
Il silenzio di Jannik Sinner e Matteo Berrettini inizia a fare rumore. I due tennisti azzurri non hanno postato alcun messaggio sui propri canali ufficiali social dopo la notizia della morte di Nicola Pietrangeli, scomparso ieri, lunedì 1 dicembre, all'età di 92 anni. Da Musetti a Paolini, passando per Cobolli e Nadal: tanti gli omaggi alla memoria del primo italiano a vincere un titolo Slam (Roland Garros nel 1959) e capitano nel trionfo in Coppa Davis del 1976, ma all'appello mancano Sinner e Berrettini.
I messaggi dei tennisti azzurri
Chi si aspettava un post sui social da parte di Sinner e Berrettini per Pietrangeli, insomma, è rimasto deluso. I due tennisti sono stati gli unici, insieme a Lorenzo Sonego, a non pubblicare nulla del gruppo azzurro in orbita Coppa Davis[1]. Lorenzo Musetti ha ripostato il comunicato della Federazione nelle proprie storie Instagram, aggiungendo un cuore spezzato. Lo stesso post è stato condiviso anche nelle storie di Jasmine Paolini, che ci ha aggiunto un cuore nero in segno di lutto. Tre cuori anche per Cobolli su Instagram.
"Caro Nick, se ne va un pezzo enorme della nostra storia. Questa foto a Montecarlo per me vale tutto: il tuo esempio, la tua ironia, la tua luce. Hai insegnato a tutti cosa significa vincere davvero. Buon viaggio, leggenda", ha scritto invece su Instagram Fabio Fognini postando la foto insieme a Montecarlo.
Pietrangeli e il (complicato) rapporto con Sinner
Nicola Pietrangeli ha sempre avuto in verità un rapporto 'complicato' con Jannik Sinner[2], fatto di elogi ma anche qualche polemica. L'ex tennista, il primo italiano a vincere uno Slam, è stato infatti protagonista di alcune uscite giudicate 'infelici' dai tifosi del numero due del mondo. Dietro il silenzio dell'altoatesino però non c'è risentimento, tanto che Sinner non si è mai espresso a riguardo, preferendo sempre, come suo solito, lasciar parlare il campo.
Dopo il no di Jannik alla Coppa Davis 2025, vinta comunque dall'Italia battendo la Spagna nella finale di Bologna, Pietrangeli aveva detto in un'intervista a 'Repubblica': "Mi dispiace molto, anche per lui. Si mette in fila dietro a quelli che pensano solo ai soldi e non ai tifosi". E non c'entra la classifica Atp: "Sinceramente non capisco. Rimane comunque numero due, potrà tornare numero uno, ha molti punti, ha molto tempo, molti tornei, cosa cambia? Una scelta incomprensibile, non è una cosa buona rinunciare alla maglia azzurra".
Nicola Pietrangeli aveva commentato il trionfo di Sinner agli ultimi Australian Open, subito dopo la vittoria nella finale contro Zverev, quando Jannik era diventato il tennista italiano con più titoli Slam di sempre, superando proprio Pietrangeli: ""È giusto che mi abbia sorpassato, i record sono fatti per essere battuti", aveva detto all'Adnkronos, "i conti però si fanno alla fine, gli auguro con tutto il cuore di fare ancora meglio. Io facevo paura in campo, ma non a tutti come lui".
Nessuna incoronazione come miglior tennista italiano di sempre però, per il momento, per Sinner: "Non so se sia il tennista italiano più forte di sempre, ha 23 anni. Vedremo quando ne avrà 30. Ora parlano tutti di Sinner, ma fino a due anni fa non si sapeva nemmeno chi fosse. A fine carriera vedremo se sarà stato il miglior tennista italiano di sempre, può succedere ancora qualunque cosa".

Garantire agli italiani un accesso tempestivo alle nuove terapie, colmando la distanza che separa l'approvazione europea dei trattamenti dalla loro effettiva disponibilità, senza costi aggiuntivi per il Ssn. E' l'obiettivo del tavolo di lavoro istituzionale 'Nuova policy di accesso ai farmaci: una svolta per il Servizio sanitario nazionale', che si apre oggi al Senato della Repubblica su iniziativa del senatore Francesco Zaffini, presidente della X Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale.
"Sono stato sin dal principio d'accordo nel dare la disponibilità per questo confronto sul tema dell'accesso precoce al farmaco, un tema sul quale sono molto sensibile - dichiara Zaffini - Lo testimonia il fatto che, insieme ad Aifa, abbiamo elaborato un emendamento alla legge di Bilancio che deve comunque fare i conti con la sostenibilità di una Finanziaria che, come noto, è limitata dall'enorme debito pubblico che questo Governo si è ritrovato sulle spalle. Questo non toglie la più profonda consapevolezza sulla necessità di accorciare i tempi di disponibilità di farmaci innovativi e di terapie avanzate da mettere a disposizione per la nostra popolazione, abbattendo i tempi di attesa che sono purtroppo ancora troppo lunghi. Se non ci riusciremo con questa legge di Bilancio - sottolinea - dovremo comunque affrontare e risolvere questa problematica nell'immediato, successivamente nei prossimi provvedimenti in itinere, in quanto rappresenta senza dubbio una priorità".
Durante il confronto tra istituzioni ed esperti - rappresentanti del Governo, delle Commissioni di Camera e Senato, dell'Agenzia italiana del farmaco, del ministero della Salute e delle associazioni di categoria e dei pazienti - sono stati presentati i risultati di un nuovo studio realizzato da Fabrizio Gianfrate, economista sanitario e docente presso diverse università italiane. Dall'analisi emerge che nel nostro Paese passa oltre 1 anno dall'approvazione di un farmaco da parte dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) alla sua effettiva disponibilità: è il tempo medio che separa i pazienti italiani dalla possibilità di curarsi con le terapie più innovative. "Sebbene con la riforma dell'Aifa la durata media delle procedure di ammissione alla rimborsabilità cominci a ridursi - osserva Gianfrate - i tempi di effettivo accesso alle terapie rimangono ancora molto lunghi rispetto ad altre realtà europee. Ad esempio, il cittadino tedesco ha la possibilità di accedere ai trattamenti pochi giorni dopo l'approvazione dell'Ema, e in Francia - grazie al programma di Accès Précoce - 76 nuovi farmaci sono stati rimborsati entro 8 settimane, riducendo dell'85% i tempi normalmente richiesti, con beneficio per oltre 120mila pazienti. In Italia si tratta di tempi fisiologicamente poco comprimibili per la natura stessa del processo di negoziazione, finalizzato a raggiungere un accordo sul prezzo e la rimborsabilità". Si tratta di "un limite oggettivo che rende ancora più necessaria l'adozione di modelli alternativi".
