(Adnkronos) - "Vai a casa", "Non mollare Beppe!", e ancora, "Il problema non sono le mani ma la coscienza". Nel giorno dopo il discorso in Consiglio comunale di Giuseppe Sala, indagato nell’inchiesta sull’urbanistica che sta scuotendo Palazzo Marino, la vera arena politica è sui social. Tra Instagram, Facebook e X, il flusso di reazioni di leoni da tastiera e sostenitori convinti, è continuo e il sindaco di Milano viene alternativamente incoronato come "visionario" e seppellito sotto accuse di cinismo e opacità. C'è chi lo accusa di essere "incollato alla sedia con l’attack", chi lo paragona a Pinocchio, chi invoca le sue dimissioni con "le calze arcobaleno bene in vista", in riferimento alla celebre fotografia del 2019 che immortalava il primo cittadino con dei calzini arcobaleno per sostenere i diritti Lgbtq+ in occasione del Pride. E poi ancora: "Vergognati e dimettiti", "Il peggior sindaco che Milano abbia avuto negli ultimi trent’anni", sono tra le frasi più gettonate. E qualcuno incalza: "Richiamate Albertini".
Molti criticano il tono scelto da Sala in Aula, in particolare la frase "le mie mani sono pulite", che qualcuno giudica "orrenda e abusata". "Io ci credo, ma in Consiglio comunale si deve rispondere delle responsabilità politiche, non penali. E onestamente Sala ne ha di enormi. Milano ha perso il controllo di sé". Un altro aggiunge: "Il problema non sono le mani, sono sicuro che siano pulite. Il problema è la coscienza ad essere sporca". Ma accanto a critiche e dissenso, c’è una porzione consistente di cittadini che difende a spada tratta il sindaco. C’è chi lo incoraggia: "Non mollare Beppe, non c’è nulla sotto, solo l’invidia per una Milano lontana dal resto d’Italia", chi assicura che "Milano è stupenda da quando ci sei tu" e chi si mette in cattedra: "Solo gli ignoranti non riconoscono che un’indagine non equivale a una condanna".
Altri vanno oltre il merito giudiziario e lo ringraziano per aver trasformato la città: "Ha portato l’avanguardia, modelli culturali che sono il futuro" fanno notare, e "Possiamo solo ringraziarlo per l’instancabile lavoro che ha fatto per la nostra città. Avanti tutta, falli schiattare”. Tra i più caustici, qualcuno ironizza in merito all'indagine: "E' un po' come quello a cui hanno rifatto casa e non lo sapeva…". Tra i vari commenti sul profilo Instagram del sindaco il sentimento diffuso non è tanto la rabbia, quanto la sfiducia: c’è chi crede ancora nel 'modello Milano' e chi pensa che sia stato costruito a misura di pochi fortunati. '"Basta conoscere la città per notare lo scempio architettonico che avete portato avanti - rimarca un utente - l’hai fatta diventare una Milano per ricchi, Beppe. Né bella né accessibile”.
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(Adnkronos) - Sono cinque i film italiani in concorso a Venezia 2025, in programma dal 27 agosto al 6 settembre. 'Fuori concorso' invece Luca Guadagnino con 'After The Hunt: Dopo la caccia' che vede tra i protagonisti Julia Roberts, per la prima volta sul red carpet della Mostra.
Le pellicole italiane in concorso all'82esima Mostra del Cinema di Venezia, pronte a contendersi l'ambito Leone d'oro al Miglior film, sono 'La Grazia' di Paolo Sorrentino, 'Elisa - Io la volevo uccidere' di Leonardo Di Costanzo, 'Sotto le nuvole' di Gianfranco Rosi, 'Duse' di Pietro Marcello e 'Un Film Fatto per Bene' di Franco Maresco.
Corposa presenza italiana anche ‘Fuori Concorso': ‘After The Hunt: Dopo la caccia’ di Luca Guadangino, è una denuncia di violenza sessuale in una prestigiosa università americana con protagonisti Julia Roberts, Andrew Garfield, Ayo Edebiri, Chloë Sevigny e Michael Stuhlbarg; 'Il Maestro' di Andrea Di Stefano che racconta il rapporto tra un allenatore di tennis incapace (Pierfrancesco Favino) e un adolescente senza talento (Tiziano Menichelli); 'L’isola di Andrea' di Antonio Capuano con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni; 'La valle dei sorrisi' di Paolo Strippoli con Michele Riondino, Romana Maggior Vergano, Giulio Feltri e Paolo Pierobon; 'Orfeo' di Virgilio Villoresi con Luca Vergoni, Giulia Maenza, e Vinicio Marchioni; il documentario 'Ferdinando Scianna - Il fotografo dell'ombra' di Roberto Andò. Attese anche le serie 'Portobello' di Marco Bellocchio (verranno mostrati solo i primi due episodi perché il regista è ancora al lavoro), con Fabrizio Gifuni nei panni di Enzo Tortora, e 'Il Mostro' di Stefano Sollima sul mostro di Firenze; e per la sottosezione 'Cinema & Musica' i documentari dedicati a Nino D'Angelo, Piero Pelù e Francesco De Gregori.
L'Italia è presente anche nel concorso di 'Orizzonti' con due film: ‘Il rapimento di Arabella’ di Carolina Cavalli con protagonista Benedetta Porcaroli e 'Un anno di scuola' di Laura Samani. E nella nuova sezione 'Spotlight' c'è 'Ammazzare stanca', il nuovo film di Daniele Vicari con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Pier Giorgio Bellocchio e Rocco Papaleo.
"Sono 21 i film in Concorso, uno in meno dell'anno scorso. Ogni anno mi riprometto di arrivare a 18 ma poi non ci riesco...", ha annunciato il direttore artistico Alberto Barbera durante la presentazione del programma della Mostra del cinema.
Il Principe, il Rocker e lo Scugnizzo. Al Lido di Venezia quest'anno arriva la grande musica italiana, grazie a tre capiscuola della musica del nostro Paese: Francesco De Gregori, Nino D'Angelo e Piero Pelù. Saranno infatti presentati nella nuova sottosezione del Fuori Concorso dedicata a Cinema & Musica, 'Francesco De Gregori. Nevergreen' di Stefano Pistolini, 'Nino. 18 giorni' di Toni D’Angelo e 'Piero Pelù. Rumore Dentro' (titolo internazionale 'Noise Inside. Don't call me a Rock Star) di Francesco Fei.
