
(Adnkronos) - Via libera definitivo del Senato al provvedimento che stabilisce il 4 ottobre la festa nazionale di San Francesco, di cui nel 2026 ricorrerà l'ottavo centenario della morte. Il voto in commissione Affari costituzionali in sede deliberante. "Accolgo con gioia e soddisfazione la notizia dell'approvazione in via definitiva in Senato della proposta di legge parlamentare che reintroduce dopo 50 anni come festa nazionale il 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco Patrono d'Italia", dichiara la premier Giorgia Meloni, in una nota. "Il Governo - prosegue Meloni - ha appoggiato convintamente l'iter della proposta, che ha raccolto e fatto suo l'appello lanciato un anno fa da Davide Rondoni, poeta e presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni per l'ottavo centenario della morte del Poverello d'Assisi. Il sostegno bipartisan e pressoché unanime alla proposta è un segnale importante dell'unità che si ritrova in politica attorno a una delle figure più rappresentative e distintive dell'identità nazionale. Un Santo amato da tutto il popolo italiano e in cui tutto il popolo italiano si riconosce. La Festa nazionale sarà l'occasione per celebrare un uomo straordinario e ricordaci, ogni anno, chi siamo e cosa ci unisce nel profondo".
Con il provvedimento quindi viene introdotto un nuovo giorno festivo, il 4 ottobre, che si aggiunge ai dodici già previsti oltre le domeniche, con l'applicazione del relativo orario nei luoghi di lavoro e il divieto di compiere determinati atti giuridici e la corresponsione di trattamenti retributivi aggiuntivi e di specifiche maggiorazioni dei compensi previsti per il lavoro svolto nelle festività.
Leggi tutto: San Francesco, via libera definitivo in Senato: il 4 ottobre è festa nazionale


(Adnkronos) - "Cura e ricerca devono sempre procedere di pari passo e questo concetto lo ritroviamo nelle reti di centri e soprattutto nelle reti di collaborazione tra i pazienti, ma a questo binomio bisogna aggiungere il contributo delle associazioni dei pazienti, elemento utile a cambiare e a migliorare molto anche la qualità del lavoro dei medici. Paradossalmente, sono le associazioni dei pazienti che aiutano i medici a lavorare meglio ed essere più efficaci anche nei loro confronti". Così Marco Vignetti, presidente Fondazione Gimema - Gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto, al Blood Cancer Summit 2025 che ha riunito a Roma ricercatori, clinici, pazienti, caregiver e istituzioni. Al centro dell'evento i progressi della ricerca scientifica nella cura dei tumori del sangue e il miglioramento dell'assistenza quotidiana alle persone che ne sono colpite.
"I pazienti chiedono soprattutto di poter parlare con il loro dottore - aggiunge Vignetti - chiedono di avere tempo per fare delle domande, per sentire delle opinioni, per instaurare un rapporto umano e personale. Questo è quello che dà maggiore serenità e maggiore sicurezza anche nelle condizioni più drammatiche. Il dramma di oggi è che questo tempo per incontrarsi e parlare è quasi inesistente, non per colpa di qualcuno in particolare, ma proprio per l'organizzazione del sistema"
Leggi tutto: Neoplasie sangue, Vignetti (Gimema): "Associazioni pazienti aiutano il medico"

(Adnkronos) - "Abbiamo deciso di sostenere il Blood Cancer Summit perché, in un momento come quello attuale, dove l'innovazione sta cambiando la storia delle malattie, è necessario iniziare a cambiare anche i percorsi di presa in carico delle persone". Lo ha detto Davide Petruzzelli, presidente di La Lampada di Aladino Ets, al Blood Cancer Summit 2025, evento dedicato alla gestione dei pazienti oncoematologici organizzato a Roma da Bridge the gap, il progetto di Isheo in collaborazione con l'associaizione dei pazienti, che gode del patrocinio di numerose altre associazioni.
Il summit, che ha chiamato a raccolta ricercatori, clinici, pazienti, caregiver e istituzioni, si pone l'obiettivo di condividere i più recenti avanzamenti della ricerca scientifica e clinica, mettere a fuoco le sfide ancora irrisolte nell'assistenza ospedaliera e territoriale, favorire le connessioni tra ricerca, medical unmet need e qualità della vita dei pazienti e dare voce all'esperienza di chi convive con un tumore del sangue.
