(Adnkronos) - "In questi giorni Roma è letteralmente invasa da centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che provengono da tutto il mondo per partecipare al Giubileo dei giovani. Camminando per Roma si incrociano bandiere di ogni Nazione, ragazzi riuniti in preghiera, che cantano, scherzano tra loro, che festeggiano quando incrociano altri ragazzi che sventolano la stessa bandiera o parlano la stessa lingua. Insomma una festa straordinaria di fede, di gioia, di speranza che ci riempie il cuore e ci emoziona nel profondo". Questo il videomessaggio ai ragazzi da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Ecco perché - aggiunge - voglio dare anche io il mio benvenuto a Roma a tutti i giovani che sono arrivati nella nostra capitale per partecipare a qualcosa di unico e che ricorderanno per tutta la vita. Perchè il Giubileo dei giovani, la Giornata mondiale della gioventù, tutto ciò che accade attorno a questi eventi, non si dimentica facilmente. È un'esperienza che ti rimane incisa nel cuore e che può imprimere nella vita una direzione diversa".
"Tra poche ore Papa Leone XIV presiederà la grande veglia sulla spianata di Tor Vergata nello stesso luogo dove 25 anni fa San Giovanni Paolo II ha radunato oltre due milioni di persone e pronunciato parole che sono rimaste nella storia. Quel giorno di 25 anni fa ha cambiato la vita di tantissimi. Ha lenito ferite, aperto gli occhi, indicato il cammino. Io non avuto la fortuna di vivere quella notte ma sono testimone di chi, in quella notte, ha trovato una risposta alle sue domande, ha capito quale dovesse essere la direzione della sua esistenza. In quella notte di preghiera, di fede, di amore, di grandi emozioni, milioni di 'sentinelle del mattino' hanno accompagnato 'l'alba del nuovo millennio' e hanno fatto sentire a Roma un 'chiasso' che Roma non ha più dimenticato. Quindi, cari ragazzi -conclude Meloni- è arrivato il momento di far risentire a Roma quel 'chiasso' e di vivere una giornata che rimarrà nella storia di questa città. Ancora benvenuti a tutti, e buon Giubileo".
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(Adnkronos) - Il campione di tennis serbo Novak Djokovic fa il suo ingresso nel mondo del calcio diventando comproprietario del club calcistico francese Le Mans FC, squadra francese neopromossa squadra in Ligue 2.
L'annuncio è arrivato direttamente dal club che ha confermato l'ingresso del 24 volte campione del Grande Slam all'interno di un gruppo di investitori di alto profilo che stanno acquisendo azioni del club.
Tra i nuovi soci figurano anche gli ex piloti di Formula 1 Felipe Massa e Kevin Magnussen, insieme alla società di investimenti OutField, ha dichiarato il club. "Questa nuova partnership ci offre i mezzi per crescere in modo responsabile", ha dichiarato il presidente del club Thierry Gomez attraverso una nota ufficiale.
I dettagli finanziari degli investimenti non sono stati resi noti. Il club militava nella quinta divisione francese nella stagione 2016/17, ma ha scalato le divisioni e si è assicurato la promozione in Ligue 2 la scorsa stagione.
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(Adnkronos) - Sono sei le persone morte in Thailandia a causa della tempesta tropicale Wipha, che negli ultimi giorni si è abbattuta sul Paese causando estese inondazioni e frane. A renderlo noto sono state le autorità locali, che parlano di oltre 230mila persone coinvolte dalle conseguenze della tempesta.
Secondo quanto riferito dal Dipartimento per la prevenzione e la mitigazione dei disastri della Thailandia, dal 21 luglio forti piogge hanno inondato 12 province, soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali. "Stiamo monitorando attentamente l'impatto della tempesta Wipha e ci stiamo coordinando con le province colpite per aiutare chi ne ha bisogno", ha affermato l'agenzia in una nota sulla sua pagina Facebook.
È previsto che nei prossimi giorni diminuiranno le intensità delle piogge. Resta però alta l'attenzione, anche alla luce del tragico precedente del 2011, quando le alluvioni causarono più di 500 vittime e danneggiato milioni di case in tutto il Paese.
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(Adnkronos) - La nazionale italiana maschile di pallavolo si qualifica per la prima volta per la finale di Nations League. Gli azzurri sono arrivati per l'ultima volta sul podio della manifestazione quando si chiamava ancora World League nel 2014. L'ultima finale giocata risaliva addirittura al 2004, l'ultima vittoria nel 2000. L'Italia si è imposta in semifinale 3-1 (25-22, 22-25, 25-21, 25-18) sulla Slovenia. Gli azzurri si giocheranno il titolo contro la vincente della sfida tra Brasile e Polonia.
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(Adnkronos) - Un nuovo caso autoctono di Dengue è stato identificato in Veneto, nel Vicentino. "E' stato diagnosticato dall'Unità operativa di Malattie infettive e tropicali dell'azienda Ulss 8 Berica 1 caso di Dengue in un uomo di 53 anni domiciliato a Brendola, senza storia di viaggi recenti in Paesi in cui la malattia è endemica", ha comunicato la Direzione Prevenzione della Regione Veneto, precisando che finora quest'anno "tutti i casi confermati di Dengue sono sempre stati correlati a viaggi in aree endemiche. Questo caso rappresenta quindi un primo evento autoctono nella regione, legato all'intensificazione dei viaggi internazionali nel periodo estivo, con il rientro di molti soggetti da Paesi in cui la malattia è endemica, e al clima favorevole alla proliferazione di Aedes albopictus (la zanzara tigre)".
La Regione Veneto, "in stretta collaborazione con l'Ulss 8 e con l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, appena ricevuta comunicazione del caso ha attivato tempestivamente le misure di sorveglianza previste: approfondimento dell'indagine epidemiologica sul caso, con valutazione tempestiva rispetto alle possibili esposizioni a rischio; monitoraggio entomologico; attivazione della procedura di disinfestazione straordinaria; misure di sorveglianza sanitaria rivolte agli altri soggetti nei luoghi di possibile esposizione; rafforzamento della sorveglianza sindromica in pronto soccorso".
"Mentre aumentano i casi di West Nile in Italia centromeridionale", con 12 nuove positività confermate ieri nel Lazio (9 contagiati con febbre e 3 con sindrome neurologica), che portano a 73 il totale degli infettati in regione da inizio 2025, compresi 3 decessi, il caso autoctono di Dengue in Veneto "si va ad aggiungere ai 3 già riportati dalle parti di Bologna (e ai 2 casi di Chikungunya sempre segnalati in Emilia)", fa il punto su Facebook l'epidemiologo Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
"Sembrano per ora casi sporadici e, a parte il piccolo cluster bolognese, non geograficamente collegati fra di loro", osserva l'esperto. "Sia Dengue che Chikungunya - ricorda - vengono trasmessi da persona a persona tramite la zanzara tigre, vettore competente presente in Italia dagli anni '90 dello scorso secolo. Finora non sono stati segnalati outbreak delle dimensioni di quello verificatosi nelle Marche lo scorso anno, e la continua rilevazione di casi singoli fa sperare che il sistema sia migliorato nell'identificazione precoce dei casi. Evidentemente, quando una persona infetta rientra da una zona endemica, una volta punta da una zanzara tigre può trasmettere l'infezione più frequentemente di quanto pensassimo e, in alcuni casi, avviare una o più catene di trasmissione. Naturalmente l'estate è lunga e tali episodi di possono ripetere", ma "eseguire una diagnosi in tempi rapidi e intervenire prontamente con interventi di disinfestazione - sottolinea Rezza - è importante per contenere immediatamente eventuali focolai e diminuire il rischio di una più ampia diffusione".
