
(Adnkronos) - La morte di Claudia Cardinale, avvenuta martedì 23 settembre 2025, all'età di 87 anni, segna la fine di un'era per il cinema. La sua figura iconica, definita la "sirena dello schermo" degli anni Sessanta, ha esercitato un fascino ineguagliabile a livello globale, grazie a uno sguardo sensuale che l'ha consacrata musa ispiratrice per maestri quali Luchino Visconti e Federico Fellini.
La sua bellezza fiera, unita a una voce roca distintiva, non solo ha catturato l'immaginazione dei più grandi cineasti italiani, ma l'ha vista affiancare le più importanti star dell'epoca, tra cui Burt Lancaster, Alain Delon e Henry Fonda. L'attrice è deceduta a Nemours, nei pressi di Parigi, in presenza dei suoi figli. "Ci lascia l'eredità di una donna libera e ispirata, sia come donna che come artista", ha dichiarato il suo agente Laurent Savry in un comunicato.
Nata a La Goulette, vicino Tunisi, il 15 aprile 1938, da genitori di origine siciliana, la vita di Cardinale fu segnata all'età di 16 anni quando, durante la settimana del cinema italiano a Tunisi, vinse un concorso a cui non si era iscritta per la 'Più bella italiana di Tunisia' e ricevette in premio un viaggio per il festival del cinema di Venezia, dove attirò immediatamente l'attenzione. Con riluttanza, abbandonò i suoi piani di diventare un'insegnante. "Tutti i registi e i produttori volevano che facessi film, e io dicevo: 'No, non voglio!'", ricordò. Fu suo padre a persuaderla a "dare una possibilità a questa cosa del cinema"'. "Ero molto giovane, timida, pudica, quasi selvatica. E senza il minimo desiderio di espormi sui set cinematografici".
La traiettoria che l'ha condotta a una carriera straordinaria ebbe inizio in circostanze traumatiche. Vittima di uno stupro in adolescenza da parte di un produttore cinematografico, si ritrovò incinta. Di fronte a opzioni limitate per l'epoca, prese la difficile decisione di partorire in segreto a Londra e ad affidare il bambino alla sua famiglia: Patrick sarebbe stato ufficialmente presentato come suo fratello minore fino a quando la verità non fu rivelata sette anni dopo. "L'ho fatto per lui, per Patrick, il bambino che volevo tenere nonostante le circostanze e l'enorme scandalo", confidò al quotidiano francese Le Monde nel 2017. "Fui costretta ad accettare questa bugia per evitare uno scandalo e proteggere la mia carriera", dichiarò.
Da quel momento, non vi fu più ritorno, poiché fu travolta dall'età d'oro del cinema italiano, nonostante non conoscesse "una parola" della lingua, parlando esclusivamente francese, arabo e il dialetto siciliano dei suoi genitori. A 20 anni, "diventai l'eroina di una favola, il simbolo di un paese di cui parlavo a malapena la lingua", scrisse nella sua autobiografia del 2005, 'Le mie stelle'. La sua voce dovette essere doppiata in italiano fino a quando non recitò nel film vincitore dell'Oscar '8½' di Fellini nel 1963, quando il celebre regista insistette affinché utilizzasse la propria voce.
Quell'anno, a 25 anni, Cardinale girò contemporaneamente sia l'epico dramma storico di Visconti, 'Il Gattopardo', sia il successo surrealista di Fellini. "Visconti mi voleva bruna con i capelli lunghi. Fellini mi voleva bionda", affermò. I critici la definirono "l'incarnazione del glamour europeo del dopoguerra", e fu presentata come tale, sia sullo schermo che nella vita privata. "È quasi come se le fosse stata imposta la sensualità", scrisse il britannico The Guardian nel 2013
Accolta da Hollywood, dove tuttavia rifiutò di stabilirsi, Cardinale ottenne un notevole successo con 'La Pantera Rosa' di Blake Edwards, al fianco di Peter Sellers, e successivamente con 'Circus World' di Henry Hathaway, con Rita Hayworth e John Wayne. "Il miglior complimento che abbia mai ricevuto fu dall'attore David Niven mentre giravamo 'La Pantera Rosa'", ricordò Cardinale. Egli disse: "Claudia, insieme agli spaghetti, sei la più grande invenzione d'Italia".
Rifiutandosi di sottoporsi a chirurgia estetica, continuò a recitare fino agli 80 anni, partecipando anche a 'La Strana Coppia', una versione al femminile dell'opera di Neil Simon, rappresentata al Teatro Augusteo di Napoli.
Sebbene oggetto di desiderio per molti, dichiarò che il suo "unico amore" fu il regista napoletano Pasquale Squitieri, padre di sua figlia Claudia, con cui collaborò a una serie di film per quattro decenni, fino alla sua scomparsa nel 2017. La sua prolifica carriera, estesa per decenni, la vide protagonista in 175 film, e sia il festival di Venezia che quello di Berlino le conferirono premi alla carriera. Nel 2017, la sua immagine apparve sul poster ufficiale del festival di Cannes, suscitando polemiche per il ritocco fotografico volto a snellire le sue cosce.