"Oggi ci possiamo permettere di curare anziani e giovani con risultati terapeutici imparagonabili rispetto a pochi anni fa - spiega Petruzzelli - Bisogna cominciare a osservare i bisogni, senza limitarsi alla sfera medica, organica, biologica della malattia, ma guardare al percorso di presa in carico di queste persone, che vivono sempre di più sul territorio e hanno bisogno di essere supportate nella loro quotidianità". Oggi "abbiamo introdotto la parola cronicità in diversi tumori del sangue - osserva - Cronicità, però, fa rima anche con qualità della vita e con un percorso che deve essere il più vicino possibile per permettere a queste persone di vivere una vita non solo di qualità, ma anche il più simile possibile a quella delle persone che non hanno la malattia".
Leggi tutto: Oncoematologia, Petruzzelli (Lampada di Aladino): "Necessario cambio percorso cure"

(Adnkronos) - "Per la gestione di un nuovo farmaco è importante avere informazioni. Informazioni che vengono raccolte dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ma poi i farmaci vengono gestiti a livello regionale. Con questo studio ci siamo chiesti qual è l'impatto di una maggiore condivisione delle informazioni in Aifa a livello regionale. Il risultato che è emerso è che avere una condivisione di questi dati ha degli effetti di ottimizzazione delle risorse a livello regionale. Quindi la Regione evita delle duplicazioni di valutazioni fatte a livello centrale", con "un effetto importante sui tempi di accesso. Per fare un esempio, quando una Regione deve gestire un farmaco deve sapere quanti pazienti verranno trattati e in quali contesti. Questa informazione è presente nei dossier di prezzo di borsa e potrebbe essere condivisa con le Regioni per ottimizzare e anticipare questa programmazione. Quindi credo che l'impatto sarebbe rilevante". Così all'Adnkronos Salute Claudio Jommi, del Dipartimento di Scienze del farmaco dell'università del Piemonte Orientale (Upo), in occasione del convegno nazionale 'Dati da Aifa a Regioni: flussi informativi a supporto delle politiche regionali e possibili modelli di integrazione di dati e informazioni fra Aifa e Regioni', durante il quale è stato presentato lo studio dell'Upo per migliorare il flusso informativo tra Aifa e Regioni per un accesso al farmaco veloce ed efficace.
"Un effetto indotto - spiega Jommi - è quello di rendere più omogenea l'esperienza regionale ed evitare poi che i tempi di accesso non siano solo relativamente lunghi, ma anche molto differenziati tra regioni e regioni". Quali sono i dati che sarebbe bene condividere tra Aifa e Regioni? Secondo Jommi, "i dati potrebbero essere tutti quelli di dossier di prezzo di borsa. Certamente avrebbe molta importanza avere il dato sulla stima dei pazienti che verranno trattati, sulle alternative terapeutiche che sono state prese in considerazione nella valutazione di Aifa, sulla valutazione comparativa dei costi, sugli effetti di tipo economico. Tutti aspetti che poi le Regioni devono gestire - sottolinea - perché alla fine le Regioni sono responsabili della gestione dei budget".
Leggi tutto: Farmaci, Jommi (Upo), 'maggiore scambio dati Aifa-Regione ottimizza le risorse'

(Adnkronos) - Questa mattina Papa Leone XIV, in Vaticano, ha ricevuto in udienza privata il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia- direttore generale della Pubblica Sicurezza, Vittorio Pisani. Dalle loro mani ha avuto una copia del numero speciale di Polizia Moderna 'Pace e sicurezza'. Il volume straordinario del mensile della Polizia, che ha sulla copertina un’immagine del pontefice, è un racconto per fotografie e parole di tutte le professionalità messe in campo dal Dipartimento della pubblica sicurezza per garantire l’incolumità di oltre 140 delegazioni straniere e capi religiosi, di migliaia di pellegrini e fedeli accorsi a Roma per le esequie di Papa Francesco, il successivo conclave e l’intronizzazione di Papa Leone XIV.
Lo speciale, stampato con una tiratura di un milione e 200mila copie, è stato consegnato alle 25.000 parrocchie italiane e alle 103 nunziature apostoliche nel Mondo per essere distribuito, gratuitamente, ai milioni di fedeli cattolici che quotidianamente frequentano i luoghi di culto cristiani.
Leggi tutto: Piantedosi e Pisani dal Papa, in dono lo speciale di Polizia Moderna sul Giubileo

(Adnkronos) - Gli cade il telefono, ma a Sinner non importa. Il tennista azzurro ha battuto oggi, mercoledì 1 ottobre, Learner Tien nella finale dell'Atp 500 di Pechino, tornando a sollevare il trofeo dopo aver perso la finale dello scorso anno contro Carlos Alcaraz, ma a Pechino Sinner è stato protagonista anche di un simpatico siparietto durante un'intervista.
