

(Adnkronos) - Non solo preparazione atletica e fisico. Dietro le vittorie di Jannik Sinner ci sono anche i 'superpoteri psicologici' di cui è dotato il giovane tennista, come spiega all'Adnkronos Salute Pietro Bussotti, psicologo dello sport, che evidenzia le straordinarie qualità mentali ed emotive del campione.
"Uso il termine straordinario - precisa - proprio nell'accezione che supera l'ordinario in fatto di resilienza psicologica", come ha dimostrato con la capacità di 'archiviare' in maniera positiva e utile "le sconfitte di Roma e Parigi sempre contro Alcaraz". I superpoteri psicologici, però, non sono magia: "Sono rappresentati dall'atteggiamento che si riesce ad avere rispetto agli avvenimenti della propria vita", sintetizza l'esperto.
Possiamo parlare, in particolare, di resilienza, che si compone di resistenza e adattamento funzionale alle sfide, e che permette di "superare gli ostacoli negativi. Non significa non avere emozioni negative, non essere delusi, non essere frustrati - chiarisce Bussotti - ma significa essere in grado di adattarsi a questa condizione in maniera funzionale per raggiungere i nostri obiettivi, quindi superare e trarre forza anche delle avversità. E in questo Sinner è stato fenomenale perché invece di restare bloccato su quel trend di sconfitte con Alcaraz, invece di bloccarsi, è stato molto abile a focalizzarsi un obiettivo per volta, sul prossimo obiettivo". Un altro concetto psicologico in grado di descrivere l'attitudine positiva di Sinner, evidenzia l'esperto, "è il 'mindset di crescita' di cui parla la psicologa americana Carol Deweck, che è tipico di una persona che vede le sfide come un'opportunità di crescita, gli errori come occasioni per imparare".
In questa prospettiva, rimarca lo psicologo, "il fallimento è come un gradino, come una tappa in un percorso verso il successo. Questa visione cambia completamente le cose. Con una mentalità di questo genere anche una sconfitta fa diventare più forti. E di questo Sinner ha coscienza e lo ha detto proprio in maniera molto chiara durante le interviste: a Parigi la sconfitta è stata dura, ma non importa come vinci o come perdi, devi capire cosa non ha funzionato, lavorare su quello, usare la sconfitta e continuare a lavorare. In queste dichiarazioni si esprime il mindset di crescita", evidenzia Bussotti ricordando che la modalità in cui guardiamo alle cose fa completamente la differenza: "Se noi guardiamo al futuro, per esempio, in maniera preoccupata, arriveremo ansiosi e vivremo male il futuro. Concentrarsi invece sul processo di miglioramento continuo, e non ossessionarsi sul risultato e sul possibile fallimento, è una altra capacità notevole. Un superpotere".
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(Adnkronos) - Uno dei primissimi pazienti al mondo con sclerodermia è stato trattato ad Ancona con un'innovativa terapia cellulare Car-T. "Un risultato straordinario quello riconosciuto all'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, grazie a un percorso di ricerca clinica alla massima potenza", annuncia una nota dell'Aou e dell'Università Politecnica delle Marche (Univpm). L'esito felice dell'inizio della sperimentazione su scala mondiale - si legge - si deve alla Clinica Medica dell'Aou marchigiana, sede della Scleroderma Unit di Ancona, centro di riferimento nazionale ed europeo, diretta da Gianluca Moroncini, professore ordinario di Medicina interna di Univpm e principal investigator del trial clinico, grazie alla creazione di un ampio team interdisciplinare all'interno dell'Aou diretta da Armando Marco Gozzini. Basilare l'arruolamento di uno dei primi pazienti al mondo per l'innovativo percorso finalizzato a testare l'efficacia della terapia cellulare Car-T (Chimeric Antigen Receptor T-cells) nella sclerodermia ('pelle dura') o sclerosi sistemica, una malattia autoimmune.
"La multidisciplinarietà e la multiprofessionalità continuano a premiarci - afferma il Dg Gozzini - Un'esperienza straordinaria con una cura trovata all'interno di noi stessi, poi elaborata e messa in pratica in maniera brillante dai nostri medici all'avanguardia. L'arruolamento di uno dei primi pazienti al mondo per il trial delle Car-T è una testimonianza concreta della nostra costante spinta verso l'eccellenza nella cura delle malattie rare e complesse. Siamo fieri di essere all'apice di una comunità scientifica che lavora con impegno per migliorare la vita dei pazienti, aprendo nuove prospettive terapeutiche a chi ne è maggiormente bisognoso. L'Aou delle Marche è sempre di più un baluardo della ricerca".
La fase della preparazione del paziente è durata alcuni mesi - spiegano i clinici - Poi, ad aprile scorso, la prima infusione della terapia. Dimesso dopo poche settimane, il paziente, seguito e monitorato costantemente dalla Clinica Medica ora sta bene. Si tratta di un giovane adulto residente nelle Marche. Senza quella terapia cellulare, le sue condizioni sarebbero peggiorate e la sua qualità di vita ne avrebbe risentito. L'altra buona notizia, oltre alle condizioni in costante miglioramento, sono i benefici che la nuova terapia cellulare potrà garantire a pazienti in Italia e nel mondo una volta completato il trial clinico. "Siamo estremamente orgogliosi di aver potuto somministrare questa terapia innovativa a uno dei primi pazienti sclerodermici al mondo - commenta Moroncini - Questo studio rappresenta una pietra miliare nella lotta contro una malattia devastante come la sclerosi sistemica, nella quale la Clinica Medica continua a essere in prima linea. Una sfida globale vinta e un giovane paziente senza orizzonti di vita curato e che adesso sta bene. A 3 mesi dall'infusione della terapia la malattia continua a regredire e questo era un obiettivo primario".
"Investire in ricerca sulle malattie rare è fondamentale - evidenzia Moroncini - e l'esperienza della sclerodermia ne è la prova lampante. Abbiamo ottenuto questo risultato perché l'Aou delle Marche è un centro di riferimento europeo e perché la Clinica Medica e la Clinica Ematologica sono centri di formazione per medici e infermieri. Ringrazio profondamente i circa 50 collaboratori, medici e non, all'interno della nostra azienda, che hanno reso possibile questo risultato”.
Il risultato è stato ottenuto - illustra la nota - grazie a una serie di strutture operative interne all'Aou marchigiana. Oltre alla Clinica Medica e alla Clinica Ematologica: il Centro trasfusionale, la Sala criobiologica, la farmacia, la Pneumologia, la Cardiologia, la Clinica Radiologica, la Clinica Neurologica, la Clinica di Anestesia e rianimazione e gli Affari generali convenzioni e ricerca. "Collaborare a questo trial clinico, che potrebbe diventare un punto di riferimento nel campo delle terapie cellulari per le malattie autoimmuni, è per noi motivo di grande orgoglio - sottolinea Antonella Poloni, direttrice della Clinica Ematologica - Qui in azienda abbiamo iniziato a lavorare con le Car-T dal 2021 e il risultato ottenuto per il caso di sclerodermia rappresenta l'esempio classico di un lavoro di gruppo ben fatto. Una collaborazione resa possibile grazie a strutture cliniche eccellenti che consente un upgrade qualitativo costante".
Le Car-T - ricorda la nota - rappresentano un progresso straordinario della scienza medica, in quanto si tratta di una terapia altamente personalizzata in cui alcune cellule del paziente, i linfociti T, vengono prelevate e ingegnerizzate in vitro per esprimere un recettore chimerico (Car), che consente loro, una volta reinfuse nel paziente, di riconoscere e distruggere selettivamente le cellule che determinano le malattie. Già ampiamente utilizzate per il trattamento di neoplasie ematologiche, come leucemie e linfomi, le Car-T potrebbero ora aprire nuovi orizzonti anche nel trattamento delle malattie autoimmuni, come la sclerosi sistemica.
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(Adnkronos) - "Le encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche (Dees) sono patologie estremamente invalidanti, sia per i pazienti che per le loro famiglie, e hanno bisogno essenzialmente di due cose: un trattamento multidisciplinare integrato e, ancor più importante, il superamento delle diseguaglianze territoriali". Così Federico Chinni, General Manager di Ucb Pharma Italia, commenta il contenuto del documento 'Deestrategy – Percorsi assistenziali delle encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche (Dees) nel contesto del Piano nazionale malattie rare 2023-2026', presentato oggi a Roma all'evento 'Transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche croniche'.
Il documento, realizzato grazie alla collaborazione tra Edra e la farmaceutica, "propone un approccio - illustra Chinni - che pensiamo sia particolarmente utile nell'ambito delle malattie rare, e non solo, che chiamiamo 'Connecting Health Care'. Il modello prevede di fare in modo che tutti i vari attori del sistema si possano parlare - dalle istituzioni, alle società scientifiche, fino alle associazioni di pazienti - al fine di promuovere un trattamento multidisciplinare integrato, superando le varie differenze di accesso territoriale. All'interno delle patologie Dees - aggiunge - questo aspetto è molto importante soprattutto nella fase della transizione dall'età pediatrica a quella adulta. Anche sfruttando le tecnologie innovative, come il digitale, si può superare determinati gap che si presentano in questi ambiti". Secondo Chinni, "oggi l'industria farmaceutica" non può "portare solo trattamenti innovativi sul mercato, ma" si deve "occupare anche della presa in carico della malattia nel suo complesso. Ecco perché - conclude - siamo molto orientati a promuovere eventi come questi".
