

(Adnkronos) - “A chi mi piacerebbe intestare il Ponte sullo Stresso di Messina? Mi piacerà chiederlo a italiani”. Così risponde il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ai microfoni di Rtl, alla domanda sul ‘nome’ con cui battezzare il futuro ponte. E rispetto ai ‘rumors’ secondo cui possa essere quello di Silvio Berlusconi, il vicepremier dice: “Berlusconi è un grande e nel Ponte ha creduto e lavorato, ma ha già l’aeroporto di Malpensa…”.
Poi, parlando degli espropri per la costruzione del Ponte, Salvini spiega: “Saranno circa 400, su entrambe le sponde, e saranno indennizzati anche con una quota maggiore rispetto all'usuale, e quindi penso che tutti avranno soddisfazione”.

(Adnkronos) - Il tormentone estivo che entra nella testa rendendo impossibile non cantarlo; le lacrime che sgorgano inarrestabili quando una struggente colonna sonora 'incornicia' la scena più emozionante del film che passa alla Tv; quel ritmo che riporta alla mente i ricordi più belli della propria vita. In molti modi diversi, e quotidianamente, la musica può toccare le corde più profonde del nostro cuore. Eppure c'è un piccolo gruppo di persone che è totalmente indifferente al potere delle melodie, persone che non traggono alcun piacere dalla musica, pur avendo un udito normale ed essendo capaci di apprezzare altre esperienze o stimoli sonori. I ricercatori hanno scoperto la loro esistenza circa dieci anni fa.
A renderli impenetrabili alle note non è un cuore di ghiaccio. La loro è una vera e propria condizione che si chiama 'anedonia musicale specifica'. A causarla è una disconnessione nel cervello, fra le reti uditive e di ricompensa. A fare il punto su quello che sappiamo finora è il team di scienziati che l'ha scoperta. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica 'Trends in Cognitive Sciences', gli esperti descrivono in maggior dettaglio i meccanismi cerebrali sottostanti e discutono di come la comprensione di questa condizione potrebbe rivelare altre divergenze nel modo in cui le persone sperimentano piacere e gioia.
"Un meccanismo simile potrebbe essere alla base delle differenze individuali nelle risposte ad altri stimoli gratificanti", afferma l'autore Josep Marco-Pallarés, neuroscienziato dell'università di Barcellona. "Indagare su questi circuiti potrebbe aprire la strada a nuove ricerche sulle differenze individuali e sui disturbi correlati alla ricompensa, come l'anedonia" in generale, "la dipendenza o i disturbi alimentari".
Per identificare l'anedonia musicale, il team ha sviluppato uno strumento chiamato Barcelona Music Reward Questionnaire (Bmrq), che misura il grado di gratificazione che una persona prova per la musica. Il questionario esamina 5 diversi modi in cui un brano può essere gratificante: evocando emozioni; aiutando a regolare l'umore; favorendo le relazioni sociali; attraverso la danza o il movimento; e come qualcosa di nuovo da ricercare, collezionare o sperimentare. Le persone con anedonia musicale generalmente ottengono punteggi bassi in tutti e 5 gli aspetti.
Sia studi comportamentali che di neuroimaging hanno supportato l'idea che l'anedonia musicale specifica sia dovuta a una disconnessione tra regioni cerebrali, non a un malfunzionamento di queste. E gli autori entrano nel merito: le persone affette dalla condizione possono percepire ed elaborare melodie musicali, il che significa che i loro circuiti cerebrali uditivi sono intatti, ma semplicemente non ne traggono piacere, il loro cervello non è gratificato dalle note. Le scansioni di risonanza magnetica funzionale dal canto loro confermano, mostrando che, quando le persone con anedonia musicale ascoltano musica, presentano una ridotta attività nel circuito della ricompensa - la parte del cervello che elabora le ricompense anche legate a cibo, sesso e arte - ma hanno un livello normale di attività in risposta ad altri stimoli gratificanti, come vincere denaro, indicando che anche il loro circuito della ricompensa è intatto.
"Questa mancanza di piacere per la musica è spiegata dalla disconnessione tra il circuito della ricompensa e la rete uditiva, non dal funzionamento del circuito della ricompensa in sé", chiarisce dunque Marco-Pallarés. "Se il circuito della ricompensa non funziona bene, si ottiene meno piacere da qualsiasi tipo di ricompensa - interviene l'autore e neuroscienziato dell'Università di Barcellona, Ernest Mas-Herrero - Quello che sottolineiamo è che potrebbe essere importante non solo l'attivazione di questo circuito, ma anche il modo in cui interagisce con altre regioni cerebrali rilevanti per l'elaborazione di ciascun tipo di ricompensa".
Le cause che portano allo sviluppo dell'anedonia musicale non sono ancora chiare, ma alcuni studi hanno dimostrato che genetica e ambiente potrebbero svolgere un ruolo e un lavoro recente sui gemelli suggerisce che gli effetti genetici potrebbero essere responsabili fino al 54% dell'apprezzamento musicale individuale. Il team sta attualmente collaborando con i genetisti per identificare geni specifici che potrebbero essere coinvolti nell'anedonia musicale specifica. Prossimo passo in programma: indagare se la condizione sia un tratto stabile o qualcosa che cambia nel corso della vita, e se l'anedonia musicale o altre situazioni simili possano essere invertite. "Pensiamo che l'utilizzo della nostra metodologia per studiare altri tipi di ricompensa potrebbe portare alla scoperta di altre anedonie specifiche", conclude Marco-Pallarés. "È possibile, ad esempio, che le persone con una specifica anedonia alimentare possano presentare un deficit nella connettività tra le regioni cerebrali coinvolte nella trasformazione del cibo e il circuito della ricompensa".
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(Adnkronos) - Tre feriti nella notte in un bar di via degli Acquaroni a Roma, dove un uomo è entrato e ha sparato alcuni colpi di pistola prima di fuggire. I tre, tutti stranieri, sono stati trasportati in ospedale mentre sul posto sono arrivati gli investigatori della Squadra Mobile che hanno avviato le indagini.
Leggi tutto: Roma, entra in un bar e spara colpi di pistola: tre feriti

(Adnkronos) - Secondo giorno di match nel Masters 1000 di Cincinnati. Dopo la prima giornata di partite, oggi venerdì 8 agosto saranno diversi gli azzurri impegnati in America. Occhi puntati su Luca Nardi, Lucia Bronzetti e Mattia Bellucci, impegnati rispettivamente contro l'argentino Tirante, la cinese Zhu e il bosniaco Dzumhur. Ecco il programma degli azzurri oggi a Cincinnati (con orari italiani) e dove vedere i match in tv e streaming.
Ecco il programma degli azzurri impegnati a Cincinnati oggi, venerdì 8 agosto (con orari italiani).
