
(Adnkronos) - Il cancro alla prostata è uno dei tumori maschili più frequenti: è la seconda neoplasia più comune tra gli uomini a livello mondiale e la più diffusa nei Paesi occidentali, con oltre 1,4 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno secondo i dati del Global Cancer Observatory. La malattia pone ai medici e ai pazienti anche una sfida aggiuntiva: la valutazione del rischio.
Se infatti la maggior parte dei casi si manifesta in forma indolente e a crescita lenta, circa il 20% evolve verso forme metastatiche e letali, e distinguere tra le due categorie di pazienti non è facile, segnalano gli esperti. Un nuovo studio italiano suggerisce che potrebbe essere l'architettura del Dna a svelare se si è in presenza di un caso a basso o ad alto rischio. Il team di ricercatori, sostenuto dalla Fondazione Airc, ha usato un approccio innovativo. E ha mostrato che, a partire da un'unica biopsia, sembra possibile identificare l'organizzazione tridimensionale del Dna nel nucleo cellulare. Un'informazione ritenuta preziosa per capire qualcosa di più sul 'destino' dei casi di cancro prostatico.
I numeri testimoniano l'urgenza di migliorare queste valutazioni e di conseguenza l'accesso dei pazienti alle terapie più giuste per loro: basti pensare che nella sola Ue la patologia colpisce circa 450mila uomini l'anno, mentre in Italia si registrano oltre 36mila nuovi casi annui, soprattutto sopra i 65 anni d'età.
L'attuale percorso diagnostico si basa sulla valutazione istologica di biopsie multiple, condotta solitamente a seguito di livelli elevati di Psa o di esami rettali, da parte dello specialista, dall'esito anomalo. Tuttavia la variabilità clinica e la multifocalità del tumore prostatico rendono difficile prevedere con precisione l'evoluzione della malattia, portando spesso al sovra-trattamento di pazienti con forme che col senno di poi si rivelano silenti, con un impatto negativo sulla qualità di vita.
Lo studio pubblicato su 'Nature Communications' è stato coordinato da Chiara Lanzuolo e Francesco Ferrari, ed è frutto della collaborazione tra il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), l'Ifom (Istituto Airc di oncologia molecolare), l'Ingm (Istituto nazionale di genetica molecolare) e l'Irccs Policlinico di Milano. "La forma della cromatina, cioè l'architettura del Dna e delle proteine che lo regolano, è da tempo riconosciuta come un indicatore dell'aggressività di diversi tipi di tumore - spiega Lanzuolo, ricercatrice Cnr e direttrice del laboratorio di 'Chromatin and Nuclear Architecture' all'Ingm - Noi ci siamo chiesti se alterazioni nell'organizzazione della cromatina dei tumori al momento della diagnosi potessero fornire informazioni prognostiche più accurate rispetto ai metodi tradizionali. Abbiamo inoltre scelto di studiare il tessuto intero per avere informazioni sul microambiente tumorale, che nel caso della prostata ha caratteristiche peculiari perché le cellule neoplasiche crescono in piccole masse disseminate in tutto l'organo".
Utilizzando la tecnologia '4f-SAMMY-seq', sviluppata nell'ambito di una collaborazione di lungo termine tra gli istituti, i ricercatori hanno analizzato campioni bioptici prelevati alla diagnosi, in collaborazione con gli urologi Giancarlo Albo e Manuele Montanari del Policlinico di Milano. Il metodo ha rivelato che i campioni di controllo mostrano un'organizzazione conservata della cromatina, mentre i campioni tumorali presentano alterazioni specifiche per ogni paziente.
"Analizzando l'organizzazione della cromatina dei tumori - illustra Ferrari, direttore del laboratorio di Genomica computazionale di Ifom e ricercatore del Cnr - sono stati identificati due sottotipi distinti. Uno è caratterizzato da un basso grado di riorganizzazione della cromatina, mentre l'altro mostra un elevato riassetto del genoma. Successivamente, integrando tecniche di biochimica, biologia molecolare e bioinformatica, è emerso un paradosso inaspettato: il sottotipo con alterazioni più estese nell'organizzazione del genoma è associato a una prognosi più favorevole".
"Abbiamo deciso - prosegue Lanzuolo - di mettere a confronto i due sottotipi tumorali per identificare una firma molecolare in grado di predire il decorso clinico dei pazienti. La firma individuata consiste di 18 geni e può rappresentare uno strumento concreto per la stratificazione del rischio. Abbiamo validato tale firma con i dati, contenuti in database internazionali e relativi a oltre 900 pazienti, confermando la solidità del nostro approccio". Questo studio, aggiungono Ferrari e Lanzuolo, "è stato possibile grazie a una collaborazione di lungo corso tra i nostri gruppi di ricerca, e grazie alle sinergie stabilite tra i nostri istituti. Questo ha consentito di costituire un team realmente interdisciplinare di ricercatori che hanno costruito nel tempo i tasselli di conoscenza necessari a raggiungere il risultato". Oltre a distinguere i tumori a basso rischio da quelli aggressivi, i risultati hanno anche evidenziato differenze nell'attività di geni chiave per la crescita tumorale.
Le informazioni che emergono dal lavoro, riflettono Lanzuolo e Ferrari, "aprono prospettive concrete per la medicina di precisione nel tumore prostatico. Se validata in ulteriori studi preclinici e clinici con i pazienti, la firma molecolare identificata potrebbe essere implementata nella pratica clinica. Potrebbe così aiutare urologi e oncologi a distinguere già alla diagnosi i tumori a basso rischio da quelli destinati a progredire, guidando decisioni terapeutiche sempre più precise e mirate e riducendo il rischio di sovra-trattamento. Le prossime ricerche si concentreranno sui pazienti già sottoposti a trattamenti farmacologici, con l'obiettivo di identificare chi può beneficiare maggiormente delle terapie disponibili e portare, potenzialmente, all'implementazione di questo test diagnostico nella pratica clinica".
Gli autori, oltre a ringraziare Fondazione Airc per il sostegno a uno studio che "rappresenta un esempio concreto di come la ricerca italiana possa contribuire al progresso della medicina di precisione", citano anche "i giovani ricercatori Valentina Rosti, Giovanni Lembo e Cristiano Petrini" per il "ruolo cruciale" avuto "nel garantire il successo dello studio". Studio che, interviene Rosti (borsista Cnr e autrice co-corresponding dell'articolo), è stato "un vero percorso di crescita. E' stato motivante lavorare fianco a fianco con medici e bioinformatici in un progetto così interdisciplinare e contribuire a una ricerca che può avere un impatto concreto sulla vita dei pazienti".
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Giudice Tempio Pausania decide nell'udienza dell'11 dicembre... (Adnkronos) - "La sera dell’8 dicembre 2021 ero in casa con un’amica, la mia ex compagna mi ha suonato alla porta e appena entrata ha iniziato a fare una scenata, ha cominciato a distruggere tutto quello che ho a casa, portafotografie, bicchieri. Ero disperato, cercavo di contenere la sua furia ma non l’ho colpita". Lo ha detto Enrico Varriale, sentito oggi in aula nel processo che lo vede imputato di stalking e lesioni personali aggravate nei confronti di una ex compagna. I fatti risalgono al periodo fra dicembre 2021 e febbraio 2022.
