
"Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma gli obiettivi di decarbonizzazione per un Paese come l'Italia sono anche opportunità, perché è un'opportunità di qualificazione. Noi siamo importanti nel mondo, essendo il quarto Paese esportatore, avendo un terzo del nostro prodotto interno lordo, quindi della nostra ricchezza italiana, legato all'esportazione. Perché facciamo i prodotti migliori, non perché facciamo i prodotti che costano meno. E questo, automaticamente, è l'innovazione, la tecnologia, la genialità di questo Paese". E' quanto ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in occasione della cerimonia di premiazione delle migliori startup italiane che hanno partecipato al bando '7 idee per cambiare l’Italia', promosso da L’Espresso.
Il ministro, durante l’evento ospitato presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, ha poi commentato la questione controversa del costo energetico delle nuove tecnologie: “Questo aspetto non è risolvibile da un giorno all'altro. Noi siamo, purtroppo, un Paese che dipende ancora tanto dai combustibili fossili, anche se devo dire che dopo tre anni di governo noi abbiamo raggiunto un punto di equilibrio importante, che è quello di avere metà rinnovabile e metà da gas, di non avere più la produzione da carbone, tolto una piccola quantità in Sardegna, e di avere le rinnovabili che hanno raggiunto anche un punto per stare in piedi da sole senza incentivi da parte dello Stato. Questo è il grande goal che dobbiamo valorizzare e naturalmente far crescere e modernizzare. Quindi la tecnologia, la modernizzazione, l'innovazione sono il contributo che viene dato, in questo caso, all'energia, che è un veicolo di sfida per il Paese”.
Per Pichetto Fratin il tema della sicurezza è molto importante ma anche molto vasto: non solo sicurezza fisica del lavoratore ma anche sicurezza nel prezzo. “Certo, noi siamo un Paese ancora abbastanza vulnerabile ma abbiamo fatto passi avanti”.

“Ringrazio L’Espresso a supporto dell’innovazione che va fatta esprimere e va sempre ascoltata. Stiamo cercando di caratterizzare Roma come città amica dell'innovazione e per farlo occorre aiutare altri a pensare e immaginare cose che noi non siamo in grado di immaginare. Guarderemo con grande attenzione queste startup. So che sono state selezionate 300 proposte, ovviamente teniamo conto di tutti i vincitori ma anche di tutti quelli che hanno partecipato, saremo molto interessati ad aiutarli”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, durante la premiazione dei migliori progetti d’impresa italiani selezionati dal bando promosso da L’Espresso '7 idee per cambiare l’Italia'.
Alla cerimonia, ospitata presso la sala della protomoteca in Campidoglio a Roma, hanno partecipato quattordici startup finaliste, votate da una giuria composta da rappresentanti dei partner del progetto: Fortunato Costantino (direttore risorse umane, legal e corporate affairs di Q8 Italia e professore a contratto presso la European school of economics di teoria generale della sostenibilità Esg di impresa e dell’innovazione sociale), Paul Kyprianou (responsabile relazioni esterne di Gruppo Grimaldi), Gaia Dal Pozzo (investment director per Lmdv capital), Enzo Raho (Qhse & sustainability director di Renco), Alessio Boceda (co-fondatore di Startup geeks) e Alberto Luna (di Talent garden).
“Sono convinto che in questo Paese, in questa città -ha concluso con orgoglio il primo cittadino- ci sia tantissima energia per pensare al futuro. Spero che la nostra economia nazionale possa imparare anche a coltivare e sostenere idee più mondiali. Ringrazio ancora L’Espresso e tutti quanti hanno sostenuto questa iniziativa”.

“Con questa iniziativa abbiamo cercato di comunicare il cambiamento. Siamo rimasti molto stupiti dalla grande partecipazione, quasi 300 start up italiane hanno partecipato a questa iniziativa". E' quanto ha dichiarato il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli, promotore del bando ‘7 idee per cambiare l’Italia’ al Campidoglio durante la cerimonia di premiazione dei migliori progetti italiani selezionati.
“Le startup selezionate appartengono ai settori più disparati, ma in tutte abbiamo trovato grande creatività e grande attenzione alla sostenibilità. Oggi sono presenti 14 finalisti e la giuria sceglierà 7 vincitori. Il premio prevede 40 mila euro da spendere in marketing e innovazione e L’Espresso garantirà per 7 settimane, un articolo a ciascuno di loro. Il bando ha riscosso un tale successo che a gennaio partiranno le candidature per l’anno prossimo”, ha concluso Carelli.

Il governo Meloni è compatto sul sì al decreto sulla proroga degli aiuti, a cominciare dall'invio di armi, all'Ucraina? ''Ci sarà un Consiglio dei ministri, c'è la presidente del Consiglio, Forza Italia è favorevole'', replica il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un convegno sulla giustizia civile organizzato da Forza Italia nell'auletta dei gruppi di Montecitorio.
La "posizione del governo" è "quella indicata dal presidente del Consiglio Meloni e che io condivido. Prima della fine dell'anno si approverà il testo" del decreto con l'invio di armi a Kiev, ha assicurato poi a proposito del decreto sulla proroga degli aiuti a Kiev.
Quanto alle critiche di Matteo Salvini, il vicepremier ha tagliato corto: ''Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma la politica estera è competenza del premier e del ministro degli Esteri".