Dalle ore 16 Bronzetti-Zhu
Non prima delle 17 Nardi-Tirante
Orario ancora da definire Bellucci-Dzumhur
Il Masters 1000 di Cincinnati sarà trasmesso in diretta tv sui canali di Sky Sport e in streaming su Sky Go e Now. Le partite del torneo maschile saranno visibili anche in streaming su Tennis Tv, mentre i match del femminile saranno disponibili in diretta tv in chiaro su SuperTennis e in streaming su SuperTenniX.
Leggi tutto: Cincinnati, si parte: da Nardi a Bellucci, gli italiani in campo oggi e dove vederli

(Adnkronos) - Una telefonata culminata con le urla. Sarebbe andato così, secondo Nbc News, un recente colloquio telefonico tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, finito con le grida di quest'ultimo sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
Stando alle notizie sarebbe accaduto tutto il 28 luglio quando Netanyahu e Trump avrebbero avuto una conversazione privata dai toni accesi nel mezzo dei timori della Casa Bianca sul lavoro del Gaza Humanitarian Fund. L'emittente cita un funzionario americano, due ex ufficiali Usa e un funzionario occidentale.
Tutto dopo che Netanyahu il giorno prima aveva detto che "non c'è fame a Gaza", scatenando la replica di Trump. Così, secondo le fonti americane di Nbc News, il premier israeliano avrebbe chiesto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, che ci sarebbe stato qualche ora dopo. E in quella telefonata Netanyahu avrebbe parlato a Trump di propaganda di Hamas, finendo - è la ricostruzione - per essere interrotto dal tycoon che avrebbe iniziato a gridare sottolineando come suoi collaboratori gli avessero mostrato prove dei bambini che soffrono la fame, che muoiono di fame. E' stata, secondo uno degli ex funzionari Usa citati dall'emittente, "una conversazione diretta, per lo più a senso unico, sullo stato degli aiuti umanitari", in cui Trump "ha parlato per la maggior parte del tempo". Poi c'è stata la missione dell'inviato Steve Witkoff in Medio Oriente.
Leggi tutto: Gaza, Trump contro Netanyahu: telefonata finisce tra le urla, perché

(Adnkronos) - Torna in campo l'Inter. Oggi, venerdì 8 agosto, la squadra di Cristian Chivu affronterà il Monaco in amichevole. Si tratta del secondo test del pre-campionato per i nerazzurri, che pochi giorni fa hanno 'cominciato' la stagione con una prima sgambata contro la neonata squadra Under 23. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere l'amichevole di oggi tra Inter e Monaco.
Ecco le probabili formazioni dell'amichevole tra Monaco e Inter, in programma oggi alle 20:
Monaco (4-4-2) Kohn; Teze, Dier, Mawissa, Caio Henrique; Minamino, Zakaria, Camara, Golovin; Biereth, Balogun. All. Hutter.
Inter (3-5-2) Sommer; Darmian, de Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Sucic, Mkhitaryan, Carlos Augusto; Lautaro, Bonny. All. Chivu.
L'amichevole tra Monaco e Inter sarà visibile in streaming su Dazn. Per seguire il match sarà necessario un abbonamento e connettersi alla piattaforma attraverso pc, smartphone o tablet. Per gli abbonati Sky con Dazn, gara visibile anche al canale 214 di Sky.

(Adnkronos) - Le temperature in Italia si alzano ancora e tornano oggi le allerte per caldo, interrompendo l'infilata di bollini verdi che ha caratterizzato la fine di luglio e l'inizio di agosto. Oggi, venerdì 8 agosto, 11 città sono in allerta gialla e due in arancione.
Bollino giallo per Bologna, Bolzano, Brescia, Frosinone, Latina, Milano, Perugia, Roma, Trieste, Verona e Viterbo. In arancio Firenze e Rieti, dove il livello di rischio passa a 2, con pericoli per la salute delle persone fragili.
Durante la settimana di Ferragosto arriverà un'intensa ondata di calore e afa che interesserà tutta l'Italia. Proprio nel cuore dell’estate, è atteso un deciso rialzo termico con temperature ben oltre le medie stagionali e picchi che, in alcune regioni, potrebbero sfiorare i 40°C.
La causa di questa improvvisa svolta a livello emisferico va ricercata nella pulsazione del famigerato anticiclone africano denominato 'Caronte' che richiamerà masse d'aria molto calde di origine subtropicale direttamente dall'interno del deserto del Sahara. L’area di alta pressione in espansione non si limiterà al Mediterraneo, ma tenderà a estendersi fin verso la Scandinavia, dando origine a una potente ondata di calore su buona parte del continente europeo, come possiamo vedere dalla mappa qui sotto.
Già dal prossimo weekend, spiega Ilmeteo.it, le temperature sono previste in aumento; poi da lunedì 11 Agosto entreremo nella fase più rovente con il caldo che si farà sentire in particolare sulle pianure del Nord, sulle regioni tirreniche, in Puglia e sulle due Isole Maggiori dove i valori termici si porteranno diffusamente oltre i 36-38°C. Addirittura a Firenze si potranno raggiungere picchi fino a 39°C.
Non escludiamo inoltre che sulle basse pianure di Lombardia ed Emilia e nelle zone interne di Toscana e Sardegna si possano toccare punte massime al di sopra dei 40-42°C. A rendere ancora più insopportabile il caldo ci penserà anche l'afa: le masse d'aria via via più calde in seno all'anticiclone si caricheranno di elevati tassi di umidità nel lungo tragitto sul Mar Mediterraneo dal Sahara verso l'Italia; condizione questa, ricordiamo, di disagio fisico.
Queste condizioni meteo ci terranno compagnia almeno fino alla giornata di Ferragosto (Venerdì 15) con tanto sole e temperature ben oltre le medie climatiche. Da segnalare solamente il rischio di qualche temporale su Alpi e Prealpi specie tra Martedì 12 e Mercoledì 13; vista la tanta energia potenziale in gioco non va sottovalutato il pericolo derivante da questi eventi con la possibilità pure di locali grandinate o nubifragi.
Le 10 semplici regole comportamentali in grado di limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione, ridurre i rischi nelle persone più fragili (persone molto anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli).
1. Non uscire nelle ore più calde. Durante un'ondata di calore, evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata (tra le 11.00 e le 18.00).
2. Migliorare l’ambiente domestico e di lavoro. La misura più semplice è la schermatura delle finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. Efficace è l’impiego dell’aria condizionata, che tuttavia va usata con attenzione, evitando di regolare la temperatura a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. Una temperatura tra 25-27°C con un basso tasso di umidità è sufficiente a garantire il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici rispetto all’esterno. Da impiegare con cautela i ventilatori meccanici, che accelerano il movimento dell’aria, ma non abbassano la temperatura ambientale; per questo il corpo continua a sudare. È perciò importante continuare ad assumere grandi quantità di liquidi. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l’uso del ventilatore è sconsigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo. Non vanno mai indirizzati direttamente sul corpo, in particolare nel caso di persone anziane allettate o con limitata autonomia.