'Francesco De Gregori. Nevergreen' di Stefano Pistolini, prodotto da Our Films, Friends TV, Darallouche e Caravan, racconta la residenza del novembre 2024 di Francesco De Gregori al Teatro Out Off di Milano, un piccolo teatro per una residenza di venti concerti nel corso di un mese, durante i quali il cantautore ha proposto ogni sera, a un pubblico di circa 200 persone, una scaletta selezionata tra una settantina di canzoni che considera le meno conosciute della sua produzione - o addirittura le 'perfette sconosciute', le nevergreen, mai insignite del titolo di 'evergreen'. Non l’ennesimo biopic celebrativo, non un rituale film-concerto, piuttosto un film immerso dentro la sua musica, capace di muoversi tra quelle canzoni, nella penombra del teatro, nelle emozioni delle serate e degli incontri estemporanei. Il film arriverà al cinema come evento speciale per Nexo Studios dall’11 al 17 settembre.
'Nino. 18 giorni', il film documentario su Nino D’Angelo, diretto dal figlio Toni D’Angelo, è un racconto intenso e toccante che scava nell’anima di un artista capace di attraversare generi, palcoscenici e generazioni, restando sempre fedele alle proprie radici. Toni ripercorre la carriera e la vita del padre: dall’infanzia a San Pietro a Patierno a Napoli al successo nazionale, fino all’improvviso abbandono della città che lo aveva consacrato. Il pretesto per iniziare questo viaggio sono i 18 giorni in cui Nino si trovava a Palermo, impegnato nella sua prima sceneggiata di successo, proprio quando nacque Toni. Un trionfo inatteso che lo tenne lontano da casa più del previsto e che fece sì che padre e figlio si conoscessero solo dopo diciotto giorni dalla nascita. Un ritardo simbolico, che ora diventa occasione per colmare distanza e tempo. Prodotto da Isola Produzioni s.r.l. con Rai Cinema, Mad Entertainment e Stefano Francioni produzioni, 'Nino. 18 Giorni' arriverà nei cinema italiani come evento speciale in autunno per Nexo Studios.
'Piero Pelù. Rumore Dentro' con soggetto e sceneggiatura di Piero Pelù, è prodotto da Apnea Film, Nexo Studios e Dna Audiovisivi, realizzato grazie a Teg. Nell’ottobre 2022 un improvviso shock acustico ha fatto svenire Piero Pelù, provocando un danno permanente al nervo acustico con il quale combatte psicologicamente da allora. L’incidente ha portato la cancellazione di un tour già programmato e il rischio di dover sospendere ogni attività artistica legata alla musica live di Pelù. Il “rumore dentro” di Piero diventa così un’occasione forzata per fermarsi, ritrovarsi, ricostruirsi, rigenerarsi e scrivere un nuovo album dedicato ai Deserti interiori attraverso una full immersion nel proprio mondo interiore.
Il film si arricchisce anche di una selezione sorprendente dallo sconfinato archivio in pellicola e video prodotto da Piero dagli albori del suo viaggio musicale fino ad oggi. Scandito dal viaggio spirituale di Pelù verso il pellegrinaggio annuale dei gitani a Saintes-Maries-de- la-Mer, in Camargue, in onore di Santa Sarah la Nera protettrice dei viaggiatori 'Piero Pelù. Il Rumore dentro' si trasforma in un road movie e insieme in una riflessione su oltre quarant’anni vissuti 'off road'. Il film vede anche la presenza di amici e collaboratori di Pelù, come la sua famiglia, i Litfiba storici, i suoi amici di tutti i giorni in vesti inaspettate. Arriverà nei cinema italiani cinema come evento speciale solo il 10, l’11 e il 12 novembre per Nexo Studios.
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(Adnkronos) - "Giudichiamo molto grave la recente decisione del Governo italiano di rigettare gli emendamenti dell'Organizzazione mondiale della sanità sul contrasto alle pandemie. Si tratta di un provvedimento che può avere conseguenze negative nel prossimo futuro". E' il commento di Fossc, Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, alla recente lettera inviata dal ministro della Salute Orazio Schillaci all'Oms. Il Forum, che riunisce e rappresenta 75 società scientifiche attive nel nostro Paese, "non condivide la scelta italiana che fa seguito a quella simile presa qualche giorno prima dagli Stati Uniti", si legge in una nota.
"Quelli proposti dall'Oms erano emendamenti condivisibili che prendono atto del possibile ripetersi di situazioni molto simili a quelle d'inizio 2020 - afferma Francesco Cognetti, presidente Fossc - Nuovi pericolosi agenti patogeni potrebbero minacciare la salute a livello globale. E' uno scenario possibile e, in qualche modo, anche probabile, come già evidenziato da tutti i più importanti e prestigiosi esperti a livello internazionale. E' perciò giusto prevenire e limitare future pandemie anche attraverso una maggiore cooperazione tra i diversi Stati. Non dobbiamo assolutamente dimenticare - sottolinea - che l'Italia è stata una delle nazioni più colpite dall'ultima pandemia. Il Covid-19 ha poi fatto emergere chiaramente alcuni limiti e le numerose problematiche che tuttora persistono all'interno nel nostro sistema sanitario nazionale".
Proprio per questo "non possiamo accettare la decisione del Governo italiano che avrebbe dovuto invece assecondare le proposte dell'Organizzazione mondiale della sanità - rimarca Cognetti - L'Oms può essere certamente anche criticata e le sue iniziative possono non essere sempre assecondate. Ma sono decisioni che vanno prese seguendo i dettami della scienza e anche consultando l'opinione degli specialisti medici e degli scienziati".
Avverte Cognetti: "Non si possono respingere a priori emendamenti importanti e potenzialmente utili a tutti i Paesi per frenare la diffusione di un'emergenza pandemica, senza considerare anche le conseguenze sulla mobilità dei nostri cittadini in Paesi esteri o anche le quarantene cui potrebbero essere sottoposti in caso di pandemia. La cooperazione internazionale è importantissima in queste circostanze e un coordinamento unico e una regia generale sono indispensabili. Lavorare tutti insieme - incalza - è fondamentale".
Il presidente Fossc invita l'intero Governo a "tornare indietro e ad accettare il nuovo Regolamento sanitario internazionale. Tutte le istituzioni italiane - aggiunge - dovrebbero poi affrontare finalmente i diversi problemi che da anni colpiscono il sistema sanitario nazionale". In chiusura, a nome del Forum, Cognetti ribadisce "la totale disponibilità a discutere con i rappresentanti politici nazionali e regionali per trovare al più presto soluzioni concrete, come del resto già da noi, da tempo, indicate".
(Adnkronos) - Il principe George, primogenito di Kate Middleton e del principe William, compie oggi, martedì 22 luglio, 12 anni. Sul profilo social ufficiale della famiglia reale è stato condiviso il ritratto del principe e a corredo gli auguri dei genitori: "Buon 12esimo compleanno al principe George", seguita da un'emoji a forma di torta.
