

(Adnkronos) - Se a votare fossero gli utenti social, nel voto per le regionali nelle Marche Francesco Acquaroli avrebbe la meglio sullo sfidante Matteo Ricci, con il 52% al presidente uscente contro il 48% dell'ex sindaco di Pesaro. E' quanto emerge dall'analisi condotta da SocialCom che, con la piattaforma SocialData, ha analizzato lo scenario della Rete in vista delle elezioni di domenica e lunedì. I risultati dell'analisi - che non è un sondaggio, vietato dalla legge nei quindici giorni precedenti le elezioni - sono stati ottenuti esaminando i social e le interazioni dei due candidati a luglio e agosto, negli ultimi 30 giorni, nell’ultima settimana e nelle ultime 48 ore. E alla fine è stata fatta una proiezione social finale che vedrebbe appunto vincente Acquaroli sullo sfidante.
Il presidente della Regione che cerca la riconferma, si sottolinea, ha un bacino di follower più alto dello sfidante Ricci ma meno engagement tra gli utenti social. A luglio e agosto il favorito era Acquaroli, 53% contro il 47% del candidato di centrosinistra su cui pesava la notorietà minore e il tema dell’indagine. Da qui in poi - spiega Socialcom - c’è un sostanziale equilibrio che termina nelle ultime 48 ore.
Considerando un’analisi dell’ultimo mese Matteo Ricci sarebbe in leggerissimo vantaggio 50.4% contro il 49.6% di Acquaroli. Il sentiment del presidente è positivo al 51% In questo periodo gli utenti, uno su tre, hanno discusso maggiormente dei temi relativi alla campagna elettorale e agli interventi candidati; una persona su dieci ha invece discusso di Palestina e sanità.
Dall’ultima settimana emerge uno scenario di sostanziale pareggio ma con un vantaggio di Acquaroli: 50,5% per il candidato di centrodestra e 49,5% per quello di centrosinistra. In questo caso però il tema Palestina peserebbe di più: ne parlano due utenti su dieci. Cambia negli ultimi 7 giorni, il sentiment: per il Presidente si riduce quello positivo dal 51% al 35%, così come quello dello sfidante che passa dal 42% al 21%.
Nelle ultime 48 ore Acquaroli sarebbe il favorito al 55,1% contro il 44,9% di Ricci. In questo periodo di tempo il tema più discusso diventa la Palestina e pesa sul giudizio tanto da decretare la fine della situazione di sostanziale pareggio delle settimane precedenti. Gli utenti hanno approvato il focus del presidente Acquaroli su temi più locali. Una persona su dieci discute di campagna elettorale e del messaggio WhatsApp mandato agli elettori di centrosinistra. Sentiment positivo ridotto per entrambi: 27% e 12%. La proiezione social finale del voto vede il presidente Acquaroli al 52% e lo sfidante Ricci al 48%.
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(Adnkronos) - La guerra uccide e ferisce nel corpo e nell'anima. Crea traumi profondi negli adulti e ancor più nei bambini: in quelli che la subiscono in maniera diretta ma persino in quelli che assistono da lontano, una condizione che tecnicamente viene definita traumatizzazione vicaria. Agire su questi danni psicologici nei piccoli non è solo un modo per "salvaguardare la loro salute mentale futura, che può essere compromessa da un trauma non trattato", ma anche "creare e far crescere una cultura di pace, aiutando i più piccoli a gestire i conflitti in modo pacifico e rispettoso dell'altro". E, nel nostro Paese, in alcune scuole pubbliche questo tipo di iniziative da parte di psicologi "è già attivo". Lo spiega, all'Adnkronos Salute, la psicoterapeuta Isabel Fernandez in occasione del Congresso nazionale Emdr Italia, oggi e domani a Napoli, dedicato al noto approccio psicoterpautico - Eye movement desensitization and reprocessing (Emdr) - riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come trattamento d’elezione per il disturbo da stress post traumatico.