Il modello teorizzato dallo studio di Gianfrate - spiega una nota - prevede che, appena approvato dall'Ema, un farmaco nuovo o di alto interesse terapeutico venga reso subito disponibile dall'azienda farmaceutica titolare, al prezzo libero definito dalla stessa o comunque temporaneo non negoziato. In questo modo, i pazienti che sono considerati eleggibili al trattamento beneficeranno della terapia immediatamente e senza ritardi. Nel frattempo viene avviata la negoziazione con Aifa per definire prezzo e rimborsabilità, come di consueto. Raggiunto l'accordo, anche dopo molti mesi, come accade oggi, si conguaglia quanto speso nel periodo a prezzo libero o temporaneo con quanto si sarebbe speso invece col prezzo finale negoziato. Il produttore quindi restituirà l'eccedenza incassata - payback - come se la negoziazione del prezzo finale fosse stata concordata il giorno dopo l'approvazione Ema. Una nuova policy di accesso e rimborsabilità precoce, come quella proposta al tavolo di lavoro - secondo gli esperti - renderebbe immediatamente disponibili i nuovi farmaci dopo l'approvazione Ema, a costo invariato per il Ssn. Il tavolo di lavoro avrà quindi il compito di valutare come adattare al contesto italiano i modelli europei, superando i vincoli di contabilità pubblica e accelerando la disponibilità delle terapie innovative.
Dallo studio emergono inoltre risultati molto rilevanti in termini di benefici clinici ed economici per il Ssn, prosegue la nota. Sono state effettuate delle simulazioni proiettando l'applicazione di questa proposta a farmaci particolarmente importanti, orfani, oncologici o in aree cardiovascolare e respiratoria. Considerando i farmaci rimborsati nell'ultimo triennio, l'adozione di questo schema avrebbe generato risparmi per oltre 800 milioni euro nel 2024 e fino a più di 1 miliardo nel 2022, oltre a ridurre mortalità e morbilità. "Abbiamo scelto di sostenere in modo non condizionato questo studio per favorire una nuova policy di accesso ai farmaci innovativi in grado di garantire, al contempo, la sostenibilità della spesa pubblica - afferma Fabrizio Celia, amministratore delegato argenx Italia - In un momento in cui l'innovazione farmaceutica corre veloce e le esigenze dei pazienti si fanno sempre più urgenti, ridurre i tempi di accesso ai farmaci innovativi non è solo una questione di equità, ma anche di competitività del sistema Paese: significa allineare l'Italia agli standard europei e valorizzare la ricerca che genera valore per i pazienti e per il Ssn".
L'autorizzazione dei nuovi farmaci - ricorda la nota - avviene attraverso una procedura centralizzata gestita dall'Ema che garantisce un'autorizzazione all'immissione in commercio valida in tutta l'Ue e nello Spazio economico europeo. Tuttavia l'accesso effettivo dei pazienti ai nuovi farmaci dipende da complesse procedure di rimborsabilità in ciascun Paese membro. La determinazione di prezzo e rimborso (P&R) resta infatti una competenza nazionale, con processi e tempistiche di valutazione che variano significativamente tra i vari Stati membri.

"L'accesso al farmaco è una delle prime priorità che dovremo affrontare" come Governo. "C'è un tema di giustizia e anche di economicità. E' stato studiato che poter garantire le nuove terapie in tempi rapidi e tempestivi rispetto al progredire della patologia comporta anche dei risparmi importanti in termini di spesa corrente per il nostro Servizio sanitario nazionale. C'è grande consapevolezza del fatto che bisogna fare e fare con urgenza". Lo ha detto Francesco Zaffini, presidente X Commissione Sanità del Senato, in un videomessaggio in occasione dell'apertura del tavolo di lavoro istituzionale sull'accesso precoce ai nuovi farmaci, avviato oggi a Palazzo Madama su iniziativa del senatore e dedicato a individuare un modello che riduca i tempi di disponibilità delle terapie innovative rispetto all'approvazione europea.
Nel corso dell'evento è infatti stato presentato uno studio che dimostra come, considerando i farmaci rimborsati nell'ultimo triennio, l'adozione di una nuova policy avrebbe generato risparmi per oltre 800 milioni euro nel 2024 e fino a oltre 1 miliardo nel 2022, oltre a ridurre mortalità e morbilità.
Migliaia gli iscritti anche dal resto d'Italia e dall'estero... "Questi appuntamenti sono per noi politici importanti. Recentemente eravamo nella sede di Alis per gli Interporti, non veniamo qui a dire che abbiamo fatto tutto, ci attendono ancora molte sfide. Qualunque riforma che porteremo avanti in Parlamento sarà condivisa con voi, forse non sempre saremo d’accordo, ma non potrete mai dire che vi è calata dall’alto". Lo ha dichiarato Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, durante l’Assemblea Generale Alis, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Deidda ha poi evidenziato l'importanza di aziende che premiano la modernizzazione, per poi collegarsi al prossimo provvedimento che riguarda la cantieristica europea: "Possiamo produrre in Europa e, soprattutto, possiamo produrre in Italia, è una battaglia che stiamo portando avanti e lo faremo anche grazie ad Alis".
"Il tema della rigenerazione urbana, oggi molto dibattuto e oggetto anche della scrittura di una legge nazionale, può realmente cambiare il modo in cui le città vengono vissute. Parliamo di un processo che richiede coordinamento e strumenti aggiornati: esistono anagrafi dei siti inquinati a livello locale, ma manca un’anagrafe nazionale in grado di offrire una mappatura univoca e completa del fenomeno. Senza questa base informativa, il rischio è procedere in modo disomogeneo, rallentando interventi strategici". Lo ha dichiarato Claudio Soldà, vicepresidente public affairs & CSR di The Adecco Group Italia, nel corso del talk 'Innovazione, sicurezza e coesione sociale per l’Italia che investe nel futuro' durante l’Assemblea Generale Alis, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

La firma digitale continua a rappresentare uno degli strumenti chiave nei processi di trasformazione digitale di cittadini, professionisti e imprese. Consente di sottoscrivere documenti elettronici con pieno valore legale, garantendo autenticità e integrità, ed è sempre più utilizzata in ambito amministrativo, contrattuale e societario. In Italia il numero di certificati attivi è in costante crescita, spinto dall’aumento dei servizi digitali e dalla necessità di procedure più rapide. In questo scenario, Namirial, provider europeo di servizi fiduciari qualificati, introduce Sign It, una nuova modalità di attivazione della firma digitale qualificata che permette agli utenti di completare l’emissione del certificato in autonomia. L’operazione avviene interamente online tramite strumenti di identità digitale come Spid o Carta d’Identità Elettronica, eliminando la necessità di inizializzazione manuale da parte di un operatore (Rao).