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(Adnkronos) - Tragedia a Bagheria, nel palermitano, dove una ragazza di 20 anni è morta in piscina durante una festa privata in una villa. Sembra che la giovane sia finita in acqua e, per motivi da accertare, sia annegata. I sanitari del 118 non hanno potuto che constatare la morte della ragazza. Indagano i carabinieri. Nel corso della notte i carabinieri hanno ascoltato diversi avventori della festa. La salma della giovane è stata posta sotto sequestro in attesa dell'autopsia.
Leggi tutto: Tragedia durante festa in villa a Bagheria, 20enne annega in piscina
(Adnkronos) - È scontro aperto tra il Metropolitan Museum of Art di New York e Mick Taylor, ex chitarrista dei Rolling Stones, su una storica chitarra Gibson Les Paul che, secondo il musicista, fu rubata nel 1971 e ora si troverebbe nei depositi del prestigioso museo newyorkese. La polemica è esplosa lo scorso 10 luglio, quando il "New York Post" ha riportato le dichiarazioni di Marlies Damming, manager di Taylor, secondo cui una delle chitarre recentemente donate al Met dall'imprenditore Dirk Ziff apparterrebbe proprio all'ex membro della leggendaria band britannica.
La donazione in questione, annunciata a maggio con grande enfasi anche sulle pagine del "New Yorker", comprende 500 chitarre ritenute una delle più importanti acquisizioni del museo in campo musicale. "Un dono rivoluzionario e trasformativo", lo aveva definito il direttore del Met, Max Hollein, sottolineando l'intenzione dell'istituzione di aprire nel 2027 una galleria permanente dedicata alla chitarra americana.
Secondo la versione di Damming, lo strumento sarebbe stato sottratto da una villa di proprietà dei Rolling Stones a Nellcôte, in Francia, nel 1971, durante un furto che coinvolse anche nove chitarre di Keith Richards. "Esistono numerose foto che mostrano Mick Taylor con quella Les Paul: era il suo strumento principale fino alla scomparsa", ha dichiarato Damming, aggiungendo che l'aspetto unico del legno "flamed" delle Les Paul di fine anni '50 rende ogni pezzo inconfondibile, quasi come un’impronta digitale. Tuttavia, il Met ha replicato attraverso una dichiarazione riportata dal "New York Times" il 1° agosto: "Questa chitarra ha una storia di proprietà lunga e ben documentata. È vero che Taylor l'ha suonata, ma non ne è mai stato il proprietario".
La dichiarazione del museo introduce un altro elemento chiave: secondo il "New York Times", sarebbe stato Keith Richards a possedere la chitarra in questione e, contrariamente alla versione di Taylor, essa non sarebbe mai stata rubata. Nel 1971, la proprietà dello strumento sarebbe già passata ad Adrian Miller, anche se resta incerto - sulla base dei documenti forniti dal museo - da chi e in che modo Miller l'abbia acquistata.
A complicare ulteriormente la vicenda è il fatto che l'elenco completo delle 500 chitarre donate non è stato ancora reso pubblico e nessuno degli strumenti è attualmente esposto. Nell'annuncio ufficiale del Met, viene menzionata una Les Paul del 1959 suonata da Keith Richards nel 1964, ma non si fa alcun riferimento a Taylor. Un anonimo citato dal "New York Post" afferma che Taylor "non ha mai ricevuto alcun risarcimento per il furto" e si dice "sconcertato su come il suo strumento sia finito nella collezione del Met".
Nel frattempo, né Richards né altri membri della band hanno commentato pubblicamente la disputa.
Leggi tutto: Chitarra contesa tra Met e l'ex Rolling Stones Mick Taylor, l'accusa: "E' stata rubata"
(Adnkronos) - Arrestato nei giorni scorsi, a fini estradizionali, un ventiquattrenne francese di origine marocchina ricercato dalle Autorità transalpine in quanto, già detenuto in Francia per motivi legati al terrorismo di matrice jihadista, si era sottratto all’obbligo di firma. L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Stato di Malpensa, unitamente alla Polizia di Stato di Varese.
''In particolare - si sottolinea in una nota -, un contesto di cooperazione internazionale, lo stesso è stato segnalato in partenza dallo scalo aereo di Malpensa, a bordo di un non meglio precisato volo. Attraverso i sistemi informatici disponibili, i poliziotti della Polizia di Frontiera Aerea di Malpensa hanno avviato immediatamente le verifiche tese ad individuare il volo su cui l’uomo si stava imbarcando e a rintracciare il soggetto. In tempi record gli agenti sono riusciti ad accertare che il ricercato si trovava a bordo di un aeromobile diretto in Bahrein, già in fase di rullaggio sulle piste dello scalo''.
In coordinamento con l’Ente di gestione aeroportuale, la Polizia di Frontiera ha bloccato il decollo del volo, che è stato fatto rientrare in piazzola di sosta. La persona è stata quindi fatta scendere dall’aeromobile e condotta presso gli uffici della Polaria per gli accertamenti del caso, nel corso dei quali i poliziotti hanno rinvenuto in suo possesso una chiave, corrispondente ad un veicolo con il quale era giunto presso l’aeroporto e di cui affermava di non ricordare la targa. Rintracciata la vettura presso un parcheggio adiacente l’area partenze, la stessa è stata ispezionata con estrema attenzione.
Al termine degli accertamenti, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi, il 24enne è stato tratto in arresto, a fini estradizionali, dai poliziotti della Polaria e da personale della Digos della Questura di Varese intervenuto sul posto. Al termine delle formalità di rito il cittadino francese è stato associato presso la casa circondariale di Busto Arsizio, a disposizione della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Milano.
(Adnkronos) - La strage della Stazione di Bologna "ha impresso sull’identità dell’Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile. Il 2 agosto di quarantacinque anni fa, con i corpi straziati, i tanti morti innocenti, la immane sofferenza dei familiari, lo sconvolgimento di una città e, con essa, dell’intera comunità nazionale, è nella memoria del Paese". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Bologna, l’Emilia-Romagna, l’Italia, risposero con prontezza e fermezza, esprimendo tutta la solidarietà di cui sono capaci, respingendo - sottolinea il Capo dello Stato - il disegno destabilizzante, le complicità presenti anche in apparati dello Stato, le trame di chi guidava le mani stragiste".
"Nel giorno dell’anniversario, si rinnovano alle famiglie delle vittime i sentimenti di vicinanza. Espressione di una comunità coesa che aderisce a quei principi democratici, che gli artefici della strage volevano cancellare, generando paura per minare le istituzioni, cercando di spingere il Paese verso derive autoritarie, con responsabilità accertate grazie al tenace lavoro di Magistrati e servitori dello Stato. Merita la gratitudine della Repubblica - conclude Mattarella - la testimonianza dell’Associazione dei familiari delle vittime, che ha sempre tenuto accesa la luce sul percorso che ha portato a svelare esecutori e mandanti, prezioso esempio di fedeltà ai valori costituzionali, specie per i giovani".