"Partiamo dal fatto - evidenzia Fernandez, presidente dell'Associazione Emdr Italia - che anche gli adulti sono molto traumatizzati, hanno un senso di impotenza davanti al dolore, alla distruzione, alla violenza. Quindi i bambini hanno una doppia traumatizzazione perché non solo vedono quello che sta succedendo, ma vedono gli adulti preoccupati, sentono i loro commenti. Hanno due fonti di disagio. Per questo i grandi devono spiegare bene ai bambini il contesto in cui si inseriscono questi tragici avvenimenti di cui tutti siamo testimoni. E devono aiutarli ad avere un senso di sicurezza e di protezione, altrimenti i piccoli non riescono a differenziare le cose".
I bambini, infatti, "hanno sempre bisogno di un adulto che sia un mediatore a livello cognitivo, che spieghi come succedono alcune cose. E da qui si deve provare a sviluppare una cultura per la pace. Che è almeno un aspetto di speranza che può nascere da questa terribile situazione: dire alle nuove generazioni che possono anche contribuire a creare un mondo più pacifico", evidenzia Fernandez.
Ci sono già, informa, "molti colleghi psicologi che stanno facendo degli incontri nelle scuole, spiegando questo ai bambini e offrendo anche degli strumenti di stabilizzazione e di rilassamento. Strumenti che vengono appunto dalla terapia Emdr". In questo modo si può promuovere "un senso di sicurezza, di stabilità e di radicamento, rafforzando la sensazione positiva legata a una possibilità concreta di cambiamento. In più, parlando e lavorando sulle scene più brutte a cui i bambini sono stati esposti, si toglie loro tutto quel peso che vanno accumulando, quella preoccupazione quell'orrore che hanno visto. L'Emdr è utile in entrambi i casi: sia per rafforzare le sensazioni positive sia per desensibilizzare e a rielaborare le sensazioni negative che si sono stratificate", sottolinea l'esperta.
Questo approccio terapeutico, inoltre, in questo momento viene impiegato, su grandi e piccoli, negli scenari di guerra dove è possibile agire: "essendo una terapia breve, è particolarmente utile. Se viene trattato il bambino in fase acuta, bastano pochi incontri, a volte due o tre, dopo un evento molto traumatico. Il costo-beneficio è particolarmente favorevole ed è proprio per questo che viene anche utilizzato quando ci sono conflitti in atto".
Per esempio "in Ucraina abbiamo formato gli psicologi del Paese per fare Emdr. E l'ufficio dell'Oms a Kiev ha anche promosso un progetto in modo da formare gli psicologi all'Emdr per intervenire non solo adesso, nel momento acuto della guerra, ma anche dopo, quando la guerra finirà, per aiutare le prossime generazioni che saranno anche molto influenzate da tutto quello che sta succedendo adesso. In questi scenari è importantissimo poter lavorare per il trattamento dei traumi, sia per il momento contingente sia per il futuro", conclude Fernandez.

(Adnkronos) - L'Italia di pallavolo vola in finale ai Mondiali 2025. Gli azzurri hanno battuto oggi, sabato 27 settembre, la Polonia campione d'Europa nella semifinale della rassegna iridata di scena nelle Filippine, a cui la squadra del ct Fefé De Giorgi arriva da campioni in carica. L'Italia si è imposta in tre set con il punteggio di 25-21, 25-22 e 25-23 al termine di una partita estremamente combattuta. Nell'ultimo atto del torneo ora la Nazionale azzurra sfiderà la Bulgaria, che nell'altra semifinale ha sconfitto la Repubblica Ceca 3-1.
Gli azzurri sono stati incisivi fin dai primi punti, attenti in ricezione e dominanti in attacco con Michieletto e soprattutto Romanò. Giannelli gestisce al meglio le proprie opzioni offensive e il muro azzurro riesce a contenere gli attacchi di Wilfredo Leon, il più pericoloso tra i giocatori polacchi. Il primo set termina quindi 25-21 e il copione non cambia nel secondo, vinto dalla Nazionale allenata da De Giorgi 25-22. La reazione polacca arriva a inizio terzo set, ma il vantaggio dura poco. L'Italia rimonta e sorpassa, chiudendo 25-23 e volando in finale.
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(Adnkronos) - "Per costruire una reputazione editoriale servono dieci anni, per distruggerla basta un secondo". È partendo da questa consapevolezza che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, illustra la visione del governo per sostenere il settore dell'informazione, messo a dura prova dalla rivoluzione digitale e dall'avvento dell'intelligenza artificiale. Il sottosegretario, intervistato dal direttore dell'Adnkronos, Davide Desario, è stato tra i protagonisti della prima edizione del Premio Icnhos, in corso a Pula presso la Sala Bianca di Forte Village.
Il punto di partenza della riforma, spiega Barachini, è il rafforzamento del ruolo del giornalista. "La nostra riforma, ispirata dal lavoro della commissione presieduta da Sabino Cassese, parte da un presupposto: più giornalisti hai, più informazione di qualità fai. Il giornalista è il primo, vero argine alle fake news e alla diffusione di contenuti che minano il rapporto di fiducia con i cittadini". Barachini contrappone il lavoro giornalistico – fatto di verifica, ascolto di più fonti e presenza sul campo – alla fruizione superficiale delle notizie sui social media. "Se ci si sente informati scorrendo rapidamente il telefonino, dedicando in media solo 7 secondi a una notizia, si finisce per pensare che sia tutto uguale. Ma non è tutto uguale".
Il sistema editoriale, secondo il sottosegretario, è minacciato da una "concorrenza non leale" da parte dei grandi operatori internazionali. "Siamo di fronte a quella che chiamo la 'logica Amazon': gli over-the-top distribuiscono informazioni senza produrle e senza avere la nostra stessa responsabilità editoriale. Utilizzano i contenuti degli editori senza retribuirli e senza sottostare agli stessi costi, alle stesse regole fiscali e agli stessi codici deontologici".
Questa dinamica, avverte, priva gli editori delle risorse necessarie per investire nel giornalismo di qualità. La battaglia per un terreno di gioco equo per tutti, non può essere combattuta solo dall'Italia. "Abbiamo bisogno dell'Europa. Per questo siamo impegnati a livello europeo, attraverso provvedimenti come l'Ai Act, per riportare equilibrio nel sistema".
Un capitolo cruciale è quello dell'intelligenza artificiale. "Se è vero che un'eccessiva normazione può frenare l'innovazione, è anche vero che l'editoria non è un settore come gli altri", sottolinea Barachini. "Riguarda le persone, la loro capacità critica e la tenuta democratica. Non possiamo correre il rischio di non normare un campo che può condizionare l'opinione pubblica, specialmente in un'epoca di guerre ibride".
Per spiegare la necessità di regole, il sottosegretario usa una metafora di Padre Benanti: "Pensate all'introduzione dell'auto. All'inizio circolavano liberamente, poi gli incidenti hanno reso necessari i guardrail, la patente e i corsi di guida. Ecco, per l'Ia nell'informazione siamo arrivati a questo". In questo contesto, i codici di autoregolamentazione adottati da agenzie di stampa sono visti con favore, perché aiutano a costruire un rapporto di fiducia. La conclusione, dunque, è netta: "Se l'intelligenza artificiale andrà a sostituire il lavoro del giornalista, finiremo nei guai. Se invece aiuterà il giornalista a fare meglio il suo lavoro, allora sarà un'opportunità per tutti".
Riconquistare l'interesse dei giovani per l'informazione è la "sfida più grande" per il futuro del settore. "Serve una responsabilità reciproca: se i giovani non ci seguono sui canali tradizionali, dobbiamo essere capaci di andare dove è la loro attenzione, parlando il loro linguaggio e creando empatia. Dobbiamo cambiare il nostro modo di comunicare per suscitare il loro interesse", conclude.

(Adnkronos) - Nella mattina di oggi il consolato generale d'Italia a Valona è stato informato dalle autorità locali della morte per un colpo d'arma da fuoco di Edoardo Sarchi, imprenditore di 44 anni originario di Cunardo, in provincia di Varese, proprietario di una fabbrica di mattoni a Tirana. E' quanto si apprende da fonti della Farnesina. Il fatto è avvenuto nel villaggio di Salari, nei pressi della cittadina di Tepelena, situata nell'entroterra di Valona.