3. Bere molti liquidi e moderare l’assunzione di bevande contenenti caffeina, evitare bevande alcoliche. Bere molta acqua (almeno 1 litro e mezzo al giorno) e mangiare frutta fresca è una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo. Soprattutto per gli anziani è necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Esistono tuttavia particolari condizioni di salute (come l’epilessia, le malattie del cuore, del rene o del fegato) per le quali l’assunzione eccessiva di liquidi è controindicata. Se si è affetti da qualche malattia è necessario consultare il medico prima di aumentare l’ingestione di liquidi. È necessario consultare il medico anche se si sta seguendo una cura che limita l’assunzione di liquidi o ne favorisce l’eliminazione.
4. Seguire un'alimentazione corretta. Ricordiamoci di consumare 5 porzioni di frutta e verdura di stagione al giorno . Moderiamo il consumo di piatti elaborati ricchi di grassi e riduciamo i condimenti . Privilegiamo cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi di acqua . Utilizziamo poco sale e privilegiamo quello iodato.
5. Fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti. Il rispetto della catena del freddo è importante per la sicurezza degli alimenti.
6. Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche). All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri UV. Particolare attenzione ai bambini.
7. In auto, ricordarsi di ventilare l’abitacolo prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione. In questo caso, regolare la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori alla temperatura esterna evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri. Se ci si deve mettere in viaggio, evitare le ore più calde della giornata (specie se l’auto non è climatizzata) e tenere sempre in macchia una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi.
8. Evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, se si fa attività fisica, bisogna bere molti liquidi. Per gli sportivi è importante a inizio stagione adattarsi progressivamente al caldo con sessioni di allenamento di intensità e esposizione crescenti. Essenziali sono una adeguata idratazione e alternare le sessioni di allenamento con pause in luoghi rinfrescati e, se necessario, compensare la perdita di elettroliti con gli integratori (chiedere sempre al proprio medico).
9. Offrire assistenza a persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli, i lattanti etc.) e segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento. Negli anziani un campanello di allarme è la riduzione di alcune attività quotidiane (spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi) che può indicare un peggioramento dello stato di salute. Controlla la temperatura corporea dei lattanti e bambini piccoli, abbassandola con una doccia tiepida e quando possibile aprire il pannolino
10. Dare molta acqua fresca agli animali domestici, anche quando siamo in viaggio e facciamo soste in zone ombreggiate. Evitiamo di far uscire gli animali nelle ore più calde della giornata, per non farli camminare sull'asfalto rovente.
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(Adnkronos) - Un uomo di 52 anni è morto in seguito a un malore accusato dopo aver mangiato un panino con salsiccia e broccoli a Diamante (Cosenza). La notizia del decesso dell’uomo è stata appresa dopo che si era diffusa la notizia di tre persone ricoverate in Terapia intensiva per probabile intossicazione da botulino si legge su lacnews24.it.
Sono stati ricoverati anche due 17enni, una donna e poi altre 4 persone. Tutte hanno mangiato il panino con i broccoli comprato da un camioncino di street food sul lungomare di Diamante.
A intervenire sul caso è il sindaco di Diamante, Achille Ordine: "Riguardo alle notizie diffusesi nelle scorse ore su presunti casi di intossicazione da botulino che si sarebbero verificati a seguito di alimenti somministrati da un’attività ambulante nel territorio di Diamante, al fine di non alimentare allarmismi, allo stato, del tutto ingiustificati, si comunica che, al momento, non vi è alcuna evidenza certa circa la riconducibilità alla predetta attività della presunta intossicazione", precisa in una nota.
"Sono in corso le attività di verifica da parte degli organi preposti che, dopo aver effettuato campioni sulle diverse matrici alimentari, in via cautelare e prudenziale, hanno sottoposto l’attività a blocco sanitario. Nell’esprimere vicinanza alle persone attualmente ricoverate presso l'ospedale Annunziata di Cosenza e alle loro famiglie, formuliamo loro il più sentito augurio di una pronta e completa guarigione - conclude il primo cittadino - Monitoreremo costantemente l’evoluzione dei fatti al fine di poter fornire ulteriori tempestivi ragguagli sulla vicenda, mantenendo, tuttavia, nelle more, quella doverosa e ragionevole prudenza su quanto accaduto al fine di non alimentare frettolose ricostruzioni".
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(Adnkronos) - Una banda di ladri si è introdotta nella villa di Rosario Fiorello, in via della Camilluccia, rubando soprattutto gioielli e diversi orologi.Come si legge sul Messaggero. Il bottinosarebbe di oltre 300mila euro.
Secondo la Scientifica, al momento non ci sarebbero elementi utili a identificare gli autori del furto che avrebbero usato guanti in lattice senza qindi lasciare impronte digitali.
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(Adnkronos) - Approvato alle prime ore di oggi, venerdì 8 agosto, un piano del premier Benjamin Netanyahu di prendere il controllo militare di Gaza City. Il via libera, arrivato dal gabinetto di sicurezza israeliano dopo una riunione andata avanti per più di dieci ore, prevede di procedere al disarmo di Hamas con la liberazione degli ostaggi, circa 50 ancora nella Striscia.
Secondo una dichiarazione dell'ufficio del primo ministro israeliano, quanto approvato - "a maggioranza" - prevede la garanzia di "assistenza umanitaria per la popolazione civile fuori dalle zone di combattimento" e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza con "il controllo della sicurezza da parte di Israele" nell'enclave palestinese in cambio della fine della guerra, che va avanti da 22 mesi, dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.
Il piano prevede anche che il territorio sia governato da "un'amministrazione civile alternativa, né Hamas né l'Autorità palestinese". Secondo la tv N12, che cita un ufficiale di alto grado, l'operazione autorizzata nelle ultime ore riguarderebbe solo Gaza City. E stando alle notizie gli abitanti dell'area saranno costretti al trasferimento in campi per sfollati nel centro di Gaza entro l'inizio di ottobre.
Secondo l'ufficio di Netnayahu, le forze israeliane (Idf) "si prepareranno a prendere il controllo di Gaza City distribuendo aiuti umanitari alla popolazione civile fuori dalle zone di combattimento". "Il gabinetto di sicurezza, a maggioranza, ha adottato - si legge - i cinque principi per concludere la guerra: il disarmo di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi, i vivi e i deceduti, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo di sicurezza israeliano nella Striscia di Gaza, l'istituzione di un'amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l'Autorità palestinese".
Il gabinetto di sicurezza ha approvato il piano ignorando gli avvertimenti delle Forze di Difesa israeliane secondo cui l'operazione metterebbe a rischio la vita degli ostaggi rimasti, oltre a poter scatenare un disastro umanitario.
Israele afferma di controllare attualmente il 75% della Striscia, mentre l'Idf ha in gran parte evitato di entrare nel restante 25% - che comprende principalmente la città di Gaza e i campi profughi nella parte centrale di Gaza - poiché ritiene che la maggior parte degli ostaggi sia tenuta prigioniera in quella zona. Hamas ha minacciato di giustiziare gli ostaggi se le truppe israeliane si fossero avvicinate e lo ha già fatto durante tutta la guerra.