Un mercato illecito sempre più digitale, frammentato e difficile da intercettare. È il quadro che emerge dall’analisi del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. promosso dalla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” Maciste e dedicato all’evoluzione del commercio illecito dei prodotti del tabacco e delle sigarette elettroniche in Europa e in Italia. Durante il panel “La difesa del Made in Italy attraverso la lotta all’illecito: il caso dei tabacchi”, tenutosi oggi presso la sede Coldiretti nell’ambito del convegno “Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere”, è stato sottolineato come le tradizionali rotte criminali si stiano integrando con nuove piattaforme di distribuzione online, generando effetti profondi su gettito fiscale, legalità, salute e occupazione.
Secondo il rapporto Maciste, nel 2024 in Europa sono state consumate 52 miliardi di sigarette illegali, per una perdita fiscale di 14,9 miliardi di euro. I dati mostrano forti squilibri territoriali, con la Francia che raggiunge quasi il 38% di consumo irregolare e i Paesi Bassi che, dopo aver optato per un aumento significativo dei prezzi, registrano un incremento di circa dieci punti percentuali in un solo anno. A questa evoluzione si aggiunge l’espansione delle cosiddette white illicit provenienti dall’Est Europa e una crescente infiltrazione nelle piattaforme e-commerce e nei canali criptati, che consentono transazioni rapide, anonime e difficilmente tracciabili.
In Italia, il mercato del tabacco combusto illecito ha un’incidenza dell’1,8%, grazie all’incessante opera di controllo e repressione attuato dalle autorità e dalle forze dell’ordine, unito ad un quadro avanzato e robusto di regole sul comparto: dati ed approcci che posizionano il nostro Paese come una best practice a livello europeo. A testimonianza dell’efficacia di tale attività, le brillanti operazioni che hanno portato alla scoperta di opifici clandestini in Lazio, Piemonte e Lombardia, spesso legati a manodopera irregolare e capaci di produrre milioni di sigarette al giorno destinate ai mercati europei più remunerativi.
Tuttavia, la ricerca Maciste evidenzia una trasformazione legata alle sigarette elettroniche che si spostano rapidamente verso canali digitali dove il controllo risulta più difficoltoso. L’illegalità in questo segmento si stima coinvolga circa un milione e mezzo di consumatori e vale 1,2 miliardi di euro, pari al 5% del mercato nazionale. Per alcune categorie, come le e-cig monouso e le capsule, il tasso di irregolarità stimata supera il 40–60%. Il danno economico complessivo per l’Italia nel 2024 derivante dalla vendita illecita di prodotti del tabacco e della nicotina viene stimato in 620 milioni di euro di imposte non riscosse e 540 milioni di fatturato sottratto alla filiera legale, con un impatto negativo diretto sull’occupazione di circa 5.100 posti di lavoro. Accanto alle implicazioni fiscali, i prodotti illegali non controllati comportano rischi per la salute e impatti sull’ambiente dovuti alle componenti elettroniche non smaltite correttamente.
Un contributo rilevante allo studio è stato fornito dal report “Illicit tobacco trade 2025”, presentato al tavolo Maciste dalla Guardia di Finanza.Il documento, nel fornire i dati aggiornati sui risultati di servizio conseguiti nel settore del contrasto al contrabbando di tabacchi e sigarette elettroniche, si focalizza su un trend criminale affermatosi in modo particolare negli ultimi due anni, ossia la tendenza delle organizzazioni criminali ad investire ingenti risorse economiche nella produzione illegale di sigarette direttamente all'interno del territorio nazionale, utilizzando opifici clandestini e manodopera irregolare.
Secondo il report, tra settembre 2024 e settembre 2025, la Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato, in Italia, 10 opifici illegali. Si tratta di fabbriche abusive che operano 24 ore al giorno, che sono dotate di sofisticati mezzi di produzione e sorveglianza e che sono in grado di assicurare ingenti profitti in tempi contenuti alle organizzazioni criminali.