Mentre rispondeva a una domanda, il telefono di Sinner è scivolato dalla tasca della tuta ed è caduto a terra. Nonostante lo smartphone non avesse la cover, e ci fosse quindi il reale rischio che si danneggiasse per la caduta, il numero due del mondo, scavalcato in cima al ranking Atp da Alcaraz dopo gli Us Open, si è limitato a un "ops, mi è caduto il telefono", continuando poi a parlare senza minimamente preoccuparsi di raccoglierlo.
Leggi tutto: Gli cade il telefono, ma non lo raccoglie: Sinner 'sbadato' a Pechino


(Adnkronos) - Gian Luca Spitella è il nuovo direttore della comunicazione e relazioni esterne di Atac Spa, l’azienda del trasporto pubblico di Roma Capitale. La nomina conclude la procedura di selezione avviata nei mesi scorsi tramite il portale aziendale. Negli ultimi sette anni ha guidato la comunicazione di Arera – l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, coordinando comunicazione esterna, media relations, comunicazione istituzionale (premio Ischia 2023).
Giornalista professionista, 57 anni, laureato in Scienze Politiche, Spitella vanta una lunga esperienza nella comunicazione istituzionale e d’impresa. Dopo un inizio come collaboratore del Sole 24 Ore, ha consolidato il ruolo di consulente, comunicatore e poi direttore della comunicazione nelle associazioni delle imprese di servizi pubblici (Confservizi, Federutility poi Utilitalia). Nel nuovo incarico in Atac sarà chiamato a rafforzare la trasparenza, i rapporti con i cittadini e la reputazione dell’azienda, in coerenza con il percorso di trasformazione delineato dai piani industriali e dalle sfide legate al trasporto pubblico della Capitale.

(Adnkronos) - Eric Dane è stato fotografato in sedia a rotelle fuori dall’aeroporto di Washington. L'attore, che ha interpretato il dottor Mark Sloan nella serie ‘Grey’s Anatomy’, sta affrontando una dura battaglia contro la Sla. Lo scorso giugno in un’intervista rilasciata a ‘Good Morning America’ su Abc, aveva parlato delle sue condizioni di salute, peggiorate negli ultimi mesi.
"Il braccio destro non funziona più, tra pochi mesi perderò anche il sinistro", aveva rivelato Eric Dan che aveva ricevuto la diagnosi di Sclerosi Laterale Amiotrofica lo scorso aprile. L’attore nel corso dell’intervista aveva ammesso, inoltre, di essere preoccupato per il senso di debolezza iniziato ad avvertire nelle gambe.
La star del cinema si trovava a Washington per incontrare il deputato democratico Eric Swalwell, al quale ha confessato di voler vivere per vedere le sue due figlie "sposarsi e laurearsi". Una fonte vicina all'attore ha rivelato al DailyMail che le sue condizioni stanno peggiorando: "È molto triste, ma cerca di mostrarsi coraggioso, perché vuole godersi quello che ha ora. Sa che il domani non è garantito".

(Adnkronos) - Leghisti in fermento a Viareggio, dove a tenere banco è il neonato movimento 'Italia appoggia Israele' che il ventenne Alessio Santonicola, classe 2005, ha deciso di creare, per dar vita a un gruppo di appoggio allo stato israeliano. La posizione del giovane ha però fatto nascere molte discussioni sulle reali intenzioni di Santonicola. Non sono infatti sfuggiti alcuni post precedenti che il ragazzo ha disseminato sulle piattaforme social. In più di uno, infatti, omaggia il dittatore tedesco Adolf Hitler ("il mio idolo, io sono la sua reincarnazione").
Il Fuhrer, in un fotomontaggio pubblicato, appare anche sulla Torre Eiffel -dove non riuscì mai a salire- in una immagine con una coppia di fidanzati che gli stanno accanto. E pure qui il tributo al capo del nazismo non manca: "L'anima del dittatore accanto ai due innamorati", si legge nella dida. Quanto basta per porre dubbi sulla reale vicinanza al popolo ebraico, sbandierata oggi da Santonicola il quale all'AdnKronos conferma però l'impegno per Israele: "Basta con le fake news sullo stato sionista", dice spiegando la sua iniziativa, che per ora "ha messo insieme una trentina di persone, animate dall'obiettivo di dire la verità a difesa di Israele, su cui circolano troppe falsità".