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(Adnkronos) - Quando si parla di malattie estremamente rare, che in Italia riguardano magari appena una decina di persone, spesso in età pediatrica, "è particolarmente importante che a livello europeo ci sia una condivisione dei dati e un dialogo tra le Ern, le reti di riferimento europee. Avere un orizzonte europeo ci porta ad avere, per statistica medica, dei riscontri superiori". Così il sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato, oggi a Roma intervenendo al convegno 'Transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche croniche: garantire la continuità dei percorsi assistenziali multidisciplinari e integrati nel contesto del Piano nazionale malattie rare 2023-2026'.
"Nel Pnmr 2023-2026 - ricorda Gemmato - è previsto l'approccio multidisciplinare. Per questo mi sono complimentato con i realizzatori del documento". Il documento Deestrategy, relativo a encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche, "rappresenta una messa in campo di ciò che avevamo immaginato nel Piano 2023-2026 finanziato dall'attuale Governo con 50 milioni di euro".
Sui trattamenti per queste malattie "siamo i secondi al mondo - rimarca il sottosegretario - Su 150 farmaci, di cui 146 farmaci licenziati dall'Ema, European Medicines Agency, l'80% viene dato in assistenza pubblica in Italia, gratuitamente. Si tratta di farmaci orfani molto costosi. Il restante 20% è in fase di contrattazione o in fascia C. Ciò - conclude - testimonia il fatto che il nostro governo investe e non lascia nessuno indietro".
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(Adnkronos) - Renato Pozzetto compie 85 anni. A festeggiarlo, a Laveno Mombello, sul Lago Maggiore, la sua famiglia e gli amici più cari. Tra questi anche i comici Massimo Boldi e Andrea Pucci. Tutti stretti intorno alla torta di frutta con le candeline blu cantano prima in italiano "Tanti auguri a te" e poi in inglese "Happy birthday to you", come mostra un video pubblicato da Boldi su Instagram.
"Un onore - scrive Pucci - essere stato invitato al compleanno di Renato con un altro grande della comicità, Massimo Boldi. Che emozione!". Nei commenti tanti messaggi di colleghi artisti che fanno gli auguri a Pozzetto, da Gianni Morandi a Massimiliano Cavallari de 'I Fichi d'India' fino a Leonardo Pieraccioni.
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(Adnkronos) - "La Deestrategy contenuta nel documento presentato oggi, che pone un'attenzione particolare alla fase di transizione della presa in carico terapeutica ed assistenziale dei pazienti che passano dall'età pediatrica a quella adulta, è un modello virtuoso da consegnare alle Regioni e che può essere declinato anche per la presa in carico di pazienti con altre patologie, penso ad esempio a quelle che afferiscono all'ambito della salute mentale, oppure all'autismo". Sono le parole del senatore Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro, in occasione dell'evento dedicato alla transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche croniche, che si è tenuto su iniziativa dello stesso senatore oggi a Roma, durante il quale è stato presentato il documento 'Deestrategy - Percorsi assistenziali delle encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche (Dees) nel contesto del Piano nazionale malattie rare 2023-2026', realizzato grazie alla collaborazione tra Edra e Ucb Pharma.
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(Adnkronos) - "Quando parliamo di encefalopatia epilettica e dello sviluppo - Dees, parliamo di una situazione complessa, che nasconde un mondo spesso inesplorato. Un'encefalopatia epilettica è un danno all'encefalo sul quale si instaura, poi, una parte epilettica". Lo ha detto Katia Santoro, presidente dell'associazione famiglie Lgs Italia, Alleanza epilessie rare e complesse, in occasione dell'evento 'Transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche croniche', che si è svolto oggi a Roma. Nel corso dell'incontro è stato presentato il documento 'Deestrategy - Percorsi assistenziali delle encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche (Dees) nel contesto del Piano nazionale malattie rare 2023-2026', realizzato grazie alla collaborazione tra Edra e Ucb Pharma.
"Nella sindrome di Lennox Gastaut - Lgs, la parte epilettica ha un grande impatto: decine di crisi al giorno, tutti i giorni - spiega Santoro - Molte di queste crisi sono dei drop attack, cioè attacchi con caduta propulsiva che può causare traumi cranici e molto altro. Ma non è l'unica cosa importante di questa sindrome - precisa - E' necessario tenere conto che spesso la persona presenta anche un ritardo cognitivo e psicomotorio. Dobbiamo valorizzare la transizione e la continuità di cura - sostiene - perché nel momento in cui questi pazienti affetti da Lennox Gastaut sono bambini vengono accolti a 360 gradi dalla neuropsichiatria infantile, ma quando diventano adulti subentra il neurologo, che però non si occupa del contesto sociale o di altre problematiche come le comorbidità psichiatriche, che verranno invece valutate da un altro specialista non necessariamente in collegamento con il neurologo stesso. Di conseguenza spesso le famiglie, sia per questa patologia, ma anche per altre encefalopatie epilettiche dello sviluppo, non riescono a trovare un coordinamento".
Oltre a questo aspetto, "è necessario che vi sia anche una continuità di cura - sottolinea Santoro - perché il paziente, come è stato preso in carico da bambino, lo deve essere anche con l'avanzare dell'età. Quando finisce la scuola e terminano le riabilitazioni, il mondo sociale di questi bambini, diventati adulti, è praticamente inesistente, perché anche i centri diurni hanno liste d'attesa lunghissime. La continuità di cura - rimarca - deve esserci anche con gli ospedali di terzo livello, perché spesso i ragazzi vengono seguiti da centri altamente specializzati, ma poi, al raggiungimento della maggiore età, sul territorio non hanno più alcuno stimolo, il che comporta il rischio di insorgenza di problemi comportamentali, nel caso non fossero già presenti. Inoltre, diventano anche un peso sociale, perché la famiglia non riesce più a gestirli". Anche "il dramma esistenziale che colpisce la famiglia andrebbe valutato - conclude - E' questo il motivo per cui il danno esistenziale, a carico del caregiver, è parte essenziale della cura, aspetto inserito nel nostro documento Deestrategy. Un caregiver che non riesce a sostenere il peso dell'assistenza, infatti, è una mancata aderenza alla cura da parte del paziente stesso".

(Adnkronos) - "Nell'ambito delle malattie rare, la diagnosi è la parte più importante. Spesso viene fatta in età pediatrica e questo comporta una continuità assistenziale che deve proseguire nel corso della vita". La continuità assistenziale, cioè "il passaggio dall'età pediatrica all'età adulta, nel caso delle malattie neurologiche croniche è una fase traumatica che implica il passaggio dal neuropsichiatra infantile al neurologo che tratta l'adulto. Alcune volte la transizione avviene in modo repentino e il paziente si vede rifiutato dal neuropsichiatra infantile perché, per legge, non può più seguirlo". Così Laura Tassi, past president della Lega italiana contro l'epilessia (Lice), all'evento 'Transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche croniche: garantire la continuità dei percorsi assistenziali multidisciplinari e integrati nel contesto del Piano nazionale malattie rare 2023-2026', tenutosi su iniziativa del senatore Zaffini a Roma.
"Spesso - continua Tassi - non vengono trasferite tutte le informazioni fondamentali per la presa in carico del paziente, non solo dal punto di vista neurologico, ma di tutte le comorbidità associate. Ci sono co-patologie che interessano altri organi e che vanno conosciute per permettere a questi pazienti la prosecuzione dell'assistenza sanitaria a tutti i livelli. Anche quando esistono dei protocolli di transizione migliori - sottolinea - il passaggio all'età adulta è comunque molto difficile, perché manca la rete sul territorio. Quindi, se il bambino in età pediatrica può essere assistito dal punto di vista riabilitativo dal fisioterapista, dal logopedista, per il paziente neurologico adulto non esiste questo tipo di assistenza, che deve essere costruita in modo difficoltoso dal nuovo specialista che l'ha preso in carico. Questo è il motivo per cui spesso i pazienti cercano di rivolgersi nuovamente al neuropsichiatra infantile che però, spesso, non li può più accettare".
In questo contesto, "il ruolo delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti è quello di creare un ponte fra il mondo pediatrico e quello dell'adulto - afferma Tassi - In primo luogo attraverso il riconoscimento della patologia, poi attraverso l'identificazione delle co-patologie e, infine, cercando di aiutare il paziente a trasferire le informazioni che riguardano il proprio quadro clinico dal mondo della neurologia infantile a quello dell'adulto. Nel momento in cui si riuscirà a creare questo tipo di legame fra le due età - conclude - avremo fatto molto per il paziente e soprattutto per i caregiver".
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(Adnkronos) - Da Ultimo a primo in sole tre ore. Il cantautore romano con 250mila biglietti venduti per il mega raduno a Tor Vergata a Roma, atteso per il 4 luglio 2026 supera il recordman Vasco Rossi, che aveva raggiunto i 225mila spettatori con il Modena Park del primo luglio 2017. Ora Ultimo scrive la storia con quello che sarà "il concerto più grande di sempre". Sui social, un pensiero dedicato ai fan dopo il sold out: "Io sento una missione e ti giuro che andrò a meta. Cantare in pieno inverno per dar la primavera. Noi siamo ULTIMO".
Non solo: ad appena 29 anni Ultimo vanta 42 stadi nel suo palmarès, per un totale di biglietti venduti in carriera che sale a oltre 2 milioni, senza contare i 6 album inediti che dal 2017 ad oggi gli sono valsi 84 dischi di platino, 18 dischi d’oro, un totale di oltre 7 milioni di copie vendute, con oltre 3,5 miliardi di streaming su Spotify.
Ultimo, dunque, non ha più rivali in Italia. Per trovare chi totalizza un numero di spettatori paganti più alto bisogna guardare all’estero, in Croazia, dove il cantante croato Marko Perković, in arte Thomposon, qualche giorno fa ha raggiunto il record di 500mila spettatori a Zagabria.
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(Adnkronos) - Nuova perquisizione a casa di Sebastiano Visintin, indagato per l'omicidio della moglie Liliana Resinovich, trovata senza vita il 5 gennaio 2022 a Trieste. Lo rivela 'Il Piccolo'. Gli investigatori hanno passato al setaccio i macchinari per l'affilatura coltelli. Sotto la lente della Procura anche i consumi elettrici. È il secondo accesso dopo quello di aprile, quando furono sequestrati oltre 700 arnesi.
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(Adnkronos) - "Scongiurare in ogni modo" una guerra commerciale sui dazi con gli Stati Uniti e "lavorare per un accordo che possa essere reciprocamente vantaggioso, che deve essere concluso prima del prossimo primo di agosto". E' la linea ribadita oggi, martedì 15 luglio, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una conferenza stampa a palazzo Chigi con il cancelliere federale dell'Austria Christian Stocker con il quale hanno ribadendo anche il sostegno all'Ucraina e affrontato temi di politica internazionale.
''Abbiamo parlato dei negoziati commerciali in corso tra Unione europea e Stati Uniti. Siamo d'accordo sul fatto che occorra scongiurare, come abbiamo detto molte volte, in ogni modo una guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico", spiegato Meloni in conferenza stampa.
"Continueremo insieme con gli altri leader e in costante contatto con la Commissione europea a lavorare per un accordo che possa essere reciprocamente vantaggioso, che deve essere concluso prima del prossimo primo di agosto. L'obiettivo - ha chiarito la premier - resta quello di rafforzare l'Occidente nel suo complesso e rendere ancora più forti le nostre economie che sono già economie strettamente interconnesse. Tutti gli altri scenari sarebbero totalmente insensati nell'attuale contesto''.
Sull'Ucraina, ha poi riferito Meloni, "ho ringraziato l'Austria per il contributo umanitario e finanziario" garantito" nell'ambito della Conferenza internazionale, ''una iniziativa di successo''. "L'obiettivo comune è restituire all'Ucraina un futuro di pace e di sicurezza e libertà. Per arrivarci il percorso è duplice: continuare da un lato a sostenere Kiev perché si possa difendere e aumentare la pressione sulla Russia. Come sapete - ha sottolineato - l'Ucraina ha accettato ripetutamente il cessate il fuoco incondizionato, ha assicurato la disponibilità a sedersi al tavolo delle trattative, mentre sul lato russo continuiamo a non vedere passi avanti. Anzi la Russia continua a colpire i civili. Sono attacchi sempre più intensi e brutali. Che confermano quanto poco Mosca sia impegnata a costruire quella pace che invece tutti noi perseguiamo, e questo nonostante la volontà di dialogo dell'amministrazione Trump che Mosca ha deciso di non accogliere, vediamo oggi un cambio di postura da parte degli Usa e ovviamente lo salutiamo positivamente''.
''Sul Medio Oriente abbiamo condiviso l'assoluta urgenza di un cessate il fuoco a Gaza che possa condurre al rilascio di ostaggi e permetta di fornire l'assistenza umanitario alla popolazione necessario'', ha scandito Meloni.
"Abbiamo avuto uno scambio sull'Iran. Condividiamo la preoccupazione per la decisione di Teheran di sospendere la collaborazione con l'Aiea''. Mentre sulla Siria occorre ''sostenere il processo di transizione" e "garantire la protezione di tutte le comunità etnico-religiose''.
''Abbiamo fatto il punto su progressi compiuti in Europa fino ad ora in tema di lotta all'immigrazione irregolare. C'è sintonia - ha detto la premier - in particolare anche sulle soluzioni innovative. Lavorare immaginando nuove soluzioni per un problema diventato sempre più complesso e che difficilmente può essere adeguatamente gestito con gli strumenti che abbiamo''.
Su questo tema Stocker si è detto "molto lieto di trovare nell'Italia un partner molto stretto e affidabile. Ti ringrazio, cara presidente, per tutti gli sforzi personali che hai fatto per mettere in sicurezza la frontiera esterna" dell'Ue, ha affermato.
Italia e Austria, ha proseguito Stocker, sono due Paesi "particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare. Abbiamo visto anche in passato che, purtroppo, siamo rimasti piuttosto abbandonati. Attualmente nell'Unione Europea ci troviamo su una via migliore e i prossimi passi saranno sicuramente la piena attuazione del patto per l'asilo la migrazione da parte di tutti gli Stati membri". Questo "richiede anche delle soluzioni innovative", per quanto riguarda "i centri" e i "Paesi terzi sicuri. Questo richiede una collaborazione più forte anche con i Paesi di provenienza e di transito. Mi congratulo con l'Italia per i successi che ha già raggiunto".
Leggi tutto: Meloni: "No a guerra con Usa sui dazi, lavoriamo a intesa entro il primo agosto"

(Adnkronos) - Si è tenuto oggi a Bruxelles 'Tutele senza frontiere. 80 anni di diritti in movimento', incontro promosso dall’Inca Cgil, nell’ambito delle iniziative per l’80° anniversario del Patronato. L’appuntamento è stato l’occasione per approfondire il tema della mobilità internazionale e le sfide connesse alla tutela dei diritti sociali e del lavoro per chi si sposta oltre i confini nazionali. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni europee, del mondo della ricerca e del sindacato. Dopo l’introduzione di Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil, il dibattito – moderato da Angela Mauro (corrispondente da Bruxelles per Huffington Post Italia) – ha coinvolto gli europarlamentari Camilla Laureti (S&D) e Pasquale Tridico, (The Left), Delfina Licata, ricercatrice presso la Fondazione Migrantes, Alessandro Mazzola, ricercatore presso l’Università di Liegi, e Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio.
A seguire, l’intervento della segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati, Esther Lynch, e le conclusioni a cura di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Nel suo intervento, Michele Pagliaro ha ricordato che: "L’Inca oggi è un presidio di tutela. Lo siamo, e lo dobbiamo essere, in un contesto in profonda trasformazione, segnato dall’aumento delle disuguaglianze e da una mobilità sempre più diffusa. Le persone si muovono per necessità o per scelta, ma troppo spesso non trovano le stesse garanzie, né gli stessi diritti. Il nostro impegno è quello di contribuire a costruire le condizioni per un modello in cui i diritti siano effettivi e garantiti ovunque. Una sfida su cui dobbiamo lavorare tutti insieme: studiosi, politica e istituzioni, anche attraverso un utilizzo mirato dei fondi europei nella nuova programmazione, qualora non fosse possibile intervenire su quella corrente".
“I fenomeni migratori - ha dichiarato Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio - di cui oggi leggiamo attraverso la retorica delle fortezze, sono processi inarrestabili, che riguardano l’umanità da sempre Si tratta di movimenti di persone strettamente legati alle condizioni di lavoro in cui spesso il processo di sfruttamento è amplificato dalla condizione di migratoria. Elementi strettamente connessi che sono stati e forse sono ancora di più oggi centrali per il pensiero e l’azione del sindacato, in particolare la fondamentale attività del Patronato, che supporta da anni anche le cittadine e cittadini che hanno deciso o si sono trovati nelle condizioni di spostarsi di all’estero. Un’intuizione, quella del patronato, di Giuseppe Di Vittorio ancora attuale dopo 80 anni".
"In un contesto globale - ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil - in cui i capitali possono circolare liberamente, mentre aumentano le barriere per le persone, è fondamentale rimettere al centro dell’agenda politica e sociale lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni - È necessario affermare un modello di lavoro dignitoso, non precario, che consenta a tutte e tutti di realizzarsi, valorizzare le proprie capacità e la propria intelligenza. Per questo occorre promuovere un sistema di diritti sociali europeo che non sia guidato dalla logica del profitto e del mercato, ma che metta al centro le persone, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale dei processi produttivi".
L’incontro ha rappresentato un momento di confronto utile e concreto su una delle questioni più urgenti per il futuro del lavoro e dei diritti sociali in Europa. Nata nel 1945, l’Inca ha cominciato la sua attività all’estero già nel 1946, con la prima apertura in Lussemburgo, per poi arrivare in Belgio dopo pochi anni, inizialmente anche in condizioni di clandestinità. Fu proprio qui, nel 1956, che l’Inca intervenne a Marcinelle, assistendo le famiglie delle vittime del disastro nella miniera di Bois du Cazier. Negli anni, il Patronato ha accompagnato le comunità italiane in Italia e all’estero in molte emergenze - dall’alluvione del Polesine al Vajont, dal terremoto del Belice all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 - e ha saputo adattarsi ai grandi cambiamenti sociali, economici e migratori.
Dagli anni ’90, con l’Italia divenuta Paese di immigrazione, l’Inca ha aperto sedi nei Paesi di origine dei migranti per garantire la continuità della tutela anche al rientro. Oggi, l’Inca opera in 26 Paesi, su 4 continenti, con oltre 100 sedi operative e 300 insediamenti tra uffici, permanenze e corrispondenze. Centinaia di operatori, esperti, medici legali, avvocati e volontari lavorano ogni giorno per garantire accesso ai diritti, sostegno concreto e accompagnamento nei rapporti con le istituzioni. Ogni anno, l’Inca offre supporto a migliaia di persone residenti all’estero su pensioni, prestazioni sociali e diritti individuali, contribuendo a rendere effettiva la protezione sociale anche nei percorsi migratori e di mobilità.



(Adnkronos) - Uno striscione con la scritta "giustizia per Claris Riccardo" è stato affisso da una donna davanti al ministero della Giustizia in via Arenula. A segnalarlo ai poliziotti intervenuti sul posto, sono stati gli agenti della Penitenziaria impegnati in un servizio di vigilanza. I fatti, apprende l'Adnkronos, pochi minuti prima dell'una della notte scorsa.
Già a maggio scorso, a Bergamo, uno striscione simile era apparso in memoria del ragazzo, 26enne tifoso dell'Atalanta accoltellato e ucciso la notte tra il 3 e 4 maggio da un 19enne tifoso dell'Inter, ora in carcere. La donna che la notte scorsa a Roma, davanti al ministero della Giustizia, ha appeso lo striscione per la vittima, si è allontanata prima dell'arrivo dei poliziotti del commissariato Trevi.
"Trenta secondi. Trenta secondi, sì, il tuo nome e cognome vicini alla parola giustizia hanno dato fastidio. Troppo. Li hanno rimossi. Un omicidio che si preferisce tenere nell’ombra, di cui si preferisce non parlare", ha poi scritto sui social Barbara Claris, sorella di Riccardo.
"Sai Ricky… quando ti hanno ucciso sono dovuta correre dalla nonna a dirglielo. Correre, il tuo nome era ripetuto ogni 2 minuti su ogni canale assieme alle parole 'accoltellato e rissa'. Non volevo che lo scoprisse così, sola, davanti alla tv. Le notizie erano continue, noi siamo andati avanti per settimane scappando dai giornalisti per non alimentare fake news, ma sei stato strumentalizzato comunque da molti. Ho visto pubblicità di studi di avvocati usarti come 'esempio', vignette, influencer, politici, tutti usare il tuo nome per i loro fini. Senza pietà, senza empatia. Poi il nulla assoluto. Il tuo nome ora non si può più dire. Io so, noi sappiamo. E ti prometto che tutti sapranno, con o senza aiuto, con o senza supporto, con o senza giustizia. Te lo devo, te lo dobbiamo, e chi ti ha fatto questo e poi mentito pagherà". (di Silvia Mancinelli)
Leggi tutto: Striscione 'per Claris Riccardo' davanti ministero Giustizia, notata donna fuggire

(Adnkronos) - "Il caso Gergiev va ben oltre una semplice polemica su un concerto. Rappresenta un vero e proprio termometro di una società che ha perso il senso della misura, della proporzionalità e della giustizia". Lo dice all'AdnKronos, Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega e eurodeputato del Carroccio, commentando il caso del direttore d'orchestra russo invitato a Caserta, al centro delle polemiche per il suo presunto filo-putinismo. Quanto avviene "è il simbolo di un'Europa che, nel tentativo di combattere l'autoritarismo altrui, ha finito per sviluppare un suo particolare tipo di autoritarismo, quello del pensiero unico mascherato da democrazia".
Per Vannacci si torna a parlare di censura: "Ma questa volta non si tratta di social media o di trapper che cantano di droga e violenza. Questa volta il caso è più emblematico e grottesco. C’è un direttore d’orchestra, Valery Gergiev, che viene sottoposto a una gogna mediatica perché doveva esibirsi alla Reggia di Caserta, dopo un invito ricevuto dalla Regione Campania. Il suo crimine però è ben più grave: essere russo e non aver rinnegato pubblicamente Putin", avverte l'ex capo della Folgore. Nella valutazione di Vannacci il crimine di Gergiev "così come platealmente denunciato da eurodeputati del Pd come Pina Picierno, è quello di far parte della 'casta di sostenitori di Putin' insieme 'ai complici dei crimini di guerra'. È difficile pensare che Picierno abbia fatto questa dichiarazione senza un motivo preciso: evidentemente aveva bisogno di visibilità mediatica a buon mercato visto che, evidentemente, non ha altre occasioni per apparire. E infatti, l'Unione Europea ha dimostrato la sua straordinaria eleganza diplomatica 'avvisando' De Luca che 'non va dato spazio ad artisti che sostengono ad oltranza Putin'".
"Ma il bello deve ancora arrivare -aggiunge- la vedova di Navalny, ben più quotata nei salotti progressisti, ha riempito i suoi canali social definendo Gergiev 'criminale' e 'complice'. Così, con la facilità con cui si ordina un caffè al bar si definisce una persona contraria all’ideologia di genere un omofobo, uno che avversa l’immigrazione clandestina un razzista, uno che rispetta le forze dell’ordine un fascista e un maestro della musica classica diventa un criminale", dice commentando l'intervento della moglie del dissidente russo morto in carcere.
"Parliamo di un musicista che ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e, semplicemente perché è russo, mancherebbe delle 'qualità' politicamente accettabili che l'Occidente richiede, quindi viene trattato come un criminale di guerra", replica il generale.
E ancora: "Stiamo assistendo ad una modalità di razzismo culturale travestito da antifascismo. Gergiev subisce sanzioni non per ciò che ha compiuto, bensì per ciò che rappresenta un russo che non si è piegato al diktat occidentale".
"Qui emerge tutta la mostruosa ipocrisia di questa gente: quelli che vorrebbero abbattere i muri e costruire ponti, quelli dell'accoglienza indiscriminata, quelli delle libertà, della democrazia, dell'abolizione delle frontiere, della tolleranza e dell'inclusione sono i primi a epurare chi non la pensa come loro. E non fanno eccezione settori come la cultura, l'arte e lo sport. Se appartieni ad Afd non puoi lavorare e se sei un artista russo non ti puoi esibire... però finanziamo le Ong che portano clandestini sulle nostre coste. Ecco la coerenza del pensiero progressista: apertura totale per chi serve alla loro agenda, ghigliottina immediata per chi osa dissentire".
"Il caso Gergiev è emblematico dell'atteggiamento che la sinistra europea ha adottato in queste regioni del mondo, quasi come un nuovo braccio dell’Inquisizione. È necessario non solo eccellere nel campo dell’arte, ma anche passare il dovuto esame di conformità ideologica. Un artista non ha più la libertà di 'creare bellezza', ma deve imparare a ottemperare ai dogmi centrali propugnati dalla stampa progressista. E guai a chi ha l'ardire di dissentire, o ancor peggio, mantenersi nell’auspicabile e politico equilibrio di non schierarsi. È così che si scivola verso un regime di dittatura culturale: un tassello alla volta, un artista alla volta, una ragione alla volta e una conferenza sulla 'remigrazione' alla volta", aggiunge.
"La sinistra si riempie la bocca con parole come 'diversità' e 'inclusione', tuttavia applica una delle esclusioni più spietate verso chi non si conforma alla sua visione del mondo. Mentre predica la tolleranza, mostra invece un'intolleranza totale. E mentre celebra il dialogo interculturale, elimina chiunque non segua i suoi dogmi ideologici -dice il leghista- . Il presidente De Luca, almeno, ha avuto il coraggio di difendere la sua scelta, parlando di 'dialogo culturale'. Ma è rimasto praticamente solo, circondato da una schiera di segugi dei media pronti a scatenarsi contro chiunque osi sfidare l'ortodossia del momento".
"Quello che mi colpisce di più è la totale mancanza di senso critico in questa situazione. Nessuno si è preso un momento per riflettere su cosa significhi davvero escludere un artista a causa delle sue presunte idee politiche. Nessuno si è chiesto se sia giusto trasformare la cultura in un tribunale ideologico. Nessuno ha considerato che, in questo modo, si sta creando un precedente estremamente pericoloso per la libertà e per l’estro artistico. Ma forse è proprio questo il punto: instaurare un clima di terrore culturale in cui ogni artista, ogni intellettuale, ogni scrittore sa di dover 'camminare sulle uova' per evitare la scomunica mediatica. Un ambiente in cui l'autocensura diventa la norma e il conformismo l'unica via per sopravvivere", conclude.
Leggi tutto: Vannacci: "Caso Gergiev? Persa misura, pensiero unico mascherato da democrazia"

(Adnkronos) - Uno dei casi giudiziari più controversi e seguiti della cronaca nera italiana degli anni 2000 prende vita in una miniserie. Il 20 agosto arriva su Disney+ 'The twisted tale of Amanda Knox', che racconta come Knox "sia stata inizialmente giudicata colpevole del tragico omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher e il suo percorso per conquistare la libertà", si legge sulla sinossi. La stessa Amanda Knox è tra i produttori insieme a Monica Lewinsky, l'ex stagista alla Casa Bianca che è stata coinvolta nello scandalo 'Sexgate' con l'allora presidente Bill Clinton.
Al centro della storia c'è l'omicidio di Meredith Kercher, studentessa britannica di 21 anni in Erasmus a Perugia, fu trovata morta nel 2007 nella casa che condivideva con altri studenti. L’omicidio, avvenuto per soffocamento e accoltellamento, ha suscitato grande clamore mediatico, anche per il coinvolgimento di Amanda Knox, coinquilina americana, e del suo fidanzato dell'epoca Raffaele Sollecito. I due sono stati inizialmente condannati, poi assolti definitivamente nel 2015 dopo anni di processi e appelli. L’unico condannato in via definitiva è stato Rudy Guede, riconosciuto come autore materiale dell’omicidio.
La serie - che debutterà con i primi due episodi, seguiti da uno a settimana, in lingua originale con i sottotitoli in italiano nelle parti in inglese - vede tra i protagonisti Grace Van Patten, Sharon Horgan, John Hoogenakker, Francesco Acquaroli, Giuseppe De Domenico e Roberta Mattei. 'The twisted tale of Amanda Knox' è prodotta da 20th Television in associazione con The Littlefield Company. KJ Steinberg (This Is Us) è creatore ed executive producer. Tra gli executive producer anche Warren Littlefield, Lisa Harrison, Ann Johnson & Graham Littlefield (The Littlefield Company), Monica Lewinsky (Alt Ending Productions), Amanda Knox & Chris Robinson (Knox Robinson Productions) e Michael Uppendahl, che è anche regista.
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