“Stiamo assistendo ad una quarta rivoluzione industriale. Una rivoluzione che sicuramente cambierà - come già sta facendo - il nostro modo di esistere e lavorare, ma anche di interagire tra noi. Forse è il momento di chiederci cosa possiamo fare per evitare che questa rivoluzione ci travolga, applicando tutto quello che sappiamo fare, e che possiamo attuare, attraverso una logistica ecologica, a beneficio di tutti. Quindi trovare delle soluzioni inclusive che facciano sentire tutti parte di un ecosistema che possa portare eventualmente benefici concreti a tutta la comunità mondiale”. Queste le parole dell’ad di Q8 Italia, Bashar Al Awadhi, intervenuto al Campidoglio durante la cerimonia di premiazione dei migliori progetti italiani selezionati all’interno del bando promosso da L’Espresso '7 idee per cambiare l’Italia', di cui Q8 è main partner.
In merito alla transizione ecologica, Al Awadhi ha sottolineato l’importanza di una transizione verso un’economia più sostenibile ma anche equa e inclusiva. “La sostenibilità -ha detto- è al centro della strategia di Q8, la sostenibilità del business che persegue coniugando sinergicamente salvaguardia dell’ambiente, sviluppo sociale e crescita economica. La nostra azienda ha due focus fondamentali. Intanto l'attenzione alla società umana: questa transizione energetica deve implicare un’inclusione totale delle persone. Attraverso la nostra capacità di condividere le nostre esperienze, le nostre conoscenze cerchiamo di portare la comunità verso una nuova era. E poi, una produzione energetica più sostenibile, una decarbonizzazione del modo di costruire e di conseguenza una grande collaborazione con le start-up".
“Cosa dovremmo fare? Sicuramente bisogna trovare modi per unire questi nostri interessi con una nuova rete di infrastrutture", ha sottolineato Al Awadhi. "Far sì che tutte queste necessità combacino con le nuove idee, idee che rendano più agili il nostro lavoro, introducendo elementi nuovi e innovativi. Quindi dobbiamo trovare il modo di fondere tutte queste cose così importanti a beneficio della comunità internazionale. Dobbiamo offrire il nostro sostegno per migliorare la sostenibilità, fornendo tutte le nostre conoscenze e considerando anche quelle che sono le infrastrutture che al momento abbiamo generato, finito di creare, con progetti che hanno beneficiato la società”, ha concluso.
Lai (Pd): 'incontro positivo, su Egas soluzione vicina'... In collaborazione con Daiichi Sankyo
Ripartire dall’ascolto attivo dei bisogni dei pazienti con tumore metastatico per dare voce alle loro necessità e migliorare il loro percorso di diagnosi e cura. È questo l’impegno di Daiichi Sankyo verso il nuovo scenario dell’oncologia: grazie all’innovazione scientifica, l’aspettativa di vita di chi riceve una diagnosi di tumore in fase metastatica è aumentata notevolmente e con essa sono emerse nuove necessità. Per rispondere a questi bisogni, Daiichi Sankyo promuove EcHo-M, una strategia basata sull’ascolto dei bisogni delle persone con tumori metastatici e sulla collaborazione con tutti gli stakeholder- clinici, decisori istituzionali, associazioni di pazienti - per sviluppare proposte concrete e migliorative a favore dei pazienti e della sostenibilità del Sistema sanitario nazionale.
In Italia - informa una nota - sono sempre di più le persone che convivono con una diagnosi di tumore in fase avanzata. Per esempio, nel nostro Paese, oltre 37mila donne vivono con tumore al seno in fase metastatica. Questa condizione non riguarda solo persone con una lunga storia di malattia: circa il 6-7% delle diagnosi di tumore al seno avviene quando la malattia è già in fase avanzata. Il fenomeno si riscontra anche per altri tumori, come quello del polmone, del colon-retto, della prostata e del melanoma cutaneo.
Nell’ambito di un approccio innovativo alla gestione del setting metastatico, si inseriscono i progetti MetaLab ed EcHo-M Hospital. Il primo vede il coinvolgimento di 8 tra le principali associazioni di pazienti attive nelle aree del tumore al polmone, seno e stomaco ed è dedicato all’ascolto di pazienti e caregiver per sviluppare soluzioni più vicine ai loro bisogni. Il secondo - illustra, Daiichi Sankyo - coinvolge un panel di circa 20 esperti, tra clinici, rappresentanti regionali e associazioni di pazienti ed è volto a ottimizzare, a livello ospedaliero, il percorso assistenziale del paziente con tumore al seno metastatico. Questi 2 esempi concreti di impegno al fianco di pazienti e clinici per costruire un sistema sanitario più efficace e sostenibile, segnano l’avvio di un percorso destinato, nei prossimi mesi, a condividere risultati ed evoluzioni, con azioni e proposte concrete per tutto l’ecosistema salute.
“Per le donne con tumore al seno metastatico - afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, che partecipa attivamente all’iniziativa EcHo-M - è fondamentale poter contare su un percorso di cura tempestivo, personalizzato, innovativo e multidisciplinare, per una presa in carico a 360 gradi; un percorso che tenga conto non solo delle esigenze cliniche, ma anche del bisogno di qualità di vita, riducendo il peso dell’incertezza, della burocrazia e dell’assistenza discontinua. Per questo sosteniamo con convinzione le iniziative che intendono rispondere ai bisogni concreti dei pazienti metastatici, migliorando la qualità dell’assistenza, la vita quotidiana e l’accesso tempestivo alle cure”.
Grazie alle terapie innovative oggi disponibili, dall’immunoterapia ai farmaci a bersaglio molecolare, agli anticorpi farmaco coniugati, la speranza di vita di chi riceve una diagnosi di tumore in fase metastatica è aumentata notevolmente, avvicinando sempre più questa condizione a quella di malattia cronica. La nuova condizione porta con sé nuovi bisogni a cui, tuttavia, non è stata ancora data una risposta concreta: dalla presa in carico continuativa dei pazienti, alla definizione di linee guida e di PDTA - Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, specifici per le persone che vivono la malattia metastatica.

"L’aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti con tumore metastatico rappresenta una delle più significative conquiste dell’oncologia moderna, resa possibile dall’innovazione terapeutica degli ultimi anni”, sottolinea Giuseppe Curigliano, Presidente eletto della European Society For Medical Oncology (Esmo), Professore di Oncologia Medica presso l'Università degli Studi di Milano e Direttore Divisione sviluppo di Nuovi farmaci per terapie innovative allo IEO di Milano, che fa parte della cabina di regia del progetto EcHo-M. “Questi risultati - chiarisce - non sono frutto di un singolo intervento, ma della stretta integrazione e collaborazione tra diverse discipline oncologiche, che lavorano in sinergia per offrire al paziente percorsi di cura sempre più personalizzati ed efficaci. Solo attraverso un modello integrato, multidisciplinare e centrato sul paziente potremo continuare a trasformare la storia naturale del tumore metastatico, garantendo ai pazienti non solo una maggiore sopravvivenza, ma anche una migliore qualità di vita. Un modello per cui è necessario implementare la formazione degli operatori sanitari oltreché rivedere l’organizzazione dei servizi".
“Partnership, innovazione e Patient Care sono i nostri pilastri strategici - dichiara Mauro Vitali, Head of Oncology di Daiichi Sankyo - È il momento di ripensare la presa in carico dei pazienti con malattia metastatica ma solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori coinvolti possiamo cambiare davvero le prospettive di queste persone, facendo eco ai loro bisogni, affiancando all’innovazione terapeutica un percorso assistenziale efficiente e coordinato; lavorando insieme per garantire la migliore offerta sanitaria nel modo più sostenibile possibile. E questo è solo l’inizio: nei prossimi mesi continueremo a condividere i risultati e traguardi del nostro lavoro - conclude - trasformando l’ascolto in cambiamento reale”.