Il Principe George Alexander Louis è nato nella privata Lindo Wing del St Mary's Hospital, Paddington, Londra, alle 16:24 del 22 luglio 2013. Per celebrare il compleanno, il principe è stato fotografato in mezzo al verde, mentre indossa una camicia a quadri bianchi con le maniche arrotolate e un gilet di pile verde scuro.
George appare sorridente e rilassato, appoggiato a un rustico cancello di legno, probabilmente nel Norfolk. Al polso sinistro è visibile un braccialetto dell'amicizia blu e bianco. La fotografia è stata scattata dal fotografo Josh Shinner all'inizio dell'anno.
La sua ultima apparizione pubblica risale a domenica 13 luglio quando il principe ha assistito, insieme ai genitori e alla sorella Charlotte, alla finale di Wimbledon tra Sinner e Alcaraz.
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(Adnkronos) - "La recente riclassificazione delle gliflozine rappresenta un passo importante verso una medicina più accessibile a tutti e in particolare alla persona con diabete. La possibilità di distribuire" questi trattamenti "anche nella farmacia territoriale, senza necessità di un piano terapeutico, segna proprio un cambiamento di paradigma. Non è solo una semplificazione burocratica - che già rappresenta un enorme passo in avanti - ma è anche un riconoscimento del valore di questi farmaci nella gestione del diabete tipo 2 e della prevenzione delle complicanze". Così Raffaella Buzzetti, presidente Società italiana di diabetologia (Sid), commenta all'Adnkronos Salute la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 19 luglio, della riclassificazione delle gliflozine, da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), nella fascia A dei prodotti rimborsabili acquistabili in farmacia, con l'eliminazione dei piani terapeutici che vengono compilati dallo specialista.
"E' un segnale che va nella direzione di una maggiore autonomia gestionale da parte dei clinici e del trattamento della cronicità - osserva Buzzetti - Per la persona con diabete, una semplificazione nella gestione della sua patologia si può tradurre in una maggiore aderenza" alle cure, condizione "fondamentale" per il successo terapeutico. Come è noto, "la scarsa aderenza" alle cure è un problema che si riscontra nel trattamento delle malattie croniche, perché "i farmaci da assumere sono tanti - illustra la presidente Sid - Più è semplice anche potersi procurare i farmaci", come nella farmacia sotto casa, "maggiore è la disponibilità della persona con diabete", in questo caso, "a procurarseli e quindi a seguire la terapia. Se infatti la persona deve semplicemente rivolgersi sul territorio", soprattutto se "vive in zone di campagna o di montagna", distanti dagli ospedali, "certamente è facilita nella quotidianità" e nell'accesso alla terapia.
"In un sistema sanitario universalistico come il nostro - sottolinea Buzzetti - garantire un accesso equo e tempestivo alle cure è una responsabilità non solo clinica, ma anche etica. Questo è un punto veramente importante. La semplificazione delle modalità prescrittive, se è accompagnata ovviamente alla formazione, non solo non indebolisce il controllo sulla spesa, ma certamente favorisce il buon andamento delle cure. Snellire non significa certamente banalizzare e dare meno rilevanza - precisa - ma significa rendere il sistema più facilmente fruibile. Come specialisti della Società italiana di diabetologia, che ogni giorno curiamo le persone con diabete, sappiamo molto bene" che "la prescrizione dei piani terapeutici e le lungaggine burocratiche certamente non aiutano. Semplificare l'accesso non è quindi soltanto un atto burocratico - rimarca - ma lo definirei un atto di cura, perché come in tutte le malattie croniche il primo 'farmaco' è proprio la possibilità di curarsi" avendo "facilmente" accesso alle cure e "ai farmaci, indipendentemente dalla regione in cui si vive", ma anche "dall'abitare in città, in campagna o in montagna".
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(Adnkronos) - Furto in casa del calciatore della Lazio Matias Vecino. I ladri hanno fatto irruzione nell'abitazione del centrocampista uruguaiano in zona Camilluccia a Roma, forzando una finestra. Ad accorgersene lo stesso Vecino, che ieri pomeriggio, rientrato a casa dopo qualche giorno di assenza, ha dato l'allarme.
Sul posto i carabinieri impegnati nelle indagini. Da un primo sopralluogo effettuato sul posto, mancherebbero diversi oggetti di valore. (di Silvia Mancinelli)
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(Adnkronos) - I progressi scientifici e le terapie innovative, che stanno trasformando le opportunità di trattamento e le prospettive di cura in ematologia, hanno bisogno di una riorganizzazione del sistema sanitario. Proprio su questo tema si è svolto oggi presso la Giunta regionale della Lombardia l'evento istituzionale 'Ematologia in Regione Lombardia - Strategie regionali per l'innovazione', promosso da Johnson & Johnson, con l'obiettivo di creare un'occasione di confronto tra tutti gli attori del sistema salute e individuare proposte in ambito organizzativo e gestionale per la presa in carico del paziente ematologico in tutta le regione.
Nel dettaglio, dal confronto tra le istituzioni regionali, i clinici e le associazioni del Terzo settore, per garantire l'accesso all'innovazione terapeutica, accelerare la diagnosi e migliorare la presa in carico dei pazienti ematologici - informa una nota - emergono queste necessità: 1) Riorganizzare in maniera efficiente le risorse economiche disponibili per garantire a livello regionale l'accesso all'innovazione a tutti i pazienti ematologici che ne hanno bisogno, implementando una nuova governance condivisa per tipologia di esami, verifica degli esiti e dell'efficacia, capace di rendere uniforme sul territorio l'appropriatezza degli esiti e della gestione delle patologie nel loro complesso; 2) Adeguare il modello gestionale-organizzativo di presa in carico dei pazienti sulla base delle nuove esigenze cliniche e dei nuovi trattamenti disponibili per rispondere tempestivamente ai bisogni di salute in ematologia; 3) Aumentare l'organico amministrativo al fine di gestire gli aspetti burocratici legati alla presa in carico del paziente affinché gli specialisti possano dedicare più tempo alla pratica clinica, come da proposta già avanzata dalla Commissione III Sanità.
Ancora: 4) Integrare la Rete ematologica lombarda con la partecipazione delle associazioni di pazienti e delle istituzioni regionali competenti in materia, favorendo la costituzione di un tavolo programmatico che, a livello regionale, traduca in provvedimenti operativi le istanze raccolte. Riconoscere, allo stesso tempo, il ruolo cruciale del terzo settore e delle associazioni di pazienti in ambito ematologico nel garantire il benessere complessivo del paziente, con un loro coinvolgimento attivo e istituzionalizzato nei tavoli decisionali a livello regionale. Infine: 5) Proporre un pilota che, in linea con le Linee guida Agenas e il Protocollo regionale, ripensi l'assistenza in termini di territorializzazione delle cure onco-ematologiche e di una maggiore valorizzazione delle Case di comunità.
L'ematologia - ricordano gli esperti - rappresenta da sempre l'avamposto dell'innovazione terapeutica in ambito oncologico, dove nel corso degli ultimi 10 anni sono state introdotte nuove opzioni terapeutiche in grado di prolungare e migliorare la vita dei pazienti. Un caso particolare è rappresentato dal mieloma multiplo, la seconda forma più comune tra i tumori del sangue, con un'incidenza progressivamente in aumento, tanto che nel nostro Paese si contano ogni anno quasi 6mila nuovi casi - circa 800 solo in Lombardia - e dove la sopravvivenza dopo la diagnosi è significativamente aumentata passando da 2 a oltre 7 anni. La spinta all'innovazione data dalla necessità di adottare terapie sempre più personalizzate ed efficaci rappresenta una sfida per tutti gli attori del sistema salute, dai clinici che somministrano queste terapie alle associazioni che supportano i pazienti nel loro percorso di cura, dalle aziende che fanno ricerca alle istituzioni. Per garantire l'accesso alle migliori terapie disponibili e al contempo la sostenibilità del sistema sanitario regionale, è necessario ripensare all'ecosistema a livello regionale in termini di gestione e organizzazione.
"Quando parliamo di innovazione in ambito sanitario, sono 3 le parole chiave da tenere a mente: equità, sostenibilità e adeguatezza rispetto al bene più prezioso che abbiamo nel nostro Paese e nella nostra Regione, il nostro sistema sanitario - afferma Marco Alparone, vicepresidente e assessore al Bilancio e finanza, Regione Lombardia - Se da un lato questo comporta già il valore dell'equità, dall'altro, di fronte alla spinta all'innovazione, va implementato nella sostenibilità. Questa è la sfida che dobbiamo affrontare insieme tra tutti i protagonisti del mondo della salute e della sanità, a partire da clinici, istituzioni, associazioni dei pazienti, loro familiari, cambiando in maniera radicale i modelli organizzativi. L'obiettivo - precisa - è quello di garantire uniformità delle cure, consentendo ai pazienti le terapie migliori su tutto il territorio regionale, in maniera omogenea, senza differenze. Per tali motivi, incontri come questo di oggi incontri rappresentano opportunità di confronto e dialogo essenziali, su tematiche molto delicate, come l’ematologia e il mieloma multiplo".
"Per migliorare la presa in carico delle persone con mieloma multiplo - sottolinea Francesco Passamonti, direttore Sc Ematologia, Policlinico di Milano e professore ordinario di Ematologia, Dipartimento di Oncologia e Onco-Ematologia, università degli Studi di Milano - è necessario promuovere un cambiamento di alcuni dei modelli organizzativi, così da definire percorsi di cura che assicurino un accesso precoce alla diagnosi e ai trattamenti. In tal senso, è necessario che l'assistenza sia più territoriale, riducendo così il carico degli ospedali. Questo - chiarisce - è ciò che accade ad esempio nel modello Hub & Spoke, dove nei centri Hub vengono indirizzati i pazienti con maggiore complessità terapeutica, mentre chi non richiede più cure specialistiche può essere seguito in quelli Spoke. Nel nostro territorio, un importante supporto può essere dato dalle Case di comunità, laddove venga garantito però un alto livello di competenza specialistica".
Aggiunge Roberto Cairoli, direttore Sc Ematologia, Asst Gom Niguarda Milano e professore associato di Malattie del sangue, Dipartimento di Medicina e chirurgia, università degli Studi di Milano-Bicocca: "E' fondamentale che vi sia una un'armonizzazione a livello regionale delle strategie da utilizzare, a partire da esami, approfondimenti e verifiche degli esiti in modo tale da gestire la malattia ematologica nel suo complesso. Ma per fare ciò, è altrettanto fondamentale agire come una vera e propria rete con il fine ultimo di garantire i 3 principi chiave dell'equità all'accesso: sostenibilità, prossimità e appropriatezza. Con una maggiore integrazione, la Rete ematologica lombarda può contribuire a introdurre elementi di monitoraggio per bilanciare le necessità di accesso, appropriatezza e utilizzo strategico delle risorse. Tutto ciò - avverte - passa dal coinvolgimento di tutte le figure coinvolte nel percorso di presa in carico e cura del paziente, a partire dalla costruzione di tavoli programmatici che, a livello regionale, possano tradurre in provvedimenti operativi ed efficaci i bisogni portati avanti dai professionisti sanitari e dai pazienti".
"In linea con la prospettiva nazionale - osserva Davide Petruzzelli, presidente La Lampada di Aladino Ets - risulta fondamentale istituzionalizzare il ruolo delle associazioni di pazienti nei processi decisionali del sistema salute. Questo tipo di partecipazione è attualmente più consolidata in oncologia; è importante però lavorare nella stessa direzione anche in ambito ematologico, dove le differenze nell'accesso alle cure sono purtroppo sempre più presenti, anche nella nostra regione. Lo scopo è puntare alla presa in carico complessiva particolarmente quando si tratta di persone anziane, oltre ai bisogni puramente clinici. Per questo è necessaria la massima collaborazione tra i diversi professionisti, ma anche tra ospedale e territorio".
Commenta Monica Gibellini, direttore Government Affairs, Policy & Patient Engagement Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia: "Come Johnson & Johnson da sempre siamo protagonisti dell'innovazione in tutte le sue forme, non solo attraverso la ricerca scientifica, ma anche promuovendo iniziative che possano migliorare i modelli gestionali di presa in carico delle persone con tumori ematologici, come il mieloma multiplo. Siamo convinti che attraverso momenti di confronto come questo, che ha visto coinvolti tutti i principali rappresentanti del sistema salute, stiamo procedendo nella direzione giusta per affrontare la sfida di un sistema che consideri sempre di più la spesa farmaceutica come un investimento a cui destinare le risorse necessarie, così da rispondere sempre meglio ai bisogni di cura dei pazienti per una loro corretta e tempestiva presa in carico".
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(Adnkronos) - Il Dna riscrive la storia del mostro di Firenze fin dall’inizio. Natalino, il bambino di sei anni e mezzo che nell’estate del 1968 scampò ai colpi di calibro 22 dell’assassino che uccise sua madre, Barbara Locci, e l’amante Antonio Lo Bianco, e che per i successivi diciassette anni terrorizzerà la Toscana e l’Italia con altri sette duplici omicidi, non era figlio di Stefano Mele, il manovale, marito della vittima, condannato per quel delitto. Un accertamento genetico disposto dalla procura ha stabilito che il suo padre biologico è Giovanni Vinci, il fratello più grande di Francesco e Salvatore. Giovanni, pur membro di quel “clan” di sardi che dal 1982 entrerà nel mirino delle indagini – con l’arresto di Francesco prima, e con i sospetti su Salvatore poi –, non è mai stato lambito dall’inchiesta. Una lacuna che oggi, le pm titolari di un fascicolo riaperto, Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, tenteranno di colmare. La notizia è riportata oggi da "La Nazione" con un articolo di Stefano Brogioni, giornalista specialista delle vicende del mostro di Firenze.
Tuttavia, alcune domande sorgono spontanee: il killer di Signa sapeva chi fosse il padre di quel bambino? Natalino ha avuto la notifica della procura nei giorni scorsi. E’ rimasto spaesato. "Quest’uomo non l’ho mai neanche conosciuto", replica al quotidiano.
A consegnare questa clamorosa novità nelle mani dei magistrati è stato il genetista Ugo Ricci, specialista di cold case a cui si deve anche il ritrovamento, nel caso Garlasco, del Dna di Andrea Sempio attaccato alle unghie di Chiara Poggi. L’«intuizione» investigativa risale invece al 2018, quando, nell’inchiesta, conclusasi con l’archiviazione, che all’epoca vedeva indagato l’ex legionario di Prato Giampiero Vigilanti, venne dato il compito ai carabinieri del Ros di prelevare, in gran segreto, due profili Dna. Quello di un figlio di Salvatore Vinci, che si è rivelato utile ad attribuire al sardo il possesso di uno straccio che era stato vicino a un altro “famoso” pezzo di stoffa (andato perduto) che recava tracce di sangue e polvere da sparo, rinvenuto in casa sua all’indomani del delitto di Vicchio del 1984. E poi quello di Natalino. Ma sono passati anni prima che una pattuglia di militari s’imbattesse nella vita segnata di un uomo che nella notte del 1968 perse, di fatto, entrambi i genitori. Per la comparazione, il genetista Ricci ha utilizzato anche il profilo da lui estratto dalla recente riesumazione del cadavere di Francesco Vinci.
La nuova verità potrebbe dare spiegazioni a tanti misteri di questa storia ancora irrisolti. Non è mai stato chiarito chi e perché risparmiò il bambino, e anche come Natalino, in quella notte di cui non ricorda nulla, arrivò a una casa distante un paio di km, al buio, in una strada ciottolosa di campagna. E ora questa vicenda va rianalizzata anche nell’ottica della ricerca della pistola, mai ritrovata, che uccise la notte del 1968 e si rimise in azione dal 1974 al 1985 per ammazzare altre sette coppie. «Passata di mano», dirà la sentenza che condannò in primo grado il contadino di Mercatale Pietro Pacciani. Forse un modo di salvare un verdetto ormai passato in giudicato (quello che stabilì la responsabilità del marito tradito Stefano Mele nel 1968, al quale vennero inflitti tredici anni beneficiando delle attenuanti del delitto d’onore), e trovare un responsabile per il resto dei delitti. Anzi, i responsabili, visto che in seguito, a fianco a Pacciani (condannato, assolto, morto prima di un appello bis), si collocheranno anche i compagni di merende Giancarlo Lotti e Mario Vanni. Oggi sono tutti morti, ma Paolo Vanni, il nipote del postino le cui invettive al giudice sono nel frattempo diventato un cult in rete, ha chiesto la revisione di quella condanna, istanza su cui i giudici di Genova non si sono ancora pronunciati
(Adnkronos) - Lo scontro è rimandato al 7 agosto, al Masters 1000 di Cincinnati. Dopo il forfait di Jannik Sinner e quello di Carlos Alcaraz dal torneo di Toronto, la lotta per il primo posto del ranking Atp riprenderà dagli Usa.
Dopo Cincinnati ci sono gli Us Open e in entrambi i tornei il campione è l'altoatesimo, che dovrà difendere i suoi, rispettivamente, 1000 e 2000 punti dall'assalto del murciano. Se tutto gira per il verso giusto, Sinner avrà un bottino di 11.830 punti, scalati i 200 guadagnati a Toronto 2024 quando il n. 1 si fermò ai quarti di finale.
Alcaraz al momento non perde niente perché anche l'anno scorso saltò il torneo canadese, e tra Cincinnati e Flushing Meadows a New York aveva accumulato solo 60 punti dopo aver perso al debutto contro Monfils nel primo turno ed essersi fermato al secondo agli US Open contro Van de Zandschulp.
Se il n. 2 dovesse trionfare nei due tornei statunitensi raggiungerebbe quota 11.540, mentre Sinner perderebbe alcuni dei suoi punti e si esporrebbe al sorpasso in classifica che proprio oggi, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Alcaraz ha annunciato come suo obiettivo principale.
Leggi tutto: Sinner-Alcaraz, lotta per la vetta del ranking: rischio sorpasso agli US Open
(Adnkronos) - "Un importante passo avanti nella formazione in oftalmologia e in particolare nella chirurgia della cataratta". Con queste parole il rettore dell'università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron, ha inaugurato il simulatore chirurgico Eyesi per le esigenze della Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell'ateneo. Si tratta di un nuovo dispositivo per la formazione alla chirurgia della cataratta, l'unico presente nel Lazio e piuttosto raro sul territorio nazionale dove se ne contano solo altri 4, riporta una nota. La chirurgia oftalmologica, e in particolare quella della cataratta - si legge - è estremamente complessa sia per le dimensioni delle strutture oculari, sia perché legata all'utilizzo di apparecchiature ad alta tecnologia, in continua evoluzione. Eyesi è un apparecchio che dispone di una delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, capace di riprodurre in modo estremamente realistico tutte le fasi della chirurgia della cataratta.
"Gli operatori possono esercitarsi, migliorare le proprie attività e acquisire sicurezza - ha sottolineato Levialdi Ghiron - Il simulatore è a disposizione degli studenti Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell'ateneo e dei professionisti sanitari nell'ambito delle attività del Cesma. Roma Tor Vergata si posiziona quindi come punto di riferimento nel territorio laziale, e non solo - precisa - per l'innovazione e la ricerca nell'ambito della chirurgia oftalmologica e nell'assistenza sanitaria, poiché l'integrazione della simulazione avanzata nei percorsi formativi e la ricerca clinica rappresentano una strategia chiave per sviluppare competenze mediche di eccellenza, oltre a creare nuove opportunità per attrarre fondi, progetti e collaborazioni con enti nazionali e internazionali".
"Il centro di simulazione medica avanzata Cesma, fondamentale per la crescita della nostra università, nasce alla fine del 2023 - ha ricordato Stefano Marini, preside della Facoltà di Medicina di Roma Tor Vergata - In questi 2 anni è diventato centro nevralgico della Facoltà di Medicina e sta continuando a migliorare: in tanti utilizzano questa struttura all'avanguardia nella formazione dei futuri giovani medici ed è anche centro di riferimento per l'orientamento, i master, le aziende".
In riferimento all'apprendimento di chi si appresta a diventare specialista in Oftalmologia, Carlo Nucci, professore ordinario di Oftalmologia, direttore della Scuola di specializzazione in Oftalmologia, responsabile della Uosd del Policlinico Tor Vergata e prorettore vicario dell'ateneo, ha evidenziato che "il simulatore Eyesi dispone di un percorso di apprendimento strutturato in moduli di difficoltà crescenti, per eseguire interventi chirurgici di cataratta sempre più complessi e diversificati e per gestire tutte le complicanze che potrebbero verificarsi. Il passaggio ai diversi moduli didattici - ha chiarito - è reso possibile solo attraverso una valutazione oggettiva delle competenze e dei progressi raggiunti. Il sistema infatti registra vari parametri relativi alla gestione del microscopio e degli strumenti, all'efficienza chirurgica e alla gestione dei tessuti, fornendo una valutazione dettagliata che consente ai medici di migliorare sistematicamente le proprie competenze. L'utilità dell'introduzione del simulatore Eyesi nei percorsi di formazione degli specializzandi è confermata anche da lavori scientifici".
"Studi internazionali - ha spiegato Nucci - hanno dimostrato come l'utilizzo del simulatore Eyesi acceleri la curva di apprendimento, migliori la coordinazione mano-occhio e la gestione dello strumento, oltre a standardizzare la valutazione delle competenze tecniche in modo oggettivo, ma soprattutto ridurre significativamente il numero di complicanze nei primi interventi reali sul malato. Studi nel Regno Unito parlano di una riduzione del 38% della complicanza più temuta (la rottura della capsula posteriore) dopo il training con il simulatore. L'obiettivo è quello di fornire ai neospecialisti, al termine del loro percorso formativo, gli strumenti per affrontare la pratica clinica con preparazione e autonomia, restituendo al Paese professionisti in grado di contribuire fin da subito alla salute della collettività, con l'idea che formare bene oggi significa garantire cure migliori domani".
Secondo Nucci, le moderne procedure da un lato consentono di offrire ai pazienti risultati clinici eccellenti, con recuperi funzionali praticamente immediati e quindi con un notevole risparmio dei costi sociali, dall'altro richiedono un percorso di apprendimento estremamente lungo e complesso. Nel corso dell'inaugurazione - conclude la nota - è stato eseguito un intervento di chirurgia della cataratta al simulatore dalla specializzanda Sabina Rubilotta, al secondo anno della Scuola di specializzazione in Oftalmologia, sotto il tutoraggio di Francesco Aiello.
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(Adnkronos) - "Le mie dimissioni non avrebbero fatto comodo però a nessuno, né al centrosinistra ma neanche al centrodestra. Tutti parlano, ma tenersi sulle spalle una situazione così pesante non so chi l'avrebbe fatto in questo momento". Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine dell'inaugurazione di Smart City Lab e all'indomani del passo indietro dell'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi dopo l'inchiesta che lo vede coinvolto e per il quale la procura di Milano ha chiesto al gip gli arresti domiciliari.
Sui tempi per la nomina del nuovo assessore della Giunta milanese "non voglio prendere una decisione con un'urgenza che può portarci anche a fare riflessioni sbagliate, voglio pensarci", continua. La carica sarà ricoperta temporaneamente dalla vice sindaco Anna Scavuzzo. "Le deleghe a qualcuno vanno date, quindi vanno ad Anna Scavuzzo" ha rimarcato il primo cittadino, sottolineando come sia "una soluzione temporanea", e non una "con la quale potremmo lavorare perché manca ancora molto tempo".
"Al momento dobbiamo fare così. Non mi spingerei a dire che decidiamo in settimana, fra due settimane, voglio fare la scelta giusta e con calma e approfitto dell'occasione anche per ringraziare Tancredi, che ha fatto un grande lavoro - ha aggiunto -. Io credo molto nella sua onestà e mi spiace per come sia finita, guardiamo avanti".
Incalzato dalle domande dei cronisti che gli hanno domandato se il nuovo assessore sarà un tecnico, Sala ha ribadito: "Aspettiamo".
Nel frattempo il rapporto tra il primo cittadino e il Partito Democratico "è solido e rimarrà solido" se nessuna delle due parti deciderà di cambiare "le regole di ingaggio che abbiamo sempre avuto", ha continuato.
Sala è stato poi incalzato sulle critiche mossegli dalla maggioranza, rispondendo che "derivano dalla componente verde, è sempre stato così". "Per il resto mi pare invece che questa situazione possa portare anche a un rafforzamento della coesione della maggioranza, io la vedo così", ha aggiunto.
"È evidente che bisogna parlarsi, ascoltarsi ed è evidente che io a volte taglio un po' le curve, vado in fretta. D'altro canto penso che la mia indipendenza sia stata un valore per tutti e dovrà continuare a essere così", ha poi detto ancora Sala.
L'impatto dell'inchiesta urbanistica che ha travolto Milano e la Giunta comunale "non pregiudica" la possibilità di vincere di nuovo in città alle prossime elezioni del 2027. Tutto dipenderà "da come lavoriamo in questi anni, io poi francamente non penso che la gente, i cittadini, valutino in maniera accusatoria verso chi capita in mezzo a questa bufera", ha aggiunto il sindaco.
"Per fare un esempio in Liguria salta la giunta, tutti dicono che sarebbe cambiato il vento e ha rivinto il centrodestra. Io dico alla mia parte politica, non pensiamo a queste cose, pensiamo a lavorare bene" ha poi aggiunto.
Per quanto riguarda la questione San Siro "era già stata definita così in campagna elettorale, non è che è una sorpresa", ma "bisogna sempre rispettare la deadline del 10 novembre e quindi i tempi ci sono ancora", ha spiegato.
"Avremmo preferito cominciare la discussione in Consiglio in luglio, ma in questo momento non è una cosa saggia e quindi a settembre si ricomincia -ha aggiunto -. Confermo che procederemo, quando avremo messo a posto tutto, con una delibera di giunta e poi porteremo alla decisione del Consiglio".
Una possibile approvazione a fine settembre "dipenderà dalla decisione del Consiglio". "Diciamo che tendenzialmente entro fine settembre bisognerà che il Consiglio si esprima se vogliamo rispettare, come mi pare doveroso, il vincolo posto dalla sovrintendenza", le parole del sindaco.
(Adnkronos) - Nel 2025 il malcontento degli italiani nei confronti della Ue peggiora di mese in mese: inizialmente si concentra su green deal e riarmo, poi sempre più su politiche agricole, carbon tax e le varie misure di sostegno al bilancio, percepite come punitive e lesive della sovranità nazionale. Su oltre 9,5 milioni di contenuti rilevati da Socialcom attraverso la piattaforma SocialData, il 75% esprime una posizione negativa nei confronti dell’Europa, generando oltre 250 milioni di interazioni. I momenti di maggiore tensione coincidono con il lancio del piano ReArmUe, l’insediamento di Donald Trump (Giorgia Meloni è stata l’unica leader Ue presente) e il dibattito sul bilancio europeo, riacceso dall’ipotesi di nuove tassazioni.