Fin dalla prima segnalazione l'ambasciata d'Italia a Tirana e il consolato generale a Valona sono rimasti, in stretto raccordo con la Farnesina, in contatto costante con i familiari del connazionale seguendo il caso con la massima attenzione per accertare i contorni della vicenda e prestare ogni possibile assistenza di natura consolare.
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(Adnkronos) - Il corpo di un uomo è stato rinvenuto oggi, sabato 27 settembre, nelle acque del porto di Civitavecchia, in provincia di Roma. L'uomo, in qualità di cuoco, era membro di un equipaggio composto da tre persone, di una barca a vela.
Ieri sera i tre sono usciti insieme e al termine della cena lo chef è presumibilmente caduto in mare. Il fatto che sul corpo non siano stati riscontrati segni di violenza fa ipotizzare una morte accidentale. Ma è ancora giallo sulla dinamica dell'accaduto e sul perché nessuno abbia dato l'allarme.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza del porto sono state acquisite dalla polizia di frontiera di Civitavecchia.
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(Adnkronos) - Lutto per Emma Marrone. La cantante salentina ha salutato per l'ultima volta il nonno Leandro. Con un post condiviso sui social, Emma ha pubblicato una foto in bianco e nero del nonno paterno, a cui era molto legata. "Ciao nonno Leandro. Salutami Papà", ha scritto l'artista, rivolgendo un pensiero al suo papà, Rosario Marrone, scomparso il 4 settembre del 2022 a 66 anni a causa della leucemia.
Proprio lo scorso 4 settembre Emma ha ricordato il genitore con un toccante messaggio condiviso sui social. "Tre anni. Ci sono giorni in cui sembra siano passati 30. Altri giorni invece mi sembra di averti perso tre secondi fa. Ma io ti chiamo sempre. Io ti amo sempre. E tu sei qui. Tu sei la casa in cui abito. Ciao Ros", aveva scritto la cantante salentina, accompagnando le parole con la foto di un quadro che custodisce la scritta 'Rosario'. E come sottofondo musicale, Emma aveva scelto la canzone 'Lacrime', suo brano del 2023.
Emma e il papà Rosario avevano un rapporto speciale, custodivano un legame viscerale. Musicista anche lui, Rosario è stato una guida e una presenza costante nella vita di Emma. "Non c'è mai stato il 'non detto' nella nostra casa, gli ho sempre detto che gli volevo bene. Non c'è stato un giorno in cui non gli abbia detto 'ti amo, buonanotte papà'. Ci sentivamo sette-otto volte al giorno, sempre. Sono stata con lui fino all’ultimo, quindi non ho rimpianti. Gli ho promesso molte cose e le sto realizzando". Queste le parole della cantante dopo la morte del papà a Domenica In.
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(Adnkronos) - I minori in Sardegna non sono solo pochi per numero complessivo, ovvero il 12,7% della popolazione regionale, contro una media nazionale del 15,1%, ma sempre più spesso si trovano a vivere in condizioni di disagio e vulnerabilità.
Lo scenario delle condizioni di vita dei minori sull’Isola è per certi aspetti allarmante, come delineato dall’ultimo Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati per regione”, realizzato dal Gruppo CRC, Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, composto da 100 soggetti del Terzo Settore e coordinato da Save The Children.
Il Rapporto, che riporta dati riferiti al 2022 e al 2023, segnala diverse criticità, tra le quali una diffusa povertà relativa, che coinvolge il 32,9% dei minori in Sardegna, oltre dieci punti sopra la media nazionale. Inoltre, il 41,4% dei giovani sardi con meno di 18 anni è a rischio esclusione sociale.
Il primo dato significativo del Rapporto CRC è relativo alla natalità con un tasso pari al 4,6 per mille abitanti, il più basso tra tutte le regioni italiane. Discorso simile per il numero di figli per donna che si attesta allo 0,91 contro una media nazionale dell’1,2.
A confermare una situazione demografica allarmante in Sardegna, il Rapporto segnala la scarsità di famiglie numerose: solo il 2,8% dei nuclei familiari ha 5 o più componenti, ancora una volta al di sotto della media del resto del Paese che si attesta al 4,5%.
Parallelamente, cresce il numero di famiglie monogenitoriali che rappresentano il 22,5% del totale dei nuclei, 4,7 punti percentuali oltre la media nazionale: un dato che pone la Sardegna al primo posto tra le regioni italiane.
Uno dei dati più allarmanti emersi dal rapporto CRC riguarda la povertà tra i minori sardi che raggiunge il 32,9%, rispetto al 22,8% registrato nella precedente edizione del report. Una percentuale superiore di 10,7 punti in confronto alla media delle altre regioni italiane.
Povertà in aumento, dunque, ma anche esclusione sociale. Il 41,1% dei cittadini sardi con meno di 18 è a rischio emarginazione, l’11,5% in più della media nazionale. Nello specifico, il 30,5% dei minori sardi vive in abitazioni con problemi strutturali o di umidità, mentre il 44,6% vive in condizioni di sovraffollamento abitativo.
Nonostante i dati sulla povertà relativa e abitativa, in tema di povertà educativa alcuni indicatori mostrano tendenze positive. Infatti, i giovani sardi tra 6 e 17 anni, pur frequentando meno musei e teatri rispetto ai coetanei delle altre regioni, partecipano più spesso a concerti, visitano monumenti e siti archeologici e praticano attività sportive.
Nel 2023, il 17,3% dei cittadini sardi di età tra 18 e 24 anni non ha proseguito il percorso di studi dopo aver raggiunto la licenza media. Un dato che la dice lunga sul fenomeno dell’abbandono scolastico che in Sardegna è particolarmente significativo.
Oltre all’abbandono scolastico, il Rapporto CRC rileva che in Sardegna nel 2023 il 19,6% dei giovani tra 15 e 29 anni non lavora, non studia e non segue alcun corso di formazione, il cosiddetto fenomeno dei Neet, rimanendo di fatto escluso dai percorsi di istruzione e dal mercato del lavoro.
A completare il quadro negativo, si segnalano percentuali più elevate rispetto alle altre regioni italiane con riferimento a competenze alfabetiche non adeguate che riguardano il 45,9% dei giovani sardi (38,5% a livello nazionale) e a competenze numeriche non idonee per il 58,1%, contro il 44,2% della media italiana.
Sul territorio regionale della Sardegna sono presenti 33 Centri per la famiglia, pari al 6,2% del totale nazionale. Il tasso dei minorenni in affidamento per almeno 5 notti alla settimana è pari all’1,6 per mille abitanti, leggermente superiore all’1,4 della media italiana, un dato in crescita rispetto al Rapporto CRC precedente.
Per quanto attiene ai servizi residenziali per minori, si registra un tasso del 2,7 per mille residenti, la media italiana è 2,1, anche in questo caso il dato regionale è in crescita rispetto all’ultima rilevazione. I minori accolti con disabilità, disturbi o BES rappresentano il 17% contro l’8,5% del resto del Paese.
Entrando nel dettaglio per classi di età, i minori accolti nelle comunità di accoglienza sono così ripartiti: tra 0 e 2 anni il 9,6%, tra 3 e 5 anni l’11,3%, tra 6 e 10 anni il 17,4%, tra 11 e 14 anni il 22,1%, tra 15 e 17 anni il 38,6%. Solo l’ultima fascia di età segna una quota inferiore alla media italiana.
La speranza di vita alla nascita in Sardegna nel 2023 è 82,5 anni, leggermente inferiore alla media italiana dell’83,1. Sul territorio regionale sono presenti 12 punti nascita (dato del 2022), il 58% dei quali registra meno di 500 parti l’anno. Il 100% dei parti è avvenuto in punti nascita di strutture pubbliche.
Sull’Isola nel 2022 erano presenti 152 pediatri, in diminuzione rispetto ai 187 del precedente rapporto. Di questi, oltre l’89% ha un’anzianità di specializzazione superiore ai 23 anni. Per ogni medico pediatra si registrano 1.024 bimbi, ben 31 pazienti in più rispetto al resto del Paese.
Sia il tasso di mortalità infantile che quello prenatale risultano inferiori alla media nazionale: rispettivamente 2,43 e 0,97 ogni 1.000 nati vivi, contro i valori italiani di 2,57 e 1,74. Anche altri indicatori risultano positivi. La percentuale di bimbi sovrappeso tra gli 8 e i 9 anni è del 17,4%, rispetto al 19% della media italiana, mentre la quota di bimbi obesi o gravemente obesi nella stessa fascia di età è del 6,7%, rispetto al 9,8% a livello nazionale.
Segnali positivi si registrano nell’ambito dei servizi dedicati all’infanzia. In particolare, sono cresciuti i posti disponibili nei servizi educativi raggiungendo quota 35,2 ogni 100 bimbi fino a 2 anni, un dato superiore al resto del Paese.
Tuttavia, solo il 39% dei comuni sardi dispone di servizi socioeducativi per la prima infanzia, con un deficit percentuale di oltre 25 punti nei confronti alla media italiana. Tale carenza risulta particolarmente evidente nelle aree interne e rurali dell’Isola dove il rischio di esclusione sociale è maggiore.
Dal punto di vista della spesa per i servizi socioeducativi per l’infanzia, i sardi nel 2022 hanno pagato una quota del 23% rispetto al 18,1% della media italiana. Della spesa complessiva, la quota pagata dai comuni sardi per ogni utente è 3.519 euro mentre la quota media pagata da ogni cittadino è 1.053 euro.
I dati completi del Rapporto CRC sono stati presentati in Consiglio regionale dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Sardegna, Carla Puligheddu e dal Presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, durante un evento organizzato in collaborazione con la Uisp e il CSI Sardegna.
Nel corso del suo intervento, il Presidente Comandini ha sottolineato la necessità di ripartire dai diritti dell’infanzia e delle famiglie per contrastare fenomeni come la denatalità e lo spopolamento che contrassegnano lo scenario sociodemografico dell’Isola, anche affrontando il tema dell’accoglienza di coloro che vengono da altri Paesi.
La Garante per l’infanzia e l’adolescenza, dopo aver citato i dati preoccupanti sulla povertà e sullo stato di disagio delle famiglie, dei minori e degli adolescenti, ha ricordato nuovi interessanti progetti, quali la nascita della Consulta G.A.I.A. (Giovani, Ascolto, Infanzia, Adolescenza). Composta da 20 giovani dai 12 ai 17 anni, la Consulta intende promuovere la partecipazione di ragazzi e ragazze nei processi decisionali che riguardano i giovani, in linea con la Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Leggi tutto: Sardegna: minori, aumenta il rischio povertà ed esclusione

(Adnkronos) - Jannik Sinner ha battuto Terence Atmane negli ottavi dell'Atp 500 di Pechino. Oggi, sabato 27 settembre, il tennista azzurro si è imposto sul francese in tre set con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-0, raggiungendo così i quarti di finale dell'Atp 500. Al termine del match, direttamente dal cemento cinese, Sinner ha analizzato la partita soffermandosi sulla variazioni portate in campo, dalle palle corte fino al servizio.
"Ho provato a giocare qualche serve & volley e non solo. A volte ha funzionato benissimo, altre no. Devo ancora trovare il colpo giusto per riuscire a essere efficace, a volte forzo un po' il colpo e non aspetto quello giusto", ha detto Sinner, "penso però che più cose cerco di aggiungere ora, più spero che tra un paio di mesi arriveranno risultati positivi".
"Sto cercando di lottare il più possibile, vincere tutte le partite che riesco. Essere di nuovo ai quarti di questo torneo significa molto per me. Vedremo cosa succederà al prossimo turno, non vedo l'ora di tornare in campo", ha concluso Sinner, che a Pechino arriva per difendere la finale conquistata lo scorso anno, quando fu battuto da Carlos Alcaraz.