Secondo l’accusa, il giornalista televisivo, già condannato lo scorso giugno a 10 mesi, pena sospesa per le accuse di stalking e lesioni nei confronti della sua ex, "con condotte reiterate di minaccia e molestia avrebbe aggredito fisicamente la compagna in casa fino a farle perdere i sensi e causandole lesioni". Al giornalista viene contestato inoltre di aver contattato la vittima anche con "numeri anonimi, cercando di carpire notizie anche attraverso il controllo dei profili social".
Oggi Varriale si è difeso in aula dicendo di non aver mai minacciato né picchiato la donna, con cui ha avuto una relazione durata circa quattro mesi. "Si era presentata con un messaggio su Facebook e abbiamo iniziato a frequentarci, ma spesso poi non ci sentivamo per settimane, perché lei era gelosissima, specie se vedeva i miei ‘like’ sui social". Varriale, difeso dagli avvocati Fabio Lattanzi ed Ester Molinaro, ha ricordato quanto accaduto l’8 dicembre 2021. "Nel pomeriggio è venuta a casa mia e si è chiusa in bagno con il mio telefono e dopo aver trovato alcuni messaggi fra me e una mia amica è andata via molto arrabbiata. Quella stessa sera poi - ha proseguito Varriale rispondendo alle domande del pm e degli avvocati - è tornata a casa mia e trovandomi con un’amica prima ha iniziato a offendere lei e poi a distruggere tutto quello che ho in casa. Non sapevo come fermarla, tentavo di contenerla e lei a un certo punto ha detto che l’avevo colpita e che mi avrebbe denunciato. Poi ha chiamato un’ambulanza ed è andata via. Dopo quanto successo la mia ex e mia figlia mi hanno proposto di andare a stare per qualche giorno a casa loro e così ho fatto", ha concluso.
Leggi tutto: Varriale: "Lei folle di gelosia, mi distruggeva casa ma non l'ho toccata"

(Adnkronos) - La maggior parte delle malattie respiratorie invernali - raffreddore, tosse, mal di gola, febbre, inappetenza e stanchezza - "si risolve spontaneamente in pochi giorni grazie al riposo e ai farmaci sintomatici. Il paracetamolo è il farmaco di elezione per abbassare la febbre e alleviare i dolori; gli antibiotici, invece, vanno usati solo su indicazione del medico, poiché le infezioni virali non ne richiedono l'impiego. I lavaggi nasali sono utili per liberare le vie respiratorie, soprattutto nei più piccoli. Si effettuano con soluzioni fisiologiche (isotoniche o ipertoniche) introdotte delicatamente nelle narici, preferibilmente prima delle poppate, del sonno o dell'aerosol. I flaconcini monouso o le siringhe senza ago sono strumenti sicuri anche per i lattanti". Così l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in un approfondimento dedicato alle malattie respiratorie invernali.
"E' importante garantire una buona idratazione: il bambino deve bere spesso acqua o soluzioni reidratanti, anche se mangia poco - raccomandano i medici - Il riposo a casa favorisce la guarigione e limita la diffusione dei virus, ma se il bambino si sente in forze non è necessario costringerlo a letto. In caso di febbre, vestirlo con abiti leggeri aiuta a disperdere il calore e ridurre il disagio. Ciò che conta davvero è valutare lo stato generale del bambino, non il numero indicato dal termometro. La febbre è una risposta naturale dell'organismo: diventa preoccupante solo se associata a difficoltà respiratorie, sonnolenza insolita, dolore intenso o peggioramento del quadro generale. In questi casi è bene contattare il pediatra o recarsi al pronto soccorso, soprattutto se si tratta di neonati, prematuri o bambini con patologie croniche (cardiopatie, fibrosi cistica, immunodeficienze)".
"La prevenzione resta il cardine - sottolinea Sebastian Cristaldi, responsabile dell'Unità Dea II livello del Bambino Gesù - I genitori devono valutare le condizioni complessive del bambino, evitare l'uso di farmaci fai-da-te e rivolgersi al pediatra per una valutazione clinica. E' il modo migliore per garantire cure sicure e appropriate".
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(Adnkronos) - Presa a schiaffi e pugni, anche durante la gravidanza, spinta per terra, tirata dai capelli e sbattuta con la testa contro i fornelli della cucina, minacciata di morte con dei coltelli e pedinata ovunque. È la spirale di violenza cristallizzata nella denuncia fatta ai carabinieri da Rosita Gentile, 57enne di Torino, ma residente a Soverato nel Catanzarese, nei confronti dell’ex compagno ed ex convivente Mario Gregoraci, 74 anni, padre della popolare showgirl.
Per l'uomo, indagato per maltrattamenti, atti persecutori e lesioni personali aggravate e attualmente sottoposto alla misura del divieto di dimora nei Comuni di Davoli e Soverato, il pubblico ministero della Procura di Catanzaro Graziella Viscomi - che nei suoi confronti aveva chiesto gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico - ha chiesto il rinvio a giudizio. L'udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Catanzaro è fissata alle 10 del 5 novembre prossimo.
Le violenza, stando al racconto della donna, sarebbe andata avanti per tutta la durata della convivenza, dal 2012 al 2021, protraendosi anche dopo la fine della relazione, fino al 2024, e anche davanti alla figlia, all’epoca dei fatti minorenne. Una serie di vessazioni quotidiane non soltanto fisiche, ma anche psicologiche: l’uomo, infatti – si legge negli atti d’indagine come la richiesta di rinvio a giudizio e la richiesta di applicazione della misura cautelare - soleva apostrofarla con epiteti offensivi, o con frasi come: “Sei la più schifosa delle donne”, “Non vali niente”, “Tu sei niente, meglio di te la trovo all’angolo di Copanello”, oppure minacciarla di morte: “Io non ho niente da perdere, non so quanti anni mi sono rimasti da vivere, ma a te ti ammazzo pure”, “Ti metto un coltello davanti e te lo faccio uscire di dietro”.
Botte e umiliazioni sarebbero andate avanti anche mentre Rosita era incinta: “Sentivo un click alla mandibola quando tirava queste sberle – ha raccontato la donna ai carabinieri -. Una volta non riuscivo a sentire per due giorni, lo confidai al mio medico curante, però lui mi disse di andare in ospedale e io non lo feci, primo perché non volevo fargli del male, volevo proteggerlo, poi perché mi vergognavo e poi non volevo che lo sapesse mia figlia. Poi, nel tentativo di fermarlo, quando aspettavo questo bambino, lui mi dette una spinta talmente forte, io cominciai a sanguinare, me lo sentivo, e andai a sbattere col fianco al bracciolo del divano. Io rimasi lì per terra, lui sbatté la porta e se ne andò”.
Proprio nei giorni scorsi, in un’intervista a Calabria 7, Rosita aveva ripercorso quei momenti di terrore, rivelando che l’ex compagno le disse che “me ne dovevo liberare, mi diceva se vuoi tenerlo me ne lavo le mani”. A ciò si aggiungeva una gelosia morbosa e accecante, un controllo ossessivo delle sue abitudini e del suo modo di vestire, la minaccia di tagliarle la minigonna con le forbici e farla in mille pezzi se solo avesse osato indossarla, i pedinamenti sul lungomare e fino a sotto casa, gli escamotage più assurdi, come ad esempio legare con un filo da cucito le estremità del cancello per monitorare le uscite di casa e alludere, così, a ipotetici tradimenti. Comportamenti che, inizialmente, la donna avrebbe giustificato attribuendoli alle “provocazioni delle figlie” di Gregoraci, note donne dello spettacolo, le quali non accettavano la relazione tra lei e il padre, ma che poi ha avuto il coraggio di denunciare per porre fine allo stato di forte ansia e paura per la propria incolumità in cui era costretta a vivere da anni.

(Adnkronos) - “Abbiamo chiesto ai consumatori le sensazioni che la mozzarella di bufala campana Dop esprime al morso e i risultati sono davvero significativi”.
Così Denis Pantini, responsabile Agrifood di Nomisma che ha realizzato una ricerca presentata nel corso dell’evento 'Mozzarella di bufala campana Dop-La sfida europea', nella sede del Consorzio di Tutela nella Reggia di Caserta. “Si parla - spiega - di felicità, bontà e tradizione: tutti quegli aspetti che rendono la Dop campana un prodotto capace di intercettare le esigenze gustative dei consumatori europei”.
L’indagine, condotta su 5.000 consumatori in Austria, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Svizzera, ha analizzato non solo la frequenza di consumo e il gradimento, ma anche le percezioni emotive legate al prodotto. Così, la Mozzarella di Bufala Campana Dop emerge non solo come eccellenza gastronomica, ma anche come simbolo culturale e identitario, capace di trasmettere emozioni positive e rafforzare il legame tra consumatore e marca.
"Il mercato europeo - afferma - è il principale riferimento per l’export della Dop campana, continua Pantini. Avere un posizionamento positivo tra i consumatori di questi Paesi significa garantire continuità futura e consolidare la reputazione del prodotto”. La ricerca mette in luce un dato interessante: “Più il consumo è associato alla denominazione completa e certificata, più emergono percezioni di qualità, autenticità e tradizione; viceversa, chi utilizza termini generici come 'mozzarella' tende a mostrare un legame più superficiale con il prodotto. Questo conferma l’importanza di comunicare la Dop non solo come alimento, ma come esperienza sensoriale ed emotiva".
"Sul fronte della tutela dei marchi - aggiunge Pantini - l’Europa offre un vantaggio competitivo: i prodotti Dop e Igp godono di protezione automatica, strumento essenziale per i consorzi di tutela. Nei mercati extraeuropei, invece, la protezione va negoziata caso per caso, soprattutto in presenza di accordi di libero scambio, rendendo necessario un impegno strategico da parte dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, pur rimanendo fortemente legata al mercato europeo per motivi di conservazione, la mozzarella di bufala campana Dop ha iniziato a conquistare anche mercati extraeuropei come Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, a dimostrazione della crescente appetibilità internazionale".
"Per proteggere e valorizzare il Made in Italy agroalimentare fuori dall’Europa è fondamentale che l’Unione negozi accordi efficaci di libero scambio, a tutela dei prodotti Dop e Igp", conclude Pantini.
L’indagine Nomisma conferma quindi come la Mozzarella di bufala campana Dop non sia soltanto un’eccellenza del gusto, ma anche un marchio identitario e conversazionale, capace di unire tradizione, qualità certificata ed emozioni positive, consolidando il proprio ruolo nei consumatori europei e aprendo nuove opportunità sui mercati internazionali.
Leggi tutto: Pantini (Nomisma): "Mozzarella di bufala campana Dop conquista i consumatori Ue"

(Adnkronos) - La mozzarella di bufala campana Dop non è soltanto un’eccellenza gastronomica, ma anche un fenomeno digitale capace di generare conversazioni, emozioni e appartenenza.
A dirlo è l’indagine realizzata da Arcadia, società specializzata in analisi dei dati e comunicazione strategica, che ha monitorato per 24 mesi l’ecosistema online legato al prodotto simbolo del Made in Italy. “La nostra ricerca – spiega Domenico Giordano, amministratore di Arcadia – ha interessato una finestra temporale di due anni, durante i quali abbiamo censito parole chiave specifiche come ‘Mozzarella di Bufala Campana Dop’ e altre più generiche come ‘mozzarella’. Questo ci ha consentito di recuperare tutto il parlato digitale, ossia le conversazioni che si sono sviluppate sulle principali piattaforme social – da TikTok a Instagram, da Facebook ai blog, fino alle testate giornalistiche e ai forum”.
Un lavoro di monitoraggio che ha restituito una fotografia chiara: il sentiment complessivo attorno alla Mozzarella di Bufala Campana Dop è fortemente positivo. Gli utenti che interagiscono con questa parola chiave mostrano un atteggiamento di fiducia e apprezzamento, associando il prodotto a qualità, gusto autentico e tradizione.
“La nostra analisi – aggiunge Giordano – dimostra che chi parla di mozzarella di bufala Campana Dop lo fa in termini favorevoli, generando un comportamento digitale a vantaggio sia del prodotto che del brand”.
Un altro dato di rilievo è l’ampiezza dell’audience: nei 24 mesi analizzati, i contenuti legati alla Mozzarella di Bufala Campana Dop hanno raggiunto 37 milioni di utenti, confermando il ruolo del prodotto come simbolo di italianità e come marchio di valore anche nel linguaggio del web. Dal punto di vista demografico, la ricerca ha delineato l’identikit del consumatore digitale tipo: l’utente medio che parla della Dop campana ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, con una buona ripartizione tra uomini e donne, e interagisce prevalentemente su Instagram, la piattaforma che si conferma la più performante per la valorizzazione dei prodotti di eccellenza. Curioso anche l’effetto dell’età media in base alla precisione della parola chiave:
“Più la ricerca è specifica – spiega Giordano – più aumenta l’età media degli utenti; al contrario, chi utilizza chiavi generiche come ‘mozzarella’ tende ad avere un’età più bassa”. Un dato che racconta come il pubblico più maturo e consapevole si riconosca nella denominazione completa e certificata del prodotto, mentre le nuove generazioni mostrano interesse crescente verso il mondo della mozzarella, anche se con un approccio più istintivo e visivo, soprattutto su TikTok.
La ricerca di Arcadia si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla reputazione digitale dei marchi Dop, un fronte strategico per la promozione delle filiere agroalimentari. La Mozzarella di Bufala Campana Dop si conferma così non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un brand conversazionale capace di connettere tradizione e innovazione, gusto e identità, territorio e comunità online.

(Adnkronos) - “Siamo un prodotto tradizionale, ma dobbiamo stare attenti a non diventare un prodotto vecchio, perché il confine è sottile. L’Italia, e in particolare il suo agroalimentare, ha sempre fatto dell’innovazione la propria tradizione. Può sembrare un concetto in contraddizione, ma è proprio innovando che siamo riusciti a restare competitivi sui mercati internazionali". Lo ha dichiarato Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, nel corso dell’evento 'Mozzarella di bufala campana Dop – La sfida europea', alle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta, alla presenza di istituzioni, rappresentanti del settore agroalimentare, ricercatori e comunicatori.
Nel suo intervento, Saccani ha posto l’accento sul valore strategico della qualità come leva di competitività in un mercato globale sempre più affollato. “Il nostro prodotto deve mantenere standard qualitativi eccellenti, perché solo la qualità può garantirci un ruolo da protagonisti sui mercati. Non potremo mai competere sulla quantità, e per questo dobbiamo essere rigorosi: la qualità è la nostra vera forza, ciò che ci distingue e ci rende riconoscibili nel mondo", ha detto.