La politica è un pallino del viareggino, studente di scienze politiche a Pisa: "Sono iscritto alla Lega dal 2024 -assicura- e faccio parte de 'il mondo al contrario', il movimento a sostegno di Vannacci. A riprova della stima non mancano foto disseminate sui social che lo ritraggono con il generale, anche lui residente a Viareggio. Santonicola rivendica la simpatia per Hitler. "Certo -dice- io sono di estrema destra, Hitler era uno che aveva a cuore la nazione tedesca, l'ha difesa dagli immigrati, come vuole fare Trump, di cui ho molto apprezzato il monito dall'Onu all'Europa sui flussi migratori che rischiano di farci sparire". Sui social anche un quadro dedicato a Putin: "Ammiro pure lui per gli stessi motivi, l'ho dipinto io in sella a un orso bruno". "Ma ora -conclude- ho deciso di impegnarmi a favore di Netanyahu". (di Francesco Saita)
Leggi tutto: Ventenne leghista lancia movimento pro-Israele, ma sui social inneggia a Hitler

(Adnkronos) - Favorire l'informazione e la formazione sui corretti stili di vita, sull'importanza degli screening per promuovere l'adesione e la partecipazione, creare una forte sensibilizzazione a 360 gradi sulla difesa della salute. E' questo l'obiettivo dell'accordo triennale, in tema di prevenzione oncologica in ambito penitenziario, firmato tra la Regione Campania, l'Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale, Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Fondazione Aiom. Si tratta del primo protocollo su scala nazionale siglato fra un istituto nazionale di tumori, la società scientifica degli oncologi medici e l'amministrazione penitenziaria della Campania. Prevede eventi di informazione rivolti alla popolazione carceraria (ma anche al personale penitenziario), corsi di formazione e progetti di ricerca. L'iniziativa viene presentata oggi in una conferenza stampa a Napoli.
"I cittadini detenuti rappresentano una popolazione fragile anche dal punto di vista sanitario - afferma Francesco Perrone, presidente nazionale Aiom - Sono uomini e donne particolarmente esposti anche al pericolo d'insorgenza di neoplasie. La condizione di non libertà incide profondamente sia sulla psiche che sul fisico. Spesso incentiva comportamenti e vizi non salutari come il fumo, l'abuso di alcol, la dieta scorretta o la sedentarietà. Oltre il 70% dei detenuti maschi fuma regolarmente, ma la metà di loro vorrebbe smettere. Il 40% è invece sedentario e solo il 13% mangia regolarmente le 5 porzioni di frutta e verdura raccomandate. Inoltre già, riscontriamo nella popolazione generale tassi d'adesione insufficienti ai programmi di screening per la diagnosi precoce di alcune neoplasie. Esami come la mammografia, la ricerca di sangue occulto nelle feci o l'Hpv test devono essere garantiti anche ai detenuti. Non sempre ciò avviene anche a causa di alcuni problemi burocratici e organizzativi. Abbiamo deciso di promuovere un progetto innovativo e che intende accendere i riflettori su un aspetto poco considerato dell'assistenza e prevenzione oncologica".
"Oltre il 45% di tutti i decessi di tumore in Italia potrebbe essere evitato intervenendo sui principali fattori di rischio - spiega Maurizio di Mauro, direttore generale Int Irccs Fondazione Pascale e coordinatore campano della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) - Il cancro può e deve essere contrastato anche nelle carceri italiane. Quello alla salute è un preciso diritto costituzionale così come lo sono il rispetto della dignità della persona e la rieducazione del condannato. Nelle carceri del nostro Paese sono frequenti problemi come il sovraffollamento, le condizioni fatiscenti degli istituti, la scarsità di personale di sorveglianza o l'insufficiente presenza di operatori socio-sanitari. Questo progetto rappresenta un vero e proprio laboratorio per una sanità sempre più efficiente e vicina ai più deboli, e può diventare un modello da esportare su scala nazionale".
"E' un onore che un progetto così importante parta proprio dalla Regione Campania - dichiara Giuseppe Nese, coordinatore responsabile del Laboratorio territoriale di sanità penitenziaria 'Eleonora Amato' - Fin dal 1999 è compito del Servizio sanitario nazionale assicurare a tutti i detenuti il diritto alla salute. Per farlo c'è assolutamente bisogno di una forte collaborazione tra le istituzioni sanitarie locali e l'amministrazione penitenziaria. Il cancro al momento è una delle principali emergenze di salute pubblica in Italia, così come in quasi tutti i Paesi occidentali. Per affrontarlo anche negli istituti di detenzione è assolutamente necessario il supporto qualificato di medici specialisti oncologi".
