
Anche la colazione può dare una mano al cuore, contribuendo a controllare la pressione sanguigna e a ridurre i rischi di infarto. Il primo pasto della giornata può diventare un elemento importante in una strategia a tutela della salute, grazie soprattutto ad un ingrediente: il succo d'arancia. La classica spremuta è finita sotto i riflettori di uno studio pubblicato su Circulation. La ricerca, in generale, evidenzia gli effetti del consumo regolare di succo d'arancia sull'attività di migliaia di geni presenti nelle nostre cellule immunitarie.
Molti di questi geni svolgono un ruolo chiave nel controllo della pressione sanguigna, nella riduzione dei processi di infiammazione e a gestire il modo in cui l'organismo elabora gli zuccheri. Si tratta di fattori che svolgono un ruolo importante nella salute del cuore a lungo termine.
Lo studio
La ricerca ha monitorato un gruppo di persone adulte che hanno bevuto 500 ml di succo d'arancia pastorizzato puro ogni giorno per due mesi. Dopo 60 giorni, le analisi hanno evidenziato che molti geni associati all'infiammazione e all'aumento della pressione sanguigna erano diventati meno attivi.
In particolare, la variazione riguardava i geni NAMPT, IL6, IL1B e NLRP3, che di solito si attivano quando l'organismo è sotto stress. Anche un altro gene, noto come SGK1, che influenza la capacità dei reni di trattenere il sodio, è diventato meno attivo.
Finora, molti studi si sono concentrati sul rapporto tra il succo d'arancia e i livelli di glicemia. La nuova ricerca associa l'assunzione della bevanda alle modifiche nei meccanismi dell'organismo che riducono l'infiammazione e aiutano a rilassare i vasi sanguigni.
I composti naturali presenti nelle arance e in particolare l'esperidina, un flavonoide agrumato noto per i suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori, appaiono in grado di condizionare processi associati all'ipertensione, all'equilibrio del colesterolo e al modo in cui l'organismo gestisce gli zuccheri.
Gli effetti variano anche in base al peso dei singoli soggetti. Le persone con un peso maggiore tendevano a mostrare maggiori cambiamenti nei geni coinvolti nel metabolismo dei grassi, mentre le persone più magre hanno presentato effetti più marcati sull'infiammazione.
Gli altri dati, gli effetti
Una revisione sistematica di studi controllati che ha coinvolto 639 partecipanti a 15 studi ha rilevato che il consumo regolare di succo d'arancia ha ridotto la resistenza all'insulina - caratteristica chiave del prediabete - e i livelli di colesterolo nel sangue, un fattore di rischio acclarato quando si parla di malattie cardiache.
In soggetti sovrappeso o obesi è stata evidenziata la riduzione della pressione arteriosa sistolica e aumenti delle lipoproteine ad alta densità (HDL), il colesterolo buono. Le variazioni, si specifica, sono state di entità modesta: ma miglioramenti della pressione arteriosa e del colesterolo, seppur apparentemente impercettibili, possono fare una differenza significativa se mantenuti per molti anni.
Il succo d'arancia, inoltre, influenza i processi legati al consumo di energia, alla comunicazione tra le cellule e all'infiammazione. L'impatto della bevanda può arrivare fino al microbioma intestinale, il cui ruolo nella salute del cuore è sempre più riconosciuto.
Bere succo d'arancia rossa può portare all'aumento del numero di batteri intestinali che producono acidi grassi a catena corta. Questi composti aiutano a mantenere una pressione sanguigna sana e a ridurre l'infiammazione. I soggetti coinvolti nello studio, inoltre, hanno presentato alla fine un migliore controllo della glicemia e livelli più bassi di marcatori infiammatori.

Complessa malattia polmonare su un giovane paziente identificata e trattata grazie ad una collaborazione interdisciplinare all'ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena.
L'importante risultato è stato conseguito grazie al lavoro di squadra tra Chirurgia Pediatrica, diretta dal professor Francesco Molinaro, Radiologia Interventistica, diretta dal dottor Carmelo Ricci e Chirurgia Toracica, diretta dal professor Piero Paladini, con il contributo del professor Luca Luzzi, insieme al personale della piastra operatoria, agli infermieri e a tutto il team dell’Anestesia e rianimazione perioperatoria e generale, diretta dal dottor Pasquale D'Onofrio, e ai reparti di Pediatria, diretta dal professor Salvatore Grosso, Malattie dell’apparato respiratorio, diretta dalla professoressa Elena Bargagli con il supporto del servizio di broncoscopia e il contributo del dottor Fabrizio Mezzasalma, e Malattie infettive e tropicali diretta dal professor Mario Tumbarello.
Un piccolo paziente di origine straniera, da poco in Italia, è stato inizialmente ricoverato in primavera in Pediatria per una polmonite complessa che ha portato ad un primo intervento chirurgico per risolvere un importante versamento pleurico, effettuato in toracoscopia.
Per il sospetto di una malformazione polmonare congenita, come evento scatenante la polmonite, sono stati eseguiti ulteriori esami di approfondimento che hanno evidenziato un sospetto sequestro polmonare intralobare, cioè una malformazione polmonare congenita, rara, che ha come caratteristica il fatto di avere una vascolarizzazione che deriva dalle arterie provenienti direttamente dall’addome.
Ad aggravare la situazione, è stata poi individuata un’infezione da parte di parassita, denominato echinococco, proveniente dal contatto con animali, probabilmente a partenza addominale, risalito poi nel polmone attraverso la vascolarizzazione propria della malformazione. Tale evenienza è stata riscontrata mediante un esame TC torace eseguito dall'équipe della Diagnostica per immagini, diretta dalla professoressa Maria Antonietta Mazzei, nella persona della dottoressa Antonella La Piana, che mostrava, in maniera precisa e definita, le caratteristiche di questa rara condizione.
«In seguito a discussione multidisciplinare del caso - spiega il professor Molinaro - è stato effettuato un intervento chirurgico combinato, lavorando in due sale operatorie con due interventi conseguenti: sono state chiuse le arterie addominali (embolizzazione arteriosa pre-operatoria) e, successivamente, è stata asportata la parte infetta del polmone contenente la malformazione ed il microrganismo in questione. L’intervento combinato è stato eseguito, con paziente in anestesia generale e successiva ventilazione selettiva, grazie al prezioso lavoro del dottor Salvatore Quarta e dell’intera équipe di anestesia pediatrica. Dopo un breve periodo di osservazione e il risveglio in terapia intensiva Perioperatoria e Generale, il paziente è stato trasferito in reparto di degenza ordinaria dopo due giorni, seguito scrupolosamente dagli specialisti coinvolti nel caso. È stato poi sottoposto a terapia mirata per infezione parassitaria, in modo da evitare ulteriori ricadute. Il decorso - conclude Molinaro - è stato regolare, con un buon controllo del dolore e una buona ripresa delle condizioni cliniche generali. Il piccolo paziente è stato dimesso a fine ottobre e continua ad essere seguito ambulatorialmente dalla Chirurgia Pediatrica con controlli specifici e risulta in buona salute».

"Ho sperimentato in prima persona l’inganno dell’ideologia di genere: a 16 anni ero fragile e soffrivo, ma invece che ricevere un aiuto professionale, mi è stato detto che vivevo nel corpo sbagliato e che solo la chirurgia degli ormoni avrebbe potuto salvarmi: all’Ue chiedo di fermare la medicalizzazione affrettata dei minori, i bloccanti della pubertà e gli ormoni cross-sex, basta esperimenti sui bambini". Lo ha dichiarato a margine di un evento di Pro Vita al Parlamento europeo Daniel Black, giovane ceco indotto a sedici anni alla pratica di conversione di genere.
"La mia prima visita con una sessuologa è durata circa trenta minuti: nessuno ha cercato le vere cause del mio dolore, e dopo ho subito interventi irreversibili, tra cui la castrazione chirurgica a 18 anni". Secondo uno studio americano di un’organizzazione transgender citato da Pro Vita, su 64mila persone, il 9% si dichiara detransitioner, cioè intenzionato a ritornare all’orientamento di genere biologico.
"Ho vissuto come una donna per anni, ma non era un'identità, era un ruolo - prosegue Black - nel dicembre 2022, ho capito che non potevo andare avanti così: non è stato un giorno, ma una consapevolezza che si è accumulata nel tempo e mi sono resa conto che stavo vivendo la vita di qualcuno che non ero e che vivere in questo modo mi avrebbe distrutta".

Grande soddisfazione per la vittoria del progetto Yep Med - Young Employment in Ports of the Mediterranean, premiato a Tunisi con il WestMed Best Project 2025 Award nella categoria Blue Skills & Ocean Literacy e ritirato dalle rappresentanti dell’Escola, Marta Miquel e Alessia Mastromattei. Un riconoscimento internazionale che celebra un percorso innovativo di formazione e cooperazione portuale al quale la nostra Adsp è orgogliosa di aver contribuito in qualità di partner.
Il progetto, partito ufficialmente nell’ottobre del 2020 per concludersi nel 2023, è stato cofinanziato dallo strumento delle politiche di vicinato dell'Ue (Eni Cbc Med) e guidato dalla Escola Europea con l’Adsp del Mar Tirreno Centro Settentrionale come unico partner italiano. Yep Med ha rivoluzionato l’avvicinamento dei giovani alle professioni del mare grazie al Port Virtual Lab e a un ecosistema formativo condiviso da otto comunità portuali mediterranee.
A commentare il prestigioso risultato è il presidente dell’Adsp, Raffaele Latrofa: "Il successo di Yep Med dimostra quanto una collaborazione concreta tra porti, istituzioni e territori possa generare opportunità reali per i giovani. Siamo fieri di aver contribuito a un progetto che ha saputo unire competenze, visione e innovazione, offrendo al nostro sistema portuale un ruolo attivo nella crescita delle blue skills mediterranee. Desidero rivolgere un sincero ringraziamento anche ai dipendenti della nostra Adsp che hanno lavorato con professionalità e dedizione al progetto e che sono i veri artefici di questo successo. Il loro impegno quotidiano rappresenta il valore aggiunto più importante della nostra amministrazione. Questo premio è un incoraggiamento a continuare a investire nella formazione e nelle nuove generazioni, pilastri essenziali del futuro dei nostri porti". Un traguardo che rafforza il valore della cooperazione internazionale e conferma l’impegno dell’Adsp nel promuovere competenze, sostenibilità e sviluppo nel Mediterraneo.

La casa sta cambiando significato. Secondo i nuovi insight del Samsung Trend Radar, realizzato in collaborazione con Toluna, società internazionale specializzata in ricerche di mercato e analisi dei consumatori, restare a casa non è più una scelta di ripiego: è un gesto consapevole di benessere, comfort e qualità. Il 71% degli italiani definisce la casa come il luogo preferito per rilassarsi, e il 48% considera starvi una scelta intenzionale che “fa stare bene”.
Le nuove generazioni stanno plasmando una cultura del tempo libero molto diversa dal passato. Per la Gen Z, la casa è un hub di socialità e musica: il 78% ascolta musica abitualmente e il 59% vi dedica tempo di qualità a partner e amici. La tecnologia è un amplificatore: l’83% ritiene che renda il tempo libero passato tra le mura domestiche più coinvolgente. I Millennials, invece, trasformano la casa in un rito di comfort e cinema: l’80% guarda film e serie con regolarità e il 37% dichiara di trascorrere “quasi tutto” il tempo libero a casa, più della Gen Z (21%)
L’intrattenimento domestico diventa un’esperienza evoluta, guidata dalla qualità audio-video e dalle funzioni intelligenti. L’83% degli italiani afferma che vedere e ascoltare bene rende tutto più coinvolgente. L’80% ritiene che la qualità audio-video “cambi completamente” l’esperienza. Il 92%% pensa che la soundbar renda la visione molto più immersiva. Le funzioni Ai come l’adattamento automatico di immagine e suono interessano al 75% degli italiani, mentre traduzione automatica e la calibrazione automatica in base alla luminosità dell’ambiente superano il 70%. Il Tv torna così al centro dell’entertainment: il 64% degli italiani lo considera il dispositivo più associato al “vivere al meglio” il tempo libero in casa, seguito dallo smartphone (56%). Design e integrazione diventano parte dell’esperienza: per il 67% il televisore è ormai un elemento di arredo e atmosfera, e il 76% ritiene fondamentale l’estetica della soundbar perchè armonizzi con il resto della casa.
Il gaming sul grande schermo rappresenta una delle tendenze più emergenti: l’86% ama l’esperienza immersiva offerta da un display di ampie dimensioni e dotato di un suono potente; l’82% la ritiene più coinvolgente rispetto ad altri dispositivi (smartphone, tablet, etc). L’Ia, oltre alla sua utilità nel migliorare gli aspetti più tecnici, ha infatti il potenziale per rivoluzionare la fruizione dei contenuti. Alle funzionalità tradizionali si affiancano, infatti, quelle più avanzate come la traduzione automatica (71%) e i suggerimenti personalizzati (62%).
“I risultati del Trend Radar mostrano un Paese in cui il tempo libero passato a casa diventa sempre più un’esperienza di qualità, personalizzazione e connessione. La tecnologia non è solo un supporto, ma un abilitatore che permette alle persone di creare un ambiente immersivo, accogliente e unico. Samsung continuerà a sviluppare soluzioni che rispondano a queste esigenze emergenti, dalla qualità audio-video ai servizi basati su AI, per accompagnare l’evoluzione culturale dell’intrattenimento tra le mura domestiche”, ha dichiarato Emanuele De Longhi, Head of Corporate Marketing di Samsung Electronics Italia.
A supporto di questa evoluzione dell’intrattenimento, Samsung - viene evidenziato dall'azienda in un comunicato stampa - "mette a disposizione la sua più recente line-up di Tv e sistemi audio, pensata per offrire qualità, immersività e funzioni intelligenti capaci di rispecchiare perfettamente le esigenze emerse dal Trend Radar. I nuovi Neo QLed 8K QN900D e Neo QLED 4K QN90D, insieme alla nuova generazione di OLED S95D con tecnologia Glare-Free, elevano l’esperienza visiva grazie al processore NQ8 AI Gen3, al Motion Enhancer e all’ottimizzazione automatica dell’immagine in base al contenuto. Abbinati alle soundbar di ultima generazione, come le Q-Series Q990D, Q930D e la nuova S800D Ultra-Slim, pensate per integrare design, potenza e immersione, e alle funzioni Q-Symphony e SpaceFit Sound Pro, permettono agli utenti di vivere film, serie, musica e gaming con un livello di profondità e realismo che risponde pienamente alle priorità di qualità, personalizzazione e coinvolgimento espresse dagli italiani".

Le eccellenze delle Marche tornano in vetrina ad Artigiano in Fiera, in programma dal 6 al 14 dicembre a Fieramilano Rho, tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.30 a ingresso con pass gratuito. Lo si legge in una nota. Ancora una volta il più importante evento al mondo dedicato agli artigiani e alle micro e piccole imprese diventa il palcoscenico privilegiato per aziende e prodotti marchigiani. Con il sostegno dell’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Marche, a partecipare saranno ben 41 imprese del territorio - 29 rientrano nella collettiva organizzata da Regione Marche - di cui 10 sono nuovi espositori. A livello provinciale 16 arrivano da Fermo, 10 da Macerata, 7 da Ancona, 4 da Ascoli Piceno e 4 da Pesaro Urbino.
Da sempre sinonimo di qualità grazie al suo "saper fare" artigiano, la regione mette in mostra al padiglione 3 le sue migliori produzioni. Oltre alle eccellenze dei distretti manifatturieri famosi in tutto il mondo, tra cui spiccano quelli della calzatura (anche in versione vegana, anallergica e senza nichel), della pelletteria e del cappello, ci saranno gli immancabili tesori enogastronomici, scrigno di sapori autentici, come il tartufo, il vino e l’olio biologici, la pasta artigianale, il ciauscolo, le deliziose olive all’ascolana, i formaggi, le birre artigianali e il cioccolato. E ancora: creazioni orafe, profumi ed essenze, oggetti personalizzabili in legno e plexiglass, maglieria con filati naturali e proposte di upcycling, in un’offerta unica in cui l’antica arte artigiana incontra l’innovazione, l’estro delle nuove generazioni e la sostenibilità.
Un ricco palinsesto di eventi musicali, proiezioni video, lavorazioni dal vivo, racconti degli artigiani e degustazioni di prodotti tipici animerà tutti i giorni le diverse piazze all’interno dell’area espositiva della Regione Marche. La partecipazione della Regione Marche ad Artigiano in Fiera è stata presentata oggi nel corso della conferenza stampa organizzata dall’assessorato allo Sviluppo Economico presso la sede regionale di Ancona.
In occasione dell’evento è intervenuto l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Marche Giacomo Bugaro, che ha commentato: "Artigiano in Fiera è una vetrina straordinaria, capace ogni anno di richiamare oltre 1 milione di visitatori, oltre 2.800 artigiani provenienti da 90 Paesi e una comunità online che supera il 1.500.000 milioni di utenti unici. In questo contesto di grande prestigio, le Marche tornano protagoniste con 41 imprese selezionate, che rappresentano al meglio il nostro saper fare, la creatività e l’eccellenza produttiva del territorio. Per le aziende marchigiane questa manifestazione è un’opportunità concreta per farsi conoscere, incontrare nuovi mercati e rafforzare la propria competitività anche a livello internazionale. Stiamo portando avanti azioni concrete per sostenere il tessuto produttivo: dalla promozione del brand Marche alle iniziative per l’internazionalizzazione, fino ai programmi che incoraggiano l’innovazione nelle micro e piccole imprese artigiane. Sono interventi che puntano a dare concrete opportunità di crescita, aprendo nuovi mercati e rafforzando la competitività delle nostre aziende. Nel padiglione Marche proporremo non solo prodotti, ma esperienze: laboratori dal vivo, dimostrazioni delle lavorazioni tipiche, degustazioni che racconteranno la cultura e le emozioni della nostra regione".
In collegamento da Milano, è intervenuto Gabriele Alberti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ge.Fi. Spa, che ha aggiunto: "Artigiano in Fiera è la celebrazione della straordinaria inventiva umana, radicata nelle tradizioni e nei territori e guidata dal rispetto per le persone e per l’ambiente. Con la presenza di circa 2.800 espositori provenienti da circa 90 paesi, la manifestazione si conferma come il grande teatro dell’economia fondata sulla persona. Oggi scegliere la via artigiana significa intraprendere un percorso di lavoro più consapevole, capace di generare valore autentico e vitale: un patrimonio per tutta l'umanità".
L’ingresso ad Artigiano in Fiera è gratuito: i nuovi visitatori possono ottenere il proprio pass sul sito artigianoinfiera.it in pochi e semplici click: basta inserire la propria email nella sezione 'Ottieni il tuo pass gratuito' per ricevere il QR code da salvare sul cellulare e mostrare all'ingresso. Chi è già iscritto alla community, ha visitato le scorse edizioni o è cliente della piattaforma digitale, invece, ha già ricevuto il biglietto d’accesso direttamente via e-mail. I principali mezzi di trasporto per raggiungere la manifestazione restano la linea M1 della metropolitana (fermata Rho Fiera), le linee regionali e del passante ferroviario Trenord e l'Alta Velocità con Italo. La disponibilità totale di parcheggi sarà di oltre 10.000 posti auto. Artigiano in Fiera vanta tra le media partnership quella di RAI Italia e TGR, che hanno espresso il proprio sostegno riconoscendo il valore sociale e culturale dell’evento.
“Gli attacchi informatici non sono più isolati, ma si integrano con disinformazione, pressioni economiche e sabotaggi fisici, creando scenari di conflitto ibrido sempre più complessi”. Così il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi, nel suo intervento alla conferenza Space&Underwater – Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity che si svolge presso la Caserma dei Carabinieri 'Salvo D’Acquisto', a Roma, ricordando come la natura multidimensionale delle minacce “amplifichi i rischi a cascata e le crisi di tipo sistemico”. Frattasi ha richiamato il ruolo che l’Acn svolge nella protezione del perimetro nazionale: “La nostra missione è garantire la resilienza sistemica del Paese, tutelando le infrastrutture civili che rientrano nel perimetro di sicurezza cibernetica”.
Frattasi ha sottolineato inoltre che l’evoluzione tecnologica accelera anche il profilo offensivo: “L’intelligenza artificiale aumenta la rapidità, la sofisticazione e l’efficacia degli attacchi, rendendo la difesa sempre più complessa”. Da qui l’esigenza di un salto di qualità: cooperazione civile-militare, strumenti di IA difensiva e capacità avanzate di rilevamento, insieme a un rafforzamento delle attività congiunte con la Difesa: “L’integrazione tra componenti civili e militari non è più rinviabile”, ha ribadito, citando la creazione della struttura Difesa-Cyber presso l’Acn. Frattasi, nel suo intervento, ha poi ampliato lo sguardo al dominio spaziale, sempre più esposto a rischi che coinvolgono comunicazioni, servizi essenziali e operazioni multidominio: “Le infrastrutture satellitari devono essere protette da ogni minima compromissione, perché da esse dipendono geolocalizzazione, osservazione della Terra e sicurezza delle applicazioni terrestri”.
In chiusura, il direttore generale di Acn ha definito la dimensione subacquea una delle aree più critiche per la sicurezza globale, ricordando che i cavi sottomarini trasportano oltre il 99% del traffico Internet intercontinentale: “La loro protezione richiede monitoraggio continuo, tecnologie avanzate e cooperazione internazionale”. E ha richiamato il nuovo piano d’azione UE sui cavi, che prevede hub regionali integrati fisici e cyber: “Maggiore cooperazione significa maggiore sicurezza e prosperità”, ha affermato, indicando l’opportunità per l’Italia di svolgere un ruolo centrale nel Mediterraneo.

“Investire in capacità spaziali e digitali non basta: dobbiamo sviluppare sovranità cognitiva, la capacità di interpretare, filtrare e trasformare i dati in scelte consapevoli, andando al di là di ciò che impongono gli algoritmi di IA. Solo così l’Europa potrà restare protagonista, evitando di essere subordinata a chi scrive il codice che modella le nostre menti”. Lo ha detto Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup, intervenendo a Space & Underwater, l’evento su cybersicurezza e space economy in corso a Roma.
“Satelliti e cavi non sono più solo tecnologie: sono gli occhi e i nervi dell’Europa. Attraverso di essi - ha aggiunto Mocerino - scorrono dati che definiscono la nostra capacità di comprendere il mondo e di agire in esso. Lo spazio, un tempo simbolo di esplorazione e immaginazione, è oggi un’infrastruttura critica di sorveglianza e competizione strategica”.
“Ma il vero terreno su cui si gioca il potere non è fisico: è il dominio cognitivo, il sesto dominio. È lì che si forma il consenso, si orientano le percezioni, si decide chi guida e chi segue. Chi controlla il dato non controlla solo l’informazione, ma il modo in cui le società pensano, reagiscono, votano”, ha concluso il presidente di Netgroup.
Venerdì 5 dicembre, il 21 presentazione dal vivo a Siddi...
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"C'è un'ideologia dogmatica che non si propone solamente di cambiare la percezione che ciascuno ha del proprio genere, o della biologia, ma che si prefigge lo scopo molto più grande di distruggere la società occidentale per come l'abbiamo conosciuta". Così l’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, che ha organizzato al Parlamento europeo, insieme a Pro Vita e Famiglia, un incontro sui giovani indotti a praticare la transizione di genere.
Secondo uno studio americano di un’organizzazione transgender citato da Pro Vita, su 64mila persone, il 9% si dichiara detransitioner. Nel Regno Unito, sostiene ancora Pro Vita, la Cass Review ha demolito il cosiddetto 'approccio affermativo', secondo cui ogni minimo disagio del minore deve trasformarsi subito in un percorso medico di cambio di sesso. "Sono sconvolto da fondi assegnati a chi sta sviluppando questa ideologia, sono preoccupato soprattutto perché le conseguenze le stiamo vivendo proprio sulla pelle della nostra società", ha concluso il leghista.

"Mentre numerosi paesi come la Gran Bretagna la Svezia la Nuova Zelanda e altri stanno facendo marcia indietro sui blocchi puberali, la chirurgia sugli ormoni sui minori la Commissione europea con la sua strategia Lgbt sta andando in senso opposto e tende a bannare le terapie di conversione". Lo ha denunciato il presidente di Pro Vita e Famiglia, Antonio Brandi, a margine di un evento organizzato al Parlamento europeo insieme all’eurodeputato leghista, Roberto Vannacci, sulla manipolazione dei minori per indurli alla transizione di genere.
Secondo uno studio americano di un’organizzazione transgender citato dall'associazione, su 64mila persone, il 9% si dichiara detransitioner. Nel Regno Unito, sostiene ancora Pro Vita, la Cass Review ha demolito il cosiddetto "approccio affermativo", secondo cui ogni minimo disagio del minore deve trasformarsi subito in un percorso medico di cambio di sesso.
"Le transizioni di genere tra i minori sono una vera emergenza: sempre più ragazzi chiedono di tornare al loro sesso biologico dopo aver subito la transizione”, afferma Brandi riferendosi ai detransitioners: "Questi ragazzi si chiamano i detransitioners ed è a loro che diamo voce oggi al Parlamento europeo". La testimonianza di Daniel Black, "che è stato evirato a 18 anni dopo un percorso di transizione iniziato a 16, rappresenta la voce di migliaia di giovani che sono stati ingannati da questa cronologia gender", ha affermato ancora Brandi. Nel suo discorso, il giovane ha raccontato di essere stato ingannato a 16 anni da chi proponeva la transizione come soluzione alle insicurezze, alla disforia, alla depressione e al dolore esistenziale che provava.

È in arrivo “Letture maceratesi. Rassegna esplicita”, due giornate – sabato 13 e domenica 14 dicembre – dedicate al dialogo, alla letteratura e all’approfondimento, allo Sferisterio di Macerata. Una manifestazione, inserita nel calendario delle iniziative di “Macerata per Natale”, che si presenta come un vero laboratorio culturale, realizzato dall’associazione Castelli di Carta in collaborazione con il Comune di Macerata, con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Macerata.
Nel presentare l’iniziativa, l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta ha sottolineato come Letture maceratesi “rappresenti un’occasione preziosa per far incontrare pubblici diversi attorno alla forza delle idee e dei libri, valorizzando al tempo stesso il ruolo di Macerata come città che investe sulla cultura e sulla partecipazione attiva”. La rassegna ospiterà firme e voci di primo piano come Fabio Dragoni, Pietro Senaldi e Gianluigi Paragone, insieme a studiosi e autori impegnati in percorsi che vanno dalla critica letteraria all’analisi dell’attualità. Il programma, ampio e trasversale, abbraccia infatti i grandi autori del ’900, temi urgenti contemporanei e la riscoperta di figure e movimenti che hanno segnato la storia culturale marchigiana, come Giuseppe Tucci e il Futurismo della nostra regione.
Accanto agli incontri, per tutta la durata della rassegna sarà visitabile la mostra “Profeti inascoltati del ’900”, dedicata alle voci più originali e irregolari del secolo scorso. Il programma prenderà il via sabato pomeriggio, alle ore 16, con un incontro dedicato al pensiero di Ernst Jünger, attraverso la presentazione del volume "Ernst Jünger. Il volto della tecnica" insieme all’autore Michele Iozzino. Successivamente, alle ore 17.30, l’attenzione si sposterà su Louis-Ferdinand Céline: il curatore Andrea Lombardi introdurrà il suo libro "Céline: un profeta dell’apocalisse" e, contestualmente, presenterà al pubblico la mostra Profeti inascoltati del ’900, che resterà visitabile per tutta la durata della rassegna e che mette in luce alcune delle voci più irregolari e sorprendenti del secolo scorso.
Il pomeriggio, alle ore 19, proseguirà poi con un momento originale e coinvolgente: la lezione-spettacolo Odissea jukebox, proposta dal performer e divulgatore Cesare Catà, che guiderà il pubblico in un percorso interattivo dentro l’immaginario omerico. La giornata si concluderà alle ore 21 con Fabio Dragoni, che presenterà il suo libro “Per non morire al verde”, dedicato ai temi economici più urgenti.
La domenica aprirà invece, alle ore 16, con una riflessione sulla figura di Giuseppe Tucci, esploratore e orientalista marchigiano, approfondita da Adolfo Morganti e Roberto Lorenzini, che ne delineeranno il profilo culturale e umano. A seguire, alle 17.30, Roberto Cresti e Paola Bellesi guideranno il pubblico alla scoperta del Futurismo nelle Marche, illustrando come l’avanguardia del primo Novecento abbia lasciato tracce significative anche nel territorio maceratese.
Nel tardo pomeriggio, alle ore 19, sarà la volta di Pietro Senaldi, che presenterà il suo libro “Sveglia!” proponendo una lettura critica dell’attualità. La rassegna si chiuderà in serata, alle ore 21, con Gianluigi Paragone, autore di “Maledetta Europa”, per un ultimo confronto sui grandi scenari politici contemporanei.

Il gender pay gap in Italia resta una distanza difficile da colmare. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Inps lo certificano con chiarezza: nel 2024, nel settore privato non agricolo, le donne hanno percepito in media 19.833 euro, contro i 27.967 euro degli uomini, con una differenza di circa il 29%. Una forbice che non accenna a restringersi e che anticipa l’urgenza di un cambio di passo, anche alla luce della nuova Direttiva europea 2023/970, destinata a entrare in vigore dal 2026. Di fronte a un divario che resta strutturale, la nuova cornice europea punta a scardinare le asimmetrie retributive con strumenti di trasparenza e obblighi che coinvolgeranno direttamente i datori di lavoro. La direttiva introduce infatti un insieme articolato di misure che ridefinirà il modo in cui le imprese costruiscono, comunicano e rendicontano le proprie politiche retributive, chiedendo alle aziende un ripensamento profondo dei processi interni e dei criteri con cui vengono stabiliti salari, avanzamenti e ruoli.
Boris Martella, Counsel di Norton Rose Fulbright, sottolinea come “la direttiva Ue 2023/970, che dovrà essere adottata dagli Stati membri entro il 7 giugno 2026, imporrà l’adozione di sistemi retributivi trasparenti e non discriminatori, con l’obiettivo di garantire la parità salariale tra donne e uomini per lo stesso lavoro o per lavori di pari valore ed evitare trattamenti salariali differenti non giustificati da criteri oggettivi". "In particolare, le aziende - chiarisce - dovranno garantire una maggiore trasparenza nelle retribuzioni, sin dalla pubblicazione degli annunci, prevedendo sistemi retributivi basati su criteri oggettivi e neutri rispetto al genere, nonché rivedendo i processi di selezione e promozione, mappando i ruoli secondo criteri chiari e oggettivi, predisponendo policy retributive conformi e pianificando attività di rendicontazione periodica sul gender pay gap".
"Al contempo, la direttiva - prosegue - riconosce diritti di informazione alle rappresentanze sindacali, nonché ai singoli lavoratori, al fine di rendere il sistema maggiormente partecipativo e trasparente. Le aziende, pertanto, dovranno revisionare e aggiornare le proprie policy e adottare una serie di misure volte al rispetto dei suddetti principi, la cui violazione sarà soggetta a specifiche sanzioni. Tuttavia, il corretto adempimento di tali obblighi non presuppone la mera adozione di atti formali, ma richiede una profonda rivoluzione culturale che preveda la sensibilizzazione dei soggetti coinvolti e l’effettivo superamento dei vecchi sistemi retributivi e di carriera, spesso troppo oscuri e reconditi, con l’introduzione di sistemi chiari, oggettivi e conoscibili da tutti gli interessati, per garantire davvero una parità di trattamento indipendentemente dal genere”.
L’esigenza di rendere misurabile, trasparente e giuridicamente certo il concetto di “lavoro di pari valore” è centrale anche per Giulietta Bergamaschi, managing partner di Lexellent, che ricorda come il principio della parità di retribuzione sia attualmente ostacolato dalla mancanza di trasparenza nei sistemi retributivi e dalla mancanza di certezza giuridica sul concetto di lavoro di pari valore.
“I datori di lavoro - commenta - potranno retribuire in modo diverso i lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore solo sulla base di criteri oggettivi, neutri sotto il profilo del genere e privi di pregiudizi come le competenze, l’impegno, le responsabilità e le condizioni di lavoro. Il principio della parità retributiva contempla sia lo stipendio sia le componenti complementari e variabili della retribuzione. La direttiva auspica una trasparenza nei livelli retributivi e nelle progressioni di carriera e invita i datori di lavoro a essere proattivi agendo nel rispetto delle misure sulla trasparenza retributiva per affrontare la natura sistemica della discriminazione retributiva. Sarà fondamentale la formazione per le persone della funzione Hr su parità di retribuzione, valutazione e classificazione del personale”.
Un’altra leva decisiva riguarda la conoscenza interna dei livelli retributivi. Gaspare Roma, partner di De Berti Jacchia, osserva che la direttiva “rafforza la tutela antidiscriminatoria in materia di parità salariale, introducendo specifici obblighi informativi in capo ai datori di lavoro, al fine di consentire ai lavoratori non solo di avere libero accesso (in modo chiaro e trasparente) ai dati retributivi in azienda, ma anche di poter comprendere i criteri, oggettivi e condivisi, per la determinazione delle politiche salariali aziendali". "Le imprese, dunque, dovranno in primis effettuare una mappatura interna dei loro livelli salariali, per valutare possibili aree di disuguaglianze, introducendo anche idonei strumenti per garantire la trasparenza informativa in favore dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali”, rimarca.
Se la direttiva fornisce un quadro normativo, la sua piena attuazione passa dalla trasformazione culturale delle organizzazioni. Secondo Daniele Arduini, ceo & co-founder di Kampaay, partner tecnologico per l’event management, “i dati Inps fotografano una realtà che richiede un cambio di passo culturale, prima ancora che normativo". "La direttiva Ue del 2026 sulla trasparenza salariale - continua - sarà uno strumento necessario, ma le aziende innovative non possono aspettare una legge per riconoscere il valore delle persone". "In Kampaay - ricorda - viviamo una situazione particolare, figlia del nostro Dna ibrido. Siamo una realtà tecnologica, un settore storicamente a trazione maschile, che opera nel mondo degli eventi, dove la presenza femminile è fortissima. Questo incontro tra mondi diversi ha creato un ecosistema dove l'equilibrio di genere non è stato imposto da quote rosa o calcoli a tavolino, ma è emerso come conseguenza naturale della ricerca del talento".
"Oggi la nostra popolazione aziendale - fa notare - è a prevalenza femminile e, dato ancora più rilevante, questo si riflette nei ruoli decisionali. Escludendo i founder, la maggioranza del nostro Management Team (Head of) è composta da donne che guidano dipartimenti strategici. Per noi la parità salariale non è un esercizio di stile, ma una logica di business: retribuiamo l'impatto e la complessità del ruolo, non il genere di chi lo ricopre. In un'azienda in forte crescita come la nostra, dove spesso convivono funzioni molto diverse tra loro, dallo sviluppo software al creative management, la sfida è proprio quella di mantenere un allineamento retributivo basato sul valore generato. Ed è quello che facciamo ogni giorno: garantire che a parità di impatto corrisponda parità di trattamento, creando un ambiente dove la leadership femminile è la norma, non l'eccezione".
A ricordare la profondità del cambiamento necessario è anche Laura Basili, co-founder insieme a Ilaria Cecchini di Women at Business, piattaforma innovativa di matching professionale al femminile, per la quale i dati Inps sono “lo specchio di un Paese che continua a sottovalutare il talento femminile". "Se oggi le donne guadagnano quasi il 30% in meno degli uomini, significa - avverte - che c’è ancora un enorme potenziale inespresso, una ricchezza che l’Italia non sta mettendo a valore. La direttiva europea sulla trasparenza salariale è un passo importante, ma non basterà una norma a colmare il divario se non cambia l’atteggiamento culturale dentro le aziende e nella società. Per Women at Business, la vera sfida sta nel superare i pregiudizi che la generano: riconoscere il lavoro delle donne, sostenere i loro percorsi di carriera, favorire leadership inclusive e ambienti in cui il merito sia davvero ciò che conta. La parità retributiva è una responsabilità collettiva e una condizione necessaria perché l’Italia possa crescere, innovare e competere”.

Ci ha provato, ma pare gli sia andata male anche questa. Andrew Mountbatten-Windsor sperava in una lauta buonuscita e invece molto probabilmente non riceverà nemmeno un penny per andar via dalla Royal Lodge. Secondo il Public Accounts Committee, è infatti estremamente difficile che il fratello di re Carlo ed ex duca di York riceva un compenso dopo aver lasciato la mega villa da 30 stanze nel parco di Windsor. Come parte del suo contratto di locazione, Andrea avrebbe potuto avere diritto a 488.000 sterline (oltre 550.000 euro) per la restituzione anticipata della dimora rispetto alla durata della locazione di 75 anni prevista da contratto.
Ma un rapporto del Crown Estate per i parlamentari sull'organismo di controllo della spesa pubblica afferma che la proprietà è così fatiscente e necessita di ristrutturazione che, "con ogni probabilità", ad Andrew "non sarà dovuto alcun risarcimento". Ora verrà avviata un'inchiesta parlamentare sulla Crown Estate e sui suoi contratti di locazione reali, ha affermato il presidente della commissione, Geoffrey Clifton-Brown, aggiungendo che le informazioni provenienti dalla Crown Estate "costituiscono chiaramente la base per un'indagine" che inizierà l'anno prossimo e prenderà in considerazione la Crown Estate e gli affitti immobiliari con la famiglia reale. Non è ancora noto se Andrew Mountbatten-Windsor sarà chiamato a testimoniare.
Le informazioni fornite dalla Crown Estate mostrano inoltre che Andrew aveva presentato la sua disdetta della proprietà il 30 ottobre, il giorno in cui era stato annunciato che aveva perso i suoi titoli. Ha dato un preavviso di un anno, quindi potrebbe restare per altri 10 mesi, ma si prevede che si trasferirà dalla Royal Lodge a Sandringham, nel Norfolk, all'inizio del prossimo anno.

"L'obiettivo è non rincorrere l'influenza, ma anticiparla. Quest'anno il virus è arrivato in anticipo e noi dobbiamo correre di più per prevenire l'influenza: proteggerci vaccinandoci. Ricordiamo che è fondamentale per le categorie a rischio: anziani, fragili e i bambini. Dobbiamo pensare ad un Ssn pro-attivo, la prevenzione è il miglior farmaco per vivere meglio e a lungo. Rivolgiamoci quindi al nostro medico di famiglia, al pediatra, alla farmacia, o ad altri operatori in poliambulatori o strutture sanitarie, e vacciniamoci contro l'influenza". Così Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, a margine della presentazione al dicastero dello spot Rai, con testimonial Carlo Conti, dedicato alla vaccinazione antinfluenzale.

"Tutte le campagne vaccinali vanno promosse attivamente per funzionare", per cui "se si fa soltanto un'offerta passiva, cioè si aspetta che i cittadini si vaccinino, i risultati sono scarsi. Se invece si vuole effettivamente proteggere la popolazione, soprattutto quella più fragile, e scongiurare e le morti evitabili - che sicuramente ci sono già state, ci sono e ci saranno - è chiaro che serve essere proattivi e, soprattutto, muoversi per tempo. Le campagne vaccinali vanno fatte a ottobre". Così Walter Ricciardi, docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, dopo la presentazione al ministero della Salute dello spot Rai, con testimonial Carlo Conti, dedicato alla campagna di vaccinazione contro l'influenza.
Per Ricciardi "ci vuole una 'attività': bisogna vaccinare le persone nei posti dove vivono, dove lavorano, dove risiedono, non aspettare altrimenti i risultati non ci sono. Va attivato un sistema articolato che naturalmente è basato sui medici di famiglia, ma non solo", precisa l'esperto evidenziando che una campagna attiva "andava iniziata a ottobre, quando si cominciava a vaccinare. Ovviamente non è mai troppo tardi per vaccinarsi, però è chiaro che ora molte persone si sono già ammalate, con tutti i rischi del caso".
L'episodio risale ai primi di settembre. Per lui i domiciliari... 
Per la vaccinazione antinfluenzale "siamo in zona Cesarini". Ma, vista l'imprevedibilità della curva epidemica, per proteggere "fragili e anziani siamo ancora in tempo", quindi "è necessario affrettarsi per decidere di vaccinarsi". Lo ricorda all'Adnkronos Salute Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dopo la presentazione al ministero della Salute dello spot Rai, con testimonial Carlo Conti, dedicato alla campagna di vaccinazione contro l'influenza.
"Considerato che il picco influenzale potrebbe anche verificarsi entro dicembre - precisa Rezza - come già avvenne nella stagione 2022-23, per la vaccinazione siamo in zona Cesarini, dal momento che gli anticorpi impiegano almeno una decina di giorni per raggiungere livelli protettivi. E' però da considerare che l'andamento della curva influenzale è imprevedibile per cui, comunque, un gran numero di casi potrebbe verificarsi durante il mese gennaio, con una coda verso febbraio". Da qui l'invito a vaccinarsi per chi non l'ha ancora fatto.
Rezza ricorda che "le coperture per il vaccino antinfluenzale negli anziani in Italia si fermando poco al di sopra del 50% negli ultra 65enni, in buona compagnia della Francia, e più o meno in posizione mediana in Europa. Quest'anno, però, alcune Regioni come la Lombardia hanno già vaccinato un numero considerevole di anziani, partendo in tempo utile con la campagna vaccinale", conclude l'epidemiologo.
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