Il direttore ha anche commentato i dati delle ricerche presentate nel corso dell’evento, evidenziando come il percepito dei consumatori sia fortemente legato alla qualità e all’origine geografica del prodotto. “Le analisi mostrano che il consumatore associa la Mozzarella di Bufala Campana Dop alla qualità e alla provenienza territoriale. L’indicazione geografica è un valore aggiunto: rappresentiamo una parte autentica della cultura e della bellezza di questo territorio, e non è un caso che la nostra sede sia ospitata nella Reggia di Caserta. È un simbolo del legame profondo tra la nostra filiera e la sua terra d’origine", ha continuato.
Saccani ha poi ricordato l’importanza del legame visivo ed emotivo che unisce il prodotto ai luoghi iconici della Campania. “Quando si pensa al Vesuvio, alla Costiera Amalfitana, a Paestum o alla Reggia di Caserta – ha detto – si pensa anche alla mozzarella di bufala campana Dop. Sono elementi che si intrecciano e costruiscono un racconto unico fatto di gusto, storia, turismo e identità. È su questa connessione che dobbiamo continuare a investire per rafforzare la nostra presenza internazionale e aumentare le quote di mercato".
Guardando al futuro, Saccani ha ribadito la necessità di coniugare radici e innovazione. “La mozzarella di bufala campana Dop deve rimanere fedele alla propria tradizione, ma deve anche saper evolvere. Innovare non significa snaturare, ma trovare nuovi strumenti, tecnologie e linguaggi per raccontare al mondo la nostra eccellenza. Solo così potremo crescere e restare simbolo di un’Italia che sa custodire il passato e affrontare il futuro con visione e competenza", ha concluso.

(Adnkronos) - Barbara D'urso si sfoga dopo la puntata di Ballando con le stelle di sabato 18 ottobre. La conduttrice televisiva, in gara nel dance show di Rai 1 in coppia con Pasquale La Rocca, in una clip di 'Ballando segreto' ha parlato a caldo dei commenti della giuria, in particolare soffermandosi su quello della giurata Selvaggia Lucarelli.
La giornalista, infatti, l'aveva 'rimproverata' di fare la concorrente senza dare al programma quello che effettivamente cercava da un personaggio televisivo come il suo: "Tu ti stai nascondendo dietro meravigliose coreografie. C'è un problema a livello di show. Tu lo sai benissimo. Tu sei stata la tv per decenni e sei stata anche la più brava nel tuo segmento. Ballate molto bene, però il vero problema è cosa si dirà dopo, che balli bene e fine", aveva detto Lucarelli.
La conduttrice ha commentato così: "Io non riesco davvero a capire cosa la giuria voglia da me. Mi hanno parlato di una Barbara D'Urso trash e mi aspettavo questo, loro vogliono la Barbara D'Urso trash? Che significa Barbara D'Urso trash? Se tutto quello che ho fatto in quegli anni, la battaglia per la violenza sulle donne, i diritti civili ecc, se ci sono state delle cose denominate trash, io le facevo perché erano condivise, era un'altra realtà, mi chiedevano quello, io facevo quello".
"Qua sono a fare un altro tipo di percorso - ha aggiunto D'Urso -. Capisci perché sono confusa? Io lo show lo posso fare, mi attacco al lampadario", ha concluso con ironia.
Leggi tutto: Barbara D'urso dopo Ballando: "La giuria vuole il trash da me, si sbaglia"

(Adnkronos) - "Approderà entro il 2025 in Senato la proposta di legge di iniziativa popolare per dare accesso pubblico e gratuito alla psicologia. Nelle scorse ore sono state raggiunte le 50mila firme necessarie per avviare l'iter legislativo in Parlamento", informa l'associazione no-profit Pubblica, promotrice dell'iniziativa. "La proposta di legge - spiega - prevede l'istituzione di una Rete psicologica nazionale con un investimento previsto di 3,3 miliardi di euro. Tra gli obiettivi c'è quello di portare l'educazione alle relazioni in tutte le scuole, luoghi di lavoro e dello sport, il potenziamento del bonus psicologo, l'implementazione dello psicologo di base e la riforma della formazione".
"Abbiamo raggiunto l'obiettivo minimo - dichiara Francesco Maesano, coordinatore nazionale della campagna - Aver raccolto 50mila firme vuol dire che possiamo portare in Parlamento una proposta di legge alla quale ha lavorato per 3 anni un gruppo di oltre 30 docenti universitari. Un testo che arriva dal basso, ma non dal nulla, che chiede un investimento adeguato sulla mente delle persone per crescere di più e meglio e prevenire la violenza. E ora dobbiamo continuare a firmare perché ogni singola firma aggiungerà peso a questa proposta. Nelle prossime settimane saremo in quasi 100 piazze, con oltre 1.200 volontari impegnati a fare volantinaggio e raccogliere le firme in formato cartaceo e digitale. Vogliamo portare la psicologia dove serve davvero - prosegue Maesano - nelle scuole, nei luoghi di lavoro, dove le persone fanno sport o dove affrontano la malattia e la cura. Interventi precisi, efficaci, costruiti sui bisogni reali delle persone. Perché il benessere psicologico non è un lusso: vivere in un ambiente libero dall'esclusione sociale, dal bullismo, dallo stress ambientale è un diritto e come tale va garantito a tutte e tutti".
"Un risultato - conclude Maesano - per il quale vorrei ringraziare tutto il team della campagna, a partire da Jump con Marco Agnoletti e Luca Di Bonaventura, Giulia Delogu e Daniele Biaggi per il Digital, Francesca Mereta per Project System e la nostra responsabile dell'organizzazione Caterina Pregliasco che insieme a Michela Marinetto e Giulia Vescovo coordina una rete di oltre 1.200 attivisti che ringrazio immensamente per il lavoro che stanno facendo sui territori".

(Adnkronos) - Alimentazione, ambiente e stili di vita possono fare la differenza nella prevenzione e nel decorso dei tumori del sangue. E' il messaggio chiave al centro del Convegno nazionale Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, in calendario il 30 ottobre a Roma. Negli ultimi anni, infatti, la ricerca ha dimostrato un legame sempre più solido tra abitudini quotidiane e impatto sulla salute, anche nell'ambito delle patologie ematologiche. Giunto alla quinta edizione, il convegno - intitolato quest'anno 'Curare è prendersi cura. Alimentazione, benessere e stili di vita: l'impegno di Ail' - si conferma uno spazio privilegiato di confronto multidisciplinare tra ricercatori nazionali e internazionali che si occupano di salute, benessere, cura e prevenzione. L'incontro affronterà il ruolo dell'alimentazione e degli stili di vita nelle neoplasie ematologiche, informa una nota. In particolare saranno analizzate le relazioni tra esposizione ambientale, contesto urbano e rischio oncologico, con particolare attenzione alle polveri sottili e al ruolo della salubrità dell'ambiente.
L'evento rappresenta un'importante occasione di confronto tra clinici, ricercatori, istituzioni e cittadini, per ribadire che prevenzione e salute ambientale sono pilastri fondamentali nella lotta contro il cancro, spiega l'Ail. Il convegno intende promuovere "un approccio integrato alla prevenzione oncologica, centrato su interventi di promozione della salute, strategie di prevenzione e tutela della sanità pubblica, fornendo solide evidenze scientifiche sull'importanza dell'aderenza a corretti stili di vita, attività fisica e stili alimentari, che negli ultimi anni hanno messo in luce la forte correlazione tra fattori individuali e ambientali e impatto sulla salute umana". Ad aprire la giornata di lavori - il cui coordinamento è affidato al giornalista scientifico Igor Staglianó e ad Aurelio Angelini, sociologo dell'ambiente e del territorio, presidente del Comitato nazionale Educazione alla sostenibilità Agenda 2030 - sarà Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail, dopo i saluti istituzionali del ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Il convegno prevede 2 sessioni scientifiche interdisciplinari, arricchite da testimonianze delle sezioni territoriali di Ail. La prima sarà dedicata al tema del benessere integrato, con approfondimenti sul rapporto tra ambiente e salute; sul ruolo della nutrizione nella prevenzione e nella pre-abilitazione; sulla sicurezza alimentare in età pediatrica; sull'impatto dell'alimentazione nelle neoplasie ematologiche; sui tumori pediatrici; sull'importanza dell'esercizio fisico nella prevenzione oncologica e sul metabolismo del cancro, con uno sguardo alle raccomandazioni internazionali in ambito di salute e alimentazione. La seconda sessione, nel pomeriggio, sarà focalizzata sulle connessioni tra alimentazione, stili di vita e salute pubblica, con contributi su neuroscienze e promozione della salute, potenziamento delle competenze personali nei giovani, transizione agroecologica, ambiente urbano e qualità della vita, approccio integrato 'One Health' e relazione tra alimentazione e tumori. Con questo convegno nazionale - conclude la nota - Ail vuole rafforzare la consapevolezza che "adottare stili di vita sani e promuovere politiche ambientali efficaci sono leve fondamentali per migliorare il benessere e la qualità della vita dei pazienti oncoematologici e alleggerire il carico sui sistemi sanitari e sociali".
Leggi tutto: Oncoematologia, alimentazione e stili di vita al centro del convegno Ail

(Adnkronos) - "Quanto stabilito dalla Cassazione chiude un’epoca". Così all'Adnkronos Barbara Berlusconi. dopo la sentenza che esclude legami tra Cosa nostra, Berlusconi e Dell'Utri.
"Si conclude una vicenda giudiziaria fondata su nessun riscontro e che ha coinvolto mio padre e i suoi collaboratori per decenni", aggiunge la terzogenita del fondatore di Forza Italia.
"Non posso che esprimere la mia soddisfazione, ma allo stesso tempo rimane l’amarezza. Mio padre, infatti, dal 1994 è stato oggetto di accuse infamanti e una persecuzione che lo hanno segnato profondamente", conclude Barbara Berlusconi.

(Adnkronos) - "Non siamo qui a monitorare come si può monitorare un bambino, ma si parla di monitorare nel senso che c'è un sacco di lavoro. Un sacco di ottime persone che lo stanno facendo ed è importante per i vertici dell'amministrazione di continuare ad assicurare che i nostri facciano quello che devono fare". Così JD Vance, dopo il suo incontro oggi a Gerusalemme con Benjamin Netanyahu, contesta l'idea che i vertici dell'amministrazione Trump stiano venendo in Israele per fare i baby sitter della tregua a Gaza.
Il vice presidente americano è arrivato ieri in Israele, dove si trovavano già da alcuni giorni l'inviato di Donald Trump Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner e dove domani è atteso il segretario di Stato, Marco Rubio. Senza dimenticare la missione, con il discorso alla Knesset, di Trump la scorsa settimana.
Vance oggi ha ribadito che gli Usa "non vogliono uno stato vassallo, e non è quello che è Israele, non vogliamo un cliente e non è quello che è Israele, vogliamo una partnership, voglio avere qui un alleato".
Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Vance ha espresso ottimismo sulla tenuta della tregua: "Credo che abbiamo l'opportunità di fare qualcosa di veramente storico, così continueremo a lavorare con tutti i nostri amici nel governo israeliano". Ma alla domanda su come si convincerà Hamas a disarmare, Vance non ha fornito dettagli: "Continueremo a lavorare su questo".
"Abbiamo davanti a noi un compito molto difficile, che è disarmare Hamas, ricostruire Gaza, migliorare la vita per la popolazione di Gaza ma anche assicurare che Hamas non sia più una minaccia per gli amici in Israele". Lo ha detto JD Vance, dopo il suo incontro oggi a Gerusalemme con Benjamin Netanyahu, ribandendo l'impegno dell'amministrazione Trump. "Noi continueremo a lavorare" ha affermato, aggiungendo che "questi sono i giorni del destino, e siamo emozionati nell'essere qui e lavorare insieme al piano di pace per Gaza".
Da parte sua il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che il controllo da parte americana è una "sciocchezza". "Vorrei essere molto chiaro, una settimana dicono che Israele controlla gli Stati Uniti, una settimana dopo che gli Stati Uniti controllano Israele. E' una sciocchezza", ha scandito il premier israeliano spiegando che nel colloquio di oggi si è discusso come sarà il "day after" dopo la tregua, anche riguardo la sicurezza a Gaza. E Vance ha aggiunto che questo richiederà "molto lavoro, molta creatività", affermando che "siamo sulla via di fare qualcosa che non è stato mai fatto" e che "potrà creare un modello per accordi di pace in tutto il mondo".
Il vice presidente ha poi spiegato che Donald Trump crede fermamente che Israele e gli alleati del Golfo possano esercitare una leadership positiva nella regione "fino al punto che, francamente, gli Stati Uniti possano occuparsi meno del Medio Oriente, perché i nostri alleati nella regione si fanno avanti, prendono il controllo della loro area del mondo". "Ora - ha concluso Vance - questo non significa che non abbiamo interessi qui, non significa che non ci interessa quello che succede".

(Adnkronos) - In occasione della Giornata Internazionale di Consapevolezza sulla Balbuzie che ricorre il 22 ottobre, i volontari dell'Associazione Lea (Libera l’Espressione Autentica) e di Psicodizione Onlus scendono in campo con una vasta serie di iniziative su tutto il territorio nazionale. L'obiettivo è chiaro: sensibilizzare l’opinione pubblica, superare i pregiudizi e promuovere una maggiore comprensione e supporto verso chi vive quotidianamente questo disturbo della comunicazione.
Le attività di sensibilizzazione prenderanno il via in numerose scuole italiane, veri e propri laboratori di inclusione e conoscenza. Ragazzi e ragazze che hanno superato la balbuzie e genitori, volontari di Lea supportati dai tutor di Psicodizione, condivideranno le loro storie, fornendo consigli pratici e informazioni preziose su come essere di aiuto a una persona che balbetta. L'impegno nelle scuole è fondamentale per educare le nuove generazioni all'empatia e al supporto e per far sì che coloro che soffrono di questo disturbo si sentano compresi e possano avere strumenti per agire e superarlo. Gli eventi culmineranno sabato 26 ottobre, quando in tante piazze italiane, volontari, genitori e operatori del settore daranno vita a una serie di momenti interattivi e attività di informazione. Saranno organizzati giochi, letture e occasioni di riflessione pensati per far comprendere ai partecipanti, in modo diretto ed esperienziale, le difficoltà vissute da chi balbetta e far cadere il velo di pregiudizi e tabù su questo disturbo. Il tutto sarà amplificato grazie alla diretta social che collegherà le Piazze da Nord a Sud, creando un'unica grande onda di consapevolezza nazionale e veicolando un potente messaggio di inclusione e antifragilità. Anti-fragile, secondo il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb, è chi cresce e migliora grazie alle difficoltà.
Il cuore delle celebrazioni si terrà a Roma con il Convegno promosso dall'Associazione Lea in collaborazione con Psicodizione e con il Patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio che si terrà il 22 ottobre dalle 8.45 alle 13.30 presso la Sala Mechelli dal titolo "Giornata internazionale di consapevolezza sulla balbuzie. Informare e sensibilizzare per comprendere e agire". L’evento, aperto alla cittadinanza e a ingresso gratuito, vedrà la partecipazione di autorità istituzionali locali, regionali e nazionali, esperti del settore medico-scientifico, psicologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, logopedisti, rappresentanti del mondo della scuola e del lavoro, uniti per discutere la balbuzie come fenomeno che richiede un approccio integrato e politiche di supporto mirate.
A dare il via ai lavori, alle 9.30, saranno i Saluti Istituzionali del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, di Sista Carandini, Presidente Associazione Lea, preceduti dall’introduzione di Fabio Sabbatani Schiuma, Capo della Segreteria della Presidenza del Consiglio Regionale, Marco Falaguasta - Attore e regista e Tiziana Volpes - Presidente Onorario di Donna Donna.
Il Panel tecnico sulla sanità, vedrà confrontarsi esperti quali Alberto Spalice - Dir. dipartimento Materno infantile Policlinico Umberto I, membro Società Italiana Pediatria. Vincenzina Ancona - Dirigente Salute Mentale Dipendenze e Minori - Area Rete Integrata del Territorio Regione Lazio Chiara Comastri - Psicologa, formatrice, esperta nella riabilitazione della balbuzie e Responsabile scientifica dell’Associazione LEA e Valentina Romizi - Logopedista c/o Servizio di Foniatria e Riabilitazione Logopedica, Uslumbria 2 Spoleto, Docente CdL in Logopedia Università degli Studi di Perugia.
Momenti particolarmente toccanti saranno le Testimonianze dedicate al mondo della scuola con Angelo Pasquini oggi Psicoterapeuta con un passato di balbuzie che porterà la sua testimonianza, Guido Dell’Acqua - Esperto in inclusione scolastica e membro del collegio degli esperti della Regione Lazio - e Carla Consuelo Fermariello - Consigliere dell’Assemblea Capitolina e Presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale. Anche il mondo del lavoro sarà rappresentato da Claudio Pomponi - Ingegnere, Specialist presso Anas - che racconterà la sua esperienza, Elisabetta Scolari - Ufficio Welfare Credem Banca e Alessandra Serraiocco - Avvocato esperto in materia di impresa e diritto del lavoro, a sottolineare l’impatto della balbuzie in ogni fase della vita.
La giornata vedrà anche la presenza di altre figure politiche di spicco quali Alessia Savo – Presidente VII Commissione - Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, Massimiliano Maselli - Assessore all'Inclusione Sociale e Servizi alla Persona Regione Lazio, Maria Teresa Bellucci - Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Paola Frassinetti - Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione e del Merito.
Il programma istituzionale della giornata vedrà un momento di profonda sensibilità in cui interverrà Paolo Bonolis. Grazie alla sua esperienza di balbuzie e alla sua capacità comunicativa, sarà di grande supporto per aiutare a spezzare tabù, luoghi comuni su questo disturbo e a portare un messaggio di inclusione e consapevolezza a un pubblico ancora più vasto. Figure di spicco della società civile possono contribuire a creare un cambiamento nella visione di un disturbo che incide profondamente sulla vita di migliaia di persone.
Il Consigliere della Regione Lazio Rodolfo Lena, in un intervento moderato da Riccardo Crocetta -avvocato esperto in sanità, presenterà, in seguito, la prima Proposta di legge regionale sul tema, un passo concreto verso il sostegno normativo. La conclusione dei lavori sarà dedicata a nuove proposte per percorsi di formazione dei professionisti, con gli interventi di Fabio Midulla - Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università La Sapienza Roma, Policlinico Umberto I, delegato Società Italiana Pediatria, Teresa Rongai - Presidente Onorario Federazione Italiana Medici Pediatri Roma e provincia, Giovanni Simoneschi - Dirigente Scolastico, Staff Nazionale dell'Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici. Il convegno e tutte le attività che si svolgeranno fino a domenica 26 ottobre si configurano come momenti cruciali per trasformare la consapevolezza in azioni concrete a supporto delle persone che balbettano.

(Adnkronos) - Sabato 25 ottobre il Rione Testaccio si prepara a ospitare una nuova edizione dell’'Ottobrata Testaccina', una grande festa di quartiere gratuita dedicata alla tradizione romana, alla cultura popolare e alla socialità. L’evento, sostenuto dal Municipio Roma I Centro, si inserisce all’interno del programma 'Ottobre in Centro', che promuove una varietà di iniziative culturali e partecipative.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di rievocare le storiche ottobrate romane, celebrazioni legate alla fine della vendemmia che, fin dal XVII secolo, animavano Roma con momenti di festa e convivialità. Tra le mete più amate dai romani dell’epoca figurava proprio l’area che oggi corrisponde al Rione Testaccio, nota per le sue “catacombe del vino”: grotte scavate nel monte che offrivano condizioni ideali per la conservazione del vino, protagonista indiscusso delle ottobrate.
Dal 2019, le associazioni testaccine hanno riportato in vita questa tradizione con una giornata interamente dedicata al quartiere e alla sua memoria popolare. Oggi l’'Ottobrata Testaccina' si presenta con un respiro più ampio, grazie al sostegno istituzionale e a un programma ancora più ricco. Piazza Testaccio sarà il cuore pulsante dell’evento, animata da giochi di strada, musica dal vivo, letture poetiche e una grande cena sociale aperta a tutti, nel segno dell’inclusione e della condivisione.
“L’Ottobrata Testaccina rappresenta pienamente la nostra idea di cultura diffusa e partecipata – dichiara Giulia Silvia Ghia, assessora alla Cultura del municipio Roma I Centro – Una festa popolare che intreccia memoria storica, identità territoriale e creatività contemporanea, dando voce alle comunità che vivono e animano il centro storico. Eventi come questo rafforzano il legame tra cittadini e quartieri, contrastando l’omologazione e valorizzando l’autenticità dei luoghi”.
“Abbiamo scelto di sostenere questo progetto per il suo forte radicamento territoriale e per la capacità di generare aggregazione – aggiunge Lorenza Bonaccorsi, presidente del municipio Roma I Centro – L’Ottobrata è un’occasione preziosa per mantenere viva la memoria storica dei nostri quartieri, rendendo protagoniste le persone che li abitano, con le loro storie, le tradizioni e l’impegno quotidiano”. Il progetto è in linea con le politiche sociali e culturali promosse da Roma Capitale e dal Municipio Roma I, distinguendosi per la capacità di coniugare valorizzazione del patrimonio immateriale, coesione sociale e partecipazione attiva.
“L’'Ottobrata Testaccina' è molto più di una festa: è un momento di riconoscimento dell’identità popolare di un quartiere simbolo come Testaccio – conclude Claudia Santoloce, assessora alle Politiche sociali del municipio Roma I – Attraverso attività gratuite, inclusive e accessibili, vogliamo restituire spazio alle relazioni di comunità, creando occasioni di incontro tra generazioni e rafforzando il senso di appartenenza”.

(Adnkronos) - Nel 1965, in un'Italia attraversata da una profonda trasformazione culturale, Pietro Barilla incontra Mina a Roma. È l’inizio di una rivoluzione che ha elevato la pasta a capolavoro e icona di stile. A 60 anni dal primo Carosello Barilla con Mina testimonial, la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) dedica una sezione speciale della mostra "Moda e pubblicità in Italia 1950-2000" a questo straordinario sodalizio, esponendo una selezione di abiti di scena, filmati e materiali fotografici provenienti dall'Archivio Storico Barilla. E organizza, nell’ambito di 'ApritiModa2025' e in occasione della Giornata Mondiale della Pasta, il 25 ottobre, l’evento speciale 'Pasta Diva - Mina e la moda in Italia negli anni Sessanta nei Caroselli Barilla' che restituisce uno spaccato imperdibile dell’Italia degli anni Sessanta.
I materiali esposti alla Fondazione Magnani-Rocca testimoniano un unicum nella comunicazione pubblicitaria italiana: a dirigere Mina furono reclutati grandi nomi di cinema e televisione come Valerio Zurlini, Piero Gherardi (due volte premio Oscar per i costumi in 'La Dolce Vita' e '8 e 1/2'), Antonello Falqui, Enzo Trapani ed Enrico Sannia, che costruiscono un messaggio pubblicitario raffinato e graficamente perfetto, tra scenografie surreali, abiti estrosi, inquadrature ardite e montaggi aggressivi e dinamici. Al centro Mina: affascinante e coinvolgente, con la sua mimica e recitazione uniche, accarezza le scatole di pasta o troneggia su gigantesche confezioni dando voce alla qualità della pasta con il celebre claim: "B come Buona cucina, B come Barilla, un tocco di alta cucina nei piatti semplici di ogni giorno".
Mina si muove con eleganza in ambienti vasti – strutture geometriche, architetture industriali, rovine classiche, labirinti di specchi – o accanto alle opere d'arte di René Magritte e Mario Ceroli, indossando abiti fantasiosi, onirici e provocatori che trasformano la cantante in musa, strega, medusa incantatrice, fiore prezioso o algida geisha. E anche il look di Mina riflette e talvolta anticipa le mode del tempo e l’evoluzione del suo stile: da ragazza yé-yé del 1965 con capelli corti e scalati alla Twiggy, a femme fatale tempestata di strass e paillettes, fino all'angelo decadente dai lunghi boccoli spettinati degli ultimi caroselli firmati da Zurlini nel 1970.
La storica collaborazione con Mina ha segnato per Barilla anche una scelta, all’insegna della modernità, perfettamente adatta ai prodotti che in quegli anni venivano promossi dai caroselli (dopo due minuti di musica, seguivano 30 secondi di pubblicità). Basti pensare alla rivoluzione che segnò l’arrivo della pasta confezionata, che diventò con Mina un piatto trendy, di stile, adatto a diverse interpretazioni. Fino alla produzione dei sughi pronti che comincia proprio nel 1969, nel pieno dalla partnership con Mina per Carosello. Tutti prodotti che sono ancora oggi sul mercato e che vengono esportati in tutto il Mondo.
La Fondazione Magnani-Rocca ospita una selezione degli abiti disegnati da Piero Gherardi e cuciti dalla sartoria di Gabriele Mayer, insieme alle fotografie di scena di Piero Pascuttini (1936-2009), fotografo delle dive di Cinecittà. Il 25 ottobre alle 16.30, nell'ambito di 'ApritiModa 2025', si terrà una conferenza-evento con la proiezione di alcuni dei più emozionanti caroselli, per rivivere le atmosfere di quella stagione irripetibile. Ne parleranno Giancarlo Gonizzi, Curatore dell'Archivio Storico Barilla, ed Emmanuel Grossi, esperto di storia dello spettacolo e curatore della sezione multimediale della mostra “Moda e pubblicità in Italia 1950-2000”, in esposizione presso la Fondazione Magnani-Rocca.
“I filmati commerciali realizzati da Mina per Barilla possono essere a ragione considerati fra i più alti risultati della pubblicità italiana degli anni Sessanta", afferma Giancarlo Gonizzi, curatore dell'Archivio storico Barilla e co-curatore della mostra ‘Pasta Diva’. "Ci permettono ancora oggi di leggere in filigrana l'evoluzione sociale e culturale del nostro Paese". L'iniziativa si inserisce nella nona edizione di ApritiModa, la manifestazione che il 25 e 26 ottobre aprirà le porte di circa cento realtà del Made in Italy, dal nord al sud d'Italia, per visite guidate gratuite e incontri con stilisti, artigiani e maestranze e comprendere come nascono capi e accessori che hanno contribuito a costruire la reputazione internazionale dell’eccellenza italiana. I 65 cortometraggi, gli abiti e le foto di scena dei Caroselli Barilla con Mina sono visibili anche online sul sito dell'Archivio Storico Barilla: www.archiviostoricobarilla.com.
Leggi tutto: 'Pasta diva', Barilla celebra il sodalizio con Mina tra pubblicità e moda

(Adnkronos) - L'innovazione tecnologica sta ridefinendo il modo di pensare, organizzare ed erogare l'assistenza sanitaria, con un impatto diretto e profondo sui servizi alla persona e nel welfare sanitario. Affronta questo tema la terza diretta della serie di webinar promossa da Cadiprof - dal titolo 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale. Trasformazione tecnologica e innovazione', in collaborazione con Adnkronos, per celebrare '20 anni di impegno e tutele per i lavoratori degli studi professionali'. Dopo aver parlato di 'Prevenzione e corretti stili di vita' e di 'Sostenibilità e non autosufficienza', l'iniziativa della Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori degli studi professionali - venerdì 24 ottobre alle 13 online sui canali web e social di Adnkronos e Cadiprof, dove sono disponibili anche le puntate precedenti - apre una finestra sul futuro della sanità dove il fascicolo sanitario elettronico, le piattaforme di telemedicina, i sistemi di monitoraggio remoto e gli strumenti predittivi grazie all'intelligenza artificiale diventano i tasselli di un unico disegno: un sistema sanitario più proattivo e vicino alle persone.
In studio, a confrontarsi sulle nuove prospettive di assistenza
sanitaria ci sono: Sergio Pillon, vicepresidente Aisdet -
Associazione italiana dell'associazione sanità digitale e
telemedicina; Giampaolo Stopazzolo, medico esperto per la
transizione digitale in sanità; Gaetano Stella, presidente
Cadiprof; Michele Carpinetti, vicepresidente Cadiprof. Nel corso
della diretta - a cui sarà possibile intervenire inviando domande e
osservazioni al numero WhatsApp 347.4412645 o all'indirizzo mail
Nel corso della diretta si chiarirà anche il ruolo dell'intelligenza artificiale, le cui applicazioni spaziano dalla diagnostica per immagini alla medicina predittiva, dall'analisi dei dati clinici alla pianificazione dei percorsi terapeutici personalizzati. L'appuntamento per scoprire come la digitalizzazione consenta di spostare il baricentro dell'assistenza dall'ospedale al territorio, dal trattamento alla prevenzione, dalla reazione alla previsione, è per venerdì 24 ottobre alle 13 in diretta sui canali web e social di Adnkronos e sul sito e canale YouTube di Cadiprof, per il webinar 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale'.
A Bologna convince il progetto dell'ospedale del Metaverso... 
(Adnkronos) - Un 2025 a due velocità per la distribuzione turistica italiana. Dopo una primavera record, l’estate ha rallentato la corsa del comparto, con l'inflazione galoppante che pesa sempre più sui consumi degli italiani. Ma sono positive le prospettive per l'inverno. A dirlo è l'osservatorio di Aidit (Associazione italiana distribuzione turistica), che rappresenta le imprese che operano nel settore delle agenzie di viaggi. Dopo una primavera da record, caratterizzata da crescite a doppia cifra e da un’eccezionale advance booking, l’alta stagione, evidenziano i dati dell'Osservatorio che Adnkronos/Labitalia ha potuto visionare in anteprima, ha mostrato un rallentamento dovuto appunto alla pressione dei prezzi e agli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie. Il quadro complessivo del turismo organizzato resta comunque positivo, anche se con minori toni di entusiasmo rispetto ai mesi iniziali: il 46,9% delle agenzie registra una crescita, il 22,1% segnala stabilità, mentre il 31% chiude con risultati inferiori rispetto al 2024.
"Quello che emerge è chiaro -spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia Domenico Pellegrino, presidente di Aidit, che aderisce a Federturismo Confindustria- il boom dei prezzi e l'inflazione pesano sui consumi, e abbiamo avuto una crescita ridotta nell'alta stagione estiva rispetto alle aspettative, 'gonfiate' dagli ottimi risultati della primavera, anche grazie alla combinazione di ponti festivi. Ma non c'è assolutamente un calo della domanda e non c'è una crisi del turismo organizzato come canale di distribuzione dei viaggi. Si percepisce però l'incapacità per alcune categorie sociali ormai di poter accedere a determinati servizi a valore aggiunto, come quelle delle agenzie, e quindi magari di utilizzare altre soluzioni, cosiddette low cost ma che spesso si rivelano di low quality. Il settore si sposta sempre più verso un'utenza medio-alta", sottolinea amaro Pellegrino.
Ma quali le destinazioni top dell’estate 2025? Sul podio delle mete più richieste nelle agenzie troviamo il Mare Estero (in particolare Egitto), i tour di lungo raggio (Usa e Oceano Indiano) e le crociere (valore medio più alto). Più debole il mare Italia, penalizzato da livelli tariffari spesso considerati eccessivi e dal fenomeno crescente della disintermediazione. Il villaggio turistico si conferma la formula più amata (78,2%), mentre crescono gli short break (+11,7%), espressione di una domanda che cerca vacanze più brevi per contenere la spesa media, aumentata del 9% rispetto all’anno precedente.
E dai dati dell'Osservatorio emerge che il settore delle agenzie di viaggi è "resiliente -sottolinea Pellegrino- e ha caratteristiche chiare: è composto da piccole imprese ma altamente professionali. Il campione Aidit infatti evidenzia una distribuzione turistica costituita principalmente da piccole imprese: oltre il 90% delle agenzie conta meno di 7 addetti. La professionalità è però elevata: il 61% degli operatori ha più di 20 anni di esperienza, e solo il 9,6% è composto da nuovi ingressi con meno di 5 anni di attività", sottolinea.
Un comparto moderno e che punta a restare al passo con i tempi. "Nonostante l’età media elevata, il comparto dimostra una sorprendente apertura verso le nuove tecnologie. Solo il 30,6% dichiara di non utilizzare strumenti di AI generativa; il restante 69,4% ne fa uso quotidiano, soprattutto per ricerca di informazioni (34,7%) e redazione di testi o progetti operativi (25,2%). Un segnale chiaro di come la digitalizzazione stia ormai entrando stabilmente anche nel lavoro d’agenzia", sottolinea Pellegrino.
E sono positive le prospettive per i prossimi mesi. "Per l'inverno -spiega Pellegrino- stiamo vedendo una domanda forte che resiste anche alle tensioni geopolitiche attuali e che sembra proiettata a restituirci un dato positivo rispetto all'anno precedente. Non abbiamo ancora un dato strutturato perché lo faremo tra qualche settimana, ma il percepito è che l'inverno stia lavorando molto bene. E questo ci conferma quello che il mercato del turismo organizzato inevitabilmente si sta spostando verso un'utenza media medio alta, che ha la capacità di pianificare in anticipo le vacanze e anche di scegliere i periodi migliori, quando il prodotto è più accessibile, costa meno ed è anche qualitativamente valido", sottolinea.
E secondo i dati dell'osservatorio Aidit il 61,4% delle agenzie di viaggi prevede un trend stabile per il 2026. Le destinazioni più richieste per il prossimo anno vedono in testa l’Asia (28,1%), seguita da Europa Mediterranea, Medio Oriente (Turchia, Egitto, Emirati), Italia (15,1%) e Africa (13,7%).
“Il 2025 ha mostrato un turismo organizzato maturo, resiliente e tecnologicamente più avanzato di quanto si pensi -sottolinea Pellegrino- Le agenzie restano un presidio di fiducia e competenza, capaci di offrire valore aggiunto in un mercato sempre più complesso e competitivo", sottolinea Pellegrino.
E dall'osservatorio emerge anche l'analisi sui clienti delle agenzie, con alcune sorprese. E' la Generazione Z infatti a tornare sempre più in un luogo frequentato dalle generazioni precedenti: l'agenzia di viaggio. Secondo i dati infatti il 24,7% delle agenzie di viaggi coinvolte nell'osservatorio registra un interesse crescente dei clienti under 30, attratti da sicurezza, consulenza e assistenza personalizzata. Il profilo tipo del cliente è composto invece da coppie tra 36 e 45 anni (53,8%), seguite dalle famiglie (34,9%). "Stiamo parlando di un'utenza giovane -spiega Pellegrino- e che un po' contrasta con il luogo comune che immagina le agenzie di viaggio 'appannaggio' degli anziani e i giovani orientati verso il self-booking o le agenzie on line. Il nostro si conferma un settore che garantisce sicurezza e qualità e i giovani lo capiscono", sottolinea.
Facendo riferimento agli ultimi dati disponibili secondo Aidit per il 45,6% delle agenzie, la spesa media per pratica si colloca tra 1.500 e 2.500 euro; nel 36,1% dei casi supera i 3.500 euro. Solo il 10,9% segnala importi ancora più elevati, confermando il progressivo spostamento del turismo organizzato verso la fascia medio-alta del mercato. Nella fase di decisione, il passaparola resta la fonte più influente (47,2%), davanti ai social media (22,9%) e alle piattaforme web (21,5%). I principali disservizi segnalati riguardano il trasporto aereo (47,6%), seguito da tour operator e strutture ricettive (20,3%) per problemi di assistenza, overbooking o qualità inferiore alle aspettative. Ciononostante, il grado di soddisfazione complessivo dei clienti raggiunge l’89%, grazie al supporto real time e post-vendita garantito dalle agenzie.
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