"La strage di Bologna, 45 anni fa, rappresenta una delle pagine più drammatiche della nostra storia repubblicana: un attacco al Paese, volto a sovvertire l’ordine democratico. La sua matrice neofascista è stata accertata in sede giudiziaria. Rivolgo la mia vicinanza ai familiari delle vittime e alla città di Bologna", afferma quindi il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
"Un pensiero - aggiunge - ai cari del mio concittadino Davide Caprioli, giovane veronese ferito mortalmente in quel giorno mentre aspettava il treno. Coltivare la memoria è un dovere civile: è attraverso il ricordo e la riflessione che possiamo comprendere l’orrore di certi atti e rafforzare l’impegno comune contro la violenza e il terrore".
(Adnkronos) - La strage della Stazione di Bologna "ha impresso sull’identità dell’Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile. Il 2 agosto di quarantacinque anni fa, con i corpi straziati, i tanti morti innocenti, la immane sofferenza dei familiari, lo sconvolgimento di una città e, con essa, dell’intera comunità nazionale, è nella memoria del Paese". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Bologna, l’Emilia-Romagna, l’Italia, risposero con prontezza e fermezza, esprimendo tutta la solidarietà di cui sono capaci, respingendo - sottolinea il Capo dello Stato - il disegno destabilizzante, le complicità presenti anche in apparati dello Stato, le trame di chi guidava le mani stragiste".
"Nel giorno dell’anniversario, si rinnovano alle famiglie delle vittime i sentimenti di vicinanza. Espressione di una comunità coesa che aderisce a quei principi democratici, che gli artefici della strage volevano cancellare, generando paura per minare le istituzioni, cercando di spingere il Paese verso derive autoritarie, con responsabilità accertate grazie al tenace lavoro di Magistrati e servitori dello Stato. Merita la gratitudine della Repubblica - conclude Mattarella - la testimonianza dell’Associazione dei familiari delle vittime, che ha sempre tenuto accesa la luce sul percorso che ha portato a svelare esecutori e mandanti, prezioso esempio di fedeltà ai valori costituzionali, specie per i giovani".
(Adnkronos) - I dazi al 15% tra Usa ed Europa dovrebbero causare all’Italia un danno, almeno nel breve termine, tra i 14 e i 15 miliardi di euro all’anno. Un importo che, in linea di massima, corrisponde al costo che nei prossimi anni sosterrà il nostro bilancio statale per realizzare la più grande opera pubblica di sempre: vale a dire il ponte sullo Stretto di Messina. È la stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia, in attesa che venga ufficializzata la lista dei prodotti esentati dalle tariffe che scatteranno il prossimo 7 agosto.
Il danno causato dalle politiche protezionistiche statunitensi, secondo le analisi della Cgia, racchiude sia gli effetti diretti (mancate esportazioni), sia quelli indiretti (riduzione margine di profitto delle imprese che continueranno a vendere nel mercato Usa, costo delle misure di sostegno al reddito degli addetti italiani che perderanno il posto di lavoro, trasferimento delle imprese o di una parte delle produzioni verso gli Stati Uniti, il trade diversion), a cui si aggiunge anche la svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro. Tuttavia, l’associazione resta abbastanza ottimista nei confronti della tenuta del 'Made in Italy'.
Sebbene “nel 2024 rispetto al 2023 ci sia stata una contrazione delle vendite verso gli Usa del 3,6 % (in termini monetari pari a -2,4 miliardi di euro), l’Italia ha una forte vocazione all’export verso gli Stati Uniti”. L’anno scorso “la dimensione economica è stata pari a 64,7 miliardi”. Secondo i dati della Banca d’Italia il 43% delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti sono costituite da prodotti di qualità alta e un altro 49% di qualità media.
Quindi, deduce la Cgia, “il 92% delle nostre merci acquistate oltre Oceano sono di alta gamma. Sono prodotti che, verosimilmente, sono destinati a clienti (persone fisiche o imprese) ad elevato reddito che potrebbero rimanere indifferenti ad un aumento del prezzo causato dall’introduzione di nuove barriere doganali”. Inoltre, “il potenziale calo della domanda statunitense legato all’incremento dei prezzi dei prodotti finali potrebbe essere assorbito dalle nostre imprese attraverso una contrazione dei propri margini di profitto”.
Leggi tutto: Dazi Usa, la stima: "Danni per l'Italia da 15 miliardi l'anno"
(Adnkronos) - "Ministro non si faccia portavoce del Governo, possiamo anche credere al suo personale sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime ma non crediamo alla solidarietà del governo". Lo ha urlato un uomo nel cortile del Comune di Bologna durante la cerimonia per il 45esimo anniversario della strage di Bologna, rivolgendosi alla ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini a Bologna in rappresentanza del governo.
"Quarantacinque anni fa fu una strage di mano fascista - ha continuato l'uomo, strappando un applauso dei presenti - con il coinvolgimento della P2 e con esplosivo provenienti da basi Nato". E oggi "il governo continua con leggi fascistissime come il decreto Sicurezza" e "continua con la complicità con la Nato", ha poi urlato l'uomo, che ha anche aperto uno striscione di carta sempre contro l'esecutivo Meloni, per poi essere invitato ad allontanarsi da alcuni agenti in borghese. L'uomo indossava una maglietta contro la Nato.
Leggi tutto: Strage Bologna, Bernini contestata da un uomo: "Credo a lei, non al governo"
(Adnkronos) - È un viaggio scandito da dieci persone che hanno accompagnato l'autrice a comprendere storia, presente e futuro della Palestina il libro 'Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina' di Francesca Albanese, edito da Rizzoli.
Lo spirito di un luogo è fatto dalle persone che lo abitano, dalle storie che si intersecano nelle sue strade. E questo vale in modo particolare per la Palestina, custode di passaggi storici epocali e teatro di una delle più dolorose pagine di storia contemporanea. Francesca Albanese, la Relatrice speciale ONU sul territorio palestinese occupato, una delle persone più competenti e autorevoli sullo status giuridico e sulla situazione dei palestinesi - amata (o odiata) in tutto il mondo per l'integrità e la passione con cui si batte in favore dei diritti di un popolo troppo a lungo vessato - in questo volume offre storie che intrecciano informazioni, riflessioni, emozioni e vicende intime. Hind Rajab, morta a sei anni sotto le bombe che hanno distrutto Gaza, ci apre gli occhi su cosa significhi essere bambini in un Paese dove i bambini non hanno un nido che li protegga e che rispetti le loro radici. Abu Hassan ci guida tra i luoghi di fatica e sofferenza ai margini di Gerusalemme; e George, amico stretto, di Gerusalemme ci mostra meraviglia e insensatezze. Alon Confino, grande studioso dell'olocausto, ci aiuta a comprendere i contrasti che possono albergare nel cuore di un ebreo che vede l'apartheid e ne vuole la fine. Ghassan Abu-Sittah, chirurgo arrivato da Londra per entrare nel vivo dell'orrore più inimmaginabile, ci racconta ciò che ha visto; e Malak Mattar, giovane artista che ha fatto il percorso inverso, condivide la storia di chi ha dovuto lasciare Gaza per potersi esprimere o per sopravvivere. E poi Ingrid Jaradat Gassner, Eyal Weizman, Gabor Maté fino a una delle persone più vicine a Francesca nella vita, così come nella ricerca di una consapevolezza capace di tradursi in azione.