Fervente sostenitrice dei diritti delle donne, fu nominata Ambasciatrice di buona volontà dell'UNESCO nel 2000, in riconoscimento del suo impegno per la causa delle donne e delle ragazze. "Ho avuto molta fortuna. Questo lavoro mi ha dato una moltitudine di vite e la possibilità di mettere la mia fama al servizio di molte cause", dichiarò.
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(Adnkronos) - Mario Adinolfi è tornato sui social ad aggiornare i follower sul suo percorso di dimagrimento, cominciato durante la sua partecipazione all'Isola dei Famosi. "Me lo chiedete, ve lo dico: peso 175 kg, ho rotto anche la barriera del mezzo quintale perso dal 3 maggio 2025 quando lasciai Roma per volare in Honduras. Tornai a Roma con 34 kg persi dai 227.9 iniziali e finii in ospedale", ha esordito il giornalista in un post condiviso su Instagram.
Adinolfi ha spiegato che dopo l'Isola ha vissuto una piccola ricaduta: "Ripresi a mangiare (chi ha seguito l’Isola dei Famosi sa che in pratica digiunavo) e ripresi anche 10 kg, ma grazie all’intervento della equipe medica che mi ha messo sotto Tirzepatide ho riperso quella decina e pure altri 18 dal 9 luglio e dunque 28 kg in 75 giorni".
L'obiettivo per il giornalista è di riuscire a perdere altri 48 kg prima di Natale: "Sempre sotto controllo medico, sempre con l’iniezione settimanale in pancia di Tirzepatide, accompagnata da dieta personalizzata e chilometri a piedi". E poi, le parole per la figlia Clara che combatte contro l'anoressia: "Faccio tutto questo in tandem, come sa chi ha seguito l’Isola, con la mia adorata figlia Clara che combatte la malattia dell’anoressia. Anche stamattina ce lo siamo detti: felicità è la lotta".

(Adnkronos) - In occasione di EXPO Ferroviaria 2025, Asstra – Associazione delle Aziende di Trasporto Pubblico Locale – organizza il convegno “I 200 anni della ferrovia moderna: dal vapore all’idrogeno”, in programma mercoledì 1 ottobre 2025 dalle ore 12.00 alle ore 13.30, presso il Padiglione 9 della Fiera Milano Rho - Forum 1, Hall 9. L’evento che celebra i 200 anni dalla nascita della ferrovia moderna sarà l’occasione per analizzare gli scenari evolutivi che stanno interessando il trasporto ferroviario con i suoi servizi, le sue infrastrutture, sempre più strategiche e connesse, e i suoi convogli. Ripercorrerà l’evoluzione del trasporto ferroviario, dalle prime locomotive a vapore fino alle più avanzate soluzioni sostenibili basate sull’idrogeno, aprendo uno spazio di confronto tra istituzioni, operatori e aziende del settore.
Ad aprire i lavori di questo appuntamento, che vuole essere un momento tra istituzioni e operatori e aziende del settore, saranno Andrea Gibelli, Presidente di Asstra, Marco Medeghini, Presidente Asstra Lombardia, insieme agli assessori della Regione Lombardia Franco Lucente (Trasporti e Mobilità sostenibile) e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche). Seguiranno gli interventi di esponenti istituzionali e manager del comparto ferroviario, tra cui Umberto De Gregorio (Presidente EAV Napoli); Angelo Mautone (Direttore Generale MIT – Trasporto pubblico locale e mobilità sostenibile); Pier Luigi Giovanni Navone (Direttore Generale per la Sicurezza delle Ferrovie ANSFISA); Paolo Paolillo (Coordinatore GDL Idrogeno Aziende Asstra e Asstra Rail), Enrico Pujia (Direttore MIT – Dipartimento infrastrutture e reti di trasporto) e Pier Antonio Rossetti (Presidente Ferrovienord Spa). A introdurre e coordinare i lavori sarà Carlo Poledrini, Vicepresidente Sezione Trasporto Ferroviario Asstra.
“Il trasporto ferroviario da 200 anni - ha dichiarato Andrea Gibelli, Presidente di Asstra - accompagna lo sviluppo economico e sociale delle comunità, dei territori e del Paese intero, e oggi più che mai rinnova il suo ruolo strategico per la mobilità collettiva delle persone, per il trasporto delle merci e per la sicurezza nazionale. Le ferrovie, infatti, continuano a confermare il ruolo di avanguardia tecnologica e di motore per la crescita del Paese e perciò necessitano di regole chiare per garantire massima sicurezza, anche rispetto ai rischi cyber, flessibilità rispetto all’evoluzione tecnologica, ed elevate performance di efficienza ed efficacia" .