"Bristol Myers Squibb crede molto nella crescita professionale dei giovani ricercatori. Oltre agli 8 dottorati realizzati insieme al ministero dell'Università e della Ricerca, l'azienda da molti anni offre regolarmente stage curriculari ed extracurriculari". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Bigagli, direttore medico di Bristol Myers Squibb Italia, alla presentazione - oggi a Roma - degli 8 dottorati innovativi in 5 università e 4 regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia), il cui obiettivo è aprire nuove frontiere della ricerca e accelerare il cambiamento nella pratica clinica. Bms Italia ha co-finanziato gli 8 dottorati di ricerca della durata di 3 anni rivolti a giovani ricercatori che avranno anche l'opportunità di trascorrere 6 mesi in azienda.
"Gli stage curriculari, finalizzati anche alla preparazione della tesi, possono durare 6 mesi o più - spiega Bigagli - I nuovi 8 dottorati rappresentano un'ulteriore occasione per investire su altrettanti giovani studiosi, che lavoreranno su temi attuali come medicina di precisione, Digital Health, Data Science e scienze omiche". Partiti a novembre, gli 8 dottorati sono attivati in collaborazione con 5 atenei italiani: 2 all'università degli Studi di Bari, 2 alla Sapienza università di Roma, 2 all'università degli Studi di Roma Tor Vergata, uno all'Humanitas University di Milano e uno all'università del Piemonte Orientale. Particolarmente importanti "i dottorati sulla medicina di precisione, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone colpite da gravi malattie - sottolinea Bigagli - Un altro esempio è il dottorato in 'Data Science in Medicine', che vuole formare esperti nella gestione e analisi dei Big Data per la medicina di precisione".
Durante i 6 mesi trascorsi in azienda, "i dottorandi potranno inoltre approfondire argomenti e attività che in università avrebbero meno possibilità di esplorare. Oltre alla direzione medica, potranno affiancare reparti come farmacovigilanza, regolatorio, ufficio legale e la clinica operativa, l'area che gestisce gli studi clinici condotti direttamente dall'azienda". Si tratta di "un'occasione preziosa per ampliare competenze, interessi e prospettive sul proprio futuro professionale. L'auspicio - conclude Bigagli - è che questi giovani ricercatori formati in Italia possano poi restare nel nostro Paese".

"La ricerca indipendente è fondamentale perché permette di esplorare ambiti che l'industria farmaceutica, di solito, non affronta. Studi su meccanismi fisiopatologici, malattie rare o condizioni poco conosciute possono fornire le basi scientifiche per sviluppare le terapie del futuro. Non a caso, anche l'industria utilizza spesso i risultati della ricerca indipendente come punto di partenza per nuovi sviluppi". Così all'Adnkronos Salute Roberto Poscia, responsabile dell'Unità di Ricerca clinica e Clinical Competence del Policlinico Umberto I di Roma e presidente del Comitato sulle terapie avanzate dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), alla presentazione - oggi a Roma - degli 8 dottorati innovativi in 5 università e 4 regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia), il cui obiettivo è aprire nuove frontiere della ricerca e accelerare il cambiamento nella pratica clinica. Bristol Myers Squibb Italia ha co-finanziato gli 8 dottorati di ricerca della durata di 3 anni, rivolti a giovani ricercatori che avranno anche l'opportunità di trascorrere 6 mesi in azienda.
Poscia sottolinea poi un cambiamento ormai inevitabile: "Un ospedale moderno - spiega - non può fare a meno di una struttura dedicata alla gestione della ricerca clinica. Così come non è pensabile un ospedale senza un reparto ormai consolidato come la Cardiologia, allo stesso modo non è più possibile immaginare un grande centro sanitario senza un'unità organizzata che si occupi di sperimentazioni cliniche. Servono professionisti formati, perché la ricerca clinica è diventata una disciplina a sé: lo sperimentatore deve potersi concentrare sul lavoro scientifico, mentre la gestione normativa deve essere affidata a personale dedicato, nel pieno rispetto delle good clinical practice".
Per rendere la ricerca clinica parte integrante del Servizio sanitario nazionale, secondo Poscia "è necessario completare il lavoro normativo già avviato dal ministero della Salute, guidato dal professor Guido Rasi, attraverso il Tavolo della ricerca e sperimentazione clinica attivo al dicastero. L'obiettivo - sottolinea - è creare una piena integrazione tra ricerca, sperimentazioni cliniche e assistenza sanitaria, trasformando la sperimentazione in una vera opportunità terapeutica per tutti i pazienti. Le cure devono arrivare prima possibile e in modo uniforme su tutto il territorio". Poscia ricorda anche l'importanza della recente determina Aifa sulla decentralizzazione dei trial clinici (la n.424 2024): una misura che permette, ad esempio, di svolgere parte delle sperimentazioni direttamente al domicilio dei pazienti. "Una scelta decisiva per chi vive lontano dai grandi centri ospedalieri e rischia di non accedere a terapie innovative".
Riguardo agli 8 nuovi dottorati di ricerca, Poscia li considera essenziali: "Le università potranno formare figure altamente qualificate, capaci di affrontare le sfide emergenti, come l'uso di sistemi basati su intelligenza artificiale nei dispositivi medici. Servono competenze tecniche e regolatorie, oggi sempre più richieste".
Dove andranno, una volta formati, questi nuovi scienziati? Per Poscia la risposta è chiara: "Dovrebbero rimanere nel sistema sanitario nazionale e nelle università. E' fondamentale creare le condizioni necessarie per trattenerli in Italia, evitando che vadano all'estero o verso altre realtà. Lo Stato li forma, lo Stato deve fare in modo di trattenerli".