Arriva in libreria, in tempo per diventare una delle letture di svago delle vacanze estive, il nuovo romanzo rosa della scrittrice Stefania S., 'Red. Colpo di fulmine', che prosegue la serie 'Love me love me' inaugurata dall'autrice nel 2023 e pubblicata da Sperling & Kupfer.
Scarlett Crimson vive con la testa tra le nuvole e ha sempre trovato rifugio nel suo mondo immaginario. A Roslin, il piccolo paese scozzese dove vive, tutto sembra grigio e prevedibile. Ma durante l'estate del suo diciassettesimo compleanno, qualcosa cambia. Un lavoretto a Edimburgo, nella caffetteria vicino a casa della nonna, riporta Scarlett nel luogo che ancora profuma d'infanzia e ricordi felici. Ogni estate l'ha passata lì, tra corse spensierate e racconti scritti per non sentirsi sola. Eppure, questa volta è diverso. Questa volta c'è Ace, che sembra essere l'unico capace di vederla per quella che è davvero. Studente universitario modello, brillante e sicuro di sé, non crede nei sogni e ha smesso da tempo di lasciarsi trasportare dall'immaginazione. Ma dietro quell'aria da ragazzo perfetto si nasconde dell'altro. Tra verità taciute, ombre del passato e paure mai superate, Scarlett dovrà imparare che crescere significa affrontare il dolore. E che la fantasia può offrire un riparo, ma prima o poi arriva il momento di fare i conti con la realtà.
Sellerio riporta in libreria 'Missione Confidenziale', la spy story che Graham Greene pubblicò per la prima volta nel 1939.
'Missione confidenziale' è uno dei migliori 'divertimenti' dello scrittore inglese, sulla scia di spy story come Il treno per Istanbul e Una pistola in vendita, un thriller disseminato di svolte inaspettate e di azioni disperate. D. è un agente segreto in missione a Londra. Viene da un paese sconvolto dalla guerra civile. Mandato dal governo legittimo, è costretto ad agire come la parte debole perché i golpisti, si intuisce, hanno dietro potenti appoggi. È a Londra per ottenere una fornitura di carbone di cui il governo repubblicano ha necessità più che di carri armati. Porta con sé dei documenti segreti con cui presentarsi a un gruppo di ricchissimi affaristi. I suoi nemici - visibili e invisibili - fanno di tutto per impedirglielo, ma la strategia repubblicana diventa presto ambigua, misteriosamente contorta: D. finisce in una ragnatela infinita di intrighi e corruzioni che coinvolgono soprattutto gli individui di cui dovrebbe fidarsi di più. L'unica persona che gli è veramente amica è quella più improbabile: la giovanissima, capricciosa Rose. Del resto, nemmeno D. è un vero agente segreto, né per professione né per vocazione. È un professore di lingue romanze, dal passato tragico, di mezz'età, consapevole che i capi per cui si batte non sono immuni da colpe e nefandezze. Graham Greene scrisse il romanzo nel 1939, nel clima di guerra del secondo conflitto mondiale. Ma la forza con cui lo scrittore trascina in quel mondo di insicurezza psicologica e di dilemmi etici deriva da un insieme narrativamente perfetto di fattori: la coppia dei protagonisti, D. e la giovane Rose, portatrice di tutta l'ambiguità dell'amore, e soprattutto la banalità antiepica del mondo delle spie che è la svolta che Greene ha impresso a 'Missione confidenziale'.
È uscito il 15 luglio per la collana Darkside di Fazi 'Il gioco della Storia', la nuova indagine di Bernie Gunther, il detective più scorretto di sempre nato dalla penna dello scrittore scozzese Philip Kerr (1956-2018).
Questo giallo, finora inedito in Italia, è ambientato nel 1954. Bernie Gunther si trova all’Avana, dove vive sotto falsa identità e lavora per Meyer Lansky. Decide di fuggire ad Haiti insieme a una giovane prostituta che è in realtà una combattente della resistenza anti-Batista. Ma la ragazza ha ucciso un capitano di polizia e, quando vengono fermati, anche Bernie viene arrestato: è ancora ricercato per omicidio in Germania. Presto si ritrova sotto la custodia della Cia, da cui viene interrogato a più riprese. Trasferito in Germania, gli interrogatori proseguono, e Bernie ripercorre le sue gesta negli anni della guerra. Malgrado sia sempre stato profondamente antinazista, Gunther ha un passato pieno di ombre: è stato un uomo di Heydrich, uno dei più crudeli architetti dell’Olocausto, e ha svolto un ruolo ambiguo nella decennale caccia a Erich Mielke, ex dissidente comunista poi assurto a ruoli di grande potere nella “nuova” ddr. Il suo cinismo venato di romanticismo, la sua volontà di sopravvivenza e la sua “elastica” morale lo porteranno a fare scelte che in qualche modo condizioneranno il corso della Storia.
Propone una riflessione profonda sul rapporto tra progresso e umanità il saggio 'L'uomo è un algoritmo? Il senso dell'umano e l'intelligenza artificiale' di Paolo Benanti, edito da Castelvecchi.
Il mito di Ulisse ci insegna che la ricerca umana di senso è guidata dall’intelligenza, nelle sue due declinazioni: νοῦς e μῆτις, intuizione e pratica. Dalla sinergia di queste facoltà sono nate le grandi invenzioni che segnano la nostra specie, a partire dalla "grande invenzione del linguaggio". Oggi però il linguaggio non sembra più una prerogativa esclusivamente umana: l’Intelligenza Artificiale, nelle vesti di ChatGPT e dei Large Language Models (LLM), ha introdotto una lingua computazionale che riconfigura in modo nuovo parola e pensiero. Paolo Benanti ci accompagna in una breve e suggestiva riflessione etica sul paradosso della tecnica, pur riconoscendone le potenzialità: questa estensione della nostra "naturalità artificiale" sembra infatti sempre meno orientata a mappare la realtà e sempre più propensa a confonderci. Muovendosi tra informatica, filosofia e spiritualità – da Turing a Searle, da Scheler a Jonas – Benanti avanza una proposta semplice ma dirompente, capace di restituire centralità alla dimensione umana. Recuperare oggi un "pregiudizio umanista" non significa infatti ripudiare il progresso, ma riaffermarne la sfida più autentica: vivere una vita buona e consapevole. L’intelligenza algoritmica deve tornare a essere uno strumento nelle nostre mani, al servizio della piena dignità umana. È alle università, oggi, che spetta il compito fondamentale di creare nuovi "paesaggi culturali", dove ritrovare il senso delle nostre creazioni e delle nostre vite.
Arriva in Italia con Utopia Editore il romanzo storico 'Stella 111', il libro cult dello scrittore tedesco Lutz Seiler sulla caduta del Muro di Berlino, acclamato in tutto il mondo e pluripremiato.
All'indomani della caduta del Muro di Berlino, il giovane Carl, studente e lavoratore fuori sede, viene richiamato nel suo paese natale dai genitori, che stanno per lasciare la Germania Est. Anche per il ragazzo, che dovrebbe sorvegliare la casa e la memoria di famiglia, mentre la madre e il padre fuggono lontano, è però faticoso rimanere in uno stato che non c’è più. E così, muratore di formazione ma all’inseguimento di un’esistenza poetica, Carl arriva a Berlino, un autentico avamposto, dove viene accolto da un branco di giovani anarchici e, per sopravvivere, svolge lavori spesso ai limiti della legalità, fino a quando non riesce a pubblicare le sue prime poesie. Un po’ alla volta Berlino ritrova la normalità e Carl, diviso tra il prima e il dopo, tra la quotidianità e l’ambizione letteraria, mentre i genitori inseguono tra l'Europa e l'America i sogni di una giovinezza rubata, si consegna a una malinconica maturità, lontana dalle memorie della Germania Est, una su tutte la Stern 111, la radio di famiglia, una stella che coi suoi numeri ha illuminato le ombre di un’intera infanzia.
Una macabra scoperta, una villa abbandonata nella periferia di Palermo e un passato oscuro. In 'Il caso Barraco' (Newton Compton) dello scrittore e giornalista siciliano Salvo Toscano, i fratelli Corsaro si immergono in un’indagine che li porterà a svelare molti segreti sepolti.
In una villa abbandonata da molti anni, nella periferia di Palermo, viene rinvenuto il cadavere mummificato di una donna, celato da lunghissimo tempo in un'intercapedine. Il cronista di nera Fabrizio Corsaro si interessa subito del caso. Il corpo viene identificato come quello di Agnese Barraco, un'igienista dentale originaria del trapanese, sparita nel nulla un giorno di pioggia nel 2003. Quando una persona sospettata di essere responsabile di quella morte viene arrestata, anche il fratello di Fabrizio, l'avvocato Roberto Corsaro, comincia a indagare sulla vicenda per ragioni professionali. Scavando in un passato dimenticato, dalla doppia indagine dei fratelli Corsaro emergeranno i tanti segreti della misteriosa e riservatissima vita di Agnese. Fra i quali quello più intimo e nascosto: l'essere stata una strega.
La 'Storia dell'Italia meridionale' di Pino Ippolito Armino, edita da Laterza, individua e racconta sette momenti che hanno plasmato l’identità del Mezzogiorno, dal disastroso esito della rivoluzione giacobina del 1799 fino alla nascita di una fittizia ‘Questione Settentrionale’, per aiutarci a districare alcuni degli interrogativi più tormentati del nostro Paese.
Tre secoli fa circostanze eccezionali e imprevedibili riunirono sotto un unico regno la Sicilia e il resto del Mezzogiorno. La pace siglata all’Aia il 20 febbraio 1720 portò nell’arco di breve tempo al dominio dei Borbone su entrambi gli Stati. Se scattassimo una fotografia di quel momento storico vedremmo Napoli tra le città più popolose d’Europa, un territorio carico di potenzialità inserito in un impero che arrivava fino all’America Latina, una vita culturale ricca di fermenti e di intellettuali in dialogo con Parigi. Tre secoli dopo il panorama è completamente diverso. Cosa è andato storto? Quali sono gli avvenimenti che hanno condizionato il destino dell’Italia meridionale tanto da renderla l’area arretrata più estesa d’Europa? Perché facciamo ancora fatica a invertire la rotta e a immaginare un futuro diverso? È colpa di un popolo pigro e indolente, di classi dirigenti corrotte e indifferenti o di quella che i neoborbonici chiamano ‘conquista coloniale’ da parte del Nord?
Arriva infine sugli scaffali, edito da La Nave di Teseo, 'Un omicidio a Parigi', secondo romanzo giallo dello scrittore inglese Matthew Blake, dopo il fortunato esordio con 'Anna O'.
Giugno 1945, la guerra è finita da poco, i campi di concentramento nazisti sono stati liberati e a Parigi stanno tornando tutti i prigionieri francesi che vi erano rinchiusi. Per accoglierli, e per controllare che tra di loro non si nascondano dei collaborazionisti, tutti devono passare tre giorni in quello che prima del conflitto era il lussuoso Hotel Lutetia, il più bello della Rive Gauche. Nelle stanze trasformate in dormitori, i presunti prigionieri vengono visitati e interrogati, prima di poter tornare alle loro case e alle loro famiglie. Tra loro ci sono anche due ragazze, Sophie e Josephine, ma solo una uscirà viva dalla stanza che condividono nell’hotel. Ottant’anni dopo, nel 2025, Josephine Benoit, ora novantaseienne, e nel frattempo divenuta una famosissima pittrice, si presenta alla reception del rinnovato e lussuoso Lutetia. Qui confessa di chiamarsi Sophie Leclerc e di aver commesso un omicidio, molto tempo prima, proprio nella stanza numero 11 di quell’hotel. La donna è affetta da demenza senile e la nipote Olivia, che vive a Londra e lavora come psicoterapeuta esperta nel recupero di ricordi, è convinta che la nonna sia solamente confusa e che, a causa della malattia, mescoli nella sua mente realtà e fantasia. Ma, forse, la situazione non è così semplice e ben presto Olivia si trova invischiata in un mistero che ha le sue radici nel passato ma che vive ancora nelle strade di Parigi, e che può essere letale.
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(Adnkronos) - Caldo africano sempre più in avvicinamento sull'Italia, ma intanto ci aspetta ancora una ondata di maltempo con grandine e temporale. Queste le previsioni meteo per la giornata di oggi, sabato 2 agosto, e per i giorni a venire. Secondo i calcoli degli esperti, da ben 5 anni non pioveva il 2 agosto su tutto il Nord mentre quest’anno una fase anomala di maltempo colpirà tutto il settentrione e anche le regioni centrali, proprio all’inizio delle vacanze estive agostane.
Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, conferma la persistenza del peggioramento in atto, associato ad una depressione centrata sulla Danimarca: un fronte freddo causerà diffusi temporali nelle prossime ore al Nord e poi via via verso il Centro. Al Sud il tempo sarà ancora buono e con temperature leggermente sotto la media del periodo.
Nel dettaglio, fino al pomeriggio del sabato si prevedono forti fenomeni su gran parte del Nord Italia e localmente anche tra Alta Toscana e Marche; in seguito avremo ancora rovesci sul Nord-Est, ma anche in Piemonte, Toscana, Umbria e Marche.
Attenzione poi ad una linea temporalesca molto attiva, prevista nella notte tra sabato e domenica tra Toscana, Emilia Romagna e medio Adriatico con fenomeni localmente insistenti fino al pranzo della domenica; in seguito la fase clou del maltempo dovrebbe attenuarsi e lasciare spazio a schiarite anche al Centro-Nord, seppur con residua instabilità sulla fascia adriatica. Il Sud vivrà invece un weekend soleggiato, salvo nubi in arrivo tra Puglia e Basilicata.
In sintesi, durante questo primo fine settimana di agosto il cielo brontolerà in modo sonoro; avremo forti temporali al Nord e poi anche su parte del Centro, si temono altre grandinate e colpi di vento a causa della marcata differenza tra le masse d’aria che si stanno fronteggiando: da una parte ritroviamo l’aria calda estiva italiana, dall’altra l’aria polare scandinava in discesa verso le nostre spiagge come fanno i turisti di quelle zone in questa stagione; l’invasione scandinava quest’anno sarà sia turistica sia meteorologica.