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(Adnkronos) - Dopo il grande successo della prima edizione, torna MedFest, il Festival del Mediterraneo inteso in tutte le sue declinazioni, che riporta il “Mare Nostrum” al centro del mondo, con la sua capacità di attrarre investimenti, creare sinergie e sviluppare opportunità commerciali tra aziende, istituzioni e operatori economici internazionali, partendo dalla sua biodiversità - unica al mondo - e coniugando business, turismo sostenibile e agroalimentare. In un contesto simile, ovviamente Moby è un partner strategico, non solo del MedFest, ma proprio del Mediterraneo, il mare che serve con le sue navi che hanno innovato il concetto di traghetto in Italia, a partire da Moby Fantasy e Moby Legacy, che sono infatti i traghetti più grandi e più green in servizio nel Mediterraneo, assicurando servizi di bordo da crociera nella tratta da Livorno e Olbia e viceversa.
E proprio Olbia, dopo la prima edizione dello scorso anno a Cagliari, sarà la sede di MedFest 2025, che inizia domani, per quattro giorni fino a domenica. Il Molo Brin si trasformerà in un villaggio di 50mila metri quadri che ospiterà spettacoli, videoproiezioni, incontri B2B, mostre e convegni; un’intera notte “in blu” in cui tutti i residenti e i turisti ospiti a Olbia saranno invitati a vestirsi di blu e anche un’orazione per la pace fra i popoli tenuta ecumenicamente dai rappresentanti delle religioni abramitiche: Cristianesimo, Ebraismo e Islam. I Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo sono 24, con una popolazione di 522 milioni di persone e proprio questa molteplicità di linguaggi, di nazionalità, di lingue, di tradizioni che però si ritrovano tutti nella stessa identità storica del Mare Nostrum è la forza e il tratto caratterizzante di MedFest.
In questo quadro, la presenza di Moby è strategica e quasi “obbligata”, perché la Compagnia della Balena Blu ha fatto della sostenibilità ambientale e del rispetto del mare attraversato dalle sue navi una delle sue cifre stilistiche. Il vicepresidente di Moby Alessandro Onorato interverrà sabato nel panel dedicato al turismo che, da sempre, vede la Compagnia in prima linea nella promozione della destagionalizzazione, con la Sardegna, collegata 365 giorni all’anno con l’Italia continentale da Livorno, Civitavecchia e Genova.
Proprio sulla linea da e per Livorno, Moby ha unito la destagionalizzazione con la sostenibilità assoluta e il rispetto dell’ecosistema - quasi un riassunto dello spirito di MedFest - al centro delle sue nuove navi. Fantasy e Legacy sono infatti già attrezzate per navigare con gas naturale liquefatto e predisposte per essere alimentate con energia elettrica e conseguentemente spegnere i motori nei porti dove sono già presenti le “colonnine” di ricarica. E a bordo tutto è attrezzato per la massima compatibilità ambientale: dall’assenza di plastica agli scrubber che trattano i fumi. In più, ovviamente, le autostrade del mare permettono un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.
Per quattro giorni, grazie a MedFest, Olbia diventa la capitale del Mediterraneo. Moby, che la collega tutto l’anno al resto d’Italia, è al centro di questa storia. E di questo mare.


(Adnkronos) - Jannik Sinner pronto al debutto nel torneo Atp di Pechino. Il numero 2 del mondo torna in campo dopo la finale persa agli US Open. Nella capitale cinese, l'azzurro esordirà contro il croato Marin Cilic. "Dopo gli Us Open mi sono preso una bella pausa e adesso corpo e testa sono in gran forma - dice -. Ci siamo preparati nel miglior modo possibile, ovviamente i primi turni non sono mai semplici da affrontare e staremo a vedere domani, speriamo comunque di riuscire a giocare un buon tennis".
"Ciò che ho dovuto affrontare quest'anno non è stato facile: ho iniziato con un gran torneo in Australia e poi è successo quello che è successo. Non ho giocato molti tornei importanti, questo è solo l'ottavo evento che gioco nell'anno, non sono molti e siamo già verso il finale di stagione -sottolinea il 24enne altoatesino-. Abbiamo riflettuto a lungo su quella finale e adesso stiamo lavorando su alcune cose nuove. Abbiamo cambiato alcuni dettagli, a oggi la percentuale di errori è ancora un po' troppo alta ma spero che anche questo andrà migliorando. E' solo una questione di tempo, vediamo quanto ne servirà. Ancora non so dire quanto sarò in grado di metterli in pratica durante un match, cosa ben diversa rispetto a un allenamento, ma sono motivato. E' bello lavorare su qualcosa di nuovo, cerchiamo sempre di spingerci avanti. Meglio fare un passo avanti che due indietro".