Si è conclusa la prima edizione di '7 Idee per cambiare l’Italia', l’iniziativa promossa da L’Espresso, in collaborazione con Q8 Italia in qualità di main partner, per valorizzare i migliori progetti italiani sulla sostenibilità.
Le 7 startup vincitrici (AquaLink, BioPhi, Dafne, Dataclean, Pink Road, Pit’sa, Talea) sono state premiate a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, dal direttore de L’Espresso Emilio Carelli, al termine della pitch competition conclusiva che ha messo a confronto le 14 finaliste. Alla cerimonia hanno preso parte il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Le migliori 7 startup riceveranno da L’Espresso un pacchetto media da investire in strategie di marketing e comunicazione dal valore complessivo di 280.000 euro (40 mila euro per ciascun progetto).
Le startup sono state selezionate e votate da una giuria composta da rappresentanti dei partner del progetto: Fortunato Costantino (direttore risorse umane, legal e corporate affairs di Q8 Italia e professore a contratto presso la European school of economics di teoria generale della sostenibilità esg di impresa e dell’innovazione sociale), Paul Kyprianou (responsabile relazioni esterne di Gruppo Grimaldi), Gaia Dal Pozzo (investment director per Lmdv Capital), Enzo Raho (Qhse & sustainability director di Renco) e Alessio Boceda (co-fondatore di Startup Geeks).
Dopo l’apertura del bando, sono state raccolte quasi 300 candidature provenienti da tutta Italia, segno della vitalità dell’ecosistema dell’innovazione sostenibile e del desiderio crescente di generare impatto positivo attraverso progetti concreti.
Durante l’evento finale, le 14 startup selezionate hanno avuto l’occasione di presentare i propri progetti alla giuria, illustrando soluzioni che spaziano dalla tecnologia alla mobilità sostenibile, dalla salute alla digitalizzazione, fino ai nuovi modelli di economia circolare. Dopo le valutazioni, la giuria ha decretato le 7 idee ritenute più promettenti. '7 Idee per cambiare l’Italia' ha potuto contare sul supporto di Q8 Italia, impegnata in un percorso di innovazione nella mobilità e nella transizione energetica; sui co-partner industriali Gruppo Grimaldi, Lmdv Capital e Renco, che hanno contribuito con competenze strategiche e una visione imprenditoriale orientata alla sostenibilità; sui growth partner Startup Geeks e Talent Garden.
Inoltre, Giorgio Chiellini, director of football strategy della Juventus e co-fondatore di Akka Italy - piattaforma che consente anche a piccoli investitori di partecipare al finanziamento di startup selezionate, democratizzando l’accesso al venture capital - ha partecipato come ambassador dell’iniziativa con un video rivolto alle startup finaliste, portando il messaggio che il talento, per generare un impatto reale, deve trasformarsi in disciplina, studio e responsabilità.
Secondo Emilio Carelli, direttore de L’Espresso: "Questa prima edizione di '7 Idee per cambiare l’Italia' ha confermato una volta di più quanta creatività ci sia in Italia quando si parla di sostenibilità. L’Espresso ha voluto ideare questa iniziativa proprio per valorizzare progetti capaci di generare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Da gennaio si apriranno le candidature per l’edizione 2026, un’occasione per continuare a far emergere nuove idee a favore di un futuro più sostenibile".
Per Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: “Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ma gli obiettivi di decarbonizzazione, per un Paese come l’Italia, sono anche opportunità. Noi siamo importanti nel mondo, essendo il quarto Paese esportatore, avendo un terzo del nostro prodotto interno lordo, quindi della nostra ricchezza italiana, legato all'esportazione. Perché facciamo i prodotti migliori, non perché facciamo i prodotti che costano meno. E questo, automaticamente, è l'innovazione, la tecnologia, la genialità di questo Paese”.
Secondo Roberto Gualtieri, sindaco di Roma: “Iniziative come queste vanno ad avviare il campo delle idee. Sono convinto che in questo Paese, in questa città, ci sia tantissima energia per pensare al futuro. Spero che la nostra economia nazionale possa imparare anche a coltivare e sostenere idee più mondiali. So che questo progetto ha ricevuto oltre 300 proposte, ringrazio ancora L’Espresso e tutti quanti hanno sostenuto questa iniziativa”.
Giorgio Chiellini, director of Football Strategy della Juventus e fondatore di Akka Italy, in un videomessaggio, ha sottolineato che "negli ultimi anni mi sono avvicinato sempre di più al mondo delle startup: un ecosistema fatto di idee, innovazione e lavoro di squadra. Per questo sono felice di supportare '7 Idee per cambiare l’Italia', l’iniziativa de L’Espresso che valorizza progetti ad alto impatto sociale e ambientale. Alle startup finaliste faccio un grande in bocca al lupo. Continuate a crederci e a costruire soluzioni che possano davvero migliorare il Paese. Buon lavoro a tutti e complimenti per questa bellissima iniziativa”.

Scambio di salme all’ospedale di Biancavilla, nel Catanese, dove una famiglia si è vista recapitare la bara con all’interno il corpo di un’altra persona. L'episodio, che ha dell'incredibile, è avvenuto martedì scorso quando, secondo quanto ricostruisce il quotidiano La Sicilia, i cadaveri di due uomini, morti nel nosocomio nelle stesse ore, si trovavano l'uno accanto all'altro nella sala mortuaria in attesa di essere riconsegnati ai parenti. Quando per una delle due salme è arrivato il nullaosta gli addetti dell'agenzia delle pompe funebri l'hanno sistemata nella bara: vestita con gli abiti dati dalla famiglia, che a casa attendeva il proprio caro per l'ultimo saluto. Quello che, però, è stato loro consegnato era il morto sbagliato.
Sulla vicenda è intervenuta la Federazione provinciale del Partito democratico di Catania, esprimendo "preoccupazione e sconcerto". Per il segretario provinciale, Giuseppe Pappalardo, si tratta di "un fatto estremamente grave che colpisce nel profondo la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte. È inaccettabile che in una struttura sanitaria pubblica possano verificarsi errori del genere, soprattutto in un contesto in cui il rispetto del defunto e il sostegno ai parenti dovrebbero rappresentare una priorità assoluta". Da qui la richiesta all'Azienda sanitaria provinciale di Catani di una immediata "verifica interna rigorosa". "Individui le responsabilità e metta in campo tutte le misure necessarie affinché episodi simili non possano più ripetersi", dice il dem.
A stretto giro arriva, però, la replica dell'ospedale di Biancavilla, per il quale la consegna dei defunti è avvenuta "nel pieno rispetto delle procedure vigenti".
"Le salme sono state regolarmente riconsegnate ai familiari e agli aventi diritto, nel pieno rispetto delle procedure previste e delle normative vigenti", precisa il nosocomio, sottolineando che "sono stati scrupolosamente applicati tutti i protocolli, documentando puntualmente ogni fase dell’iter. Eventuali disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna non possono pertanto essere attribuiti all’ospedale", che ribadisce di "non avere alcuna responsabilità in merito all’accaduto".
La Direzione medica del presidio ha comunque fornito "un contributo operativo rilevante, collaborando attivamente all’individuazione e alla ricostruzione dell’accaduto e mettendo a disposizione ogni elemento utile alle verifiche".

"Il mio cantante preferito è Gigi D’Alessio". Così Clara Ghinazzi ha risposto alla domanda di Caterina Balivo a La volta buona, tradendo simpaticamente suo padre, il cantante Pupo.
Clara, ospite oggi nel salotto di Balivo, ha raccontato la sua famiglia non convenzionale, che per anni ha fatto discutere. Pupo conduce infatti una vita condivisa con le sue donne: le tre figlie, Ilaria, Clara e Valentina, e tre nipoti Matteo, Viola e Leonardo. Poi la moglie Anna Erli, sposata nel 1974, e la compagna Patricia la cui relazione è iniziata nel 1989.
“Ho un papà eccezionale, è sempre stato presente con noi figlie. Oggi è presente anche come nonno”, ha raccontato Clara. “Può sembrare una situazione anomala - ha aggiunto - però noi l’abbiamo sempre vissuta in maniera serena. Tra tutti noi c’è un bellissimo rapporto. Per me è la normalità”.

Confermata dal Tar del Lazio la nomina di Eugenio Albamonte a sostituto procuratore della Direzionale nazionale Antimafia e Antiterrorismo. I giudici amministrativi della prima sezione hanno respinto il ricorso presentato dal pm Stefano Luciani che lo scorso 18 dicembre era stato escluso, per minore anzianità, dai sette magistrati, proposti dalla Terza Commissione e votati dal plenum del Csm per la Dnaa. Insieme ad Albamonte erano stati nominati anche Antonella Fratello, Ida Teresi, Paolo Sirleo, Antonio De Bernardo, Federico Perrone Capano e Giovanni Musarò.
Luciani, pm della Dda di Roma, aveva impugnato e chiesto l’annullamento della delibera del Consiglio superiore della magistratura che aveva assegnato ad Albamonte il massimo punteggio. Nella sentenza pubblicata ieri, il collegio ritiene che quello su Albamonte non sia stato “un giudizio generico e meno che mai acritico” e che “i dieci anni di assegnazione nel gruppo Reati contro la personalità dello Stato e terrorismo della procura di Roma sono stati accompagnati, nella motivazione della delibera, dall’esplicitazione dei risultati investigativi per attività che rientrano nel perimetro di competenza della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo”. Per i giudici del Tar è necessaria una valutazione d’insieme “della peculiare attitudine richiesta, in forza della quale anche l’eventuale disallineamento, in termini di consistenza, tra l’esercizio pregresso di attività di repressione della criminalità organizzata, da un lato, e di repressione del terrorismo, dall’altro, non costituisce fattore discriminante”.
Poiché, “diversamente opinando – si legge nella sentenza - si dovrebbe pervenire alla conclusione che tutti i percorsi professionali dei magistrati aspiranti a ricoprire la funzione di sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo debbano, obbligatoriamente, contemplare entrambi (o, per giunta, entrambi e in egual misura) gli ambiti di attività per poter essere gratificati dal punteggio massimo. In tal modo, però, si finirebbe per determinare un meccanismo di svalutazione di chi, pur eccellendo particolarmente in uno dei due ambiti di attività, vedrebbe frustrata la possibilità di ottenere il conferimento di tale incarico, di massima sempre assegnato a magistrati di doti eccellenti se non eccelse: doti che, nella specie, il ricorrente certamente annovera in tema di lotta alla criminalità organizzata ma non altrettanto in materia di antiterrorismo; e, di converso, che il controinteressato vanta in tale ultimo ambito, mentre non ugualmente può vantare in materia di repressione della criminalità organizzata. Si vuol dire, pertanto – concludono i giudici del Tar - che l’apprezzamento dell’Amministrazione ai fini di punteggio non possa banalizzarsi sul piano della sola quantità distributiva tra i due ambiti di attività (Antimafia e Antiterrorismo) che definiscono la funzione della Direzione Nazionale”.

Poco più di sessanta persone in Italia 'valgono' 197,3 miliardi di dollari, quasi il 9% del Pil. E' il ritratto dei miliardari vivono nel nostro Paese. In totale, sono 61. Più di quelli della Francia, molto meno di Germania e Regno Unito secondo l'annuale Ubs Billionaire Ambitions Report.
Il numero di 'paperoni' rispetto al 2024 è sceso di una unità. Il gruppo, sebbene esiguo e con una leggera perdita sui dodici mesi (-2,5 miliardi), continua a vantare un patrimonio consistente, pari 197,3 miliardi di dollari.
Il rapporto segnala poi come la quota di miliardari nazionali che si sono fatti da sé sia fra le più basse in Europa, segno di ricchezze consolidate da generazioni: i self made men sono solo il 44% contro il 70% del Regno Unito (91 'paperoni') e il 75% dei Paesi Bassi (che però sono scesi a 8 super ricchi).
Rispetto all'Italia sono più 'statiche' anche le ricchezze dei 156 miliardari tedeschi (solo il 26% si sono fatti da sé) mentre la Francia - che pure vanta grandi dinastie e importanti gruppi bancari e industriali - conta solo 46 super ricchi, quasi la metà della Svizzera (84).
I 'paperoni' francesi possono però consolarsi con un patrimonio assai più consistente degli omologhi italiani: i 46 fortunati controllano asset per ben 508 miliardi, due volte e mezzo superiori a quelli del nostro paese, anche se in un solo anno, il totale è sceso di quasi 68 miliardi, mentre in Germania la crescita è stata di ben 146 miliardi (a quota 692,1 miliardi). Il calo dei paperoni transalpini - si legge - è dovuto principalmente al declino delle fortune delle famiglie con attività nel settore dei beni di lusso (Bernard Arnault e famiglia -23,6% su base annua; Françoise Bettencourt e famiglia -17,9%).
Le cifre europee però impallidiscono rispetto a quanto emerge dal Report per Stati Uniti e Cina. Gli States si confermano come la Mecca dei super ricchi: in un solo anno ne sono stati creati ben 109 e ora il totale dei miliardari è salito a quota 924 con un patrimonio cresciuto in dodici mesi del 18% a quota 6890 miliardi (quasi tre volte il Pil italiano). A Pechino e dintorni, invece, i super ricchi hanno aggiunto 321,4 miliardi di dollari di ricchezza portando il loro patrimonio a 1766 miliardi (+22,2% su base annua) con 70 nuovi ingressi per un totale di 470 miliardari.
Non sorprende - conoscendo l'evoluzione dell'economia cinese - che il 98% di loro sia 'di nuova generazione'. Una quota record di self made men che si accoppia con il record di uscite dal club (in 24 sono scesi sotto la soglia del miliardo di dollari) segno di un sistema in rapido movimento, dove niente - neanche la ricchezza - può essere dato per scontato.

Una donna di 49 anni è stata trovata gravemente ferita e riversa in una pozza di sangue intorno alle 5 del mattino di oggi, nel cortile del condominio dove abita col marito e il figlio a Torri di Quartesolo (Vicenza). Soccorsa dal Suem 118 è stata portata all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove si trova ricoverata in rianimazione in gravi condizioni.
Sono stati proprio i sanitari ad avvisare la Questura che ha mandato sul posto Squadra mobile e la Scientifica che stanno svolgendo le indagini coordinate dalla Procura berica che non esclude alcuna ipotesi circa l'accaduto.

A Bari ultima tappa per il 2025, ma tutto è pronto a ripartire il prossimo anno. Si chiude infatti nel capoluogo pugliese il Roadshow di Bnl Bnp Paribas che sta portando la Banca, da Nord a Sud, in un percorso di confronto e dialogo su economia, imprese, innovazione, lavoro e geopolitica, con clienti, stakeholder, rappresentanti del mondo imprenditoriale, delle associazioni, delle università e della Società. Cinque tappe (Roma, Parma, Verona, Bergamo e oggi Bari) per il 2025, mentre lo scorso anno sono state 4 le città toccate: Bologna, Padova, Napoli e Milano; per un totale di oltre 2000 ospiti e più di 50 relatori.
Presso il Palazzo della Provincia, sede della Città Metropolitana di Bari, si parla di connessioni tra talento, ricerca e impresa, di opportunità nell’ambito della transizione digitale e ambientale, della capacità del Sud di attrarre risorse, competenze e progettualità. Elena Goitini, Amministratore Delegato di BNL e Responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia, aprendo la tavola rotonda ha sottolineato come "il Sud è terra di eccellenze, imprenditorialità, innovazione e visione. Il panel di oggi è la più concreta espressione di quanta forza e valore ci siano nel mondo delle imprese, delle associazioni, dell’Accademia e della Società sul territorio pugliese. Abbiamo toccato diverse città in tutta Italia e ogni tappa ci ha restituito sia la razionalità nell’analisi dei rischi e dei contesti, sia la reattività e il coraggio di progettare ogni giorno il futuro. È con questa consapevolezza che, come Banca e Gruppo, continuiamo a sostenere l’economia reale, accompagnando famiglie e imprese. Proseguiremo in questo viaggio tra i distretti produttivi, ambasciatori del nostro Paese nel mondo".
A Bari si confrontano Lucia Forte, Amministratore Delegato Oropan S.p.A.; Mario Aprile, Presidente di Confindustria Bari e BAT; Pasquale Casillo, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Casillo; Vincenzo Divella, Amministratore Delegato Gruppo Divella; Antonio Messeni Petruzzelli, Prorettore del Politecnico di Bari. La moderazione è affidata al Direttore Territoriale Sud di BNL BNP Paribas, Barbara Martini; chiude i lavori Ruxandra Valcu, Chief Commercial Officer della Banca. L’evento si sviluppa su due giorni (oggi e domani) e, oltre alla tavola rotonda, prevede meeting mirati per intensificare lo scambio con i clienti, ma anche tra le strutture interne di BNL su attività presenti e future.
La Regione Puglia è parte del perimetro di competenza e azione della Direzione Territoriale Sud della Banca, attiva anche in Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia. La Struttura conta circa 1000 persone e 150 “punti di presenza” tra filiali, centri Private Banking e Wealth Management, centri Corporate Banking, SME (PMI) e Pubblica Amministrazione.
Come ricorda Ruxandra Valcu, Chief Commercial Officer BNL BNP Paribas "la Puglia è un territorio che non ha più bisogno di essere sostenuto, ma accompagnato. Cresce, sta accelerando, anche gestendo le discontinuità e trasformazioni".
"Grazie ad un settore industriale che si é aperto a innovazione e nuove tecnologie; a politiche regionali che hanno saputo attivare risorse importanti, in primis quelle del PNRR; e a un tessuto imprenditoriale che ha scelto di investire invece di attendere. Noi - conclude - vogliamo esserci perché il sapere diventi impresa, la ricerca prodotto e il talento sviluppo. Lo facciamo puntando su crescita, trasformazione e sostenibilità".

Can Yaman di nuovo single? La relazione tra l'attore turco e Sara Bluma sarebbe giunta ormai al capolinea. Dopo settimane di indiscrezioni, alimentate dalla sparizione delle foto insieme sui social, l'ipotesi trova ora conferma. A riportarlo è il settimanale 'Diva e Donna' che in copertina riporta una confidenza dell'attore: "Ora cerco il vero amore", ha detto Yaman.
L'ultima volta che i due sono stati visti insieme risale a fine ottobre, durante un soggiorno a Tenerife. Da allora, nessuna immagine di coppia, fino a quando l'artista e dj di origini algerine ha chiuso il profilo social eliminando tutte le foto insieme all'ex compagno.
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La prima apparizione pubblica risale invece allo scorso 23 giugno, quando la coppia ha sfilato all'Italian Global Series Festival, a Rimini, mano nella mano. In un'intervista rilasciata a Domenica In[2], l'attore si è mostrato molto riservato e concentrato sul lavoro, evitando qualsiasi domanda riguardo sulla vita privata, che preferisce mantenere lontano dai riflettori.

Decretati i vincitori della tredicesima edizione del premio 'Salva la tua lingua locale', il concorso promosso e organizzato da Unpli (Unione delle Pro Loco d’Italia), da Autonomie Locali Italiane Lazio (Ali), con la collaborazione del Centro Internazionale Eugenio Montale. La cerimonia di premiazione che ha i patrocini del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Comune di Roma è in programma alle 9.30 di domani nella sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma e sarà condotto da Adriana Volpe e Beppe Convertini.
Otto le sezioni, tutte a tema libero, di cui saranno assegnati i riconoscimenti: “Poesia” (edita ed inedita), “Prosa” (inedita), “Teatro”, “Fumetto”, “Musica”, il premio “Tullio De Mauro” intitolato all’illustre e compianto linguista (già presidente onorario di 'Salva la tua lingua locale') e dedicato a lavori scientifici editi o inediti (saggi, tesi di laurea, studi su dialetti e/o lingue locali e dizionari) e il Premio 'Luigi Manzi 2025'. Accanto ai premi principali, la Giuria ha attribuito numerose menzioni speciali alle Pro Loco Unpli di tutta Italia e ad associazioni, enti, editori, gruppi e realtà culturali che, con iniziative sul territorio e attività di promozione, hanno contribuito alla diffusione del Premio e alla valorizzazione delle lingue locali. Un riconoscimento che sottolinea il ruolo fondamentale del volontariato culturale e delle comunità locali nella tutela del patrimonio linguistico immateriale.
Alla cerimonia di premiazione del Premio 'Salva la tua lingua locale' saranno presenti numerose personalità istituzionali e del mondo culturale. Porteranno i loro saluti il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il presidente Unpli Antonino La Spina, il presidente Ali Lazio Luca Abbruzzetti, il presidente onorario del Premio, il professor Giovanni Solimine, insieme ai membri del Comitato dei Garanti Bruno Manzi e professoressa Silvana Ferreri. Interverrà inoltre Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Nel corso della mattinata sono previsti anche interventi dei membri della Giuria. La cerimonia del 5 dicembre sarà l’occasione per celebrare tutti i vincitori, i finalisti e le realtà che hanno contribuito alla diffusione del Premio, in un momento di incontro e di festa dedicato alla ricchezza linguistica del Paese.
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