Le famiglie degli ostaggi hanno condannato i piani di conquista della città di Gaza, sostenendo che metterebbero a rischio la vita dei loro cari. A Gaza sono ancora detenuti 50 ostaggi, 20 dei quali si ritiene siano ancora in vita. Gli ostaggi fanno parte delle 251 persone rapite durante l'attacco guidato da Hamas contro il sud di Israele il 7 ottobre 2023, in cui sono state uccise circa 1.200 persone.
Ieri in un'intervista a Fox News Netanyahu parlava dell' "intenzione" di prendere il controllo della Striscia di Gaza. "Intendiamo farlo per garantire la nostra sicurezza, rimuovere Hamas da lì", diceva, confermando l'intenzione di passare poi il controllo della Striscia a "un governo civile, non Hamas o altri gruppi che vogliono la distruzione di Israele". "Questo è quello che vogliamo fare - aggiungeva - Liberarci e liberare la popolazione di Gaza dal terribile terrore di Hamas".
La notizia del via libera al piano arriva dopo che mesi di negoziati indiretti tra Israele e Hamas per un nuovo cessate il fuoco e il rilascio di altri ostaggi non hanno portato a risultati concreti. Hamas "non vuole un accordo", ha detto domenica il premier israeliano. Alcuni media hanno ipotizzato l'ultimo annuncio di un allargamento delle operazioni militari potesse essere una tattica negoziale per intensificare le pressioni su Hamas. Una strategia a cui hanno accennato politici israeliani. E N12 ha riferito del pressing di mediatori di Egitto e Qatar su Hamas affinché torni al tavolo delle trattative.
Leggi tutto: Via libera a occupazione Gaza City, approvato il piano di Netanyahu

(Adnkronos) - Il gabinetto di sicurezza ha approvato nella notte tra giovedì e venerdì la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di conquistare la densamente popolata Gaza City, secondo quanto annunciato in una dichiarazione dall'ufficio del premier, ignorando gli avvertimenti delle Forze di Difesa Israeliane secondo cui l'operazione metterebbe a rischio la vita degli ostaggi rimasti, oltre a poter scatenare un disastro umanitario.
Netanyahu ha dichiarato alla Fox News poche ore prima della riunione del gabinetto di sicurezza che la sua intenzione era quella di conquistare l'intera Striscia.
In particolare, la dichiarazione dell'ufficio di Netanyahu descriveva la proposta come volta a “sconfiggere Hamas”, il che significa che potrebbero esserci state operazioni successive oltre a quella per Gaza City che sono state approvate e non annunciate.
Leggi tutto: Gaza, approvato il piano di Netanyahu: via libera a occupazione

(Adnkronos) - Era l'8 agosto del 1956 quando si verificò una delle più gravi tragedie della storia nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. Morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, per le ustioni, il fumo e i gas tossici.
Causa dell’incidente, si disse, fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori. Si disse che all’origine del disastro fu un’incomprensione tra i minatori, che dal fondo del pozzo caricavano sul montacarichi i vagoncini con il carbone, e i manovratori in superficie. Il montacarichi, avviato al momento sbagliato, urtò contro una trave d’acciaio, tranciando un cavo dell’alta tensione, una conduttura dell’olio e un tubo dell’aria compressa.
Erano le 8 e 10 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido: 'Tutti cadaveri'.
Ci furono due processi, che portarono nel 1964 alla condanna di un ingegnere (a 6 mesi con la condizionale). In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco. La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra. Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.
L’Italia a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Per convincere gli uomini a lavorare nelle miniere belghe, si affiggono in tutta Italia manifesti che presentano unicamente gli aspetti allettanti di questo lavoro (salari elevati, carbone e viaggi in ferrovia gratuiti, assegni familiari, ferie pagate, pensionamento anticipato). In realtà, le condizioni di vita e di lavoro sono veramente dure.
All’arrivo a Bruxelles, comincia lo smistamento verso le differenti miniere, dopodiché i lavoratori vengono accompagnati nei loro ‘alloggi’, le famose ‘cantines’: baracche, insomma, o ‘hangar’, gelidi d’inverno e cocenti d’estate, veri e propri campi di concentramento dove pochi anni prima erano stati sistemati i prigionieri di guerra.
La mancanza di alloggi convenienti, previsti peraltro dall’accordo italo-belga, impedisce alla maggior parte dei minatori il ricongiungimento con la propria famiglia. Trovare un alloggio in affitto è infatti quasi impossibile all’epoca. Senza contare la discriminazione. Spesso sulle porte delle case da affittare, i proprietari scrivono a chiare lettere ‘ni animaux, ni etranger’ (né animali, né stranieri). Un’integrazione difficile, dunque, a cui si sommano le condizioni di lavoro particolarmente dure e insalubri, nonché le scarse misure di igiene e sicurezza. Tra il 1946 e il 1955, quasi 500 operai italiani trovano così la morte nelle miniere belghe, senza contare il lento flagello delle malattie d’origine professionale. La più pericolosa di queste è la silicosi, causata dalle polveri della miniera che, depositandosi nei polmoni, crea insufficienze respiratorie.
Leggi tutto: Marcinelle, l'8 agosto 1956 una delle più gravi stragi in miniera della storia

(Adnkronos) - Hanno più di 80 anni e capacità di memoria eccezionali che li mettono al pari di persone con 30 anni di meno. Sono veri e propri 'animali sociali': rifuggono la solitudine e amano coltivare i rapporti umani. I loro cervelli sembrano avere una sorta di 'scudo' che li rende immuni al declino e ai segni del tempo che passa. Gli scienziati li chiamano 'Super Ager' e hanno tracciato il loro identikit in 25 anni di studi. Super anziani con un super cervello che potrebbe offrire indizi preziosi per la sfida del secolo contro la demenza e malattie neurodegenerative quali l'Alzheimer. A fare il punto sui segreti delle menti 'perennial' è un team della Northwestern University di Chicago, pioniere del filone di ricerca.
I Super Ager, spiegano gli esperti, sono unici perché sfidano la convinzione radicata secondo cui il declino cognitivo è una parte inevitabile dell'invecchiamento. E nel corso di un quarto di secolo di studi, gli scienziati hanno notato alcune particolarità, notevoli differenze di stile di vita e di personalità tra i SuperAger e chi invecchia normalmente, come ad esempio la socievolezza e la capacità di essere 'social', ma "è ciò che abbiamo scoperto nei loro cervelli che è stato davvero sconvolgente per noi", afferma Sandra Weintraub, professoressa di psichiatria, scienze comportamentali e neurologia della Northwestern University Feinberg School of Medicine. Identificando i tratti biologici e comportamentali associati al Super Aging, gli scienziati sperano di scoprire nuove strategie per promuovere la resilienza cognitiva e ritardare o prevenire l'Alzheimer e altre malattie che causano declino cognitivo e demenza.
