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Sardegna, nuovo incendio: fiamme a Orosei, evacuati un resort e diverse case

28 Luglio 2025
Incendio a Orosei

(Adnkronos) - Un nuovo incendio sta creando problemi in Sardegna, evacuati un resort e case a Orosei. Dalle 9 del mattino i vigili del fuoco stanno intervenendo in località Sos Alinos con quattro squadre e dieci mezzi del Comando di Nuoro. Il fumo ha raggiunto le abitazioni ed è stato necessario procedere all'evacuazione anche di un resort. Dall'alto stanno intervenendo due Canadair, il Super Puma e altri elicotteri del servizio regionale e il Drago 143 del Reparto Volo Sardegna del vigili del fuoco. Grande mobilitazione anche via terra, assieme ai vigili del fuoco ci sono anche con il Corpo forestale, Agenzia Forestas, barracelli e Protezione civile. Lungo tutta la costa orientale della Sardegna per oggi l'allerta è rossa con pericolo estremo di incendi. Vicino a Orosei, nel Comune di Siniscola, il sindaco ha preso provvedimenti urgenti anche alla luce di quanto avvenuto ieri a Villasimius: ha firmato un'ordinanza per vietare l'accesso alle spiagge di Berchida e Capo Comino e alla pineta di Mandras.  

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Dazi, accordo Usa-Ue al 15%: chi vince (nessuno) e chi perde (di più e di meno)

28 Luglio 2025
Dazi, accordo Usa-Ue al 15%: chi vince (nessuno) e chi perde (di più e di meno)

(Adnkronos) - L'accordo sui dazi è fatto. Donald Trump incassa il via libera della Ue alle tariffe al 15% sui prodotti europei esportati negli Stati Uniti. Qualsiasi analisi obiettiva non può sfuggire da un dato di fondo: il 'deal' è sempre meglio di un 'no deal', viste le premesse, ma è doloroso e può diventare un pericoloso precedente. Non solo perché fa aumentare i costi per le imprese e i prezzi per i consumatori su tutte e due le sponde dell'Atlantico ma perché rende per la prima volta pienamente efficace 'il metodo Trump', imponendo una soluzione non razionale.  

Visto dal lato americano, il negoziato slegato dalla realtà, perché non esiste una logica economica sottostante all'aumento dei dazi, serve a produrre un presunto vantaggio alla propria parte. Alzata la posta, minacciate conseguenze dure in caso di mancato accordo, si costringe la controparte a chiudere un 'contratto' sfavorevole, pur di averne uno. Uno schema che il presidente americano ha già dimostrato di poter replicare 'n' volte. E che si basa essenzialmente sulla prevaricazione da parte del più forte, di chi può dare le carte in un gioco di cui, sostanzialmente, può anche decidere le regole. Ma dire 'ha vinto Trump', innegabile da un punto di vista negoziale, può rivelarsi sbagliato andando a considerare le conseguenze per l'economia americana e per la qualità della vita degli americani.  

Poi ci sono le valutazioni fatte dall'Unione europea. Con una ragione che ha prevalso sulle altre: il prezzo più alto da pagare è quello dell'incertezza e un accordo, pure svantaggioso, è meglio dello scenario peggiore, una guerra commerciale aperta, che si sarebbe delineato dal 1 agosto. Sicuramente, però, si può dire che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e gli stati europei che rappresenta, non hanno vinto e hanno perso limitando i danni.  

Per valutare più a fondo le conseguenze dell'accordo è necessario però entrare nel merito settore per settore e Stato per Stato, considerato che la tariffa al 15% sostituisce quelle applicate fino a oggi ma con diverse eccezioni e, in alcuni casi, spazi di trattativa ancora da esplorare. A una prima ricognizione, l'automotive 'guadagna', passando dal 27,5% al 15%, acciaio e alluminio restano al 50%, diversi dubbi riguardano la farmaceutica. Su questo fronte, in particolare, pende l'indagine sulla sicurezza nazionale che potrebbe suggerire a Trump di imporre nuovi dazi, con l'obiettivo dichiarato di riportare la produzione negli Stati Uniti. Stessa incertezza riguarda elettronica e microprocessori, anche se l'impatto per l'Europa è relativamente limitato.  

Ci sono anche settori che beneficiano dei 'dazi zero', in questo caso con una reale reciprocità: aerei e componenti per aerei, alcuni prodotti chimici e agricoli, le materie prime rare. In linea di massima sono quelli che beneficiano di una strategia 'anti Cina' condivisa da Usa e Ue.  

Fanno discutere, ovviamente, le prima analisi sulle conseguenze per i singoli Stati europei. Come succede in ogni trattativa comunitaria, una soluzione europea ha un peso diverso in base ai volumi e alla qualità delle esportazioni nazionali: l’Irlanda è il Paese più esposto, seguita da Italia, Germania e Francia. A pesare sono, in particolare, i posti di lavoro legati all'export e l'incidenza dei settori più colpiti dai dazi americani. Ovviamente, peseranno non poco gli spazi di trattativa residui, che potranno produrre ulteriori danni o, nella migliore delle ipotesi, qualche aggiustamento positivo. (di Fabio Insenga) 

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Incendio nel Nuorese, tre Canadair in volo a Orosei

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATASul posto 13 squadre dei vigili del fuoco...

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Reggio Calabria, violenza sessuale su minore: arrestato un sacerdote

28 Luglio 2025
Prete - Fotogramma

(Adnkronos) - Sacerdote arrestato oggi, lunedì 28 luglio, per violenza sessuale aggravata nei confronti di un minore. I fatti accaduti all'interno di una comunità parrocchiale di Reggio Calabria, risalirebbero al biennio 2015-2016 e si sarebbero protratti fino al 2020, dopo il raggiungimento della maggiore età da parte del giovane.  

La vittima, all’epoca dei primi episodi un ragazzo di 16 anni, frequentava le attività pastorali e aggregative della parrocchia, organizzate proprio dal sacerdote arrestato. Il prete, approfittando del proprio ruolo e della condizione di disagio familiare vissuta dal giovane, avrebbe instaurato una relazione ambigua, inizialmente alimentata da adulazioni e attenzioni, poi degenerata in episodi di violenza sessuale vera e propria, consumati in luoghi appartati della struttura ecclesiastica.  