Leggi tutto: Sinner: "Provo a variare gioco, ma non sempre riesco. Vedrete tra qualche mese..."



(Adnkronos) - Un incontro di lavoro al Centro Studi Americani, organizzato da Meta e Adnkronos, ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle imprese per discutere del futuro della regolazione tecnologica in Europa. E' stata l’occasione per affrontare in modo franco le sfide legate a intelligenza artificiale, sostenibilità ambientale e competitività industriale. Il dibattito si è sviluppato intorno a un nodo centrale: come coniugare innovazione e regole senza che l’eccesso normativo finisca per frenare lo sviluppo di tecnologie cruciali per l’Europa, dal cloud al calcolo quantistico, fino alla cybersicurezza. È emersa la necessità di ripensare i meccanismi legislativi, prendendo spunto dall’esperienza dello “Stop the Clock” già applicata in ambito ambientale, e valutando nuovi pacchetti “omnibus” in grado di semplificare e armonizzare la cornice normativa.
Particolare attenzione è stata posta al tema delle infrastrutture digitali: i data center in Italia crescono ma restano concentrati soprattutto nel Nord, con rischi per la sicurezza e squilibri territoriali. L’espansione di queste strutture, insieme allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del quantum computing, comporterà un aumento consistente della domanda energetica, che solleva interrogativi su fonti e sostenibilità, spingendo a discutere anche di nucleare di nuova generazione.
Il confronto ha toccato inoltre il piano geopolitico, con l’Europa chiamata a bilanciare la propria spinta regolatoria con la velocità dell’innovazione e la competizione internazionale, soprattutto con Stati Uniti e Cina. È stato sottolineato come la frammentazione normativa a livello locale e nazionale possa rallentare la transizione digitale, mentre un approccio più omogeneo e pragmatico faciliterebbe gli investimenti e l’adozione di nuove tecnologie.
Grande spazio è stato riservato alle piccole e medie imprese, considerate il cuore del tessuto produttivo europeo ma ancora indietro nei processi di digitalizzazione. La sfida sarà renderle protagoniste, accompagnandole con strumenti concreti e accessibili, affinché possano trarre vantaggio dall’intelligenza artificiale non solo in termini di produttività, ma anche di resilienza e sicurezza.
Dal dibattito è infine emersa una riflessione culturale: l’Europa rischia di perdere terreno non solo sul piano degli investimenti, ma anche nella capacità di formare competenze adeguate. Diritto, tecnologia, management e scienze devono dialogare di più, perché la regolazione efficace non può prescindere da un approccio multidisciplinare.
In conclusione, la serata ha confermato un punto di fondo: l’innovazione non si ferma e l’Europa dovrà trovare un equilibrio tra tutela dei diritti, rapidità legislativa e capacità di competere in un contesto globale sempre più accelerato.

(Adnkronos) - "Sarebbe opportuna un'ispezione nell'organico del Tribunale di Pavia". A rivolgersi al Guardasigilli Carlo Nordio è l'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari perché accusato di aver favorito Andrea Sempio, inquisito per l'omicidio (in concorso) di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. L'ex magistrato avrebbe favorito, per una somma di 20-30mila euro, la prima archiviazione di Sempio avvenuta nel 2017.
Una verifica - chiesta da Aiello ospite ieri di 'Quarto Grado' - perché "non c'è il senso della misura, non si possono spendere i milioni del contribuente per drenare in diretta un canale per trovare delle tracce che non esistono e non sono mai esistite. Non si possono spendere i milioni del contribuente per disporre delle intercettazioni e per fare l'attività di perquisizione su un pizzino che dice 'Venditti gip archivia x 20. 30 euro'".
Il difensore ricorda che "Venditti non è mai stato gip, Venditti non può archiviare può soltanto richiedere un'archiviazione. Allora, per coerenza, si deve indagare e perquisire anche il gip. Perché, invece, Venditti è l'unico indagato?". E in modo provocatorio, a sottolineare le letture multiple dell'appunto scritto da Giuseppe Sempio, padre di Andrea, trovato nella perquisizione in casa dello scorso maggio, ma scritto all'inizio del febbraio 2017, Aiello dice: "Magari 20 vanno a Venditti e 30 vanno al gip perché poi il provvedimento più importante sarebbe quello del gip che archivia. E perché i corruttori non sono indagati?".

(Adnkronos) - Jannik Sinner conquista i quarti di finale di Pechino. Il tennista azzurro ha battuto oggi, sabato 27 settembre, il francese Terence Atmane, numero 68 del mondo, negli ottavi dell'Atp 500 cinese, imponendosi in tre set con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-0 in due ore e 21 di gioco. Al prossimo turno Sinner, tornato a Pechino per difendere la finale dello scorso anno, quando fu battuto all'ultimo atto del torneo da Alcaraz, impegnato a Tokyo, incontrerà l'ungherese Fabian Marozsan, vincente contro il francese Alexandre Muller.
Sinner prova, come sempre, a imporre fin da subito il primo gioco e sembra riuscirci sembra particolari patemi. Il break arriva al terzo game, ma Jannik non si accontenta di dominare da fondo campo. L'azzurro prova a giocare corto, sale a rete e fa attenzione a quello che è stato il grande tallone d'Achille nella finale degli Us Open persa con Alcaraz, la prima di servizio. Non sempre però le variazioni di Sinner vanno a buon fine e allora il set si fa più combattuto del previsto, con Jannik che riesce però a portarlo a casa 6-4.
Le sorprese arrivano tutte nel secondo parziale, in quello che è stata una vera montagna russa. Proprio come nel set precedente Sinner piazza il break al terzo game, poi però è la sagra del controbreak. Atmane reagisce e alza il proprio livello di tennis, sorprendendo Jannik che perde per ben due parziali consecutivi la battuta. Nel mezzo nemmeno il francese riesce a tenere il servizio, e così il set prosegue in totale equilibrio fino al dodicesimo game, quando Atmane riesce a trovare un altro break che questa volta vale il set, vinto 7-5.
L'entusiasmo francese si trasforma però presto in delusione. Forse provato dallo sforzo Atmane cala prima di lucidità, incappando in errori banali, e poi a livello fisico. I crampi iniziano a condizionare la sua partita e Sinner ne approfitta senza pietà, piazzando un break dopo l'altro e chiudendo con un 6-0 che gli permette di raggiungere i quarti di Pechino.
Leggi tutto: Sinner fatica ma vince a Pechino: Jannik batte Atmane e vola ai quarti


(Adnkronos) - "Secondo le statistiche io ho davanti due anni ancora, ma prometto che festeggerò i 95 anni", così Giovanni Allevi parla della sua lotta contro la malattia. Il compositore, a cui è stato diagnosticato un mieloma tre anni fa, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui è tornato a parlare della sua battaglia.
Giovanni Allevi è ancora sotto flebo per il mieloma che l’ha colpito, ma non si tratta di chemioterapia: "È un farmaco che mi fa stare male per 10 giorni, sbarellato direi, come se avessi la febbre e anche il dolore delle ossa aumenta. Ma l'effetto è quello di rinforzare il tessuto osseo". Dopo tre anni di lotta, Allevi definisce l'ospedale come una sua "seconda casa". "Lì trovo coraggio e forza, il talento dei medici e la grande professionalità del personale ospedaliero".
Oggi Allevi vive "come se non ci fosse un domani". "Quando riesco a sentire che ogni secondo che mi viene dato è un miracolo allora sì sto vivendo pienamente il presente", ha aggiunto il compositore. Il momento più duro negli ultimi tre anni? "Quello della diagnosi è devastante, crollano tutte le certezze e si sperimenta una solitudine profonda, abissale", ha raccontato al Corriere della Sera. Ma la dottoressa che gli ha comunicato la diagnosi ha aggiunto una frase che Allevi ricorda bene ancora oggi: "La diagnosi è il primo passo verso la guarigione".
Leggi tutto: Giovanni Allevi: "Mi danno due anni di vita, ma io vivrò fino a 95 anni"

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