
Per favorire la maternità ed essere sempre più vicini alle donne e alle mamme l’Inps rilascerà a breve il portale della famiglia e della genitorialità. Lo ha annunciato il presidente di Inps, Gabriele Fava, intervenendo a Milano a Elle Active, il Forum delle Donne, intervistato dalla direttrice Manuela Ravasio. “L’Inps sta cambiando pelle: da ente erogatore a compagno di vita delle persone. Con la nuova App Inps, il sistema MyInps e il Portale Giovani, oggi una ragazza che studia, lavora o si prende cura dei propri cari può accedere ai propri diritti dal telefono, in pochi minuti. Senza più dover scegliere tra una fila allo sportello e un’ora di lavoro o di cura - ha affermato Fava - Per una donna, ogni ora conta: tra lavoro, studio, figli, genitori. E ogni minuto guadagnato è libertà riconquistata. Per questo stiamo lavorando perché i diritti non costino più tempo di vita. Perché la burocrazia non sia mai un ostacolo, ma un alleato”.
Poi su sollecitazione della giornalista Fava ha anticipato il lancio del portale delle famiglie: “Proprio per semplificare la vita delle famiglie stiamo per lanciare il Portale della Famiglia e della Genitorialità: un unico spazio digitale che raccoglierà servizi, informazioni e opportunità pensate per le mamme, per i papà e per chi ogni giorno costruisce il futuro del Paese. Ma la vera rivoluzione è culturale. In Inps stiamo cambiando mentalità: passiamo da un welfare centrato sulla prestazione a un welfare centrato sulla persona. Un welfare che accompagna gli eventi della vita — nascita, famiglia, genitorialità, scuola, lavoro, cura, pensione — perché ogni fase merita attenzione, sostegno e fiducia. Un welfare che non si limita a erogare, ma che ascolta, comprende e accompagna. È questo il nuovo volto dell’Inps: un’Istituzione che guida il cambiamento, mettendo le persone e le loro vite al centro di ogni scelta".
Rispondendo a una domanda sulla pensione dei giovani Fava infine ha detto: “Certo che la avranno. Il bilancio del 2024 dell’Inps si chiude con un saldo positivo di 15 miliardi, ma il dato migliore è un incremento contributivo del 5,5%, questo perché i giovani stanno rispondendo bene, perché abbiamo introdotto strumenti concreti. Abbiamo cercato di tutelate tutti i nostri ragazzi, anche all’estero. Ma a loro dico anche 'guardate ora il vostro estratto conto contributivo, non aspettate i 60 anni'. Ai ragazzi oggi manca la consapevolezza di quando cominciare a contribuire alla loro pensione, ma loro sono avvantaggiati: potranno usufruire di un sistema più equo e loro potranno contribuire da subito a costruire il loro futuro".

La storia di Peppe Vessicchio, morto oggi sabato 8 novembre, al San Camillo di Roma, è legata indissolubilmente al Festival di Sanremo dove il maestro è diventato una vera e propria istituzione. Il suo rapporto con la kermesse canora ha vissuto degli alti e bassi, come nel 2024 quando la sua assenza fece rumore.
A spiegare l'assenza dal Festival era stato lo stesso direttore d’orchestra. Nessun motivo in particolare, come aveva detto lo stesso Vessicchio. La mancata partecipazione fu causata dal fatto che non aveva collaborato con nessuno degli artisti in gara, e quindi automaticamente non era stato coinvolto.
Il maestro aveva commentato anche il malumore tra i fan e gli utenti che sui social avevano espresso il dispiacere per la sua assenza: "È un gioco affettuoso che si è creato in rete e che poi tutti gli altri media hanno riverberato", aveva detto Vessicchio.
Nell'edizione 2024, il maestro confezionò le sue pagelle per l'Adnkronos: "Incominciamo col dire che il Festival è troppo lungo", ironizzò facendo riferimento al formato extralarge delle serate nell'ultima edizione targata Amadeus. "Nonostante il superbo impegno di Amadeus, ho avuto alcuni cedimenti durante la serata. Per fortuna Fiorello ogni tanto faceva qualche punturina…", disse. Alla fine, Vessicchio fu comunque presente all'Ariston, dirigendo i Jalisse che tornarono ospiti al Festival a 27 anni dal trionfo con Fiumi di parole.
