese si ferma ad ascoltare l’annuncio dell’armistizio. Perfino nel la casa di tolleranza gestita da Marilù, dove non c’è mai un giorno di pausa, le ragazze escono dalle loro stanze e si raccolgono in silenzio da vanti alla radio, per poi esclamare: "La guerra è finita!". In realtà, sta per avere inizio la fase più dura del conflitto, in cui sarà difficile capire di chi potersi fidare davvero.Dopo anni passati come prostituta e poche speranze di affrancarsi dalla propria condizione, per Marilù l’obiettivo è diventato mettere in salvo la figlia Cecilia, che riuscirà a far ospitare in campagna grazie alle conoscenze di Venera, una studentessa di Storia dell’arte, che vive da sola e che pian piano sta acquistando consapevolezza di sé grazie a una storia d’amore tanto travolgente quanto proibita.
Mentre Marilù resiste, cercando di tenere al sicuro le ragazze che lavorano per lei e aiutando come può i partigiani del quartiere, Venera decide di entrare nella Resistenza per opporsi alla situazione generale insieme alle donne lasciate in città, stanche di non avere mai voce in capitolo. In una Milano stremata dalla fame e dai bombardamenti, sono proprio le donne, rimaste sole, ad allearsi e farsi forza tra di loro. Dalle lavoratrici nelle fabbriche alle studentesse, dai ceti popolari alla borghesia, hanno tutte un obiettivo comune: tornare, finalmente, libere.
Un romanzo che restituisce attenzione alle partigiane che hanno combattuto per la libertà ricostruendo gli anni della Resistenza con una scrittura precisa ed emozionante. "Ognuna di loro - si legge nel libro - aveva cercato uno spazio per pensare e ragionare con la propria testa. Ma era una gran fatica, una battaglia senza moschetto. Come uniche armi avevano, chi più chi meno, il silenzio, la caparbietà e un animo assetato di libertà".
La casa editrice Laterza manda in libreria 'Il grande Nilo' (Laterza) di Lorenzo Braccesi, già professore ordinario di Storia greca nelle Università di Torino, Venezia e Padova. Il fascino del Nilo è antichissimo. Il mistero di questo fiume, capace di attraversare il deserto e di donare vita e fertilità con le sue piene a un ambiente ostile, ha nutrito miti e immaginario della millenaria civiltà egizia. Con il tramonto dell’Egitto faraonico, i successivi conquistatori stranieri hanno cominciato ad andare alla ricerca delle sorgenti di questo fiume immenso, motivati dalla volontà di scoperta e di conquista.
Prima i Persiani, dopo due secoli i Macedoni, poi i Romani e infine, per breve durata, i Palmireni: tutti i dominatori di turno, o coloro che aspirarono a esserlo, si cimentarono in spedizioni verso i deserti della Nubia e le oasi dell’alto Nilo. I nomi dei protagonisti di queste avventure sono di assoluto primo piano: da Cambise ad Alessandro, da Tolomeo Filadelfo a Cesare, da Augusto a Germanico, fino, da ultimo, a Nerone. Una passione che si riaccenderà solo molti secoli dopo, a seguito della spedizione di Napoleone e dell’apertura del Canale di Suez.
Dietro a questi viaggi e queste spedizioni si nascondevano interessi molto concreti: il desiderio di controllare lucrose vie carovaniere, il proposito di sfruttare i fantastici giacimenti di oro e di pietre preziose delle regioni nubiane. Ma su tutto domina, necessario accessorio della propria gloria, la volontà di toccare mete mai prima da alcuno raggiunte in un’esplorazione fluviale del Meridione dell’ecumene.
Sarà sugli scaffali dal 15 luglio 'Central Park' di Guillaume Musso. New York, Central Park. Alice, poliziotta parigina, si risveglia su una panchina, ammanettata a uno sconosciuto. Gabriel, musicista jazz di Boston, è confuso quanto lei. Nessuno dei due sa come siano finiti lì. Alice ricorda di essere uscita con le amiche sugli Champs-Élysées, a Parigi. Gabriel, invece, afferma di aver suonato in un locale di Dublino. Nessun cellulare, nessun documento, soltanto una pistola insanguinata nella giacca di Alice, che si trova inspiegabilmente a ottomila chilometri da casa. Inizia così una corsa contro il tempo tra verità nascoste, segreti dimenticati e una rete di inganni che porterà Gabriel e Alice molto più lontano di quanto avrebbero mai immaginato. Guillaume Musso conduce il lettore in un labirinto di suspense e sentimento, tenendoci con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Un thriller psicologico pieno di colpi di scena, dove nulla è come sembra e ogni singolo dettaglio può diventare la chiave per risolvere il mistero.
Romanzo dopo romanzo, Musso ha costruito un legame unico con i suoi lettori. Nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, tradotti in 40 lingue, e più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir.
Il racconto epico di un luogo quasi ultraterreno, dove il sole resta alto nel cielo per sei mesi all'anno e si eclissa nella distesa di ghiaccio per altri sei. E' 'Polo Nord. Storia di un'ossessione', il libro dell'esploratore, alpinista e scrittore norvegese Erling Kagge che Einaudi manderà in libreria dal 15 luglio.
Pochi luoghi sulla Terra suscitano da sempre l’inquietudine e il fascino esercitati dal Polo Nord. Per millenni, da Erodoto in avanti, viaggiatori, cartografi, scienziati si sono interrogati sul punto piú settentrionale del pianeta. E fu soltanto con le prime, leggendarie spedizioni guidate da Fridtjof Nansen e Robert Peary all’inizio del Novecento che molti misteri vennero svelati. Erling Kagge, che al Polo Nord ci è arrivato a piedi nella primavera del 1990, ricostruisce le principali esplorazioni tra i ghiacci e restituisce la suggestione del silenzio, il bagliore, l’incanto di un luogo mitico.
'Polo Nord. Storia di un’ossessione' è un libro su quel manipolo di visionari che ha inseguito un sogno magnifico e su un universo magico ma fragilissimo che sta mutando forse per sempre.
La più grande passione sportiva del Paese al suo apice: la Nazionale azzurra. A raccontarla è il giornalista e scrittore Marino Bartoletti in 'La storia del calcio azzurro in 50 ritratti', in libreria con Gallucci editore dal 18 luglio. Nel libro gli indimenticabili protagonisti di ogni tempo vengono riuniti per celebrare il fascino senza confini del calcio giocato.
L’amatissimo giornalista sportivo Marino Bartoletti, con la sua eccezionale abilità nel trasformare passioni e sogni in parole, racconta i 50 azzurri che hanno fatto la storia del calcio italiano e mondiale: un’avventura piena di determinazione, eleganza, tattica, forza, precisione, tenacia, dagli esordi pioneristici di inizio Novecento alle 4 sensazionali vittorie della Coppa del Mondo. Una spettacolare epopea italiana arricchita dalle ispirate illustrazioni di Mauro Mazzara.
(Adnkronos) - Quasi finita la tregua dal caldo, sull'Italia sta per tornare l'anticiclone africano. A partire dalla prossima settimana, infatti, l'aria fresca lascerà il posto alle alte temperature da bollino rosso. Ma prima di dire addio al clima gradevole degli ultimi giorni, temporali, grandine e maltempo torneranno ancora una volta a colpire la Penisola. Queste le previsioni meteo degli esperti per la giornata di oggi, sabato 12 luglio, e per i giorni a venire.
Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che siamo già agli sgoccioli della fase localmente fresca e sottomedia che ha interessato gran parte del Centro-Nord per tutta la settimana.
All’orizzonte abbiamo la probabile conquista del nostro Paese da parte del caldo anticiclone africano con temperature in aumento già da lunedì al Sud e da martedì al Centro-Nord; sull’Italia si temono nuovamente i febbrili 37-38°C, all’ombra.
Prima di arrivare alla nuova settimana, molto probabilmente da bollino rosso per il caldo, monitoriamo bene cosa succederà nel weekend: in questo caso avremo il rovescio della medaglia, l’arrivo di temporali anche intensi soprattutto domenica.
Le prossime ore vedranno ancora instabilità a tratti accesa sulle Alpi e sulle pianure adiacenti del Nord, ma tutto sommato i fenomeni dovrebbero perlopiù rimanere confinati in montagna; al Centro-Sud avremo piena Estate con valori termici accettabili.
Domenica 13 invece sarà molto perturbata: sin dalle prime ore del giorno i temporali colpiranno la Sardegna per poi spostarsi velocemente verso est, verso il mare, attraversato in poche ore: già in mattinata gli acquazzoni bagneranno a macchia di leopardo Toscana, Liguria e Lazio; contemporaneamente anche sul Nord e in Campania si prevede un peggioramento con piogge sparse.
Nel pomeriggio festivo ritroveremo, infine, dei rovesci sulle medesime zone poi, finalmente, con l’inizio della nuova settimana tornerà il ‘bel tempo’.
‘Bel tempo’ o ‘maltempo’ da lunedì 14 luglio? Dipende dal punto di vista, in Estate non sappiamo più se preferire il solleone caldissimo o i temporali rinfrescanti.
Sabato 12: Al Nord: soleggiato, ma con temporali pomeridiani sulle Alpi. Al Centro: soleggiato, caldo gradevole. Al Sud: sole e caldo accettabile.
Domenica 13: Al Nord: rovesci sparsi. Al Centro: soleggiato sulle adriatiche, temporali sulle tirreniche e in Sardegna. Al Sud: soleggiato, instabile in Campania.
Lunedì 14: Al Nord: qualche residuo addensamento. Al Centro: soleggiato. Al Sud: soleggiato e più caldo.
Tendenza: torna l'Anticiclone Africano con temperature fino a 38°C.
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