Oggi in Italia ci sono oltre 6,7 milioni di firme digitali su dispositivo, secondo l’ultimo dato disponibile di AgID. Per attivarle è sempre stato necessario l’intervento di un operatore della Certification Authority (come Namirial), che configurava il dispositivo prima della consegna al cliente. Tutto questo prima di Sign It. Il dispositivo, disponibile in versione token Usb e smart card, rispetta i requisiti del regolamento europeo eIDAS e propone un modello pensato per semplificare i passaggi tecnici, riducendo tempi e complessità operative. Secondo Namirial, l’obiettivo è rendere più immediato l’accesso a strumenti di firma qualificata oggi centrali nei flussi documentali di aziende e professionisti.
Per favorire una diffusione più ampia, Sign It è disponibile sia attraverso i canali professionali tradizionali sia su piattaforme di largo consumo come Amazon.it, con l’intento di avvicinare anche il pubblico generalista a tecnologie con pieno valore legale. Tutte le informazioni sulla soluzione sono disponibili sul sito www.sign.it
Per loro tre mesi di ricerca per la stesura della laurea... 
Una nuova polemica investe la fiera della piccola e media editoria 'Più Libri Più Liberi' di Roma. Con una lettera aperta, un nutrito gruppo di autori, autrici, case editrici e personalità del mondo della cultura ha espresso "sorpresa" per la presenza tra gli stand di 'Passaggio al Bosco', una "casa editrice il cui catalogo si basa in larga parte sull'esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita". L'appello, firmato da nomi di primissimo piano della cultura italiana come Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Carlo Ginzburg, Daria Bignardi e Caparezza, si rivolge direttamente all'Associazione Italiana Editori (Aie), responsabile dell'assegnazione degli spazi, chiedendo una riflessione sull'opportunità di tale presenza.
L'appello
Nel testo, i firmatari contestano la definizione di "pensiero identitario" usata dall'editore, sottolineando come nel catalogo figurino opere apologetiche. Viene citato il pamphlet di Léon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen SS, descritto come "impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante". Lo stesso Degrelle, insieme a Corneliu Zelea Codreanu, fondatore del movimento fascista e antisemita romeno della Guardia di Ferro, viene indicato tra gli interpreti delle "più alte virtù di coraggio, disciplina, senso del dovere". "Appare evidente - si legge nell'appello - che non si tratta di testi di studio o di indagine su determinati fenomeni o periodi storici, ma di un progetto apologetico che dipinge la temperie dei fascismi europei, anche nei loro aspetti più violenti, persecutori e sanguinari, come un'esperienza eroica da cui trarre esempio".
La lettera pone quindi una domanda diretta all'Aie, citando l'articolo 24 del regolamento della fiera ("Osservanza di leggi e regolamenti"). Tale norma, sottoscritta da ogni espositore, impegna ad aderire "a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani", rifiutando "ogni forma di discriminazione". I promotori dell'appello, dunque, si chiedono come questo tipo di pubblicazioni possa essere ritenuto compatibile con tale regolamento. L'obiettivo, concludono, è "aprire una riflessione sull'opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici".
Tra le decine di firme in calce all'appello figurano, tra gli altri: Anna Foa, Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Domenico Starnone, Carlo Ginzburg, Domenico Procacci, Loredana Lipperini, Christian Raimo, Caparezza, Valerio Renzi, Massimo Giannini, Daria Bignardi, Giovanni De Mauro, Simone Pieranni, Valerio Nicolosi, Stefano Feltri, Maicol e Mirco, Vera Gheno, Tomaso Montanari, Marino Sinibaldi, Paolo Di Paolo, Vincenzo Latronico, Giulia Caminito, Valerio Mastandrea, Paolo Rossi, Ascanio Celestini, Carlo Greppi, Roberto Recchioni, Francesco Pacifico, Massimiliano Tarantino (Fondazione Feltrinelli) e case editrici come Minimum Fax, Fandango Libri, Coconino Press, Becco Giallo, Bao Publishing, edizioni Tlon, Add Editore, 66thand2nd Edizioni e molte altre.
La replica della casa editrice: "Non è un party, paghiamo per esserci"
"Le fiere librarie non sono un party: non si viene invitati, ma ci si iscrive sottoscrivendo un contratto. Non partecipiamo su delega, invito o raccomandazione, ma perché svolgiamo il lavoro di editori", così la casa editrice Passaggio al Bosco replica alle polemiche sollevate per la sua presenza alla fiera della piccola e media editoria. Contattato dall'Adnkronos, l'editore ribadisce la sua posizione, già espressa sui social dopo la richiesta di esclusione avanzata nei giorni scorsi dall'ex deputato Pd Emanuele Fiano. Richiesta alla quale è seguita una lettera aperta firmata da autori, editori e personalità della cultura che esprimono "sorpresa" per la presenza dello stand.
Nella nota, Passaggio al Bosco si rivolge direttamente a Fiano, accusandolo di basare le sue ragioni su "un copia e incolla da un paio di articoli presenti in rete e già oggetto di querela da parte nostra", che rientrerebbero "nel classico schema della 'reductio ad hitlerum'". La casa editrice sottolinea di essersi iscritta alla fiera per "cinque anni di fila, attendendo pazientemente che si liberasse uno spazio".
Passaggio al Bosco, che conta quasi 300 titoli in catalogo, definisce la propria linea editoriale come "un punto di vista: quello del pensiero identitario". Per tanto "non alimenteremo in alcun modo una polemica sterile, che rischia soltanto di mettere in ombra la grande portata di una kermesse culturale che ha mille e più temi da proporre". Infine, la casa editrice ringrazia l’Associazione Italiana Editori "per aver confermato la nostra presenza, garantendo 'la libertà di pensiero, di espressione e in particolare di edizione in tutte le sue forme'".

Semplice come fare una doccia? Non proprio. Anche l'igiene può avere controindicazioni soprattutto quando la pelle diventa matura e subisce di più l'aggressione dei detergenti. E persino della stessa acqua, "perché anche questa è un potenziale irritante se troppo frequente, se troppo calda o se troppo fredda". Lo spiega all'Adnkronos Salute Alessandro Borghi, docente di Dermatologia all'università di Ferrara e componente del consiglio direttivo della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), evidenziando che se lavarsi poco irrita la pelle, "anche farlo troppo non è salutare in particolare dopo una certa età". Sconsigliabile, quindi, per gli over 65 "farla tutti i giorni: 2 volte a settiman a è sufficiente", suggerisce.
Insomma nemmeno la doccia è un 'affare semplice' per la salute come potrebbe sembrare, "specialmente nelle persone mature, caratterizzate da una cute che cambia. Più si va avanti con il tempo, infatti - illustra lo specialista - più la pelle va incontro a modifiche, in particolare alla perdita graduale della funzionalità delle ghiandole sebacee. La pelle dell'anziano perde la sua morbidezza perché meno 'aiutata' da quell'emolliente naturale, il sebo, che insieme alla componente idrica delle ghiandole sudoripare eccrine crea una pellicola, un film idrolipidico, che è un emolliente naturale. La pelle diventa più vulnerabile anche dal punto di vista biochimico nei confronti di potenziali irritanti eterni. E paradossalmente la doccia, la temperatura dell'acqua, l'acqua stessa, i detergenti possono irritarla, perché il soggetto anziano è mediamente meno attrezzato anatomicamente, biologicamente, biochimicamente per contrastare l'effetto irritante".