Dopo questa fase di temporali forti, il meteo ci riserverà un’altra sorpresa di opposto carattere: da lunedì il sole tornerà prevalente su tutta l’Italia salvo residui ultimi scrosci al Sud e sul medio versante adriatico; e soprattutto, da giovedì arriverà, purtroppo, una nuova ondata di caldo africano.
Saliremo sulle montagne russe del meteo: prima forti temporali, grandine e temperature autunnali (al Centro-Nord), poi caldo africano con solleone, canicola ed afa opprimente.
Agosto inizierà dunque in modo anomalo, sembrerà più una mezza stagione che il mese estivo per eccellenza, il mese delle ‘ferie di Augusto’, del Ferragosto: a tal proposito, va detto che il bel tempo della prossima settimana durerà incontrastato almeno fino a Ferragosto.
Sabato 2. Al Nord: rovesci, temporali diffusi e calo termico. Al Centro: soleggiato tra Lazio, Abruzzo e Molise, rovesci tra Alta Toscana, Umbria e Marche. Al Sud: sole e clima piacevole.
Domenica 3. Al Nord: torna il sole, ultimi rovesci al Nord-Est. Al Centro: rovesci sparsi tra Toscana, Marche ed Abruzzo. Al Sud: sole e clima piacevole.
Lunedì 4. Al Nord: sole e temperature massime in aumento. Al Centro: rovesci residui su Abruzzo e Molise. Al Sud: rovesci tra Puglia e Basilicata, soleggiato altrove.
Tendenza: anticiclone in rinforzo con sole ovunque e caldo africano da giovedì in poi.
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(Adnkronos) - Bologna, 2 agosto 1980, ore 10.25. Alla stazione centrale, posto nella sala d'aspetto di seconda classe, un ordigno esplode provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Sono passati 45 anni dal più grave attentato terroristico commesso nel Paese nel secondo dopoguerra. Oggi la città e l'Italia intera ricordano le vittime della strage di matrice neofascista.
“Il 2 agosto 1980 una bomba esplose alla stazione di Bologna causando 85 morti e 200 feriti, sino ad allora il più grande attentato in tempi di pace in Europa ed in Italia. E’ importante ricordare e fare memoria di questa data; fare i conti con la storia significa chiedere ed ottenere verità e giustizia”, ha detto ieri il sindaco di Bologna Matteo Lepore, in un video pubblicato sul sito dell’Anci per la rubrica ‘Accadde in Città’ in occasione del 45esimo anniversario della strage, un evento che “ha ferito la nostra città e la nostra Repubblica. Le sentenze che sono arrivate in questi ultimi due anni – sottolinea Lepore - in particolare quelle della Corte di Cassazione ora passate in giudicato, finalmente ci raccontano esattamente cosa è successo, chi ha ordito questa strage".
“Furono la loggia massonica P2, i servizi segreti deviati, le connivenze politiche e il terrorismo fascista a mettere quella bomba e tante altre nell’ambito della strategia della tensione”, conclude il sindaco di Bologna.
Oggi, nella chiesa di San Benedetto, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, presiederà la messa in suffragio delle vittime della strage. Anche l''Accademia di Belle Arti di Bologna, in collaborazione con il Gruppo FS, ha organizzato una commemorazione per il 45° anniversario della strage. Il progetto prevede la partecipazione dell'autobus "Trentasette", utilizzato per il trasporto di feriti e vittime dopo l'attentato. Questo veicolo, restaurato grazie all'impegno di numerosi esperti e volontari di Tper, parteciperà al corteo commemorativo. Il suo impiego è strettamente legato alla memoria storica dell'evento e alla lotta contro la violenza: il "Trentasette", rimasto registrato nel libro matricole della flotta aziendale di Tper, rappresenta un simbolo tangibile del ricordo delle vittime e della dedizione dei soccorritori, in particolare dell'autista Agide Melloni.
"A 45 anni dalla strage di Bologna, che con matrice fascista colpì al cuore l’Italia spezzando 85 vite e ferendone oltre duecento, il nostro dovere è di non dimenticare e di non attenuare lo sdegno, nel segno del rispetto delle vittime e della vicinanza ai loro familiari. Non c’è spazio per l’oblio: la coscienza civile del Paese si rigenera nel rifiuto della violenza e nella difesa dei valori democratici", scrive su 'X' il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Perché la memoria e la speranza vivono l’una dell’altra e non sono perite nella strage. Nel rivivere l’oltraggio dell’attentato terroristico, la nostra coscienza civile, conferma il rifiuto della barbarie e si rigenera", conclude.
"A Bologna, il 2 agosto 1980, si consumò uno degli eventi più drammatici della storia del nostro Paese. Una strategia eversiva, che le sentenze hanno attribuito a esponenti di organizzazioni neofasciste, causò la morte di 85 innocenti e il ferimento di oltre 200 persone. Il terrorismo colpì con tutta la sua ferocia la Nazione. La Città e l’Italia intera seppero rispondere con i più alti valori civili, opponendo la forza della democrazia alla violenza del terrorismo. Esprimo con commozione la mia vicinanza ai familiari delle vittime e ai sopravvissuti di una strage che non sarà mai dimenticata", così su 'X' il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Leggi tutto: 2 agosto 1980, ore 10.25: 45 anni fa la strage di Bologna
(Adnkronos) - Bologna, 2 agosto 1980, ore 10.25. Alla stazione centrale, posto nella sala d'aspetto di seconda classe, un ordigno esplode provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Sono passati 45 anni dal più grave attentato terroristico commesso nel Paese nel secondo dopoguerra. Oggi la città e l'Italia intera ricordano le vittime della strage di matrice neofascista.
“Il 2 agosto 1980 una bomba esplose alla stazione di Bologna causando 85 morti e 200 feriti, sino ad allora il più grande attentato in tempi di pace in Europa ed in Italia. E’ importante ricordare e fare memoria di questa data; fare i conti con la storia significa chiedere ed ottenere verità e giustizia”, ha detto ieri il sindaco di Bologna Matteo Lepore, in un video pubblicato sul sito dell’Anci per la rubrica ‘Accadde in Città’ in occasione del 45esimo anniversario della strage, un evento che “ha ferito la nostra città e la nostra Repubblica. Le sentenze che sono arrivate in questi ultimi due anni – sottolinea Lepore - in particolare quelle della Corte di Cassazione ora passate in giudicato, finalmente ci raccontano esattamente cosa è successo, chi ha ordito questa strage".
“Furono la loggia massonica P2, i servizi segreti deviati, le connivenze politiche e il terrorismo fascista a mettere quella bomba e tante altre nell’ambito della strategia della tensione”, conclude il sindaco di Bologna.
Oggi, nella chiesa di San Benedetto, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, presiederà la messa in suffragio delle vittime della strage. Anche l''Accademia di Belle Arti di Bologna, in collaborazione con il Gruppo FS, ha organizzato una commemorazione per il 45° anniversario della strage. Il progetto prevede la partecipazione dell'autobus "Trentasette", utilizzato per il trasporto di feriti e vittime dopo l'attentato. Questo veicolo, restaurato grazie all'impegno di numerosi esperti e volontari di Tper, parteciperà al corteo commemorativo. Il suo impiego è strettamente legato alla memoria storica dell'evento e alla lotta contro la violenza: il "Trentasette", rimasto registrato nel libro matricole della flotta aziendale di Tper, rappresenta un simbolo tangibile del ricordo delle vittime e della dedizione dei soccorritori, in particolare dell'autista Agide Melloni.