A Pechino fa il suo esordio all'interno del team Alejandro Resnicoff, fisioterapista dall'esperienza pluridecennale con cui il campione di Wimbledon ha avviato una nuova collaborazione: "I cambiamenti principali riguardano il lavoro in campo, non quello fuori dove tutto è rimasto più o meno identico. Lui è un fisioterapista con molta esperienza, è sul circuito da 15 anni e ha già collaborato con diversi giocatori - ha detto ancora Sinner, motivando la scelta appena fatta -. Rispetta molto l'equilibrio che ha trovato nel team, non è venuto per stravolgere alcunché: se pensa che si possa migliorare qualcosa nel mio fisico è qui per aiutarci a farlo. Ma anche qui, ci vuole tempo. Ci avevo già lavorato un po' quando ero senza fisioterapista, non molto a dire il vero, ma oggi averlo con me è un gran privilegio. Ha davvero molta, molta esperienza. E' una persona onesta e gentile. A casa ha una famiglia e anche questa è una bella situazione quando si stacca col lavoro. Sta andando tutto nella giusta direzione".
L'ultima battuta è una risposta a Roger Federer e alle dichiarazioni rilasciate dallo svizzero sull'omogeneità delle superfici dei campi in cemento, resi più lenti e per questo favorevoli ai due giocatori che al momento riescono a imprimere più potenza alla palla (Sinner e Carlos Alcaraz). Una scelta che l'ex numero uno del mondo modificherebbe in termini di velocità così da fornire alla concorrenza qualche chance in più per intromettersi nella loro rivalità: "Viviamo già tre grandi transizioni: duro, terra battuta ed erba. E' sempre stato così. I campi in cemento sono spesso molto simili, altre volte presentano alcune modifiche. Ad esempio a Indian Wells la palla rimbalza di più, ma più o meno le condizioni sono simili su tutti i campi, è sempre stato così e non so si andrà verso un cambio o meno. Io sono solo un giocatore che cerca di adattarsi nel miglior modo possibile, e credo di star facendo un buon lavoro in questo senso".
Leggi tutto: Sinner pronto per la sfida con Cilic a Pechino: "Corpo e testa sono in gran forma"

(Adnkronos) - Jannik Sinner parla oggi, mercoledì 24 settembre, delle aspettative per la prossima partita nel corso del media day dell'Atp 500 di Pechino, torneo che quest'anno lo vedrà esordire contro il croato Marin Cilic. "Dopo gli Us Open mi sono preso una bella pausa e adesso corpo e testa sono in gran forma - dice -. Ci siamo preparati nel miglior modo possibile, ovviamente i primi turni non sono mai semplici da affrontare e staremo a vedere domani, speriamo comunque di riuscire a giocare un buon tennis".
"Ciò che ho dovuto affrontare quest'anno non è stato facile: ho iniziato con un gran torneo in Australia e poi è successo quello che è successo. Non ho giocato molti tornei importanti, questo è solo l'ottavo evento che gioco nell'anno, non sono molti e siamo già verso il finale di stagione -sottolinea il 24enne altoatesino-. Abbiamo riflettuto a lungo su quella finale e adesso stiamo lavorando su alcune cose nuove. Abbiamo cambiato alcuni dettagli, a oggi la percentuale di errori è ancora un po' troppo alta ma spero che anche questo andrà migliorando. E' solo una questione di tempo, vediamo quanto ne servirà. Ancora non so dire quanto sarò in grado di metterli in pratica durante un match, cosa ben diversa rispetto a un allenamento, ma sono motivato. E' bello lavorare su qualcosa di nuovo, cerchiamo sempre di spingerci avanti. Meglio fare un passo avanti che due indietro".
A Pechino fa il suo esordio all'interno del team Alejandro Resnicoff, fisioterapista dall'esperienza pluridecennale con cui il campione di Wimbledon ha avviato una nuova collaborazione: "I cambiamenti principali riguardano il lavoro in campo, non quello fuori dove tutto è rimasto più o meno identico. Lui è un fisioterapista con molta esperienza, è sul circuito da 15 anni e ha già collaborato con diversi giocatori - ha detto ancora Sinner, motivando la scelta appena fatta -. Rispetta molto l'equilibrio che ha trovato nel team, non è venuto per stravolgere alcunché: se pensa che si possa migliorare qualcosa nel mio fisico è qui per aiutarci a farlo. Ma anche qui, ci vuole tempo. Ci avevo già lavorato un po' quando ero senza fisioterapista, non molto a dire il vero, ma oggi averlo con me è un gran privilegio. Ha davvero molta, molta esperienza. E' una persona onesta e gentile. A casa ha una famiglia e anche questa è una bella situazione quando si stacca col lavoro. Sta andando tutto nella giusta direzione".
L'ultima battuta è una risposta a Roger Federer e alle dichiarazioni rilasciate dallo svizzero sull'omogeneità delle superfici dei campi in cemento, resi più lenti e per questo favorevoli ai due giocatori che al momento riescono a imprimere più potenza alla palla (Sinner e Carlos Alcaraz). Una scelta che l'ex numero uno del mondo modificherebbe in termini di velocità così da fornire alla concorrenza qualche chance in più per intromettersi nella loro rivalità: "Viviamo già tre grandi transizioni: duro, terra battuta ed erba. E' sempre stato così. I campi in cemento sono spesso molto simili, altre volte presentano alcune modifiche. Ad esempio a Indian Wells la palla rimbalza di più, ma più o meno le condizioni sono simili su tutti i campi, è sempre stato così e non so si andrà verso un cambio o meno. Io sono solo un giocatore che cerca di adattarsi nel miglior modo possibile, e credo di star facendo un buon lavoro in questo senso".

(Adnkronos) - La laurea è ancora un requisito fondamentale per trovare lavoro? Sì, molto spesso. Viene esplicitamente richiesta in quasi 1 annuncio su 2 (42%). E' quanto emerge da un sondaggio di Indeed, portale numero 1 al mondo per chi cerca e offre lavoro, che ha intervistato 500 recruiter italiani.
Tuttavia, seppur quasi la metà (47%) dei datori di lavoro dichiari di aver intensificato l'uso di titoli di studio formali negli ultimi tre anni – una scelta spesso dettata da preoccupazioni sulla qualità dei candidati (37%) o da preferenze dei responsabili (32%) – è altrettanto vero che la laurea da sola non sembra più sufficiente a colmare le esigenze del mercato: quasi la metà degli intervistati (49%) ritiene che le lauree diventino obsolete in fretta e addirittura il 62% lamenta che i programmi universitari non preparino le persone con competenze immediatamente spendibili per il lavoro. Si pensi che un quarto (26%) dei datori di lavoro non avrebbe barriere nel rimuovere i requisiti di laurea o esperienza dalle proprie ricerche di lavoro, suggerendo che si stia diffondendo l’opinione che per alcune posizioni le competenze possono essere acquisite e dimostrate in altri modi.
Gianluca Bonacchi, talent strategy advisor di Indeed, spiega "Sebbene l'istruzione formale continui a essere tenuta in grande considerazione, l'evoluzione del mercato del lavoro, la difficoltà nel reperire i talenti e la necessità di formazione continua per stare al passo con gli sviluppi di un mondo del lavoro sempre più rapido, incidono anche sulle strategie di reclutamento. Per alcuni settori il titolo di studio continuerà a essere un prerequisito, mentre per altri potrebbe non rappresentare più una discriminante o dovrà necessariamente viaggiare di pari passo alle competenze sviluppate in altro modo".
La diffusione dell'Intelligenza artificiale, inoltre, sta iniziando a giocare un peso anche nella valutazione dei candidati entry-level. Non a caso, il 18% dei datori di lavoro considererebbe l'Ia come alternativa a un neolaureato per mansioni specifiche. Va da sé che in questo contesto, le soft skill emergono come elementi distintivi fondamentali per i profili junior. Le competenze trasversali più valorizzate dai datori di lavoro sono: la capacità di lavoro di squadra (52%), adattabilità e flessibilità (50%), attitudine al problem-solving e pensiero critico (50%). Significative anche l'agilità di apprendimento e curiosità (44%) e la capacità di prendere iniziativa e proattività (40%).
“In sintesi, il nostro studio evidenzia un panorama del reclutamento in rapida evoluzione. Sebbene la laurea continui a mantenere un ruolo importante e resti un requisito spesso richiesto, cresce la convinzione che le competenze possano essere acquisite anche attraverso percorsi più diversificati, soprattutto in un contesto in cui l’intelligenza artificiale sta iniziando a influenzare le pratiche lavorative”, conclude Bonacchi.


(Adnkronos) - Violet Affleck, figlia delle star di Hollywood Jennifer Garner e Ben Affleck, ha lanciato un appello per l'uso della mascherina, ospite di un evento alle Nazioni Unite a New York. La 19enne ha parlato durante un incontro dedicato alla qualità dell'aria indossando una Ffp2 e il suo intervento si è focalizzato sull'importanza delle mascherine e di altri dispositivi di prevenzione a più di 5 anni dall'emergenza Covid-19 che ha stravolto la vita di milioni di persone.
Violet, attivista e studentessa del primo anno al Davenport College di Yale, ha affermato - riporta il 'Daily Mail' - che "è essenziale continuare a indossare le mascherine per frenare la diffusione del Covid". La ragazza è stata colpita dal Long Covid nel 2019 e già lo scorso anno aveva chiesto alle istituzioni di ripensare l'obbligo della mascherina nelle strutture mediche. Spesso sui media compaiono sue foto a eventi con la famiglia in cui indossa, l'unica, la mascherina.
Leggi tutto: Ben Affleck, l'appello della figlia Violet per l'uso delle mascherine contro Covid

(Adnkronos) - La Giuria del Premio Giornalistico Paolo Graldi, sotto la presidenza di Gianni Letta, ha scelto i vincitori della Seconda Edizione, che quest'anno si articola nelle sezioni “Giornalismo Politico”, “Giornalismo d'Inchiesta”, “Giornalismo Giudiziario”, “Giornalismo Radiotelevisivo”, “Giornalista Under 35”, “Giornalista Scientifico”, “Autore Tv” e “Comunicatore”.
L'autorevolezza e la competenza, unite all'impegno costante nella ricerca dei dettagli utili alla comprensione di ogni avvenimento, dalla cronaca locale ai grandi eventi internazionali, sono i requisiti fondamentali che questo Premio vuole esaltare, e che hanno caratterizzato il percorso professionale di Paolo Graldi. Con questi principi ispiratori, la giuria coordinata da Massimo Martinelli e composta da Emilio Albertario, Stefania Battistini, Giovanni Bianconi, Maurizio Caprara, Paolo Conti, Luigi Contu, Alessandro De Angelis, Margherita De Bac, Ferruccio De Bortoli, Franco Ferraro, Stefano Folli, Massimo Franco, Giovanni Grasso, Bruno Manfellotto, Silvana Mazzocchi, Clemente Mimun, Antonio Padellaro, Barbara Palombelli, Vittorio Sabadin, Cecilia Sala, Fiorenza Sarzanini, Nello Scavo e Antonello Valentini ha scelto i vincitori del premio Paolo Graldi 2025.
Nella sezione “Giornalismo Politico” il riconoscimento va ad Alessandro Barbera, giornalista de La Stampa e autore di saggi politico-economici. Il premio Paolo Graldi per il “Giornalismo d'Inchiesta” va a Giuliano Foschini, inviato de La Repubblica, esperto di criminalità organizzata e autore di numerosi libri che trattano del fenomeno della mafie e della corruzione. Per il “Giornalismo Giudiziario” si aggiudica il premio Luigi Ferrarella, inviato del Corriere della Sera, decano dei cronisti giudiziari milanesi e autore di saggi sul sistema giudiziario italiano e sul fenomeno della corruzione.
Vince il premio Paolo Graldi per il “Giornalismo radiotelevisivo” Alessandra Sardoni, inviata de La7, conduttrice di trasmissioni di approfondimento e autrice di saggi sulla politica italiana. Nella sezione “Autore Tv” la giuria ha assegnato il premio a Giorgio Zanchini, giornalista Rai, autore e saggista, conduttore di “Radio Anch'io” e di altre innumerevoli trasmissioni.
Il riconoscimento “Giornalismo Under 35” va invece a Francesco Bechis, cronista de Il Messaggero, esperto di politica italiana e internazionale e autore di saggi di geopolitica. Il premio per il miglior “Comunicatore” è assegnato a Nicola Cerbino, direttore Relazioni Media e Stampa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione policlinico Universitario Agostino Gemelli. Infine, il riconoscimento per il “Giornalismo Scientifico” va a Marta Meli, giornalista di Sky TG24 esperta di tecnologia e autrice di documentari e saggi sullo spazio e sulla scienza.
La consegna dei riconoscimenti avverrà nel corso di un evento condotto dalla giornalista di Sky TG24 Tonia Cartolano il prossimo 28 novembre, alle ore 15.30, presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio.
Leggi tutto: Il premio Graldi a Barbera, Foschini, Ferrarella e Sardoni

(Adnkronos) - "Sono 3 anni che minacci di morte me e Simona". Così Giovanni Terzi in un post su Instagram racconta di aver denunciato l’uomo che da tempo perseguita lui e la moglie e conduttrice Simona Ventura. "Denunciato. Adesso grazie alle fantastiche professionalità della Polizia Postale sapremo chi sei e conosceremo la tua faccia. Tre anni in cui hai detto (mandandomi messaggi in privato) le peggio cose", ha spiegato sui social.
Il giornalista e scrittore ha anche condiviso alcuni degli audio ricevuti, pieni di odio, rivolti alla coppia. "Adesso basta. Che la giustizia faccia il suo corso e, ad ognuno di voi che subisce messaggi e minacce simili, denunciate. Non abbiate mai paura".

(Adnkronos) - Vittoria di Rai1 nel prime time di ieri sera con la 'Il Commissario Montalbano', in replica, che ha ottenuto 2.705.000 telespettatori e il 16,7% di share. Secondo gradino del podio per Canale 5 con 'Buongiorno, Mamma! 3' che ha interessato 2.282.000 telespettatori (share del 15%). Terzo posto per la partita di Coppa Italia trasmessa da Italia1 seguita da 2.194.000 telespettatori pari all'11,5% di share.
Fuori dal podio su La7 'DiMartedì' è stato seguito da 1.315.000 telespettatori (share dell'8,5%), mentre su Tv8 'X Factor' è stato visto da 857.000 telespettatori raggiungendo uno share del 5,6%. Su Retequattro 'È Sempre Cartabianca' ha interessato, invece, 716.000 telespettatori (share del 5,7%). Su Rai2 'Freeze – Chi Sta Fermo Vince!' ha realizzato 701.000 telespettatori e il 4,5% di share mentre sul Nove 'Giustizia privata' è stato visto da 411.000 telespettatori pari al 2,5%. Su Rai3 'Quaranta anni senza Giancarlo Siani' ha interessato 361.000 telespettatori (share del 2%).
Nell'access prime time 'La Ruota della Fortuna' ha registrato 4.958.000 telespettatori pari al 23,8% mentre su Rai1 'Affari Tuoi' ha ottenuto 4.163.000 telespettatori (share del 20%).

(Adnkronos) - La certificazione è ormai un prerequisito fondamentale per la competitività. Questo è quanto emerge dall’indagine condotta da Prometeia e Conforma, l'associazione di organismi di certificazione, ispezione, prova e taratura che ha raccolto l’82% di adesioni tra i propri soci in rappresentanza di 50.000 imprese. Il 63% degli intervistati ritiene che le aziende certificate abbiano un accesso più agevolato ai mercati internazionali, mentre un ulteriore 26% segnala un impatto positivo in settori chiave come agroalimentare, medicale e automotive. Le certificazioni più richieste dalle imprese per competere all’estero restano gli standard internazionali ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001 le certificazioni di prodotto. Nei bandi pubblici le certificazioni risultano determinanti: il 71% degli intervistati dichiara che vengono richieste 'frequentemente' o 'quasi sempre' come requisito di partecipazione o criterio premiale.
L’indagine evidenzia inoltre come i servizi Tic offrano vantaggi differenziati in base alla dimensione aziendale: per le pmi significano una migliore gestione della qualità e dei processi interni, un maggiore accesso a mercati e clienti, oltre che a finanziamenti e bandi pubblici; per le grandi imprese, invece, si traducono soprattutto in una riduzione dei rischi legali e delle sanzioni, nella conformità alle normative internazionali e di filiera e in un più rapido accesso ai mercati globali. Il legame tra certificazione e credito è ancora in fase di consolidamento: sebbene oggi le banche attribuiscano un peso limitato alle certificazioni nelle proprie valutazioni, queste possono rappresentare un indicatore importante di continuità e resilienza aziendale, aprendo la strada a un dialogo più strutturato tra mondo finanziario e imprese certificate.
Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario di Abi, sottolinea: “Il giudizio del merito creditizio di una impresa è un processo complesso e di rilevante importanza per le banche. In questo contesto le certificazioni dei processi organizzativi delle imprese possono aggiungere un importante contenuto informativo sulla qualità organizzativa dell’impresa, sui suoi meccanismi di funzionamento, di pianificazione e di controllo e, quindi, rappresentare un ulteriore elemento a supporto del processo creditizio”. Il 73% degli operatori prevede una crescita della domanda di certificazioni in ambito Esg, soprattutto ambientale.
“La sostenibilità - afferma Enrico Giovannini, direttore scientifico e cofondatore di Asvis - è un investimento strategico che rafforza imprese ed economia. Rinviare la transizione significherebbe compromettere il futuro. Proprio per questo le certificazioni posso rivestire un ruolo decisivo come leve di crescita e innovazione. Il vero salto culturale sta nel non concepirle solo come mero adempimento formale o requisito minimo ma come investimento strategico per resilienza, sviluppo e internazionalizzazione”.
Sul piano tecnologico, i soci di Conforma individuano intelligenza artificiale (32%) e cybersecurity (31%) come i principali driver della futura domanda di servizi Tic. “La certificazione - sottolinea Nicola Privato, presidente di Conforma - si conferma uno strumento decisivo per la competitività delle imprese italiane. Non è un semplice adempimento, ma un passaporto per l’innovazione e l’accesso ai mercati nonché un requisito di ammissione o criterio premiale. Allo stesso tempo, le certificazioni rappresentano un segnale di solidità e continuità, che dovrebbe essere meglio valorizzato anche dal sistema finanziario. Oggi solo un’impresa su quattro riscontra un impatto significativo sul credito, ma è evidente che standard come quelli di business continuity o in ambito Esg possano contribuire a rafforzare il profilo di rischio e sostenere la resilienza delle imprese. Per questo Conforma continuerà a impegnarsi per promuovere la cultura della certificazione non solo come garanzia di conformità, ma come leva strategica per lo sviluppo, l’internazionalizzazione e la sostenibilità del nostro sistema produttivo”.

(Adnkronos) - Se Ilaria Salis venisse riconsegnata all'Ungheria verrebbe sottoposta ad una "persecuzione spietata" da parte del goveno ungherese, che prosegue anche oggi ad opera del primo ministro Viktor Orban, che continua a "diffamarmi, chiamandomi terrorista". Lo sottolinea la stessa eurodeputata di Avs, in conferenza stampa a Bruxelles, dopo il voto di ieri nella commissione Juri, che ha votato a stretta maggioranza contro la rimozione della sua immunità.
Per Salis, "senza un presupposto democratico condiviso, ogni procedura inevitabilmente perde significato e validità. La commissione" Juri del Parlamento "ha riconosciuto ciò che è evidente a chiunque osservi senza pregiudizi: in Ungheria lo Stato di diritto è gravemente compromesso e la magistratura non è più indipendente, come anche lo stesso Parlamento Europeo ha più volte rilevato".
E "io, in un simile contesto, sarei sottoposta ad una persecuzione certa e spietata. Questa persecuzione - sottolinea - non è un'ipotesi: ne sono già stata vittima nei 15 mesi di detenzione preventiva, trascorsi in condizioni disumane, sulla base di accuse pretestuose e mai verificate".
Per Salis, "l'accanimento, motivato da ragioni ideologiche, non è mai cessato. Anzi, continua tuttora: il governo ungherese, per bocca dello stesso Orban, non smette di diffamarmi, chiamandomi terrorista e minacciando di sbattermi in galera. Tutto questo senza nemmeno la decenza di attendere un verdetto, violando così il principio elementare della presunzione di innocenza, che è alla base di ogni Stato di diritto degno di questo nome".
Stato di diritto che, "evidentemente", continua, non è "alla base di una democrazia illiberale, come la definisce compiaciuto Orban. Non è alla base di una democratura, come la definiscono invece gli scienziati politici. Da quando sono stata eletta al Parlamento Europeo - nota - l'odio del regime nei miei confronti si è ulteriormente intensificato".
Per l'eurodeputata, "non è un caso che la richiesta di revoca della mia immunità sia stata trasmessa il giorno successivo al mio intervento in plenaria, proprio di fronte a Orban. Non è un caso che, quando prendo parola in Aula, vengo aggredita con insulti e diffamazioni dal gruppo dei Patrioti, soprattutto dai deputati ungheresi di Fidesz. E non è un caso che il portavoce di Orban", Zoltan Kovacs, "abbia ripetuto più e più volte che il mio posto sarebbe la prigione, non il Parlamento. Tutto ciò dimostra una volontà precisa di screditarmi in quanto eurodeputata, attraverso il metodo della diffamazione e della minaccia", conclude.
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(Adnkronos) - "La Russia non è una tigre. Il Paese è piuttosto associato a un orso. E non esistono 'orsi di carta'. La Russia è un vero orso". Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto a Donald Trump che ieri aveva parlato della Russia come di una tigre di carta. "La Russia mantiene la sua resilienza e la sua stabilità macroeconomica", ha aggiunto senza negare i problemi dell'economia del Paese che attribuisce alle sanzioni e alle turbolenze economiche globali.
Il processo di riavvicinamento fra Russia e Stati Uniti "è lento, molto lento", ha poi detto Peskov, sottolineando che i tentativi di Trump di rilanciare le relazioni "hanno avuto una efficacia vicina allo zero".
Quanto alla guerra in Ucraina, Peskov ha spiegato che "perseguiamo la nostra operazione militare speciale per garantire i nostri interessi e arrivare ai nostri obiettivi che il Presidente del nostro Paese ha stabilito dall'inizio. Noi agiamo per il presente e per l'avvenire del nostro Paese, per le prossime generazioni a venire. Non abbiamo quindi altra alternativa", ha spiegato .
Da canto suo il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto a Fox News di essere rimasto "un po' sorpreso" di fronte alle affermazioni di Trump, secondo il quale l'Ucraina può riconquistare tutto il territorio sottratto dalla Russia. "Sono sicuro della mia popolazione, del mio Esercito, certo del rafforzamento del sostegno degli Stati Uniti, ma il presidente Trump è stato più positivo (nel post su Truth) e ha dimostrato di voler sostenere l'Ucraina per la fine della guerra", ha affermato, ripetendo che "siamo pronti a porre fine a questa guerra il prima possibile".
"Penso i nostri rapporti siano migliorati rispetto al passato", ha detto Zelensky, convinto sia "positivo il fatto che abbiamo spesso colloqui telefonici e incontri". "E penso che il fatto che (il leader russo Vladimir) Putin abbia mentito molte volte al presidente Trump abbia fatto la differenza", ha aggiunto.
E c'è attesta per l'incontro di oggi fra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato Usa Marco Rubio a margine dei lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha confermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Fonti americane
Leggi tutto: Ucraina, Russia avverte Trump: "Non siamo tigri di carta ma orsi veri"

(Adnkronos) - L'Italvolley maschile supera in tre set il Belgio nei quarti di finale dei Mondiali in corso nelle Filippine e vola in semifinale sabato contro la vincente tra Polonia e Turchia, in campo oggi alle 14 italiane. I ragazzi di De Giorgi si prendono la rivincita dopo la sconfitta contro i Red Dragons nella fase a gironi, 3-2, e chiudono con un netto 3-0 la sfida di oggi (25-13, 25-18 25-18).
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