"Insieme agli oncologi dell'Aiom daremo una consulenza scientifica al progetto - conclude Alfredo Budillon, direttore scientifico Int - Il nostro Istituto tumori si impegnerà sin da subito nel fornire personale che andrà nelle carceri della Campania per promuovere attività di sensibilizzazione. Per diversi motivi l'approccio al detenuto può essere difficile da gestire da parte del personale sanitario che deve perciò essere adeguatamente formato. Come Pascale abbiamo da sempre una quarta 'missione' oltre all'assistenza, alla cura e alla ricerca sul cancro. Si tratta dell'educazione di tutta la popolazione all'importanza di evitare gravi malattie molto diffuse come i tumori. La divulgazione medico-scientifica è un elemento molto importante di promozione della salute. Deve essere rivolta a tutti anche a coloro che possiedono minori strumenti culturali come la popolazione carceraria. Come Istituto Pascale siamo da tempo convinti che la corretta comunicazione debba entrare nella pratica clinica quotidiana".
Leggi tutto: Tumori: in Campania la prevenzione oncologica arriva nelle carceri

(Adnkronos) - Spostare le partite dalle città ospitanti dei Mondiali del 2026 sarebbe una decisione della Fifa, non di Donald Trump. Lo ha affermato il vicepresidente della Fifa Victor Montagliani. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato la scorsa settimana della possibilità di spostare le partite da città che considerava "pericolose". Il presidente della Fifa Gianni Infantino ha uno stretto legame con Trump, il cui paese ospiterà la rassegna iridata della prossima estate insieme a Canada e Messico. Tuttavia, Montagliani ha insistito sul fatto che le decisioni su quali città ospiteranno le partite rimangono di competenza della Fifa. "È il torneo della Fifa, è di competenza della Fifa, la Fifa prende queste decisioni", ha dichiarato alla Leaders Week di Londra all'Allianz Stadium.
Il presidente Trump ha dichiarato la scorsa settimana che la sua amministrazione si sarebbe assicurata che le città fossero "sicure", aggiungendo che Seattle e San Francisco erano "gestite da pazzi di sinistra radicale che non sanno quello che fanno". "Se pensiamo che una città possa essere anche solo un po' pericolosa per la Coppa del Mondo, visto che si gioca in così tante città, non lo permetteremo", ha aggiunto Trump. "Lo sposteremo un po'". Il Lumen Field di Seattle ospiterà sei partite della fase finale del Mondiale della prossima estate, mentre il Levi's Stadium di Santa Clara, a un'ora di distanza da San Francisco, ne ospiterà altre sei. Montagliani ha affermato che il calcio è "più importante" della retorica politica polarizzata evidente negli Stati Uniti in questo momento, e ha aggiunto: "Con tutto il rispetto per gli attuali leader mondiali, il calcio è più importante di loro e sopravviverà al loro regime, al loro governo e ai loro slogan".
Alla domanda se la situazione politica negli Stati Uniti abbia creato problemi a lui e alla Fifa, Montagliani ha risposto: "Dipende, sai. È questo il bello del nostro sport: è più grande di qualsiasi individuo e più grande di qualsiasi Paese". Montagliani ha poi affermato che la Fifa "imparerà" dall'esperienza di giocatori e spettatori alla Coppa del Mondo per Club di quest'estate. Stadi come Atlanta, Dallas e Los Angeles hanno la possibilità di essere al coperto e climatizzati, consentendo orari di calcio d'inizio pomeridiani, ma Montagliani afferma che è un difficile gioco di equilibrio. "Ci confrontiamo quotidianamente con le emittenti televisive europee per stabilire in quali stadi si possa giocare alle 15, come ad esempio Atlanta. Ovviamente, quello che stiamo cercando di fare, una volta che il calendario sarà pubblicato dopo il sorteggio di dicembre, è assicurarci che tutto venga preso in considerazione. Ora, ci sarà ogni partita che avrà un orario di inizio assolutamente perfetto dal punto di vista televisivo? Non lo so, perché ci sono molte partite, ma tutto questo viene preso in considerazione".
Montagliani ha ribadito la sua opposizione all'estensione della Coppa del Mondo a 64 squadre per il torneo del centenario nel 2030, un'idea proposta dalla confederazione sudamericana. Tuttavia, sembrava più entusiasta della possibilità di ampliare la Coppa del Mondo per Club, la prossima edizione prevista per il 2029, da 32 a 48 squadre. "Non vedo perché si debbano portare a 64 squadre. Non siamo solo noi, ma anche la Uefa e l'Asia a essere contrari", ha affermato. "Ma la Coppa del Mondo per Club è stata un enorme successo. Dobbiamo capire cosa è fattibile, (quali) cambiamenti apportare al numero di squadre e alle presenze per ogni nazione che abbiamo avuto quest'anno".