(Adnkronos) - Altre tre persone, tra cui due bambini, sarebbero morte per fame nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente al Jazeera citando fonti del ministero della Sanità di Gaza che a sua volta viene informato dagli ospedali dell'enclave palestinese. Salgono così a 162 i palestinesi morti a Gaza per fame e malnutrizione.
''Stanno morendo in ostaggio''. Questo intanto il grido di protesta delle famiglie degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia e che, dopo i video trasmessi dalla Jihad Islamica e da Hamas questa settimana, stanno erigendo un campo con filo spinato a Tel Aviv. L'obiettivo è quello di attirare l'attenzione del governo di Israele e dell'Amministrazione americana sulle condizioni degli ostaggi rimasti nell'enclave palestinese da quando sono stati rapiti il 7 ottobre del 2023. Ieri Hamas ha pubblicato un nuovo video di propaganda dell'ostaggio Evyatar David, un giorno dopo che la Jihad islamica palestinese ha diffuso un video dell'ostaggio Rom Braslavski.
"Sullo sfondo di immagini terrificanti e di resoconti duri sulle condizioni degli ostaggi, le famiglie degli ostaggi grideranno stamattina nel cuore di Tel Aviv: verrà eretto un recinto di filo spinato in Piazza degli ostaggi, i familiari siederanno imprigionati al suo interno e urleranno il disperato appello dei loro cari che stanno morendo in prigionia", afferma l'Hostage Family Forum in una nota.
"Facciamo appello al governo israeliano e all'Amministrazione statunitense: guardate i nostri cari - e noi - negli occhi. Il pericolo per le loro vite è tangibile e immediato. Il rischio di perdere le persone decedute sta crescendo. E' giunto il momento di un accordo globale e di porre fine alla guerra. Basta ritardi. Basta abbandonarli. Fermate questo incubo e portateli fuori dai tunnel e a casa", si legge nella nota.
Il ministero degli Esteri israeliano ha intanto evacuato oggi il personale diplomatico e le loro famiglie dalle sue missioni negli Emirati Arabi Uniti per motivi di sicurezza. Lo ha detto una fonte informata a Haaretz, spiegando che anche alcune personalità della comunità ebraica del Paese sono state evacuate.
Israele ha due missioni diplomatiche negli Emirati Arabi Uniti: un'ambasciata nella capitale Abu Dhabi e un consolato generale a Dubai. In una nota rilasciata oggi, il ministero degli Esteri non ha negato che il personale sia stato evacuato dal Paese, ma ha sottolineato che "le missioni sono state aperte oggi e riapriranno dopo Tisha B'Av, lunedì prossimo".
Dal 9 agosto l'Italia darà intanto il via al lancio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. "Nell'ambito delle attività, promosse dal governo italiano per contribuire ad alleviare la gravissima crisi umanitaria in corso, ho autorizzato l'attivazione e il dispiegamento di un dispositivo della Difesa per l'effettuazione di aviolanci di aiuti umanitari, destinati alla popolazione civile della Striscia di Gaza", ha annunciato ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto.
La missione, denominata 'Solidarity Path Operation 2', prevede l’impiego di velivoli da trasporto C-130J dell’Aeronautica Militare, che effettueranno il lancio di speciali contenitori con all’interno generi essenziali. Le operazioni saranno condotte con la collaborazione dell’Esercito Italiano, incaricato della preparazione dei carichi di aiuti. L’intervento sarà realizzato in stretto coordinamento con le Forze Armate del Regno Hascemita di Giordania, e l’avvio operativo è previsto nelle prossime ore, con l'invio di un 'advance party', che si occuperà delle attività preparatorie e di coordinamento con le autorità locali. "I nostri primi aviolanci sono programmati e potrebbero avvenire già a partire dal 9 agosto, per consentire al MAECI di completare l’approvvigionamento dei generi alimentari e il loro trasporto in Giordania", ha spiegato Crosetto.
Leggi tutto: Gaza, al Jazeera: "Altri tre morti per fame". Famiglie ostaggi ancora in protesta
(Adnkronos) - Altre tre persone, tra cui due bambini, sarebbero morte per fame nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente al Jazeera citando fonti del ministero della Sanità di Gaza che a sua volta viene informato dagli ospedali dell'enclave palestinese. Salgono così a 162 i palestinesi morti a Gaza per fame e malnutrizione.
Il ministero degli Esteri israeliano ha intanto evacuato oggi il personale diplomatico e le loro famiglie dalle sue missioni negli Emirati Arabi Uniti per motivi di sicurezza. Lo ha detto una fonte informata a Haaretz, spiegando che anche alcune personalità della comunità ebraica del Paese sono state evacuate.
Israele ha due missioni diplomatiche negli Emirati Arabi Uniti: un'ambasciata nella capitale Abu Dhabi e un consolato generale a Dubai. In una nota rilasciata oggi, il ministero degli Esteri non ha negato che il personale sia stato evacuato dal Paese, ma ha sottolineato che "le missioni sono state aperte oggi e riapriranno dopo Tisha B'Av, lunedì prossimo".
Leggi tutto: Gaza, al Jazeera: "Altri tre morti per fame, 162 in totale"
(Adnkronos) - "Se in Israele il problema è quello di arrestarsi sull'orlo dell'abisso, qui in Europa il problema è duplice: aiutare israeliani e palestinesi che in quell'abisso rischiano di sprofondare, ma al tempo stesso non far dilagare qui la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull'altro dei due fronti più estremi sta producendo. Per questo mi sono sempre opposta e continuo ad oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo. È uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell'Europa, inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell'Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo''. Lo dice in un'intervista a Repubblica la senatrice a vita Liliana Segre dopo la denuncia dello scrittore israeliano David Grossman, che usa il termine 'genocidio'. '
'Non faccio dichiarazioni da mesi perché mi sono chiusa nella mia amarezza smisurata per ciò che vedo nei telegiornali. Però l'intervista a David Grossman mi spinge a fare alcune considerazioni. Al di là del titolo, le sue riflessioni sono pienamente condivisibili. Il suo è un caveat: "Siamo abbastanza forti per resistere ai germi del genocidio?".
Leggi tutto: Gaza, Segre: "Genocidio? Mi oppongo a parola usata per vendetta"
(Adnkronos) - I negoziati possono attendere, la Russia martella in Ucraina. Vladimir Putin ignora gli ultimatum di Donald Trump e non rinuncia agli obiettivi dell'Operazione speciale. "Avanziamo su tutta la linea del fronte", dice il presidente russo, che prosegue con la strategia consolidata: giudica indispensabile una pace duratura con garanzie di sicurezza per Mosca mentre le sue forze armate cercano la spallata decisiva nella guerra.
Le richieste del presidente americano Trump perché si trovi una soluzione al conflitto fra Russia e Ucraina non sono state ascoltate. E nemmeno le annunciate sanzioni americane a Mosca sembrano spaventare il Cremlino. Il copione, sul campo, appare consolidato. L'esercito russo ha accelerato la sua incursione in territorio ucraino per il quarto mese consecutivo, portando a termine a luglio la sua più ampia avanzata da novembre, come emerge da un'analisi realizzata dall'Afp sulla base dei dati dell'Isw, Institute for the stuydy of war.
In un mese le forze di Mosca hanno conquistato 713 Km quadrati in territorio ucraino, contro i 79 recuperati da Kiev, per una progressione netta di 634 km quadrati. A giugno la conquista netta era stata di 588 km quadrati, 507 a maggio, 379 ad aprile e 240 a marzo.
Putin, nelle ultime ore, ha 'certificato' la conquistare della città chiave di Chasiv Yar, nell'Ucraina orientale, dopo quasi 18 mesi di feroci combattimenti nella zona: Mosca ora controlla un nodo logistico fondamentale, che consente di gestire le vie dei rifornimenti e costituisce il trampolino per un'ulteriore spallata verso ovest.
La Russia sta raccogliendo i frutti dopo mesi all'insegna della politica dei piccoli passi. Mosca, secondo l'analisi della Cnn, "sta capitalizzando una serie di contenuti progressi e investendo risorse significative in un'offensiva estiva in arrivo, che rischia di ridisegnare il controllo delle linee del fronte. Nel corso di quattro giorni di reportage nei villaggi di Kostiantynivka e Pokrovsk – due delle città ucraine più colpite nella regione di Donetsk – si è assistito a un rapido cambio di controllo del territorio. I droni russi sono riusciti a penetrare in profondità in aree che un tempo le forze di Kiev consideravano oasi di pace, e le truppe hanno faticato a trovare personale e risorse per fermare la persistente avanzata nemica.
La spinta russa - sottolinea l'emittente americana - arriva proprio mentre Trump ha drasticamente ridotto la scadenza per la pace con Putin da 50 a 12 giorni. Il presidente americano ha dichiarato di essere "molto deluso" dal suo omologo russo e ha lasciato intendere che il capo del Cremlino aveva già deciso di non accettare il cessate il fuoco che gli Stati Uniti e i loro alleati europei chiedono da mesi.
Trump si è poi detto "sorpreso" dal leader del Cremlino, che ha descritto come ''ovviamente un tipo tosto''. Nel corso di una intervista a Newsmax, il presidente Usa ha affermato che ''abbiamo avuto numerose conversazioni proficue in cui avremmo potuto porre fine a questa storia e all'improvviso hanno iniziato a volare bombe".
Trump ha aggiunto che Putin ''forse vuole provare a prendere tutto'' in Ucraina, ma ''penso che sarà molto dura per lui''. Il presidente americano ha quindi ricordato di aver ''parlato molto con Putin e credo che abbiamo avuto un'ottima conversazione. Poi torno a casa e vedo che una bomba è stata sganciata a Kiev e in altre città, uccidendo delle persone''. Il tycoon ha spiegato che nei colloqui aveva avuto una percezione diversa, ''pensavo - ha detto - che avessimo risolto la questione tre volte''.
La riduzione dei tempi per Putin è stata intanto accolta con favore da Kiev e potrebbe accrescere il senso di urgenza nelle capitali occidentali rispetto al sostegno diplomatico o militare all'Ucraina. Ma sembra improbabile che possa cambiare la rotta di Mosca, dove la sua superiore forza lavoro, la tolleranza per le perdite e la vasta linea di produzione militare stanno iniziando a dare i loro frutti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato la scorsa settimana che le forze russe "non stavano avanzando", pur riconoscendo che le circostanze lungo la linea del fronte erano "difficili".
La sensazione di una crisi in atto è più acuta intorno alla città di Pokrovsk, attaccata senza successo da Mosca per mesi, con un alto costo in termini di vite umane russe. Un comandante ucraino in servizio nei pressi della città ha descritto "uno scenario molto negativo", in cui le truppe nella vicina città di Myrnohrad rischiavano di "essere circondate".
L'ufficiale ha aggiunto che i russi si erano già spostati nel vicino villaggio di Rodynske e si trovavano ai margini di Biletske, mettendo a repentaglio la linea di rifornimento per le truppe ucraine all'interno di Pokrovsk, valutazioni confermate alla Cnn da un agente di polizia ucraino e da un altro soldato ucraino. Il comandante ha detto ancora di temere un probabile assedio, simile a quello di Avdiivka e Vuhledar dell'anno scorso, dove "abbiamo resistito fino all'ultimo e abbiamo perso città e persone".
Viktor Tregubov, portavoce del gruppo di forze Khortytsia attivo nella zona, ha dichiarato alla televisione di Stato che "c'è una pressione costante lungo tutto il fronte orientale. In questo momento, è assolutamente ovunque". Ha aggiunto che le truppe russe hanno attaccato principalmente con reparti di fanteria. "Se qualcuno viene ucciso, gli altri lo seguono immediatamente".
Sebbene le forze di Mosca abbiano ottenuto solo progressi incrementali negli ultimi mesi, conquistando piccoli insediamenti con scarso vantaggio strategico, il ritmo dell'avanzata ha accelerato, secondo la mappatura open source di DeepState. I recenti progressi sono stati strategicamente vantaggiosi, rendendo l'accerchiamento di Pokrovsk, Kostiantynivka e Kupiansk a nord una minaccia palpabile nelle prossime settimane. La conquista da parte della Russia della città chiave di Chasiv Yar fornirebbe alle forze di Mosca una posizione estremamente vantaggiosa per nuovi attacchi.
La caduta di queste tre città creerebbe tre crisi distinte per Kiev. In primo luogo, si tratta delle aree urbane da cui l'Ucraina difende il resto della regione di Donetsk che controlla, senza le quali le sue truppe non avrebbero centri di rifugio e rifornimento. In secondo luogo, la loro perdita libererebbe un numero significativo di forze russe, che a quel punto potrebbero spingersi con forza su Kramatorsk e Sloviansk, le più grandi città di Donetsk ancora sotto il controllo ucraino. In terzo luogo, queste perdite lascerebbero le forze di Kiev esposte, a difesa di terreni agricoli per lo più aperti, con poche città sul loro percorso, tra la regione di Donetsk e la sua città chiave di Dnipro.
Una serie di attacchi con droni hanno intanto preso di mira impianti industriali negli oblast russi di Ryazan, Penza e Samara, riferiscono stamani funzionari regionali e media locali, come rilancia il Kyiv Independent. A Ryazan è stata colpita una raffineria di petrolio, come hanno confermato le autorità regionali.
A Penza, secondo il canale di monitoraggio Telegram Exilenova+, è stato attaccato l'impianto di Elektropribor sarebbe stato preso di mira. I canali Telegram filorussi hanno segnalato cinque esplosioni sopra la città.
Nella regione di Samara, la raffineria di petrolio Novokuibyshevsky è in fiamme a seguito di un attacco di droni. I video pubblicati sui canali Telegram locali mostrano fiamme che si alzano dalla raffineria.
Tre le persone rimaste uccise in Russia a causa dell'attacco con droni che ha colpito anche l'oblast di Rostov, hanno riferito le autorità locali. L'esercito russo ha riferito di aver intercettato in totale 112 droni lanciati nella notte dall'Ucraina.
Leggi tutto: Ucraina-Russia, Putin ignora Trump e accelera: "Avanti tutta verso obiettivi"