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"La presenza del presidente Mattarella testimonia ancora una volta la profonda attenzione che le istituzioni pongono alla lotta contro il cancro, che rappresenta una priorità assoluta del Governo e del ministero della Salute. Un impegno che si traduce in investimenti nella ricerca oncologica, nel potenziamento dei servizi di cura e assistenza e nel sostegno quotidiano ai pazienti e alle loro famiglie. Grazie agli straordinari progressi della ricerca, oggi disponiamo di cure più efficaci e tassi di sopravvivenza più elevati. I dati dimostrano pienamente il valore dell'oncologia italiana: tra il 2020 e il 2025 è stimata una riduzione dei tassi di mortalità per cancro del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne. Risultati migliori rispetto alla media europea e ai principali Stati dell'Unione". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio inviato al 27esimo Congresso nazionale Aiom - Associazione italiana oncologia medica, aperto oggi pomeriggio a Roma alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Il servizio sanitario italiano continua a essere riconosciuto come uno dei migliori del mondo, grazie soprattutto al lavoro degli operatori sanitari ai quali va la nostra riconoscenza - ha poi aggiunto Schillaci - Siamo consapevoli della necessità di rafforzare il sistema, con nuove ricorse e più personale. Ed è la direzione che abbiamo intrapreso. La nuova Finanziaria prevede fondi per assumere più medici e infermieri e per potenziare gli screening oncologici del cancro alla mammella, del colon-retto e del cancro al polmone. Al contempo, continuiamo a promuovere stili di vita corretti per contrastare i fattori di rischio: il 40% delle morti per cancro è evitabile attraverso comportamenti salutari. La prevenzione resta la nostra prima cura: lavoriamo per costruire una sanità sempre più proattiva e vicina alle persone".
"La lotta al cancro richiede unità e trova forza nella collaborazione continua e fattiva tra istituzioni e società scientifiche. L'Associazione italiana di oncologia medica rappresenta un punto di riferimento e il contributo degli oncologi italiani è fondamentale per affrontare insieme le sfide del Servizio sanitario nazionale", ha concluso il ministro.

Il maestro Beppe Vessicchio, morto oggi 8 novembre all'età di 69 anni, ha lasciato un segno storico anche nel campo dei diritti musicali, tanto che gli addetti a lavori parlano di "sentenza Vessicchio". Il 3 agosto 2023 il Tribunale di Roma gli ha dato ragione in una causa contro la Rai, riconoscendo il diritto al compenso per le musiche da lui composte e interpretate per il programma 'La Prova del Cuoco'.
Il Nuovo Imaie (acronimo di Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori, società di gestione collettiva dei diritti connessi degli artisti interpreti ed esecutori) definì la sentenza "un verdetto storico per il futuro e la tutela dei diritti di produttori musicali e artisti interpreti esecutori", sottolineando che anche per questo tipo di utilizzazioni è obbligatorio da parte dell'emittente il pagamento dei diritti spettanti.
La questione dei diritti d'autore
La disputa nasceva dal fatto che la Rai non riconosceva a Vessicchio lo status di produttore fonografico, sostenendo che le sigle non fossero distribuite a livello discografico. Il Tribunale ha chiarito che anche le registrazioni, create esclusivamente per programmi televisivi costituiscono fonogrammi e che, quindi, per la loro diffusione spetta un compenso sia al produttore sia agli artisti, calcolato nel caso della Rai sull'1,5% dei ricavi lordi riferibili all'utilizzazione del disco. Inoltre, i contratti tra Vessicchio e Rai erano contratti di edizione, cioè cessione dei soli diritti d'autore, e non contratti discografici, confermando che i diritti fonografici restano di proprietà del maestro.
Questa vicenda, ebbe modo di commentare Vessicchio, non era solo una pagina di giurisprudenza, ma anche un segnale di rispetto per chi crea musica: una testimonianza che il talento e il lavoro degli artisti meritano tutela, anche quando il palcoscenico è quello della televisione.

Raffaella Fico è incinta. "Per me è come se fosse tutto nuovo, super emozionante. Non ricordo nulla della prima gravidanza", ha detto la modella e showgirl ospite oggi, sabato 8 novembre, a Verissimo. Fico diventerà mamma per la seconda volta. La modella è infatti già mamma di Pia, nata nel 2012 dalla relazione con Mario Balotelli.
Oggi Raffaella Fico ha ritrovato l'amore accanto ad Armando Izzo, 33 anni, calciatore del Monza. "Finalmente è arrivato nella mia vita l'amore vero, quello bello. È arrivato inaspettatamente, quando non ero alla ricerca di un amore. Quello che provo per lui non l'ho mai provato per nessun altro. È come se stessi scoprendo l'amore per la prima volta", ha detto la modella. E sul matrimonio, Raffaella Fico ha detto: "Potrebbe esserci, ma vedremo più in là".
Concita De Gregorio, editorialista di 'La Repubblica', e Marzio Bartoloni, caposervizio de 'Il Sole 24 Ore', sono i vincitori della ventiquattresima edizione del premio giornalistico 'Giovanni Maria Pace-Francesco Marabotto' per la divulgazione scientifica. Il riconoscimento è indetto ogni anno dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e viene assegnato a giornalisti che si sono contraddistinti per il rigore e la chiarezza nella divulgazione scientifica. La consegna del premio è avvenuta ieri durante la cerimonia inaugurale del 27esimo Congresso nazionale Aiom, in corso a Roma.
La giuria ha scelto di premiare Concita De Gregorio perché, come recita la motivazione, "è un esempio da seguire, non solo per ogni giovane che voglia intraprendere la carriera giornalistica, ma anche per i pazienti oncologici. Infatti, nonostante la neoplasia che l'ha colpita, Concita ha continuato a lavorare, ad andare in onda e a scrivere, anche nei periodi più difficili del suo percorso di cura. E a testimoniare, anche nei suoi articoli, la sua esperienza diretta con il cancro. Nei suoi editoriali affronta a fondo i problemi sociali, della solidarietà e dell'assistenza: temi che presentano risvolti indispensabili per interpretare correttamente la realtà della sanità e della medicina". Marzio Bartoloni è stato invece premiato perché "nei suoi articoli è in grado di spiegare modelli macroeconomici e problemi di farmacoeconomia, fornendo chiavi interpretative per comprendere i delicati meccanismi alla base della complessa realtà attuale, in particolare della sanità. L'attenzione degli oncologi è sempre più concentrata anche sulla vita dopo la malattia, su temi etici e di politica sanitaria, come l'appropriatezza, la sostenibilità delle terapie e la disparità territoriali nell'accesso alle cure. Temi che Marzio affronta e sa rendere comprensibili a tutti, mantenendo il giusto equilibrio tra rigore, linguaggio tecnico e divulgazione".

Il premio Giovanni Maria Pace è intitolato al fondatore del giornalismo scientifico in Italia, ed è divenuto uno dei riconoscimenti più ambiti per le firme del'informazione sulla salute e medicina nel nostro Paese. Da quest'anno è dedicato anche alla memoria di Francesco Marabotto, giornalista di grande professionalità e competenza dell'Ansa.
Interventi Enas-Abbanoa per limitare le chiusure dell'erogazione... 
Un colpo di scena degno di una commedia sul palco dell'Ariston: al Festival di Sanremo 2018, Claudio Baglioni e Beppe Vessicchio hanno dato vita a un esilarante 'duello'… a colpi di bacchetta. Il cantautore romano, direttore artistico del Festival e noto per il suo rigore, ha infatti stroncato l'arrangiamento, scelto dal celebre maestro per l'esibizione di Mario Biondi, arrivando a spezzare letteralmente la bacchetta tra le mani di Vessicchio.
"Lei è un eversivo", ha tuonato Baglioni, ricevendo pronta risposta dal maestro: "E lei è un dittatore". Tra una battuta e l'altra, Vessicchio ha colto l’occasione per infilare un inaspettato "gnigni", parola nonsense lanciata dai The Jackal e già comparsa in passato sul palco del Festival, rendendo il siparietto ancor più surreale e irresistibile.

Una valanga di messaggi di cantanti, conduttori, presentatori. Tutti scioccati per la morte di Peppe Vessicchio, il 69enne direttore d'orchestra deceduto oggi sabato 8 novembre. Tanti i messaggi di cordoglio sui social da parte di volti noti del mondo dello spettacolo, soprattutto di chi ha collaborato con il maestro.
"Ciao Maestro, che brutto colpo. Grazie per esserci stato in un momento difficile della mia vita. Felice ed onorato di aver condiviso tanti bei ricordi insieme. Non mi sembra vero", scrive Fedez sulle instagram stories a corredo di una foto che li ritrae insieme. Nel 2023, Vessicchio fu ospite fisso dell'edizione sanremese di Muschio Selvaggio, il podcast che il rapper all'epoca conduceva con Luis Sal.
“Un dolore forte e improvviso" è il il personale ricordo che Amadeus condivide sui suoi canali social per la scomparsa del maestro. "Ci conoscevamo da 30 anni - scrive il conduttore - e fino a pochi giorni fa abbiamo riso e scherzato, in onda e dietro le quinte". "Mancherai tanto a tutti. Ciao Peppe V.", conclude Amadeus nel suo messaggio di cordoglio condividendo anche alcuni scatti insieme.
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“Ciao maestro. Grazie di tutto", il messaggio con cui Alfa ha salutato il direttore d’orchestra. A corredo del messaggio, Alfa ha pubblicato una serie di scatti significativi: una foto che li ritrae insieme e l'immagine del tatuaggio che il giovane artista ha sul braccio con il volto sorridente del maestro. Ma è l'ultimo scatto, quello di un simpatico e toccante scambio di messaggi privati, a rivelare il legame tra i due.
"Caro Andrea buongiorno. Sono Peppe Vessicchio… quello che indegnamente partecipa alla tua epidermide", scriveva il direttore d'orchestra con la sua consueta ironia, riferendosi al tatuaggio. Pronta e affettuosa la risposta del cantante: “Nell’epidermide e nel cuore”.
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Dal mondo della musica anche Emma Marrone ha salutato il direttore d'orchestra: "Ciao Beppe mio", ha scritto su Instagram condividendo una foto in bianco e nero del Maestro. E sulla piattaforma X ha scritto: "No Beppe no...", a corredo di un cuore a pezzi.
"Buon viaggio Maestro. Ti ho voluto tanto bene". Queste le parole Paolo Bonolis che ha salutato su Instagram lo storico direttore d'orchestra di Sanremo.
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"Caro Peppe , non sai quanto mi dispiace aver appreso la notizia della tua partenza. Ti ricorderò sempre. Sarai sempre su quel palcoscenico, nei ricordi di tutti noi, una presenza leggera e potente. È davvero un grande dispiacere sapere che oggi non ci sei più", ha scritto Alba Parietti a corredo di uno selfie con il direttore d'orchestra.
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Stash, frontman dei The Kolors scrive: "Addolorato per la scomparsa di una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto in questo cammino. Buon viaggio maestro Beppe Vessicchio".
"Non ci credo. Ti voglio bene maestro. Per sempre il tuo 'cavallo pazzo'", ha scritto la cantante pugliese Alessandra Amoroso a corredo di un tenero scatto in cui è abbracciata al direttore d'orchestra.
"Ci lascia non solo un grande artista, ma una persona davvero per bene. Sempre presente se si trattava di aiutare gli altri. Ci mancherai tantissimo", il ricordo di Gabriele Corsi.
"È con immenso dolore che vengo a conoscenza della scomparsa di Beppe Vessicchio. Un grandissimo musicista e bellissima persona. Stento ancora a crederci. Sentite condoglianze alla famiglia. E che la terra le sia lieve, Maestro", scrive Rita Pavone.
"Una notizia scioccante, sono senza parole, in questo momento c'è solo tanta amarezza", èla reazione all'Adnkronos di Rossella Brescia, attrice, conduttrice radiofonica e televisiva. E ricorda: "Era stato il mio testimone di nozze quando sposai Roberto Cenci. Possedeva una grandissima personalità, è sempre stato per me un punto fermo, un grande uomo, un professionista, un artista, sempre così elegante e raffinato. Un uomo su cui potevi contare", conclude Rossella Brescia.

Beppe Vessicchio è morto all'età di 69 anni per "una polmonite interstiziale precipitata rapidamente". L'ospedale San Camillo di Roma ha diffuso un bollettino dopo il decesso avvenuto oggi, 8 novembre, indicando la causa della morte del direttore d'orchestra. Vessicchio era ricoverato in rianimazione.
Cos'è la polmonite interstiziale
Il bollettino fa riferimento esplicito ad un repentino aggravamento del quadro del paziente. La definizione polmonite interstiziale (pneumopatia interstiziale) comprende un insieme di malattie polmonari che colpiscono principalmente l'interstizio polmonare, ovvero il tessuto connettivo di sostegno tra gli alveoli, i piccoli sacchi d’aria dove avviene lo scambio di ossigeno, con conseguenti problemi respiratori. La polmonite interstiziale comune o classica e la fibrosi polmonare idiopatica sono le forme più frequenti di questa classe di malattie.
L'aria inspirata dalla bocca o dal naso passa attraverso la trachea fino ai bronchi, che terminano negli alveoli respiratori: qui avviene lo scambio di anidride carbonica e di ossigeno. L'infiammazione provoca l'aumento del tessuto connettivo interstiziale, rendendo sempre più difficoltoso lo scambio gassoso.
La conseguenza è il calo dell'ossigenazione del sangue. Il corpo reagisce aumentando la frequenza degli atti respiratori. Il paziente avverte dispnea, la cosiddetta 'fame d'aria', anche a risposo. Tale sintomo è accompagnato da tosse secca e febbre.
Le cause
La causa della polmonite interstiziale - e delle pneumopatie in senso lato - è individuabile in un processo infiammatorio che può avere origine da infezioni virali, inalazione di sostanze organiche o chimiche, inalazione di farmaci, insufficienza renale, sarcoidosi, patologie del sistema connettivo.
La prevenzione è legata a comportamenti finalizzati ad evitare l'esposizione a fattori ambientali, in particolare a sostanze chimiche e inquinanti.
La cura
Ovviamente, la terapia di una malattia così complessa non è sintetizzabile in maniera assoluta. In genere, i protocolli prevedono l'utilizzo di corticosteroidi/glucocorticoidi per contrastare l'infiammazione. L'impiego di antibiotici è legato all'eventuale presenza di infezioni batteriche. Per i pazienti con gravi difficoltà respiratorie, può risultare oppoirtuna l'ossigenoterapia.
La Juventus torna in campo nel derby della Mole. Oggi, sabato 8 novembre, il club bianconero sfida il Torino - in diretta tv e streaming - all'Allianz Stadium nell'undicesima giornata di Serie A. La squadra di Spalletti è reduce dal pareggio interno contro lo Sporting Lisbona, gara finita 1-1 in Champions League, mentre in campionato ha battuto la Cremonese per 2-1 nell'ultimo turno. Per quella di Baroni invece pareggio per 2-2 a Pisa.
Nel prossimo turno di campionato la Juventus volerà al Franchi per sfidare la Fiorentina, mentre il Torino ospiterà il Como.
I lombardi frenati dalle parate di Caprile...
Al via l'installazione dopo un sopralluogo... 
Tempo di influenza e di malanni stagionali per i bimbi, fascia d'età più esposta agli attacchi dei virus per via della vita fra i banchi di scuola e degli stretti contatti con i coetanei. Lo conferma anche l'ultimo bollettino RespiVirNet sulle infezioni respiratorie acute: l'incidenza più alta resta fra i piccoli da 0 a 4 anni, "circa 21 casi per 1.000 assistiti". Ma come distinguere situazioni che richiedono un approfondimento medico dai classici e passeggeri fastidi del periodo autunno-inverno? "Di fronte a febbre e dolore, capita che i genitori vadano in ansia", osserva il pediatra Italo Farnetani, secondo cui è possibile "stilare una 'top ten' degli errori più frequentemente commessi. Evitandoli - assicura l'esperto all'Adnkronos Salute - si prevengono danni alla salute del bambino, paure da parte dei genitori e anche disservizi assistenziali, perché talvolta è proprio una valutazione errata a generare un accesso inutile al pronto soccorso, con il rischio di intasamento di questi reparti. In genere sono proprio i dolori addominali, la cattiva interpretazione del pianto e la febbre con un mal di testa che induce al sospetto di meningite i 3 casi che portano più spesso il bambino in pronto soccorso".
Il primo capitolo affrontato da Farnetani riguarda proprio "gli errori sul dolore", in tutto 5, elenca il camice bianco dei bimbi, che ha affrontato il tema anche in occasione di un evento che si è svolto a Milano in questi giorni, 'Hot topics in pediatria, neonatologia e sociale'. Quando il punto dolente riferito dal piccolo è l'addome, "per non impaurirsi si controlli il movimento: più il bambino si muove, meno è grave il disturbo. Se c'è ad esempio l'appendice infiammata, tenderà a stare fermo per evitare di avvertire dolore toccandola e toccando le pareti dell'addome. Altro elemento dirimente è la durata: un dolore ricorrente che va e viene in genere non è un pericolo d'interesse chirurgico. Quando uno stato di sofferenza è continuo e supera un'ora, è da far visitare con una certa urgenza. Già dopo mezz'ora si può valutare di richiedere una visita. Se si prolunga anche più ore, il rischio che si tratti di qualcosa di più impegnativo sale".
"La posizione conta - prosegue il pediatra - più è vicino all'ombelico meno è probabile che il motivo sia di interesse chirurgico. Potrebbe trattarsi di una difficoltà intestinale, anche di parassiti, o di problemi di tipo psicologico. Far fare un salto al bambino è un test che fa capire meglio l'entità del dolore: se il piccolo riesce a farlo bene, senza provare un aumento del fastidio, la situazione non è grave".
Quando invece il dolore segnalato è mal di testa (punto secondo del decalogo di Farnetani), "va tenuto presente che fino a 6 anni i bimbi non sanno localizzare bene la sofferenza - magari indicano genericamente la testa, ma a far male sono le orecchie - e talvolta scambiano per dolore un giramento di testa o un senso di vuoto. Il consiglio è di consultare il medico ma senza corse d'urgenza". Altri errori frequenti? "Convincersi, in presenza di dolori agli arti, che un malessere possa essere inquadrato come 'dolori di crescita' - dice Farnetani - Questi ultimi non esistono e occorre valutare che all'origine non ci sia un trauma, un processo infiammatorio in corso, una malattia reumatica".
Altro punto: il pianto, altra situazione che crea emergenza. "I genitori pensano quasi sempre che le lacrime siano per un dolore legato a malattia. E invece il bimbo, soprattutto quando è molto piccolo, non sapendo parlare, può piangere per comunicare qualcosa. Quando è più grande può farlo per ragioni di emotività". Come orientarsi? "Il pianto dovuto a malattia - descrive il pediatra - è un pianto non energico. E' piuttosto flebile, diminuisce di tonalità nel tempo".
Altro tema insidioso: le coliche del lattante. "In linea di principio si può dire che non esistono. Se il bambino nei primi mesi ha un pianto lungo e inconsolabile, potrebbe essere che sta comunicando con l'ambiente esterno. E se i genitori si impauriscono, non colgono il senso del pianto e non danno una risposta, sicuramente questo pianto si prolunga, il piccolo tende a piangere più intensamente per sollecitare mamma e papà a comprenderlo".
Il secondo capitolo, con altri 5 errori, è rappresentato dagli sbagli legati alla febbre. Ad esempio, la misurazione non corretta. "C'è - elenca Farnetani - la cosiddetta 'febbre da calura' che si presenta d'estate quando si è fuori e ci sono picchi di temperature. Se si sta in un ambiente a 39 gradi non si può pretendere che il bambino abbia una temperatura corporea a 37, come sarebbe ideale. Un'eccessiva sudorazione, l'attività fisica, l'alimentazione sono fattori che possono indurre in errore, facendo aumentare la temperatura corporea. Dopo il Covid i genitori hanno recepito meglio l'informazione che la temperatura normale può arrivare fino a 37,5 gradi e può aumentare o quando fa molto caldo oppure perché c'è un surriscaldamento dell'organismo, e questo capita ad esempio quando il bambino fa sport, è sudato e così via. In questi casi è sempre bene far riposare e misurare nuovamente la febbre".
Una delle convinzioni inossidabili ha poi a che fare con "la cosiddetta 'febbre da denti': un falso mito - chiarisce il pediatra - C'è poi la circostanza in cui si ha febbre con mal di testa e rigidità nucale. Il sospetto va subito alla meningite. Può aiutare a dirimere le situazioni più dubbie il cosiddetto 'test della camminata': se il bimbo non riesce a stare in piedi e si affloscia o non riesce a muoversi senz'altro bisogna correre in pronto soccorso. Altro errore, quando c'è febbre, è non introdurre liquidi sufficienti, bere meno di quel che si dovrebbe. I genitori devono stimolare i figli a introdurre liquidi, anche provando con bevande che gradiscono di più, purché si idratino". Ultimo errore della top 10: vestire troppo il bimbo febbricitante. "E' corretto fare il contrario - avverte Farnetani - il bambino va alleggerito e così anche il letto in cui riposa, perché è importante consentire la dispersione del calore, che è una reazione all'attacco dei virus", la reazione di un organismo che li sta contrastando. Questo calore si mitiga "attraverso la sudorazione, la traspirazione della pelle".
Il risultato di evitare questi errori, conclude l'esperto, "sarà una più attenta e serena gestione delle malattie dei figli. E' importante informare i genitori al riguardo in modo che sappiano cosa fare. Un consiglio va anche ai medici: devono usare i social per sensibilizzare e diffondere informazioni corrette da fonti autorevoli, evitando che questo venga fatto da persone senza competenza specifica o attraverso interventi di carattere commerciale".

"Il vaccino per l'influenza è efficace e sicuro". Dalla febbricola ai dolorini, i disturbi che a volte possono insorgere dopo l'iniezione "sono nella stragrande maggioranza dei casi lievi. Anche quelli eventualmente più fastidiosi in genere si autorisolvono. Sono invece rarissimi quelli gravi, a gestione ospedaliera". Ci tiene a spiegarlo il virologo Fabrizio Pregliasco, mentre la campagna di vaccinazione sta entrando nel vivo e ha fatto registrare un avvio positivo: "Sembra esserci un ritorno al vaccino antinfluenzale, l'adesione cresce e questo è un buon segno", conferma il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano, che stila per l'Adnkronos Salute una guida ai possibili eventi avversi dell'iniezione-scudo contro l'influenza stagionale. Dal virologo ecco dunque la 'mappa' delle possibili manifestazioni post vaccinazione, organizzata per categoria con l'indicazione del tipo di reazione, della frequenza stimata e della gestione raccomandata.
Reazioni locali: dolore nel punto di iniezione (comune, 30-80%), con arrossamento, gonfiore, calore, indurimento. Consigliati impacchi freddi, analgesici se necessario; linfoadenopatia regionale (occasionale), con l'ingrossamento di linfonodi in sede ascellare o inguinale, a seconda del sito di inoculo. Si consiglia osservazione, si risolve spontaneamente.
Reazioni sistemiche lievi: febbricola sotto ai 38,5°C con malessere generale (comune, 10-40%). Trattare con antipiretici, se necessario; mal di testa, dolori muscolari-articolari, senso di stanchezza (comune, 20-50%). Consigliati riposo, idratazione, analgesici; nausea, inappetenza, lieve disturbo gastrointestinale (non comune), gestione raccomandata sintomatica.
Reazioni allergiche: reazioni cutanee generalizzate come orticaria, rash, prurito (rara, sotto lo 0,1%). Si consigliano antistaminico e osservazione; anafilassi con dispnea, edema laringeo, ipotensione, perdita di coscienza (molto rara, circa 1/1.000.000), da gestire con adrenalina e ricorso all'emergenza medica.
Reazioni neurologiche: cefalea intensa, parestesie transitorie, in forma lieve e autolimitante (rara). Si consiglia osservazione; Guillain-Barré, neurite ottica, disturbi neurologici post-immunizzazione (molto rara). Si consiglia valutazione specialistica.
Reazioni cardiache: miocardite/pericardite, con dolore toracico e dispnea, più frequente nei giovani maschi (molto rara, 1-10/100.000). Consigliati riposo e monitoraggio cardiologico.
Reazioni ematologiche: trombocitopenia, trombosi atipiche, manifestazione rarissima e associata ad alcuni vaccini a vettore virale (molto rara, sotto a 1/100.000). La gestione prevede ospedalizzazione con terapia anticoagulante specifica.
Reazioni pediatriche: pianto persistente, febbre elevata, convulsioni febbrili nei primi giorni post-vaccino (non comune). Si consigliano osservazione e antipiretici.
Altro: reazioni psicosomatiche (lipotimia, ansia, sincope vasovagale), da ansia o paura dell'iniezione, manifestazioni non rare soprattutto nei giovani.
"Le vaccinazioni, come tutti gli atti medici - chiarisce Pregliasco - possono avere degli eventi avversi, spesso purtroppo enfatizzati. In più, il Covid ha peggiorato ulteriormente le cose dal punto di vista della percezione dei rischi". Ma perché nella popolazione generale il vaccino è uno strumento più 'divisivo' dei farmaci? "Se una persona ha un disturbo specifico, il mal di testa o altro - analizza il medico - prende qualsiasi cosa senza quasi leggere nemmeno il bugiardino. Il vaccino invece si fa da sani, magari contro malattie che a torto non vengono percepite come gravi. Si tratta quindi di un approccio diverso, dove la comunicazione del rapporto rischio-beneficio non è facile da gestire. E' comprensibile che ci siano delle perplessità, quel 10% di soggetti cosiddetti 'esitanti'. A differenza dei no vax ideologici, che sono una piccola parte, gli esitanti sono una quota avvicinabile. Ma va fatto capire il rapporto positivo tra benefici e rischi. Inoltre, come spesso si dice, i vaccini sono vittima del loro successo: durante il Covid hanno salvato milioni di vite - rimarca il virologo - ma ora che la malattia è diventata in linea di massima un'infezione più semplice da gestire, a posteriori si pensa che forse della vaccinazione potevamo fare anche a meno".
"Per l'antinfluenzale il profilo reale di sicurezza di tutti vaccini disponibili", che l'esperto ha sintetizzato in una guida riassuntiva, "evidenzia dati assolutamente rassicuranti", puntualizza Pregliasco. Quest'anno si stanno somministrando più vaccini? "Di anti-Covid pochissimo, quasi niente", risponde il medico senza nascondere "tristezza" per "un vaccino che è stato massacrato". Invece la vaccinazione per l'influenza "va un po' meglio, sembra esserci un ritorno", rileva Pregliasco. "Eravamo arrivati al 64% di adesione tra gli over 65 nel 2020-2021 - ricorda - quando in piena pandemia di Covid non c'erano ancora armi farmacologiche e molta gente si vaccinava contro l'influenza per proteggersi. Ma poi l'adesione si era abbassata, nell'ultima stagione quasi di 10 punti percentuali (53,5%). Solo adesso sta un po' recuperando e questo è positivo". La speranza dello specialista è che "finiscano gli effetti di rumor e comunicazioni sbagliate, e si ritorni in modo più razionale e con buon senso a seguire una prescrizione che ha tantissimi vantaggi in termini di prevenzione delle complicanze, potenzialmente mortali per le persone fragili".

“Il mio futuro è nelle mani di Jannik. Sono un uomo di parola, abbiamo avuto un piccolo screzio prima della finale di Wimbledon e lui deve decidere cosa farò l'anno prossimo. Non è quindi una domanda per me. Se mi vuole il prossimo anno io ci sarò per lui”. Cosi’ il coach australiano di Jannik Sinner, Darren Cahill, nella conferenza stampa di oggi, sabato 8 novembre, direttamente dalle Atp Finals di Torino, a proposito del suo futuro al fianco del campione altoatesino.
Sinner, ha aggiunto Cahill “e’ un ragazzo incredibile con cui lavorare. Il team che abbiamo è incredibile. Mi sono divertito un mondo negli ultimi tre anni. Quando ne parleremo alla fine dell'anno, voglio che faccia ciò che è meglio per lui. E se crede che sia il momento giusto per fare un cambiamento, per me va bene, lo aiuterò anche a cercare di trovare la persona successiva. Deve assicurarsi di tenere aperte le sue opzioni per continuare a migliorare, per continuare a ispirarsi e per assicurarsi di continuare a raggiungere il livello successivo”, ha detto ancora.
“Non sono più un giovanotto. Inoltre, il mio ruolo specifico all'interno del team è qualcosa che dovrebbero considerare per avere una nuova voce, un nuovo sguardo, una nuova ispirazione. E sarebbe bello alternare i ruoli a volte, ma se non è pronto, non c'è problema. Ma dipenderà da lui”, ha ribadito Cahill.

“Con il maestro Vessicchio se ne va un altro grande protagonista del festival e della musica italiana”. È il ricordo di Carlo Conti per la scomparsa del maestro[1] Peppe Vessicchio[2] .
“Con il suo carattere, la sua immagine, il suo carisma e la sua professionalità era diventato un’istituzione”, sottolinea. Il conduttore ricorda anche la collaborazione professionale e l'amicizia che li legava: “Per alcuni anni ho avuto il privilegio di condividere con lui anche le scelte musicali per lo zecchino d’oro ed ho avuto l’occasione di apprezzare da vicino la grande competenza”. “Dobbiamo essere grati per il suo importante contributo alla musica italiana ed al successo di tanti artisti”, conclude.

Tutto il mondo politico si stringe al cordoglio della famiglia del direttore d'orchestra e volto noto televisivo Peppe Vessicchio. "Era un artista di grande cultura musicale che ha dato tanto e che ci mancherà" scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "'Dirige l'orchestra il maestro Vessicchio' non era solo una frase: era casa, era Italia[1]. Buon viaggio". Era "un'icona del Festival della musica italiana a Sanremo", lo ricorda su X il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani. "Un volto noto e vicino anche a tanti giovani in cui ha sempre creduto. Condoglianze alla famiglia e ai suoi cari". "Con la sua sensibilità artistica e la sua inesauribile passione ha saputo unire generazioni, portando la musica nel cuore di tutti" scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa. "Alla sua famiglia, ai colleghi e a quanti ne hanno apprezzato il talento e l'umanità, giungano le più sentite condoglianze".
"Addio al Maestro Peppe Vessicchio. Un grande della musica italiana" scrive su X il vicepremier Matteo Salvini. "Sanremo non sarà più lo stesso senza il suo sorriso. Una preghiera". Parla di "un grande lutto per tutti noi" anche il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, ricordando "i tanti Sanremo" e "la sua maestria e simpatia a farci compagnia".
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