
(Adnkronos) - Da vetrina socialista sull’Occidente a capitale del gioco e dell’intrattenimento, da ‘città ideale’ di stampo modernista a frontiera di contrabbando, da paesaggio urbano puntellato dal verde e dalle rose a emblema dell’anonima architettura stile sovietico. Un cammino a caccia di un’identità partito più di 70 anni fa, quando dal nulla nacque una città e un confine imposto divise una comunità, e arrivato oggi a un traguardo tanto ambizioso quanto inimmaginabile fino a qualche tempo fa: essere proclamata ‘Capitale europea della cultura’. E’ Nova Gorica, la ‘metà slovena’ di Gorizia, o meglio la Gorizia slovena che con la ‘sorella più anziana’ condivide per il 2025 questo importante titolo. Un riconoscimento che per la prima volta vede protagonista una ‘Capitale transfrontaliera’ e che proietta Nova Gorica in una prospettiva di sviluppo turistico-culturale che apre una nuova fase della sua giovane ma già movimentata storia.
Mostre, teatro, danza, dibattiti stano animando Nova Gorica e Gorizia in questo speciale anno all’insegna del claim ‘GO! Borderless’, un inno al superamento di un confine tracciato con un segno di penna, lì dove doveva passare quella cortina di ferro tra Europa dell’Est ed Europa dell’Ovest, dove l’Ovest era Gorizia e l’Est la città più moderna della ex Jugoslavia. Un confine che ha diviso da un giorno all’altro famiglie e proprietà, e persino un cimitero, segnando due appartenenze diametralmente opposte, ma che nella testa di chi quei luoghi abitava da generazioni non ha mai attecchito. Qui, se chiedi a un abitante cosa si sente, ti risponde che il bisnonno è nato quando c’era l’Impero austro-ungarico, il nonno quando il territorio era italiano, il padre nella ex Jugoslavia e lui nell’attuale Slovenia.
Un melting pot di lingua e tradizioni che proprio il grande progetto della ‘Capitale europea della cultura’ vuole valorizzare lanciando un messaggio forte di unione, che non a caso ha il suo luogo simbolo nella piazza Transalpina, che appartiene a due Stati e che accomuna anziché dividere. E se per l’italiana Gorizia, dalla storia millenaria, è un’opportunità di trovare nuove vie di attrattività, per Nova Gorica è l’occasione per cambiare totalmente volto: non più solo destinazione per giocatori, ma degna di visita per un’offerta culturale di primo piano e con aspetti storici e architettonici da scoprire e soprattutto da saper raccontare. Una meta, insomma, che merita una mappa delle principali attrazioni, oltre che dei suoi bellissimi dintorni a Est del fiume Isonzo, come dimostrano gli interessanti opuscoli informativi realizzati con lungimiranza dall’Ufficio del turismo di Nova Gorica, che segue anche la Valle del Vipava (www.vipavskadolina.si).
“Quello di ‘GO2025’ - spiega Klavdija Figelj, responsabile comunicazione media Go2025 - è un progetto transfrontaliero, che ha rilanciato la cooperazione tra Nova Gorica e Gorizia, due volti della stessa città che rappresentano l’antico e il moderno. Per Nova Gorica la scommessa è di puntare su un tipo di turismo diverso, non più solo in cerca di gioco e intrattenimento, ma che abbia un’attrattiva culturale e le potenzialità ci sono tutte. Durante questo anno abbiamo avuto artisti sloveni, italiani e internazionali, abbiamo ospitato la Biennale dell’arte del Mediterraneo dei giovani, abbiamo sviluppato collaborazioni con università e accademie. Ora a fine settembre c’è il tema del ‘Cibo di frontiera’ e poi tanta attenzione dedicata alla sostenibilità”.
“Inoltre, sono stati recuperati spazi trasformati in location per eventi o sedi di mostre. E’ il caso dell’Epic, che sarà un museo permanente vicino alla stazione. La stessa piazza Transalpina, o piazza Europa per il lato sloveno, è diventata un salotto per due città, un luogo di incontro dal forte valore simbolico. Per la cerimonia di chiusura, a inizio dicembre, si accenderà uno spettacolo di luci in entrambe le città. C’è molta soddisfazione, quest’anno ha portato molto movimento, e almeno un 30% in più di turisti, attirando persone da altri paesi europei ma anche gli stessi sloveni che prima non visitavano Nova Gorica”, aggiunge.
Soddisfazione condivisa dal Gect Go, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale fondato nel 2011 con la missione di supportare le città transfrontaliere attraverso una strategia comune di sviluppo del territorio e che ha lavorato alla candidatura a ‘Capitale europea della cultura’ e co-organizza il programma. E già si guarda all’eredità che questa esperienza lascia con numerosi progetti in cantiere per i prossimi anni, come conferma Ezio Benedetti, coordinatore dei progetti europei di Gect Go: “Le direttrici della legacy per il futuro sono quella turistico-culturale, quella ambientale e quella logistica e dei trasporti”. Tra i principali progetti supportati da Gect Go, la riqualificazione della piazza Transalpina, “unico caso di stazione diventata salotto”, sottolinea.
A confermare l’incremento di presenze è il Gruppo alberghiero Hit, proprietario dei due grandi hotel in città, il Park, che è stato il primo a sorgere nel 1984 con all’interno anche il primo casino che ha poi aperto la strada e la storia di Nova Gorica legata al gioco, e il Perla, che per primo ha importato in Europa il ‘modello Las Vegas’ e diventando così un riferimento per il turismo dell’intrattenimento, attraendo una clientela per il 90% italiana. L’anno di GO2025 segna una svolta anche per il Gruppo, che ha puntato su iniziative culturali e artistiche anche nelle proprie strutture (quattro alberghi - oltre a Perla e Park a Nova Gorica, Lipa a San Pietro e Sabotin a Salcano - per un totale di 833 posti letto e quasi 1.000 posti nelle sale conferenze). E ha supportato il progetto della ‘Capitale europea della cultura’ non solo come il principale fornitore di servizi alberghieri e congressuali nella regione di Goriška, ma anche come promotore di una vasta gamma di esperienze turistiche, che quest'anno si sono arricchite con contenuti di valore culturale.
Sin dalla sua fondazione, 40 anni fa, accogliendo i flussi turistici dalla vicina Italia, Hit ha avuto una visione di superamento dei confini linguistici e nazionali e da sempre è un forte sostenitore di numerosi progetti culturali ed eventi nella comunità locale. Nel 2025, l'azienda punta a consolidare questo ruolo offrendo esperienze che permettano agli ospiti di scoprire il patrimonio culturale del territorio, arricchendo così la tradizionale esperienza turistica.
Come spiega il presidente del Consiglio di amministrazione, Sandi Brataševec, “la nostra partecipazione al progetto ‘Capitale europea della cultura’ rappresenta un contributo fondamentale alla strategia di crescita sostenibile e di internazionalizzazione del Gruppo Hit: superare i confini, sostenere progetti socialmente responsabili, creare un'atmosfera accogliente e divertente per la nostra destinazione e aumentare la sua visibilità a livello globale, sono obiettivi che condividiamo, e che contribuiscono allo sviluppo sostenibile dell'ambiente in cui operiamo”.
Era il 15 settembre 1947 quando fu tracciato il confine che divise in due la regione: la città di Gorizia fu assegnata all’Italia e sul lato jugoslavo si decise di costruire ex novo una città, la prima completamente nuova nel paese, che doveva essere anche l’emblema di una nuova società socialista. All’avvio dei lavori parteciparono brigate di giovani lavoratori provenienti da ogni parte del paese, in totale 5.200, per i quali, in segno di gratitudine, nel 2008 venne eretto un monumento opera dello scultore Zmago Posega. Dopo vari cambiamenti, ad andare in porto fu il progetto urbano dell’architetto Edvard Ravnikar. La prima costruzione fu il palazzo del Comune, ad opera dell’architetto Vinko Glanz: la piazza antistante non venne mai pavimentata e tuttora è coperta da un prato ma nel 1994 fu costruito di fronte il teatro, a cui fece seguito nel 2000 l’edificio della biblioteca, a formare quello che doveva essere il polo culturale.
Nova Gorica fu progettata come un parco urbano e negli anni è diventata un vero e proprio giardino botanico: nei viali principali furono piantati molti alberi, anche di specie introvabili in altre zone della Slovenia, e cespugli di rose, che ancora oggi rendono l’idea della ‘città giardino’. Per questo motivo, Nova Gorica viene chiamata ‘città delle rose’ e dal 1968 una rosa rossa è raffigurata nello stemma municipale. I primi abitanti si insediarono a Nova Gorica all’inizio degli anni Cinquanta, provenienti soprattutto dai villaggi dei dintorni.
La città continuò a espandersi e a metà degli anni Sessanta emerse l’esigenza di un nuovo centro commerciale. Così, nel 1966 Marjan Vrtovec progettò uno spazio pensato solo per i pedoni. Fu la prima zona pedonale della ex Jugoslavia, ispirata alla prima d’Europa che si trova a Rotterdam. Sul lato opposto di questa area si trovavano una strada e un parcheggio. Oggi, piazza Bevk è diventata la pizza centrale della città.
All’inizio degli anni Settanta, sotto la guida del direttore urbanistico Tomaz Vuga, è stato dato il via al piano di espansione più ambizioso della storia della città: la costruzione del quartiere residenziale, dove oggi vive gran parte degli abitanti di Nova Gorica. Nel 1968 iniziò la costruzione di un complesso abitativo in via Cankarjeva che poco dopo venne notevolmente ampliato lungo la via Gradnikove brigade. Questi 15 edifici sono soprannominati la ‘Muraglia cinese’ per via del loro aspetto imponente o anche i ‘Matitoni’ per i colori pastello delle loro facciate una attaccata all’altra.
A prevedere la costruzione di quello che sarebbe diventato l’Hotel Park era già il progetto originario, con bar e ristorante. L’edificazione sulla via Cesta cominciò nel 1951 ma fu completata solo nel 1959. E’ del 1984 l’idea di riqualificare la sala da ballo, che aveva ospitato molte feste, in un casinò, avviando quella trasformazione della città in una popolare destinazione per il gioco d’azzardo, destinata ad attrarre sempre di più i turisti italiani. Con questa idea di creare un’offerta integrata di accoglienza e turismo, venne fondata la società Hit. Dall’altro lato della strada, intanto, dopo il 1957, trovarono posto il panificio, la macelleria e la prima caffetteria della città, oltre al mercato. Questa strada divenne così la prima vera passeggiata della città.
Il secondo complesso alberghiero-ricreativo venne inaugurato nel 1976: il centro Argonavt, con una superficie di 20mila metri quadrati, progettato da Niko Lehermann insieme al gruppo di avanguardia Oho e ispirato alla nave degli Argonauti. Nei primi anni Ottanta la società titolare fallì e il complesso fu dapprima adibito a centro studi della società Iskra Delta, leader mondiale nella fabbricazione di pc, e poi nel 1993 fu rilevato dalla società Hit inaugurando il Casinò Perla, che ancora oggi è il più grande d’Europa per numero di tavoli da gioco. Sull’altro lato della strada è situata l’unica chiesa della città, costruita soltanto nel 1982 su progetto di Franc Kvaternik e nel 2004 divenuta la prima concattedrale in Slovenia.
Tra i pochi edifici antichi rimasti nel territorio dove sorse Nova Gorica, la vecchia fornace risalente al 1922, che aveva cessato di funzionare nel 1944, nei pressi del Boschetto dei pini, dove ancora si trovano tracce di scavi nell’argilla; mentre l’edificio, che aveva la ciminiera più alta della regione, fu demolito nel 1957 e della struttura originaria resta solo una piccola parte adibita ad uso amministrativo. Un’altra traccia del passato sono tre lapidi del vecchio cimitero, che si trovava dove oggi c’è il cuore della città, sulla strada che porta alla ‘vecchia’ Gorizia. Aperto nel 1880 e chiuso durante la Prima Guerra mondiale con i combattimenti sul fronte dell’Isonzo, si calcola ospitasse 28mila salme. Proprio di fronte si trova il grattacielo Eda Center, visibile da ogni parte, e l’Icarus, il primo monumento pubblico della città, eretto nel 1960 dallo scultore Janez Lenassi: ricorda Edvard Rusjan, primo aviatore sloveno che nel 1909 volò con l’Eda, un aereo da lui stesso costruito ma che proprio durante un volo dimostrativo morì tre anni dopo.
Oggi simbolo della riunificazione delle due città transfrontaliere, piazza Transalpina (Trg Evrope in sloveno) fu costruita nel 1906 insieme alla stazione sulla pittoresca linea ferroviaria che collega Gorizia e Jesenice. Quando venne stabilito il nuovo confine nel 1947, fu deciso che la linea ferroviaria sarebbe appartenuta alla Jugoslavia, creando l’insolita situazione che vede la piazza antistante divisa tra due Paesi. La stazione restò in territorio slavo e divenne di fatto l’edificio pubblico più antico di Nova Gorica (nelle sale interne c’è un piccolo museo che racconta questa evoluzione e che, insieme alla mostra sul contrabbando che racconta questa pratica ben presente tra gli abitanti della fascia confinaria, rappresenta una interessante ricostruzione storica).
Nel 2004, proprio in questa piazza fu celebrato l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea; il confine cadde definitivamente nel 2007 con l’ingresso nello spazio Schengen. Oggi la targa al centro che segna il confine, ormai invisibile, è soprattutto una curiosità da fotografare. La piazza è diventata il simbolo della condivisione fra due città e dell’integrazione europea. E dal 2025 anche della nuova vita di Nova Gorica, che parla il linguaggio universale della cultura.

(Adnkronos) - Leonardo Colavita insieme a Ibrahim Badawi e David Vidales si è laureato campione del titolo Gt3 Pro Am del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance all’Autodromo Internazionale del Mugello, oggi domenica 21 settembre. Il quarto e ultimo round del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance ha visto l’italo americano, pilota di TT Management, laurearsi campione della categoria Pro Am con la Ferrari 296 GT3 di AF Corse grazie alla terza posizione assoluta della corsa al Mugello. Grande soddisfazione per Leonardo Colavita, Ibrahim Badawi e David Vidales che si sono portati a casa una stagione ricca di emozioni. Per Colavita, da sempre supportato da TT Management, non è il primo titolo italiano: già nel 2024 si era laureato campione AM del CIGTE, confermando ancora una volta il suo potenziale e guardando già al futuro.
"E' stata un'emozione incredibile, perché è stata una gara combattutissima fino alla fine, un po' come tutta la stagione. Siamo sempre stati al comando, però ci sono state costanti bandiere rosse, safety car, che hanno riavvicinato gli altri. Per fortuna abbiamo avuto il pacchetto più completo, non solo in questa gara, ma tutto l'anno", commenta Leonardo Colavita all'Adnkronos il successo in Gt3 Pro Am. "Siamo riusciti a stare sempre davanti e fuori dai casini, tranne un po' a Imola, dove abbiamo avuto qualche intoppo. Ma è stata un'emozione incredibile".
Ora Colavita tornerà in pista in occasione del terzo round del Campionato Italiano Gran Turismo Sprint a Imola, nel fine settimana del 26-28 settembre. "Sì, abbiamo vinto il campionato italiano Endurance, del campionato Gran Turismo. Però ora c'è ancora lo Sprint che ci stiamo giocando e quindi ora ci stiamo concentrando su quello. Puntiamo alla doppietta ma sarà difficile perché siamo un po' più indietro ma comunque in lotta", ha sottolineato il pilota italiano che ha poi spiegato quali sono le difficoltà in un tipo di competizione come questa.
"In realtà la cosa difficile è l'approccio al weekend, perché a differenza delle corse, per esempio, come la Formula 1, ci sono più piloti che usano la stessa macchina, quindi è un equipaggio. Essendo una gara di Endurance si condivide la macchina, tipo a staffetta, e quindi uno deve mettere da parte il risultato individuale e pensare a tutto il gruppo, che a volte è difficile perché comunque vieni paragonato ai tuoi compagni di macchina, però devi riuscire a guardare la gara in prospettiva per fare in modo che il pacchetto sia il più veloce possibile. Abbiamo sempre lavorato con l'obiettivo del risultato migliore possibile dell'equipaggio e quello di solito è un problema abbastanza grande quando non si riesce a gestire e contenere. Oltre a quello anche fare una macchina che vada bene a più persone, ma per fortuna abbiamo degli ingegneri veramente fantastici che ci aiutano", ha aggiunto il pilota italoamericano.
Leonardo Colavita ha poi un suo sogno. "La F1? Il sogno ovviamente lì c'è sempre, però la realtà è che il mio obiettivo è di arrivare a fare le 24 ore di Le Mans come pilota ufficiale della Ferrari, nelle hypercube, categoria dove la Ferrari vince da tre anni di fila. E' un qualcosa che sicuramente vorrei realizzare nei prossimi anni. Ora ci concentriamo sulle Sprint, abbiamo fatto metà delle gare, quindi è ancora tutto aperto, però a livello di tempo siamo verso la fine della stagione perché i campionati finiscono alla fine ottobre", ha concluso Colavita.
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(Adnkronos) - A 250 anni dalla prima vendemmia della famiglia Boscaini, nasce ‘Monteleone21’, la nuova sede di Masi nel cuore della Valpolicella. Un gioiello architettonico che prende il nome dal colle su cui sorge, in simbiosi con la natura e il paesaggio circostante, progettato per essere a basso impatto ambientale, coperto da vigne e rivestito di pietra locale. La nuova cantina è stata inaugurata ufficialmente ieri sera, con un evento che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni di categoria, di produttori di vino e delle Famiglie Storiche, associazione che riunisce 13 prestigiose aziende vitivinicole che da generazioni sono testimoni attive del ‘mondo Amarone’, tra cui anche Masi Agricola.
Con l’occasione è stata svelata anche la videoinstallazione site-specific creata dall’artista Fabrizio Plessi, pioniere della videoarte italiana, per questo hub esperienziale: ‘L’anima dell’Amarone’ - che per un anno resterà visitabile tutti i giorni presso la cantina, in via Monteleone 21, a Sant’Ambrogio in Valpolicella (Verona) - che unisce, agli elementi ancestrali del suo percorso artistico (acqua, fuoco, lava, vento), anche il vino che, in un flusso al contrario, diventa linguaggio tra le forze della natura. Ospitata nella ‘Cattedrale dell’Amarone’, l’opera usa l’intelligenza artificiale per creare il corso di questo vino simbolo, che scorre verso l’alto, al contrario, espandendosi dalle uve a terra, in archi digitali, che a loro volta guardano alle barche, con la forza archetipa di elementi che si reinventano per mezzo della tecnologia.
Per Fabrizio Plessi, che, come ha raccontato agli ospiti, “a 85 anni sperimento come un bambino di 8”, “l’anima del vino è sempre pulita, semplice, assoluta” e il mio linguaggio è questo, “vedere le cose al contrario”. A illustrarlo, con il racconto di come è nata questa opera, una video-intervista proiettata nello spazio conferenze della cantina.
“Sono onorato di poter contribuire alla comprensione del significato che per noi riveste l’opera che il grande artista e amico Fabrizio Plessi ha realizzato per l’occasione dell’opening di Monteleone21”, ha dichiarato Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. “Masi, con la sua storia secolare, ha realizzato con Monteleone21 uno spazio polifunzionale che superi le strutture dedicate alla produzione e che vada anche ben oltre il concetto ordinario di cantina visitabile, considerando che la cultura del vino rappresenta il punto di partenza per scoprire il territorio e le sue peculiarità”, ha sottolineato.
“Proprio in Valpolicella, il territorio - ha rimarcato - si esprime con la viticoltura e il pregio dei suoi vini da una parte, con l’antica arte dell’estrazione e della lavorazione della pietra dall’altra. E proprio vino e pietra sono i protagonisti dell’emblematica opera architettonica che esalta i nostri valori attingendoli dalle radici più profonde e proiettandoli verso un futuro di rinnovato apprezzamento”.
Tagliando con orgoglio il nastro di questo nuovo traguardo, Sandro Boscaini ha ricordato che il “vino è prodotto ma soprattutto cultura e territorio e l’enoturismo è il nostro vissuto da 40 anni, quando abbiamo cominciato a raccontare ai nostri ospiti il bello e il buono della nostra terra”. Ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione, ha detto che questa “è un’opera aperta al territorio, un luogo di comunione anche con gli altri produttori della Valpolicella, dove il vino è il centro di tutto”.
In occasione dell’inaugurazione ha inviato un video-messaggio il ministro degli Affari Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che ha parlato di “diplomazia dell’Amarone” e ha puntato l’accento sull’importanza del vino per il nostro export, assicurando che il governo è al lavoro sul fronte dazi, per ottenere la tariffa al 15% anche per questa importante voce del made in Italy e ribadendo il sostegno alla candidatura Unesco per la tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella.
L’inaugurazione è stata accompagnata anche da una tavola rotonda dal titolo emblematico ‘Vino al Centro’. A rappresentare la Regione Veneto l’assessore al Turismo, Agricoltura e Commercio estero, Federico Caner. “Abbiamo fatto un piano strategico a livello regionale. Importante per le imprese è il mettersi insieme, condividere un sistema valoriale unico. E Masi esprime questo sistema integrato di condivisione”, ha detto.
Gli ha fatto eco Raffaele Boscaini, direttore Marketing di Masi, intervenuto anche in qualità di presidente di Confindustria Veneto: “Bisogna far sì che le nostre imprese trasmettano il loro valore aggiunto. Viviamo nell’incertezza per l’effetto dazi, il problema del cambio, i costi energetici. Gli imprenditori si sentono soli e i nostri amministratori devono farsene carico. Serve ‘olio negli ingranaggi’ perché i nostri imprenditori sono già resilienti”.
A far sentire la voce delle aziende anche il presidente di Federvini, Giacomo Ponti: “I dazi ormai sono un dato di fatto. Tutte le nostre imprese stanno cercando di non aumentare il prezzo al consumo. Si sta lavorando per chiedere un abbassamento, anche perché nel nostro settore la produzione non si può esportare. Il settore è comunque in salute se guardiamo ai dati di fatturato, export e occupazione. Al momento i consumi di vino italiano tengono, gli effetti dei dazi si potranno valutare meglio nel 2026”.
“Il settore vitivinicolo globale sta vivendo uno dei momenti più difficili di sempre. Molto dipenderà da come ci si risolleva da questa situazione. Sono importanti i mercati emergenti, ma il mercato americano è il più grande del mondo e non è sostituibile, anche se la diversificazione è una strada obbligata”, ha avvertito Giorgio Delgrosso, Head of Statistics dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino.
Sul fronte dell’enoturismo, per fortuna, i dati sono molto positivi, come ha illustrato Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico: “C’è voglia di vivere esperienze enogastronomiche e soprattutto di visitare cantine. Serve ancora un passaggio verso una maggiore professionalizzazione di questo ambito, soprattutto con l’avvento dell’Intelligenza artificiale, dove i più piccoli rischiano di non essere presenti”. Ha sottolineato l’importante ricaduta che per il territorio veneto, anche sul fronte enoturistico, avrà Milano-Cortina 2026 Emanuela de Zanna, direttrice della Cooperativa di Cortina, che sta accompagnando in un percorso di rinnovamento in vista dell’evento olimpico.
E in fatto di enoturismo Monteleone21 ha molto da dire. E' una ‘cantina aperta’ dove vivere una ‘Masi Wine Experience’ immersiva. All’ingresso, campeggia un fruttaio monumentale di 12 metri d'altezza, a rappresentare l’appassimento delle uve per l’Amarone. Il cuore della cantina è costituito dall’Agorà, una scenografica ‘piazza’ a pianta circolare di oltre 1.000 metri quadri con un suggestivo soffitto in calcestruzzo a vista, che reinterpreta in modo contemporaneo le suggestioni delle grandi opere architettoniche e ingegneristiche italiane degli anni ’50-‘60.
Il progetto architettonico di Monteleone21, inizialmente concepito dall’architetto Libero Cecchini, poi reinterpretato e realizzato dall’architetto Giovanna Mar e dal suo studio veneziano, è emblematico della forte relazione di simbiosi fra Masi e il suo territorio, da secoli vocato alla viticoltura. Monteleone21 è stato ideato per integrarsi perfettamente nel paesaggio della Valpolicella: l’edificio è per due terzi sotterraneo, quindi appare come una collina ricoperta da viti e vegetazione, con un giardino pensile sulla sommità. L’architettura della nuova ‘casa’ dell’Amarone Masi evoca le marogne, i muretti a secco che da secoli proteggono i terrazzamenti viticoli della zona.
A livello architettonico, il progetto declina il tema della vite, riproponendo l’alternanza tra i pieni e vuoti che contraddistingue i terrazzamenti locali: la solidità del muretto alla base della vite è rappresentato dalla compattezza volumetrica del piano terra; la leggerezza del fusto vegetale è simulata nell’edificio dalle vetrate che distaccano il basamento dal primo livello; infine il fogliame è rappresentato, nella sua semitrasparenza, dalle discontinue lamelle ombreggianti del secondo livello.
Monteleone21 sembra emergere dal cuore della terra, proprio come una vigna. Aperta la silenziosa porta di pietra, varcando la soglia dell’edificio, ci si trova di fronte alla vista del fruttaio che a Monteleone21 assume dimensioni monumentali: è alto ben 12 metri, profondo 30 e si sviluppa in pianta per 300 mq. Dopo la vendemmia, ospiterà colonne di ‘arele’, graticci colmi d’uva destinata all’appassimento. La concezione di un fruttaio di tali dimensioni, oltre a rispondere a un’esigenza produttiva, ha l’obiettivo di rappresentare la tecnica fondamentale della cultura vitivinicola locale.
Concepita come luogo di convivialità, di scoperta e di celebrazione dei vini della Valpolicella, l’Agorà accoglie il Wine Shop e il Wine Bar - Ristorante Locanda Costasera. Ma Monteleone21 è anche uno spazio polifunzionale e un polo di riferimento per l’enoturismo in Valpolicella. Il rispetto nei confronti del proprio territorio, infatti, è parte della cultura e della filosofia di Masi e questo ha garantito 250 anni di sviluppo sostenibile dell’impresa di famiglia. Non a caso, Monteleone21 ha già vinto nella categoria Pratiche Sostenibili nell’Enoturismo del prestigioso concorso Best of Wine Tourism.
In questa visione si inserisce, infatti, il progetto di Monteleone21, concepito fin dall’inizio per integrarsi nel paesaggio della Valpolicella e ridurre al minimo il proprio impatto sull’ambiente. Sono state attuate varie misure per rendere possibile la riduzione del consumo energetico, dalla forma dell’edificio all’involucro con le schermature solari e i sistemi di ventilazione naturale realizzati con materiali a chilometro zero; il tetto-giardino riduce il surriscaldamento delle superfici esposte al soleggiamento e trattiene l’acqua piovana. L’approvvigionamento energetico è affidato a fonti rinnovabili, come la geotermia e i pannelli fotovoltaici. L’obiettivo è il conseguimento di un altissimo standard, la certificazione Leed Gold.
Leggi tutto: Vino: Masi inaugura Monteleone21, la cantina che diventa hub esperienziale

(Adnkronos) - Si è conclusa con successo la 5a edizione del Glamour Exclusive Weekend, l'evento organizzato dal tour operator Glamour (www.glamourviaggi.it), che ha registrato la partecipazione di oltre 300 tra agenzie di viaggio e partner, riuniti per due giornate all’insegna di confronto, ispirazione e networking al TH Lazise, sul Lago di Garda. Un momento di incontro privilegiato per condividere trend, strategie e nuove prospettive del settore turistico.
L'appuntamento quest’anno ha scelto come filo conduttore 'I 5 sensi e la generazione Wanderlust': un viaggio emozionale che ha guidato i partecipanti attraverso esperienze immersive, stimolando la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto e il tatto, come metafora del modo in cui si vive e si interpreta il viaggio oggi. Protagonisti sono stati i nuovi viaggiatori del futuro, la cosiddetta generazione Wanderlust, curiosi ed esigenti, che non si accontentano di pacchetti standardizzati, ma cercano percorsi autentici, personalizzati e sorprendenti, capaci di abbattere barriere culturali e linguistiche e di trasformare ogni partenza in una scoperta profonda. Una filosofia che Glamour abbraccia appieno, ponendosi come ponte tra le agenzie e queste nuove esigenze, con l’obiettivo di rendere ogni esperienza indimenticabile e unica.
La convention ha rappresentato l’occasione per fare il punto sui risultati aziendali e sulle strategie per il futuro. Il 2025 segna infatti per Glamour una crescita significativa: +30% nel primo semestre, grazie anche alla forte domanda di viaggi a lungo raggio (Stati Uniti, Maldive e Giappone), e +25% per l'estate con il successo dei viaggi tailor made in Usa e Canada, dei safari in Tanzania e Kenya con estensione a Zanzibar e Sudafrica con estensione Mauritius. Per l'inverno 2025-26 confermato il focus sul Nord America, con pacchetti a date fisse su New York, dal Thanksgiving all’Epifania e allotment garantiti per Capodanno. Anche le Maldive in primo piano grazie a nuove partnership con catene alberghiere 5 stelle e collegamenti con Qatar Airways da Milano e Roma. Si registra, poi, l'interesse crescente per Giappone, Sudafrica, Oman, Emirati, Brasile, Costa Rica, oltre a un promettente advance sul Canada estate 2026.
Grande protagonista dell'evento è stato il team Glamour: oltre 60 giovani professionisti, con un’età media di appena 32 anni, che hanno conquistato il palco con un mix di energia, creatività e innovazione. La loro passione e il dinamismo contagioso hanno trasformato ogni momento in un’esperienza unica, dimostrando come talento e freschezza possano fare la differenza e lasciare un’impronta indelebile. Spazio anche a Bryan 'The Box' Ronzani, voce di Radio 105, conosciuto nel mondo del gaming per le collaborazioni con Milan Game Week e Lucca Comics, che ha guidato un momento di confronto sulle aspettative delle nuove generazioni di viaggiatori e sul ruolo delle agenzie nel rispondere ai loro bisogni.
"Il Glamour Exclusive Weekend non è solo una convention, ma un’esperienza che ci permette di rafforzare i legami con le agenzie partner e di tracciare insieme la strada del futuro", commenta Luca Buonpensiere, titolare di Glamour. "I risultati di crescita - spiega - ci confermano che il mercato premia la nostra visione, ma ciò che ci rende davvero unici è la capacità di anticipare i trend e offrire esperienze che parlano alla nuova generazione di viaggiatori. Con il nostro team giovane e motivato, continueremo a innovare per sorprendere e ispirare".
Oltre 35 partner hanno supportato l’evento, con Ita Airways come main sponsor, insieme a brand di rilievo nel mondo dei resort, trasporti e crociere e ha visto la partecipazione di oltre 230 agenzie di viaggi provenienti da tutta Italia. La due giorni è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente alle agenzie il nuovo direttore Vendite, Marco Depascale.
(Adnkronos) - Estate al capolinea e allerta maltempo sull'Italia, con piogge e temporali in arrivo al Nord e al Centro. Una perturbazione di origine atlantica si avvicina progressivamente dalla Francia al nostro Paese portando, già dal pomeriggio di oggi, un deciso peggioramento sulle regioni nord-occidentali, innescando una fase di maltempo in estensione domani al resto del Settentrione e su parte delle regioni centrali tirreniche, con fenomeni localmente di forte intensità.
Sulla base delle previsioni disponibili, il dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).
L’avviso prevede dal pomeriggio di oggi precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Valle d’Aosta e Piemonte, in estensione dalla sera/notte a Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana e, dalla mattinata di domani, lunedì 22 settembre, alla Sardegna. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione meteo-idro in Liguria e sui settori settentrionali della Lombardia. Valutata, inoltre, allerta gialla in Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Toscana, su gran parte del Piemonte, sul restante territorio della Lombardia e su alcuni settori di Umbria, Lazio e Sardegna.
Leggi tutto: Maltempo, allerta arancione in Liguria e Lombardia

(Adnkronos) - Estate al capolinea e allerta maltempo sull'Italia, con piogge e temporali in arrivo al Nord e al Centro. Una perturbazione di origine atlantica si avvicina progressivamente dalla Francia al nostro Paese portando, già dal pomeriggio di oggi, un deciso peggioramento sulle regioni nord-occidentali, innescando una fase di maltempo in estensione domani al resto del Settentrione e su parte delle regioni centrali tirreniche, con fenomeni localmente di forte intensità.
Sulla base delle previsioni disponibili, il dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte, ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).
L’avviso prevede dal pomeriggio di oggi precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Valle d’Aosta e Piemonte, in estensione dalla sera/notte a Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana e, dalla mattinata di domani, lunedì 22 settembre, alla Sardegna. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione meteo-idro in Liguria e sui settori settentrionali della Lombardia. Valutata, inoltre, allerta gialla in Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Toscana, su gran parte del Piemonte, sul restante territorio della Lombardia e su alcuni settori di Umbria, Lazio e Sardegna.
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(Adnkronos) - Lorenzo Pellegrini decide il derby della Capitale. La Roma batte la Lazio 1-0 nella prima stracittadina della stagione oggi, domenica 21 settembre, e a far saltare il banco è il numero 7 giallorosso, mandato in campo a sorpresa dal Gian Piero Gasperini e diventato uomo-derby al 37’ del primo tempo. La squadra di Gasperini aggancia Milan e Napoli a quota 9, la Lazio resta a 3 punti. Sorride la Roma, per Sarri e i biancocelesti è crisi nera.
Il derby inizia nel segno dell’attesa, con sorprese da una parte e dall’altra. Sarri tiene fuori Castellanos, preferendogli Dia. Gasperini sorprende tutti e regala una maglia da titolare a Pellegrini, l’uomo più discusso delle ultime settimane in casa Roma. Le due squadre si studiano, non forzano la mano. Poco prima del quarto d’ora Sarri ha già un problema: fastidio muscolare per Dele-Bashiru, costretto a lasciare il campo. Dentro Belhayane. Il primo squillo arriva al 17’ con un tiro dalla distanza di Pedro. Palla alta. Poi i giallorossi si fanno vivi dalle parti di Provedel con Ferguson, ma la conclusione dell’attaccante è poco convinta. La Lazio è pericolosa di nuovo alla mezz’ora con il colpo di testa di Romagnoli, di poco sopra la traversa, ma la vera sorpresa arriva al 38’. Nuno Tavares si fa soffiare un pallone da Rensch, poi Soulé la appoggia per Pellegrini e la conclusione del numero 7 giallorosso, di prima intenzione, finisce alle spalle di Provedel per il vantaggio. Tutta la squadra corre ad abbracciare il centrocampista, reduce da un’estate difficile, con la valigia in mano. Scommessa vinta per il tecnico giallorosso, premiato dopo averlo mandato in campo nella partita più importante. Il primo tempo si chiude così.
Nella ripresa parte meglio la Lazio, che al 54’ ha una clamorosa occasione con Dia. L’attaccante parte in campo aperto e arriva a tu per tu con Svilar dopo trenta metri palla al piede, ma è poco lucido al momento della conclusione e spara alto. Il senegalese viene sostituito pochi minuti dopo da Sarri, che manda in campo Castellanos per rinfrescare la manovra. Proprio l’attaccante ha un’altra occasione gigantesca per il pari a un quarto d’ora dalla fine. Il suo destro a giro sfiora il palo. La gara si incattivisce nel finale: all’82’ arriva il primo cartellino giallo, lo rimedia Ndicka. Poi, dopo due minuti, viene espulso Belahyane per un brutto fallo su Koné. L'ultimo brivido arriva dal destro a giro di Cataldi, che si stampa sul palo mentre Svilar resta a guardare. La Roma si prende un derby che pesa come un macigno. Il primo per Gasp, che esulta e regala applausi ai suoi.
La doppietta di Krstovic e il gol di Sulemana lanciano l'Atalanta di Juric che oggi, domenica 21 settembre, si impone 3-0 in casa del Torino. Duro stop per la squadra di Baroni, dopo la vittoria a Roma, e contestazione anche al presidente Cairo. L'Atalanta sale così a 8 punti in campionato mentre i granata restano a 4 punti.
Dopo un inizio di gara equilibrato, con due o tre conclusioni granata, la Dea sblocca il match con una rete di Krstovic al 30', poi al 34' e 38' arrivano altre due reti che spaccano la gara con Sulemana e di nuovo Krstovic. Il Torino cerca di riorganizzarsi e rimettere in piedi la gara ma prima Simeone spreca e poi Zapata si fa parare un calcio di rigore da Carnesecchi, fischiato per un fallo di Kossounou in area di rigore su Coco. Nel finale tra i nerazzurri si rivede in campo anche Ademola Lookman.
Finisce a reti inviolate, 0-0, la sfida allo Zini tra la Cremonese e il Parma. Una sfida salvezza con poche e emozioni, che alla fine regala un punto a testa. Grazie al pareggio la formazione di Nicola sale a 8 punti, mentre la squadra di Cuesta si porta a 2 punti. La miglior palla gol è del Parma e arriva con il colpo di testa di Pellegrino che al 9' colpisce il palo.
Juventus 10
Napoli 9
Milan 9
Roma 9
Atalanta 8
Cremonese 8
Cagliari 7
Udinese 7
Bologna 6
Como 4
Torino 4
Inter 3
Sassuolo 3
Lazio 3
Verona 3
Genoa 2
Fiorentina 2
Parma 2
Pisa 1
Lecce 1

(Adnkronos) - Un base jumper di 43 anni, residente ad Ala (Trento), è morto nella tarda mattinata di oggi dopo essersi lanciato dalla cima del Monte Mezza, sopra Ospedaletto, in bassa Valsugana. L’uomo era salito assieme alla compagna, che lo ha accompagnato fino a 300 metri dal decollo, e sarebbe dovuto atterrare ad Ospedaletto. Quando la donna alla piazzola non lo ha visto arrivare ha lanciato l’allarme. La chiamata al 112 è arrivata intorno alle 10.45. La Centrale Unica di Emergenza ha chiesto l’intervento dell’elicottero, e sono stati coinvolti il gruppo ricerche e il gruppo cinofilo del soccorso alpino.
Intorno alle 15.15, l’elicottero della Guardia di Finanza ha avvistato il corpo dell’uomo. Constatato il decesso, ottenuto il nullaosta dalle autorità, la salma è stata recuperata e portata in piazzola ad Ospedaletto.
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(Adnkronos) - Nella giornata di venerdì il Cardinale Camillo Ruini, già presidente della Cei, è stato ricoverato presso il Policlinico Gemelli dove si è sottoposto a terapie e accertamenti diagnostici che proseguiranno nei prossimi giorni. Lo si apprende dal Gemelli.
Il cardinale Ruini, 94 anni compiuti, era stato ricoverato a luglio di un anno fa a causa di un infarto e in quell’occasione era stato diversi giorni in terapia intensiva. Quindi il recupero, tanto che il porporato durante l’anno ha preso parte a diverse celebrazioni: tra queste, i funerali di Bergoglio. Tante le preghiere per il porporato che è Stato a capo della Cei dal 1991 al 2007. Don Marco Vitale, della Diocesi di Roma, sui canali social scrive: “Una preghiera per il Cardinal Ruini ricoverato per un blocco renale”.
Leggi tutto: Cardinale Ruini ricoverato al Gemelli per terapie e accertamenti

(Adnkronos) - ''Vogliamo prendere una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano meglio tanto la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione, la nostra forza, ma anche la nostra economia. La cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo e vogliamo farla riconoscere''. Così la premier Giorgia Meloni, in collegamento con 'Domenica In', dalla tavola imbandita al Tempio di Venere, con lo sfondo del Colosseo, per 'Il pranzo della domenica', un'iniziativa, promossa dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura insieme ad Anci, per sostenere la candidatura della Cucina italiana la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco.
''Io di solito passavo il pranzo della domenica con i nonni e per me, il pranzo della domenica, ma penso per molte famiglie italiane, è legato alle pastarelle. La domenica era il giorno che si compravano le pastarelle, compreso il diplomatico. Il pranzo della domenica mi ha legato moltissimo ai miei nonni materni'', ha detto Meloni.
Immediata la reazione delle opposizioni. "Giorgia Meloni continua a rifiutarsi di venire in Parlamento a spiegare cosa farà l’Italia rispetto al riconoscimento dello Stato di Palestina e alle sanzioni per il governo israeliano. Però continua a trovare il tempo di confezionare spot elettorali sul servizio pubblico - dice la segretaria del Pd, Elly Schlein - Oggi ci spiega su RaiUno, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina e si aggiungono ai tanti altri Stati che provano a dare il loro contributo per porre fine all’occupazione illegale di Gaza e ai crimini del governo di Netanyahu".
Insorge il M5S. "È veramente triste vedere in Rai, in una trasmissione molto seguita un'intervista alla premier Giorgia Meloni, mentre in alcune regioni si va al voto - dichiara la presidente della commissione di Vigilanza Rai e senatrice del Movimento 5 Stelle, Barbara Floridia - Ricordo che la sua maggioranza ha bloccato la commissione di Vigilanza, impedendo ogni controllo parlamentare così lei, impunita, può farsi intervistare a 'Domenica In' sui pranzi della domenica. Una presenza inopportuna e fuori luogo. Ma finché la commissione resterà ostaggio di questa maggioranza, non potremo nelle sedi democratiche avere nessuno a cui chiedere conto di quanto accade e di come stiamo scivolando verso TeleRegime".
Intervengono anche Avs e +Europa. "Mentre Australia, Regno Unito, Canada e Portogallo hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, e nei prossimi giorni lo faranno anche Francia e Belgio, Giorgia Meloni va in tv - una tv ridotta a megafono del governo - a parlare del pranzo della domenica e delle pastarelle con i nonni. Una presidente del Consiglio che da 250 giorni non tiene una conferenza stampa, che rifugge da qualsiasi domanda di un giornalista, oggi si presenta a 'Domenica In' come se il Paese non vivesse emergenze drammatiche: il lavoro, l’inflazione, la sanità al collasso, Gaza", afferma Angelo Bonelli, deputato di Alleanza verdi e sinistra e co-portavoce di Europa verde.
"Invece di confrontarsi con il Parlamento, Meloni si prepara ad andare all’Assemblea generale dell’Onu per dire No al riconoscimento della Palestina, in totale sudditanza ai voleri di Netanyahu. Un premier che parla di identità e tradizione mentre l’Italia è trascinata in una politica estera complice di chi sta compiendo una pulizia etnica, annettendo la Cisgiordania e Gaza dopo avere massacrato oltre 65mila civili, di cui 20mila bambini", conclude Bonelli.
"La prima puntata di questa stagione di 'Domenica In' su Rai1 si apre con un intervento di Giorgia Meloni che parla di cibo italiano: il palco di una delle trasmissioni più seguite sulla tv pubblica usato per un comizio della leader del centrodestra proprio a ridosso di un’importante tornata di elezioni regionali - dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi - L’ipocrisia è servita: Meloni ha passato tutta la giornata a fare del becero vittimismo e poi usa la principale trasmissione domenicale del servizio pubblico per scopi elettorali, presentandosi in collegamento davanti al Colosseo con tanto di tavola imbandita. L’Agcom intervenga davanti a questo abuso della tv pubblica da parte della presidente del Consiglio".
Leggi tutto: Giorgia Meloni in collegamento con Mara Venier a 'Domenica In', opposizioni insorgono

(Adnkronos) - ''Vogliamo prendere una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano meglio tanto la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione, la nostra forza, ma anche la nostra economia. La cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo e vogliamo farla riconoscere''. Così la premier Giorgia Meloni, in collegamento con 'Domenica In', dalla tavola imbandita al Tempio di Venere, con lo sfondo del Colosseo, per 'Il pranzo della domenica', un'iniziativa, promossa dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura insieme ad Anci, per sostenere la candidatura della Cucina italiana la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco.
''Io di solito passavo il pranzo della domenica con i nonni e per me, il pranzo della domenica, ma penso per molte famiglie italiane, è legato alle pastarelle. La domenica era il giorno che si compravano le pastarelle, compreso il diplomatico. Il pranzo della domenica mi ha legato moltissimo ai miei nonni materni'', ha detto Meloni.
Immediata la reazione delle opposizioni. "Giorgia Meloni continua a rifiutarsi di venire in Parlamento a spiegare cosa farà l’Italia rispetto al riconoscimento dello Stato di Palestina e alle sanzioni per il governo israeliano. Però continua a trovare il tempo di confezionare spot elettorali sul servizio pubblico - dichiara la segretaria del Pd, Elly Schlein - Oggi ci spiega su RaiUno, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina e si aggiungono ai tanti altri Stati che provano a dare il loro contributo per porre fine all’occupazione illegale di Gaza e ai crimini del governo di Netanyahu".
Anche M5S insorge. "La Rai ha toccato il fondo. A Domenica In, Mara Venier ha pensato bene di confezionare un’intervista a Giorgia Meloni sulle sue abitudini culinarie della domenica, come se fosse la zia simpatica del palazzo accanto - dichiarano gli esponenti M5S in commissione di Vigilanza Rai - Un’operazione indecente, pagata con i soldi del servizio pubblico, che ormai non è più servizio ma strumento di regime. La presidente del Consiglio, che ha fatto bloccare la commissione di Vigilanza ai suoi adepti, non trova nemmeno il coraggio di spiegare perché impedisce al Parlamento di esercitare il suo ruolo di controllo. E intanto occupa ogni spazio utile: siamo arrivati agli show della domenica pomeriggio, dove invece di rispondere delle sue scelte politiche ci racconta del pollo al forno. È il segno che Meloni non ha più alcun pudore a trasformare la Rai nella sua vetrina personale".
"E la domanda è inevitabile: qual è il prossimo passo? Arianna Meloni ospite fissa a raccontarci le fatiche di una carriera tutta in salita, dovendo 'faticosamente' scalare un partito di cui la sorella è leader? Non siamo più davanti a Tele Meloni, qui siamo dentro a un vero e proprio Teleregime. E finché la commissione di vigilanza resta bloccata, questo abuso di potere continuerà senza freni", concludono i pentastellati.
Leggi tutto: Meloni in collegamento con Mara Venier a 'Domenica In', Pd e M5S insorgono

(Adnkronos) - ''Vogliamo prendere una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano meglio tanto la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione, la nostra forza, ma anche la nostra economia. La cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo e vogliamo farla riconoscere''. Così la premier Giorgia Meloni, in collegamento con 'Domenica In', dalla tavola imbandita al Tempio di Venere, con lo sfondo del Colosseo, per 'Il pranzo della domenica', un'iniziativa, promossa dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura insieme ad Anci, per sostenere la candidatura della Cucina italiana la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco.
''Io di solito passavo il pranzo della domenica con i nonni e per me, il pranzo della domenica, ma penso per molte famiglie italiane, è legato alle pastarelle. La domenica era il giorno che si compravano le pastarelle, compreso il diplomatico. Il pranzo della domenica mi ha legato moltissimo ai miei nonni materni'', ha detto Meloni.
Insorge il M5S. "La Rai ha toccato il fondo. A Domenica In, Mara Venier ha pensato bene di confezionare un’intervista a Giorgia Meloni sulle sue abitudini culinarie della domenica, come se fosse la zia simpatica del palazzo accanto - dichiarano gli esponenti M5S in commissione di Vigilanza Rai - Un’operazione indecente, pagata con i soldi del servizio pubblico, che ormai non è più servizio ma strumento di regime. La presidente del Consiglio, che ha fatto bloccare la commissione di Vigilanza ai suoi adepti, non trova nemmeno il coraggio di spiegare perché impedisce al Parlamento di esercitare il suo ruolo di controllo. E intanto occupa ogni spazio utile: siamo arrivati agli show della domenica pomeriggio, dove invece di rispondere delle sue scelte politiche ci racconta del pollo al forno. È il segno che Meloni non ha più alcun pudore a trasformare la Rai nella sua vetrina personale".
"E la domanda è inevitabile: qual è il prossimo passo? Arianna Meloni ospite fissa a raccontarci le fatiche di una carriera tutta in salita, dovendo 'faticosamente' scalare un partito di cui la sorella è leader? Non siamo più davanti a Tele Meloni, qui siamo dentro a un vero e proprio Teleregime. E finché la commissione di vigilanza resta bloccata, questo abuso di potere continuerà senza freni", concludono i pentastellati.
Leggi tutto: Meloni in collegamento con Mara Venier a 'Domenica In', M5S insorge

(Adnkronos) - Jannik Sinner è arrivato in Cina, dove dal 25 settembre prenderà parte all'Atp 500 di Pechino. Il numero due del ranking Atp è sbarcato nel continente asiatico con un volo proveniente dall'Italia, dopo aver presentato pochi giorni fa la sua Fondazione a Milano. La curiosità? A Pechino, Jannik è stato accolto dai cori e dagli abbracci dei tifosi, fermandosi a firmare autografi e regalando qualche selfie. Prima di partire per raggiungere il suo hotel ha anche ricevuto un regalo speciale, visto che alcune tifose lo hanno aspettato per donargli... un cuscino.
La divertente scena è stata immortalata e filmata dai presenti, diventando presto virale sui social. Negli ultimi anni, Jannik ha spesso ricevuto doni dai suoi tifosi in giro per il mondo. Un cuscino con la sua faccia stampata, forse, gli mancava.
Leggi tutto: Sinner arriva in Cina, ad accoglierlo c'è... un cuscino

(Adnkronos) - Il leader russo Vladimir Putin, così come il presidente americano Donald Trump, "resta interessato e aperto per una conclusione pacifica dell'intera questione ucraina". A garantirlo, nel giorno in cui il tycoon è tornato sulla "delusione" provata nei confronti dello 'zar', è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
"Contiamo sugli Usa e sul presidente Trump affinché lavorino per aiutare in questa questione. Vedremo cosa ne verrà fuori", le parole del portavoce al giornalista Pavel Zarubin riportate dall'agenzia russa Tass. "Purtroppo - ha accusato Peskov -, da una parte abbiamo il regime di Kiev e dall'altra i Paesi europei che stanno facendo di tutto per alimentare l'escalation. Stanno facendo tutto il possibile per prolungare il conflitto - ha puntato il dito - e per incoraggiare Zelensky in tal senso".
"Sono deluso da Putin", ha intanto ripetuto Trump durante un discorso nelle scorse ore a Mount Vernon. Nell'intervento trasmesso da Fox News, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che riteneva fosse facile porre fine al conflitto in Ucraina innescato dall'invasione russa avviata il 24 febbraio del 2022 perché "ho un buon rapporto con Putin". Ma "sono deluso da lui - ha ribadito -. Pensavo sarebbe stata la cosa più facile, ma in un modo o nell'altro ce la faremo".
Poi il monito all'Europa sul petrolio russo. "Gli europei stanno comprando petrolio dalla Russia, cosa che non dovrebbe accadere, giusto?", ha infatti domandato rivolgendosi esplicitamente a Matt Whitaker, ambasciatore Usa alla Nato. "Devono smettere di comprare il petrolio dalla Russia, Matt", ha affermato il tycoon.
Da giorni il presidente americano denuncia pubblicamente la delusione nei confronti dell'amico 'zar', con il quale ha sempre confermato di avere un rapporto privilegiato. Ma mentre il Cremlino tenta anche oggi di lanciare messaggi concilianti all'indirizzo del tycoon, nei fatti Putin sta tuttavia lanciando nuovi, massicci raid quotidiani sull'Ucraina. Senza contare le recenti incursioni in territorio polacco ed estone.
Solo due giorni fa il leader del Cremlino rivendicava la presenza in Ucraina di "più di 700mila soldati russi che combattono al fronte". "Questa spesa per l'industria della difesa non va in fumo", aveva affermato quindi il presidente russo, sottolineando che "l'intero settore della difesa e le forze armate sono evolute in modo significativo". "Naturalmente questo richiede risorse, che sono una parte necessaria del progresso e che sono aumentate". "Stiamo facendo scelte attente che ci consentono di avanzare", ha aggiunto garantendo che gli obiettivi sociali rimangono "una priorità" anche con l'aumento delle spese della difesa. Nei primi mesi dell'anno, intanto, il bilancio russo ha registrato un deficit record.

(Adnkronos) - Max Verstappen è re anche in Azerbaigian e vince il Gran Premio di Baku di oggi, domenica 21 settembre. Il fuoriclasse della Red Bull domina dall'inizio alla fine la gara e sfrutta il ritiro della McLaren di Oscar Piastri (a muro al primo giro) per riaprire il Mondiale di Formula 1, portandosi a 69 punti dall'australiano. L'olandese chiude davanti a Russell e Sainz. Quarta posizione per Kimi Antonelli. Male le Ferrari: Hamilton chiude ottavo davanti a Leclerc. Norris settimo. Ecco l'ordine di arrivo e la classifica piloti aggiornata.
Ecco l'ordine di arrivo del Gp di Baku di oggi, domenica 21 settembre:
1 Max Verstappen Red Bull Racing
2 George Russell Mercedes +14.609
3 Carlos Sainz Williams +19.199
4 Kimi Antonelli Mercedes +21.760
5 Liam Lawson Racing Bulls +33.290
6 Yuki Tsunoda Red Bull Racing +33.808
7 Lando Norris McLaren +34.227
8 Lewis Hamilton Ferrari +36.310
9 Charles Leclerc Ferrari +36.774
10 Isack Hadjar Racing Bulls +38.982
11 Gabriel Bortoleto Kick Sauber +67.606
12 Oliver Bearman Haas F1 Team +68.262
13 Alexander Albon Williams +72.870
14 Esteban Ocon Haas F1 Team +77.580
15 Fernando Alonso Aston Martin +78.707
16 Nico Hulkenberg Kick Sauber +80.237
17 Lance Stroll Aston Martin +96.392
18 Pierre Gasly Alpine 1 giro
19 Franco Colapinto Alpine 1 giro
20 Oscar Piastri McLaren ritiro
Ecco la classifica piloti aggiornata dopo il Gp di Baku:
1 Oscar Piastri (McLaren) – 324 punti
2 Lando Norris (McLaren) – 299 punti
3 Max Verstappen (Red Bull) – 255 punti
4 George Russell (Mercedes) – 212 punti
5 Charles Leclerc (Ferrari) – 165 punti
6 Lewis Hamilton (Ferrari) – 121 punti
7 Kimi Antonelli (Mercedes) – 78 punti
8 Alex Albon (Williams) – 70 punti
9 Isack Hadjar (Racing Bulls) – 39 punti
10 Nico Hulkenberg (Kick Sauber) – 37 punti
11 Lance Stroll (Aston Martin)- 32 punti
12 Carlos Sainz (Williams)- 31 punti
13 Liam Lawson (Racing Bulls)- 30 punti
14 Fernando Alonso (Aston Martin) – 30 punti
15 Esteban Ocon (Haas) – 28 punti
16 Pierre Gasly (Alpine) – 20 punti
17 Yuki Tsunoda (Red Bull) – 20 punti
18 Gabriel Bortoleto (Kick Sauber) – 18 punti
19 Oliver Bearman (Haas) – 16 punti
20 Franco Colapinto (Alpine) – 0 punti
Leggi tutto: Gp Azerbaigian, vince ancora Verstappen. Ordine di arrivo e classifica piloti Formula 1


(Adnkronos) - Regno Unito, Canada e Australia riconoscono lo Stato di Palestina. "Oggi, per ravvivare la speranza di pace per i palestinesi e gli israeliani e una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina", ha scritto in un post su X il premier britannico Keir Starmer annunciando il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del Regno Unito.
Nel video di sei minuti allegato al post, Starmer afferma che il riconoscimento dimostra sia al popolo israeliano che a quello palestinese che può esserci un "futuro migliore". "Questa soluzione non è una ricompensa per Hamas, perché significa che Hamas non potrà avere alcun futuro, alcun ruolo nel governo, alcun ruolo nella sicurezza. Abbiamo già prescritto e sanzionato Hamas, e andremo oltre. Ho dato istruzioni affinché nelle prossime settimane vengano sanzionate altre figure di Hamas - ha spiegato - Chiediamo nuovamente al governo israeliano di revocare le inaccettabili restrizioni alla frontiera, di porre fine a queste tattiche crudeli e di consentire l'afflusso degli aiuti".
"Con le azioni di Hamas, l'escalation del conflitto da parte del governo israeliano e l'accelerazione della costruzione di insediamenti in Cisgiordania, la speranza di una soluzione a due Stati sta svanendo, ma non possiamo lasciare che quella luce si spenga - ha continuato Starmer - Ecco perché stiamo costruendo un consenso con i leader della regione e oltre, attorno al nostro quadro per la pace".
"La decisione del Regno Unito è un passo verso una pace giusta e duratura", ha commentato il presidente palestinese Mahmoud Abbas in un comunicato diffuso dal suo ufficio.
Mentre per il ministero degli Esteri israeliano "il riconoscimento britannico è solo una ricompensa per Hamas". In un post pubblicato su X, la diplomazia israeliana ha scritto: "Il riconoscimento non è altro che una ricompensa per i jihadisti di Hamas, incoraggiato dai suoi affiliati della Fratellanza Musulmana nel Regno Unito. Gli stessi leader di Hamas ammettono apertamente: questo riconoscimento è il risultato diretto, il ‘frutto’, del massacro del 7 ottobre. Non lasciate che l’ideologia jihadista determini la vostra politica".
Anche il Canada ha annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese. "Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la nostra partnership nella costruzione della promessa di un futuro di pace per lo Stato di Palestina e lo Stato d'Israele", ha scritto il premier Mark Carney in un post su X.
Stesso passo dall'Australia. "L’Australia riconosce le legittime e storiche aspirazioni del popolo palestinese a uno Stato proprio", l'annuncio del primo ministro Anthony Albanese, seguendo la decisione assunta da Regno Unito e Canada.
In una lettera pubblicata su X, Albanese ha sottolineato che "il presidente dell’Autorità Palestinese ha ribadito il riconoscimento del diritto di Israele a esistere e ha fornito impegni diretti all’Australia, inclusi quelli di tenere elezioni democratiche e di attuare significative riforme nella finanza, nella governance e nell’istruzione". Il premier ha poi aggiunto che "l’organizzazione terroristica Hamas non deve avere alcun ruolo in Palestina".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua netta opposizione a qualsiasi iniziativa che miri al riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese, annunciando che porterà questa posizione anche alle Nazioni Unite. "La creazione di uno Stato palestinese metterebbe in pericolo la sopravvivenza di Israele", ha detto Netanyahu.
"Dovremo combattere, sia all’Onu che in tutte le altre sedi, contro la falsa propaganda che ci viene rivolta e contro gli appelli a uno Stato palestinese, che metterebbe a rischio la nostra esistenza e rappresenterebbe un assurdo premio al terrorismo - ha sottolineato il premier durante la riunione di governo - la comunità internazionale sentirà la nostra voce su questo tema nei prossimi giorni".
In risposta al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Regno Unito, Canada e Australia, il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, esponente dell'estrema destra, ha detto che servono "contromisure immediate". Ben-Gvir, rilanciano i media israeliani, intende sollevare la questione dell'annessione della Cisgiordania alla prossima riunione di governo. Il ministro chiede "l'imposizione immediata della sovranità" in Cisgiordania "e lo smantellamento completo dell'Autorità palestinese".
La ministra palestinese per gli Affari esteri, Varsen Aghabekian Shahin, ha commentato che "il riconoscimento dello Stato di Palestina è un passo irreversibile che preserva la soluzione dei due Stati e ci avvicina all’indipendenza e alla sovranità". "Ora è il momento. Domani è una data storica su cui dobbiamo costruire. Non è la fine - ha aggiunto - È una mossa che ci avvicina alla sovranità e all’indipendenza. Forse non fermerà la guerra domani, ma è un passo avanti, su cui dobbiamo costruire e che dobbiamo amplificare".
Shahin ha sottolineato che "questo riconoscimento non è certo simbolico. È un passo pratico, tangibile, irreversibile che i Paesi devono compiere se credono davvero nella soluzione dei due Stati". La ministra ha accusato Israele di non avere alcuna intenzione di negoziare, ricordando le parole di Netanyahu secondo cui "non ci sarà mai uno Stato palestinese" e la cerimonia di inaugurazione di un nuovo insediamento in Cisgiordania che "taglierebbe fuori le comunità palestinesi del nord da quelle del sud".
Shahin ha infine invocato "pressione politica su Israele che si trasformi in misure economiche per chiamarlo alle sue responsabilità e proteggere il popolo palestinese. Oggi Gaza brucia. Oggi Gaza è distrutta. Oggi a Gaza le persone vengono sistematicamente uccise".

(Adnkronos) - Regno Unito, Canada e Australia riconoscono lo Stato di Palestina. "Oggi, per ravvivare la speranza di pace per i palestinesi e gli israeliani e una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina", ha scritto in un post su X il premier britannico Keir Starmer annunciando il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del Regno Unito.
Nel video di sei minuti allegato al post, Starmer afferma che il riconoscimento dimostra sia al popolo israeliano che a quello palestinese che può esserci un "futuro migliore". "Questa soluzione non è una ricompensa per Hamas, perché significa che Hamas non potrà avere alcun futuro, alcun ruolo nel governo, alcun ruolo nella sicurezza. Abbiamo già prescritto e sanzionato Hamas, e andremo oltre. Ho dato istruzioni affinché nelle prossime settimane vengano sanzionate altre figure di Hamas - ha spiegato - Chiediamo nuovamente al governo israeliano di revocare le inaccettabili restrizioni alla frontiera, di porre fine a queste tattiche crudeli e di consentire l'afflusso degli aiuti".
"Con le azioni di Hamas, l'escalation del conflitto da parte del governo israeliano e l'accelerazione della costruzione di insediamenti in Cisgiordania, la speranza di una soluzione a due Stati sta svanendo, ma non possiamo lasciare che quella luce si spenga - ha continuato Starmer - Ecco perché stiamo costruendo un consenso con i leader della regione e oltre, attorno al nostro quadro per la pace".
Anche il Canada ha annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese. "Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la nostra partnership nella costruzione della promessa di un futuro di pace per lo Stato di Palestina e lo Stato d'Israele", ha scritto il premier Mark Carney in un post su X.
Stesso passo dall'Australia. "L’Australia riconosce le legittime e storiche aspirazioni del popolo palestinese a uno Stato proprio", l'annuncio del primo ministro Anthony Albanese, seguendo la decisione assunta da Regno Unito e Canada.
In una lettera pubblicata su X, Albanese ha sottolineato che "il presidente dell’Autorità Palestinese ha ribadito il riconoscimento del diritto di Israele a esistere e ha fornito impegni diretti all’Australia, inclusi quelli di tenere elezioni democratiche e di attuare significative riforme nella finanza, nella governance e nell’istruzione". Il premier ha poi aggiunto che "l’organizzazione terroristica Hamas non deve avere alcun ruolo in Palestina".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua netta opposizione a qualsiasi iniziativa che miri al riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese, annunciando che porterà questa posizione anche alle Nazioni Unite la prossima settimana. "La creazione di uno Stato palestinese metterebbe in pericolo la sopravvivenza di Israele", ha detto Netanyahu.
"Dovremo combattere, sia all’Onu che in tutte le altre sedi, contro la falsa propaganda che ci viene rivolta e contro gli appelli a uno Stato palestinese, che metterebbe a rischio la nostra esistenza e rappresenterebbe un assurdo premio al terrorismo - ha sottolineato il premier durante la riunione di governo - la comunità internazionale sentirà la nostra voce su questo tema nei prossimi giorni".

(Adnkronos) - Regno Unito, Canada e Australia riconoscono lo Stato di Palestina. "Oggi, per ravvivare la speranza di pace per i palestinesi e gli israeliani e una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina", ha scritto in un post su X il premier britannico Keir Starmer annunciando il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del Regno Unito.
Anche il Canada riconoscerà ufficialmente lo Stato palestinese. Lo ha annunciato il premier Mark Carney in un post su X. "Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la nostra partnership nella costruzione della promessa di un futuro di pace per lo Stato di Palestina e lo Stato d'Israele".
Stesso passo dall'Australia. "L’Australia riconosce le legittime e storiche aspirazioni del popolo palestinese a uno Stato proprio". Con queste parole il primo ministro Anthony Albanese ha annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina, seguendo la decisione già assunta da Canada e Regno Unito.
In una lettera pubblicata su X, Albanese ha sottolineato che "il presidente dell’Autorità Palestinese ha ribadito il riconoscimento del diritto di Israele a esistere e ha fornito impegni diretti all’Australia, inclusi quelli di tenere elezioni democratiche e di attuare significative riforme nella finanza, nella governance e nell’istruzione". Il premier ha poi aggiunto che "l’organizzazione terroristica Hamas non deve avere alcun ruolo in Palestina".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua netta opposizione a qualsiasi iniziativa che miri al riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese, annunciando che porterà questa posizione anche alle Nazioni Unite la prossima settimana.
"La creazione di uno Stato palestinese metterebbe in pericolo la sopravvivenza di Israele",ha detto Netanyahu.
"Dovremo combattere, sia all’Onu che in tutte le altre sedi, contro la falsa propaganda che ci viene rivolta e contro gli appelli a uno Stato palestinese, che metterebbe a rischio la nostra esistenza e rappresenterebbe un assurdo premio al terrorismo - ha sottolineato il premier durante la riunione di governo - la comunità internazionale sentirà la nostra voce su questo tema nei prossimi giorni".
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