(Adnkronos) - Il fortunato format di interviste di Francesca Fagnani, 'Belve', tornerà sulle reti Rai in autunno. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, il programma, in prima serata su Rai2, manterrà l'attuale assetto: cinque puntate dedicate a personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, più una puntata speciale di 'Belve Crime', lo spin-off dedicato alla cronaca nera.
'Belve Crime', sperimentato con una puntata pilota lo scorso 10 giugno, ha riscosso un notevole successo di pubblico, registrando 1.570.000 spettatori e il 12,4% di share. In quell'occasione, Francesca Fagnani aveva intervistato, tra gli altri, Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. L'ultima edizione di 'Belve', andata in onda in primavera, ha ottenuto una media di 1.431.000 spettatori e il 9,04% di share per le cinque puntate trasmesse.
Qualche giorno fa Fagnani ha firmato un nuovo contratto biennale con la Rai.
Leggi tutto: Francesca Fagnani torna in autunno su Rai2 con 'Belve' e 'Belve Crime'
(Adnkronos) - I cinque cerchi incontrano l'arte. Milano Cortina 2026 inizia a colorarsi e a prendere forma anche con una serie di iniziative extra-sportive, sempre più presenti sul territorio italiano. Mostre, opere e anche grandi artisti che offrono la propria interpretazione creativa dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali, a poco più di sei mesi dalla cerimonia inaugurale di San Siro.
Mercoledì 18 giugno è stato presentata alla Triennale Milano il progetto degli Art Posters di Milano Cortina 2026. A realizzare le opere sono stati dieci artisti italiani under 40. Cinque dei dieci poster, a tema Olimpiadi, sono stati ideati da Beatrice Alici, Martina Cassatella, Giorgia Garzilli, Maddalena Tesser e Flaminia Veronesi. Gli altri cinque, con al centro le Paralimpiadi, sono stati realizzati da Roberto de Pinto, Andrea Fontanari, Aronne Pleuteri, Clara Woods e Giulia Mangoni. “L’iniziativa Art Posters - ha spiegato Domenico De Maio, Education & cultural director della Fondazione Milano Cortina 2026 - dimostra l’impegno della Fondazione nel promuovere progetti partecipati e inclusivi che mettano al centro artisti, enti e organizzazioni, per valorizzare le eccellenze culturali del Paese".
Si tratta di un progetto seguito da Damiano Gullì, curatore di Triennale per arte contemporanea e public program. Le opere sono state promosse da Fondazione Milano Cortina 2026 e Triennale Milano, in collaborazione con l’International Olympic Committee e l’International Paralympic Committee.
L'ultima settimana verso i Giochi racconta anche l'inaugurazione al Museo Ma*Ga di Gallarate (in provincia di Varese) della mostra "Emozione dei Giochi – Culture through sport", promossa dalla Regione Lombardia, in collaborazione con Ficts – Fédération internationale cinéma télévision sportifs. Alla presentazione della rassegna, che si inserisce nel programma ufficiale delle Olimpiadi della Cultura di Milano Cortina 2026, ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, insieme a Domenico De Maio, direttore culturale Fondazione Milano Cortina 2026.
"Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 non sono solo un evento sportivo, ma anche un patrimonio culturale e un racconto collettivo fatto di simboli, immagini e visioni - ha sottolineato l'assessore Caruso -. Questo racconto passa anche dal Ma*Ga di Gallarate, una delle realtà più dinamiche del nostro sistema museale. L’inserimento della mostra nel palinsesto ufficiale delle Olimpiadi della Cultura è l’emblema del nostro obiettivo: rendere i Giochi un evento diffuso, capace di coinvolgere in maniera concreta tutti i territori della Lombardia. A Gallarate, oltretutto, passerà la torcia olimpica, ulteriore segnale di come questo evento voglia abbracciare la provincia di Varese".
L’allestimento al Ma*Ga di Gallarate, visitabile dal 19 giugno al 5 ottobre 2025, propone un percorso articolato in una mostra storica dedicata ai manifesti ufficiali delle Olimpiadi Invernali e in una selezione di immagini e video con i momenti più iconici dei Giochi proiettati nella sala degli Arazzi 'Ottavio Missoni'.
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(Adnkronos) - Questa mattina Engineering, leader nella digitalizzazione dei processi per imprese e pubblica amministrazione, è stata tra le aziende protagoniste del lancio ufficiale dell’AI Hub for sustainable development.
L’iniziativa, co-progettata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) e sostenuta dai leader del G7, nasce per ripensare le partnership globali sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di supportare la realizzazione del Piano Mattei. Durante la sessione 'Voices of innovation: advancing ai foundations for a new industrial development', Ettore Soldi, executive vice president di Engineering Industries eXcellence (Gruppo Engineering), ha illustrato l’impegno dell’azienda nello sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale all’avanguardia, come la EngGPT suite, e in Ricerca&Innovazione, ambito in cui nel solo 2024 ha guidato 110 progetti per un totale di 28 milioni di euro di investimenti. Soldi ha inoltre ribadito la volontà del Gruppo di contribuire attivamente al Piano Mattei, promuovendo uno sviluppo tecnologico sostenibile, inclusivo e orientato alla cooperazione internazionale.
È in questo contesto che Engineering ha siglato nella giornata di ieri un Memorandum of understanding con Egabi, leader nei servizi IT e provider di soluzioni digitali in Egitto, per portare avanti progetti di digitalizzazione in ambito sanitario e farmaceutico, per aumentarne l’accessibilità, la sicurezza e la compliance regolatoria. La firma è avvenuta alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del capo dell’Ai Office di Bruxelles, Lucilla Sioli. Engineering, unica azienda italiana ad aver firmato un accordo di questo tipo, rafforza così una collaborazione già attiva con Egabi su un importante progetto di distribuzione dei farmaci in Egitto.
“Da oltre quarant’anni Engineering investe nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, guidata dalla convinzione che questa tecnologia rappresenti una leva strategica per uno sviluppo digitale realmente sostenibile a livello globale", ha dichiarato Soldi.
"Per questo -ha continuato- è un privilegio partecipare al lancio ufficiale dell’AI Hub e confermare il nostro impegno nella realizzazione del Piano Mattei. Dopo aver partecipato all’incontro del G7 dello scorso ottobre, ci siamo impegnati a esplorare partnership con aziende africane nei settori chiave della sanità, dell’istruzione e della gestione digitale delle risorse idriche, avviando collaborazioni concrete in Egitto e Kenya. La firma del MoU con Egabi è un esempio tangibile di cooperazione internazionale finalizzata a portare benefici reale alle persone in un ambito fondamentale come quello sanitario".
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(Adnkronos) - Paola Perego è pronta a tornare al timone di 'Citofonare Rai 2'. Ma, a quanto apprende l'Adnkronos, nessuna certezza sulla presenza di Simona Ventura alla co-conduzione del varietà della domenica mattina.
Inizialmente, la volontà della Rai era quella di far partire lo show a marzo 2026 dopo l'impegno con i Giochi olimpici invernali di Milano Cortina (6-22 febbraio) e i giochi paralimpici (6-15 marzo), di cui ha acquistato i diritti per tutte le gare. Poi la marcia indietro, pensando di far partire 'Citofonare Rai 2' a settembre 2025, come lo scorso anno, per mettere quindi in pausa il programma durante le Olimpiadi e riprendere a marzo.
Nei progetti di Paola Perego c'è anche un serale. A quanto apprende l'Adnkronos, starebbe scegliendo con la Rai tra due format.
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(Adnkronos) - La prevenzione non va in vacanza e l'attività fisica è un ottimo alleato per stare bene in salute. Anche in questi giorni di caldo rovente. "Tuttavia, è bene seguire alcuni accorgimenti: si può praticare sport, a livello amatoriale o agonistico non fa differenza, purché solo nelle ore più fresche, al mattino presto o la sera, e se ci si diverte. Se l'attivistà fisica diventa un obbligo, ci si stanca e non si raggiunge l'obiettivo prefissato. Attenzione anche all'idratazione. Occorre bere acqua prima di iniziare l'esercizio fisico, non solo durante e dopo". Così all'Adnkronos Salute Giuseppe Capua, specialista in medicina e traumatologia dello sport, presidente della Commissione Antidoping della Figc.