(Adnkronos) - "Questo progetto di ristrutturazione e ampliamento nasce 15 anni fa e si chiama 'Progetto di alta qualità', perché in cantina abbiamo adottato una filosofia semplice, quella di fare vini non di qualità ma di alta qualità. E questo l'abbiamo fatto condividendo il nostro progetto con i 350 soci della Cantina, che gestiscono 800 ettari di vigneti. E' un progetto molto importante perché abbiamo trasformato completamente la cooperativa, dall'essere una cooperativa che produceva vini da taglio siamo passati a una cantina che imbottiglia tutto il vino che produce, solo piccoli residui si vendono ancora come vino sfuso". Così Francesco Perillo, presidente di Cantina di Venosa, cooperativa vitivinicola leader in Basilicata e tra le più grandi del Sud, parla con Adnkronos/Labitalia del progetto di rilancio e ampliamento dell'azienda
"Ed è un progetto molto importante - prosegue - anche perché teniamo molto all'ambiente e alla sostenibilità, tanto è vero che nel 2012 abbiamo fatto partire un impianto fotovoltaico che non va per luce diretta ma per luce diffusa: inizia a produrre non appena fa giorno e finisce a tarda notte. Tutte le lavorazioni che facciamo in Cantina sono supportate dall'impianto fotovoltaico, in più usiamo solo colle vegetali, vetro e carta riciclati, e siamo attenti al risparmio idrico. Sono cose che rappresentano molto per la cooperativa, perché ci fanno risparmiare ma anche guadagnare tanto consenso nei confronti del consumatore, che ci premia tutti i giorni acquistando i nostri vini che sono vini di grande pregio per una cooperativa".
"La nostra è anche una cantina molto tecnologica: abbiamo cambiato tutte le attrezzature sempre in un'ottica di salvaguardia ambientale, quindi per il risparmio idrico, per consumare meno energia, quindi meno emissioni di anidride carbonica in cantina. Un'altra cosa molto importante, etica, è che siamo molto attenti alla sicurezza dei lavoratori: abbiamo preso una macchina di ultima generazione e abbiamo detto agli operai che non devono più usare le braccia ma devono usare il cervello, quindi abbiamo anche qualificato il loro lavoro", conclude.

(Adnkronos) - Cominceranno a novembre, conclusa la vendemmia dell’Aglianico del Vulture, i lavori per completare il progetto di ristrutturazione di Cantina di Venosa, cooperativa vitivinicola leader in Basilicata e tra le più grandi del Sud, con 350 soci per un totale di 800 ettari coltivati e 2,2 milioni di bottiglie prodotte. Prevista una nuova ala di 1.100 mq parzialmente interrata dedicata interamente all’accoglienza enoturistica. La nuova struttura collegherà fisicamente, e idealmente, i due impianti storici di produzione, magazzino e servizi, già recentemente riorganizzati e rinnovati, anche con tecnologie di ultima generazione: la cantina della fondazione, del ‘57, e la struttura realizzata all’indomani del terremoto del 1980. Il nuovo progetto, che sarà completato entro il 2027, prevede un investimento di 3,4 milioni di euro, di cui 1,25 milioni finanziati con fondi del Pnrr. Un grande investimento ripagato da un forte incremento di vendite dirette, visite in cantina e meeting aziendali.
“Con questo progetto dedicato all’enoturismo ci avviamo a concludere una fase di riorganizzazione funzionale e degli spazi di lavoro che ci ha tenuti impegnati in questi cinque anni. I tempi sono finalmente maturi per un ulteriore passo avanti: far crescere le visite in cantina e, indirettamente, la presenza di turisti sul territorio", sottolinea il presidente di Cantina di Venosa, Francesco Perillo.
"Oggi lo spaccio aziendale, uno spazio semplice ma accogliente, genera una quota di fatturato annuo - spiega - di 700.000 euro con le sole vendite dirette, mentre con la nuova struttura, che includerà una scenografica sala meeting, 150 mq di sala degustazione, una piccola cucina e una terrazza di 400 mq, prevediamo un raddoppio del fatturato già il primo anno e la copertura dell’investimento in 6-7 anni. Daremo lavoro ad almeno altre 6 persone dedicate all’accoglienza multilingue e soprattutto attraverso accordi con tour operator, associazioni culturali e istituzioni contribuiremo a far decollare l’enoturismo in tutto il Vulture”.