"I nostri risultati dimostrano che una memoria eccezionale in età avanzata non solo è possibile, ma è anche legata a un profilo neurobiologico specifico. Questo apre la strada a nuovi interventi volti a preservare la salute del cervello anche negli ultimi decenni di vita", conferma Weintraub, che è l'autore corrispondente di un nuovo articolo che riassume i risultati, in pubblicazione su 'Alzheimer's & Dementia' (rivista dell'Alzheimer's Association), come parte del numero speciale della rivista che celebra il 40esimo anniversario del programma Alzheimer's Disease Centers dell'americano National Institute on Aging e il 25esimo anniversario del National Alzheimer Coordinating Center.
Essere resilienti e resistenti. La definizione 'Super Ager' è stata coniata dall'esperto M. Marsel Mesulam, fondatore del Mesulam Center for Cognitive Neurology and Alzheimer's Disease alla Northwestern University, alla fine degli anni '90. Dal 2000, una coorte di 290 partecipanti al programma Super Ager ha varcato le porte del centro in questione e gli scienziati hanno eseguito l'autopsia su 77 cervelli di Super Ager donati alla ricerca. Alcuni contenevano proteine amiloidi e tau (placche e grovigli), note per il ruolo chiave nella progressione dell'Alzheimer, ma altri non ne avevano sviluppata alcuna. "Ci siamo resi conto che ci sono due meccanismi che portano qualcuno a diventare un Super Ager", chiarisce Weintraub. "Uno è la resistenza: non si formano placche e grovigli. Il secondo è la resilienza: si formano, ma non si altera il cervello".
A testimonianza delle prestazioni di memoria eccezionali, è emerso che i Super Ager ottengono almeno 9 su 15 in un test di richiamo ritardato delle parole, alla pari con persone di 50 e 60 anni. E hanno una struttura cerebrale 'giovanile': a differenza dei cervelli che invecchiano in maniera tipica, non mostrano un assottigliamento significativo della corteccia - lo strato esterno del cervello - e hanno persino una corteccia cingolata anteriore più spessa rispetto ad adulti minori di età. Questa regione cruciale del cervello svolge un ruolo significativo nell'integrazione delle informazioni relative al processo decisionale, alle emozioni e alla motivazione.
Un elemento sono poi le caratteristiche cellulari uniche: rispetto ai coetanei con invecchiamento normale, i Super Ager hanno più neuroni Ven (von Economo), che sono cellule specializzate legate al comportamento sociale, e neuroni entorinali più grandi, fondamentali per la memoria. Infine, nonostante stili di vita diversi e approcci diversi all'esercizio fisico, i Super Ager tendono tutti ad essere molto socievoli e a segnalare forti relazioni interpersonali. Il centro Mesulam valuta ogni anno questi super anziani, i quali possono poi decidere di donare il cervello alla scienza per una valutazione post mortem da parte degli scienziati della Northwestern. "Molti dei risultati di questo articolo - racconta la coautrice Tamar Gefen, professoressa associata di psichiatria e scienze comportamentali alla Feinberg - derivano proprio dall'esame di campioni cerebrali di Super Ager generosi e dedicati, seguiti per decenni. Sono costantemente stupita da come la donazione del cervello possa consentire la scoperta di nuovi orizzonti molto tempo dopo la morte, offrendo una sorta di immortalità scientifica".
Leggi tutto: Over 80 con memoria da 50enni: i segreti dei Super Ager in 25 anni di studi

(Adnkronos) -
Putin pronto ad un vertice con Trump ma non con Zelensky perché le condizioni necessarie perché ciò avvenga "sono ancora lontane". In attesa della decisione del presidente Usa sulle nuove sanzioni alla Russia se non ci sarà l'accordo di pace in Ucraina, Mosca e Washington hanno raggiunto un accordo per l'incontro tra i due leader nei prossimi giorni, e i lavori per il summit sono iniziati.
Un vertice che, ha precisato Trump, ci sarà anche se il leader russo non si incontrasse prima con il presidente ucraino. L'affermazione contraddice precedenti resoconti dei media statunitensi che, citando funzionari anonimi della Casa Bianca, affermavano che un incontro Putin-Zelensky fosse un prerequisito per il vertice di Trump con la sua controparte russa. Alla domanda dei giornalisti nello Studio Ovale se Putin fosse obbligato a incontrare prima Zelensky, Trump ha risposto semplicemente: "No, non è obbligato, no. Vorrebbero incontrarmi e farò tutto il possibile per fermare le uccisioni", ha aggiunto.
I preparativi per il colloquio sono già iniziati alla Casa Bianca e forse anche al Cremlino, dal momento che è da otto mesi che il presidente americano ha parlato a più riprese del possibile incontro con Putin. Su richiesta di Trump, il processo per i preparativi del vertice è quindi è stato accelerato: l'incontro potrebbe aver luogo "già la prossima settimana", ha spiegato l'assistente del Cremlino Yuri Ushakov, o nelle prossime due settimane, sottolinea più cauto The Bell.
Dopo che Putin ha incontrato l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, al Cremlino, i rapporti di Washington hanno suggerito che il presidente russo aveva accettato di incontrare prima Trump e poi Zelensky in un trilaterale per negoziare un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina.
Ma il Cremlino ha negato che sia stato sollevato il tema di un vertice a tre con Zelensky. “Proponiamo di concentrarci sui preparativi per un incontro bilaterale con Trump in primo luogo”, ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov,ai giornalisti di Mosca. “Per quanto riguarda la possibilità di un potenziale vertice trilaterale, di cui per qualche motivo Washington stava parlando, questo è stato solo menzionato dalla parte americana durante l’incontro al Cremlino. Ma non è stato discusso. La parte russa ha scelto di non commentare in alcun modo questa possibilità".
Un incontro con Zelensky, "è possibile", ma le condizioni necessarie perché ciò avvenga "sono ancora lontane", ha poi chiosato Putin, citato dalla Tass.
Nessuna sede è stata indicata per il potenziale vertice bilaterale, ma Putin, che stava ha incontrato ieri Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il leader degli Emirati Arabi Uniti, al Cremlino, ha suggerito che gli Emirati Arabi Uniti potrebbero essere un luogo adatto per tenere i colloqui. “Abbiamo molti amici che sono disposti ad aiutarci a organizzare tali eventi. Uno dei nostri amici è il presidente degli Emirati Arabi Uniti”, ha detto.
In serata poi il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto conversazioni telefoniche con Trump, Zelensky, e con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, S.A. Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. La premier si è confrontata in particolare con gli interlocutori sugli sforzi in corso per il raggiungimento di un cessate il fuoco e per un percorso negoziale che possa garantire una pace giusta e duratura in Ucraina, anche alla luce delle più recenti iniziative diplomatiche promosse dagli Stati Uniti.
"Ho parlato con il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano GiorgiaMeloni. È stata una conversazione proficua, in cui abbiamo condiviso una visione comune su come procedere verso una pace reale ed equa. Abbiamo condiviso i dettagli dei nostri recenti contatti con altri leader. È importante per l'Ucraina che i nostri partner siano ben informati sulla situazione. Vogliamo tutti un futuro definito e sicuro per l'Europa", ha scritto su X il presidente ucraino. "Giorgia sostiene fermamente la posizione secondo cui i leader europei devono essere coinvolti negli sforzi diplomatici a fianco degli Stati Uniti per stabilire la pace. Questa guerra si sta svolgendo nel continente europeo, l'Ucraina si sta muovendo verso l'adesione all'Ue, l'Unione Europea parteciperà alla ricostruzione del nostro Paese dopo la guerra. Ecco perché la voce dell'Europa deve essere assolutamente presa in considerazione. Abbiamo coordinato i nostri prossimi passi, inclusi i contatti con il Presidente Trump, e abbiamo concordato di rimanere in contatto", ha aggiunto. "Grazie, Giorgia, per la tua posizione di principio e il tuo incrollabile sostegno", ha concluso il presidente ucraino.
"Tutte le decisioni da prendere per porre fine a questa guerra e garantire la sicurezza riguardano in realtà l'intera Europa", ha dichiarato ancora Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale pubblicato sui social. Zelensky si è espresso a favore di una maggiore influenza europea nei negoziati in corso tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, ribadendo che il conflitto rappresenta una guerra della Russia non solo contro l'Ucraina, ma "in Europa e contro l'Europa".
Secondo Zelensky "la voce dell'Europa deve influenzare i processi". Dopo le telefonate con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Zelensky sta pianificando anche una telefonata con la premier italiana, Giorgia Meloni. Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump spera di negoziare con il presidente russo, Vladimir Putin, la prossima settimana per porre fine alla guerra in Ucraina. Zelensky sarebbe coinvolto nei colloqui solo in una fase successiva. Già in primavera, Kiev ha insistito per essere direttamente coinvolta in tutti i colloqui per porre fine al conflitto.
Anche se i risultati della missione moscovita di Witkoff hanno superato le aspettative - per la prima volta Putin avrebbe avanzato "esempi specifici" delle condizioni per porre fine alla guerra -, Trump oggi dovrebbe comunque fare un annuncio sulle sanzioni, come ipotizzato mercoledì scorso da Marco Rubio. Molto probabilmente, si anticipa, le misure saranno molto blande e limitate alla 'flotta fantasma' di petroliere e gasiere che vengono usate da Mosca per aggirare le sanzioni.
Trump dovrà dissipare i timori che Putin usi l'incontro come un altro modo per far slittare l'introduzione di nuove sanzioni e trascinare i colloqui di pace, scrive intanto il Wall Street Journal. "Tutto il mondo attende il prossimo passo", concorda Patrick Wintour, giornalista del Guardian. Con l'avvicinarsi della scadenza, crescono i dubbi sulla possibilità che Trump punisca duramente la Russia per i ritardi nei negoziati. "Ciò che Trump farà per sanzionare Putin potrebbe definire l'intera sua carriera presidenziale".

(Adnkronos) - Nuovo anno scolastico e nuova stangata per le famiglie che devono acquistare i libri. La spesa per l’acquisto è cresciuta del 13% in dieci anni, portando l’esborso a una media di 580 euro l’anno a studente per le scuole medie e 1.250 euro annui per le superiori segnala il Codacons, che rende noto il contenuto della relazione preliminare dell’Antitrust sull’editoria scolastica.
Considerando un singolo studente al primo anno, la spesa totale stimata per un figlio che frequenta la prima media nel 2025 raggiungerà circa 487,53 euro. Per un figlio iscritto al primo anno di una scuola superiore nel 2025, il costo totale stimato sarà di circa 685 euro. A queste cifre vanno aggiunti i costi per i dizionari specifici, come quelli di latino e greco, indispensabili per alcuni indirizzi di studio: si stima che un dizionario di latino possa costare tra 75 e 100 euro, mentre un dizionario di greco tra 100 e 133 euro rileva Adoc.
L'analisi estesa all'intero ciclo di studi obbligatori (8 anni di scuola) rivela un onere cumulativo ancora più consistente per i soli libri di testo. Per la scuola media, i costi per i libri sono di 355,01 euro per il 1° anno, 157,66 euro per il 2° anno e 149,94 per il 3° anno, per un totale di 662,61 euro per l'intero ciclo. Per la scuola superiore, la spesa per i libri è di 552,35 euro per il 1° anno, 232,63 per il 2° anno, 375,95 per il 3° anno, 352,80 per il 4° anno e 348,39 per il 5° anno, per un totale di 1.862,12 euro per i cinque anni. Complessivamente, la spesa totale per i soli libri di testo per 8 anni di scuola dell'obbligo è proiettata a 2.524,73 euro. A queste cifre devono aggiungersi i costi per i dizionari e il materiale tecnico specifico di alcuni indirizzi, che possono incrementare ulteriormente l'onere per le famiglie.
Il primo elemento che balza all’occhio è l’andamento inversamente proporzionale tra la spesa sostenuta dalle famiglie per l’acquisto di libri e la popolazione scolastica: nel 2024 il giro d’affari delle vendite di libri di testo è stato pari a circa 800 milioni di euro, con un incremento complessivo in valore di circa il 13% nell’arco di un decennio. Tuttavia, tra il 2019 e il 2024 si è registrata una diminuzione di quasi 600.000 studenti pari al -7%, osserva il Codacons.
A far impennare i costi in capo alle famiglie le tante criticità che investono il settore dell’editoria scolastica. Ad esempio, rileva l’Antitrust, “il mercato risulta fortemente concentrato, con i primi quattro gruppi (Mondadori, Zanichelli, Sanoma, La Scuola) che coprono quasi l’80% del mercato complessivo”. Inoltre chi sceglie il prodotto (docenti) non lo paga, mentre chi lo paga (famiglie) o lo usa (studenti) non lo sceglie. Pesa poi l’elevata incidenza delle nuove adozioni da un ciclo all’altro, ossia i cambiamenti nei testi adottati dai docenti, pari al 35% nelle scuole medie e addirittura al 40% alle superiori, e l’odioso fenomeno delle nuove edizioni e novità, cioè versioni rinnovate di produzioni già esistenti o vere e proprie novità editoriali, che ogni anno riguardano il 10% dei libri scolastici. Proprio su tale aspetto l’Antitrust conferma le tante denunce lanciate dal Codacons negli anni, sostenendo che tali aspetti non solo riducono le possibilità di riutilizzo di un testo scolastico, ma fa sorgere dubbi circa “condotte opportunistiche nella variazione di opere scolastiche attraverso nuove edizioni. Nella sua vigente formulazione, l’art. 25 del Codice Aie - con il suo generico riferimento alle modifiche di 'contenuti' che possono legittimare la pubblicazione di una nuova edizione - lascia infatti grandi margini di discrezionalità agli editori” scrive l’Autorità.
Le riforme fin qui adottate in tema di editoria scolastica, compresa l’adozione di libri digitali, si sono rivelate un flop – denuncia il Codacons – Secondo l’Antitrust infatti “I tetti di spesa, previsti in appositi atti ministeriali per limitare l’impatto economico dei libri scolastici, si sono rivelati inefficaci: i collegi-docenti sono chiamati a rispettare tali tetti ma non sono presidiati da idonei strumenti di controllo. Le iniziative di autodisciplina sin qui poste in essere dall’Aie in proposito non sono risultate né chiarificatrici né tantomeno efficaci: l’art. 25 del codice Aie, che dovrebbe definire quando un’edizione può dirsi “nuova”, risulta infatti vago e difficilmente verificabile, dal momento che il requisito del 20% di variazione nei contenuti è interpretabile in modo ampio e soggettivo, potendo comprendere anche le modifiche grafiche. Il libro cartaceo continua a dominare le preferenze dei docenti, mentre le adozioni di soli ebook restano marginali".
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(Adnkronos) - "Con Donald Trump perderemo due anni: il tempo che faccia il giro del mondo, che non conosce". Forse non aveva visto così male Jean-Claude Juncker che da presidente della Commissione Europea parlò pubblicamente in questi termini, nel 2016, del neoeletto presidente degli Stati Uniti d'America, con un atteggiamento molto diverso da quello di Ursula von der Leyen che, spinta dagli Stati membri, ha accettato di andare a stringere un accordo impari sui dazi nel golf resort del tycoon americano, a Turnberry, nella Scozia sudoccidentale.
L'uso dei dazi da parte degli Usa come leva per fare pressione sui partner, se ha funzionato finora alla perfezione con l'Unione Europea, potrebbe rivelarsi un boomerang nei rapporti con un colosso come l'India, il Paese più popoloso del mondo e un partner essenziale anche per Washington, nella competizione con la Cina. Trump ha portato i dazi sulle importazioni dall'India al 50%, un livello proibitivo, accusando Nuova Delhi di continuare a comprare petrolio dalla Russia.
Mosca, anche grazie alla vendita del greggio, sul quale l'Occidente ha tentato di imporre un price cap, senza grande successo, può continuare a finanziare la guerra di aggressione contro l'Ucraina, che il presidente americano aveva sostenuto che avrebbe fermato nel giro di 24 ore. In vista dell'ordine esecutivo di Trump, Delhi ha risposto facendo sapere che il primo ministro indiano, Narendra Modi, si recherà in visita in Cina per la prima volta in oltre sette anni.
Il viaggio, che secondo la stampa indiana rappresenta un nuovo capitolo nel riavvicinamento a livello diplomatico tra Nuova Delhi e Pechino, si terrà in occasione del vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco), in programma dal 31 agosto nella città di Tianjin.
Insomma, l'India fa 'hedging', riavvicinandosi a Pechino, cosa che l'Ue non ha saputo, o non ha voluto, fare. Che il Subcontinente debba parlare con il suo potente vicino è naturale, visto che i due Paesi condividono un confine lungo 3.380 km, quasi il triplo dell'Italia, in gran parte lungo l'Himalaya. Un confine complicato, che ha visto continue scaramucce di confine, fino ai sanguinosi scontri del 2020-21 nel Ladakh, che hanno provocato decine di morti e che hanno costretto l'esercito indiano a mantenere migliaia di soldati ad altitudini estreme, anche d'inverno. La tensione tra Delhi e Pechino si è allentata solo l'anno scorso, quando Modi ha incontrato Xi Jinping a margine di un vertice dei Brics.
Ma il fatto che la missione di Modi a Tianjin sia trapelata proprio mercoledì è un chiaro messaggio a Washington: l'India ha tanti amici e non ha bisogno necessariamente degli americani. L'atteggiamento del premier di una nazione estremamente sensibile a quelli che vengono percepiti come atteggiamenti colonialisti dell'Occidente è dovuto, oltre che al nazionalismo indù del leader del Bharatiya Janata Party, anche a motivi di politica interna: l'insofferenza per quelle che vengono vissute come prepotenze dell'Occidente è trasversale nella politica indiana.
Il principale oppositore di Modi, Rahul Gandhi, ha scritto via social che "i dazi di Trump al 50% sono un ricatto economico, un tentativo di fare il prepotente con l'India per un accordo commerciale ingiusto. Il premier Narendra Modi - ha sottolineato - farebbe meglio a non lasciare che la sua debolezza prevalga sugli interessi degli indiani". Modi, già indebolito dai risultati delle ultime elezioni (il Bjp ha perso 63 seggi alla Camera, Lok Sabha), non può permettersi di apparire debole di fronte a Trump. Cosa che invece non disturba più di tanto gli europei, assai meno sensibili al 'bullismo' dell'ex colonia britannica diventata superpotenza, oggi guidata da un presidente che ha origini bavaresi e scozzesi.
Modi risponde in prima persona e non dispone di una presidente della Commissione sulla quale scaricare la responsabilità, come hanno fatto alcuni politici europei, non italiani, prima indebolendo la posizione dell'Ue chiedendo un accordo con gli Usa subito, poi appoggiando la scelta di stringere un accordo sui dazi per evitare una guerra commerciale e successivamente accusando la Commissione di non essere stata sufficientemente forte.
Dunque, i dazi che Trump ha deciso di imporre all'India rischiano di allontanare Delhi dagli Usa. Il rischio era stato visto da una politica repubblicana che l'India la conosce bene, essendo figlia della diaspora Sikh, Nikki Haley. Come ha riportato Firstpost.com, Nimarata Nikki Randhawa (questo il nome da nubile dell'ex sfidante di Trump alle primarie del Gop), ha detto che "l'India non dovrebbe acquistare petrolio dalla Russia. Ma la Cina, avversaria e principale acquirente di petrolio russo e iraniano, ha ottenuto una sospensione tariffaria di 90 giorni. Non date un lasciapassare alla Cina e non rovinate i rapporti con un alleato forte come l'India".
Trump non ha ascoltato la sua ex ambasciatrice all'Onu e ha imposto dazi astronomici a New Delhi, pochi giorni dopo avere definito quella dell'India una "economia morta", al pari, a suo dire, di quella russa. La risposta indiana ai dazi Usa è stata decisa: "Prendere di mira l'India è ingiustificato e irragionevole", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri indiano Randhir Jaiswal, dopo che Donald Trump aveva minacciato di alzare "in modo considerevole" le tariffe. "Come ogni grande economia - ha avvertito - l'India prenderà tutte le misure necessarie per salvaguardare i suoi interessi nazionali e la sua sicurezza economica".
Si vedrà quali saranno le prossime mosse della più grande democrazia del mondo, che è anche una colonna dei Brics. Intanto, a fine mese Modi andrà in Cina, per la prima volta da sette anni a questa parte. Un segnale che, se non venisse recepito dalla Casa Bianca, è sicuramente giunto forte e chiaro al Dipartimento di Stato. In politica internazionale non ci sono né amici perenni né nemici eterni: solo interessi nazionali permanenti, come ha scritto sul Times of India, S. D. Pradhan, già presidente del Joint Intelligence Committe indiano, citando Lord Palmerston.
Come hanno spiegato su Foreign Policy Harsh V. Pant, vicepresidente della Observer Research Foundation di New Delhi, e Kalpit A. Mankikar, fellow per gli studi sulla Cina della stessa fondazione, l'avvicinamento dell'India alla Cina è una "mossa pragmatica", tesa a promuovere gli "interessi economici" del Subcontinente, mentre gli Usa diffondono un clima di "incertezza". Il riavvicinamento a Pechino non è, comunque, una semplice risposta ai dazi di Trump, ma è una manovra che ha solide ragioni geopolitiche. In particolare, spiega Foreign Policy, incide la convinzione indiana che Washington abbia spostato le sue posizioni verso il Pakistan, l'arcinemico di sempre, e la Cina. Gli analisti indiani ritengono che l'amministrazione Trump "potrebbe avvicinarsi simultaneamente a Pechino e Islamabad, per staccare il Pakistan dalla Cina". Nuova Delhi, a sua volta, spera, con il suo riorientamento verso la Cina, "di poter sfruttare la prima di queste tendenze, prevenendo al contempo le ricadute negative della seconda".
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(Adnkronos) - Eugenio Giani, presidente uscente della Regione Toscana, è stato ufficialmente designato come candidato del centrosinistra per le prossime elezioni regionali. La sua candidatura è stata approvata per acclamazione dalla direzione regionale del Partito Democratico, che si è riunita questa sera nella sede di via Forlanini a Firenze. L'incontro è stato aperto dall’intervento del segretario regionale del Pd, il deputato Emiliano Fossi. Giani al momento della proclamazione ha stretto le mani a Fossi in un gesto simbolico, accolto dagli applausi dei presenti.
"Con emozione e responsabilità, accolgo la proposta del Partito Democratico della Toscana di candidarmi a un secondo mandato come Presidente della Regione Toscana", le prime parole Giani dopo la sua designazione ufficiale. Giani sarà alla guida di un 'campo largo' guidato dal Pd con Avs, Sinistra Italiana, Azione, Iv, M5s e altre forze politiche di centrosinistra.
"In questi anni abbiamo attraversato sfide enormi: la pandemia, le emergenze ambientali, la crisi economica. Ma lo abbiamo fatto insieme, con determinazione, coraggio, visione. Abbiamo seminato molto, e i frutti si cominciano a vedere - ha aggiunto Giani - La Toscana è più forte, più giusta, più sostenibile. Abbiamo investito sulla sanità pubblica, sulla scuola, sul lavoro, sulla cultura, sulla transizione ecologica, sulla Toscana diffusa e sulle infrastrutture senza mai dimenticare nessuna comunità, nessun territorio".
"Il mio impegno continua, con la stessa passione del primo giorno. Perché governare non è mai stato un atto individuale, ma un progetto collettivo, fatto di ascolto, partecipazione e futuro - ha detto Giani - Grazie a tutta la comunità del Partito Democratico per la fiducia. Al segretario regionale Emiliano Fossi e alla segreteria per tutto il lavoro svolto in questi mesi. Alla segretaria Elly Schlein per la fiducia. Grazie a tutte e tutti per il cammino fatto. Ora avanti, insieme, con una squadra forte e determinante pronta per le prossime sfide per una Toscana ancora più bella, più solidale, più competitiva".
Poco prima Giuseppe Conte aveva dato la parola agli iscritti M5S per dirimere il nodo delle regionali. A maggioranza, gli iscritti hanno dato l'ok all'ingresso in coalizione e, di conseguenza, a Giani: 1.538 hanno detto sì all'alleanza, circa il 60% dei votanti. In 1.030 hanno invece votato per andare da soli alle prossime regionali. Quasi il 50% degli aventi diritto non ha partecipato alla consultazione on line.
“Accolgo con soddisfazione l’esito della consultazione del MoVimento 5 Stelle, che apre la strada alla costruzione di una coalizione progressista per le prossime elezioni regionali. Un risultato importante che rende la nostra regione protagonista della nuova stagione politica e rafforza il dialogo tra forze politiche e civiche impegnate per una Toscana più giusta, moderna, verde e solidale. Voglio ringraziare il Partito Democratico della Toscana e in particolare il segretario regionale Emiliano Fossi, che pazientemente ha saputo tessere la tela dell’unità e della convergenza”, ha dichiarato Giani.
“Sono convinto dell’importanza dell’alleanza politica proposta dalla segretaria Elly Schlein a livello nazionale, inizia ora un percorso condiviso, che sono certo potrà dar vita a un progetto di governo forte, inclusivo e all’altezza delle sfide future”, aggiunge Giani.
“Sono orgoglioso di far parte di una comunità viva, che si confronta, discute, a volte anche animatamente ma sempre per cercare le soluzioni migliori per il bene dei cittadini. In Toscana abbiamo dato vita a un processo decisionale ampio e trasparente che non si è limitato a rispondere ad un quesito posto dall’alto, ma che ha contemplato tante riunioni a vari livelli territoriali, coinvolgendo tutti gli iscritti in un dibattito franco e maturo”, ha detto Giuseppe Conte commentando i risultati del voto.
“La pronuncia dei nostri iscritti ci dà ora un mandato chiaro per un confronto con il candidato Presidente, per verificare con rigore che siano rispettate e messe nero su bianco le condizioni che la comunità territoriale ha ritenuto prioritarie per sottoscrivere un accordo programmatico”.

(Adnkronos) - Jannik Sinner affronterà il colombiano Daniel Elahi Galan al debutto nell'Atp Masters 1000 di Cincinnati. L'azzurro, numero 1 del mondo, esordirà al secondo turno nel match in programma sabato 9 agosto, quando scenderanno in campo i giocatori inseriti nella parte alta del tabellone. Galan, numero 134 del mondo proveniente dalle qualificazioni, al primo turno ha superato il ceco Vit Kopriva, numero 80 del ranking, con il punteggio di 6-2, 6-4.
Sinner in carriera ha affrontato e battuto Galan in due occasioni. Il numero 1 del mondo ha sconfitto il 29enne sul cemento nella Coppa Davis 2021 in un singolare terminato 7-5, 6-0. Nel 2023, sull'erba di Wimbledon, Sinner si è imposto agli ottavi di finale per 7-6 (7-4), 6-4, 6-3.
Il match Sinner-Galan, come tutto il Masters 1000 di Cincinnati, sarà trasmesso in diretta televisiva sui canali di Sky Sport e in streaming su Sky Go e NOW. Le partite del torneo maschile saranno visibili anche in streaming su Tennis Tv, mentre i match del femminile saranno disponibili in diretta tv in chiaro su SuperTennis e in streaming su SuperTenniX.
Leggi tutto: Sinner contro Galan a Cincinnati al debutto sabato, Jannik pronto al debutto
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