Per Capua "non ci sono sport da preferire ad altri. Tennis, padel, nuoto, jogging: vanno bene tutti, purché si evitino le ore calde e si scelga un abbigliamento consono fatto di indumenti leggeri, freschi e di colore chiaro". Attenzione, però, agli sbalzi repentini di temperatura. "Passare dall'afa e dal caldo estremo ad ambienti climatizzati dove l'aria condizionata è troppo fredda, se non gelata - avverte l'esperto - può provocare disturbi cardiocircolatori, addirittura la sincope. Inoltre, il troppo freddo danneggia le articolazioni e i muscoli". E sull'uso degli integratori Capua non ha dubbi: "Meglio idratarsi con la sola acqua. Molto utili anche gli integratori, ma fare attenzione a chi li produce".
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(Adnkronos) - Investire nelle aree di carico e scarico merci per una maggiore sicurezza dei porti. E' questo il messaggio lanciato dal Consiglio nazionale degli ingegneri e della Fondazione del Cni, oggi in occasione della tredicesima giornata nazionale dell'ingegneria della sicurezza, attraverso lo studio 'Sicurezza come fattore competitivo: il caso dei porti italiani', a Salerno. Il settore dei trasporti e della gestione e movimentazione delle merci si caratterizza ancora oggi come uno dei comparti produttivi a più elevato rischio di incidenti sul lavoro, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti notevoli progressi in termini di prevenzione e di contrasto a situazioni di pericolo; prova ne è la flessione dell’8% dei casi denunciati tra il 2019 ed il 2023 secondo i dati messi a disposizione dall’Inail, a fronte di una flessione del 7% a livello nazionale. Uno studio condotto nel 2022 dalla società di consulenza Rightship indica come almeno la metà degli incidenti afferenti al comparto dei trasporti marittimi abbia luogo nell’ambito di banchine portuali, piazzali o terminal container.
L’Inail rileva come nel 2023 (ultimo dato di dettaglio disponibile) si siano registrate nel settore dei trasporti e magazzinaggio 44.419 denunce di incidente, delle quali 34.628 riconosciute come casi effettivi di incidenti sul lavoro. Sebbene non si tratti della numerosità più elevata, perché superata da comparti come il manifatturiero, il settore energetico e quello sanitario, il tasso di rischio, calcolato rispetto agli occupati si rivela molto alto. Il settore dei trasporti registra attualmente 38,1 denunce di incidenti sul lavoro ogni 1.000 occupati nel comparto, rispetto alle 24,1 per 1.000 occupati nel settore manifatturiero e alle 25,9 denunce per 1.000 nel settore delle costruzioni.
I dati di dettaglio elaborati dall’Inail consentono peraltro di stimare la numerosità ed il trend di incidenti in ambito portuale, supponendo che le attività prevalenti (ma ovviamente non esclusive) in tali nodi logistici riguardino i servizi connessi ai trasporti ed alla gestione di impianti all’interno dell’area portuale e la movimentazione e gestione di merci. Considerando i soli incidenti riconosciuti dall’Inail accaduti sul luogo di lavoro (escludendo quindi quelli in itinere dovuti allo spostamento casa-lavoro) risulta che tra il 2019 ed il 2023: quelli che hanno coinvolto lavoratori che operano nei servizi a supporto dei trasporti in ambito portuale (esempio: gestione di eventuali impianti, operazioni legate alla gestione di navi e banchine ed altri servizi) sono passati da 275 a 242, con una flessione del 12%: i casi mortali sono stati nel periodo considerato pari a 7; quelli legati a lavoratori che operano nella movimentazione merci sono passati da 524 a 435, con una flessione del 16,9%. I casi di incidenti mortali sono stati complessivamente nel periodo pari a 6.
Solo un confronto con ciò che accade, per le medesime attività lavorative, in altri comparti dei trasporti (trasporti terrestri e trasporto aereo) può far comprendere il trend in atto. In linea generale è possibile rilevare che in tutti gli ambiti dei trasporti il numero degli incidenti denunciati e anche di quelli riconosciuti è in flessione, ma nei porti la riduzione è meno marcata rispetto a ciò che accade attualmente per i servizi legati al trasporti aerei e anche a quelli terrestri. Con i dati a disposizione è possibile dedurre che nei porti un’area su cui porre particolare attenzione è quella legata alla movimentazione di merci dove, ancora nel 2013, si sono rilevati oltre 400 casi di incidenti sul lavoro riconosciuti dall’Inail e negli ultimi 4 anni non si è mai scesi al di sotto di questo numero.
Da uno studio pubblicato dall’Inail nel 2018 dal titolo 'Gli infortuni dei lavoratori del mare', risulta che su un campione misto di eventi accidentali verificatesi sia in navigazione che in aree portuali, il 50% di casi riguarda incidenti su nave, buona parte dei quali connessi ad operazioni in porto legate alla movimentazione di merci o ad operazioni di ormeggio e disormeggio, mentre quasi il 40% degli incidenti riguarda direttamente i lavoratori portuali operanti nelle banchine e nei piazzali, nella maggior parte dei casi partecipanti alle operazioni di carico e scarico e di magazzinaggio, mentre un ulteriore quota del 9,6% riguarda incidenti che hanno luogo in officine, magazzini, impianti ed altri spazi di lavorazione merci e prodotti all’interno dell’area portuale. Sulla base delle rilevazioni effettuate in passato, l’Inail indica che le lesioni più frequenti in casi di incidenti in aree portuali riguardano nei tre quinti dei casi le fratture e gli schiacciamenti, nel 9,6% dei casi vi è l’annegamento e per un altro 9,6% figura la contusione.
Nei casi di studio condotti dall’Inail in ambito marittimo portuale i casi di incidenti più frequenti riguardano: il ribaltamento o l’investimento (28,9% dei casi analizzati), la caduta dall’alto o in profondità del lavoratore (25,3%), la caduta dall’alto di oggetti pesanti (16,9%) e la proiezione di solidi (10,8%). Alla luce di quanto detto, i porti si rivelano un ambito di osservazione di particolare rilievo, già molto studiato e posto all’attenzione degli esperti di sicurezza, in cui è possibile continuare a sperimentare metodi finalizzati alla salvaguardia dei lavoratori ed alla prevenzione dei rischi. Tra le tre macro attività più a rischio nei porti - quella di magazzinaggio, quella di servizi ai trasporti ed alla gestione degli impianti e quella di movimentazione delle merci – l’ultima secondo gli esperti è quella più critica. Le rilevazioni statistiche degli ultimi anni sono però confortanti in quanto il numero di incidenti in questo ambito specifico, pur mantenendosi elevato, tende leggermente a diminuire. I dati disponibili indicano tuttavia che occorre fare di più.
Dagli studi, in ambito portuale, finora condotti dall’Inail risulta che i fattori causali di infortunio più ricorrenti sono: le pratiche operative errate o disattenzioni del lavoratore infortunato stesso (40,5% dei casi analizzati dall’Inail); cui si aggiungono pratiche errate di soggetti terzi (10,6% dei casi); il secondo grande fattore di rischio è rappresentato da inadeguatezza o malfunzionamento o di attrezzature di protezione o di sistemi di segnalazione (23,5% dei casi analizzati dall’Inail), quindi da fattori o dispositivi presenti nell’ambiente in cui il lavoratore opera; al terzo posto vi è il mancato uso di dispositivi di sicurezza e protezione individuale (12,7% delle cause di incidente); al quarto posto figurano l’uso scorretto di utensili e quello di materiali che causano incidenti rispettivamente nell’8,5% e nel 4.2% dei casi.
I dati lasciano emergere almeno tre aspetti essenziali: in un gran numero di casi, in ambito portuale, la causa primaria dell’incidente è la scarsa percezione del rischio e la disattenzione che l’infortunato stesso pone alle procedure di sicurezza; procedure errate, l’uso sbagliato di macchinari e attrezzature e, ancor più, l’uso scorretto di dispositivi di protezione richiamano l’attenzione sulla necessità di sensibilizzare in modo continuativo, attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo, lo stesso lavoratore al tema della sicurezza; è necessario continuare e repertoriare e conoscere le dinamiche degli incidenti sul lavoro in ambito portuale, prima di tutto perché i macchinari e le attrezzature stanno evolvendo molto velocemente anche con applicazioni intelligenti (che possono favorire migliori condizioni di sicurezza), ma rischiano di aumentare la velocità delle operazioni con effetti in termini di sicurezza che devono essere tenuti in considerazione.
Un'approfondita conoscenza delle dinamiche degli infortuni consente di comprendere meglio quali pratiche di prevenzione possono essere messe in atto; occorre continuare ad investire, anche in termini di ricerca, nel campo dei dpi, ovvero dei dispositivi di sicurezza che in alcuni casi dovrebbero essere sempre più personalizzati, a seconda delle mansioni e operazioni da effettuare. In questo senso si ribadisce l’importanza di intervenire su fronti diversi in merito: all’importanza di investire sull’addestramento e aggiornamento continuo dei lavoratori in base alla precisa mansione svolta, con una particolare focalizzazione sugli aspetti legati alla sicurezza; solo un aggiornamento costante, in grado di sollevare degli alert precisi in materia di sicurezza può permettere di evitare che sia il lavoratore stesso la causa primaria del proprio infortunio; alla necessità di continuare a studiare e catalogare la tipologia e la dinamica dei singoli incidenti che occorrono nelle aree portuali, investendo nel contempo in una normativa tecnica volontaria specializzata nella prevenzione degli incidenti in ambito portuale e nella elaborazione di PdR concernenti le operazioni portuali; all’opportunità di elaborare un piano nazionale per la sicurezza nei porti, che coinvolga attori diversi e che in modo molto operativo e sintetico definisca una serie di aspetti da monitorare, studiare e repertoriare per poi mettere in atto azioni formative e di sensibilizzazione più mirate di quanto non accada oggi, indirizzate ai singoli lavoratori ed alla parte datoriale.
Particolare attenzione deve essere ormai prestata anche alla repertoriazione dei near miss, in grado di offrire utili informazioni per attivare misure di prevenzione e sicurezza dei lavoratori; alla necessità di pianificare la manutenzione o la nuova realizzazione della viabilità interna e degli spazi di carico e scarico di merci in una prospettiva di sicurezza, delimitando le aree operative, garantendo nuovi sistemi di illuminazione, garantendo sistemi di controllo digitali delle singole operazioni, limitando la presenza umana in prossimità delle aree di movimentazione. Questi aspetti sembrano scontati ma sia nella fase di progettazione che di realizzazione rischiano di essere sottovalutati con effetti che impattano negativamente sulla prevenzione dei rischi. Studiare i metodi più efficaci di progettazione delle strutture portuali in chiave di prevenzione del rischio e diffondere tra i professionisti tecnici che svolgono il ruolo di progettisti questi aspetti molto specifici può rappresentare un passo in avanti nel diffondere una cultura della sicurezza su cui nel nostro Paese è bene investire sempre di più.
Occorre infine chiedersi quale sia il motivo per cui è utile focalizzarsi su un ambito così specifico come quello dei porti. Vi è innanzi tutto un vantaggio di ordine metodologico: analizzare le dinamiche e le problematiche della sicurezza su un ambito specifico permette, per molti versi, di focalizzare meglio le criticità ed i margini di miglioramento praticabili. Anziché parlare in generale di sicurezza, è utile calare la problematica su casi concreti e su un solo segmento di una filiera più ampia, nonché su problematiche specifiche determinate anche dalle caratteristiche del settore preso in considerazione. Nell’ambito dei porti, ad esempio, si è capito che tra le macro attività caratteristiche rinvenibili in ciascuna area portuale, quella legata alla movimentazione di merci presenta ancora oggi maggiori criticità rispetto alle altre.
Questo consente anche di focalizzare meglio e di sperimentare delle azioni di prevenzione del rischio sui lavoratori. Ma più in generale occorre dire che i porti rappresentano un interessante ambito per il quale è dimostrabile che una maggiore e crescente sicurezza dei lavoratori può contribuire alla maggiore competitività dei porti stessi. Occorre considerare che i porti italiani rappresentano dei nodi logistici di rilevanza strategica per l’economia italiana. Attraverso i 58 porti gestiti dalle 16 Autorità di Sistema portuale transita attualmente più del 35% delle merci importate ed esportate in valore e oltre il 50% delle merci in volume.
Gran parte delle filiere produttive del Paese dipendono in sostanza dai porti. Un loro cattivo funzionamento può avere ripercussioni notevoli sulle filiere produttive. Ma il corretto funzionamento dipende dagli oltre 16.000 addetti che vi lavorano e che hanno diritto di operare in sicurezza. Un porto non sicuro per chi vi lavora o vi transita è un porto che rischia di essere inefficiente. Nel 2024 sono transitati per i porti italiani più di 480 milioni di tonnellate di rinfuse secche e liquide e quasi 12 milioni di Teu in termini di container. I passeggeri transitati sono stati 73 milioni. Si tratta di flussi imponenti, che richiedono un elevato impiego di manodopera che deve agire sempre più con efficienza e velocità. Questo può comportare un innalzamento dei rischi di incidente sul lavoro e proprio per tali motivi il tema della gestione della sicurezza e di corretti investimenti in sicurezza nei porti assume particolare rilevanza. Occorre infine considerare che i porti sono oggi sottoposti ad una serie di trasformazioni che 'stressano' e stresseranno sempre più il tema della sicurezza dei lavoratori e che richiedono studi sul campo e la predisposizione di strumenti di prevenzione.
Tra i fenomeni più rilevanti occorre considerare: l’ulteriore espansione del cosiddetto 'gigantismo delle navi', con le navi container la cui portata è aumentata dell’80% negli ultimi 15 anni e quelle da crociera con un incremento del 70%, oltre alla crescita di portata delle navi petroliere che partivano già da grandi dimensioni. Nella maggior parte dei porti italiani serviranno ancora di più aspetti più critici dal punto di vista della sicurezza che è quello della movimentazione delle merci; il miglioramento dell’efficienza logistica attraverso la riduzione dei tempi di permanenza delle navi: il tempo medio di attesa nei porti italiani si attesta a 1,28 giorni contro 0,54 nei Paesi Bassi e 0,86 in Spagna.
Questo significa, quindi, che occorre intervenire, con opportuni investimenti, nella ridefinizione del layout delle aree di carico e scarico merci e nella catena di movimentazione, anche attraverso l’ampliamento degli spazi disponibili o attraverso la realizzane di nuove opere portuali, con impatti non indifferenti anche sugli addetti alla movimentazione delle merci; la presenza di alcuni porti che sono punto di arrivo di pipeline di gas, che richiedono per questo o nuove opere o particolari interventi di manutenzione e specifiche misure di sicurezza che vanno migliorate nel tempo; gli investimenti per l’elettrificazione delle banchine al fine di realizzare il processo di cold ironing, ovvero la fornitura di elettricità alle navi in stazionamento, da fonti meno inquinanti rispetto al petrolio. La presenza di impianti energetici o di parti di impianti energetici all’interno dei porti o nelle aree contermini (con parchi solari o solare e eolico offshore) implica interventi che molto spesso sono in grado di cambiare, almeno in parte, la configurazione stessa delle aree portuali; Ridefinire in un quadro organico tutti questi aspetti che mirino ad incrementare il livello di sicurezza dei lavoratori portuali appare dunque non tanto come una sfida futura, ma una sfida su cui, in particolare l’ingegneria, sin da ora deve confrontarsi.
"Noi riteniamo - ha sottolineato Angelo Domenico Perrini, Presidente del Cni, Consiglio nazionale degli ingegneri - che non serva inasprire le sanzioni. Bisogna lavorare sulla prevenzione e la premialità. Inoltre, per prevenire serve l’informazione e la formazione. Anche per questo, tutti coloro da cui dipende la sicurezza dei cittadini deve rientrare nell’alveo dell’albo professionale, con i conseguenti obblighi di formazione. Non va dimenticato, poi, che la sicurezza nei porti va rimodulata in relazione ai cambiamenti climatici che pongono nuove problematiche ai porti in seguito all’aumento del livello del mare e dell’erosione delle coste".
“La 13° Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza - ha ricordato Tiziana Petrillo, consigliera Cni con delega alla sicurezza e alla prevenzione incendi - viene suddivisa quest’anno in tre tappe. Non parliamo tanto di un evento, quindi, ma di un percorso che tocca i vari aspetti della sicurezza. Oggi parleremo di porti, ma quel che conta maggiormente è l’approccio comune a tutte le declinazioni del tema della sicurezza. Questo approccio deve vedere la sicurezza come investimento strategico. L’efficientamento della sicurezza porta a maggiore competitività. Qualsiasi pianificazione deve partire dai dati che ci permettono di individuare gli elementi critici. All’interno dei porti, sebbene si registri un calo di incidenti, resta alto il rischio, superiore a quello degli altri settori. Bisogna puntare sui meccanismi premianti e migliorare la governance di tutto il processo. Infine, va implementata la formazione, anche a partire dalla conoscenza dei dati”.
"La sicurezza sul lavoro e lo sviluppo produttivo - ha detto il ministro del Lavoro Marina Calderone - sono un binomio inscindibile. Competenza e professionalità sono elementi fondamentali per garantire la sicurezza sul lavoro. Iniziative come questa Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza contribuiscono allo sviluppo della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro".
“Il Governo - ha ribadito il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto - è diretto nell’affrontare il tema della sicurezza sul lavoro e lo fa attraverso un provvedimento ad hoc. Il numero delle morti bianche ci obbligano a formare una commissione per la revisione delle norme del codice penale su questo tema. Ci possiamo accontentare dei soli profili sanzionatori? Non lo credo. Al profilo sanzionatorio va affiancato un profilo di prevenzione. Occorre fare di tutto affinché gli incidenti non accadano. Per questo serve un lavoro di squadra, le contrapposizioni tra le parti non aiutano. Servono adempimenti premianti. Se l’impresa che adotta il modello 231 e che rispetta fondamentali adempimenti per la sicurezza risponderà penalmente solo di colpa grave. La situazione va cambiata. Grazie al gioco di squadra riusciremo a migliorare i numeri attuali che non sono confortanti”.
"I porti - ha affermato il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco - sono un sistema complesso e la sicurezza diventa un momento fondamentale. Lavoriamo ad iniziative con i VVF e le capitanerie dei porti, soprattutto nella direzione della prevenzione. Fondamentale l’attività di prevenzione incendi, in particolar modo il lavoro dei professionisti anticendio iscritti negli appositi elenchi".
(Adnkronos) - Contro i rischi del caldo che sta tormentando l'Italia, arriva il decalogo del ministero della Salute, "una serie di semplici abitudini comportamentali e misure di prevenzione" che "possono contribuire a ridurre notevolmente le conseguenze nocive delle ondate di calore". Dieci regole in grado di "limitare l'esposizione alle alte temperature - spiega il dicastero - facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione, ridurre i rischi nelle persone più fragili (persone molto anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli".
Ecco allora i 10 comandamenti salva-salute:
1) Non uscire nelle ore più calde. Durante un'ondata di calore, evitare l'esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata (tra le 11 e le 18).
2) Migliorare l'ambiente domestico e di lavoro. La misura più semplice è la schermatura delle finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell'aria. Efficace è l'impiego dell’aria condizionata, che tuttavia va usata con attenzione, evitando di regolare la temperatura a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. Una temperatura tra 25-27°C con un basso tasso di umidità è sufficiente a garantire il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici rispetto all'esterno. Da impiegare con cautela i ventilatori meccanici, che accelerano il movimento dell'aria, ma non abbassano la temperatura ambientale; per questo il corpo continua a sudare. E' perciò importante continuare ad assumere grandi quantità di liquidi. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l'uso del ventilatore è sconsigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo. Non vanno mai indirizzati direttamente sul corpo, in particolare nel caso di persone anziane allettate o con limitata autonomia.
3) Bere molti liquidi. Bere molta acqua e mangiare frutta fresca è una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo. Soprattutto per gli anziani è necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Esistono tuttavia particolari condizioni di salute (come l'epilessia, le malattie del cuore, del rene o del fegato) per le quali l'assunzione eccessiva di liquidi è controindicata. Se si è affetti da qualche malattia, è necessario consultare il medico prima di aumentare l'ingestione di liquidi. E' necessario consultare il medico anche se si sta seguendo una cura che limita l'assunzione di liquidi o ne favorisce l'eliminazione.
4) Moderare l'ìassunzione di bevande contenenti caffeina, evitare bevande alcoliche.
5) Fare pasti leggeri: la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo.
6) Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche). All'aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri Uv. Particolare attenzione ai bambini.
7) In auto, ricordarsi di ventilare l'abitacolo prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione. In questo caso, regolare la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori alla temperatura esterna, evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri. Se ci si deve mettere in viaggio, evitare le ore più calde della giornata (specie se l'auto non è climatizzata) e tenere sempre in macchia una scorta d'acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi.
8) Evitare l'esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, se si fa attività fisica, bisogna bere molti liquidi. Per gli sportivi è importante a inizio stagione adattarsi progressivamente al caldo con sessioni di allenamento di intensità e esposizione crescenti. Essenziali sono una adeguata idratazione e alternare le sessioni di allenamento con pause in luoghi rinfrescati e, se necessario, compensare la perdita di elettroliti con gli integratori.
9) Offrire assistenza a persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli, i lattanti etc.) e segnala ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento. Negli anziani un campanello di allarme è la riduzione di alcune attività quotidiane (spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi) che può indicare un peggioramento dello stato di salute. Controlla la temperatura corporea dei lattanti e bambini piccoli, abbassandola con una doccia tiepida e quando possibile aprire il pannolino.
10) Dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarla in una zona ombreggiata. "E' importante seguire le raccomandazioni per proteggersi dal caldo - ricorda il ministero della Salute - In particolare gli operatori socio-sanitari devono seguire alcuni accorgimenti, in quanto vanno incontro, più frequentemente delle altre persone, a disturbi caldo-correlati: è importante, quindi, che questi lavoratori comincino a rinfrescarsi e idratarsi già prima del turno di lavoro".
Leggi tutto: Caldo, le 10 regole salva-salute: ecco il decalogo anti rischio del ministero
(Adnkronos) - E' iniziato attorno alle 11 a Villa Doria Pamphilj, a Roma, il vertice 'Il Piano Mattei per l'Africa e Global Gateway: uno sforzo comune con il continente africano'. Il summit è co-presieduto dalla premier Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La presidente del Consiglio e von der Leyen hanno accolto i leader africani e le delegazioni ospiti arrivate alla spicciolata. Ai lavori partecipano l'amministratore delegato di Africa Finance Corporation Samaila Zubairu; il presidente della Banca Africana di Sviluppo Akinwumi Adesina; il presidente del Gruppo Banca Mondiale Ajay Banga; la direttrice esecutiva del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva; il ministro delle Finanze dello Zambia Hakainde Musokotwane; il ministro degli Affari Esteri dell'Angola Tète Antonio; il presidente della Commissione dell'Unione Africana Mahmoud Ali Youssouf; il primo ministro della Repubblica Democratica del Congo Judith Suminwa Tuluka; il vice presidente della Tanzania Philip Mpango.
Dopo la 'foto di famiglia', Meloni e von der Leyen hanno aperto il summit 11.35. Alle 13, quindi, il pranzo di lavoro. Alle 14.30 la cerimonia di scambio degli accordi, a cui partecipano anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso; la vice presidente della Bei Gelsomina Vigliotti; l'amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Dario Scannapieco; l'amministratore delegato di Sace Alessandra Ricci; l'amministratore delegato di Sparkle Enrico Maria Bagnasco e il presidente di Microsoft Brad Smith. Alle 15 le dichiarazioni congiunte alla stampa di Meloni, von der Leyen e Mahmoud Ali Youssouf.
"La nostra intenzione è offrire risposte concrete'. L'approccio messo in campo dall'Italia è chiaro, è un cambio di metodo dei rapporti con l'Africa'', ha detto la premier Meloni aprendo i lavori al vertice.
''Noi crediamo che l'Africa sia un continente nel quale si gioca il nostro futuro. Pensiamo che rafforzare l'Africa significhi rafforzare anche l'Europa e costruire insieme le condizioni di una stabilità comune', ha continuato la premier.
''Rispetto, responsabilità e visione''. Questo è ''l'approccio che l'Italia ha messo in campo'', si tratta di un approccio ''chiaro": un ''cambio di metodo nei rapporti tra Europa e Africa. Sono fiera che l'Italia abbia partecipato", le parole della premier.
"Oggi - ha esordito Meloni - la nostra intenzione è quella di offrire risposte concrete alle priorità espresse dalle strutture strategiche come il corridoio di Lobito", che "collegherà l'Occidente all'Oriente del continente africano. Penso a connessioni digitali sicure e moderne, con il cavo Blue- Raman, che si proietterà verso l'Africa. Penso a una promozione etica delle opportunità che vengono dall'intelligenza artificiale, con il Centro sull'intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile'', inaugurato a Roma "questa mattina, insieme anche al rilancio delle filiere agricole locali con investimenti sulla trasformazione del caffè, sull'agricoltura sostenibile".
''Non si tratta - ha precisato Meloni - di iniziative calate dall'alto, si tratta di progetti concreti che sono nati dal dialogo, che sono nati dalla volontà di creare sviluppo duraturo assieme ai nostri partner africani''.
''A 18 mesi dal vertice Italia-Africa, organizzato a Roma in apertura della presidenza italiana nel G7, abbiamo costruito un percorso che ci porta oggi a risultati concreti e significativi. Consolidiamo un modello che è partito dall'ascolto e si è tradotto in strumenti operativi, in risorse mobilitate, in nuove e concrete opportunità anche per le nostre imprese, incluse pmi'', ha detto.
Il Piano Mattei "è un esempio perfetto di come diamo forma insieme al Global Gateway", ha poi dichiarato la presidente della Commissione europea von der Leyen aprendo il summit.
Ringraziando l'Italia "per aver messo la cooperazione con l'Africa al centro della nostra azione", la leader Ue sottolinea come il Piano Mattei rientri nel più ampio programma di investimenti europeo Global Gateway, dal valore di 300 miliardi di euro, di cui 150 indirizzati all'Africa. L'evento, continua, "è Team Europe all'opera, ed è lavoro di squadra con l'Africa che stiamo mostrando oggi", nel solco della "visione comune" che Ue e Africa condividono.
Global Gateway rappresenta "un'agenda di investimenti che combina capitale pubblico con quello privato e le istituzioni finanziarie internazionali", ha spiegato la presidente dell'esecutivo Ue, aggiungendo che nel corso dell'evento saranno conclusi "diversi accordi molto importanti che porteranno capitale privato in Africa e creeranno un impatto tangibile sul campo".
Focus della giornata sono gli investimenti in infrastrutture e sviluppo sostenibile, l'energia pulita e la creazione di corridoi economici moderni, anticipa von der Leyen, sottolineando che l'Africa possiede"un'abbondanza di risorse" e che mancano le infrastrutture, primo target degli investimenti europei. L'agenda prevede anche il collegamento dei mercati digitali di Ue e Paesi africani e il rafforzamento della catena del valore alimentare, nonché la formazione "per sviluppare le competenze delle persone nella regione".
L'obiettivo è trasformare "la nostra visione comune in realtà" attraverso un approccio concreto: "Abbiamo un'idea comune di dove vogliamo andare. Oggi si tratta di implementare, metterla in strada, farla accadere", ha concluso la presidente dell'esecutivo Ue, esprimendo soddisfazione per la collaborazione con l'Italia e i partner africani e sottolineando come l'iniziativa rappresenti un modello di cooperazione multilaterale nel settore degli investimenti per lo sviluppo.
Leggi tutto: Piano Mattei, Meloni apre il summit a Roma: "Rafforzare Africa per rafforzare Europa"
(Adnkronos) - Gennaro Gattuso è l’allenatore preferito della nazionale di calcio per la stragrande maggioranza degli italiani: secondo il sondaggio realizzato da Izi, azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche, la scelta che vede l’ex centrocampista alla guida degli azzurri convince il 75% degli intervistati (I DATI).
Le alternative sono Claudio Ranieri che convince il 27% delle persone e Roberto Mancini con il 18%. Delude Luciano Spalletti indicato soltanto dal 9,3% degli intervistati come allenatore della nazionale.
Resta alta la fiducia che la nazionale italiana possa qualificarsi per i mondiali americani del 2026: per quasi il 65% dei tifosi di tutte le principali squadre gli azzurri parteciperanno alle gare.
“I risultati sono sorprendenti - dice Giacomo Spaini, Presidente e Ceo di Izi - la scelta di Gattuso convince un numero incredibilmente alto di italiani soprattutto se si considera che pochissimi esperti o giornalisti qualificati si sono espressi a favore di questa possibilità, è evidente il richiamo al famoso gruppo del 2006. È un elemento che conferisce a Gattuso un profilo da sergente di ferro che convince gli italiani, senza distinzioni di appartenenza alle maggiori squadre italiane, tranne forse per quelli della Roma Inossidabile la fiducia in Ranieri e ok anche al richiamo di Mancini, tra le altre alternative come ct, mentre Spalletti delude per la gestione deficitaria dei risultati e nel riconoscimento dei tifosi, solo il 9 per cento è per tenerlo. Altra faccenda riguarda la speranza arrivare ai mondiali: nonostante sia complicato l’approdo negli Usa, gli italiani mantengono una fiducia incrollabile che la tradizione abbia la meglio”.
(Adnkronos) - Metalmeccanici in piazza oggi in molte città d'Italia, nella giornata di sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm per chiedere la riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto del settore.
“La Cisl è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, in sciopero oggi per rivendicare il fondamentale diritto a contrattare le proprie condizioni di lavoro. Federmeccanica riconvochi subito il tavolo negoziale, ristabilendo le condizioni per una trattativa costruttiva e responsabile, verso un rinnovo che faccia progredire adeguatamente tutele, welfare, diritti e salari. Una sfida che riguarda non solo le parti sociali, ma anche la capacità del sistema industriale italiano di valorizzare il lavoro, puntare sull’innovazione, costruire coesione. Continuare a ignorare questa domanda di giustizia e partecipazione significa frenare coesione e sviluppo”, scrive sui social la leader Cisl Daniela Fumarola.
I lavoratori emiliani stanno manifestando in tangenziale a Bologna, mentre gli operai marchigiani presidiano il porto di Ancona. ‘Senza il contratto, il Paese si blocca’ è lo slogan con cui le tute blu chiedono la riapertura della trattativa.
“Queste azioni di protesta evidenziano la forte partecipazione dei lavoratori e il messaggio chiaro che intendono trasmettere: il Paese si ferma se Federmeccanica, Assital e Unionmeccanica non riaprono le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici. I lavoratori chiedono un aumento certo del salario, la riduzione dell'orario di lavoro e maggiori certezze per le lavoratrici e i lavoratori precari”, si legge in una nota inviata dalla Fiom, che avverte: “Nelle prossime ore, sono previste ulteriori iniziative in tutta Italia, a dimostrazione che la mobilitazione dei metalmeccanici è solo all'inizio e che la richiesta di un contratto equo e giusto è più forte che mai”.
Anche a genova si è registrata una forte partecipazione dei lavoratori, che hanno risposto con determinazione alla mobilitazione promossa contro quello che i sindacati giudicano un atteggiamento di chiusura di Federmeccanica e Assistal sul rinnovo del contratto collettivo nazionale.
"Quaranta ore di sciopero per riconquistare il contratto nazionale dei metalmeccanici. È dal 1997 che non accade di arrivare a questo tipo di scontro con Federmeccanica", dice il segretario generale della Fiom-Cgil di Genova Stefano Bonazzi, questa mattina alla manifestazione dei metalmeccanici partita alle 9 da Cornigliano. "Oggi i metalmeccanici genovesi, con la loro consueta forza e determinazione scioperano per riconquistare quel contratto nazionale - continua Bonazzi - Questi scioperi a oggi hanno rotto il fronte di Federmeccanica con i grandi gruppi che si sono espressi per la riapertura della trattativa, ma a oggi non siamo ancora alla riapertura del tavolo. Questo significa che questo sciopero serve per dare un'ulteriore spallata, per dare risposte chiare ai metalmeccanici che sono il salario in primis, visto l'aumento dell'inflazione degli ultimi anni e visto lo stato dei salari in Italia, e poi altri elementi legati a diritti, sicurezza e riduzione degli orari di lavoro".
“È passato un anno dalla scadenza del contratto – dichiara Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl, presente a Genova durante il corteo – ma Federmeccanica continua a dimostrare, con rifiuti incomprensibili, di non voler riaprire la trattativa. In questo modo tiene in ostaggio un milione e mezzo di lavoratori metalmeccanici in tutta Italia e frena la ripresa produttiva. È un atteggiamento irresponsabile e inaccettabile”.
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(Adnkronos) - L'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) è la società scientifica italiana che produce il maggior numero di linee guida. Sono 39 quelle che portano la firma di Aiom, inserite nel Sistema nazionale Linee guida dell'Istituto superiore di sanità. Si tratta di documenti scientifici fondamentali per la pratica clinica di migliaia di specialisti e per garantire l'appropriatezza. Supportano le decisioni dei clinici, riducendo le differenze territoriali nell'assistenza e migliorando la qualità di vita dei pazienti. Le linee guida Aiom sono state stilate con l'impegno di circa 950 professionisti e il coinvolgimento di 75 diverse società scientifiche. Dal 2013 a oggi, in totale sono stati scaricati dal sito aiom.it oltre 4 milioni e 300mila documenti in pdf. Alle linee guida è dedicata la 23esima Conferenza nazionale Aiom, che si apre oggi a Bologna.
"Le linee guida - spiega Francesco Perrone, presidente Aiom - mirano a uniformare la pratica clinica, producendo raccomandazioni basate sull'evidenza scientifica, per favorire un approccio omogeneo e di alta qualità in tutto il territorio. Nel 2024, in Italia, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di cancro, cioè oltre 1.000 ogni giorno. E' fondamentale, per gli specialisti, avere a disposizione strumenti che favoriscano l'appropriatezza dei trattamenti e degli esami diagnostici e strumentali, anche alla luce del continuo incremento dei costi delle cure anticancro. L'aumento dei guariti e dei pazienti cronici rappresenta un successo dell'oncologia, dall'altro lato però va affrontata la crescita della domanda di assistenza. Per garantire la sostenibilità del sistema, è opportuno evitare l'eccessiva frammentazione con unità di cura dedicate a singole neoplasie. Ci confrontiamo ogni giorno con i problemi legati alla mancanza di risorse e personale. Ecco perché non sono sostenibili modelli organizzativi dedicati a patologie d'organo". Terapie sempre più efficaci hanno portato a grandi risultati in termini di sopravvivenza per molte neoplasie. In Italia oggi vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore. Quindici anni fa, nel 2010, erano 2,6 milioni. "Anche per questo - continua Perrone - abbiamo deciso di realizzare una linea guida specifica, dedicata proprio ai 'lungoviventi', in cui affrontiamo anche i temi della gestione della fatigue, dei disturbi del sonno o della sessualità. E' importante che gli oncologi si interessino alle conseguenze non solo fisiche, ma anche psicosociali, legate alla diagnosi di tumore, che hanno un forte impatto sulla qualità di vita".
"Aiom mette a disposizione dei clinici e delle istituzioni strumenti che mirano ad aumentare l'uniformità delle scelte cliniche e l'appropriatezza - afferma Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - Ovviamente, con poche risorse e carenza di personale, diventa molto difficile tradurre in maniera ottimale nella pratica clinica le raccomandazioni contenute nelle linee guida. Il rischio è che quanto scritto resti solo sulla carta. Aiom ha sempre creduto in questi documenti, che hanno un valore formativo per tutti gli specialisti coinvolti. Non solo. Permettono di ridurre le disparità territoriali nelle cure, anche rispetto a scelte strategiche perché oggi, in molti casi, servono approcci integrati nella malattia in stadio precoce".
"Un esempio emblematico - sottolinea Di Maio - è quello relativo alla terapia neoadiuvante, cioè prima dell'intervento chirurgico. Ci sono tumori, come quello dello stomaco e della vescica, dove da anni le linee guida contengono una raccomandazione forte sull'efficacia della chemioterapia pre-operatoria, ma nonostante ciò l'applicazione concreta di questo approccio in Italia non è stata finora sempre ottimale in tutte le realtà. Oggi, inoltre, vi è la chiara evidenza dell'importanza del trattamento preoperatorio anche in altri tumori, ad esempio nel carcinoma del polmone, grazie alla chemioimmunoterapia. La discussione multidisciplinare sull'opportunità di questo approccio deve avvenire prima dell'intervento chirurgico. Alcune raccomandazioni, pertanto, riguardano scelte cliniche che, quando non prese in considerazione, corrispondono a una perdita di chance per il paziente. Le linee guida contribuiscono a fare cultura all'interno dei gruppi multidisciplinari e a promuovere un cambiamento organizzativo e scientifico del rapporto tra gli specialisti, che può migliorare la storia naturale della malattia e la pratica clinica".
"Le linee guida inserite nel sistema nazionale devono essere aggiornate ogni 2 anni e hanno valore legale - continua Perrone - Quando il gruppo di esperti esprime una raccomandazione, vengono scelti gli endpoint, cioè i risultati, in cui può rientrare, ad esempio, anche la qualità di vita. Negli ultimi anni la comunità oncologica ha mostrato sempre più interesse a questo tema, che spesso è incluso tra le evidenze". Alle tradizionali linee guida Aiom di patologia, si affiancano numerosi documenti su argomenti 'trasversali', ricordano gli oncologi. Ad esempio sono state realizzate, tra le altre, linee guida sulla cardio-oncologia, sul supporto nutrizionale, sulla vaccinazione dei pazienti oncologici, sulla preservazione della fertilità e sull’assistenza psico-sociale.
Tra gli aspetti critici affrontati nella 23esima Conferenza nazionale Aiom c'è anche il ruolo dei dati provenienti dalla pratica clinica quotidiana, la 'real world evidence', per le linee guida. "Gli studi clinici randomizzati, utilizzati per l'approvazione dei nuovi farmaci - sottolinea Perrone - non possono coprire tutti gli aspetti, le comorbilità o le sotto-popolazioni. Da qui la complementarità con gli studi 'real world', condotti su pazienti della pratica clinica quotidiana, non selezionati. Queste sperimentazioni sono le uniche in grado di produrre dati sull'intero percorso assistenziale, a partire dagli aspetti organizzativi e gestionali del paziente, che non sono colti nei trial registrativi. L'Europa sta progressivamente andando verso un utilizzo più frequente della real world evidence. Servono politiche che prevedano procedure di rimborso vincolate alla produzione di evidenze di real world, perché consentirebbero alle società scientifiche di definire meglio le linee guida, migliorando la loro capacità di informare i clinici, i pazienti e le istituzioni sull'efficacia e la qualità del trattamento".
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(Adnkronos) - Paola Cortellesi sarà la presidente della giuria del Concorso della 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma 2025, in programma dal 15 al 26 ottobre all'Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della Capitale. Lo annuncia il presidente della Fondazione Cinema per Roma, Salvatore Nastasi, su proposta della Direttrice Artistica, Paola Malanga.
Paola Cortellesi torna alla Festa di Roma dopo lo straordinario successo di 'C’è ancora domani', pluripremiato film che ha segnato il suo esordio alla regia nel 2023: il titolo si è aggiudicato il Premio speciale della giuria, il Premio del pubblico e la Menzione Speciale Miglior Opera Prima Bnl Bnp Paribas, divenendo poi uno dei maggiori successi di pubblico dell’intera storia del cinema italiano.
“Sono onorata di essere stata chiamata a presiedere la giuria della Festa del Cinema di Roma – dichiara Paola Cortellesi – Un festival che negli anni ha saputo costruire un’identità forte e coinvolgente, diventando un punto di riferimento per il cinema italiano e internazionale e a cui mi lega una profonda gratitudine. Ringrazio il Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Salvatore Nastasi, e la Direttrice Artistica, Paola Malanga, per la fiducia e per questo invito che accolgo con senso di responsabilità e grande entusiasmo".
"Inauguriamo la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma con un annuncio che ci rende molto orgogliosi – dice Salvatore Nastasi – Paola Cortellesi sarà una presidente di giuria autorevole e competente e la ringrazio di cuore per aver accettato il nostro invito”.
"Dopo Marjane Satrapi, Gael García Bernal e Pablo Trapero, il Concorso della Festa del Cinema vedrà un altro straordinario Presidente di giuria come Paola Cortellesi – spiega Paola Malanga – È per noi motivo di grande soddisfazione accoglierla nuovamente alla Festa dopo aver ospitato, come film di apertura, C’è ancora domani, il suo folgorante esordio alla regia, diventato anche un successo internazionale, accolto con entusiasmo in tutto il mondo. Paola Cortellesi è un’artista di grande sensibilità e di eccezionale talento: siamo certi che il suo sguardo attento, profondo, innovativo, costituisca una splendida garanzia per tutti i film che comporranno il Concorso di questa ventesima edizione".
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(Adnkronos) - "Più di metà degli annegamenti nelle piscine riguarda i bambini fino a 12 anni. E in generale, delle circa 330 persone che muoiono in media ogni anno per questo motivo, il 12% ha meno di 18 anni". Lo sottolinea il secondo rapporto - in via di pubblicazione - dell'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione. In occasione della sua prossima pubblicazione, e in previsione delle vacanze estive, periodo durante il quale si registra il picco di incidenti, l'Istituto superiore di sanità (Iss) lancia insieme a 9 Regioni un video con i consigli per i genitori, che in molti casi commettono errori nella sorveglianza basandosi su false convinzioni. Nel video un pesciolino chiamato Salvo spiega ai genitori cosa fare per prevenire gli incidenti. Il video sarà diffuso sui canali social dell'Iss e delle Regioni che hanno aderito al progetto.
"Instaurare un corretto rapporto con l'acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi che inevitabilmente sono connessi a questo elemento - afferma Andrea Piccioli, direttore generale dell'Istituto superiore di sanità - Uno speciale ringraziamento va alle Regioni perché insieme a loro possiamo aumentare la diffusione di questa campagna e promuovere una prevenzione più efficace". Il rapporto raccoglie dati di diversa provenienza, tra cui i database dell'Istat e un'indagine condotta dall'Iss attraverso l'analisi degli articoli sugli incidenti da annegamento sui diversi media nazionali.
Gli annegamenti nei bambini. "In Italia - riporta l'Iss - muoiono ogni anno per annegamento in media circa 328 persone, di tutte le età. Nei 5 anni dal 2017 al 2021 (dati Istat), sono morte per annegamento 1.642 persone. Di queste, il 12,5% (ovvero 206) aveva un'età dagli 0 ai 19 anni. Si tratta di circa 41 decessi ogni anno che riguardano bambini o ragazzi adolescenti, con i maschi che rappresentano un cospicuo 81% di tutte le mortalità per annegamento in età pediatrica. Il tasso di mortalità è di 0,4/100.000 abitanti. I casi aumentano con l'aumentare dell'età, anche se non in maniera lineare (la fascia di età 1-4 anni presenta più casi di quella 5-9 anni), fino ad arrivare agli adolescenti, che da soli coprono il 53,4% di tutti gli annegamenti da 0 a 19 anni. Nella quasi totalità dei casi, il bambino - che non sa nuotare - annega perché sfuggito all'attenzione dei genitori, cade in acqua o finisce, giocando in acqua, nell'acqua fonda".
A nche le piscine domestiche hanno contribuito a elevare il numero di incidenti e di annegamenti, e il 53% degli annegati nelle piscine sono bambini fino a 9 anni. "L'acqua, anche quando è una pozza d'acqua o 'uno stagno', esercita un'attrazione fatale su qualsiasi bambino - sottolinea Fulvio Ferrara, che ha curato il rapporto - Nelle piscinette gonfiabili il rischio che un bambino piccolo, che ha da poco cominciato a camminare, si rovesci dentro è molto elevato. Dobbiamo ricordare qui che un bambino caduto in acqua scomparirà dalla vista entro 20 secondi".
Gli errori e le false credenze. "Negli articoli è frequente la locuzione 'il bambino/a è sfuggito/a al genitore', che lo ha perso di vista per pochi istanti. Una delle cause più comuni di annegamento infantile è proprio la mancata o inadeguata supervisione da parte degli adulti. In uno studio riportato nel rapporto Iss, questi ammettevano, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all'acqua, di aver parlato con altri (38%), di dover sorvegliare un altro bambino, di essere occupati a leggere (18%), di mangiare (17%) e/o di parlare al telefono (11%). Tra i genitori di bambini tra 0 e 12 anni, quasi la metà (48%) credeva erroneamente che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se si fosse trovato in difficoltà in acqua. Inoltre il 56% credeva che un bagnino, se presente, fosse la persona principale responsabile della supervisione del proprio bambino, e il 32% ha riferito di lasciare il proprio bambino completamente incustodito in una piscina per 2 minuti o più".
I consigli per limitare gli incidenti in acqua. "Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza; evitare di immergersi in caso di mare mosso o in prossimità di specchi d'acqua dove sono presenti correnti di ritorno; è essenziale essere consapevoli delle condizioni del mare prima di immergersi; osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti. Questo può aiutare a identificare zone pericolose e comportamenti da evitare; sorvegliare sempre in maniera continuata i bambini in acqua o in prossimità di un qualsiasi specchio d'acqua soprattutto nelle piscine domestiche o private; educare i bambini all'acquaticità fin da piccoli. Insegnare loro a nuotare e a comportarsi in acqua in modo sicuro può ridurre in maniera significativa il rischio di incidenti; evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un'esposizione prolungata al sole; evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata", conclude l'Iss.
(Adnkronos) - Antonello Venditti insieme a Claudio Ranieri, durante un concerto alle Terme di Caracalla a Roma. Nel corso dell'ultima serata, il cantautore romano ha ospitato sul palco l'ex allenatore della Roma e oggi senior advisor del club giallorosso per la chiusura dello show. Ranieri ha salutato il pubblico, abbracciando poi Venditti sulle note di "Grazie Roma".
Claudio Ranieri, che pochi giorni fa ha presentato il nuovo tecnico della Roma Gian Piero Gasperini, ha abbracciato il cantautore romano (amico e come lui grande tifoso romanista) prima della chiusura del concerto. Tra gli applausi del pubblico "di casa", sempre più innamorato dell'ex tecnico dopo il rifiuto della Nazionale per onorare la promessa fatta al club e ai suoi tifosi. La Roma, intanto, sta continuando la pianificazione per la prossima stagione: poche ore fa è stato ufficializzato il ritorno di Frederic Massara come direttore sportivo.
(Adnkronos) - Novità di rilievo per l'oculistica italiana: Ocuclick™, la siringa preriempita per iniezioni intravitreali di aflibercept 8 mg (114,3 mg/ml), ha ottenuto la rimborsabilità nel nostro Paese. Approvato dall'europea Ema nel settembre 2024, il dispositivo rappresenta un passo avanti concreto nella gestione delle patologie retiniche, offrendo maggiore praticità, precisione e sicurezza durante il trattamento. Lo comunica Bayer, da anni leader nell'oftalmologia e impegnata a sviluppare soluzioni sempre più centrate sul paziente.
Aflibercept 8 mg - riferisce una nota - è un farmaco indicato per la degenerazione maculare neovascolare legata all'età (nAmd) e per l'edema maculare diabetico (Dme), due patologie che testimoniano la presenza di un'esigenza clinica non ancora soddisfatta. Ocuclick™ è progettata per ottimizzare la somministrazione di aflibercept 8 mg, semplificando la procedura rispetto al flaconcino tradizionale. Il dispositivo preriempito, sterile e monodose, riduce i passaggi preparatori e migliora la praticità d'uso per il medico, consentendo una somministrazione più rapida e precisa. "Alla base dello sviluppo di Ocuclick™ c'è un elemento distintivo: il dispositivo è stato progettato a partire dall'ascolto diretto dei bisogni dei medici e dalla loro esperienza quotidiana nella somministrazione delle iniezioni intravitreali", dichiara Simona Gatti, dell'area Medical di Bayer Italia.
Un approccio concreto - si legge - che ha permesso a Bayer di rispondere in modo concreto alle reali esigenze della pratica clinica in ambito oftalmologico. L'obiettivo, sin dall'inizio, è stato quello di offrire uno strumento in grado di semplificare e ottimizzare l'esperienza terapeutica, migliorando al tempo stesso l'operatività dei professionisti sanitari e il comfort dei pazienti. Nell'ultimo anno, aflibercept 8 mg ha segnato importanti traguardi nel trattamento delle malattie oculari. Dopo aver ottenuto l'approvazione della Fda negli Stati Uniti nell'agosto 2023 e dell'Ema in Europa nel gennaio 2024, l'Agenzia italiana del farmaco Aifa ne ha autorizzato la rimborsabilità nell'ottobre 2024. A conferma del suo profilo terapeutico avanzato, aflibercept 8 mg ha recentemente ricevuto anche il parere favorevole del Chmp per l'estensione dell’intervallo di trattamento fino a 6 mesi, offrendo una maggiore sostenibilità nella gestione a lungo termine della terapia. In questo contesto di evoluzione terapeutica e organizzativa, l'introduzione di Ocuclick™ nel sistema rimborsabile nazionale rappresenta un ulteriore progresso: uno strumento pensato per semplificare i processi, ridurre il carico gestionale per le strutture sanitarie, integrandosi pienamente in un percorso sempre più efficiente e centrato sulla persona.
"Questa siringa preriempita - commenta Paolo Lanzetta, professore ordinario di Oftalmologia presso l'Università di Udine - consente una procedura più rapida e precisa. L'arrivo di questo dispositivo, dunque, aggiunge un ulteriore elemento di valore: semplifica la pratica clinica. Tutto questo rappresenta una tappa importante nella modernizzazione dell'oculistica, garantendo ai pazienti un accesso più ampio e semplificato a terapie di alta efficacia per la vista".
"In Bayer lavoriamo costantemente per sviluppare soluzioni che migliorino concretamente la vita dei pazienti e supportino i medici nella loro pratica quotidiana. La rimborsabilità di Ocuclick™ - conclude Gatti - conferma il nostro impegno continuo nel mettere a disposizione strumenti innovativi, capaci di unire efficacia terapeutica e semplicità d'uso, per una gestione sempre più centrata e sostenibile delle patologie oculari".
Leggi tutto: Maculopatie, nuova siringa preriempita disponibile anche in Italia
(Adnkronos) - Un'Europa che "si muove in modo determinato e unito". Per Lia Quartapelle, parlamentare Pd e vicepresidente della Commissione esteri della Camera, questa è l'unica strada possibile tra conflitto in Ucraina, il caos in Medio Oriente e Donald Trump che "considera l’Europa una seccatura, se non un parassita". Uno scenario, dice la deputata dem interpellata dall'Adnkronos, in cui "il rafforzamento delle capacità di difesa del nostro continente" è inevitabile e il piano ReArm ne rappresenta "un primo passo". In questi mesi "si deciderà come fare la difesa comune europea" ed è "importantissimo che i socialisti europei, e quindi il Pd, prendano parte a questa discussione". Bene quindi, osserva, che il Pd non abbia aderito alla manifestazione contro il riarmo di domani a Roma. "Dobbiamo essere coerenti con il nostro impegno a partecipare alla definizione di una difesa europea. Chi ci va, lo fa a titolo personale".
Onorevole Quartapelle, nuovo fronte in Medio Oriente con l'attacco di Israele all'Iran e Donald Trump sembra intenzionato a entrare in guerra. Ci troviamo di fronte al rischio concreto di una pericolosa escalation?
"E’ molto difficile prevedere il comportamento di Donald Trump. C’è però una questione di fondo: mettere continuamente non solo la comunità internazionale ma anche il proprio blocco geopolitico di riferimento di fronte al fatto compiuto, ci sta consegnando a un mondo in cui chi ha la forza militare e la volontà di usarla lo fa senza tanti complimenti, per disegnarsi un ordine a proprio uso e consumo. Le conseguenze a lungo termine di questo modo di fare politica sono preoccupanti e bisogna assolutamente tornare a esercitare discernimento ed equilibrio, ricostruendo le alleanze necessarie per perseguire obiettivi geopolitici condivisi (come il proteggere il mondo dal rischio della proliferazione nucleare) ed evitare che il mondo sia un posto dove trionfa la legge della giungla, ovvero uno scenario in cui il più feroce e fulmineo impone la sua logica su ogni altra traiettoria disegnata con saggezza e ponderazione. In uno scenario del genere, l’Europa ha solo da perdere".
Il G7 in Canada ha evidenziato una spaccatura con l'amministrazione Usa, compreso l'attacco via social di Trump a Macron. Che cosa possono fare l'Italia e l'Europa per evitare l'escalation? O forse ha ragione il cancelliere Merz quando dice che 'Israele sta facendo il lavoro sporco' per l'Occidente?
"In questo contesto, è significativo che il tentativo di mediazione con l’Iran avvenga a Ginevra per iniziativa dei ministri degli esteri di tre paesi europei, Germania, Francia e Regno Unito. Quando l’Europa si muove in modo determinato e unito, possono accadere fatti importanti. Come è già successo per iniziativa dei volenterosi che, dopo il disgustoso trabocchetto di Trump a Zelensky alla Casa Bianca, hanno aiutato l’Ucraina a presentarsi più forte per i negoziati con la Russia. Spero che l’iniziativa europea possa anche questa volta avviare un processo negoziale".
Al G7 in Canada si è evidenziata anche una distanza sul fronte del conflitto in Ucraina. Trump si è lamentato dell'esclusione della Russia dal G8 e non ha sottoscritto la dichiarazione finale: l'Europa è destinata a restare sola nella difesa di Kiev?
"Che l’invasione russa dell’Ucraina sia un problema europeo non lo si scopre al G7 in Canada nel 2025: è una questione europea geograficamente, storicamente e anche la soluzione deve essere una soluzione europea, cioè una soluzione giusta e sicura, che integra l’Ucraina nell’Unione europea il più velocemente possibile e che preveda il rafforzamento delle capacità di difesa del nostro continente. Il protagonismo di un’Europa matura è inevitabile. Tanto più che è dal giorno del suo insediamento che è chiaro che Trump considera la Russia un alleato e l’Europa una seccatura, se non un parassita".
Condivide il piano ReArm della presidente Von der Leyen? E' arrivato il momento che l'Europa si difenda da sola? Per l'Italia il tema è complesso visto il nostro deficit e ora al vertice Nato arriverà anche la richiesta di investire il 5% del Pil...
"La scelta del nome del piano non è stata una scelta felice, ma il contenuto del piano è il primo passo che serve per arrivare a una vera difesa europea. E’ in questi mesi che si decide come farla, la difesa europea. Con quali investimenti, per affrontare quali minacce, con quali risorse. E’ importantissimo quindi che i socialisti europei, e quindi il PD, prendendo parte a questa discussione per costruire una difesa più integrata possibile, trovando risorse europee per farlo. E senza dimenticare che, dopo l’adesione di Svezia a Finlandia alla NATO, il 97% della popolazione europea vive sotto l’ombrello dell’Alleanza transatlantica. Quindi, l’integrazione dei nostri sistemi di difesa avviene già lì".
Il tema riarmo è divisivo. Nel centrodestra ma anche nel fronte delle opposizioni e all'interno dello stesso Pd. Alcuni esponenti del suo partito sabato saranno alla manifestazione contro il riarmo, che ne pensa?
"Il Pd non aderisce alla manifestazione, e fa bene, perché dobbiamo essere coerenti con il nostro impegno a partecipare alla definizione di una difesa europea. Chi ci va, lo fa a titolo personale".
La politica estera è forse il fronte su cui sono più ampie le distanze tra le opposizioni. Un ostacolo per la coalizione a cui Elly Schlein lavora per le prossime politiche?
"L’anima del Pd è europeista. Partirei da questo, dai tanti passi avanti che l’Europa ha fatto insieme in questi anni, e da quelli che mancano, per darci un obiettivo come coalizione. Senza dimenticare che quando, nel 2019, abbiamo fatto un governo con il M5S, è accaduto perché loro, da posizioni euro-ostili e sfasciste, hanno cambiato idea, votando la presidenza di Ursula von der Leyen e diventando europeisti".
Nel centrodestra c'è stato un confronto, che per ora sembra arenato, sul terzo mandato. Se trovassero un accordo, oltre che per i governatori, si porrebbe il tema anche per i sindaci. Da lombarda le chiedo: sarebbe favorevole a un terzo mandato per il sindaco Sala?
"La questione del terzo mandato non può essere posta ad personam. Con tutto quello che succede a livello internazionale e nazionale, sarei colpita se la maggioranza si concentrasse sulla questione del terzo mandato". (Di Mara Montanari)
(Adnkronos) - Continua il trend al rialzo per i contagi di Covid in Italia, con 420 contagi segnalati dal 5 all'11 giugno, rispetto ai 334 registrati dal 29 maggio al 4 giugno. Sono i dati riportati nell'ultimo aggiornamento pubblicato sul sito del ministero del Salute, che indica un numero di decessi stabile: 7 morti nel periodo 5-11 giugno, 8 nei 7 giorni precedenti. Crescono i tamponi eseguiti in una settimana, da 23.512 a 25.390, e sale il tasso di positività: dall'1,4% all'1,7%. La regione con più casi è la Lombardia, che riporta 134 contagi contro i 93 della precedente rilevazione.
Un quadro in linea con quello descritto venerdì scorso dall'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha evidenziato nelle ultime settimane un lieve aumento della circolazione di Sars-CoV-2 in Europa, complice la nuova variante NB.1.8.1 o Nimbus.
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