Mediamente Venosa - sorta sui resti dell'antica Venusia con duemila anni di storia e nota per essere la città natale di Orazio e annoverata tra i Borghi più belli d'Italia - accoglie 15.000 turisti l’anno, che salgono a 70.000 nel 'triangolo' Venosa-Lagopesole-Melfi. Il potenziale di crescita però è nettamente superiore: oltre al vino e alle cantine dell’Aglianico del Vulture c’è una presenza importante di gioielli naturalistici poco conosciuti, come i laghi di Monticchio, nel cratere del Vulcano; tanti borghi ricchi di arte e monumenti, come le stesse Venosa e Melfi; una gastronomia e un artigianato che vantano piccole eccellenze.
Il progetto architettonico di Cantina di Venosa, a cura dello studio Opera 23 Ingegneria, risponde a criteri di sostenibilità ambientale. Parte della struttura di collegamento tra le due cantine preesistenti sarà interrata e coperta da un lungo corridoio di prato; i materiali saranno bio-compatibili; le ampie vetrate permetteranno lo sfruttamento della luce naturale; gli stessi vetri a bassa emissione avranno un effetto 'climatizzante' per mantenere il fresco in estate e il caldo in inverno. Sono previste, inoltre, soluzioni a basso consumo energetico e il trattamento e il riciclo delle acque. Infine, una mappatura enoturistica dei vigneti (800 ettari) con punti attrezzati di sosta e un parco di biciclette e automobili elettriche messe a disposizione degli enoturisti.
Oggi la superficie occupata da Cantina di Venosa con le due strutture operative ammonta a 3.500 mq; la nuova ala di accoglienza enoturistica aggiunge 1.100 mq di spazio calpestabile su due livelli. Dal punto di vista produttivo, l’impegno di Cantina di Venosa è di arrivare nei prossimi anni a incrementare ulteriormente l’imbottigliato, che attualmente ammonta a 2,2 milioni di bottiglie, ma con un potenziale di 5 milioni. Negli ultimi cinque anni la cooperativa lucana ha visto crescere l’imbottigliato del 169%.

(Adnkronos) - "Stiamo lavorando da oltre 3 anni per unire medici, associazioni di pazienti, manager sanitari e rappresentanti istituzionali al fine di capire quali siano le lacune ancora esistenti nel percorso di presa in carico globale del paziente con malattie emato oncologiche". Così Davide Integlia, Ceo di Isheo, intervenendo a Roma al Blood Cancer Summit, ricorda che l'inziativa è nata nel 2021, "nell'ambito del progetto Bridge the gap, avviato con La Lampada di Aladino Ets".
"Nel corso di questi anni - spiega Integlia - abbiamo realizzato una serie di approfondimenti, una survey, interviste multi stakeholder e abbiamo anche rilevato i principali gap, le lacune, nella presa in carico assistenziale di questi pazienti. Oggi, grazie alla multidisciplinarietà di questo summit, composto da associazioni e organizzazioni di pazienti, management sanitario, farmacisti e promotori di ricerca, parliamo dei miglioramenti nel percorso assistenziale di questi pazienti", che li coinvolga e renda protagonisti.
L'innovazione in questo settore "ha fatto passi da gigante", lo testimoniano "sia i pazienti che i medici, ma ci sono delle lacune importanti nel percorso assistenziale: dalla mobilità, all'assistenza psicologica - osserva l'esperto - Abbiamo condotto una survey qualche anno fa, sempre nell'ambito di questo progetto, dove i pazienti mettevano in evidenza come l'ansia alla diagnosi, per esempio, diventa un problema ulteriore, rispetto alla gestione della malattia. Inoltre, c'è l'aspetto nutrizionale e il fatto di comprendere il paziente all'interno di un sistema, creando un percorso di coinvolgimento, senza che diventi destinatario di interventi in maniera passiva. Parliamo, infatti, di empowerment, di coinvolgimento attivo nel percorso di cura".
Leggi tutto: Tumori, Integlia (Isheo): "Da 3 anni impegnati a colmare lacune in gestione paziente"

(Adnkronos) - In questi 3 anni "non siamo rimasti fermi, ma sono state introdotte misure concrete per alleggerire il peso del payback. Abbiamo già compiuto alcuni passi concreti: l'innalzamento del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti dall'8,3% all'8,5%, con un risparmio stimato per l'industria di 135 milioni di payback; a questo si aggiunge lo spostamento di alcune categorie di farmaci dalla distribuzione diretta a quella convenzionata", come nel caso delle "gliflozine con circa 350-400 milioni di euro spostati" ad altra spesa, "equivalenti a circa 200 milioni di euro in meno di payback sui bilanci aziendali". Inoltre, "l'allocazione di farmaci ad innovatività condizionata nel Fondo degli innovativi per massimo 300 milioni, e la creazione di un Fondo di 100 milioni da quello degli innovativi per gli antibiotici 'reserve', ha generato un ulteriore risparmio di circa 200 milioni di euro alla voce del payback". A questo si sommano "i risparmi generati dall'aumento del Fondo sanitario nazionale". Così Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, questa mattina a Roma in un incontro con la stampa dedicato al Ddl delega sul Testo unico della legislazione farmaceutica, è entrato nel dettaglio delle misure per ridurre l'impatto del payback.