Il malcontento si estende a larga parte dell’agenda europea. Ai temi di politica estera (sentiment negativo per il 91% dei contenuti) seguono immigrazione (87%), dazi (83%), burocrazia (78%) e agricoltura (70%). Le proteste degli agricoltori si susseguono per tutta la prima metà dell'anno, fino ad esplodere a luglio di fronte alla proposta di tagli alla Politica Agricola Comune. Le politiche green invece, pur molto presenti nei canali istituzionali (548 mila post), faticano a generare coinvolgimento: raccolgono meno interazioni di immigrazione, dazi e tasse.
Una citazione a parte merita l’allarme sulla sovranità dei governi nazionali in pericolo, tema ricorrente nei post più apprezzati, con un record di engagement medio di oltre 1000 interazioni per post.
La lettura critica verso l’Unione Europea si riflette anche nella distribuzione dei contenuti e delle interazioni social. La maggior parte dei post è pubblicata su Twitter/X (65%), seguito da web news e blog (28%), che si confermano principali fonti di informazione. Ma è su Instagram e Facebook che si concentra il coinvolgimento più alto: insieme generano oltre il 70% delle interazioni totali, segno di una partecipazione che si esprime soprattutto attraverso contenuti visivi, commenti e reazioni. Twitter/X, pur centrale nella produzione dei contenuti, raccoglie solo l’11% dell’engagement.
Tra i temi più sensibili emersi nel dibattito online c’è il fronte fiscale. Socialcom ha analizzato le reazioni a quattro proposte di tassazione avanzate dall’Unione Europea tra il 19 giugno e il 18 luglio: ambiente (Ets e Cbam), grandi aziende, rifiuti elettronici e tabacco. In totale, oltre 10.000 contenuti e 223.000 interazioni nell’ultimo mese. A catalizzare l’attenzione è soprattutto l’ipotesi di aumento delle accise sul tabacco, che da sola genera 5.7 mila conversazioni e oltre 86.000 interazioni social, con critiche già esplose prima dell’annuncio ufficiale. Il tono è nettamente contrario (95% di contenuti negativi), alimentato dalla percezione di una misura invasiva e punitiva, capace di incidere direttamente sulle abitudini quotidiane dei cittadini.
"La distanza tra le priorità europee e le preoccupazioni degli italiani emerge con chiarezza nella conversazione online, dominata da critiche, allarmi e sarcasmo” - commenta Luca Ferlaino, presidente di Socialcom. "Il malcontento attraversa tutti i principali dossier, ma esplode in particolare su temi percepiti come più vicini alla vita quotidiana, come agricoltura e tabacco. Serve un cambio di passo nel modo in cui l’Europa comunica, ascolta e rappresenta i cittadini."
Leggi tutto: Ue bocciata dagli italiani, tre post su quattro sono negativi: l'indagine Socialcom
(Adnkronos) - AAA tecnici di radiologia cercansi. In Italia, secondo i numeri ricordati di recente dal ministro della Salute Orazio Schillaci, si effettuano più di 70 milioni di esami di diagnostica per immagini ogni anno. Il parco macchine del Ssn si sta aggiornando ed entro il 2026 - per effetto dell'investimento previsto nel Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza - ci saranno oltre 3mila nuovi macchinari nei nostri ospedali. Per questa professione sanitaria ogni posto disponibile nel sistema formativo viene conteso da 2,5 candidati, le domande sono dunque più del doppio dei banchi da riempire. E le prospettive di occupazione sono rosee. In rapporto al fabbisogno effettivo, le università 'sfornano' in questo momento il 30% di tecnici in meno rispetto a quelli che servirebbero. Ci sarebbe bisogno di più posti nei corsi di laurea per evitare che questo squilibrio fra domanda e offerta si traduca in una carenza di personale soprattutto negli ospedali, oltre al fatto che anche gli orizzonti del tecnico di radiologia si stanno ampliando e le possibilità di impiego si moltiplicano. A fare il punto è Francesco De Cobelli, primario di Radiologia dell'Irccs ospedale San Raffaele e direttore della Scuola di specializzazione di Radiologia dell'università Vita-Salute San Raffaele.
"Non c'è crisi di vocazione" per i tecnici di radiologia. Anzi, assicura all'Adnkronos Salute, "questa è una delle professioni sanitarie più richieste". Una situazione che si discosta dagli scenari più foschi che riguardano invece altre professioni sanitarie "come infermieristica", penalizzata dalla fuga di professionisti e da candidature in costante calo. E poi c'è un altro dato: percentuale dei tecnici di radiologia che lavorano a 1 anno dalla laurea, 80% (dato Almalaurea).
UniSr ha lanciato un corso di laurea triennale in Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia. Perché scegliere questa strada? Si tratta - è la riflessione dell'esperto - di un percorso accademico che può diventare un passaporto per un settore in rapida espansione e trasformazione".
Il 'pane quotidiano' del tecnico di radiologia oggi "non è solo l'imaging diagnostico, quale radiologia convenzionale, Tac e risonanza magnetica, ma questa figura ha anche tutta la parte relativa alla fisica sanitaria, alla medicina nucleare, come le scintigrafie e la diagnostica Pet, e poi tutta la parte di radioterapia (i tecnici di radiologia con il radioterapista si occupano del trattamento ai pazienti)". Ci sono poi anche delle opportunità nel mondo dell'industria, con "le aziende che producono apparecchiature medicali", elenca De Cobelli. E "la possibilità di fare un'attività all'interno della ricerca biomedica. Questo è un campo, infatti, dove la ricerca ha uno stretto legame con la tecnologia e l'avanzamento rapido".
Chi è dunque il tecnico di radiologia e che qualità deve avere? "E' una figura molto importante nella gestione delle apparecchiature e un suo ruolo sempre più frequente è anche sul fronte del trattamento mininvasivo di molte patologie attraverso la radiologia interventistica, campo in cui di fatto si usa la guida dell'imaging per eseguire alcune particolari procedure", spiega l'esperto. "Sicuramente questa figura tecnica deve avere una doppia propensione: una passione per la tecnologia e l'avanzamento tecnologico, ma anche un'empatia e un'attitudine umana, perché ha di frequente un rapporto diretto con il paziente". E "per un paziente dall'esame dipende spesso la diagnosi, o la comprensione dell'evoluzione della sua malattia", fa notare De Cobelli.
Mentre dal punto di vista tecnologico non si può dimenticare la 'vista' privilegiata sul futuro aperto dall'Ai: "L'intelligenza artificiale sta avendo un impatto prorompente nella medicina in generale, in particolare nella radiologia e nella diagnostica per immagini. Questo è un punto di cui occorrerà tenere conto nella costruzione dei corsi di laurea, dove dovranno trovare spazio anche insegnamenti dedicati all'Ai, visto che oggi le apparecchiature hanno a disposizione tecnologie che permettono un miglioramento della qualità immagini e una velocizzazione dell'acquisizione delle immagini. Per diagnosi più precise in tempi inferiori".
(Adnkronos) - "Mathieu van der Poel è costretto ad abbandonare prematuramente il Tour de France" 2025 per una polmonite Lo scrive il team dell'olandese, la Alpecin-Deceuninck. "Mathieu aveva manifestato sintomi di un comune raffreddore negli ultimi giorni. Ieri pomeriggio, le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare significativamente. Il medico della squadra lo ha monitorato attentamente per tutta la giornata. In serata, Mathieu ha sviluppato la febbre ed è stato portato al Centre Hospitalier de Narbonne per ulteriori accertamenti. Gli esami medici hanno rivelato che Mathieu soffre di polmonite. In consultazione con lo staff medico, è stato deciso che non può più continuare la corsa. La sua salute è la massima priorità e il riposo e il recupero sono ora essenziali".
Leggi tutto: Tour de France, Van der Poel ha la polmonite: costretto a ritirarsi
(Adnkronos) - "C’è una grande confusione, in questi giorni, tra libertà artistica e assenza di responsabilità". Così Giulia Mazzoni, compositrice e pianista, presidente di Musica Italiae, in un articolo dopo l'annullamento del concerto di Valery Gergiev.
"L’arte, sì, deve restare libera. Ma non può essere completamente separata dal mondo in cui viene agita - prosegue - Valery Gergiev è un musicista straordinario, ma anche una figura fortemente legata al potere russo, con incarichi ufficiali, presenze simboliche e un sostegno esplicito a Vladimir Putin. Non ha mai preso le distanze, neppure in forma minima, dall’invasione dell’Ucraina o dalla morte di chi si è opposto a quel regime".
"Non stiamo parlando di un artista in esilio, né di un intellettuale dissidente. Parliamo di un direttore d’orchestra che ha rappresentato pubblicamente lo Stato russo in occasioni ufficiali, teatrali e persino militari, come nel celebre concerto a Tskhinvali nel 2008, pochi giorni dopo l’intervento armato in Georgia", afferma ancora Mazzoni che aggiunge: "Questo non è un attacco alla musica russa, che ha donato al mondo alcuni dei capolavori più profondi e universali, né alla sua straordinaria tradizione culturale, nutrita da secoli di bellezza, tormento e libertà interiore.Al contrario: è proprio in nome del rispetto per quell’eredità che occorre distinguere tra chi crea arte come gesto libero e umano, e chi invece la piega a fini che ne tradiscono la nobiltà, appoggiando narrazioni di potere, repressione o guerra. A scanso di equivoci: questa non è russofobia".
"È possibile amare profondamente la musica di Tchaikovsky, Musorgskij o Shostakovich — e insieme prendere le distanze da chi utilizza la cultura per legittimare un regime che calpesta i diritti fondamentali. Condannare una posizione pubblica e istituzionale non significa attaccare un popolo. Al contrario: è anche un modo per onorare quella parte viva e coraggiosa della cultura russa che ha sempre saputo resistere al potere con la forza della verità, del dissenso e della bellezza", sottolinea la pianista e compositrice per la quale "annullare un concerto pubblico non è necessariamente un atto di censura. Nel caso di Gergiev, è stata una scelta di contesto, che riguarda il significato simbolico dell’invito, l’uso di fondi pubblici e la responsabilità di ciò che un’istituzione culturale comunica quando ospita figure profondamente compromesse con un potere politico".
"La musica è universale, certo ma non è neutra. E chi sale su un palco così prestigioso, in un luogo simbolico dello Stato, rappresenta inevitabilmente più di sé stesso. Per questo, l’annullamento del concerto di Caserta non è un attacco alla musica ma un segnale necessario e consapevole: oggi, più che mai, le scelte artistiche sono anche scelte etiche, soprattutto quando coinvolgono luoghi e risorse pubbliche - conclude - Comprendo l’indignazione di chi parla di libertà artistica, ma è importante distinguere tra espressione individuale e rappresentanza pubblica. Gergiev ha sostenuto Putin anche durante eventi drammatici come l’annessione della Crimea e la guerra in Ucraina, senza mai una parola di dissenso. Essere un artista non significa essere al di sopra delle conseguenze delle proprie scelte. Il paragone con Shostakovich è fuorviante: lui fu vittima del potere, Gergiev è stato strumento consapevole di una narrazione politica. Non è censura chiedere coerenza morale a chi occupa spazi istituzionali. Non è stupidità difendere l’arte come luogo libero anche dalle propagande. Rivendicare la libertà solo per chi è sul palco — e non per chi subisce il silenzio — significa confondere la libertà con il privilegio. Esprimo questo pensiero perché siamo in Italia, un Paese democratico, fondato su diritti, giustizia e libertà. E perché sono un’artista: credo che la libertà non consista nel dire sempre 'sì', ma nel saper scegliere, discernere, prendere posizione. Usare la libertà non per chiudere porte, ma per custodire il significato profondo dell’arte — questo è il mio dovere, prima ancora che il mio diritto. Perché se l’arte ha un senso, è anche quello di essere coscienza, non solo spettacolo. E quando il silenzio è complicità, allora parlare è un atto d’amore".
Giulia Mazzoni è una pianista e compositrice internazionale, tra le protagoniste della scena contemporanea. Considerata l’erede di Michael Nyman con il quale ha collaborato, si è esibita nei teatri più importanti del mondo e ha pubblicato tre album acclamati: Giocando con i Bottoni, Room 2401 (Sony) e YAS – Your Anima System (Ada/Warner), prodotto da Thom Russo, producer americano vincitore di 16 Grammy. È stata la prima compositrice donna ad aprire con la propria musica un ente lirico italiano con un concerto di enorme successo al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino accompagnata dalla straordinaria orchestra del Maggio diretta dal M° John Axelrod. Ha firmato la colonna sonora del film 'Anna' di Marco Amenta, presentato al Festival del Cinema di Venezia e selezionato ai David di Donatello. È attivamente impegnata nel sociale e nella promozione culturale, testimonial de La Toscana delle Donne fin dalla prima edizione, Presidente di Musica Italiae, ha ricevuto nel corso della carriera riconoscimenti come il Premio Umanità, due Premi Pegaso delle donne, il Premio Ciampi e il Premio Corona del Marzocco.