In questo quadro anche la scelta del detergente conta, in particolare "per chi ha la pelle più matura o ha patologie dermatologiche. Bisogna preferire dei detergenti delicati - consiglia l'esperto - L'olio è la formulazione ideale nel soggetto anziano, anche se spesso non è un prodotto gradito perché, non essendo schiumogeno, dà la sensazione di non lavarsi abbastanza. Ma dobbiamo ricordare che la schiuma è data da tensioattivi che sono un po' aggressivi". L'olio può avere anche il vantaggio di "un costo minore, se si scelgono ad esempio quelli comunemente usati per i bambini. Anche l'olio usato da chi ha la dermatite atopica va bene perché il problema è il medesimo: una pelle più vulnerabile verso stimoli esterni potenzialmente irritanti".
Non sono solo i prodotti detergenti il problema, perché la pelle matura può avere nemici insospettabili. "In genere - continua Borghi - pensiamo che gli irritanti siano per forza sostanze che hanno caratteristiche di pH particolare: acidi, alcali, ma in realtà l'acqua stessa è un potenziale irritante. Basti pensare che chi lava spesso le mani, o chi per motivi professionali ha un contatto frequente, ha anche più spesso problemi di dermatite delle mani. E questo non dipende solo dall'esposizione, ma anche da quanto la pelle sia strutturata e resistente verso l'acqua. E quindi si torna allo stesso concetto: per la pelle più vulnerabile degli anziani la frequenza è maggiormente irritante".
E contano anche la 'durezza' e la qualità dell'acqua, "non c'è dubbio", sottolinea Borghi. "Due docce a settimana, insomma, sono più che sufficienti. Questo magari d'estate diventa un po' più problematico, perché si suda e la doccia diventa un'esigenza più impellente. Si può aumentare la frequenza, ma con una doccia molto rapida, tiepida. Vanno evitate le temperature estreme in un senso o nell'altro. E sempre utilizzando una minima quantità di detergente molto delicato", raccomanda il dermatologo. In generale, d'estate come d'inverno, "suggerisco a tutti, e agli anziani a maggior ragione in virtù della maggior secchezza cutanea che può essere ulteriormente compromessa dalla doccia, di idratare la pelle dopo essersi lavati, usando prodotti che siano sia idratanti sia emollienti".
D'inverno "sono da prediligere prodotti un po' più grassi, un po' più emollienti e nutrienti: la pelle ha più bisogno di ammorbidirsi, oltre che di idratazione. D'estate viceversa si possono preferire idratanti più evanescenti, come i latti o i doposole, più funzionali con il caldo". L'utilizzo di un idratante con emolliente dopo le docce è un'abitudine utile che va a bilanciare quei difetti strutturali, biochimici della pelle dell'anziano e va a prevenire il rischio, per esempio, di quella sensazione di fastidio, secchezza, irritazione. Dovrebbe diventare una prassi per tutti", conclude Borghi.

Semplice come fare una doccia? Non proprio. Anche l'igiene può avere controindicazioni soprattutto quando la pelle diventa matura e subisce di più l'aggressione dei detergenti. E persino della stessa acqua, "perché anche questa è un potenziale irritante se troppo frequente, se troppo calda o se troppo fredda". Lo spiega all'Adnkronos Salute Alessandro Borghi, docente di Dermatologia all'università di Ferrara e componente del consiglio direttivo della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), evidenziando che se lavarsi poco irrita la pelle, "anche farlo troppo non è salutare in particolare dopo una certa età". Sconsigliabile, quindi, per gli over 65 "farla tutti i giorni: 2 volte a settiman a è sufficiente", suggerisce.
Insomma nemmeno la doccia è un 'affare semplice' per la salute come potrebbe sembrare, "specialmente nelle persone mature, caratterizzate da una cute che cambia. Più si va avanti con il tempo, infatti - illustra lo specialista - più la pelle va incontro a modifiche, in particolare alla perdita graduale della funzionalità delle ghiandole sebacee. La pelle dell'anziano perde la sua morbidezza perché meno 'aiutata' da quell'emolliente naturale, il sebo, che insieme alla componente idrica delle ghiandole sudoripare eccrine crea una pellicola, un film idrolipidico, che è un emolliente naturale. La pelle diventa più vulnerabile anche dal punto di vista biochimico nei confronti di potenziali irritanti eterni. E paradossalmente la doccia, la temperatura dell'acqua, l'acqua stessa, i detergenti possono irritarla, perché il soggetto anziano è mediamente meno attrezzato anatomicamente, biologicamente, biochimicamente per contrastare l'effetto irritante".
In questo quadro anche la scelta del detergente conta, in particolare "per chi ha la pelle più matura o ha patologie dermatologiche. Bisogna preferire dei detergenti delicati - consiglia l'esperto - L'olio è la formulazione ideale nel soggetto anziano, anche se spesso non è un prodotto gradito perché, non essendo schiumogeno, dà la sensazione di non lavarsi abbastanza. Ma dobbiamo ricordare che la schiuma è data da tensioattivi che sono un po' aggressivi". L'olio può avere anche il vantaggio di "un costo minore, se si scelgono ad esempio quelli comunemente usati per i bambini. Anche l'olio usato da chi ha la dermatite atopica va bene perché il problema è il medesimo: una pelle più vulnerabile verso stimoli esterni potenzialmente irritanti".
Non sono solo i prodotti detergenti il problema, perché la pelle matura può avere nemici insospettabili. "In genere - continua Borghi - pensiamo che gli irritanti siano per forza sostanze che hanno caratteristiche di pH particolare: acidi, alcali, ma in realtà l'acqua stessa è un potenziale irritante. Basti pensare che chi lava spesso le mani, o chi per motivi professionali ha un contatto frequente, ha anche più spesso problemi di dermatite delle mani. E questo non dipende solo dall'esposizione, ma anche da quanto la pelle sia strutturata e resistente verso l'acqua. E quindi si torna allo stesso concetto: per la pelle più vulnerabile degli anziani la frequenza è maggiormente irritante".
E contano anche la 'durezza' e la qualità dell'acqua, "non c'è dubbio", sottolinea Borghi. "Due docce a settimana, insomma, sono più che sufficienti. Questo magari d'estate diventa un po' più problematico, perché si suda e la doccia diventa un'esigenza più impellente. Si può aumentare la frequenza, ma con una doccia molto rapida, tiepida. Vanno evitate le temperature estreme in un senso o nell'altro. E sempre utilizzando una minima quantità di detergente molto delicato", raccomanda il dermatologo. In generale, d'estate come d'inverno, "suggerisco a tutti, e agli anziani a maggior ragione in virtù della maggior secchezza cutanea che può essere ulteriormente compromessa dalla doccia, di idratare la pelle dopo essersi lavati, usando prodotti che siano sia idratanti sia emollienti".
D'inverno "sono da prediligere prodotti un po' più grassi, un po' più emollienti e nutrienti: la pelle ha più bisogno di ammorbidirsi, oltre che di idratazione. D'estate viceversa si possono preferire idratanti più evanescenti, come i latti o i doposole, più funzionali con il caldo". L'utilizzo di un idratante con emolliente dopo le docce è un'abitudine utile che va a bilanciare quei difetti strutturali, biochimici della pelle dell'anziano e va a prevenire il rischio, per esempio, di quella sensazione di fastidio, secchezza, irritazione. Dovrebbe diventare una prassi per tutti", conclude Borghi.

Gruppo Barilla e PizzAut scrivono un nuovo capitolo della loro partnership all'insegna dell'inclusione: dal 2026 i ristoranti PizzAut diventeranno anche PastAut, servendo primi piatti preparati con pasta Barilla. L'accordo, annunciato in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre), prevede la donazione di attrezzature professionali per la preparazione e il servizio della pasta e la formazione dei ragazzi autistici a cura degli chef di Academia Barilla, che saranno al fianco dei ragazzi in cucina con attenzione e cura. Inoltre, il sostegno dell'azienda al progetto si struttura ulteriormente grazie a un'assunzione che si concretizzerà entro la fine dell'anno di un giovane con autismo, che lavorerà in distacco presso PizzAut con contratto Barilla. Un impegno concreto - informa una nota - che amplia la collaborazione già avviata 1 anno e mezzo fa, quando Barilla ha iniziato a sostenere PizzAut con donazioni regolari di ingredienti di prima qualità e contributi economici, per un totale di oltre 2.500 kg di materie prime d'eccellenza tra farine, prodotti Mulino Bianco, Pavesi e Pan di Stelle.
PastAut rappresenta un'evoluzione naturale del modello PizzAut, si legge. A partire dal 2026 la pasta Barilla entrerà stabilmente nel menu dei due ristoranti di Cassina de' Pecchi e Monza, dove i ragazzi autistici potranno acquisire nuove competenze professionali nella preparazione e nel servizio dei primi piatti. La formazione partirà nelle prossime settimane e sarà curata dagli chef di Academia Barilla, centro di eccellenza gastronomica del gruppo, che affiancheranno i ragazzi di PizzAut in un percorso di apprendimento strutturato. L'accordo include la donazione di attrezzature professionali specifiche per garantire standard qualitativi elevati e un'esperienza formativa completa. Inoltre, a confermare l'impegno congiunto di Barilla e PizzAut per l'inclusione lavorativa delle persone autistiche, un giovane con autismo entrerà nel team di PizzAut con un contratto di assunzione Barilla che si concretizzerà entro la fine dell'anno, lavorando in distacco presso il ristorante di Monza.
"Il nostro percorso con PizzAut rappresenta per noi molto più di una collaborazione: è un impegno concreto e continuativo per costruire un modello di inclusione capace di supportare le persone e le famiglie che vivono la disabilità ogni giorno - afferma Fabrizio Vago, papà Aut e Sales District Manager Food Service di Barilla - Con PastAut vogliamo fare un passo ulteriore, creando un progetto replicabile in cui formazione professionale di eccellenza e opportunità lavorative strutturate possano offrire ai ragazzi autistici nuovi strumenti per esprimere il proprio talento. L'assunzione diretta di un giovane con autismo, che lavorerà presso PizzAut con un contratto Barilla è un segno tangibile della direzione che vogliamo seguire". Per Nico Acampora, fondatore di PizzAut, "PastAut è la naturale evoluzione del percorso che stiamo portando avanti con Barilla per costruire un mondo più inclusivo. Offrire ai nostri ragazzi nuove competenze e nuove opportunità di lavoro significa dare loro autonomia, dignità e futuro. PastAut non è solo un nuovo piatto in menu: è un passo in avanti verso una società che riconosce il valore di tutti".
La partnership con PizzAut si inserisce nel più ampio percorso di Diversity & Inclusion che Barilla porta avanti da anni. Nel gruppo - riporta la nota - sono attivi 17 Employee Resource Group in tutto il mondo, che coinvolgono circa 2.000 collaboratori. Si tratta di gruppi volontari organizzati, guidati e formati dalle persone Barilla con l'obiettivo di promuovere una cultura aziendale ancora più inclusiva e stimolare il cambiamento all'interno dell'azienda. Tra questi spicca ThisAbility, il programma dedicato a valorizzare i talenti delle persone con disabilità, premiato con il Premio Aretè 2023. Creato nel 2018, è formato da volontari che credono nel percorso 'dalla disabilità alla possibilità' e che lavorano per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo.
Tra le iniziative: il laboratorio di co-design con Hackability per rendere packaging e utensili più accessibili, il supporto alle famiglie di bambini autistici con iFun a Foggia, i WEmbrace Awards e WEmbrace Sport con Bebe Vio, e il progetto 'Il Brigante in Handbike' con Fondazione Bullone che ha visto il giovane Salvatore Cristiano Misasi attraversare la Calabria su una handbike elettrica, superando barriere non solo fisiche, ma soprattutto culturali. Inoltre, le persone Barilla partecipano attivamente al programma di volontariato presso Dynamo Camp, il primo centro italiano di terapia ricreativa per bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche, per dare ai giovani ospiti momenti di svago e benessere in un ambiente sicuro e stimolante. Dynamo Academy ha collaborato con Barilla anche in occasione della nascita del Bite, il nuovo centro di ricerca e sviluppo dell'azienda di Parma inaugurato il 18 novembre, creando percorsi tattili e per ipovedenti, arredi flessibili e ascensori per ogni scala favorendo una relazione armoniosa tra persone e spazi.
PizzAut è un progetto innovativo ideato da Nico Acampora, educatore e papà di Leo, ragazzo con autismo. E' nato per creare reali opportunità di inserimento lavorativo e inclusione sociale per i ragazzi autistici. In Italia si stimano almeno 500.000 persone con autismo, ma solo una piccola parte riesce a trovare spazio nel mondo del lavoro. Dopo il primo ristorante aperto nel 2021 a Cassina de' Pecchi (Milano), nel 2023 è nato il secondo locale a Monza, inaugurato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 2 aprile 2023, Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo. I ristoranti PizzAut sono luoghi dove l'inclusione si traduce in gesti concreti: tavoli apparecchiati con cura e piatti preparati con orgoglio da ragazzi che hanno finalmente trovato un'opportunità di autonomia e dignità professionale.

La Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni (Simla) e il Club medici legali di Consulcesi annunciano la sottoscrizione di una convenzione dedicata ai soci Simla, che rafforza l'impegno comune per la tutela, la valorizzazione e il benessere dei professionisti della medicina legale. Club medici legali - spiega una nota - rappresenta un punto di riferimento tecnologico e professionale per i medici legali: un ecosistema digitale completo, progettato per integrare aggiornamento scientifico, supporto legale e assicurativo, strumenti di welfare e servizi mirati a semplificare la quotidianità lavorativa, contribuendo allo stesso tempo al consolidamento della reputazione e della crescita professionale. Grazie alla nuova convenzione, tutti gli associati Simla potranno beneficiare fino al 31 dicembre 2025 dell'accesso gratuito al Piano Free della piattaforma. A partire dal 1° gennaio 2026, poi, sarà possibile scegliere di aderire al Piano Premium usufruendo di un'offerta esclusiva riservata ai soci Simla.
Questa collaborazione - si legge nella nota - nasce dalla volontà congiunta di Simla e Club medici legali di fornire ai professionisti del settore un supporto moderno, concreto e strutturato, capace di rispondere alle esigenze crescenti della professione attraverso strumenti avanzati di aggiornamento e servizi dedicati alla protezione e allo sviluppo della vita lavorativa. La partnership ribadisce la missione del Club medici legali di garantire benessere professionale e sicurezza, affiancando quotidianamente i medici legali con soluzioni innovative e vantaggi esclusivi, e conferma l'impegno di Simla nella promozione dell'eccellenza medico-legale e nel rafforzamento del ruolo del medico legale all'interno del sistema sanitario, riconoscendone la funzione essenziale per la collettività e l'amministrazione della giustizia.
Con oltre mille soci attivi e una e tradizione consolidata da una produzione riconosciuta anche a livello ministeriale di linee guida e documenti scientifici - prosegue la nota - la Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni costituisce il principale punto di riferimento per la comunità italiana dei medici legali. Attraverso un costante dialogo con le istituzioni e l'organizzazione di iniziative formative di alto profilo, la società promuove l'aggiornamento dei professionisti del settore, garantendo un presidio autorevole sull'evoluzione normativa, giurisprudenziale e scientifica della disciplina. Con questa iniziativa, Simla e Club medici legali si pongono l'obiettivo condiviso di accompagnare gli associati in ogni fase della loro vita professionale, contribuendo a far crescere una comunità più forte, più tutelata e sempre all'avanguardia.

Barbara D'Urso si ritira da Ballando con le stelle? La conduttrice televisiva ha mostrato sui social il referto medico dopo essersi recata ieri in ospedale, precisamente al Sant’Andrea di Roma, per una visita ortopedica di controllo.
La concorrente, in gara con Pasquale La Rocca, aveva già segnalato nelle scorse settimane un dolore alla spalla sinistra, culminato nella scorsa puntata con un infortunio alla fine dell'esibizione. Non è chiaro se l’infortunio costringerà la concorrente a ritirarsi, ma l'esito degli esami è più serio del previsto.
È stata la stessa conduttrice a pubblicare tra le sue storie Instagram una foto del referto in cui si parla di un "evento traumatico distrattivo spalla sinistra", avvenuto in data 29 novembre, proprio nel corso della puntata di Ballando con le stelle. D'Urso dovrà, come si legge sul referto, indossare un tutore per sette giorni. I medici raccomandano inoltre una "cauta mobilizzazione passiva e attiva assistita" e una terapia "infiltrativa".

L'Agenzia italiana del farmaco ha approvato la rimborsabilità di capivasertib, una nuova terapia mirata. La molecola è indicata, in associazione a fulvestrant, in pazienti con tumore al seno localmente avanzato o metastatico positivo al recettore degli estrogeni (Hr+), negativo per Her2 (Her2-), con una o più alterazioni di PIK3CA/AKT1/PTEN, che hanno sviluppato una recidiva o progressione di malattia durante o dopo un regime a base endocrina. La decisione di Aifa fa seguito all'approvazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali e si basa sui risultati dello studio di fase 3 CAPItello-291, pubblicati sul 'New England Journal of Medicine'. Capivasertib, in combinazione con fulvestrant - informa una nota - ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 50% rispetto a fulvestrant. La sopravvivenza libera da progressione (Pfs) mediana è risultata più che raddoppiata (7,3 mesi rispetto a 3,1 mesi). La nuova terapia viene presentata oggi a Milano in una conferenza stampa promossa da AstraZeneca.
"Con oltre 53mila nuovi casi l'anno, il tumore della mammella è il più diffuso nell'intera popolazione femminile italiana e il sottotipo Hr+ Her2- è il più frequente - afferma Valentina Guarneri, direttore della Uoc Oncologia 2 dell'Istituto oncologico Veneto e ordinario di Oncologia medica all'università di Padova - In fase avanzata, il tumore Hr+ Her2- è trattato in prima istanza con gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK4/6i) in associazione a un agente endocrino. La gestione dei pazienti con tumore in progressione a CDK4/6i rappresenta ad oggi un'importante sfida clinica, soprattutto a causa dei meccanismi di endocrino-resistenza. In questo scenario, i risultati emersi dallo studio CAPItello-291 sono estremamente interessanti e aprono nuove prospettive nella pratica clinica".
Nello studio "sono stati arruolati 708 pazienti con tumore del seno Hr-positivo, Her2-negativo, il 70% dei quali aveva già ricevuto un precedente trattamento con CDK4/6i - riferisce Guarnieri - Nei pazienti con tumore caratterizzato da alterazioni in PIK3CA, AKT1 o PTEN l'aggiunta di capivasertib, un inibitore di AKT, a fulvestrant, una terapia ormonale, ha determinato un beneficio in termini di riduzione del rischio di progressione clinicamente rilevante. La combinazione di fulvestrant e capivasertib rappresenta pertanto un'opzione terapeutica importante per pazienti che possono ancora beneficiare di una terapia a base endocrina, consentendo di posticipare l'impiego della chemioterapia. Inoltre, il profilo di sicurezza di capivasertib risulta favorevole rispetto a quello di altri inibitori della via di PI3K/AKT/mTOR".
"Le mutazioni di PIK3CA, AKT1 e PTEN interessano circa la metà dei casi di tumore del seno avanzato Hr+/Her2- - spiega Nicola Fusco, direttore della Divisione di Anatomia patologica dell'Istituto europeo di oncologia e professore associato di Anatomia patologica presso il Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell'università di Milano - Si tratta comunemente di mutazioni driver, già rilevabili a livello del tumore primitivo. Queste alterazioni rappresentano un noto meccanismo di endocrino-resistenza e la loro presenza correla di solito con esiti clinici peggiori, il che evidenzia la necessità di trattamenti personalizzati. Le pazienti che presentano queste alterazioni possono trarre beneficio dalla combinazione capivasertib-fulvestrant, ed è quindi fondamentale che i clinici eseguano sempre il test per la ricerca dei biomarcatori. Una collaborazione efficace e tempestiva tra oncologi e patologi è oggi imprescindibile per sviluppare strategie di trattamento personalizzate".
"Da anni ci occupiamo dei bisogni e della qualità di vita delle pazienti che convivono con la malattia in fase metastatica. Grazie ai progressi della ricerca, la loro sopravvivenza di anno in anno è sempre in crescita - sottolinea Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - Negli ultimi anni abbiamo assistito a un ampliamento delle possibilità terapeutiche a disposizione dei clinici e dei pazienti: oggi vi sono possibilità concrete di ottimizzare la gestione della malattia anche in fase avanzata. E' però fondamentale garantire un accesso tempestivo alle nuove cure, come abbiamo ribadito con forza in occasione del 13 ottobre, Giornata nazionale del tumore al seno metastatico. Accogliamo quindi con soddisfazione il fatto che l'Italia sia oggi il secondo Paese in Europa a rendere disponibile questa importante nuova terapia".
"La ricerca è uno dei pilastri fondamentali di AstraZeneca e l'oncologia rappresenta una delle aree in cui siamo maggiormente impegnati - dichiara Paola Maria Morosini, Medical Affairs Head Oncology di AstraZeneca in Italia - La notizia di oggi conferma il nostro lavoro continuo per migliorare in maniera concreta la prognosi dei pazienti, con un approccio basato su evidenze solide e sulla volontà di offrire opzioni realmente innovative. L'approvazione di Aifa alla rimborsabilità di capivasertib in associazione a fulvestrant per il tumore al seno avanzato è un traguardo di cui siamo molto orgogliosi e che rappresenta un passo significativo per migliaia di pazienti che necessitano di terapie sempre più mirate ed efficaci".

Amazon annuncia la riconversione del suo centro di distribuzione di Castel San Giovanni (Piacenza) - il primo aperto in Italia nel 2011 - nel primo centro dell’azienda dedicato ai resi dei clienti nel Paese. La trasformazione di questo hub, specializzato nella gestione dei resi di prodotti di piccole dimensioni, rappresenta una tappa significativa nell’impegno di Amazon verso una gestione responsabile delle risorse. Il progetto ha permesso di rinnovare e riconfigurare il centro - che in precedenza utilizzava tecnologie ormai obsolete rispetto a quelle adottate negli altri siti Amazon nel Paese - introducendo un modello tecnologicamente avanzato e confermando il ruolo strategico del sito all’interno della rete logistica europea di Amazon.
Il centro, che occupa 1.300 dipendenti a tempo indeterminato, continuerà a rappresentare un punto di riferimento per l’innovazione dei processi e la valorizzazione dei talenti del territorio piacentino, grazie anche ai nuovi percorsi di formazione interna avviati per ampliare le competenze sui flussi di gestione e controllo qualità dei prodotti restituiti.
“Castel San Giovanni è stato il punto di partenza dell’avventura logistica di Amazon in Italia. La sua conversione in centro europeo per i resi dei clienti è un segno concreto del nostro impegno verso un modello di business più efficiente e attento alle persone. È un investimento che valorizza le competenze dei nostri dipendenti e rafforza la presenza di Amazon nel territorio piacentino” ha commentato il responsabile del centro, Fabio Procopio.
Amazon offre a tutti i dipendenti uno stipendio tra i più competitivi del settore. Infatti, a partire dal primo gennaio 2025, la retribuzione lorda mensile degli operatori di magazzino neoassunti è aumentata a 1.876 euro.
In conseguenza a questa iniziativa, le retribuzioni dei dipendenti neoassunti sono dell’8% più alte rispetto alla retribuzione minima determinata dal Ccnl logistica e trasporto. A ciò si aggiungono benefit quali assicurazioni sanitarie e cure mediche private, sconti sugli acquisti su Amazon.it e buoni pasto per tutti i dipendenti. Competenze, background professionali, attitudini, passioni e talenti completamente diversi tra loro si incontrano ogni giorno, in un confronto costante e un’apertura al dialogo che rappresentano un fattore chiave per creare quell’ambiente lavorativo sicuro, moderno e inclusivo in cui innovare. Tra tutte le divisioni aziendali (operations, customer service, retail, alexa e aws) Amazon conta circa 400 tipologie di lavoro diversi, a loro volta suddivisi in circa 70 famiglie, che raggruppano ruoli simili, rivolgendosi a persone con ogni livello di esperienza, istruzione, background e professionalità, siano essi profili principianti o più esperti: dai magazzinieri agli ingegneri, dagli sviluppatori di software ai linguisti e agli esperti del settore dell’intrattenimento.
Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre 25 miliardi di euro, di cui più di 4 miliardi solo nel 2024. L'azienda si conferma come uno dei principali creatori di posti di lavoro del Paese con oltre 19.000 dipendenti assunti a tempo indeterminato a cui offre opportunità di carriera stabili e ben remunerate, uno stipendio di ingresso tra i più alti del settore e numerosi benefit che includono sconti sugli acquisti su Amazon.it e un'assicurazione sanitaria integrativa. Nei suoi oltre sessanta siti logistici situati in tutto il Paese, Amazon offre opportunità di crescita professionale in una varietà di ruoli, dagli operatori di magazzino ai responsabili di reparto, dai tecnici della manutenzione alle posizioni nelle risorse umane, nella sicurezza, nell'It e nel team che gestisce gli ordini dei clienti. Amazon offre ai propri dipendenti ulteriori opportunità, come l'innovativo programma Career choice che copre fino al 100% del costo delle tasse scolastiche e dei libri di testo per coloro che desiderano specializzarsi in un settore specifico frequentando corsi professionali.

Qualcuno l'ha già definita l'azione più comica, o tragica, nella storia della NFL. Il protagonista della 'papera' destinata a diventare è Younghoe Koo, kicker dei New York Giants, condannato a diventare il volto della stagione 2025 per il motivo sbagliato. I Giants, che stanno vivendo una stagione disastrosa con 2 vittorie e 11 sconfitte, sono stati battuti dai New England Patriots che si sono imposti 33-15 confermandosi la miglior squadra della lega con 11 successi in 13 match.
Koo, 31enne sudcoreano, sul punteggio di 17-7 per i Patriots ha commesso un errore mai visto sui campi NFL. Il kicker avrebbe dovuto trasformare un field goal da 47 yard: impresa non impossibile per i canoni odierni della National Football League, con trasformazioni ormai da quasi 60 yard. Koo, però, si è letteralmente inceppato. Avrebbe dovuto calciare di destro la palla fermata dal punter Jamie Gillan e invece... ha calciato clamorosamente il terreno di gioco. Il povero Gillan ha cercato di tenere viva l'azione ed è stato 'piallato' dagli avversari.
Sulla side line, le telecamere hanno catturato la reazione del quarterback dei Giants, Jaxson Dart: "Oh my god...". Già... Ora, il 'lavoro' di Koo è a rischio? Il ruolo del kicker è probabilmente il più precario nell'iperprofessionismo della NFL. Il kicker coreano è nella lega dal 2017. La sua parentesi migliore è legata agli anni con la maglia degli Atlanta Falcons dal 2019 al 2025. Il calo è iniziato con la scorsa stagione, i Giants avrebbero dovuto rappresentare una chance di riscatto. E invece...

Rendere i farmacisti italiani protagonisti di fronte alle grandi sfide globali per la salute umana, animale e ambientale. Sono gli obiettivi di 'From One Health to Open Health', programma di formazione sostenibile in farmacia promosso dall'università Campus Bio-Medico di Roma con il supporto non condizionante di Zambon. Il progetto, che partirà a marzo 2026, promuove la nascita di nuove iniziative e servizi nelle farmacie italiane ispirati ai principi della sostenibilità ambientale e sociale e alla filosofia One Health, integrando concretamente questo approccio nella quotidianità. Fulcro dell'iniziativa - informano i promotori in una nota - è la formazione offerta ai farmacisti per supportarli nel dialogo con clienti, pazienti e caregiver sui grandi temi come l'uso responsabile dei medicinali secondo l'appropriatezza terapeutica suggerita dal medico, il corretto smaltimento dei farmaci inutilizzati o scaduti, e una comunicazione efficace orientata alla prevenzione e al monitoraggio.
Le farmacie oggi ricoprono un ruolo chiave come presidi attivi nella promozione della salute e nella diffusione di comportamenti responsabili, ricorda la nota. La stessa Farmacia dei servizi è il modello che ispira questa evoluzione, che implica un approccio più relazionale, oltre la cura del sintomo per accompagnare il paziente in un percorso di benessere complessivo. Il farmacista, quindi, è chiamato ad abbracciare una visione più ampia del proprio ruolo, diventando un punto di riferimento affidabile e proattivo nel promuovere la salute e la sostenibilità in un'ottica One Health, il modello che vede la stretta connessione e interdipendenza tra la salute umana, animale e dell'ambiente, contribuendo a generare valore per la comunità in cui opera. L'International Pharmaceutical Federation (Fip) ha di recente sottolineato come i farmacisti riconoscano il cambiamento climatico quale minaccia urgente per la salute pubblica, pur evidenziando una diffusa incertezza su come agire concretamente. In una recente guida, pubblicata a novembre dalla stessa Fip, viene promossa attivamente la creazione e la condivisione di programmi formativi di alta qualità per rafforzare il ruolo delle farmacie nell’affrontare le sfide ambientali e sociali contemporanee.
Sviluppandosi su scala nazionale, il progetto verrà realizzato attraverso un programma accreditato Ecm - con rilascio crediti per farmacisti - con 2 webinar interattivi live da 1 ora ciascuno (replicati in 2 edizioni) e 7 pillole formative asincrone da 30 minuti, fruibili su piattaforma e-learning. Attraverso il coinvolgimento formativo concepito dall'università Campus Bio-Medico di Roma con un board dedicato, i farmacisti potranno formarsi sul tema One Health e progettare una loro roadmap verso la sostenibilità, per diventare sempre più presidi attenti ai bisogni sociali e ambientali del territorio.
"L'approccio One Health rappresenta un pilastro della visione strategica del nostro ateneo - afferma Laura De Gara, delegata del rettore per il Progetto One Health dell'università Campus Bio-Medico di Roma - Attraverso le 3 missioni che ci caratterizzano - formazione, ricerca e trasferimento delle conoscenze - intendiamo promuovere uno sviluppo sostenibile capace di generare benefici concreti in termini di salute e benessere, non solo per le generazioni presenti, ma anche per quelle future". Questo approccio "richiede la capacità di integrare saperi e metodologie differenti, favorendo una ricerca che metta in dialogo le molteplici competenze presenti nel nostro ateneo: dall'alimentazione alla medicina, fino all'ingegneria. Allo stesso tempo - osserva - è fondamentale formare professionisti dotati di una sensibilità particolare verso la salute e la tutela del pianeta. In questo quadro, la formazione dei farmacisti sul paradigma One Health riveste un ruolo cruciale, proprio per la possibilità che questi professionisti hanno di contribuire in modo significativo a diffondere nella popolazione abitudini orientate al benessere individuale e alla sostenibilità ambientale. Per questo motivo il programma di formazione dedicato ai farmacisti, realizzato con il supporto non condizionante di Zambon, rappresenta un ulteriore e importante tassello della nostra visione strategica".
"Alla vigilia dei nostri 120 anni, abbiamo voluto dare ulteriore slancio all'indirizzo etico che da sempre orienta il modo con cui ci occupiamo della salute delle persone - dichiara Elena Zambon, presidente di Zambon - Sostenibilità per noi significa sostenere il futuro prendendosene cura e, in quest'epoca, non possiamo che farlo ampliando l'orizzonte delle nostre azioni ridando centralità alla salute ed elevandola a un sistema integrato e interconnesso come quello di One Health. E' una sfida che ci riguarda tutti e che va affrontata coinvolgendo quanti più attori possibili affinché diventino protagonisti nel dare insieme forma al futuro".
"Responsabilità del management è trasformare l'orizzonte One Health in obiettivi sfidanti che coinvolgano le nostre persone - aggiunge Giovanni Magnaghi, Ceo di Zambon - Per questo abbiamo identificato un framework che individua degli indirizzi concreti da integrare nel business. Oltre a investire in attività di prevenzione e monitoraggio all'interno dell'impresa a beneficio della salute dei nostri collaboratori, sviluppiamo partnership e iniziative di formazione ed educazione alla sostenibilità come quella promossa da università Campus Bio-Medico di Roma, che valorizza il ruolo della farmacia come stakeholder responsabile supportando i farmacisti nella loro formazione e preparazione sui temi della sostenibilità".

Dopo le Maldive, prossima fermata: Dubai. Sarebbe questa, con buona probabilità, la nuova meta scelta da Jannik Sinner per proseguire le sue vacanze al termine di una stagione intensa, culminata con la vittoria alle Atp Finals di Torino. Il tennista azzurro sta per chiudere la sua pausa invernale prima di immergersi nella fase più intensa della preparazione.
Dopo una breve tappa sul lago di Garda, Sinner aveva raggiunto l'Oceano Indiano per trascorrere alcune settimane di relax alle Maldive. Ora, secondo alcuni indizi social, potrebbe essersi spostato negli Emirati Arabi Uniti. A suggerirlo è stata proprio la fidanzata Laila Hasanovic che ha postato sui social alcune foto tra cui il Burj Al Arab, il simbolo di Dubai. Nelle instagram stories, compaiono anche un selfie allo specchio e uno scatto con due lettini utili per una lezione di pilates reformer.
Nessun segno, almeno visibile, della presenza di Sinner accanto alla modella. Tuttavia, l'assenza del tennista dai contenuti social non esclude affatto che i due si trovino insieme: la coppia infatti continua a mantenere la relazione nel massimo riserbo, evitando qualsiasi post di coppia.
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