L'indagine coordinata dalla Procura di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo e sviluppata attraverso riscontri testimoniali, acquisizioni documentali e attività tecniche, ha consentito agli inquirenti di ricostruire la vicenda. 

Il sacerdote si sarebbe servito della propria posizione per manipolare emotivamente il ragazzo, facendolo sentire legato spiritualmente e moralmente alla figura del proprio 'padre guida'. Un rapporto in cui – secondo le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria – si sovrapponevano momenti di liturgia, di confidenza e di abuso. In alcuni casi, dopo aver consumato gli atti sessuali, il religioso avrebbe persino impartito una benedizione alla vittima, chiedendo 'perdono' per l’accaduto. Nel corso delle attività investigative è emerso come il ragazzo faticasse a ribellarsi, paralizzato da un sentimento di soggezione e dal timore di perdere il legame con la comunità parrocchiale. Una condizione di subordinazione che il sacerdote – figura di grande carisma e autorevolezza nel contesto ecclesiastico – avrebbe saputo alimentare con strategia e consapevolezza, fino a rendere il giovane incapace di opporsi. L'inchiesta ha consentito, inoltre, di documentare che, anche dopo il trasferimento del sacerdote in una parrocchia della provincia di Cosenza, questi avrebbe continuato a svolgere attività a stretto contatto con minori. Il sacerdote è stato portato in carcere.  

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Gasbarrini (Cattolica): "Ancora 300mila con virus Hcv che si può eradicare"

28 Luglio 2025
Gasbarrini (Cattolica):

(Adnkronos) - "L'epatite B e l'epatite C sono ancora una realtà ben presente nel nostro Paese. Si tratta di due malattie diverse: per l'epatite B esiste una vaccinazione efficace, che rappresenta uno dei più grandi successi della sanità pubblica italiana. Per l'epatite C, invece, non abbiamo un vaccino, ma la disponibilità di farmaci antivirali ha consentito l'eradicazione del virus in oltre 500mila persone. Tuttavia, la battaglia non è ancora vinta. Si stima che nel nostro Paese ci siano ancora almeno 300mila persone positive al virus dell'epatite C, spesso inconsapevoli". Lo ha detto Antonio Gasbarrini, professore di Medicina interna dell'Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma, all'Adnkronos Salute in occasione della Giornata mondiale delle epatiti del 28 luglio. 

"Fino all'inizio degli anni '90 - spiega lo specialista - l'epatite C era sconosciuta, poiché mancavano i test per diagnosticarla. Quando sono diventati disponibili, si è scoperto che in Italia c'era una prevalenza altissima, dal 2,5% al 4%, legata a pratiche sanitarie non sicure negli anni '70-'80. Oggi abbiamo ridotto enormemente questi numeri, ma esiste ancora un 'esercito invisibile' di malati: persone con transaminasi alterate o senza sintomi, che non vengono diagnosticate perché non c'è abbastanza attenzione al problema". 

"L'Italia ha messo in campo una campagna di screening mirata alla popolazione nata tra il 1969 e il 1989, poiché in quella fascia di età l'intervento è risultato costo-efficace. Tuttavia - osserva l'esperto - questa strategia ha dei limiti: l'infezione è presente anche in persone nate prima del 1968, e si sta diffondendo anche tra i giovani, complici l'uso di droghe, pratiche a rischio e la falsa percezione che le malattie sessualmente trasmesse non esistano più". Per questo "dobbiamo intensificare lo screening proattivo, andando a cercare i pazienti sommersi", avverte Gasbarrini. "Le Regioni italiane si sono mosse in maniera disomogenea - riflette - ma è fondamentale cercare i soggetti a rischio: detenuti, tossicodipendenti, persone che hanno subito trasfusioni prima degli anni '90, o che hanno subito interventi o tatuaggi in contesti non controllati. Inoltre - aggiunge - dobbiamo essere attenti nei casi di transaminasi elevate, che non sempre sono dovute a steatosi o abuso di alcol: spesso dietro c'è un'epatite C misconosciuta". 

L'epatite C si cura molto bene. "Gli antivirali ad azione diretta hanno un'efficacia superiore al 95%, con poche settimane di terapia orale, ben tollerata e con minimi effetti collaterali - sintetizza Gasbarrini - Nessun antibiotico ha una potenza paragonabile a questi farmaci. Tuttavia, dobbiamo ricordare che l'eradicazione non conferisce immunità: chi guarisce può reinfettarsi se mantiene comportamenti a rischio. Ecco perché la prevenzione resta fondamentale". 

Il rischio più grande oggi è abbassare la guardia. "Se non intensifichiamo lo screening e l'identificazione precoce - rimarca lo specialista - rischiamo di vedere una riemersione dell'epatite C in Italia. L'epatite C resta una delle prime cause di epatite fibrosi e cirrosi e delle complicanze della cirrosi: dallo scompenso ascitico all'emorragia digestiva, all'encefalopatia porto-sistemica, all'insufficienza epatica e, soprattutto, al tumore del fegato. L'epatocarcinoma - aggiunge - è ancora oggi un big killer nel nostro Paese e spesso rappresenta la conseguenza di un'epatite C non trattata. Ridurre i casi di epatite C significa anche ridurre i trapianti di fegato, liberando organi per altre patologie". Non abbiamo ancora "un vaccino per l'epatite C e non possiamo aspettare - incalza Gasbarrini - Dobbiamo agire con gli strumenti che abbiamo: test, screening, trattamenti. E dobbiamo educare i cittadini e i professionisti sanitari a riconoscere i segnali dell'infezione. Anche in un'epoca in cui crescono obesità, infiammazione cronica e patologie metaboliche come la Mafld", una malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica, precedentemente nota come Nafld, "non dobbiamo dimenticare che dietro a un aumento delle transaminasi può celarsi l'epatite C".  

Questa malattia "esiste ancora. Ma oggi possiamo curarla e possiamo prevenirla, se non abbassiamo l'attenzione - prosegue l'esperto - Viviamo in un Paese che ha investito nella salute pubblica, ha messo a disposizione dei cittadini terapie di altissima qualità, e si è dimostrato che le campagne di screening per l'epatite C sono costo-efficaci cioè vale la pena investire per diagnosticare la malattia perché l'eradicazione porta a una netta riduzione delle complicanze e dei costi". Si tratta però di identificare le persone che non sanno di essere infette, ma che hanno comportamenti a rischio, e lavorare sulla prevenzione, eliminando i fattori di trasmissione perché, "se non vengono identificate e curate, svilupperanno nella grande maggioranza dei casi, epatite fibrosi cirrosi e le complicanze", mentre abbiamo terapie in grado di eradicare il virus. 

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Giornata epatiti, il gastroenterologo: "Necessario ampliare screening Hcv"

28 Luglio 2025
Giornata epatiti, il gastroenterologo:

(Adnkronos) - "E' assolutamente necessario ampliare la fascia di screening per poter raggiungere gli obiettivi" dell'Organizzazione mondiale della sanità "dell'eliminazione delle epatiti virali, in particolare la C, per il 2030, traguardo difficilmente raggiungibile dalla nostra nazione, ma è sicuramente importante far emergere il sommerso per poter trattare adeguatamente tutte le persone". Lo afferma Stefano Fagiuoli, direttore dell'Uoc di Gastroenterologia, epatologia e trapiantologia dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e professore di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'Università Milano Bicocca, in occasione della Giornata mondiale delle epatiti che si celebra il 28 luglio.  

"L'Italia - spiega Fagiuoli - è stata tra i primi Paesi al mondo ad avviare un formale progetto di screening" per l'Hcv "finanziato dal ministero. Il progetto prevedeva fondamentalmente due grandi categorie: i pazienti afferenti ai Serd", Servizi per le dipendenze, "e alle carceri - per i quali non c'è limite di età - e la popolazione generale nata dal 1969 al 1989, in fase iniziale. Mentre nei Serd e nelle carceri le prevalenze sono sostanzialmente adeguate all'atteso, quindi importanti per un controllo dell'infezione, nella popolazione generale le prevalenze che emergono da queste attività di screening mostrano dei dati molto più bassi rispetto all'atteso, inferiore allo 0,08% in molti casi. Certamente questo ci dà la grande indicazione di ampliare lo screening". 

Per l'esperto "è evidente che, nella popolazione generale, resta rilevante far emergere il sommerso, non solo per un aspetto epidemiologico di identificazione delle epatiti e di riduzione della trasmissibilità - che è comunque un aspetto importante - ma perché i dati ci dimostrano che il 25-28% dei nuovi casi si presentano, generalmente, con malattia già avanzata, con fibrosi o addirittura cirrosi, e quindi con una chiara indicazione al trattamento. Dal momento che abbiamo dei farmaci assolutamente potenti, che permettono di curare oltre il 98% dei casi - ricorda Fagiuoli - identificare i soggetti", inserirli nel "sistema, è una politica sociale sanitaria assolutamente rilevante e necessaria per ridurre il carico generale dell'infezione, ma soprattutto delle morti correlate all'infezione" da Hcv. Questo "vuol dire - conclude lo specialista - un grandissimo risparmio, in prospettiva, in costi sanitari. Anche per questo è assolutamente importante procedere con l'ottimizzazione dello screening". 

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Mondiali Singapore, un virus frena gli Stati Uniti: mezza squadra con gastroenterite

28 Luglio 2025
Atleti in gara ai Mondiali di nuoto

(Adnkronos) - Un virus mette in difficoltà gli Stati Uniti ai Mondiali di nuoto di Singapore 2025. Usa Swimming, la federnuoto a stelle e strisce, ha confermato le notizie secondo cui alcuni membri della squadra sono reduci da una gastroenterite acuta, secondo quanto riportato dall'emittente pubblica statunitense NPR. Nikki Warner, direttrice senior della comunicazione di Usa Swimming, ha spiegato in una dichiarazione citata da NPR che "coloro che presentavano sintomi" stanno ricevendo cure, senza specificare quali nuotatori siano stati colpiti o come si siano ammalati. Secondo news diffuse da media americani, i problemi sarebbero iniziati una settimana fa nel raduno di Phuket, in Thailandia: il virus avrebbe colpito circa metà della squadra. 

Lo staff medico della squadra ha consigliato agli atleti "ulteriori misure preventive e di recupero", ha aggiunto Warner. La squadra "pianifica di gareggiare e dare il massimo per il resto della competizione", ha dichiarato Warner, secondo NPR. 

La gastroenterite acuta, un'infiammazione dello stomaco e dell'intestino, è solitamente causata da virus come il Norovirus o batteri come l'Escherichia coli. Sabato, la medaglia d'oro nei 100 metri farfalla a Parigi, Torri Huske, non ha nuotato "per dare priorità agli impegni nella staffetta 4x100 metri stile libero", ha dichiarato Usa Swimming. 

Anche Claire Weinstein si è ritirata dai 400 metri stile libero. Diverse nuotatrici statunitensi hanno ottenuto risultati inferiori alle aspettative domenica e lunedì mattina. 

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Dazi, cosa cambia con accordo Usa-Ue: il punto su auto, farmaci, energia

28 Luglio 2025
Dazi, cosa cambia con accordo Usa-Ue: il punto su auto, farmaci, energia

(Adnkronos) - Si è chiusa ieri la partita sui dazi tra Usa e Ue con l'incontro tra Donald Trump e Ursula von der Leyen e il successivo annuncio del presidente americano e dalla presidente della Commissione europea a Turnberry, in Scozia. L'elemento centrale dell'intesa è l'applicazione di tariffe del 15% per i prodotti europei esportati negli Usa, farmaci e auto compresi.  

Il dazio "si applica alla maggior parte dei settori, comprese automobili, semiconduttori e farmaceutica", ha spiegato la presidente della Commissione Europea. "Il 15% non va sottovalutato, ma è il massimo che siamo riusciti a ottenere", ha sottolineato von der Leyen. 

I dazi che gli Usa applicheranno sui farmaci importati dall'Ue "saranno al 15%", come per i semiconduttori, ha detto oggi un alto funzionario Ue, all'indomani dell'intesa raggiunta tra Usa e Ue. Trump, ha spiegato, "voleva chiarire che hanno le mani libere su come concludere le indagini" in corso basate sull'articolo 232 del Trade Expansion Act del 1962, ma "è chiaro che per l'Ue, una volta introdotti i dazi sui medicinali, questi saranno al 15% e lo stesso vale per i semiconduttori, perché si tratta di due negoziati che sono quasi conclusi".  

Quanto ai 750 miliardi di euro di commodities energetiche, "petrolio, gas e nucleare", che gli Usa dovrebbero vendere all'Unione Europea in tre anni, di cui ha parlato il presidente degli Stati Uniti, non costituiscono un "impegno" dell'Ue, perché non sarà la Commissione Europea ad acquistarle, bensì "le compagnie" private europee, ha spiegato l'alto funzionario Ue a Bruxelles. 

Si tratta, ha aggiunto, di una stima su quello che è realistico attendersi, sulla base di un'analisi che si fonda anche sulla necessità dell'Unione di porre fine all'importazione di commodities energetiche dalla Russia: "Siamo fiduciosi che questi dati non siano irrealistici e che siano raggiungibili, ma dipendono dalle infrastrutture e di quale tipo di commodity parliamo", anche perché alcune sono vendute usando contratti a lungo termine, mentre altre vengono comprate sul mercato spot. In ogni caso, "non sono cifre campate in aria", perché sono basate sull'analisi delle necessità dell'Unione Europea. 

"È un giorno triste quando un'alleanza di popoli liberi, riuniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi", ha dichiarato il primo ministro francese François Bayrou criticando l'accordo commerciale tra Ue e Usa firmato ieri in Scozia. 

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Incendi in Sardegna, bollino rosso sulla costa orientale dell'Isola

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATADa questa mattina già tre fronti di fuoco attivi...

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Incendi Sardegna, Baturi (Cei), 'ancora una volta devastazione'

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAArcivescovo Cagliari, 'vicinanza a tutte le persone coinvolte'...

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Ferrari, Hamilton e il mancato sorpasso su Albon a Spa: "Sono senza benzina"

28 Luglio 2025
Lewis Hamilton - Afp

(Adnkronos) - Lewis Hamilton è stato uno dei protagonisti del Gp del Belgio, tredicesimo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Partito dalla diciottesima posizione, sotto safety car a causa della pioggia sul circuito di Spa, il pilota della Ferrari è stato protagonista di una rimonta clamorosa fino al settimo posto. Una rincorsa chiusa però con un pizzico di nervosismo, dopo 20 giri passati dietro ad Albon, senza possibilità di sorpasso per mancanza di carburante.  

Durante la gara, il sette volte campione del mondo ha dovuto fronteggiare un problema inatteso: la necessità di risparmiare carburante per evitare la squalifica, come chiarito dal dialogo via radio dell'inglese con il team. "Posso spingere o no? Fatemi sapere" la domanda di Lewis. "Restiamo dove siamo" la risposta del muretto Ferrari. Con commento finale del pilota britannico: "Non posso attaccare perché non ho carburante, amico". Così la sua Ferrari ha chiuso al settimo posto, evitando però la squalifica per peso minimo come accaduto a Leclerc in Cina. L'inglese è stato comunque nominato "Driver of the day" al termine della gara. 

 

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Bpco, ok dell'Ema alla prima terapia con propellente green

28 Luglio 2025
(Fotogramma)

(Adnkronos) - La triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato (Bgf), già autorizzata per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) negli adulti, ha ricevuto parere positivo dal Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) per l'utilizzo nell'Unione europea di un propellente innovativo di nuova generazione con un potenziale di riscaldamento globale (Gwp) prossimo allo zero. La triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato è il primo farmaco somministrato tramite inalatore predosato pressurizzato (pMdi) a utilizzare un propellente green, con un potenziale di riscaldamento globale inferiore del 99,9% rispetto ai propellenti attualmente utilizzati nei farmaci inalatori. Questa triplice terapia a combinazione fissa avrà ora un impatto ambientale in termini di emissioni di carbonio comparabile a quella dei farmaci inalatori che non necessitano di propellente.  

Sulla base del parere positivo del Chmp, AstraZeneca - informa una nota - avvierà in Europa la transizione della fornitura della triplice terapia a combinazione fissa (budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato) al propellente di nuova generazione. 

Il parere positivo del Chmp si basa sui risultati del programma di sviluppo clinico condotto con propellente di nuova generazione, che ha dimostrato la bioequivalenza tra la triplice terapia Bgf con il propellente di nuova generazione e con l'attuale propellente. Il profilo di sicurezza e tollerabilità della triplice terapia a combinazione fissa con il propellente di nuova generazione è risultato coerente con quello già noto del farmaco. 

"Le malattie respiratorie croniche, tra cui la Bpco e l'asma, sono patologie complesse che impattano fortemente sulla qualità di vita dei pazienti - afferma Federico Lavorini, professore ordinario di Medicina respiratoria dell'Università degli Studi di Firenze - I farmaci respiratori somministrati tramite inalatori predosati pressurizzati, che rappresentano il 76% dell'utilizzo di inalatori a livello globale, sono fondamentali per milioni di persone affette da queste patologie in Italia e in Europa, incluse popolazioni vulnerabili come anziani e bambini. Il parere positivo del Chmp sulla transizione della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato verso l'uso di un nuovo propellente a impatto ambientale prossimo allo zero, mantenendo la stessa efficacia e sicurezza, rappresenta un passo importante. Questa decisione garantirà la continuità delle cure per i pazienti, permettendo agli operatori sanitari di scegliere la terapia in base alle esigenze cliniche, contribuendo allo stesso tempo a ridurre l'impatto ambientale". 

Il parere positivo del Chmp "per la transizione della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato al propellente di nuova generazione - commenta Ruud Dobber, Executive Vice President, BioPharmaceuticals Business Unit, AstraZeneca - ci consente di rispondere sia ai bisogni dei pazienti sia a quelli del pianeta e rappresenta una tappa significativa dell'impegno di AstraZeneca a offrire innovazioni per una sanità sostenibile in Europa. A partire dalla triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato, la transizione al propellente con un potenziale di riscaldamento globale prossimo allo zero su tutta la linea dei nostri farmaci inalatori predosati pressurizzati rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento della nostra strategia Ambition Zero Carbon". Come sottolinea Susanna Palkonen, Director of the European Federation of Allergy and Airways Diseases Patients' Associations (Efa), "la Bpco è una patologia dall'elevato impatto e rappresenta la terza causa di morte a livello globale. Le persone affette da Bpco - sottolinea - hanno bisogno di avere accesso alla terapia più appropriata, così come a un ambiente sano e ad aria pulita. Accogliamo con favore il parere positivo espresso dal Chmp riguardo ai farmaci inalatori per le vie respiratorie che utilizzano il propellente di nuova generazione, che presenta una significativa riduzione dell’impatto ambientale in termini di emissioni di carbonio". 

La triplice terapia a combinazione fissa Bgf con il propellente di nuova generazione ha ottenuto la sua prima approvazione nel Regno Unito a maggio 2025, mentre richieste di autorizzazione da parte delle autorità regolatorie sono attualmente in corso anche in Cina e in altri Paesi, riporta la nota. Si tratta del primo farmaco nel portfolio di AstraZeneca di terapie inalatorie somministrate tramite pMdi a passare al nuovo propellente. La farmaceutica fa sapere che ambisce a convertire l'intero portfolio di farmaci somministrati tramite pMdi al propellente con un Gwp prossimo allo zero entro il 2030, nell'ambito della strategia Ambition Zero Carbon. In Europa, l'avvio della transizione della triplice terapia a combinazione fissa al nuovo propellente è previsto nei prossimi mesi. 

Le malattie respiratorie croniche, tra cui la Bpco e l'asma - ricorda AstraZeneca - colpiscono centinaia di milioni di persone a livello globale. I farmaci inalatori respiratori somministrati tramite pMdi rappresentano il 76% dell'utilizzo di inalatori a livello globale e contribuiscono per lo 0,04% alle emissioni globali di gas serra. Gli studi dimostrano che il maggiore impatto ambientale associato alle malattie respiratorie deriva dal mancato controllo della patologia e dal conseguente aumento della necessità di ricorrere a servizi sanitari. L'implementazione di linee guida basate sulla generazione di evidenze nella pratica clinica può contribuire a ridurre le riacutizzazioni e i ricoveri ospedalieri, migliorare gli outcome per i pazienti e anche diminuire l'impatto delle emissioni di carbonio complessive associate alle cure respiratorie. 

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La kiss cam dei Coldplay 'becca' Messi, stavolta niente guai

28 Luglio 2025
Leo Messi e la moglie Antonela Roccuzzo

(Adnkronos) - La kiss cam dei Coldplay colpisce ancora ma stavolta non fa danni. Durante il concerto di Miami, sui maxischermi sono comparsi Leo Messi e la moglie Antonela Roccuzzo. Chris Martin, frontman della band, ha reso omaggio al fuoriclasse argentino che milita nella MLS americana con l'Inter Miami. "Beh, Leo, mio splendido fratello... Tu e tua moglie sembrate stare così bene. Grazie per essere venuti oggi a vedere la nostra band suonare. Lionel, il numero uno dello sport di tutti i tempi", ha cantato Chris Martin, accompagnato dall'ovazione del pubblico che ha intonato il coro 'Messi Messi'. 

 

 

La kiss cam ha celebrato un momento speciale, senza creare i disastri che hanno portato un paio di settimane fa al 'caso Astronomer': il Ceo dell'azienda, Andy Byron, e la responsabile delle risorse umane Kristin Cabot sono stati pizzicati in un abbraccio intimo che ha svelato la relazione extraconiugale.  

 

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De Minaur vince il torneo di Washington, Fokina beffato per 16 millimetri

28 Luglio 2025
Alex De Minaur

(Adnkronos) - Alex De Minaur vince il torneo Atp di Washington dopo una finale da brividi. L'australiano conquista il decimo titolo della carriera superando lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina per 5-7, 6-1, 7-6 (7-3) dopo aver annullato 3 match point. Una situazione, per certi versi, simile a quella vissuta un mese e mezzo fa da Jannik Sinner nella finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz, con 3 match point non sfruttati dall'azzurro. 

Per Davidovich Fokina un epilogo da incubo, soprattutto se si pensa all'ultimo match point in particolare: viene cancellato da De Minaur grazie ad un recupero che rimane in campo per 16 millimetri, con la pallina che pizzica la riga e nega la vittoria all'iberico. 

 

 

Alla fine dell'incontro, Davidovich Fokina crolla: lo spagnolo, dopo aver sfiorato il primo titolo della carriera, non riesce a trattenere le lacrime e viene consolato dall'avversario. 

 

 

Davidovich Fokina aveva già vissuto un'esperienza simile a febbraio: nella finale del torneo Atp di Delray Beach era stato sconfitto dal serbo Miomir Kecmanovic dopo aver sprecato 2 match point. 

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Giornata epatiti, esperto: "Raggiunte quasi 4mila persone a rischio infezioni"

28 Luglio 2025
Giornata epatiti, esperto:

(Adnkronos) - "Questi primi mesi di attività ci hanno portato a raggiungere quasi 4mila persone, circa 3.500 esattamente in target e altre più giovani o non consumatori di sostanze o italiane che si trovavano nei contesti di offerta del test". Così Paolo Meli, pedagogista, presidente della Società Cooperativa Sociale Don Giuseppe Monticelli di Bergamo e coordinatore nazionale di 'Test in the City', in occasione della Giornata mondiale delle epatiti, che si celebra oggi, 28 luglio, commenta i risultati del progetto promosso da Gilead in collaborazione con Relab, che coinvolge "la rete delle Fast Track Cities italiane. Queste - continua Meli - sono città già impegnate su fronte" della prevenzione "delle infezioni sessualmente trasmissibili, delle epatiti, dell’Hiv per raggiungere le popolazioni altoprevalenti, tra cui migranti e consumatori di sostanze". Nel concreto sono state realizzate "una serie di azioni e di interventi e individuati contesti, luoghi e spazi" dove poter incontrare "le popolazioni target e avviare una serie di attività". Oltre alla proposta dei test per queste patologie, è stato quindi predisposto "un sito dedicato", si è curata "la diffusione, attraverso i canali social, delle realtà coinvolte" e si è dimostrato che "questa modalità di informazione funziona". 

I risultati mostrano che, in queste popolazioni, "abbiamo prevalenze significative" per le "infezioni che siamo andati a indagare e per cui abbiamo proposto i test e screening. Complessivamente - precisa Meli - il 2,48% circa delle persone testate ha ricevuto una diagnosi rispetto alle 3 infezioni. Particolarmente importante è il fatto che tutte le persone testate positive sono state accompagnate al test di conferma. L’azione delle organizzazioni di terzo settore – sottolinea – è fondamentale per accompagnare in modo adeguato le persone".  

I test preliminari, "nella stragrande maggioranza dei casi, sono stati confermati, e tutte le persone sono ancora accompagnate nei percorsi di presa in carico, per la terapia o per il follow-up - assicura Meli - Rispetto alle questioni di diagnosi, di ingaggio ‘to care’ tempestivo, di infezioni come l’epatite e come l’Hiv - riflette - certamente contano e pesano le barriere linguistiche, culturali, di stile di vita, di accessibilità ai servizi sanitari, ma anche di avere o no avere casa: sono tutte condizioni che rendono estremamente difficile l’accesso ai servizi sanitari". A partire da questi risultati, "credo che il progetto - conclude Meli - evidenzi la necessità di politiche sanitarie in questa direzione, perché tra i meriti di questo progetto c’è quello di aver dato concretezza e dati a percezioni che le organizzazioni di terzo settore avevano molto chiare già, ma che ora, alla luce dei dati, diventano ancora più significative e importanti da affrontare". 

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Juve, caos Weah. L'agente attacca il club: "Qualcuno crea problemi"

28 Luglio 2025
Timothy Weah - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - In casa Juventus scoppia il caso Timothy Weah. Badou Sambague, agente del giocatore americano, ha parlato così della situazione del suo assistito a Rmc Sport: "La Juventus è un club fantastico. Il reparto sportivo è gestito da tre persone, due hanno classe e un altro sta ancora cercando la sua strada. Non gliene faremo una colpa. Due cercano soluzioni e uno sta creando problemi, e non possiamo permettercelo". Un attacco lanciato senza fare nomi, forse nemmeno troppo nascosto al nuovo dg bianconero Damien Comolli.  

L'agente di Weah ha continuato: "Tim, un professionista da sempre, è stato escluso durante il Mondiale per Club, gli è stato rovinato. Questa persona voleva costringerlo ad andare dove voleva lui. Oggi, per vendetta, chiede una fortuna per il suo cartellino e aspetta un'offerta dalla Premier che non arriverà e che non accetteremo mai". Badou Sambague ha poi rincarato la dose: "Non sono abituato a parlare apertamente, ma non farlo oggi significherebbe accettare l'inaccettabile e una mancanza di rispetto. La classe non si compra, ma è sempre stata parte della storia della Juventus e c'è qualcuno che la sta minando". 

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Alcune case evacuate sulla costa di Orosei, in volo due Canadair

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAFiamme sospinte dal maestrale, operativi anche due elicotteri...

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Tumore al seno localizzato, l'oncologa Toss: "Contro recidiva personalizzare cura adiuvante"

28 Luglio 2025
Tumore al seno localizzato, l

(Adnkronos) - Pianificare un trattamento adiuvante personalizzato, calibrato sulle caratteristiche specifiche del tumore e della paziente, "anche quando il cancro al seno viene diagnosticato in fase precoce e asportato chirurgicamente". È la strategia descritta da Angela Toss, oncologa al Centro Oncologico di Modena e docente di Oncologia medica all’Università di Modena e Reggio Emilia, in un articolo pubblicato su 'è tempo di vita' (etempodivita.it), progetto editoriale promosso da Novartis, per ridurre il rischio che la malattia, dopo l’asportazione chirurgica, si ripresenti, anche a distanza di anni. "Il follow-up - spiega - ha un duplice obiettivo: prevenire le recidive e aiutare la paziente a riprendere una vita il più possibile normale". 

La crescente disponibilità di trattamenti efficaci rappresenta una grande opportunità per il clinico e per la paziente. "Tuttavia - osserva Toss - proprio la complessità delle opzioni richiede un approccio di decisione condivisa (shared decision making). È fondamentale che medico e paziente discutano insieme le possibili terapie, tenendo conto non solo dell’efficacia clinica ma anche degli obiettivi e delle priorità personali della donna, in un equilibrio continuo tra efficacia terapeutica e qualità della vita". Un aspetto essenziale, ricorda Toss, è che "ogni tumore e ogni paziente sono unici. Non esistono 2 tumori identici, perché diversa è la biologia delle cellule tumorali e differente è il contesto clinico e personale di ogni donna".  

Il trattamento adiuvante del tumore della mammella, chiarisce Toss nell’articolo online, ci si riferisce a "pazienti che hanno subito l’asportazione del tumore, con o senza coinvolgimento dei linfonodi locoregionali. Per ridurre il rischio di recidiva, le strategie terapeutiche si sono evolute nel tempo", dalla sola terapia endocrina, si è passati a trattamenti più complessi, "prolungando i tempi di somministrazione nelle pazienti a più alto rischio e introducendo nuove molecole". Tra le nuove terapie che hanno cambiato la gestione del tumore mammario localizzato, Toss evidenzia il ruolo degli "inibitori delle chinasi ciclino-dipendenti (Cdk4/6), che hanno trasformato la pratica clinica", contribuendo a ridurre il rischio di recidiva invasiva e a distanza, migliorando significativamente i risultati clinici. Inoltre, nelle donne portatrici di mutazioni germinali nei geni Brca1 e Brca2, l’utilizzo dei Parp inibitori ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza globale (overall survival) se assunti per un anno dopo l’intervento. 

Per stimare il rischio di recidiva - si legge nel sito ‘è tempo di vita’ - si prendono in considerazione i fattori anatomici, legati all’estensione della malattia alla diagnosi, e quelli biologici, relativi all’aggressività intrinseca del tumore. Alcuni tumori, pur essendo di piccole dimensioni, hanno caratteristiche genetiche e molecolari tali da renderli particolarmente aggressivi. Anche se esistono software in grado di combinare questi fattori e fornire una stima del rischio, Toss avverte che "questi strumenti sono solo un supporto, non possono sostituire l’esperienza e il giudizio clinico, perché né i tumori né le pazienti possono essere ridotti a semplici numeri". 

Il tumore della mammella - informa l’articolo - resta la neoplasia più frequente nella popolazione femminile e, considerando entrambi i sessi, nella popolazione generale. I dati Airtum (Associazione italiana registri tumori) stimano che 1 donna su 8 possa sviluppare un tumore al seno nel corso della vita. Nonostante l’elevata incidenza, la prognosi è fortunatamente migliorata molto negli ultimi decenni: oggi, circa l’87% delle donne è viva a 5 anni dalla diagnosi, anche se permangono differenze tra le diverse aree geografiche italiane. Se ci concentriamo sulle forme più precoci, ovvero quelle localizzate alla sola ghiandola mammaria e senza coinvolgimento linfonodale, la sopravvivenza a 5 anni supera il 96-97%. 

Nonostante i progressi, il rischio di recidiva, soprattutto nelle forme biologicamente più aggressive, "può persistere anche molti anni dopo la fine dei trattamenti - rimarca Toss - Per questo motivo il follow-up oncologico dura in genere dai 5 ai 10 anni e consente di monitorare la situazione clinica, intervenendo tempestivamente se necessario. Il rischio di recidiva tende a diminuire progressivamente nel tempo, soprattutto grazie ai miglioramenti nella diagnosi precoce e all’efficacia dei trattamenti adiuvanti", ricorda l’oncologa citando uno studio pubblicato nel 2024 su The Lancet, che ha evidenziato una riduzione significativa delle recidive nelle pazienti diagnosticate negli anni 2000 rispetto a quelle degli anni ’90. E i dati più recenti fanno ipotizzare che le donne diagnosticate dopo il 2010 potranno beneficiare di un ulteriore calo delle recidive, grazie a terapie ancora più mirate ed efficaci. L’articolo completo e ulteriori approfondimenti sono disponibili su etempodivita.it 

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Dazi, Orban: "Trump si è mangiato von der Leyen per colazione"

28 Luglio 2025
Viktor Orban (Afp)

(Adnkronos) - "Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea per colazione". Così Viktor Orban commenta l'annuncio fatto ieri in Scozia dell'accordo commerciale con il quale la Ue ha evitato di andare allo scontro frontale con gli Stati Uniti del tycoon accettando dazi al 15%.  

In un uno streaming live su Facebook, il premier sovranista ungherese, di cui sono note le posizioni critiche nei confronti di Bruxelles e la grande amicizia e intesa ideologica con Trump, ha affermato che l'accordo raggiunto dai negoziatori europei è "peggiore" di quello ottenuto dal Regno Unito.  

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Fiumicino, trovato cadavere in spiaggia a Maccarese

28 Luglio 2025
Auto dei carabinieri (Fotogramma)

(Adnkronos) - Un cadavere è stato trovato questa mattina sulla spiaggia a Maccarese, nel comune di Fiumicino. A scoprire il cadavere è stato un uomo che ha avvertito i carabinieri che hanno avviato subito le indagini per identificare il corpo. 

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Giornata epatiti, esperti: "Raggiungere obiettivi Oms accelerare screening"

28 Luglio 2025
Giornata epatiti, esperti:

(Adnkronos) - Abbattere le barriere finanziarie, sociali e sistemiche, inclusa la stigmatizzazione, che ostacolano l'eliminazione delle epatiti virali e la prevenzione dei casi di tumore al fegato causati da queste infezioni. È questo il senso di 'Hepatitis: Let’s Break It Down', il messaggio scelto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’edizione 2025 della Giornata mondiale delle epatiti che si celebra ogni anno il 28 luglio. Sebbene prevenibili, trattabili e, nel caso dell'epatite C, curabili, le epatiti virali - che si stima causino 1,3 milioni di morti nel mondo l’anno - sono ampiamente sottostimate e causano silenziosamente danni al fegato, aumentando così il rischio di sviluppare scompenso epatico, cirrosi e cancro. 

L’Italia - informa una nota - è uno dei pochi paesi al mondo che ha stanziato un fondo dedicato allo screening gratuito dell’infezione da Hcv (il virus dell’epatite C), focalizzato sulle persone che vengono seguite dai servizi delle dipendenze, sui detenuti e sulla popolazione generale nata tra il 1969 e il 1989. I dati sull’andamento dello screening fanno emergere una realtà con luci e ombre: al 30 giugno 2024, sono state testate oltre 2 milioni di persone e rilevate quasi 15mila infezioni attive da epatite C. Solo però il 12% della popolazione generale target ha effettuato il test dell’epatite C di primo livello. Tra le Regioni che, a oggi, hanno attivato lo screening, è l’Emilia-Romagna a registrare la copertura più alta (40,3% della popolazione generale target). Rimangono quindi ancora ampie fasce di popolazione, soprattutto quelle più fragili o che hanno difficoltà a essere raggiunte dal Servizio sanitario nazionale, ma anche quelle dove si stima una più alta prevalenza di infezione, che sono escluse dalla possibilità di essere diagnosticate e curate. 

"Un focus particolare va fatto sullo screening per l’epatite C, capace di individuare questa infezione asintomatica che dovrebbe essere curata precocemente così riducendo le possibilità di trasmissione del virus e la progressione della malattia -spiega Antonio Gasbarrini, professore ordinario di Medicina Interna Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma - In Italia si stimano ancora oltre 300mila persone infette da epatite C, asintomatiche e pertanto non diagnosticate. Uno screening allargato della popolazione generale porterebbe a una riduzione in 10 anni di circa 5.600 decessi, 3.500 epatocarcinomi e/o oltre 3mila scompensi epatici, rispetto a uno screening meno efficiente o semplicemente a una diagnosi tardiva". 

Nell’ottica di allargare lo screening e di raggiungere alcune di queste popolazioni - continua la nota - è nato il progetto ‘Test in the city’, iniziativa di screening e linkage to care promossa da Gilead Sciences in collaborazione con la Rete Fast Track Cities italiane e Relab che, a oggi, coinvolge 14 città ed è rivolta alle popolazioni migranti e a persone che utilizzano sostanze.  

"L’idea nasce dalla necessità di avvicinare queste persone nei luoghi che frequentano, così da rendere più agevole l’esecuzione dei test rapidi per epatite C e B, e quindi anche delta, e Hiv - chiarisce Paolo Meli, pedagogista, presidente della Società Cooperativa Sociale don Giuseppe Monticelli di Bergamo e coordinatore nazionale di ‘Test in the City’ - Ognuna delle città aderenti al progetto offre test gratuiti nei più svariati contesti: ambasciate e consolati, eventi sportivi, luoghi di culto, nei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, nei centri di accoglienza straordinaria. Le attività portate avanti finora sono state un successo: le persone si sono avvicinate con fiducia e abbiamo potuto intercettare situazioni che altrimenti sarebbero rimaste sommerse, garantendo loro un percorso di salute. Un risultato che conferma le ipotesi alla base del progetto e cioè che se vogliamo occuparci della sanità pubblica dobbiamo avere attenzione per le popolazioni più vulnerabili. Un ruolo chiave - aggiunge - può essere giocato dal terzo settore capace di sviluppare azioni di prossimità in grado di raggiungere chi vive in condizioni di fragilità o affronta barriere nell’accesso ai servizi". 

Grazie al progetto sono stati eseguiti finora circa 4mila test per Hiv, Hcv ed Hbv. Il 2,48% circa delle persone testate è risultato positivo a una o più infezioni; circa il 60% delle persone testate avevano tra i 20 e i 40 anni e quasi i due terzi erano di sesso maschile - dettaglia la nota - Nei casi di positività, le persone sono state accompagnate a un centro di cura per effettuare un esame più specifico e, una volta confermato l’esito, in quasi tutti i casi è stato attivato un percorso di presa in carico. Per coloro che sono risultati positivi all’Hbv sono stati effettuati o si stanno tutt’ora effettuando test per l’Hdv (epatite delta).  

"Il progetto - sottolinea Miriam Lichtner, professore ordinario di malattie infettive dell'Università Sapienza di Roma - ha consentito anche di validare dei percorsi di assistenza innovativi. È infatti necessario collaborare con le comunità che vivono nei territori per capire quali possono essere le modalità e i luoghi più adatti per proporre lo screening, uno screening partecipativo che miri alla presa in carico e alla lotta allo stigma. Grazie alla provata efficacia dei test rapidi - osserva - oggi possiamo organizzare l’attività anche fuori dai contesti sanitari e, sempre insieme a mediatori culturali o a rappresentanti della comunità, garantire il counseling immediato e quindi favorire la presa in carico nei centri di cura di coloro che risultano positivi, abbattendo le barriere e facilitando l'accesso al Sistema sanitario nazionale".  

Grazie al finanziamento della campagna di screening, l'Italia è stata uno dei primi Paesi a pianificare una strategia per raggiungere l’obiettivo di eradicare l’infezione entro il 2030 secondo quanto indicato dall’Oms, "ma, data la situazione attuale è impensabile raggiungerlo - evidenzia Stefano Fagiuoli, direttore dell’Unità complessa di Gastroenterologia, epatologia e trapiantologia, Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e professore di Gastroenterologia presso il dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università Milano Bicocca - È evidente che si deve fare di più: sappiamo che nei Serd e nelle carceri la prevalenza è maggiore: è quindi lì che dobbiamo continuare a effettuare i test e a estenderli su tutto il territorio nazionale. È però importante anche favorire i test opportunistici negli ospedali - precisa - proponendo il test ai pazienti ricoverati anche in reparti diversi dalla gastroenterologia o dall’infettivologia o, ancora, coinvolgere i medici di medicina generale per capire quanti dei loro assistiti hanno aderito allo screening e proporlo a quelli che non hanno ancora aderito o non hanno mai effettuato il test. Sono azioni urgenti - rimarca - perché là dove sono già state implementate, hanno rivelato che un terzo dei positivi non aveva solo l’infezione ma già una malattia di fegato in fase avanzata. L’auspicio è che lo screening non solo venga rifinanziato, visto anche che non tutti i fondi messi a disposizione sono stati spesi, ma ne vengano ampliati i criteri di inclusione e le strategie di attuazione".  

In questo contesto - conclude la nota - l’impegno di Gilead nel rendere lo screening per le epatiti virali accessibile alle popolazioni non coperte dalla campagna nazionale si concretizza anche nel supporto di progetti di testing in diversi centri italiani tra ospedali e residenze sanitarie assistite. 

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Roma, spari da un'auto in corsa ad Acilia: ferita una ragazza di 19 anni affacciata alla finestra

28 Luglio 2025
Carabinieri

(Adnkronos) - Spari da un'auto in corsa nella notte ad Acilia in Roma. Intorno alle 2 sono stati segnalati al 112 alcuni colpi di arma da fuoco esplosi in via Giuseppe Beduschi, contro un palazzo. Una ragazza di 19 anni, affacciata al balcone di un’abitazione, è stata colpita al ginocchio da un proiettile. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Acilia e della Sezione Operativa della Compagnia di Ostia.  

Dalle prime ricostruzioni, i colpi sarebbero stati esplosi da un’autovettura in transito. La giovane, una egiziana in vacanza a casa del padre, è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata all’ospedale Sant’Eugenio, non in pericolo di vita. Rilievi a cura dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia. 

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