
(Adnkronos) - Traffico internazionale di droga, maxi blitz dei carabinieri con 71 misure cautelari in sei regioni italiane. L'operazione 'Termine' parte da Cagliari e riguarda tutta la Sardegna ma anche Lazio, Toscana, Piemonte, Veneto e Marche.
I 71 provvedimenti emessi a vario titolo sono a carico di soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di droga in concorso, nonché porto e detenzione abusiva di armi da fuoco.
L’operazione interessa le province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Roma, Pisa, Biella, Vicenza e Macerata. Oltre quattrocento carabinieri con il supporto dei reparti territorialmente competenti, e la partecipazione dei 'Cacciatori Sardegna', dei Nuclei Cinofili e dell’11° Nucleo Elicotteri di Cagliari.
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(Adnkronos) - Greta Thunberg e altri attivisti della Flotilla Global Sumud saranno rimpatriati oggi da Israele nei loro Paesi. Lo scrive Ynet News. La maggior parte, se non la totalità, degli individui che saranno rilasciati dalla detenzione israeliana saranno trasferiti in aereo in Grecia, da dove potranno proseguire verso i propri paesi d'origine, come comunicato dai rispettivi governi nella giornata di ieri.
Tra coloro che lasceranno Israele figurano 28 cittadini francesi, 15 italiani e 9 svedesi. Ventuno cittadini spagnoli sono rientrati separatamente in Spagna nella giornata di ieri. La Grecia invierà un aereo per 27 dei suoi cittadini e per la 22enne svedese. Tutti i voli saranno a spese dei Paesi che li hanno inviati. Il rilascio lascia ancora diversi stranieri in custodia israeliana, inclusi 28 cittadini spagnoli.
Il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato su X che i 15 italiani rilasciati voleranno da Israele ad Atene nella giornata odierna e riceveranno assistenza per un successivo trasferimento in Italia. ''Voglio ringraziare sinceramente tutto il personale del Ministero degli Esteri, i diplomatici in Israele e nelle altre sedi interessate per il capillare lavoro di assistenza compiuto in questi giorni'', ha aggiunto.
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(Adnkronos) - “Il Premio Malaparte è un riconoscimento che va oltre la letteratura, una fiammella di cultura che intendiamo continuare a mantenere accesa per difendere Capri, isola oggi sempre più presa d’assalto da un turismo spesso poco attento alla delicatezza e alla bellezza del territorio”. Lo ha dichiarato Michele Pontecorvo Ricciardi, presidente della Fondazione Ferrarelle ETS e presidente regionale FAI Campania, intervenendo alla conferenza stampa di apertura dell’edizione 2025 del Premio Malaparte.
Ferrarelle Società Benefit sostiene da quattordici anni consecutivi il Malaparte come sponsor unico. "Il nostro modello di impresa – ha spiegato Pontecorvo Ricciardi– si fonda su un principio chiaro: non esiste crescita industriale senza responsabilità sociale. Con il Malaparte ribadiamo che cultura, paesaggio e comunità sono risorse vive e insostituibili, che meritano di essere difese e valorizzate". La scelta di premiare Fernando Aramburu, ha aggiunto, “ha un significato profondo: con la sua opera ha saputo raccontare in modo universale dolore, memoria e riconciliazione, parlando al cuore di milioni di lettori. Con lui, per la prima volta, il Premio Malaparte guarda alla Spagna, e Capri accoglie una voce che appartiene non solo alla letteratura europea, ma al mondo intero”.
Un impegno che la Ferrarelle società benefit rivendica come parte integrante della propria identità di impresa: "Per noi non è solo una partnership culturale – ha ribadito Pontecorvo Ricciardi – ma un atto di responsabilità verso la comunità e i territori. In questi anni abbiamo sostenuto non solo il Malaparte, ma anche molte altre iniziative culturali, nella convinzione che un prodotto come il nostro, che entra ogni giorno in milioni di case italiane e non solo, debba portare con sé non soltanto qualità e valori alimentari, ma anche valori immateriali capaci di soddisfare bisogni non primari, come la crescita culturale e la tutela del patrimonio collettivo". Il presidente della Fondazione ha poi ribadito il valore del luogo che ospita il Premio: “Capri non è solo meta turistica, ma centro di cultura e riflessione. Per questo da anni rinnoviamo con convinzione il sostegno al Malaparte, certi che la cultura sia la vera difesa dell’isola”.
Un legame, quello tra Ferrarelle e l’isola, che si traduce anche in un messaggio più ampio, come ha sottolineato Pontecorvo Ricciardi: "Noi nati fortunati sulle rive di questo mare siamo abituati a considerarlo come un bacino di fratellanza e accoglienza. La speranza è che questa fiammella accesa a Capri ricordi a tutti l’importanza di essere attenti, sensibili, accoglienti e generosi, soprattutto in un momento tristissimo e dolorosissimo di scenario di guerra totale". Con il sostegno al Premio Malaparte, la Ferrarelle Società Benefit rinnova dunque la propria missione: difendere la cultura come patrimonio comune e strumento di coesione, riaffermando il valore del paesaggio e della comunità come elementi centrali di un modello di sviluppo responsabile e condiviso.



(Adnkronos) - Al via oggi, lunedì 6 ottobre, le trattative in Egitto per il piano di pace per Gaza. Prima che i negoziati entrino nel vivo a Sharm el-Sheikh, il presidente Usa Donald Trump si è mostrato ottimista tra minacce e aperture. I colloqui svoltisi nel fine settimana tra gli Stati arabi e altri Paesi con Hamas hanno avuto "un grande successo", ha scritto in un post su Truth. "Mi è stato detto che la prima fase dovrebbe essere completata questa settimana e chiedo a tutti di agire velocemente", ha aggiunto il tycoon affermando inoltre che "i team tecnici si riuniranno nuovamente oggi in Egitto per elaborare e chiarire gli ultimi dettagli". "Il tempo è essenziale o seguirà un massacro, qualcosa che nessuno vuole vedere!", ha concluso.
Ma "non abbiamo bisogno di flessibilità perché tutti hanno praticamente accettato" il piano, tuttavia ''ci saranno sempre dei cambiamenti", ha chiarito aprendo a possibili modifiche. Ma su alcuni pilastri del piano 'The Donald' non è disposto a fare concessioni. Hamas rischia di andare incontro al "completo annientamento" se si rifiuta di cedere il potere e il controllo della Striscia di Gaza, ha ammonito ai microfoni della Cnn. Se Hamas non rispetta i termini dell'accordo "Israele può finire il lavoro", ha ribadito il capo del Pentagono Pete Hegseth affermando che "Israele può intervenire e assicurarsi che Hamas venga annientato". Il presidente Usa ha confermato tuttavia anche l'impegno di Israele a porre fine ai raid per favorire l'accordo di cessate il fuoco, come chiesto da Hamas.
Hamas intanto ha annunciato che la sua delegazione, guidata da Khalil al-Hayya, che dovrebbe partecipare ai negoziati per il rilascio degli ostaggi, è arrivata in Egitto. E' previsto inoltre l'arrivo anche della delegazione israeliana guidata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer, dal capo dello Shin Bet e dal capo del Mossad. Si prevede che anche l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente, Jared Kushner, parteciperanno ai colloqui in Egitto.
Un cessate il fuoco completo, con la sospensione di tutte le operazioni militari israeliane, il ritiro delle truppe dell'Idf nelle posizioni che occupavano durante il precedente accordo firmato a gennaio, ovvero al di fuori delle aree popolate della Striscia di Gaza, e la sospensione delle attività dell'aviazione e dei droni per dieci ore al giorno, dodici ore nei giorni in cui si svolgono gli scambi di prigionieri sono le richieste che Hamas presenterà oggi durante i colloqui secondo quanto riferito da fonti all'emittente saudita Al-Sharq.
Hamas insisterà affinché queste condizioni rimangano in vigore per tutta la durata dei negoziati, che potrebbero durare una settimana o più. Si prevede che i colloqui affronteranno anche i criteri per il rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele. Alti funzionari di Hamas hanno affermato che il gruppo insiste affinché i rilasci vengano effettuati in base all'anzianità e all'età, in particolare in base alla data di arresto e all'età di ciascun prigioniero.
"Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile. Spero che accada, ma non posso garantirlo'', ha detto dal canto suo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aggiungendo: "Se non dovesse accadere'' che Hamas accetti l'accordo, ''il presidente Trump ha dichiarato che sosterrà pienamente Israele in un'azione determinata contro Hamas", ha spiegato Netanyahu. "Speriamo di poter concludere questa situazione nel modo più semplice e non in quello più difficile", ha aggiunto il primo ministro israeliano.
In ogni caso Netanyahu ha chiarito che non intende procedere con gli altri punti del piano di pace del presidente Trump finché tutti gli ostaggi non saranno stati liberati. "Non passeremo ad alcuna delle 21 clausole finché la prima – il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti – finché l'ultimo ostaggio, ognuno di loro, non sarà entrato in territorio israeliano", ha dichiarato Netanyahu. "Solo allora passeremo ad altre clausole", ha aggiunto intervenendo all'Israel’s Heroes Forum, un gruppo di famiglie i cui cari sono stati uccisi durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre o nella guerra a Gaza che ne è seguita.
(Adnkronos) - Elezioni oggi lunedì 6 ottobre in Calabria per eleggere il prossimo presidente della giunta e i membri del Consiglio regionale: le urne resteranno aperte fino alle 15. Sono 1.888.368 gli elettori chiamati al voto nelle 2406 sezioni allestite tra le cinque province calabresi.
L'affluenza alle 23 di domenica, giornata in cui si è votato dalle 7 alle 13, è stata in calo al 29,08%, secondo il sito Eligendo del Viminale. Alle scorse elezioni alla stessa ora era stata del 30,87%.
Tre i candidati alla presidenza: il governatore uscente nonché vicesegretario nazionale di Forza Italia, Roberto Occhiuto - che si era dimesso a luglio scorso, a un anno dalla scadenza naturale del mandato -, per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Noi Moderati, Udc, 'Sud chiama Nord', e dalle liste 'Occhiuto presidente e 'Forza Azzurri'; per il centrosinistra, l'europarlamentare del Movimento Cinque Stelle Pasquale Tridico, appoggiato, oltre che dal M5S, da Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva e dalle liste 'Democratici e Progressisti' e 'Tridico presidente'; infine, Francesco Toscano, leader di 'Democrazia Sovrana e Popolare'.
Subito dopo la chiusura dei seggi di domani, avranno inizio le operazioni di spoglio. Alle scorse consultazioni regionali in Calabria, nel 2021, si recarono alle urne 838.691 elettori pari al 44,37% degli aventi diritto.
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(Adnkronos) - Si apre oggi, lunedì 6 ottobre, la settimana dei Premi Nobel 2025, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama culturale e scientifico mondiale. Come da tradizione, sarà il premio per la Medicina ad aprire la serie di annunci che, giorno dopo giorno, porteranno alla proclamazione dei vincitori nelle discipline di Fisica (7 ottobre), Chimica (8 ottobre), Letteratura (9 ottobre), Pace (10 ottobre) ed Economia (13 ottobre).
Ma è sul premio per la Letteratura, atteso per giovedì, che si concentra - come ogni anno - la maggiore dose di tensione, scommesse e speculazioni. È infatti il Nobel più imprevedibile e spesso più controverso, capace di riservare sorprese clamorose e generare discussioni che durano mesi. Dopo il riconoscimento assegnato nel 2024 alla scrittrice sudcoreana Han Kang, molti osservatori si chiedono se l'Accademia di Svezia tornerà a premiare una figura più in linea con la "tradizione" europea del premio.
Un nome in particolare ha iniziato a circolare con insistenza nelle ultime settimane: quello dello scrittore svizzero Christian Kracht, 58 anni, tra i più celebrati autori della scena letteraria germanofona. L’attenzione verso Kracht si è intensificata dopo la sua recente partecipazione alla Fiera del Libro di Göteborg, dove è stato notato un dettaglio che i più esperti hanno definito 'profetico': diversi membri dell'Accademia Svedese erano presenti in prima fila durante il suo intervento. "Un indizio che raramente si rivela casuale", ha commentato Björn Wiman, critico culturale del quotidiano Dagens Nyheter. Kracht sarebbe, secondo la stampa svedese, il candidato ideale per un ritorno dell'Accademia a un profilo 'occidentale': uomo bianco, scrittura cosmopolita, riconoscimenti internazionali, ma anche una dose di provocazione e originalità che ben si accorda con l’evoluzione recente del premio. I suoi romanzi - come "I morti" (La nave di Teseo, 2021) e "Imperium" (Neri Pozza, 2013) mescolano immaginazione e satira storica, cultura pop e riflessione politica, segnando un solco profondo nel panorama letterario europeo degli ultimi vent’anni.
Ma la corsa al Nobel non si ferma a Kracht. Come ogni anno, le scommesse dei bookmaker britannici offrono uno spaccato delle attese internazionali, con una rosa di candidati che riflette la pluralità della scena letteraria mondiale. In testa alla lista del sito NicerOdds c'è l’australiano Gerald Murnane (quota 5/1), seguito dall’ungherese László Krasznahorkai (6/1), maestro di una narrativa densa e visionaria. Più indietro, ma in ascesa, la messicana Cristina Rivera Garza (9/1), che potrebbe rappresentare una scelta dirompente sul fronte della scrittura femminile e latinoamericana.
Restano stabili nelle preferenze anche nomi noti come Haruki Murakami e Thomas Pynchon (entrambi a 11/1), ormai presenze fisse tra i "papabili", ma mai premiati. Tra i nomi che completano la top 10 delle quote troviamo Can Xue, Enrique Vila-Matas, Michel Houellebecq e Alexis Wright. Più indietro, ma sempre citati, Jamaica Kincaid, Salman Rushdie, Anne Carson, Margaret Atwood e persino Stephen King, con quote molto più alte (49/1), a testimonianza di una certa attenzione anche verso la letteratura popolare.
Istituiti nel 1901 secondo le volontà dell'industriale svedese Alfred Nobel, inventore della dinamite, i premi mirano a riconoscere individui o istituzioni che hanno apportato il "maggior beneficio all'umanità. Oltre alla gloria e alla visibilità planetaria, ciascun vincitore riceve una medaglia d'oro 18 carati, un diploma personalizzato e un premio in denaro che, per l’edizione 2025, ammonta a circa 1,2 milioni di dollari.
Le assegnazioni sono coperte dal più assoluto riserbo: le deliberazioni rimangono segrete per 50 anni, anche se i proponenti hanno la facoltà di rendere pubbliche le proprie nomine. Questo fa sì che ogni anno circolino indiscrezioni, ipotesi e candidature più o meno attendibili, come quella - controversa - di Donald Trump per il Nobel per la Pace, avanzata da esponenti repubblicani americani.
La cerimonia di consegna avverrà il 10 dicembre, giorno della morte di Alfred Nobel, in due sedi distinte: Stoccolma per tutti i premi tranne quello per la Pace, che verrà conferito come sempre a Oslo, in Norvegia. (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - Al via oggi, lunedì 6 ottobre, a Sharm El Sheikh, in Egitto, il nuovo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul piano di pace per Gaza fortemente voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Trump si è mostrato ottimista sull'esito dei colloqui affermando già alla vigilia che i negoziati "stanno andando molto bene" e che per le trattative "ci vorranno un paio di giorni".
"Non abbiamo bisogno di flessibilità - ha affermato il presidente Usa - perché tutti hanno praticamente accettato'' il piano, tuttavia ''ci saranno sempre dei cambiamenti'', ha detto aprendo a possibili modifiche. Ma su alcuni pilastri del piano 'The Donald' non è disposto a fare concessioni. Hamas rischia di andare incontro al "completo annientamento" se si rifiuta di cedere il potere e il controllo della Striscia di Gaza, ha ammonito ai microfoni della Cnn. Se Hamas non rispetta i termini dell'accordo "Israele può finire il lavoro", ha ribadito il capo del Pentagono Pete Hegseth affermando che "Israele può intervenire e assicurarsi che Hamas venga annientato".
Trump ha confermato tuttavia anche l'impegno di Israele a porre fine ai raid per favorire l'accordo di cessate il fuoco, come chiesto da Hamas. "Penso che gli israeliani e tutti gli altri siano consapevoli che non è possibile rilasciare gli ostaggi nel bel mezzo di un attacco, quindi gli attacchi dovranno cessare", ha chiarito il Segretario di Stato americano Marco Rubio. "La priorità numero uno, quella su cui pensiamo di poter ottenere qualcosa molto rapidamente, è il rilascio di tutti gli ostaggi in cambio del ritiro di Israele" verso la linea gialla, dove l'Idf si trovava a Gaza a metà agosto, ha detto Rubio alla Nbc.
Hamas oltre a un cessate il fuoco completo, con la sospensione di tutte le operazioni militari israeliane e la sospensione delle attività dell'aviazione e dei droni per dieci ore al giorno, dodici ore nei giorni in cui si svolgono gli scambi di prigionieri, chiederà di liberare alcuni dei più noti detenuti palestinesi nelle carceri israeliane in cambio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, riporta l'emittente israeliana Channel 12 citando fonti di Hamas. Tra i nomi che Hamas citerà nei colloqui che inizieranno oggi ci sono quelli di Marwan Barghouti, capo di Fatah Tanzim, incarcerato per molteplici omicidi commessi durante la Seconda Intifada, Ahmad Sa'adat, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ibrahim Hamed, condannato a 45 ergastoli per aver orchestrato l'uccisione di numerosi israeliani come comandante di Hamas in Cisgiordania durante la Seconda Intifada; Abbas al-Sayed, che orchestrò l'attentato del 2002 al Park Hotel di Netanya, in cui morirono 39 israeliani, e Hassan Salameh di Hamas, condannato a 48 ergastoli per molteplici attentati suicidi.
Channel 12 cita una fonte di Hamas che afferma che il gruppo "non rinuncerà" a garantire il rilascio di questi e altri detenuti condannati all'ergastolo, "anche a costo di compromettere l'accordo". Israele aveva posto il veto su questi nomi nei precedenti accordi. Attualmente in Israele ci sono 303 detenuti in stato di libertà vigilata che stanno scontando l'ergastolo. Channel 12 riferisce inoltre che la delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya negozierà contemporaneamente anche con una squadra dell'Autorità Nazionale Palestinese, nel tentativo di garantire che il meccanismo "del giorno dopo" a Gaza includa l'Anp.
L'emittente israeliana afferma che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas sta promettendo delle riforme all'interno dell'Anp, tra cui una costituzione temporanea entro tre mesi ed elezioni entro un anno, alle quali Hamas potrebbe partecipare solo se accettasse il diritto di Israele a esistere. Fonti di Hamas hanno anche sostenuto che il gruppo starebbe chiedendo un ritiro iniziale delle Idf più ampio di quello mostrato sulla mappa pubblicata da Trump. Saranno inoltre chieste garanzie che alla fine le Idf si ritireranno completamente da Gaza, con un calendario preciso.
Intanto una fonte di Hamas ha fatto sapere ieri attraverso all Arabiyache il gruppo islamico avrebbe già iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi uccisi per lo scambio. Tuttavia i media affiliati ad Hamas hanno negato la notizia diffusa da al Arabiya, di proprietà saudita. Organi di informazione come Al-Aqsa Radio di Hamas affermano che si tratta di notizie false, prive di fondamento. Smentita anche la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato di consegnare le sue armi a un organismo sotto supervisione internazionale.
"Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile. Spero che accada, ma non posso garantirlo''. A poche ore dai negoziati il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu resta scettico. "Se non dovesse accadere" che Hamas accetti l'accordo, ''il presidente Trump ha dichiarato che sosterrà pienamente Israele in un'azione determinata contro Hamas", ha ribadito Netanyahu. "Speriamo di poter concludere questa situazione nel modo più semplice e non in quello più difficile", ha aggiunto.
"Non passeremo ad alcuna delle 21 clausole finché la prima, il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti - ha ammonito il premier - finché l'ultimo ostaggio, ognuno di loro, non sarà entrato in territorio israeliano. Solo allora passeremo ad altre clausole", ha ammonito.
Il suo scetticismo su una possibile intesa del resto Netanyahu l'aveva già manifestato venerdì quando aveva interpretato come risposta negativa il sì condizionato di Hamas al piano, tanto da far scattare una reazione stizzita di Trump. "Non capisco perché sei sempre così negativo. Questa è una vittoria. Accettala. - gli avrebbe detto al telefono il presidente Usa, secondo il sempre ben informato sito di Axios - Questa è la tua occasione di vittoria".
E spera nella vittoria ma restando freddo anche il capo della diplomazia israeliana Gideon Sa'ar. "Spero che ci siamo vicini. Siamo determinati a raggiungere un accordo il più rapidamente possibile per riportare a casa i nostri ostaggi", ha dichiarato il ministro degli Esteri al quotidiano tedesco Bild. "Quando si tratta di Hamas, le cose che sembrano semplici possono diventare molto complesse. Non credo a Hamas, credo a Trump. Credo agli Stati Uniti e agli attori internazionali coinvolti negli sforzi per porre fine alla guerra".

(Adnkronos) - Francesca Albanese, relatrice speciale del'Onu per i Territori palestinesi occupati, si alza e abbandona lo studio di In Onda, su La7. Albanese, ospite di Luca Telese e Marianna Aprile nella puntata del 5 ottobre, se ne va mentre Francesco Giubilei - altro ospite in studio con il giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini - fa riferimento alla posizione della senatrice Liliana Segre sull'uso del termine 'genocidio' per Gaza.
"Io intanto vorrei citare una personalità che, quando si parla di questi temi, negli ultimi mesi viene poco citata. Io sono molto d'accordo con quello che dice la senatrice Segre sul tema del genocidio...", dice Giubilei. Accanto a lui, Albanese si alza e lascia lo studio tra la sorpresa generale. "Devo andare, ho un altro appuntamento", dice Albanese. "Molto democratica, una scena vergognosa. Se si cita la senatrice Segre, ci si alza...", incalza Giubilei. "E' legato al fatto che alle 21 avrebbe dovuto lasciarci, l'avremmo salutata dopo aver fatto finire il suo intervento", interviene Telese.
Leggi tutto: Giubilei: "Io d'accordo con Segre". Albanese lascia In Onda: "Devo andare"

(Adnkronos) - Juventus e Milan non vanno oltre lo 0-0 nella gara valida per la sesta giornata di Serie A con Max Allegri al ritorno allo Stadium che riceve una piccola ovazione. Gara molto tattica ed equilibrata, con la voglia di non rischiare a larghi tratti e con i rossoneri che hanno però sbagliato con Pulisic un rigore che poteva cambiare la storia della sfida. Con questo pareggio il Milan sale a 13 punti, mentre la squadra di Tudor sale a 12 insieme all'Inter, con Napoli e Roma in vetta a 15.
Assenza pesantissima in casa Juventus, con Tudor che deve rinunciare a Bremer, mentre va solo in panchina Khepren Thuram con il tecnico bianconero che sceglie Rugani e McKennie dal 1', con Kalulu largo a destra nei quattro di centrocampo. In attacco spazio dal primo minuto per Conceiçao e David. Allegri, contro il suo passato, deve fare a meno dello squalificato Estupinan, sostituito da Bartesaghi sull'out sinistro di centrocampo. Recupera Tomori, mentre la coppia d'attacco è ancora una volta formata da Pulisic e Gimenez.
Nessun gol e pochissime emozioni nel primo tempo di una gara molto bloccata dal punto di vista tattico. La squadra di Tudor manovra di più mentre quella di Allegri prova a trovare spazi, provando a concludere anche da fuori con Rabiot e in due occasioni con Gimenez, prima con un tiro bloccato in due tempi da Di Gregorio e poi con un colpo di testa terminato largo di poco. Al 39' spunto di Conceiçao, che va via a Bartesaghi e cerca Gatti in area ma il difensore della Juventus non controlla e si trascina il pallone sul fondo.
La ripresa inizia con maggiore brio e al 48' c'è la super parata di Maignan su Gatti che si coordina in acrobazia e colpisce dall'interno dell'area piccola, ma viene fermato dal portiere del Milan anche se l'azione viene poi fermata per una irregolarità. Al 53' l'occasione più grande è del Milan con Pulisic che sbaglia un calcio di rigore, aprendo troppo l'interno e mandando alto il pallone. Penalty che era stato assegnato dall'arbitro Guida per un fallo di Kelly su Gimenez trovato da Modric con un perfetto lancio lungo.
Allegri decide di cambiare e inserisce Loftus-Cheek e Leao. Proprio il portoghese al 68' recupera palla nella sua metà campo, vede Di Gregorio fuori dai pali e prova a sorprenderlo da centrocampo ma non trova la porta di pochissimo. Al 73' altra grande occasione per Leao che stoppa di petto in area un filtrante di Pulisic ma la conclusione con il sinistro da due passi sfiora il palo. Tudor risponde con gli inserimenti di Vlahovic, Thuram e Openda ma non portano i risultati sperati, anzi nel finale, al 90' è ancora il Milan a sfiorare il successo ma sulla splendida verticalizzazione di Modric, Leao calcia male ad incrociare dall'interno dell'area e Di Gregorio respinge e salva la sua porta.
Leggi tutto: Juventus-Milan 0-0, Pulisic sbaglia il rigore decisivo

(Adnkronos) - Arriva la prima superluna del 2025. Il 7 ottobre sarà caratterizzato dall'evento spettacolare, determinato dal passaggio della Luna piena al perigeo, il punto più vicino alla Terra. Il fenomeno si manifesterà in particolare alle 5.48 della mattina del 7 ottobre, quando la Luna si troverà a circa 362mila km dalla Terra, nella posizione più vicina nel corso della sua orbita. La distanza inferiore alla media farà apparire il satellite naturale lievemente più grande rispetto alle dimensioni percepite quando la Luna è alla distanza ordinaria di circa 384mila chilometri.
Si calcola che, al passaggio al perigeo, la Luna piena possa apparire fino al 14% più grande e fino al 30% più luminosa. Quando le variazioni percepite sono di rilevanza minore, l'effetto è meno visibile ad occhio nudo e meno apprezzabile da persone non esperte.
La Superluna del 7 ottobre viene definita 'Luna del raccolto', perché è il fenomeno più vicino all'equinozio di autunno (22-23 settembre quest'anno) e in passato era associato al periodo del raccolto nelle campagne.
Intanto, si profila anche la possibilità duna superluna a novembre. L'appuntamento è fissato attorno al 5 novembre.
Leggi tutto: Superluna 7 ottobre 2025, ecco quando si vedrà meglio

(Adnkronos) - Donald Trump è "strano ma furbo". E' il giudizio che Richard Gere dà sul presidente degli Stati Uniti a Che tempo che fa, oggi 5 ottobre, nella prima puntata della nuova stagione del programma condotto da Fabio Fazio.
"È un momento estremamente oscuro negli Stati Uniti, ma lo vediamo anche in tutto il resto del mondo. Abbiamo un presidente che è decisamente strano e decisamente sui generis. Io non credo che nessuno capisca davvero chi sia, che cosa voglia fare, ma è furbo nella manipolazione di tutti: è stato eletto presidente due volte, abbastanza stranamente: due volte", dice Gere.
"Quindi è furbo, sa dove sono le paure della gente, le debolezze e sa avvantaggiarsene. Questo succede in tutte le forme di fascismo, quando ci sono delle debolezze nelle persone. Nei giorni immediatamente seguenti la sua elezione ha fatto dei tagli su denaro che andava nell'istruzione, in Africa, in medicina, in assistenza di base. Questo lo ha fatto dalla sera alla mattina", aggiunge.
"Avevamo un programma straordinario di sostegno che era stato voluto dal presidente precedente che ha salvato da 10 a 20 milioni di vite: non ha più voluto sovvenzionarlo e anche non ha più voluto sovvenzionare le mense dei bambini in America. È assolutamente strana questa cosa e nessuno capisce come sia potuto capitare in un Paese dove noi siamo sempre stati orgogliosi delle cose che abbiamo fatto, come questi programmi meravigliosi di aiuto. La democrazia e la gentilezza di base vanno via via scemando", afferma ancora.
Leggi tutto: Richard Gere a Che tempo che fa: "Trump strano ma furbo"

(Adnkronos) - Il Napoli si impone in rimonta 2-1 sul Genoa al Maradona e torna in vetta al campionato insieme alla Roma a 15 punti dopo la sesta giornata. Oggi 5 ottobre la squadra di Conte passa in svantaggio con un gran gol di tacco di Ekhator nel primo tempo e nella ripresa ribalta la sfida grazie alle reti al 57' di Anguissa e al 75' di Höjlund. La formazione di Vieira subisce invece la terza sconfitta consecutiva in campionato e resta ferma a 2 punti, in ultima posizione insieme al Pisa.
Conte in avvio sceglie Hojlund al centro dell'attacco, con Neres e Politano ai suoi lati. Beukema e Juan Jesus in difesa, con Milinkovic-Savic in porta e De Bruyne inizialmente in panchina. Vieira invece opta per il giovanissimo Ekhator preferito a Colombo, con Malinovskyi e Vitinha a supporto.
Il Napoli sfiora subito il vantaggio al 7' con il rinvio di Marcandalli che sbatte sul petto di Hojlund, Leali è fuori dai pali ma il pallone esce non di molto. Il Genoa risponde al 10' con Ekhator che calcia da fuori area ma il pallone termina lontano dalla porta. La squadra di Conte soffre le sortite offensive di Norton-Cuffy e al 33' subisce il gol. Proprio l'esterno rossoblu salta Olivera e mette al centro per Ekhator che da dentro l'area piccola insacca con un pregevole colpo di tacco per lo 0-1. Il Napoli prova a reagire, senza creare pericoli e perde Lobotka per infortunio.
Nella ripresa la musica cambia, Conte inserisce De Bruyne e Spinazzola e al 57' arriva il pareggio: cross di Spinazzola, Vasquez in spaccata anticipa Hojlund, ma arriva Anguissa che di testa deposita il pallone in rete per l'1-1. Al 60' Anguissa serve Spinazzola ma Sabelli mura la conclusione indirizzata verso lo specchio del terzino azzurro. Ancora Napoli pericoloso al 65' con Leali che in tuffo neutralizza il tiro di Di Lorenzo. Al 72' Hojlund va in gol su assist di De Bruyne ma viene annullato per la posizione di fuorigioco del belga.
Il Genoa prova a difendere il pari ma al 74' sul corner di De Bruyne, stacca Di Lorenzo che colpisce il legno. E' il prologo al gol che arriva un minuto dopo: al 75' Leali respinge il tiro da dentro l'area di Anguissa ma non può nulla sula ribattuta di Hojlund per il 2-1. Nel finale al 90' Lucca da poco entrato impegna Leali da posizione defilata, ma il portiere del Genoa fa buona guardia e limita il passivo: il Napoli riscatta la sconfitta di Milano e torna a correre.
Leggi tutto: Napoli-Genoa 2-1, rimonta azzurra con Anguissa e Hojlund

(Adnkronos) - "Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano dei maestri, avevano voglia di seminare il germe della legalità, credevano nel gruppo, credevano in una magistratura diversa da quella che ancora allora dialogava con la mafia e ne disconosceva la capacità di condizionate la società e mortificare la vita democratica". Lo ha detto il Procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio intervenendo al convegno organizzato dall'Anm sull'isola dell'Asinara per ricordare i due giudici a 40 anni dalla permanenza sull'isola per scrivere il maxiprocesso. "Francesca Morvillo avrebbe avuto oggi 80 anni, 85 Paolo Borsellino e 86 Giovanni Falcone - prosegue Patronaggio - ma gli eroi sono sempre giovani e belli nel ricordo dei posteri, perché giovani e belle erano le loro idee. Spesso osteggiati in vita e molto più spesso ipocritamente celebrati da morti".
Leggi tutto: Pg Patronaggio: "Falcone e Borsellino ipocritamente celebrati da morti"

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti e Luciano Darderi si affronteranno domani, lunedì 6 ottobre, nel terzo turno del Masters 1000 di Shanghai in un match visibile in diretta tv e streaming. Dopo il ritiro di Jannik Sinner contro Tallon Griekspoor, starà ai due azzurri difendere la bandiera italiana in Cina. Il toscano ha vinto contro l’argentino Francisco Comesana al debutto nel torneo, mentre Darderi ha spazzato via in due set il padrone di casa Bu Yunchaokete. In palio ci sono gli ottavi di finale, contro il vincente della sfida tra De Jong e Auger Aliassime. Ecco orario, precedenti e dove vedere il match.
Musetti-Darderi sarà il terzo match sul sul Grandstand 2, a partire dalle 6.30 italiane di domani, lunedì 6 ottobre. I due si sono affrontati una sola volta in carriera: Musetti, numero 9 del ranking Atp, ha avuto la meglio sul numero 29 nel secondo turno a Wimbledon 2024, in cinque set.
Musetti-Darderi sarà visibile in diretta su Sky Sport. Il match sarà trasmesso anche in streaming su Sky Go, Now e Tennis Tv.
Leggi tutto: Musetti-Darderi domani a Shanghai: orario, precedenti e dove vederla

(Adnkronos) - Jannik Sinner si ritira dal Masters 1000 di Shanghai, costretto a cedere nel terzo turno del torneo cinese contro Tallon Griekspoor. Il fuoriclasse azzurro dice dunque addio alle possibilità di difendere il titolo vinto un anno fa, ma saluta anche il sogno di tornare numero uno del ranking Atp dopo Vienna. Se prima di oggi il discorso era già complicato (all'azzurro sarebbe servito un percorso netto a Shanghai e in Austria, con due vittorie finali), ora l'ipotesi è da scartare. Sinner ha al momento 10.000 punti in classifica (contando già i 50 guadagnati ieri dopo la vittoria contro Altmaier) ed è a -1340 da Carlos Alcaraz.
Alcaraz non è iscritto ai tornei di Basilea e Vienna. Sinner, almeno prima del problema di oggi, aveva confermato la partecipazione all'Atp 500 austriaco. Dovesse vincerlo salirebbe a 10.500 punti, che non basterebbero comunque per il sorpasso. Punti importanti potrebbero arrivare dal Masters 1000 di Parigi, a cui non ha preso parte l'anno scorso, ma molto dipenderà anche da Alcaraz (che in Francia scarterà 100 punti). Così come alle Atp Finals di Torino, in cui Jannik dovrà difendere il titolo (e i punti) guadagnati un anno fa (qui Alcaraz scarterà invece 200 punti).
Leggi tutto: Sinner, e ora? Come cambia il ranking Atp dopo il ritiro di Jannik a Shanghai

(Adnkronos) - E' di almeno due morti e 12 feriti il bilancio di una sparatoria a Montgomery, in Alabama, dove era in corso una Fiera Nazionale. Lo ha dichiarato il capo della polizia di Montgomery, Jim Graboys, precisando che almeno tre persone hanno riportato ferite potenzialmente letali. Al momento non ci sono indicazioni sul movente e nessuno è stato preso in custodia.
"Voglio dichiarare espressamente che utilizzeremo tutte le risorse e faremo tutto il necessario per perseguire le persone coinvolte", ha affermato Graboys.
Leggi tutto: Sparatoria in Alabama, almeno 2 morti e 12 feriti alla fiera di Montgomery

(Adnkronos) - Prima il rischio infortunio, poi il ritiro per Jannik Sinner a Shanghai. Il fuoriclasse azzurro accusa un problema al ginocchio nel corso del secondo set del terzo turno del Masters 1000 cinese contro Tallon Griekspoor. Durante l'undicesimo game del secondo parziale, Sinner si trova a rincorrere, va sotto 0-40 e alla fine subisce il break (il primo dell'incontro). Per colpa, forse, anche di un fastidio al ginocchio, legato a un movimento irregolare dell'articolazione in uno scambio prolungato. Jannik poi si tocca il ginocchio, zoppica e fa qualche smorfia verso coach Vagnozzi al suo angolo. Dopo qualche secondo di preoccupazione torna quindi a giocare, perdendo il set. Prima di cominciare il terzo set, Sinner appare però preoccupato. E, curiosità, non si siede, forse per evitare i crampi.
Le condizioni fisiche dell'azzurro però sono precarie. Il serbatoio è vuoto, i crampi non sono più gestibili e sul 2-3 del terzo set, dopo 2 ore abbondanti di gioco, arriva il ritiro del numero 2 del mondo.
Leggi tutto: Sinner, ritiro per crampi a Shanghai: Jannik prima zoppica e poi si ferma
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