
(Adnkronos) - “Siamo contenti che finalmente si parli di ceto medio, lo vediamo in Finanziaria, ma siamo ancora lontano dal ‘sogno’ di ridare speranza e voglia al Paese produttivo e alla gente che lavora. Sotto questo profilo serve un lavoro su tutta la parte produttiva del Paese per dare speranza ai giovani”. È quanto riferito da Stefano Cuzzilla, presidente Cida, alla seconda edizione del Global Welfare Summit, il principale appuntamento italiano dedicato all’evoluzione del welfare, dedicata alle 'Eccellenze che ispirano', organizzato a Villa Miani a Roma.
“E’ necessario lavorare molto sul ceto medio, perché deve essere rincuorato. Si deve dare la speranza a queste persone che pagano tutto il fisco, come emerso dai dati dei nostri Osservatori: oggi, poche persone pagano per tutti. Partiamo sempre dal presupposto che le persone che hanno bisogno devono essere aiutate, e questo fa parte di un Paese civile, e il ceto medio, ossia la parte produttiva del Paese, non si tira indietro - spiega - Ma è necessario anche ridare a questa parte della popolazione la speranza per i loro figli. Oggi molte persone del ceto medio pensano che i loro figli debbano andare a lavorare all'estero e per noi è un disastro. Dopo che il Paese e le famiglie hanno investito, noi dobbiamo trattenere i nostri giovani”.
“Allo stesso tempo, la voglia del ceto medio era lavorare con serietà per questo Paese e avere la speranza di fare carriera, di guadagnare di più, di poter costruire. Adesso le famiglie non riescono più nemmeno a risparmiare, né a sostenere bene i figli e i genitori anziani. Questo è un welfare che sta saltando, a cui dobbiamo sicuramente mettere rimedio. Dobbiamo lavorare di più sulla sanità e sulla previdenza integrative - sottolinea Cuzzilla - Un altro degli aspetti su cui si deve lavorare molto sono i salari, che restano da anni troppo bassi. Il governo deve mettere nell'agenda tutto ciò che serve per dare forza alle aziende di poter aumentare i salari. Il costo del lavoro è troppo alto”. “Infine, è necessario lavorare anche per l'introduzione delle donne nel mondo del lavoro e dare loro i sistemi di welfare per la maternità. Abbiamo visto qualcosa nella Finanziaria, ma c'è ancora tanto da fare. Anche il gender gap è un problema: le donne guadagnano molto meno degli uomini nella stessa posizione, questo non è più possibile, poiché significa che in qualsiasi caso sono le donne che si ritirano dal lavoro e non ce lo possiamo permettere, se vogliamo essere un paese civile”, conclude.

(Adnkronos) - “In questi primi mesi di lavoro della Commissione abbiamo già dato una prima lettura sistematizzata dei dati che sono a disposizione sulla transizione demografica, ma che necessitano di un'analisi integrata che copra tutti gli aspetti coinvolti da questa transizione”. A dirlo Elena Bonetti (Azione), presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto, in occasione della seconda edizione del Global Welfare Summit, il principale appuntamento italiano dedicato all’evoluzione del welfare, dedicata alle 'Eccellenze che ispirano', organizzato a Villa Miani a Roma.
Degli aspetti coinvolti citati da Bonetti fanno parte “quelli propri della transizione demografica, come la denatalità e l'invecchiamento della popolazione, ma quelli che riguardano le politiche per il lavoro e per il welfare che, integrate con politiche territoriali, risultano essenziali - spiega Bonetti - Noi ci concentreremo su una proposta strategica basata su alcune piste di indirizzo: il tema dei giovani, la questione dell'invecchiamento della popolazione e del benessere lavorativo della popolazione attiva nel mondo del lavoro, ma anche la capacità di mettere in campo un nuovo modello di welfare che sia in grado di affrontare questo cambiamento demografico, che superi i modelli ormai obsoleti e apra nuove prospettive”.
“Il rapporto pubblico-privato è essenziale. Inoltre c’è bisogno, e questo è il punto fondamentale su cui ci stiamo concentrando, di un cambio metodologico nell'ambito delle politiche pubbliche, introducendo una capacità di progettazione, di valutazione di impatto delle stesse, a partire dalla legge di bilancio, che dovrà avere uno sguardo efficace anche sulle politiche demografiche”, conclude.
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(Adnkronos) - Addio a Nerino Grassi, fondatore di Golden Lady, il marchio italiano specializzato nella produzione di calze. Mantovano, è morto mercoledì all'età di 94 anni "serenamente nella sua casa circondato dai suoi cari" fa sapere l'azienda, che insieme a tutti i suoi dipendenti e collaboratori, annuncia "con immenso dolore" la scomparsa del proprio presidente.
Fondatore dell’azienda nel 1966 insieme alla moglie Erminia, morta il 6 agosto 2021, Nerino Grassi ha dedicato tutta la sua vita alla crescita e allo sviluppo della Golden Lady. "Con visione imprenditoriale, determinazione e dedizione - ricorda l'azienda - ha saputo trasformare una realtà locale in un gruppo industriale di riferimento a livello internazionale nel settore della calzetteria".
Figura "carismatica e punto di riferimento non solo per la propria famiglia e per i suoi collaboratori, ma anche per l’intero distretto industriale", Nerino Grassi "lascia un’impronta indelebile nella storia dell’impresa italiana". Golden Lady Company si unisce al cordoglio della famiglia, custodendo con riconoscenza e rispetto l’eredità umana e imprenditoriale del suo fondatore.
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(Adnkronos) - Dopo un’estate di successi con il Nostalgia Summer Tour e due singoli ad altissima rotazione come 'Non sono io' e 'Oh ma', Noemi sta vivendo l'autunno della consacrazione, tra musica, emozioni e nuove sfide in radio e tv. Giudice nel talent 'Io Canto Family' su Canale 5, conduttrice radiofonica su Rai Radio1 con 'Non solo parole' e protagonista di una tournée teatrale che ha già conquistato diversi sold out in prevendita e che culminerà nella data evento del 20 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma, la cantautrice romana, all'anagrafe Veronica Scopelliti, si racconta all'Adnkronos in un’intervista sincera e appassionata.
Cosa rappresenta per te il concerto del 20 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma? "Una bellissima prima volta, una festa. Sarà una serata piena di energie da spendere, piena di amici che mi verranno a trovare sul palco. È bellissimo che il pubblico sia cresciuto così tanto da permettermi di fare un concerto del genere. Che poi il Palaeur è nel quartiere dove sono cresciuta, quindi l'emozione per me è al quadrato. Ci ho visto concerti memorabili, uno su tutti quello di Whitney Houston. Ci sono passata davanti un miliardo di volte pensando: 'Chissà se un giorno ci canterò'..."
Hai già annunciato diversi ospiti: Gigi D’Alessio, Francesco Gabbani, Fabrizio Moro, Tiromancino e Carl Brave. Ci regali un nome in anteprima? "Gaetano Curreri degli Stadio. E poi, se non è in Brasile, magari anche Fiorella Mannoia. Mi piacerebbe molto".
Ci sarà spazio anche per un momento natalizio, magari un duetto a tema? "Mah, magari ci sarà l’occasione, ma più che Jingle Bells direi panettoni! I repertori degli ospiti sono così belli che ci sarà da cantare altro".
La scaletta includerà dunque anche duetti con gli ospiti sui loro brani? "Se avranno piacere, certo. Stiamo decidendo cosa fare. Sto già montando lo spettacolo e collaborando con una direttrice artistica inglese molto brava, Ace Bowerman. Vedrete, sarà uno show curato nei dettagli, anche a livello scenografico".
Il tour nei teatri, che parte il 13 novembre da Crema, sta registrando diversi sold out. Che emozioni ti dà questa risposta del pubblico? "Sono molto contenta. Milano, Palermo, Torino… è una bella soddisfazione. È il frutto di un percorso fatto passo dopo passo".
In un’epoca in cui si passa velocemente “dalla cameretta allo stadio”, tu come ti rapporti ai live? "Penso che ognuno debba fare i propri passi come vuole. Se uno rischia, poi fa i conti con le sue scelte. È vero che oggi è tutto più veloce, ma anche più normale che le carriere si accelerino. La musica arriva ovunque".
I social e le piattaforme hanno reso più democratico l’accesso alla professione di chi fa musica? "Forse per un periodo sì. Oggi però è più difficile: ci sono milioni di canzoni e le belle rischiano di perdersi. Prima c’era una selezione, oggi è un oceano. Bisogna fare speleologia per trovare cose belle".
Come ti stai trovando nel ruolo di giudice a 'Io Canto Family'? "Mi ha rincuorato. Si parla spesso di adolescenti anaffettivi, invece lì ho visto ragazzi emozionati, affezionati ai genitori. Alcuni vogliono esaudire il sogno di mamma o papà. C’è una vibrazione bellissima".
Quando hai detto alla tua famiglia che volevi cantare, ti hanno subito supportata o erano perplessi? "Ho sempre cantato con mio padre e mia madre. Mio padre suona la chitarra, ci trovavamo a cantare insieme. Lui ci ha creduto più di me all’inizio. Diceva: 'Devi andare, non ti vengono mica a bussare i discografici a casa'".
Tu sei arrivata al grande pubblico partecipando a X Factor. Continui a seguirlo? Dopo 'The Voice', ti piacerebbe un giorno fare la giudice lì, dove tutto ha avuto inizio? "Chissà. Oggi i ragazzi arrivano molto più pronti. Noi eravamo più ingenui. Ma è bello che ci siano tanti spazi per esprimersi".
Come stai vivendo l’esperienza radiofonica con 'Non solo parole'? "Mi piace molto. Il mio compagno di avventure è Patrizio Rubiglioni, un giornalista giovane, super nerd. Imparo un sacco di cose. Siamo una coppia divertente".
Hai partecipato al lancio della “Pennicanza” con Fiorello su Rai1. Non è la prima volta che lo showman ti coinvolge nelle sue trasmissioni: che rapporto hai con lui? "Lo adoro. È intelligente, libero, meticoloso. Ogni volta che mi chiama, vado subito. Ha una forza comunicativa incredibile".
Hai pensato a un possibile ritorno al Festival di Sanremo? "Sarei felicissima se avessi la canzone giusta. Il Festival è una vetrina e un'esperienza fondamentale ma è importante lasciare spazio anche agli altri. Quest’anno ho avuto una bellissima occasione con 'Se ti innamori muori', che è diventato un evergreen".
Alcuni grandi successi del tuo repertorio sono legati a delle collaborazioni importanti: da Fiorella Mannoia a Vasco Rossi, da Gaetano Curreri a Ivano Fossati, da Neffa a Carl Brave, da Rocco Hunt a Tony Effe: cosa ti guida nella scelta? "Devono avere senso artistico. Non mi piacciono i copia-incolla. Devono aggiungere qualcosa, mettermi in discussione. Non fatte tanto per fare".
Prima del Palaeur del 20 dicembre, qual è stato un altro momento che consideri uno snodo importante nella tua carriera? "Aprire i concerti di Vasco Rossi all’Olimpico e a San Siro. Avevo paura, ma tutti cantavano anche 'L’amore si odia', non solo 'Vuoto a perdere' che è la canzone scritta da Vasco. È stato incredibile".
E dopo il Palazzo dello Sport, qual è un sogno che vorresti realizzare? "Un tour con l’orchestra. Oggi tutti vogliono i ballerini, io voglio l’orchestra. È il mio sogno".
Ci sarà anche un gran pianoforte sul palco di Roma? "Sì, e sono molto contenta. È un plus enorme. Non capisco perché non l’ho fatto fin dall’inizio".
È un buon momento della tua vita? "Sì, anche troppo sereno. A volte quasi mi preoccupo (ride)".
Nei prossimi giorni ci annuncerai altre sorprese per Roma? "Sì, ma non troppe…altrimenti diventa un festival!"
(di Antonella Nesi)

(Adnkronos) - Presentate le nuove stime relative alle mutilazioni genitali femminili (Mgd) in Italia. Secondo uno studio condotto dall'Università di Milano Bicocca e Università di Bologna, in Italia sono presenti circa 88.500 donne che hanno subito le Mgf. Un aumento dell'1% rispetto alle stime pubblicate nel 2019, sempre da uno studio condotto dall'Università Bicocca. Le nuove stime sono state presentate il 23 ottobre, nella Sala Consiglio della Città metropolitana di Milano, a Palazzo Isimbardi. L'evento è stato promosso dai due atenei, in collaborazione con Amref Health Africa.
Le Mgf sono una violazione dei diritti umani che colpisce almeno 230 milioni di donne, nel mondo: "In diversi Paesi si registrano riduzioni significative: le giovani subiscono le MGF meno frequentemente rispetto alle adulte", affermano Patrizia Farina, dell'Università Milano- Bicocca e Livia Ortensi, dell’Università di Bologna, che hanno curato la ricerca, insieme ad Alessio Menonna di Fondazione Ismu, all'interno del Progetto Dora. "Guardando all’Italia al primo gennaio 2023 -continua Farina- si stima che siano presenti circa 88.500 donne di età superiore ai 15 anni che hanno subito le Mgf, la grande maggioranza delle quali nate all’estero (98%)".
"La prevalenza più elevata si registra tra le donne over 50 -continuano Farina e Ortensi- e si riduce al diminuire dell’età". Le comunità con numeri assoluti più alti sono egiziane, nigeriane ed etiopi. L’incidenza più alta si registra tra le donne somale (97,8%), sudanesi (90,8%) e guineane (91,5%), secondo l’indagine. Le bambine sotto i 15 anni potenzialmente a rischio di Mgf in Italia sono 16.000. "Sempre più persone nella mia comunità si confrontano sulle Mgf e promuovono il cambiamento -afferma Paola Crestani, presidente di Amref Italia-. Quelle parole non sono mie -continua- sono di una delle tante ragazze e ragazzi con background migratorio che, in Italia, in questi anni ci hanno raccontato quanto hanno messo in moto con il progetto Y-Act grazie ad incontri organizzati in bar, università, luoghi di ritrovo delle comunità, per rompere un tabù e dare voce al silenzio. Questa è la sola strada che conosciamo, insegnataci dall'Africa: il dialogo con le comunità e con tutti gli operatori coinvolti. Una sfida che, date le stime della ricerca, deve essere rafforzata, a tutti i livelli, ma che ci dà speranza, guardando alla diminuzione della pratica tra le nuove generazioni".
L'incontro 'Mgf nuove stime e nuove generazioni. Evento interregionale di formazione e sensibilizzazione sulle mutilazioni genitali femminili (Mgf)' è stato introdotto dalle autorità. Diana De Marchi, consigliera delegata alle Politiche sociali, del Lavoro e Pari opportunità della Città metropolitana di Milano, ha affermato: "Il contrasto alle Mgf è un percorso che va gestito coralmente, in una strategia coordinata tra istituzioni, realtà associative e sanitarie. Non basta sensibilizzare, quindi, ma serve mettere in atto strategie concrete per fermare quella che è una pratica lesiva dei diritti delle donne, una forma di violenza di genere e di violazione dei diritti umani, sostenendo le realtà attive su questo fronte, che oggi sono qui e che ringrazio per l’instancabile impegno".
"Si tratta di fenomeni di cui si parla ancora troppo poco -afferma la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi- ritenendoli lontani da noi, ma non è così. Queste pratiche lesive della dignità umana e della salute delle donne interessano e sono presenti ancora in tantissime famiglie, all'interno delle quali si affrontano solo con il silenzio e la sottomissione. E' un dovere delle nostre istituzioni accompagnare le organizzazioni e le persone che affrontano il contrasto alle mutilazioni genitali femminili nel percorso di dialogo, sensibilizzazione e accompagnamento sanitario delle donne che hanno subito queste violazioni e delle famiglie nelle quali sono considerate ancora usanze culturali legittime".
Mentre Maria Carmela Rozza, consigliera regionale della Regione Lombardia, afferma: "Le istituzioni sono grate alle associazioni, che fanno un lavoro prezioso su queste battaglie importanti. Abbiamo il dovere di sostenerle. I dati di oggi ci indicano quanto il lavoro dal basso, il dialogo, siano fondamentali, per dei cambiamenti sociali e culturali nelle società, la nostra e di qualsiasi altra parte del mondo".
In un passaggio della ricerca, che verrà ufficialmente pubblicata fra qualche settimana, si richiamano i fattori protettivi dalle Mgf: il livello di istruzione, l'anzianità migratoria, il Paese di nascita, non aver subito la pratica, essere di seconda generazione. Proprio le nuove generazioni sono state protagoniste dell’evento. Presenti, infatti, alcune ragazze del progetto Y-Act, cofinanziato prima dall'Ue e ora sostenuto da Msd, che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare le Mgf in Italia, attraverso il coinvolgimento dei giovani. Dei 30 giovani della rete erano presenti Rowida Ibrahim Khalaf Alla Ghaleb Abdelaziz, Shahd Newir, Sara El Nagar, Jasmina El Shouraky, Esraa Newir.
Proprio Esraa Newir ha affermato: "E' importante ribadire con forza che le Mgf non sono un problema che riguarda solo i Paesi lontani. Chi le ha subite vive qui, anche nelle nostre comunità, nei nostri quartieri. Molte di coloro che abbiano incontrato attraverso il progetto Y-Act non avevano mai raccontato la propria esperienza, neanche alla propria famiglia. Quando lo hanno fatto è stato fortissimo. Il nostro ruolo non era quello di giudicare chi aveva subito Mgf, etichettare, ma aprire porte. Ascoltare e accogliere. Perché solo quando una donna trova la libertà di raccontarsi con la propria voce, la sua storia smette di essere dolore e diventa potere".
Presente all'evento anche il direttore del centro SaMiFo della Asl Roma1, Giancarlo Santone che ha raccontato le buone pratiche e i percorsi del servizio territoriale pubblico della Regione Lazio: "Il SaMiFo (Salute migranti forzati) è una struttura sanitaria a valenza regionale per l’assistenza e la cura delle e dei richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale". Tra le attività richiamate dal dottor Santone c'è anche "il passaporto della salute, un documento tradotto in molte lingue, volto a prevenire le mutilazioni genitali femminili, attraverso le nuove generazioni". Proprio nel Lazio, si terrà un prossimo appuntamento di rilievo sul tema delle mutilazioni genitali femminili, a Roma, l'8 novembre.

(Adnkronos) - È morto oggi all’ospedale di Treviso Mario De Marchi, il 39enne di Caerano San Marco finito in coma dopo essere stato colpito al volto da un 62enne durante la sagra di Sernaglia della Battaglia l’11 ottobre scorso, al culmine di un diverbio scoppiato per futili motivi.
L’uomo era già stato dichiarato in morte cerebrale e questa mattina i familiari hanno autorizzato il termine del supporto vitale e deciso di donare gli organi.
Per il 62enne che ha sferrato il pugno al volto che ha fatto cadere De Marchi a terra, facendogli sbattere violentemente la testa, è praticamente certo che la procura trevigiana cambi ora il capo d’imputazione in omicidio colposo.

(Adnkronos) - Alvaro Morata compie oggi, giovedì 23 ottobre, 33 anni. Il calciatore spagnolo, attaccante del Como, ha ricevuto una dolce dedica sui social dalla moglie e madre dei suoi 4 figli, Alice Campello: "Tanti auguri cuore con le gambe. La cosa che ti deve dare più orgoglio al mondo è essere la persona meravigliosa che sei. Sei un esempio per i tuoi figli e per me: di non arrendersi mai, di lottare, di avere valori e coraggio in ogni momento", scrive l'influencer a corredo di teneri scatti che ritraggono la coppia in momenti speciali e memorabili.
"Sarai sempre la mia casa. Grazie per essere come sei con noi. Ti amiamo e ti ammiriamo infinitamente", ha concluso l'influencer. Tra i commenti sotto al post condiviso su Instagram, spicca quello di Morata: "Grazie amore mio ti amo alla follia", ha scritto il calciatore a corredo di un cuore rosso.
Leggi tutto: Morata compie gli anni, la dedica di Campello: "Buon compleanno papà"
(Adnkronos) - Luka Modric non è un fan... del canto. Il centrocampista croato, arrivato al Milan in estate dopo essersi svincolato dal Real Madrid, in estate non si è sottoposto al classico rito che prevede ai nuovi arrivati di cantare di fronte a tutti una canzone a scelta. Pur di non farlo, Modric, che domani giocherà titolare in Milan-Pisa, ha 'convinto' i compagni in un modo piuttosto particolare
"Non appena è arrivato, ha regalato un nuovo iPhone a ogni giocatore. Siamo entrati nello spogliatoio e ognuno di noi ne aveva uno sul proprio posto", ha svelato Santiago GImenez, attaccante rossonero e compagno di squadra di Modric, durante una live su TikTok, "di solito quando sei nuovo, devi cantare davanti alla squadra... lui, per non farlo, ha scelto di comprarci un telefono a tutti".
Leggi tutto: Modric, tutto... per non cantare: "Ha comprato un iPhone a ogni compagno"

(Adnkronos) - Continua il ciclo di incontri e riflessioni promosso nell'ambito del progetto “Roma come stai?”, promosso dal Municipio I che intende stimolare il dialogo sul rapporto fondamentale tra la città eterna e il suo passato. L'iniziativa sottolinea che "in nessuna città il rapporto con il passato è così importante come lo è per Roma, chiamata costantemente a rielaborare la sua imponente storia per guardare avanti e costruire una nuova visione del proprio futuro". Il prossimo appuntamento in programma si concentrerà su una tematica cruciale per l'identità e lo sviluppo urbanistico della Capitale: Roma capitale d'Italia, le trasformazioni e la scomparsa di ville e giardini.
“Il progetto ‘Roma Come Stai?’ E' un’occasione cruciale per il I Municipio per interrogarsi attivamente sulla relazione tra la nostra identità storica e le dinamiche urbanistiche che hanno plasmato il cuore della Capitale”, ha dichiarato l'assessore alla Cultura del Municipio I Roma Centro, Giulia Silvia Ghia. “L’appuntamento con Alberta Campitelli sulle ville e i giardini perduti mette in luce come il passato non sia solo architettura, ma anche paesaggio e natura, elementi che dobbiamo difendere e valorizzare per assicurare un futuro sostenibile alla nostra città”, ha continuato. L'incontro vedrà come protagonista Alberta Campitelli, che guiderà la riflessione sulle profonde trasformazioni che la città ha subito, con particolare attenzione all'impatto sulla conservazione e sulla perdita di ville e giardini. L'evento si terrà il 25 ottobre, presso l'Orto Botanico, con inizio alle ore 18.30.
L'incontro sarà introdotto da un preludio musicale offerto da MuSa - Musica Sapienza e diretto da Giorgio Monari, con le voci di Valerio Lombardi, Ermanno Piccone, Rebecca Punzo e Yulia Vergara Quizpeh. Saranno eseguite musiche di Bowie, Dylan, Mkutukana&Mbuli e Waters. L'evento è a cura di Orazio Carpenzano, Giulia Silvia Ghia, Alessandra Sermoneta, Stefano Catucci, Fabrizio Toppetti, Massimo Zammerini, Fabio Balducci, Maria Clara Ghia e Luca Porqueddu. L'iniziativa è promossa dal Municipio I Roma Centro in collaborazione con Sapienza Università di Roma. L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Leggi tutto: Municipio I, prosegue ciclo incontri progetto 'Roma come stai?'
Studio di Federterziario: ristoranti e hotel ma pure start up...
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Sabato 25 "Democrazia al Lavoro" contro manovra governo Meloni... 
(Adnkronos) - Le sanzioni alla Russia restano uno strumento controverso. Non perché non sia utile a esercitare tutta la pressione possibile su Vladimir Putin perché fermi la guerra in Ucraina ma perché non è mai arrivato a una conclusione certa l'accesso dibattito tra chi sostiene che l'economia di Mosca ne stia effettivamente pagando le conseguenze e chi, al contrario, sostiene che le sanzioni siano un'arma spuntata che si ritorce contro chi la usa, a partire dall'Europa.
La novità di queste ore è che al diciannovesimo pacchetto varato da Bruxelles si aggiunge l'annuncio arrivato da Washington, con il Dipartimento del Tesoro americano che ha messo nel mirino le principali compagnie petrolifere russe, invitando Mosca ad accettare immediatamente il cessate il fuoco in Ucraina. Colpiti, in particolare, i giganti Rosneft e Lukoil, come conseguenza della "mancanza di una seria volontà da parte della Russia di impegnarsi in un processo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina”.
Nella strategia di Donald Trump le sanzioni economiche hanno un peso, anche 'simbolico', perché sono assimilabili alla stessa logica che sostiene la politica dei dazi: la 'punizione' economica è un deterrente da mettere sul tavolo per aumentare il potere contrattuale nelle negoziazioni. Non solo. Sia sul piano politico, sia sul piano pratico, l'esercizio di sanzioni simultanee da tutte e due le sponde dell'Atlantico può determinare una 'morsa' più difficile da gestire per Mosca e per tutta la rete di relazioni che nel tempo ha costruito per aggirare, riuscendoci in parte, l'effetto delle sanzioni.
Entrando nel dettaglio, le nuove sanzioni europee vanno a colpire quello che resta delle principali attività russe non ancora sanzionate. Sul piano energetico, la novità principale è un divieto graduale di importazione del gas naturale liquefatto (gnl) di Mosca, su due scaglioni: i contratti a breve termine andranno rescissi entro sei mesi, mentre c’è tempo fino al primo gennaio 2027 per quelli a lungo termine. Sempre nel mirino la flotta ombra con cui la Russia aggira i divieti: si aggiungono altre 117 navi all’elenco della flotta ombra del Cremlino, per un totale di 558 imbarcazioni.
Dal punto di vista finanziario, viene introdotto un divieto totale di transazione con cinque banche russe e viene esteso quello già esistente relativamente ai sistemi di pagamento elettronico russi e a quattro banche di Bielorussia e Kazakistan. Arriva anche un nuovo divieto per gli operatori europei di stipulare contratti economici con nove zone economiche speciali russe, così come il divieto di fornire riassicurazioni a aerei e navi russi nei primi cinque anni successivi alla vendita ad un Paese terzo.
Molto viene fatto nell'ottica di migliorare il contrasto all’elusione delle sanzioni già in vigore. Vengono così individuati 45 nuovi soggetti che favoriscono l’elusione (di cui 17 al di fuori dei confini della Federazione), mentre vengono estesi i divieti di esportazione di prodotti industriali e ad altre categorie di articoli sensibili. Viene inoltre esteso di un ulteriore anno il margine accordato alle imprese europee per disinvestire dalla Russia con l’obiettivo di cessare le attività commerciali nel Paese.
Tutto questo avrebbe più possibilità di non rimanere solo sulla carta se il sistema delle sanzioni venisse sostenuto da una chiara e inequivocabile volontà politica che rimetta dalla stessa parte Europa e Stati Uniti. Sembra si sia compiuto un passo in questa direzione, ma molto dipenderà dalle effettive intenzioni di Trump, che nei rapporti con Mosca e nella gestione del dossier Ucraina ha dimostrato un atteggiamento spesso ambiguo e ondivago da quando è alla Casa Bianca. (Di Fabio Insenga)
Leggi tutto: Sanzioni alla Russia, Stati Uniti e Ue si muovono insieme: cosa può cambiare

(Adnkronos) - Nuova sfida europea per la Fiorentina. Il club viola affronta oggi, giovedì 23 ottobre, il Rapid Vienna in trasferta nella seconda giornata di Conference League. La squadra di Pioli è reduce dalla sconfitta nell'ultimo turno di Serie A contro il Milan, che ha vinto 2-1 a San Siro e nella gara d'esordio nella terza competizione continentale ha battuto il Sigma Olomuc grazie ai gol di Piccoli e Ndour, portandosi quindi a 3 punti in classifica. Fermo a 0 invece il Rapid Vienna, che ha perso 4-1 contro il Lech Poznan.
La sfida tra Rapid Vienna e Fiorentina è in programma oggi, giovedì 23 ottobre, alle ore 18.45. Ecco le probabili formazioni:
Rapid Vienna (4-2-3-1): Hedl; Bolla, Cvetkovic, Yao, Horn; Seidl, Amane; Wurmbrand, Antiste, Radulovic; Mbuyi. All, Stoger
Fiorentina (3-5-2): De Gea; Pongracic, Marì, Ranieri; Fortini, Mandragora, Fagioli, Sohm, Parisi; Dzeko, Piccoli. All. Pioli
Rapid Vienna-Fiorentina sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo e su NOW.
Leggi tutto: Rapid Vienna-Fiorentina: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv

(Adnkronos) - Francesca Barra è stata derubata in treno. La giornalista ha raccontato la disavventura con una serie di storie Instagram documentando l’accaduto con delle immagini e delle riflessioni: “Turbata dalla disumanità”, scrive la moglie di Claudio Santamaria condividendo la storia del bracciale rubato, a cui teneva moltissimo.
"Ero con la mia bambina e il cagnolino e non ho voluto chiamare la polizia, parlandone con il capotreno per non turbare Atena (la figlia di tre anni, nata dall'amore con Claudio Santamaria). Il bracciale era caduto a terra, sotto il sedile e il tempo di piegarmi a raccoglierlo e non c’era più il bracciale e nemmeno il passeggero dietro che viaggiava da Roma a Milano. Sono andata a cercarla con la bambina in braccia, chiedendo se magari per sbaglio si fosse impigliato nella sua borsa. Non ha collaborato e non ha nemmeno spiegato perché avesse improvvisamente cambiato posto”, ha raccontato Barra.
La giornalista ha nella galleria le foto della passeggera ma spiega che ”per ovvie ragioni” non le pubblicherà. “Quel bracciale era unico come il suo cane champagne. Indossarlo sarebbe un rischio, dai spediscilo pentiti”, ha concluso Barra rivolgendosi direttamente all’autore del furto.
Leggi tutto: Francesca Barra derubata in treno: "Turbata dalla disumanità"
Un uomo è stato fermato nel centro storico di Sassari...
Muscas, 'investiti 2,1 miliardi di dollari'... 
(Adnkronos) - Il made in Italy di alta gamma che sfida i dazi Usa e le turbolenze dei mercati puntando sulla qualità e l'equilibrio tra tradizione e innovazione, mettendo al centro del progetto l'artigianalità. E' l'obiettivo 'Comella dal 1963', sartoria che da Aversa in provincia di Caserta porta avanti la tradizione di creazioni su misura e accessori esclusivi – cravatte, foulard, pochette, cinture e articoli di pelletteria – realizzati con tessuti pregiati e una cura artigianale dei dettagli, venduti in Italia e all'estero, Usa compresi.
Una storia imprenditoriale che parte da lontano, come spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia il patron dell'azienda, Davide Comella. "La nostra storia, la storia del brand 'Comella dal 1963'. affonda le proprie radici nella passione e nell'artigianalità dell’alta sartoria napoletana. La nostra azienda nasce ad Aversa, in provincia di Caserta, oltre sessant'anni fa, precisamente nel 1963, per mano dei miei genitori, Teresa ed Enzo Comella. Erano due artigiani uniti da un amore d'altri tempi e dal sogno di creare prodotti unici e pregiati", sottolinea Comella, che dal 2019 è cavaliere al merito per la sua attività.
Dagli inizi a oggi la strada è stata lunga. "È stato -spiega Comella- un percorso di dedizione e crescita costante, sempre nel solco della qualità. Abbiamo iniziato come un'azienda a conduzione familiare e la qualità del nostro lavoro ci ha portati ben presto a diventare fornitori di quasi tutti i Ministeri dell'epoca. Successivamente, a partire dal 1973 e per i vent'anni seguenti, abbiamo avuto -continua- l'onore di produrre camicie e cravatte per alcuni dei più grandi e prestigiosi marchi internazionali dell'alta moda. La vera svolta, però, arriva negli Anni Novanta, con il mio ingresso più operativo, abbiamo deciso di concentrare tutte le nostre energie nel progetto che più ci stava a cuore: la produzione esclusivamente su misura. Fu in quel momento che prese forma la 'Sartoria Comella' come la conosciamo oggi, un luogo dove ogni capo -sottolinea- dalla camicia alla cravatta, può essere personalizzato in ogni dettaglio, portando avanti la passione di mio padre Enzo, specialmente per la cravatta fatta a mano, che oggi è uno dei nostri fiori all'occhiello", rimarca.
E sui numeri della propria attività Comella è chiaro. "Preferisco sempre far parlare la qualità dei nostri prodotti -sottolinea l'imprenditore- più che i numeri. Non siamo un'azienda che punta ai grandi volumi della produzione di massa. La nostra è una realtà sartoriale, artigianale. Posso dirle che siamo un'azienda sana, in crescita, che ha l'orgoglio di portare l'eccellenza dell’alta sartoria napoletana in tutto il mondo, grazie anche ai nuovi canali digitali. Il nostro 'numero' più importante è la soddisfazione di ogni singolo cliente che sceglie di indossare una nostra creazione", spiega.
E per Comella la caratteristica che contraddistingue la propria azienda è "senza dubbio l'equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione. Noi non abbiamo dimenticato le tecniche antiche, la meticolosa lavorazione a mano, la cura del dettaglio che si tramanda da generazioni. Ma abbiamo saputo unire questa sapienza artigianale a un design contemporaneo e alla ricerca costante dei tessuti più pregiati. È quella che noi chiamiamo 'Passione Partenopea': un'anima, un calore che mettiamo in ogni singola cucitura e che rende i nostri capi unici, figli di una artigianalità senza tempo", continua.
Tradizione e innovazione si 'incontrano' anche nella commercializzazione del prodotto. "Operiamo sia attraverso la nostra boutique, nel cuore di Aversa, dove accogliamo i clienti e riserviamo loro un'esperienza 'su misura' completa, ma anche attraverso la nostra piattaforma e-commerce. Il nostro sito web ci ha permesso di superare i confini fisici, consentendoci di 'esporre' e far pervenire le nostre creazioni in tutto il mondo", spiega Comella.
E l'organizzazione aziendale sta permettendo a Comella di fronteggiare anche la 'tempesta' dazi. "Come per tutto il made in Italy di alta gamma, i dazi -spiega- rappresentano una variabile complessa. Non nascondo che ogni barriera commerciale crea delle riflessioni, specialmente per un mercato importante come quello statunitense. Tuttavia, la nostra clientela ricerca un prodotto di eccellenza, un lusso artigianale che va oltre la semplice dinamica di prezzo. Chi sceglie Comella cerca un'autenticità e una qualità -ribadisce Comella- che non sono facilmente sostituibili. Per ora, gestiamo la situazione mantenendo fede alla nostra identità, convinti che la vera artigianalità sia un valore che mantiene la sua forza attrattiva al di là delle congiunture economiche e delle turbolenze geopolitiche", sottolinea.
E negli anni le cravatte e gli altri prodotti di Comella sono stati indossati da quanti non vogliono rinunciare all'artigianato di alta gamma. "Nel mondo dell'alta sartoria, la discrezione -spiega- è un valore fondamentale, quasi quanto la qualità del tessuto. Posso dire che abbiamo l'onore di vestire professionisti, imprenditori, uomini di cultura e appassionati di stile in molti Paesi. Grazie alla nostra cura, quasi maniacale, ai dettagli e nella scelta dei migliori tessuti, abbiamo consolidato il posizionamento della Sartoria 'Comella dal 1963' come ambasciatrice dello stile e dell'artigianato di lusso italiano nel mondo, infatti gli eleganti accessori della nostra maison hanno già riscontrato il gradimento di diverse istituzioni e aziende, tra cui posso citare la presidenza del Consiglio dei Ministri, il cerimoniale diplomatico della Repubblica Italiana, diverse ambasciate italiane all’estero e importanti aziende di Stato come Leonardo SpA. Ma, dirò la verità, il cliente che mi rende più orgoglioso è chiunque scelga una nostra creazione e torni da noi perché si è sentito a proprio agio, elegante, unico. È la fiducia rinnovata nel tempo la soddisfazione più grande", sottolinea Comella.
Ma quale è la caratteristica principale dei prodotti che ha portato Comella a raggiungere questi risultati? "L'eccellenza artigianale. Ogni nostro prodotto è il risultato di ore di lavoro manuale da parte dei nostri artigiani esperti. Utilizziamo -spiega- solo tessuti pregiati, come le sete più morbide per le nostre iconiche cravatte a 3, a 5 o a 7 pieghe. La caratteristica principale è l'attenzione al dettaglio e la possibilità di personalizzazione. Una cravatta Comella non è solo un accessorio, ma un'estensione dello stile di chi le indossa".
E tra le sue creazioni che più lo emoziona Comella non ha dubbi. "Ogni capo su misura, ogni camicia che veste perfettamente un cliente, ogni cravatta annodata con orgoglio, mi dà un'enorme soddisfazione. È la soddisfazione dell'artigiano. Ma se devo scegliere -sottolinea- una creazione che racchiude davvero l'anima della nostra sartoria, il nostro spirito partenopeo che sa unire il sacro e il profano, la tradizione e l'ironia, allora dico il 'Pulcicorno'. Per noi la moda non è solo tessuto e cuciture; è un modo di raccontare una storia e il 'Pulcicorno' è proprio questo. È una figura che abbiamo creato, un simbolo che fonde due elementi potentissimi della nostra cultura: Pulcinella, l'icona della commedia dell'arte, l'anima ironica e verace di Napoli, e il Corno, il nostro simbolo scaramantico di fortuna e prosperità, che noi abbiamo reinterpretato quasi come un unicorno. Creare il Pulcicorno, e vederlo poi prendere vita sulle nostre cravatte, sui nostri foulard e sulle nostre pochette in seta pregiata, rappresenta l'eleganza che sa sorridere", sottolinea.
E lo sguardo di Comella continua a essere rivolto al futuro. "Il nostro progetto principale -spiega- è continuare a fare quello che sappiamo fare meglio, e migliorarci quotidianamente. Vogliamo continuare a tramandare questa tradizione sartoriale, magari coinvolgendo ancora di più le nuove generazioni. Stiamo esplorando nuovi tessuti, più sostenibili, e stiamo affinando la nostra presenza digitale per raccontare la nostra storia a un pubblico sempre più vasto, senza perdere mai di vista nostra anima artigianale, che resta il nostro principale punto di forza", sottolinea.
E il supporto delle tecnologie può essere importante. "Le tecnologie -spiega- sono uno strumento formidabile, se usate con intelligenza. Infatti, ci hanno permesso di ottimizzare alcuni processi e, come dicevo, di raggiungere clienti in tutto il mondo grazie all'e-commerce e alla comunicazione digitale. Usiamo i social e il nostro sito per 'mostrare' il lavoro che c'è dietro le quinte, per educare al valore dell'artigianalità. Le nuove tecnologie ci consentono anche di seguire i clienti nel processo di personalizzazione a distanza", sottolinea.
Ma il 'cuore' di tutta la sua attività per Comella resta sempre e solo uno. "L'artigianalità -sottolinea- si mantiene in un solo modo: non tradendola mai. Le macchine possono aiutare, ma non potranno mai sostituire le 'mani esperte' e l'occhio attento e, soprattutto, critico dei nostri maestri sarti. Manteniamo vive le antiche tecniche, investiamo nella formazione continua dei nostri artigiani e poniamo la lavorazione manuale al centro di ogni creazione. La tecnologia è al servizio dell'artigiano, non il contrario. È un patto che ho stretto con i miei genitori e che non ho intenzione di sciogliere", conclude.

(Adnkronos) - L'assalto al pullman dei tifosi del Pistoia, da parte degli ultras Sebastiani basket Rieti, oltre a costare la vita a un innocente autista in servizio, ha acceso i fari su un fatto un tempo incredibile: il tifo violento ha cambiato campo. Dal calcio si è spostato al basket, fino a qualche tempo fa considerato 'immune' agli scontri. IL focus del Viminale su uno e sull'altro sport, che l'Adnkronos ha potuto visionare, lo raccontano con i dati. Numeri spalmati negli anni 2023, 2024 e 2025, che hanno continuato nel silenzio a crescere, costanti eppure consistenti. Se gli incontri 'monitorati' nel calcio sono scesi del -4,6%, nel basket sono aumentati del +72,5%. Nello specifico, in tutto il 2023 le partite considerate 'sensibili' sono state 39. Quest'anno 88, ben più del doppio.
E ancora. Lo stesso trend si registra per il numero degli incontri con incidenti, aumentati nell'ultimo anno del 30%. Il risultato è che i provvedimenti adottati dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive sono cresciuti del +450%, tra divieti di trasferta, porte chiuse per gli incontri e divieti. Viceversa, a testimoniare la 'trasferta' dei violenti da uno sport a un altro un tempo considerato 'di nicchia', sono i dati del focus calcio. Diminuiti del -18,2% gli incontri con incidenti, del -39,2% quelli con feriti. Oltre la metà in meno le persone arrestate durante le manifestazioni monitorate. Mentre scendono, a cascata, i numeri dei feriti tra gli steward (-66,6%) e tra le forze di polizia (-48,1%). Tuto questo, in modo direttamente proporzionale con l'aumento dei divieti di trasferta (+77%) nel 2025.
Alla luce di tutto questo, il Viminale, attraverso l'Osservatorio per le Manifestazioni Sportive, ha imposto l'obbligo del biglietto nominale per il basket dalla stagione 2025/26, per aumentare la sicurezza negli impianti. Per le partite in trasferta, i biglietti dovranno essere acquistati entro le 19:00 del giorno prima della gara, consentendo alla Polizia di incrociare i dati con l'elenco dei soggetti con Daspo. Il controllo non più in via sperimentale ma a sistema, da gennaio permetterà di smascherare il tentativo di ultras già 'daspati' di entrare nei palazzetti del basket dove sono state riscontrate contaminazioni da parte di tifoserie delle squadre di calcio. (di Silvia Mancinelli)
Leggi tutto: Assalto pullman Pistoia, è allarme per ultras nel basket: in un anno +30% incidenti
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