"Questi interventi hanno contribuito ad alleggerire lo sforamento della spesa, che quest'anno ammonta a circa 4 miliardi di euro, con una compartecipazione dell'industria pari a 2 miliardi a favore delle Regioni - ha sottolineato Gemmato - Si tratta di un tema che dobbiamo affrontare con equilibrio: da un lato garantire la sostenibilità dei bilanci regionali, dall'altro offrire alle imprese farmaceutiche la necessaria prevedibilità, evitando situazioni di incertezza che rendono difficile programmare investimenti e bilanci preventivi. La politica ha il compito di costruire un punto di equilibrio tra queste esigenze - ha evidenziato - Per questo convocheremo al tavolo tutti gli stakeholder, istituzionali e imprenditoriali, e continueremo a coinvolgere attivamente Regioni e Comuni, come già avvenuto lo scorso 31 luglio. La riforma non può essere calata dall'alto: deve nascere da un processo partecipato e condiviso. Il Testo unico sulla legislazione farmaceutica sarà quindi un atto di riferimento stabile, chiaro e organico - ha rimarcato il sottosegretario - una vera e propria pietra miliare a disposizione della comunità sanitaria, delle istituzioni e delle imprese. E' una responsabilità grande, perché porterà anche il mio nome: per questo, con ancora più rigore e scrupolo, lavoreremo affinché rappresenti un punto di svolta e non un provvedimento effimero".
Allargando l'argomento sulle sfide aperte e il loro impatto sulla prossima legge di Bilancio, Gemmato ha elencato: "L'invecchiamento della popolazione e il crescente costo dell'innovazione farmaceutica, che richiedono di aumentare gradualmente la quota destinata alla spesa farmaceutica, oggi ferma al 15,3%"; la necessità di "innalzare ulteriormente il tetto della spesa diretta, per renderlo più aderente alla realtà dei fabbisogni". Infine ha auspicato l'avvio di "una riflessione sulla prevedibilità della spesa", con l'introduzione di un valore di riferimento "che dia certezza alle aziende e permetta di programmare meglio investimenti e bilanci".
"Difendere un settore che rappresenta per l'Italia una produzione da oltre 56 miliardi di euro è una priorità non solo economica, ma anche sanitaria e geopolitica. Oggi circa l'80% dei principi attivi e degli eccipienti utilizzati per formulare farmaci salvavita proviene da Paesi extraeuropei, in particolare India e Cina. Questo espone l'Europa e l'Italia a rischi enormi: in caso di crisi diplomatica o interruzione delle forniture, la nostra capacità produttiva si esaurirebbe in poche settimane, lasciando senza terapie molti pazienti. Per questo la riforma si inserisce in una strategia che punta a riportare la produzione in Europa, rafforzando l'autonomia e la resilienza del sistema sanitario". Il sottosegretario ha poi ricordato che "un punto delicato riguarda la difesa della proprietà intellettuale: è fondamentale - ha evidenziato - che chi investe in ricerca sia tutelato e che i risultati restino patrimonio italiano ed europeo, evitando la dispersione di competenze e innovazione oltre i nostri confini".
"C'è un tema che spesso non viene considerato, ma che è fondamentale: la sostenibilità della produzione farmaceutica, soprattutto per quei farmaci storici e a basso costo", ha spiegato il sottosegretario. "Prendiamo la metformina, ad esempio: 1 mese di terapia costa quanto qualche caffè. Può essere sostenibile produrre farmaci a questi livelli? Lo stesso vale per furosemide, cardioaspirina o l'amoxicillina: prezzi così bassi rendono difficile la produzione. Le carenze - ha osservato - derivano in parte dall'export verso Paesi dove i prezzi sono più alti e, in parte, dalla scarsa profittabilità per chi li produce. Stiamo lavorando per rendere sostenibile questa produzione, rivedendo i meccanismi di rimborso e collaborando con le aziende produttrici di equivalenti, per garantire che questi farmaci rimangano disponibili, sicuri ed efficaci per tutti i cittadini".
Leggi tutto: Farmaceutica, Gemmato: "Su payback introdotte misure concrete per ridurne impatto"
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie