
(Adnkronos) - Oltre 6 milioni di italiani soffrono di malattie oculari, un terzo dei quali presenta una riduzione della vista invalidante. Oggi però, nonostante esistano tecnologie avanzate, trattamenti innovativi e strumenti diagnostici precoci, solo l'1% della spesa sanitaria pubblica è dedicato all'oftalmologia. Un settore che risulta dunque marginalizzato tra le priorità del Ssn. Questo squilibrio produce ritardi nell'accesso alle cure, carenza di risorse e forte pressione sugli specialisti. Lo segnala l'Associazione pazienti malattie oculari (Apmo) nata nel 2022, che in occasione della Giornata mondiale della vista che si celebra ogni secondo giovedì di ottobre ha riunito a Roma istituzioni, società scientifiche, associazioni pazienti e aziende per il primo meeting nazionale Apmo. L'associazione invita tutti i portatori di interesse a "dialogare sulle strategie da mettere in atto per garantire accesso ai percorsi di cura, innovare in maniera sostenibile la salute visiva, sostenere la qualità della vita dei pazienti affetti dalle più comuni patologie oculari, con un'attenzione particolare al territorio".
L'Apmo rilancia gli obiettivi della Carta della salute dell'occhio, documento di orientamento e promozione della prevenzione in ambito oftalmologico, realizzato nell'ambito della campagna per la prevenzione e il trattamento dei disturbi e delle patologie oculari 'La salute dei tuoi occhi. Non perderla di vista', promossa dall'associazione in collaborazione con Siso (Società italiana di scienze oftalmologiche) e con il patrocinio dell'Istituto superiore di sanità e dell'Intergruppo parlamentare Prevenzione e cura delle malattie degli occhi, e in sinergia con altre 18 tra associazioni pazienti e società scientifiche. Le attività del primo anno della campagna - che ha visitato 5 regioni (Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia e Sicilia), con incontri istituzionali che hanno coinvolto i decisori e gli specialisti locali per analizzare punti di forza e criticità dell'assistenza e cura in ambito oftalmologico sul territorio, e con appuntamenti informativi e di screening territoriali - hanno registrato ottimi risultati, riferiscono i promotori, contribuendo ad aumentare la sensibilizzazione sulle patologie oculari. Gli incontri informativi hanno coinvolto oltre 400 persone, sottoposte a mini-screening per le più comuni patologie oculari: 1 su 5 è risultata"diagnosticata a rischio" a seguito del controllo.
"Il bilancio della campagna è più che positivo, considerando che Apmo è nata di recente e tante sono le problematiche messe in campo e da affrontare - dichiara Francesco Bandello, presidente Apmo e direttore Unità Oculistica Irccs ospedale San Raffaele di Milano - Siamo consapevoli che questi primi risultati hanno un valore relativamente modesto rispetto alla possibilità di cambiare concretamente la realtà in cui operiamo. Qualcosa però si muove. Se guardo al futuro sono ottimista, auspicando che si riesca a mantenere l'attuale livello di attenzione, di sollecitazioni, di dialogo, perseverando sugli stessi obiettivi: la nostra associazione si propone di ricoprire, in questo senso, un ruolo di primo piano".
Al congresso è intervenuto fra gli il ministro della Salute, Orazio Schillaci. La mattinata - si legge in una nota - ha previsto e tavole rotonde in cui si sono alternati i rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni e aziende, oltre ai pazienti e agli specialisti. Temi centrali: l'accesso ai percorsi di cura e l'innovazione sostenibile. Nel pomeriggio la prima tavola rotonda è dedicata alla Carta della salute dell'occhio e alle problematiche assistenziali legate al territorio, la seconda alle principali malattie oculari e alla qualità di vita dei pazienti, mentre nella terza tavola rotonda ampio spazio al maxi tema retinopatie, maculopatie e miopia grave.
"Accessibilità alla diagnosi precoce, alle terapie più innovative ed efficaci, avere le risorse per la migliore appropriatezza terapeutica": sono questi gli obiettivi che si propone Apmo e che muovono l'impegno dell'associazione verso un ruolo di "punto di riferimento nazionale per i pazienti con malattie oculari".
"Apmp è cresciuta - rimarca Bandello - C'è stata un'evoluzione dovuta a due fattori: da una parte l'ascolto dei pazienti, dei bisogni, delle esigenze, dei problemi, per capire come aiutarli e dare risposte per offrire soluzioni; dall'altra la collaborazione con il mondo delle istituzioni, perché a questi interlocutori dobbiamo portare i problemi dei pazienti e cercare insieme di affrontarli secondo le modalità e le aspettative di maggiore interesse per i cittadini. Queste due anime proprio all'interno del congresso si incontrano e dialogano. In prospettiva, il nostro obiettivo è diventare sempre più numerosi e credibili e migliorare l'organizzazione delle diverse sedi regionali Apmo. Abbiamo bisogno di essere aiutati dalle istituzioni, perché i nostri pazienti non muoiono a causa di una malattia oculare, ma la perdita della vista terrorizza le persone più della morte e comporta gravissime disabilità; non curare - ammonisce lo specialista - si traduce in un aumento esponenziale di costi per il cittadino e il servizio pubblico".
Leggi tutto: Malattie degli occhi per 6 milioni di italiani ma spesa Ssn ferma all'1%

(Adnkronos) - Jasmine Paolini e un 'alleato' speciale, di nome Jannik Sinner. L'azzurra, numero 8 del ranking Wta, ha spiegato dopo il match contro Tauson a Wuhan a cosa sono dovuti i miglioramenti dell'ultimo periodo: "Il mio ex allenatore, Renzo Furlan, stava parlando con Jannik e sono rimasta sorpresa perché ha detto che non stavo facendo qualcosa in campo" le parole dell'azzurra, che ha raccontato con un aneddoto a cosa si deve la sua svolta in campo.
Paolini, oggi in corsa per la seconda qualificazione consecutiva alle Wta Finals, ha poi aggiunto: "Il mio allenatore è venuto da me dicendo ‘Jannik ha detto che devi fare questo’. Insomma, quando Jannik ti dice di fare qualcosa, devi semplicemente farlo. Come puoi dire di no a un consiglio di Jannik?". Nello specifico, però, nessuno spoiler: "Non posso dire di cosa si tratta perché altrimenti lo verrebbero a sapere anche le mie avversarie" ha aggiunto l'azzurra, che ora punta a entrare tra le migliori otto della stagione forte anche della dritta del numero 2 al mondo.
Leggi tutto: Paolini, l'aneddoto su Sinner: "Ho svoltato grazie a un consiglio di Jannik"

(Adnkronos) - "I numeri del tumore al seno metastatico rappresentano molto bene il buon funzionamento dei centri di senologia in Italia. Il sempre più alto numero di pazienti viventi con tumore al seno metastatico dimostra che guariscono di più e che hanno una malattia cronica più prolungata. Questo è il risultato di un buon percorso che stiamo facendo in tutta Italia grazie all'applicazione dei Pdta dei centri di Senologia". Lo ha detto Corrado Tinterri, responsabile dell’Unità operativa di Senologia Breast unit Humanitas di Rozzano (Milano) e vicepresidente di Senonetwork, alla presentazione della campagna di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico 'Pazienti, fino a un certo punto'. Presentata oggi a Roma, in vista della Giornata nazionale di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico (13 ottobre), la campagna è realizzata da Europa Donna Italia con il patrocinio di Aiom (Associazione italiana oncologia medica), Fondazione Aiom, Senonetwork - il network dei centri italiani di senologia - e delle Associazioni di pazienti Andos Onlus, Ropi - Rete oncologica pazienti Italia e Oltre il nastro rosa.
"Una donna col tumore al seno metastatico trova all'interno dei centri si Senologia tutto ciò di cui ha bisogno: le migliori cure, i percorsi pilota, i farmaci che altrimenti non riuscirebbe a trovare a volte in altri ospedali. E tutto ciò porta ovviamente ad un prolungamento della sua buona qualità di vita e della vita stessa - ha spiegato Tinterri - I numeri che oggi vediamo in Italia, tra i migliori in Europa, non sono quindi un caso".
"Oltre che di prevenzione, che è importantissima, parlerei anche di qualità delle cure. La prevenzione è fondamentale, ma se poi non è seguita da un percorso di cure di alta qualità e di buona pratica clinica, rischiamo di perdere tutti i vantaggi ottenuti dalla prevenzione. All'interno dei centri di Senologia noi garantiamo la miglior pratica clinica possibile, con degli indicatori, dei controlli e delle verifiche sia regionali che ministeriali, questo ha garantito di alzare l'asticella della qualità soprattutto per le donne che hanno una malattia complessa, come la malattia metastatica" ha poi concluso.
Leggi tutto: Cancro al seno metastatico, il senologo: "Sempre più donne guariscono"

(Adnkronos) - E' "un'ottima notizia" il primo xenotrapianto al mondo di fegato da maiale a uomo eseguito in Cina in un ricevente in vita, un 71enne con cirrosi da epatite B e carcinoma epatocellulare (senza alternative terapeutiche). I dati certificano che l'organo impiantato come fegato ausiliario ha funzionato più di 1 mese e l'uomo è sopravvissuto 171 giorni dopo l'operazione, ed è "una conferma che dal punto di vista immunologico sono stati fatti dei progressi molto importanti". Ma "se dobbiamo considerare la ricaduta futura sul sistema sanitario, quella più imminente si può individuare sul fronte di organi come il rene che oggi, alla luce degli avanzamenti preclinici e clinici e dei risultati incoraggianti, sembra essere il campo prioritario". A evidenziarlo all'Adnkronos Salute è il massimo esperto italiano di xenotrapiantologia, Emanuele Cozzi, professore ordinario di Immunologia dei trapianti all'università di Padova e consulente immunologo del Centro nazionale trapianti (Cnt).
A che punto siamo? "La scorsa settimana - racconta Cozzi per dare un'idea della situazione - dal Congresso mondiale sullo xenotrapianto che si è svolto a Ginevra, e in occasione del quale si è tenuto anche un incontro con l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è emerso un bilancio: noi sappiamo che ad oggi sono stati eseguiti in 2 Paesi - Usa e Cina - 9 xenotrapianti (2 di cuore, 1 di fegato e 6 di reni) nell'uomo consenziente e ad uso compassionevole, cioè in pazienti adulti senza alternative terapeutiche. Un numero molto limitato. Ma il dato importante è che in questo momento negli Stati Uniti, a Boston, ci sono 2 malati trapiantati con rene di maiale che sono in vita senza dover ricorrere alla dialisi, in un caso da quasi 4 mesi e nel secondo da 9 mesi. Numeri che fanno riflettere". Uno dei pazienti in questione è l'americano Tim Andrews, 67 anni, che vanta un record di sopravvivenza con un rene di maiale funzionante, ad oggi appunto 9 mesi. "Un traguardo storico", commenta Cozzi. "Altra informazione emersa a Ginevra è che anche in Cina gli esperti hanno una donna trapiantata con rene da maiale ingegnerizzato, in vita da 7 mesi con quest'organo. Ecco perché possiamo dire che in questo preciso momento sul rene siamo più avanti e la priorità va in quella direzione". Sembra, argomenta l'esperto, "che dal punto di vista fisiologico sia l'organo meno 'difficile'".
Il periodo è sicuramente di grande fermento dal punto di vista scientifico per gli xenotrapianti. "Attualmente nel mondo 5 centri di ricerca hanno detto di aver mantenuto in vita dei primati non umani con un organo salvavita, che è o il cuore o il rene, per almeno 1 anno - riferisce lo specialista - Poche settimane fa, sempre negli Stati Uniti, la scimmia in vita con un rene di maiale da più a lungo ha appena festeggiato il quinto compleanno". Questo il quadro. "Io mi occupo di xenotrapianto da 30 anni - riflette Cozzi - e devo dire che, se qualcuno mi avesse detto 2 anni fa 'facciamo lo xenotrapianto di rene nell'uomo e pensiamo ad arrivare a 9 mesi', come sta succedendo oggi, gli avrei risposto: 'good luck', buona fortuna. I risultati sono davvero promettenti. Però non ci sbilanciamo. Ci tengo a dire che l'organo migliore sul quale possiamo contare nei prossimi 3-5 anni resta l'organo umano. Non vorrei che in un Paese come il nostro, in cui abbiamo il 30% di opposizioni" alla donazione di organi, "le persone possano pensare che tanto c'è lo xenotrapianto" e donare non serve.
Per quanto riguarda il fegato, continua Cozzi, nello studio diffuso oggi "si parla di trapianto come organo ausiliare. Non è dunque una 'destination therapy'", ma un intervento pensato per avere una durata limitata. "E' un risultato importante, perché il fegato deve sostenere la vita di un paziente in una situazione critica e loro hanno dimostrato" che potrebbe funzionare "con dei criteri biologici essenziali che riguardano sia la produzione di albumina che la produzione di acidi biliari e il contributo nella cascata della coagulazione, cioè proprio il minimo che si vuole da un trapianto di fegato". Detto questo, "il fegato è una 'fabbrica' di tante proteine, di tanti elementi sotto diversi punti di vista, e questo tipo di approccio come fegato ausiliare è forse meno prioritario. C'è prima il rene, il cuore e poi il fegato, in questo settore. Anche perché per esempio noi in Italia molto raramente abbiamo bisogno di un fegato ausiliario in tempo reale. Avendo a disposizione circa mille fegati donati ogni anno, riusciamo per fortuna a soddisfare quasi sempre l'emergenza di un malato con un organo umano italiano".
Il percorso degli xenotrapianti, intanto, procede. "La statunitense Fda (Food and Drug Administration) quest'anno ha autorizzato, a mia conoscenza, 3 trial clinici e 2 sono proprio nel rene; il terzo riguarda il fegato, ma come organo 'bridge' (non ausiliario come fatto in Cina), un organo tenuto fuori dal corpo che serve per mantenere in vita il malato quelle poche ore necessarie per reperire un organo umano. Sembra dunque che il rene sia indubbiamente più avanti e la Fda adesso, accanto all'uso compassionevole che prevedeva l'ok per un singolo malato alla volta, ha autorizzato 2 studi da 30 malati l'uno. Vuol dire che credono" nelle prospettive di questo intervento.
Ma quanto tempo ci vorrà per un debutto nella pratica clinica? "E' una domanda alla quale forse potremo avere una risposta più certa tra 1 anno" quando le informazioni saranno ancora di più, ragiona Cozzi. "Basandosi su 9 malati" xenotrapiantati, "che sono pochi, possiamo dire che i risultati, parlando soprattutto di rene, sono davvero incoraggianti, migliori delle attese. Vedremo adesso quanto durano. E nei trial autorizzati dalla Fda si è stabilito di procedere per step, cominciando con 2 trapianti, documentando i risultati e poi procedendo con altri pazienti" fino a quota 30, "in modo da potersi fermare prima se i risultati non fossero buoni. Certo, avere oggi 2 persone - una a 7 mesi e una a 9 mesi - con reni di maiale che funzionano promette bene. Però, prima di dire che si farà lo xenotrapianto clinico, occorre vedere cosa succede in questi 60 malati. Vediamo come si evolve. Non è possibile sbilanciarsi" su un orizzonte temporale. "Tra 1 anno, se avremo un numero ragionevole di malati mantenuti in vita con rene di maiale, senza dialisi, per più di 1 anno, potremo dire che si va nella direzione giusta. Si investirà sempre di più e i risultati saranno sempre meglio. E, se dovesse esserci la svolta, significherebbe che si trasformerà il modo in cui cureremo il malato in insufficienza terminale d'organo. Inutile dire che sarebbe una svolta da Nobel".

(Adnkronos) - "Le nuove terapie hanno cambiato l’intero paradigma di trattamento delle varie tipologie di cancro della mammella, trasformandole da malattie mortali a patologie che possono essere cronicizzate nella larga parte dei casi". Lo ha detto Saverio Cinieri, direttore Oncologia medica e Breast unit dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi e presidente della Fondazione Aiom - Associazione italiana di oncologia medica, all’incontro di presentazione - oggi a Roma - della campagna 'Pazienti, fino a un certo punto', dedicata al tumore al seno metastatico. Presentata a pochi giorni dalla quinta Giornata nazionale di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico (Tsm), che si celebra il 13 ottobre, la campagna è realizzata da Europa donna Italia con il patrocinio di Aiom, Fondazione Aiom, Senonetwork - il network dei centri italiani di senologia - e delle associazioni di pazienti Andos Onlus, Ropi - Rete oncologica pazienti Italia e Oltre il nastro rosa.
Ad aiutare le pazienti ad avere non solo una vita più lunga ma anche una migliore qualità di vita anche i target dell’azione delle nuove terapie, come spiega Cinieri: "Molte delle molecole odierne sono orientate su specifici bersagli molecolari, uccidono quindi solo le cellule malate, permettendo di evitare in alcuni casi gli effetti collaterali classici della chemioterapia".
Il passaggio del tumore al seno metastatico (Tsm) da patologia mortale a malattia che può essere resa cronica, pone i clinici e le istituzioni davanti alla necessità "di accompagnare lungo il fortunatamente lungo percorso della vita le donne che vivono la cronicizzazione. Dobbiamo condividere con loro importanti informazioni - prosegue Cinieri - legate ad esempio allo stile di vita, e dobbiamo essere disponibili a sostenerle nella gestione degli affetti familiari e dei figli". "L'età della diagnosi di cancro alla mammella si è abbassata e quindi dobbiamo fare in modo che ci sia grande attenzione. Nella mia istituzione, ad esempio, abbiamo da poco un ambulatorio di nutrizione, con specialiste bravissime a gestire la nutrizione delle pazienti con cancro alla mammella, sia in adiuvante che nella malattia metastatica. Questa è soltanto una delle tante cose che possiamo e dobbiamo fare" conclude.
Leggi tutto: Tumori, Cinieri (Aiom): "Con nuovi farmaci cancro al seno metastatico diventa cronico"

(Adnkronos) - "Questa campagna è dedicata al tumore al seno metastatico (Tsm). Da molti anni, in occasione della Giornata dedicata alla sensibilizzazione per il tumore alla mammella metastatico che si celebra il 13 ottobre, facciamo partire una campagna importante, raccontando ogni anno i diversi obiettivi. Quest'anno ci siamo concentrate sull'accesso ai farmaci". Così Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, in merito alla campagna di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico "Pazienti, fino a un certo punto" presentata oggi a Roma. L'iniziativa è frutto dell’impegno di advocacy di Europa Donna Italia e gode del patrocinio di Aiom, Fondazione Aiom, Senonetwork - il network dei centri italiani di senologia - e delle Associazioni di pazienti Andos Onlus, Ropi - Rete oncologica pazienti Italia e Oltre il nastro rosa.
"L'accesso ai farmaci, dopo che la ricerca ha fatto il suo lavoro e che le terapie sono finalmente approvate, è fondamentale e, nel nostro Paese, soffre di ritardi e disomogeneità. I ritardi nell'accesso non si verificano solo a livello nazionale, ma anche regionale, perché tutto dipende dalle singole amministrazioni sanitarie regionali - aggiunge D’Antona - Possiamo ad esempio trovarci in una regione del Nord a non poter avere accesso ad un farmaco, mentre al Sud sì, perché l'organizzazione della Regione è conformata in questo modo". "Abbiamo presentato la nostra campagna ad Europa donna Parlamento, le nostre compagne di strada a livello parlamentare da cui vorremmo un appoggio per accelerare il processo relativo all’equo accesso ai farmaci per le pazienti. Siamo contentissimi dei progressi della ricerca e lo siamo altrettanto di quello che le istituzioni fanno però vorremmo arrivare all'ultimo miglio. Per questo motivo oggi siamo qui" conclude.


(Adnkronos) - "I pazienti" aspettavano "da tanto tempo" questo trattamento che permette di "poter guarire". Il lavoro è adesso nelle mani delle regioni "perché dovranno individuare i centri deputati a poter eseguire la terapia. Ne abbiamo 4-5 in tutta Italia autorizzati e capaci di farlo". In particolare, sarebbe importante che "la Sardegna e la Sicilia - le regioni" dove le emoglobinopatie sono "endemiche, con circa 2.600-2.700 pazienti - indicassero un loro centro: eviterebbero dei viaggi" complicati. Così Valentino Orlandi, presidente della United, la Federazione nazionale delle associazioni di pazienti con talassemia o anemia falciforme, commenta la pubblicazione in Gazzetta ufficiale da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per la rimborsabilità di exagamglogene autotemcel (exa-cel), prima e unica terapia di editing genetico approvata per il trattamento di pazienti con beta-talassemia trasfusione-dipendente (Tdt) e anemia falciforme severa (Scd).
Il nuovo trattamento con tecnologia Crispr-Cas9 (le 'forbici molecolari' dell'editing genetico) è indicato per pazienti che hanno caratteristiche specifiche e definiti limiti di età. "Questa è una sorta di discriminazione - osserva Orlandi - Il mio lavoro sarà continuo e costante" per garantire l’accesso tempestivo ai pazienti eleggibili. "Nei nostri congressi abbiamo ascoltato" le testimonianze "dei pazienti che nei trial clinici, quindi 2-3 anni fa, hanno eseguito questa terapia: hanno sviluppato un'emoglobina fetale di valori importanti, con una energia e una forza che prima non riscontravano. Quindi - rimarca - non sarà per tutti i pazienti, non sarà domani, ma questi pazienti” per cui c’è la terapia, "svolteranno la vita".
Leggi tutto: Terapia genica per emoglobinopatie, Orlandi (United): "Regioni trovino i centri"

(Adnkronos) - ''Lo sport mi ha dato la possibilità di non definirmi disabile ma di definirmi specialmente abile. Lo sport più di qualsiasi altra cosa mi ha dato la possibilità di capire che anche se non potevo vedere la luce potevo essere luce''. Così Annalisa Minetti, atleta paralimpica, intervenendo agli Stati Generali dell’Educazione e della Prevenzione, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos, a Roma.
''Lo sport a scuola è una materia fondamentale per riconoscere le proprie abilità e per avere un orientamento, per riconoscersi persone di valore, capaci di ritrovare la forza sempre anche quando non c'è - ha aggiunto - Lo sport insegna ad amare la fatica e a cercare di andare sempre oltre il proprio limite''.

(Adnkronos) - “Non posso partire se non ricordare che oggi ci sono dei segnali di pace. Questo va riaffermato e collegato al discorso di oggi, perché tutti quanti voi avete parlato di una cosa che ci sta a cuore: il futuro delle nuove generazioni. Bisogna fare in modo che mai si attenti alla vita dei minori, è intollerabile. C’è un forte disagio tra i giovani, lo confermano i dati. Un disagio c'è che porta il 25% dei ragazzi a 15 anni a dire di essere insoddisfatti della vita con tendenza al suicidio. E probabilmente tra le cause c’è il silenzio: quello che si trova nelle famiglie o nei rapporti interpersonali. L’opposto dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza. Il valore fondamentale di questa giornata sta proprio nel dimenticare di essere indifferenti e di porre al centro le nostre volontà di dare un contributo a fare qualcosa per i nostri giovani”. Così Nicola Graziano, presidente Unicef Italia, organismo che patrocina ‘Gli Stati Generali dell’Educazione e della Prevenzione’ sul bullismo, in corso al Palazzo dell'Informazione Adnkronos, a Roma.

(Adnkronos) - Rubano due teschi umani nell'ossario del cimitero di Ostellato, in provincia di Ferrara, per farci due paralumi per la casa. Protagonisti della vicenda una coppia di fidanzati, lui 34 e lei 33 anni, che sono finiti davanti al gip per concorso in sottrazione di cadavere aggravata dall'essere stata commessa in un cimitero. Il procedimento si è concluso alcuni giorni fa con il non luogo a procedere per la tenuità del fatto.
I fatti risalgono a novembre 2023 quando era stato segnalato un furto nell'ossario di Ostellato. A gennaio del 2024 il proprietario di un casolare aveva segnalato di aver trovato due teschi nell'abitazione, dove fino a poco tempo prima avevano vissuto la figlia con il fidanzato. Contattati dai carabinieri i due avevano ammesso di aver rubato i teschi per realizzare due lampade. Erano stati quindi denunciati dai carabinieri di Porto Maggiore.
Secondo lo psichiatra Claudio Mencacci, copresidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, si tratta di un fatto ''macabro sicuramente da condannare ma al di là delle considerazioni, che però sono prioritarie, di carattere etico, in primo luogo c'è un tema di fascinazione o di feticismo per la morte''. ''Poi c'è la tematica della trasgressione e di andare al di là di quelle che sono delle norme sociali - sottolinea lo psichiatra all'Adnkronos - Non sappiamo se tutto questo era in qualche modo collegato a un loro bisogno di trasgressione. Sta di fatto che rimane un comportamento antisociale, questo non dobbiamo perderlo di vista''.
Il fatto che il gesto sia stato messo in atto ''da una coppia e non da un singolo'' richiama ''un significato anche di coppia, come la ricerca di emozioni forti. C'è quindi una sensation seeking molto importante. C'è anche da vedere l'aspetto di rafforzamento, di consolidazione trasgressiva della coppia. Poi non sappiamo se c'è la condivisione di fantasie sull'area del feticismo''.
Quindi, spiega lo psichiatra, ''lo sfondo ipotizzato da un lato posta verso questo feticismo macabro, non escluderei una sorta di attrazione, la cosiddetta parafilia necrofila: perché in fondo questi teschi umani devono essere stati ripuliti e rilavorati per farne la luce durante la notte. Infine c'è un fondo di sadismo: il piacere di possedere ciò che rappresenta la finitezza''. ''Poi è chiaro che esiste l'ipotesi di una coppia che può avere una sua estetica dark ma, come dire, questo mi sembra che superi in ogni caso il segno'', conclude.

(Adnkronos) - ''Lo sport è un fondamento nella prevenzione del disagio''. Lo ha detto la senatrice di Noi Moderati Mariastella Gelmini intervenendo agli Stati Generali dell’Educazione e della Prevenzione, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos, a Roma. Gelmini ha sottolineato che ''il disagio nasce nella solitudine''. ''Lo sport è importante perché innanzitutto è prevenzione al disagio: lo sport si pratica con altre persone, ha in sé una socialità e un confronto con gli altri ed è sano perché previene tutte le diverse forme di disagio che stiamo iniziando a conoscere''.
Leggi tutto: Bullismo, Gelmini: "Sport fondamento nella prevenzione del disagio"


(Adnkronos) - La partecipazione dell’Anfp (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia agli Stati generali dell’educazione e della prevenzione, in corso al Palazzo dell'Informazione Adnkronos, "rappresenta un importante riconoscimento dell’autorevolezza e delle competenze dei dirigenti di Polizia nelle attività di prevenzione e contrasto della devianza, nonché nella costruzione di contesti sociali sicuri e inclusivi. La specificità professionale dei dirigenti di Polizia, che quotidianamente maturano esperienza diretta nella gestione delle problematiche legate alla devianza, in particolare giovanile, costituisce un patrimonio di conoscenze prezioso. È fondamentale che tale patrimonio venga condiviso con tutti gli attori coinvolti nell’azione educativa, civile e sociale, per rafforzare le strategie di prevenzione e promuovere comportamenti rispettosi delle regole e della convivenza". Lo ha detto Emanuele Ricifari, Presidente dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, intervenendo al convegno.
"L’attività di raccolta dati e di ricerca su vasta scala condotta dall’Osservatorio nazionale sul bullismo ed il disagio giovanile, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e gli altri partner istituzionali, rappresenta uno strumento essenziale per fornire contributi concreti alle Istituzioni pubbliche e alle agenzie educative. In questo modo -ha aggiunto- ogni intervento di prevenzione può essere più mirato, coerente ed efficace, contribuendo ad affrontare con metodo e responsabilità la vera emergenza educativa dei nostri tempi per contrastare innanzitutto l’odioso fenomeno del bullismo che incide assai negativamente sui nostri ragazzi più fragili".
(Adnkronos) - "Per la scuola il bullismo è un tema, ma la scuola non può essere lasciata da sola. Spesso si tende a delegare alla scuola tante azioni ma c'è bisogno di relazioni positive con l'esterno". Lo ha detto Cristina Costarelli, presidente dell'Anp (Associazione Nazionale Presidi) Lazio, intervenendo agli Stati generali dell'educazione e della prevenzione al Palazzo dell'Informazione Adnkronos. "Per questo la scuola deve aprirsi senza diffidenza e autoreferenzialità. E' importante -ha aggiunto- che i docenti capiscano i segnali, i cambiamenti di comportamento, i sintomi di disagio dei giovani".
Leggi tutto: Bullismo, Costarelli (Anp): "Docenti capiscano segnali ma scuola non sia lasciata sola"

(Adnkronos) - Perché parlare ancora di sicurezza in medicina estetica? Perché nonostante i progressi, i rischi di trattamenti improvvisati e messaggi ingannevoli continuano a minacciare la fiducia dei pazienti. L'etica come cornice: la sicurezza non è ieri, ma il cuore del domani. Con il congresso 2025 all'Allianz MiCo - Milano Convention Center (9-11 ottobre), e il tema 'Precision Beyond the Surface - la precisione va oltre l'apparenza', Agorà rilancia la sfida: trasformare la sicurezza in precisione, responsabilità e rispetto dell'identità del paziente. Oltre 7mila professionisti da tutto il mondo si danno appuntamento nel capoluogo lombardo, capitale internazionale del settore, per 3 giorni di formazione, ricerca e confronto. Un programma scientifico con 99 sessioni, 654 contributi, 43 workshop aziendali, 27 sessioni di live injection, per osservare tecniche avanzate in tempo reale. Tra i focus, l'utilizzo dell'ecografia nell'estetica medica, la medicina rigenerativa, i fili di sospensione e le combinazioni laser-filler. Un congresso che trasforma la scienza in domande e risposte. Perché ogni domanda del paziente chiede una risposta onesta. E ogni decisione clinica richiede trasparenza.
Cosa significa per Agorà 'oltre la superficie'? Precisione diagnostica per ridurre complicanze, accuratezza dei risultati per rispettare l'identità del paziente e sostenibilità nel tempo per evitare dipendenze da trattamenti ripetuti. "Un risultato estetico di qualità deve garantire efficacia clinica nel tempo, pur mantenendo il risultato reversibile, senza eccessi né forzature - sottolinea Maurizio Cavallini, chirurgo plastico e presidente di Agorà - perché la vera medicina estetica è quella che mette il paziente al centro, con etica e responsabilità". Come contrastare le false promesse che circolano sui social e nel marketing aggressivo? "Precision beyond the surface significa anche debunking - precisa Magda Belmontesi, dermatologa e vicepresidente di Agorà - smontare informazioni ingannevoli, distinguere scienza da pubblicità, restituire al paziente strumenti chiari e basati su evidenze. E' un impegno culturale prima ancora che clinico, che Agorà porta avanti con campagne istituzionali e linee guida trasparenti".
Come garantire che il paziente sia davvero informato e partecipe delle proprie scelte? Agorà ha elaborato moduli di consenso specifici per ciascuna procedura, dalla tossina botulinica ai filler, fino al laser frazionale. "Una tutela giuridica, ma soprattutto un atto di responsabilità - afferma Claudio Plebani, segretario generale e responsabile dell'ufficio legale Agorà - perché il tempo della comunicazione medico-paziente è tempo di cura". Chi assicura che i medici siano formati e costantemente aggiornati? La risposta è la Scuola superiore post-universitaria in Medicina estetica di Agorà: oltre 1.500 diplomati, 4.000 trattamenti annui sotto tutoraggio e 3.000 pazienti reali seguiti ogni anno. "Ogni specializzando affronta almeno 150 ore di pratica supervisionata - ricordano i co-direttori Nadia Tamburlin e Mario Mariotti - e il 62% dei diplomati continua ad aggiornarsi al congresso".
Leggi tutto: Medicina estetica tra rigore scientifico e falsi miti da sfatare all'Agorà 2025

(Adnkronos) - Sandro Tonali torna in Serie A? Oggi, giovedì 9 ottobre, l'ex centrocampista del Milan, che gioca in Premier League al Newcastle, ha parlato della possibilità di tornare nel campionato italiano, dopo che nelle ultime sessioni di mercato, anche in estate, erano suonate con insistenza le sirene di diversi club, tra cui la Juventus.
"Prima o poi tornerò in Serie A, perché per un italiano c'è sempre la volontà di tornare nel suo Paese", ha detto Tonali ai canali ufficiali dell'Italia direttamente dal ritiro della Nazionale, attesa dai match contro Estonia e Israele, "magari non adesso, perché ora mi trovo bene in tutto. Ma non chiudo mai la porta".
Ora però il centrocampista è concentrato sui due impegni degli azzurri, fondamentali per alimentare le speranze di qualificarsi ai prossimi Mondiali 2026: "Dopo la Norvegia tutte le partite sono fondamentali, sappiamo benissimo quanto valgono. Siamo pronti per affrontarle una alla volta. In allenamento ci divertiamo, facciamo tanto, il mister ci fa correre ma è importante anche divertirsi".
Leggi tutto: Tonali, voglia di Serie A? Il centrocampista: "Prima o poi tornerò"

(Adnkronos) - Quello di oggi è stato per Ferrari un Capital Markets Day importante (e non solo per la presentazione della prima elettrica della casa di Maranello) e carico di 'orgoglio': che non ha scaldato il cuore degli investitori - con il titolo precipitato in pochi minuti da 415 a 350 euro - ma che ha fornito significative indicazioni sulla direzione del brand. L'ad Benedetto Vigna ha parlato di un nuovo piano strategico "ambizioso come quello dell'ultima volta", ovvero nel 2022, ma con un "punto di partenza di 7 miliardi". L'obiettivo della Rossa è di arrivare nel 2030 a un fatturato netto di circa 9 miliardi di euro (pari a una crescita annua di circa il 5%) con un Ebitda di almeno 3,6 miliardi. Vigna ha ammesso che forse "il mercato si aspettava ricavi più alti" ma "l'importante è rispettare i target, dobbiamo essere prudenti".
"Vogliamo continuare a crescere ed essere esclusivi - ha aggiunto - ma per essere unici non possiamo produrre troppe auto" ha aggiunto. Numeri di produzione a parte, tuttavia, da Maranello si promettono novità a getto continuo: dal 2022 a oggi sono stati lanciati 14 modelli, e il nuovo piano conferma lo stesso ritmo, con una media di quattro lanci all’anno tra il 2026 e il 2030. "Ogni modello - si spiega da Maranello - sarà progettato con un posizionamento distintivo per rivolgersi a una clientela specifica, mantenendo fede alla nostra strategia 'diverse Ferrari per diversi Ferraristi e diverse Ferrari per momenti diversi' ". La stima è di una gamma di auto sportive che al 2030 sarà composta per il 40% circa da un’offerta di modelli con motore a combustione interna (ICE), per il 40% circa da modelli ibridi e per il 20% circa da modelli elettrici. Su quest'ultimo fronte si registra un dimezzamento degli obiettivi di produzione di modelli a zero emissioni, frutto di una 'ri-valutazone' del mercato, anche per evitare i bagni di sangue finanziari che stanno sperimentando i marchi concorrenti, a iniziare da quelli tedeschi.
Resta comunque la curiosità per la prima (ma non unica) elettrica di Maranello, che dovrebbe entrare in listino nella seconda metà del 2026: come ha sottolineato il presidente John Elkann “con la nuova Ferrari elettrica, affermiamo ancora una volta la nostra volontà di progresso unendo la disciplina della tecnologia, la creatività del design e l'arte della produzione". Ieri, durante il Technology and Innovation Workshop, Ferrari ha svelato il telaio, pronto per la messa in produzione, e il gruppo propulsore della sua elettrica, spiegando che "apre un nuovo capitolo nella nostra storia, e lo fa interpretando la tecnologia elettrica secondo la filosofia unica di Ferrari". L'elettrica di Maranello "è stata creata con la stessa ambizione: portare l’incomparabile sportività Ferrari nell’era elettrica senza compromessi, garantendo ai clienti un’offerta differenziata tra cui scegliere". Bisognerà vedere quale sarà il mercato in cui si troverà a muoversi. Di sicuro, non sarà una elettrica come le altre, e probabilmente anche Enzo Ferrari ne sarebbe fiero.

(Adnkronos) - La transizione dalla scuola al lavoro continua a rappresentare uno dei nodi più critici del sistema economico e sociale italiano. I dati dell’ultima Indagine Inapp-Plus, condotta su oltre 45.000 individui, evidenziano come la difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro sia legata non solo a fattori economici, ma anche a limiti strutturali e culturali che riducono le possibilità di realizzazione personale e professionale. Tra i giovani tra i 18 e i 29 anni – circa 3,9 milioni di persone – quasi la metà (44%) considera il lavoro un modo per guadagnare, mentre il 29% lo percepisce come una necessità e solo il 26% come un’occasione per realizzarsi. Una visione che riflette un cambiamento profondo: il lavoro tende a perdere la sua valenza identitaria e sociale, risultando spesso precario, frammentato e poco riconosciuto.
Le disuguaglianze di origine familiare continuano a pesare in modo significativo. I giovani provenienti da famiglie con più elevato capitale culturale e relazionale mostrano maggiori possibilità di inserimento e di crescita professionale. Al contrario, chi proviene da contesti meno favoriti incontra maggiori ostacoli (34%) e spesso resta intrappolato in percorsi lavorativi discontinui o a bassa qualificazione.
Il problema delle retribuzioni inadeguate emerge con forza: circa un terzo dei giovani ritiene insoddisfacenti le offerte di lavoro disponibili, soprattutto per i salari troppo bassi. Seguono la scarsa qualità dell’inquadramento, la mancata coerenza tra titolo di studio e mansione e, non da ultimo, la diffusione di rapporti di lavoro irregolari o instabili.
A pesare sono anche le difficoltà logistiche e relazionali: nei piccoli centri incidono gli spostamenti e la carenza di reti professionali, mentre nelle grandi città cresce il divario di riconoscimento e di prospettiva. Le giovani donne segnalano una maggiore attenzione alla flessibilità oraria e alla possibilità di lavoro da remoto, ma anche una persistente difficoltà nel conciliare i tempi di vita e di lavoro, con un’offerta aziendale ancora insufficiente sul piano del welfare e della conciliazione familiare.
Il contesto familiare resta un fattore decisivo nella qualità delle opportunità. I giovani con meno risorse economiche e culturali si dichiarano più spesso insoddisfatti per il livello di inquadramento e per la scarsa possibilità di crescita, mentre chi dispone di un background familiare più solido tende a privilegiare la coerenza tra competenze, interessi e percorsi occupazionali.
"Serve un nuovo patto generazionale - sottolinea Natale Forlani, presidente dell’Inapp - capace di restituire al lavoro un significato pieno, come fattore di identità e partecipazione sociale. E' necessario connettere orientamento, formazione, impresa e conoscenze, per soddisfare i fabbisogni collettivi e le aspettative personali offrendo più lavori dignitosi, stabili e coerenti con i loro talenti. L’andamento della domanda di lavoro, che risulta superiore all’offerta di lavoratori disponibili - anche per le professionalità più qualificate - apre nuove opportunità e tende a favorire un miglioramento delle condizioni retributive complessive". Le evidenze raccolte delineano dunque un quadro che va oltre la sola dimensione economica. Restituire valore al lavoro e alle competenze delle nuove generazioni è la condizione essenziale per costruire un futuro non fondato sulla mera sopravvivenza, ma sulla realizzazione personale e sociale.
Leggi tutto: Inapp, retribuzioni basse e scarse opportunità rallentano transizione scuola-lavoro
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie