
La vita di Wilma Goich è stata segnata da un dolore profondo, quando il 7 aprile del 2020 è morta la figlia Susanna Vianello, a soli 49 anni, dopo una breve battaglia contro un tumore ai polmoni. "Mi è caduto tutto addosso, sto facendo una fatica incredibile per riprendere un po' di vita", confessava Wilma in una vecchia intervista.
Ospite oggi a La volta buona, la cantante è tornata a parlare di questo grande dolore: "Le feste sono la tragedia, però devi fare festa lo stesso. Lì subentra la forza che uno ha dentro, perché la devi trovare. Devi sorridere, io ho imparato a farlo perché mi sono detta 'se devo vivere lo devo fare al meglio'".
Wilma Goich ha trovato conforto e forza nel rapporto speciale con suo nipote: "Ora vive con la sua compagna, io sono sempre presente per lui. Sono la sua 'nonnì'".

Secondo i dati di Mordor Intelligence, entro il 2030 il mercato mondiale delle criptovalute potrebbe raggiungere la cifra di 18,150 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto (cagr) del 30%. Analogamente, il mercato dell'intelligenza artificiale è destinato a una crescita simile, con Grand view research che prevede un cagr del 31.5% tra il 2025 e il 2033 e un'aspettativa di crescita del settore fino a 3500 miliardi di dollari nel 2033. Numeri che confermano quanto Ia e blockchain non siano semplicemente tecnologie emergenti, ma leve strategiche in grado di ridefinire mercati, modelli economici e persino le strutture istituzionali.
Ne parla con Adnkronos/Labitalia Umberto Zanin, marketing manager di Bitget, exchange universale, che sarà partner principale dell’evento 'Giovani & istituzioni nell’era digitale', in programma il prossimo 6 dicembre, presso The social hub a Firenze. L’appuntamento, patrocinato da Regione Toscana, Comune di Firenze e Comune di Colle Val d’Elsa, si pone come ponte essenziale tra i policy maker e la nuova generazione di innovatori.
"L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale The Florence crypto engagement e si inserisce in un cruciale contesto europeo segnato dall’arrivo dell’Ia act e dal crescente bisogno di chiarezza normativa per gli asset digitali. L’obiettivo è ambizioso: creare un dialogo concreto per guidare l'ondata di cambiamento portata da Intelligenza artificiale e blockchain, garantendo innovazione, sviluppo ed equità per il futuro”, spiega Umberto Zanin che, durante l’incontro, terrà un intervento focalizzato sul tema della finanza e della decentralizzazione. I panel esploreranno anche l’evoluzione di bitcoin, la cybersecurity, le stablecoin e l’adozione globale delle crypto e della tecnologia blockchain.
"Il mercato crypto - osserva l’esperto - sta vivendo una fase di maturazione. Lo dimostra la crescente adozione, specialmente a livello istituzionale, e l'emergere di regolamentazioni in diverse parti del mondo che mirano a offrire un quadro normativo chiaro per questo nuovo settore. Siamo profondamente impegnati nello sviluppo sostenibile del mercato web3. Iniziative come questa, che promuovono il dialogo e la generazione di nuove idee, sono fondamentali, al pari degli eventi educativi che assicurano una comprensione approfondita del settore e delle sue tecnologie".
"La partecipazione all'evento rientra in un punto chiave della visione di Bitget: l’educazione delle nuove generazioni e lo sviluppo sostenibile del mercato. Come primo exchange universale, Bitget offre un accesso unificato ad asset crypto e tradizionali, tools di trading innovativi e risorse educative complete. Attraverso l’iniziativa dedicata ai giovani Blockchain4Youth, Bitget promuove attivamente la conoscenza del web3 organizzando eventi, webinar, hackathon e workshop a livello globale, condividendo le competenze essenziali per i builders di domani", conclude Zanin.
Il convegno vedrà, inoltre, la partecipazione di una platea di speaker e opinion leader del settore web3, tra cui Lucrezia Van Stegeren, Gianluigi Ballarini, Marco Costanza, Lady in Finance e Filippo Anania. I dibattiti si concentreranno sulle opportunità economiche e sulle sfide etiche e normative, offrendo soluzioni e visioni concrete per la nuova generazione.

Si chiude la stagione della Formula 1 e c'è una sorpresa in casa Ferrari. Arthur Leclerc, fratello del pilota della Rossa Charles, prenderà il posto di Lewis Hamilton nella prima sessione di libere dell'ultimo Gran Premio del 2025. Ma qual è il motivo? Si tratta di semplice applicazione del regolamento, visto che ogni pilota ha l'obbligo di 'cedere', nel corso della stagione, la guida della propria monoposto a un rookie, un pilota che ha corso meno di tre gare in carriera.
La curiosità è che già un anno fa i fratelli Leclerc avevano corso insieme in Ferrari, sempre ad Abu Dhabi: "Io e Charles siamo felici di correre di nuovo insieme nelle prossime libere 1. È emozionante e, da un punto di vista tecnico, guidare in pista è sempre utile per noi piloti che supportiamo principalmente la squadra dal simulatore di Maranello, per fornire feedback agli ingegneri" ha spiegato Arthur Leclerc alla vigilia dell'impegno.

Addio a Mabel Bocchi, "probabilmente la più famosa giocatrice di basket italiana di tutti i tempi": aveva 72 anni. Lo annuncia la Federbasket dal suo sito.
"Campione d'Europa di club con la Geas di Sesto San Giovanni (l'attuale Women Euroleague) nel 1978, primo titolo continentale femminile da parte di una squadra italiana di qualsiasi disciplina sportiva, ha poi vinto 9 scudetti nel campionato italiano - si legge - Con la Nazionale (113 presenze e 1058 punti in totale) ha disputato tre Campionati Europei (terzo posto a Cagliari nel 1974) e un campionato del Mondo nel 1975 in Colombia. Nel 2007 è stata la prima giocatrice a ricevere l'Italia Basket Hall of Fame, la massima onorificenza del basket italiano".
"Il presidente Giovanni Petrucci, ricevuta la drammatica notizia, interpretando il cordoglio della Fip e della pallacanestro italiana, ne piange la scomparsa nel ricordo di un'amicizia di una vita, da quando segretario generale la conobbe, ricordando i tanti momenti agonistici e i successi professionali che Mabel ha colto. Forte è il senso di vicinanza in questo momento del presidente Petrucci alla famiglia Bocchi. Sempre all'avanguardia, sempre innovatrice, dalla forte personalità, sempre se stessa, Mabel ci mancherà. Come persona e come protagonista del nostro mondo".

Opstart, private capital fintech hub italiano, compie un passo decisivo nel panorama fintech italiano: l’eliminazione definitiva dei portafogli virtuali grazie all’integrazione di Crowdlender (il portale di lending crowdfunding) all’interno della piattaforma e alla collaborazione con Banca Valsabbina. Una svolta che permette di investire in lending tramite un normale bonifico, senza aprire un wallet e senza passaggi intermedi.
Una decisione che, come spiega il ceo Giovanpaolo Arioldi, "è molto più di un aggiornamento tecnico: è una scelta strategica che semplifica radicalmente l’esperienza dell’utente e abbatte una barriera che, per anni, ha frenato l’ingresso dei grandi investitori sul mercato del crowdfunding. Per me non è un punto di arrivo, ma il via a nuovi progetti perché l’innovazione è da sempre il nostro pane quotidiano".
La nuova architettura digitale di Opstart riunisce equity, lending e debt crowdfunding in un solo ambiente, insieme a Crowdre per il real estate, alle operazioni proprietarie Crowdlisting e Crowdbridge e alla bacheca Crowdarena dedicata allo scambio di quote. Un ecosistema completo che rende Opstart l’unica realtà italiana in grado di offrire in un solo ambiente digitale, tutti gli strumenti per diversificare e raccogliere capitali tramite finanza alternativa.
Il superamento dei wallet risolve una delle principali criticità del lending digitale: la complessità dell’infrastruttura degli istituti di pagamento. Con la nuova modalità, gli investitori ricevono interessi e capitale direttamente sul proprio conto corrente. Per investire è sufficiente un bonifico, senza ricariche o gestioni di portafogli virtuali.
Arioldi sottolinea come questa evoluzione "ci permette di parlare finalmente la stessa lingua di istituti di credito e fondi di investimento. Questo apre le porte a investitori di calibro maggiore e ci consente di progettare strumenti di finanziamento più sofisticati per imprese strutturate, come operazioni di acquisition financing e Lbo (leveraged buy-out) mediante finanziamenti o minibond a supporto di processi di m&a (mergers and acquisitions)".
La semplificazione riguarda anche le aziende che si finanziano tramite Opstart: i fondi arrivano direttamente sul conto corrente aziendale, dal quale partono poi i flussi di rimborso. Ciò consente di allineare le operazioni con la normale gestione di cassa, ricevere pagamenti da clienti e da enti pubblici e ridurre drasticamente i passaggi operativi richiesti dai wallet, che potevano essere ricaricati solo dall’azienda titolare. Con l’eliminazione dei wallet e la piena integrazione di Crowdlender, Opstart si posiziona come un vero e proprio private capital fintech hub, capace di connettere investitori, imprese e istituzioni in un ambiente regolamentato, efficiente e pronto a evolvere verso soluzioni sempre più avanzate della finanza alternativa in Italia.

I numeri diffusi dall’Arma dei Carabinieri rivelano un’emergenza che non può essere ignorata: da gennaio a settembre 2025 i reati da Codice Rosso hanno superato quota 40mila, con 6.673 arresti tra maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze sessuali. Un quadro che conferma la necessità di non confinare la lotta alla violenza di genere alle ricorrenze simboliche ma di affrontarla ogni giorno dove si formano le relazioni, dove si genera dipendenza economica e dove può nascere, o essere contrastata, la discriminazione: nei luoghi di lavoro.
E' da questa consapevolezza che nasce il convegno 'Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne', promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri. Una giornata che ha posto al centro una notizia fondamentale: per prevenire la violenza non bastano le norme, serve un’alleanza strutturale e continua tra istituzioni, imprese e management, un dialogo concreto capace di tradurre i principi in comportamenti e i diritti in tutele reali.
La violenza, nelle sue molte forme, non è un atto improvviso: spesso è figlia di una cultura che deve essere cambiata. Lo confermano i dati sulla violenza economica della Global thinking foundation che mostrano come solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personale, il 12,9% ne ha solo uno intestato con il partner o altro familiare e una percentuale compresa tra il 49,5 al 65,9% prende le decisioni inerenti ai soldi insieme al partner. E' una vulnerabilità che si riflette anche nel mondo produttivo, perché dove manca autonomia economica manca libertà di scelta, e dove questa manca le molestie possono radicarsi più facilmente. Federmanager porta in questa discussione una chiave decisiva: il lavoro come prima linea della prevenzione. Nelle aziende occorre rafforzare una cultura del rispetto, basata su impegno, responsabilità, coerenza e capacità di allinearsi agli obiettivi valoriali dell’organizzazione. Una cultura che si costruisce attraverso l’esempio dei manager, che con i loro comportamenti quotidiani determinano il clima e il livello di sicurezza percepita dai lavoratori e dalle lavoratrici. Perché è proprio dall’osservazione degli ambienti lavorativi che si comprende quanto la diffusione delle molestie non sia un episodio isolato ma il sintomo di una cultura che va ripensata.
Il nuovo ccnl dei dirigenti, rinnovato da Federmanager, si inserisce in questo percorso come un presidio avanzato: non solo valorizza la figura manageriale, ma introduce strumenti moderni e concreti su pari opportunità, genitorialità, equità retributiva, benessere e prevenzione, confermandosi un contratto capace di tutelare e orientare. E' una leva strategica perché, quando il contratto cresce, cresce anche la cultura aziendale. E quando la cultura aziendale cresce, arretra inevitabilmente lo spazio per abusi e disparità.
In questo scenario il ruolo delle istituzioni resta centrale. L’Arma dei Carabinieri, che ha patrocinato l’evento anche alla luce del protocollo d’intesa firmato con Federmanager nel 2024, ha presentato il 'violenzametro', uno strumento utile per riconoscere precocemente situazioni potenzialmente pericolose e incoraggiare la richiesta di aiuto. Un contributo concreto alla costruzione di un sistema di prevenzione diffuso e accessibile
"L’impegno costante della nostra Federazione nella promozione di modelli inclusivi ci ha portato a conseguire la certificazione per la parità di genere, diventando tra le prime organizzazioni rappresentative a ottenerla", ha sottolineato in apertura il presidente Federmanager, Valter Quercioli. "Consapevoli dell’importanza strategica dell’inclusione per le imprese, continuiamo a lavorare per valorizzare ogni talento. L’incontro è un momento necessario per mantenere vivo il dialogo e ampliare la consapevolezza sulla prevenzione della violenza di genere".
Il dibattito, moderato da Marina Marinetti, condirettrice di Economy, ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo manageriale, esperti di diritto e professionisti impegnati sul fronte della tutela: la deputata Martina Semenzato, presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive, alle pari opportunità e all’attrazione investimenti del Comune di Roma, Samanta Cimolino, maggiore sezione atti persecutori Racis, Luciana Delfini, presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Roma e Consigliera di parità supplente della Regione Lazio, Maria De Renzis, coordinatrice nazionale Federmanager Minerva, Simona Signoracci, presidente Fondazione Vises Ets, Maria Cristina Cerrato, avvocata Ufficio legale Differenza Donna, Antonio Cavallera, direttore Human capital & organization Autostrade per l’Italia.
Interventi che hanno evidenziato come la prevenzione sia possibile solo se l’intero sistema azienda – dai vertici ai collaboratori – assume una visione condivisa: riconoscere, ascoltare, intervenire.
La violenza di genere non è un problema privato: è una questione sociale, culturale, organizzativa. E Federmanager ricorda che un Paese può cambiare solo se cambia il modo in cui le sue aziende lavorano, formano, tutelano e valorizzano le persone. E' questo il passo che va oltre il 25 novembre: non un giorno di memoria, ma l’impegno quotidiano per costruire ambienti professionali nei quali ogni donna sia libera, rispettata e protetta.
Salvato dall'oblio con Agris e ora imbottigliato a Orgosolo... Esce per Newton Compton “Roma, la città dei segreti”, il nuovo libro di Francesco Rutelli dedicato ai luoghi nascosti, alle storie inattese e alle meraviglie meno visibili della Capitale. Un viaggio personale e documentato tra vicoli, palazzi, rovine e trasformazioni urbane, in cui l’ex sindaco di Roma guida il lettore alla scoperta di una città sorprendente, stratificata, spesso dimenticata. Un racconto che unisce memoria civile, curiosità, misteri e vicende poco note, svelando una Roma da leggere con occhi nuovi.
Di seguito, un estratto dal volume pubblicato
in esclusiva per il sito di Adnkronos, che parla di ponti e
monumenti a pochi metri dalla sede dell'agenzia:
COS’HANNO VISTO, QUESTI PONTI…
Dalle origini dell’Isola Tiberina a imperatori e papi gettati nel fiume: le storie custodite dal Tevere
Dove: Ponte Fabricio
Percorrendo i due lati del Lungotevere nell’area centrale, i ponti sono frequenti. Da Ponte Sublicio tra Trastevere e Testaccio (non l’antico, che non esiste più, ma quello risalente alla prima guerra mondiale, progettato da Marcello Piacentini, inizialmente chiamato Ponte Aventino) a Ponte Milvio lungo la via Flaminia, risalente a più di 2100 anni fa e che oggi è pedonale; ma ci pensa Corso di Francia, poco avanti, a farci passare il fiume in auto con il nuovo Ponte Flaminio, voluto da Mussolini e inaugurato dopo la fine della seconda guerra mondiale. In epoca romana di ponti esistevano Ponte Milvio e Ponte Elio, posto davanti a Castel Sant’Angelo; il Ponte di Agrippa, Ponte Neroniano, Ponte di Probo, crollati o scomparsi.
Elemento cruciale, dalla nascita della città, è il sistema degli attraversamenti tra l’Isola Tiberina e Ponte Sublicio. Da qui partiamo, per ritrovare i significati intrecciati con le vicende fondative di Roma, e un certo numero di segreti passati per queste rive. Alcuni di essi, leggendari, sono anche immaginari, come la storia secondo cui l’Isola sarebbe nata da un’antica nave incagliata in una secca del fiume, coperta progressivamente di detriti sino a formare un’isoletta; un’altra – raccontata anche da Ovidio nelle Metamorfosi – secondo cui alla deposizione del crudele re Tarquinio il Superbo fece seguito la dispersione nel Tevere della sua ricca dotazione di grano: tanto erano abbondanti quelle messi da formare e presto consolidare l’isola. Entrambi i racconti hanno tuttavia legami significativi con la realtà: nella leggenda della nave si trova il riferimento alla storia del dio Esculapio, venuto da Epidauro per sconfiggere la peste del 293 a.C. e al quale il serpente avrebbe indicato la localizzazione del tempio a lui dedicato, da cui la sistemazione del perimetro dell’Isola in forma di nave; quello sul grano di Tarquinio richiama invece i ripetuti intasamenti del fiume, specialmente in riva sinistra, a causa dell’attività dei mulini che vi erano collocati (e che qui operarono per nove secoli).

L’Isola della Salute – così chiamata per l’antica tradizione delle cure mediche e dei presìdi sanitari e ospedalieri che ha ospitato – è collegata alle due rive dal Ponte Cestio (risalente al 46 a.C.), radicalmente ristrutturato nel corso dei secoli, e dal Ponte Fabricio, il “Ponte Quattro Capi” (62 a.C.). Il Ponte Sublicio originario, il primo della storia di Roma, fu smantellato, dice la leggenda, per impedire l’accesso alle truppe di Porsenna, mentre Orazio Coclite si batteva eroicamente. La magistratura dei Pontefices era legata alla salvaguardia dei ponti. Dopo un millennio, il titolo di Pontefice Massimo passò al papa, vescovo di Roma. Lunga è la storia di Ponte Emilio, o Ponte Rotto, più volte ripristinato e crollato; inizia nel 181 a.C. e si conclude a fine Ottocento con l’affiancamento ai suoi resti di Ponte Palatino.
Si parla frequentemente di tornare a fare il bagno nel Tevere; in prossimità del moderno Ponte Garibaldi, costruito nel 1884-88, era viva la tradizione della spiaggia della Renella, da cui il nome di via Arenula. Ma vi prego di non trascurare che qui, sul Lungotevere, dov’è oggi una sede del ministero della Sanità, inizia fisicamente una delle strade più lunghe del mondo antico: la via Aurelia, la quale assunse altre denominazioni oltre il tracciato nelle Gallie, per arrivare fino a Gibilterra lungo le coste mediterranee, e affacciarsi sull’Atlantico.
Scopriamo alcune emblematiche sciagure avvenute nel Tevere. Perché se il grande Plinio il Vecchio asserì che il compito di Roma è “dare umanità all’uomo”, e se la storiografia predilige le glorie o i drammi solenni, noi tendiamo a trascurare gli eventi spregevoli. Se non vogliamo considerare che il Tevere è stato per millenni la principale discarica della città (è anche per il trasporto delle macerie, dei detriti e dei rifiuti, che il suo estuario si è conseguentemente allungato di circa otto chilometri), non possiamo trascurare che il fiume è stato scenario anche di molti eventi scellerati.
Per secoli si è coltivata la leggenda secondo cui la Menorah, il candelabro (d’oro) a sette braccia trafugato nel 70 dall’imperatore Tito nel Tempio di Gerusalemme, fosse finito nel fiume. In vari rilievi si vede la scena del trafugamento (in particolare, nell’Arco di Tito al Foro, luogo nel quale siamo riusciti nel 1998, per il cinquantesimo anniversario dello Stato di Israele, a realizzare una cerimonia pubblica di riconciliazione storica). È stato tramandato che i vandali di Genserico, nel 455, lo portarono via dal Templum Pacis, dov’era custodito; ma la loro nave in fuga affondò nel Tevere. Storici e narratori (anche il Belli) si sono industriati a restituire curiosità e ansia della sua ricerca nei fondali.
Varie personalità del potere pontificio, tra il Sette e l’Ottocento, hanno progettato di deviare il corso del fiume, varando mezzi specializzati per l’esplorazione, come la nave Medusa nel 1819. Ricerche più rudimentali, fai-da-te, nel letto del Tevere sono state costanti, ma senza risultato.
In antico, le cronache raccontano con orrore che, al termine dei violentissimi scontri della guerra civile della Repubblica romana dell’82 a.C., Lucio Cornelio Silla fece gettare nel fiume un numero enorme di avversari sconfitti e uccisi. Non pochi personaggi controversi subirono una damnatio memoriae associata al lancio del loro cadavere nel Tevere. L’imperatore Commodo, che fu al potere dal 180 – diciannovenne – al 192, con un esercizio dirompente e spesso bizzarro del culto della propria persona, fu ucciso in una congiura, dopo aver schivato in precedenza un tentativo di avvelenamento. Il Senato decretò fosse gettato nel Tevere, ma fu invece sepolto nel Mausoleo di Augusto, e conobbe anche riabilitazioni postume. Nel Tevere fu gettato Eliogabalo, proclamato imperatore – come Marco Aurelio Antonino – a soli quattordici anni, nel 218, e ucciso dai pretoriani nel 222, dopo un governo stralunato e dominato dagli eccessi (tra corruzione, orge collettive, sacrifici di fanciulli e innovazioni magico-religiose legate al culto del Sole).
Nei primi secoli del papato si registrò la strana sorte di papa Formoso, il cui corpo dovette subire un gran traffico. Nato nell’816, eletto papa nell’891, morì dopo quattro anni e mezzo di pontificato, nell’896. Su ordine del successore, papa Stefano vi, fu disseppellito e il suo cadavere mummificato fu sottoposto a processo: il celebre “Concilio del cadavere”, svoltosi in Laterano nell’anno 897. Al termine, i suoi resti furono gettati nel Tevere; un monaco avventurosamente li ritrovò su una sponda del fiume presso Ostia e li custodì, finché papa Teodoro ii non li seppellì nuovamente in San Pietro.

Questi episodi ci lasciano intendere che le condanne a morte e le brutali esecuzioni fossero un’eccezione, nella Città Eterna? No, purtroppo. I roghi non si limitavano ai casi più eclatanti, come Giordano Bruno a Campo de’ Fiori, e lo stesso valeva per le decapitazioni (che nel Medioevo avvenivano specialmente in Laterano, in prossimità della statua di Marco Aurelio, che lì si trovava), estrema sanzione verso oppositori politici primari, come accadde per Angelo Targhini e Leonida Montanari, e attraverso le performances epocali di Mastro Titta. Egli, il Boia per eccellenza, svolse le sue mansioni addirittura per sessantotto anni, giustiziando più di cinquecento persone.
Tra i tanti episodi non esplorati, e pochissimo noti, c’è la vicenda della comunità di omosessuali che si era ritrovata nella bella chiesa di San Giovanni a Porta Latina, a ridosso delle mura Aureliane. Quando l’ho raccontata a due miei cari amici che qui si sono sposati di recente, faticavano a immaginare che fosse vera. Secondo la testimonianza del 1580 di Michel de Montaigne nel suo Journal de Voyage, due anni prima sarebbe emersa qui un’esperienza, specialmente da parte di viaggiatori iberici, per cui «durante la messa si sposavano uomini con uomini, attenendosi alle stesse cerimonie che usiamo noi per le nozze. Si comunicavano insieme, leggevano il medesimo vangelo nuziale e poi dormivano e abitavano insieme». Scoperti, arrestati e processati per sodomia, undici componenti questo gruppo furono condannati a morte, impiccati a Ponte Sant’Angelo, e bruciati a San Giovanni a Porta Latina.
Con le singolari storie di questo cuore della città in mezzo al Tevere potrei riempire ben più che le pagine del nostro libro. Se aveste fatto parte del Comune di Roma nel 1791, ad esempio, avreste dovuto valutare il progetto dell’architetto Natale Marini relativo al prosciugamento del ramo sinistro del fiume (spesso intasato per i detriti e per gli scarti delle attività dei mulini), eliminando il Ponte Fabricio e rendendo l’area edificabile. Se foste stati nella Commissione del neonato Stato unitario incaricata dal 1871 di contrastare le piene del Tevere, avreste dovuto votare pro o contro la proposta di eliminare l’Isola Tiberina (poi bocciata dal ministro dei Lavori pubblici Gerolamo Guisso, del governo Zanardelli). Se foste stati nel Parlamento all’inizio degli anni Trenta, in epoca fascista, avreste letto su «La Tribuna» l’appello a demolire “il palazzone” dell’ospedale: «Cancelliamo il ricordo di questa specie di tetro lazzaretto, bonifichiamo l’isola con energica opera». Se foste stati a Londra nel 2023 avreste potuto partecipare al novecentesimo compleanno del Barts (St. Bartholomew’s Hospital), fondato nel 1123 dal pellegrino Rahere che, ammalatosi di malaria a Roma e guarito sull’Isola Tiberina dai monaci di San Bartolomeo, così decise di onorare la salvezza romana.
Da qui…
Da Ponte Fabricio si visita l’Isola Tiberina, con la basilica di San Bartolomeo, che ospita la singolare evocazione dei “Nuovi Martiri” del xx secolo, voluta da Giovanni Paolo ii. Oltre all’ospedale Fatebenefratelli, che ha quasi mezzo millennio di storia, vi è una sede dell’ospedale Israelitico. Sulla riva sinistra c’è l’antico Ghetto Ebraico, sulla riva destra il rione Trastevere.

Per spiegare l’italianità, elemento immateriale eppure così riconoscibile in tutto il mondo, con il calendario 2026 Lavazza prosegue il racconto iniziato a livello globale con la campagna 'Pleasure makes us human' . E per farlo, ha affidato la direzione creativa del progetto all’agenzia Armando Testa, con cui prosegue un sodalizio consolidato nel tempo dal successo di campagne globali, e allo sguardo di Alex Weebb, fotografo della prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photos, tra i più originali street photographer contemporanei, celebre per il talento compositivo e la sensibilità cromatica. (VIDEO[1]) (PHOTOGALLERY[2])
Il lancio del calendario vede per questa edizione un palcoscenico d’eccezione: per la prima volta, Lavazza presenterà al pubblico il suo Calendario in occasione di Art basel Miami Beach, una delle fiere d’arte moderna e contemporanea più importanti al mondo, appuntamento imprescindibile per galleristi, collezionisti e appassionati d’arte di ogni latitudine. "Siamo estremamente orgogliosi di essere official partner di Art basel Miami e partecipare a questo momento unico dove poter raccontare la nostra lunga relazione con il mondo dell’arte e della fotografia", spiega Francesca Lavazza, board member del Gruppo Lavazza.
"L’arte contemporanea - continua - rappresenta un linguaggio universale capace di connettere sensibilità, culture e generazioni in ogni angolo del mondo. Attraverso le sue molteplici espressioni, essa ci invita a riflettere sulla complessità del presente, esaltandone la bellezza e rivelandone le contraddizioni. Lavazza, da sempre impegnata nella promozione della cultura, ha saputo intrecciare visione e responsabilità sociale in un percorso che valorizza l’arte come strumento di dialogo e trasformazione. In questo contesto, la partecipazione ad Art basel Miami costituisce una tappa significativa del nostro impegno nel sostenere e celebrare la creatività".
Per il nuovo calendario, Alex Webb ha realizzato le sue fotografie costruendo un personale 'grand tour' in alcune suggestive location italiane, componendo una narrazione visiva calda, intensa e sofisticata, lontana dai cliché. Pleasure makes us human è il concept che intesse gli scatti, in un racconto dove l’osservazione della vita reale si arricchisce di rimandi sottili al cinema, alla fotografia, alla pittura, traducendo con eleganza e ironia momenti del vivere quotidiano all’italiana.
A tal proposito dice Webb: "Ho sempre pensato che l'Italia avesse una certa tradizione estetica, che attraversa i secoli ed è viva ancora oggi. Una caratteristica che ho sempre percepito nella mia relazione con questo paese". Una qualità palpabile che si può ritrovare semplicemente passeggiando tra le strade, negli scorci delle città e negli angoli meno conosciuti, tra la sua gente. Una caratteristica che Webb unisce alla propria sensibilità, realizzando dodici scatti per i mesi dell’anno, a cui si aggiungono il dettaglio pensato per la cover e la back cover. Sono scatti ambientati in luoghi non consueti e compongono un ritratto inaspettato, dove il caffè si rivela come un elemento imprescindibile della convivialità e del piacere di ogni giorno. Il talento di Webb per la luce e il colore costruisce una continuità narrativa in contesti differenti, dove la sua capacità di cogliere l’imprevedibile guizzo di un momento, la vitalità di una situazione inaspettata, riesce a far emergere un ritratto ipnotico di una realtà vibrante. Dice Webb: "Ho cercato di seguire la luce, i colori e i movimenti delle persone, catturando immagini che trasmettessero un certo livello di energia e risonanza. Come fotografo, tendo a vedere la bellezza, l'arte e il piacere anche nei piccoli gesti e nei momenti semplici, come bere caffè".
Nei dodici mesi del calendario, gli attimi colti dall’obiettivo di Webb si snodano tra l’apertura su un prezioso angolo lacustre animato dalla leggerezza dei giochi dei bambini a un delizioso bar in centro città, dove un momento di pausa rivela un imprevedibile lato ludico; dallo studio artistico, dove si tramanda un’arte antica come quella della modellazione del gesso, alla bocciofila, che diventa un ritrovo per un pubblico del tutto peculiare di sacerdoti; dallo scorcio sulla cittadina di mare dove il colore riempie le strade al pranzo in trattoria, un appuntamento irrinunciabile nelle abitudini quotidiane, per fare tappa in una barberia in stile liberty e, infine, per godersi un momento di festa durante la celebre processione dedicata a Santa Rosalia a Palermo; il tutto pervaso da un’atmosfera gioiosa e dai colori caldi che richiamano l’estate, la stagione per eccellenza di scoperta dell'Italia anche da parte di chi italiano non è.
Lavazza, "azienda che affonda le proprie radici in Italia ma con lo sguardo aperto verso il mondo", con il Calendario 2026 ha scelto di raccontare un’atmosfera, una sensibilità e un insieme di costumi inconfondibili e, al contempo, sempre presenti. Michele Mariani, executive creative director del Gruppo Armando Testa, dice: "Abbiamo voluto raccontare un viaggio nell’italianità, evitando ogni stereotipo. Lo abbiamo immaginato come un percorso in dodici tappe, ognuna espressione di un’umanità diversa, che ci ha permesso di esplorare in profondità le molteplici sfumature del piacere. Un concetto, quello del piacere, che appartiene da sempre al dna di Lavazza. Così è nato un itinerario ideale attraverso un’Italia più autentica, concreta e sincera".
Gli scatti evocano la leggerezza della 'vita dolce': i ritmi rallentano, la spontaneità si fa spazio, ogni istante può racchiudere un momento di piacere che va ricercato nel tessuto del tempo quotidiano e ne rivela il valore intimo e prezioso. Il piacere di incontrarsi, dello stare insieme, il piacere della conversazione e della buona tavola, l’attimo in cui l’incalzare della giornata lascia spazio al rito del caffè: si tratta di piccoli momenti di felicità alla portata di tutti, qualcosa di cui ognuno può fare esperienza nelle proprie giornate e che fanno parte di quel patrimonio comune che è lo stile di vita italiano. Naturalmente in compagnia di una tazzina di caffè, quest’anno più che mai protagonista degli scatti, una punteggiatura che dona espressività ad ogni momento e può trasformarlo in una piccola festa.
E se pensiamo all’italianismo espresso, che anche all’estero indica una precisa tipologia di caffè, capiamo quanto questa bevanda sia parte costituente della cultura italiana, tanto da diventarne una bandiera a tutte le latitudini. Sempre Francesca Lavazza spiega: "Il caffè è una scintilla, è sempre l’inizio di qualcosa. E' un momento condiviso che si può raccontare ma si può anche assaporare. E, in questo caso, è un piacere fatto di piccoli gesti, legato alla spontaneità dell'essere italiani. Una spontaneità che è apertura e accoglienza". Ma c’è anche una dimensione più raccolta, meno appariscente ma altrettanto importante legata al caffè: "E' un gesto che diventa più intimo quando si desidera un momento per sé, un tempo in cui ci si prende cura delle relazioni, della propria famiglia, dei propri amici. Rappresenta davvero un universo di relazioni che abbraccia tutto il mondo all'interno di una tazzina".
Con la presentazione del calendario 2026 in occasione di Art basel Miami Beach, "Lavazza conferma il proprio interesse verso l’arte e la solida presenza all’interno del panorama della cultura visiva attuale. Con un’attenzione particolare alla fotografia, grazie alla straordinaria produzione del Calendario che è arrivato ormai alla trentaquattresima edizione, coinvolgendo i più grandi talenti fotografici del mondo, Lavazza fa proprio il racconto del contemporaneo, cogliendo lo spirito dinamico del tempo attraverso l’obiettivo fotografico e attraverso autori che hanno saputo interpretare i propri valori, arricchendone la narrazione con il proprio talento e la forza di una visione sempre originale".
L'appuntamento con Art Basel Miami arriva quindi a coronamento di un lungo percorso di attività nel campo artistico, durante il quale Lavazza ha realizzato significative collaborazioni con alcune delle istituzioni e degli interpreti più importanti a livello nazionale e internazionale, tra cui la Triennale e il Mudec di Milano, la collezione Peggy Guggenheim e i musei civici di Venezia, il Guggenheim Museum di New York. Un impegno costruito nel tempo che rende Lavazza non solo ambasciatrice del caffè nel mondo, ma anche portatrice di bellezza e di creatività.

L'ex Alta Rappresentante dell'Ue Federica Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d'Europa. "In linea con il massimo rigore e la massima correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti - dichiara in una nota pubblicata sul sito del Collegio - oggi ho deciso di dimettermi dalla carica di rettrice del Collegio d'Europa e di direttrice dell'Accademia Diplomatica dell'Unione Europea".
La decisione di Mogherini arriva dopo essere stata indagata nell'inchiesta condotta dall'Eppo di Bruxelles che riguarda una presunta frode ai danni degli interessi finanziari dell'Ue[1], relativa all'organizzazione da parte del Collegio, con sede a Bruges, nelle Fiandre, di corsi per diplomatici europei.
Mogherini nel messaggio di commiato si dice "certa che la comunità del Collegio, nei nostri tre campus, proseguirà il percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi ultimi cinque meravigliosi anni. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono profondamente grato per la fiducia, la stima e il supporto che studenti, docenti, personale e Alumni del Collegio e dell'Accademia mi hanno dimostrato e mi stanno dimostrando. È stato un onore e un piacere per me servire la comunità del Collegio e la sua missione", conclude.
Intanto gli Stati Uniti attaccano Mogherini. In un post su X, il vice segretario di Stato americano Christopher Landau ha parlato dell'ex Alta rappresentante Ue e rettrice dimissionaria del College d'Europe, finita al centro di un'inchiesta a Bruxelles, come della "stessa persona che definì la Cuba comunista una 'democrazia monopartitica' e promosse gli investimenti, il turismo e il commercio europei, che sostennero il regime repressivo e fortemente antiamericano dell'isola".

Sold out per la Prima. Anche per il 2025, il Teatro alla Scala conferma il suo status di evento imperdibile: tutti i biglietti disponibili per la Prima del 7 dicembre, che aprirà la stagione con ‘Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk’ di Dmitrij Šostakovič, sono andati esauriti, per un totale di circa 2.000 spettatori e un incasso che sfiora i 3 milioni di euro -2 milioni 850mila, per la precisione-. Una cifra in crescita rispetto allo scorso anno, quando la Prima si era fermata attorno ai 2,6 milioni di euro.
I prezzi dei biglietti rappresentano da sempre uno degli elementi più discussi della serata mondana più attesa dell’anno. Per il 2025, la forbice è ampia: si va dai 150 euro per un posto in galleria fino a 3.200 euro per la platea e i palchi con affaccio in prima fila. Una struttura di prezzo che riflette la natura ibrida della Prima: un evento culturale di altissimo livello ma anche un appuntamento mondano che unisce élite internazionale, istituzioni e mondo dello spettacolo.
All’incasso notevole della serata si contrappongono gli investimenti necessari per mettere in scena uno spettacolo che, per tradizione, rappresenta l’eccellenza della lirica mondiale. Il costo di produzione complessivo dello spettacolo che inaugurerà la stagione 2025/2026, oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro, incluse le otto repliche. Ogni replica garantisce un incasso medio tra 250 e 300mila euro, contribuendo a rendere il titolo della stagione un asset fondamentale per la sostenibilità economica del teatro.

"Che rabbia assistere a un femminicidio dopo l'altro. Rabbia, rabbia e ancora rabbia. Questo provo io oggi. E come me tutte le persone che hanno provato da vicino cosa voglia dire perdere una sorella, una figlia, una nipote per mano di un uomo spesso già denunciato. Mi spiace dirlo, ma nel 99% dei casi la colpa è sempre di chi non ha agito, pur potendo, per salvare vittime innocenti. Mia sorella e mia nipote avevano denunciato quell'uomo undici volte. Gabriela è stata uccisa con sei colpi di fucile, Renata, che aveva 22 anni e le mani da bambina, non aveva più parte del cranio. Ma quale consenso, ma quali campagne. Bisogna applicare le leggi". A parlare all'Adnkronos è Elena Tiron, sorella di Gabriela Trandafir e zia di Renata, ammazzate il 13 giugno 2022 dal marito di Gabriela, Salvatore Montefusco, a Cavazzona di Castelfranco Emilia.
Ieri, ad Ancona, un'altra donna, un'altra moglie, è stata uccisa dal marito[1] arrestato solo ad aprile scorso per maltrattamenti. "Ecco perché dico che basterebbe applicare le leggi per diminuire drasticamente questa sfilza di femminicidi - spiega Elena - Anche nel caso di mia sorella e di sua figlia tutti sapevano; addirittura il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione, nonostante sapesse chi fosse lui, quanto pericoloso fosse, nonostante gli avessero tolto le armi. Sapevano tutti fino all'ultimo, quando è stata uccisa. Mia sorella ha sempre urlato che quell'uomo avrebbe ammazzato lei e sua figlia. Ha denunciato le armi, ha denunciato tutto. Per un anno e mezzo abbiamo chiesto aiuto, lo hanno lasciato libero. Mia sorella fu costretta ad andare a Bologna a denunciarlo, perché a Castelfranco nemmeno le presero le denunce. Abbiamo chiesto aiuto e tutti si sono girati dall'altra parte. Non potrò mai perdonare chi ha sbagliato. Avranno sempre sulla coscienza mia sorella e mia nipote".
"Sono sicura che se qualcuno veramente prendesse sul serio questa violenza, i femminicidi diminuirebbero. E' tutto inutile se non applicano le leggi - ribadisce Elena Tiron - se sottovalutano tutto. Mia sorella e mia nipote sono state massacrate. E un giudice donna ha escluso la crudeltà, concedendo tutte le attenuanti. All'uomo che me le ha portate via tutte e due insieme hanno dato 30 anni. E' stato solo grazie all'avvocato Barbara Iannuccelli, che ha preso a cuore questo caso e non ha mai smesso di crederci, che gli è stato dato l'ergastolo in secondo grado. A distanza di tre anni, ogni femminicidio, ogni ragazza dispersa, per me è sempre un dolore perché so cosa vuol dire, so che un'altra famiglia passerà quello che stiamo passando noi. E le cose non cambieranno, è inutile. Sono arrivata al punto di dire che una tragedia simile dovrebbe capitare a chi, per il suo ruolo, è chiamato a prendere decisioni. A quel punto, forse, potrà capire cosa vuol dire sottovalutare un grido d'aiuto". (di Silvia Mancinelli)

Gruppi di studenti accompagnati dai loro insegnanti. Ragazzi e ragazze amanti dei libri. Stand affollati e corridoi pieni di appassionati, folla delle grandi occasioni. È iniziata, accompagnata dalle polemiche che hanno preceduto il debutto, la Fiera della piccola e media editoria ‘Più libri più liberi’ in corso a Roma, alla Nuvola dell’Eur, fino all’8 dicembre. Seguendo il filo conduttore scelto dalla curatrice del programma Chiara Valerio, ‘Ragioni e sentimenti’, nel complesso progettato da Fuksas si terranno 700 appuntamenti che animeranno un evento cui partecipano 569 editori di tutta Italia. E proprio sul fronte degli editori presenti, ha fatto molto discutere la presenza tra gli stand della casa editrice Passaggio al Bosco. Una presenza contestata da un gruppo di autori, editori e artisti che hanno scritto nei giorni scorsi un appello all’Aie.
Oggi, durante la conferenza stampa di presentazione, il presidente dell’Aie, Innocenzo Cipolletta, ha ribadito la linea degli editori: "Siamo contro ogni forma di censura, spetta ai lettori aderire o meno a una proposta editoriale", ha scandito. "È evidente - ha spiegato - che se ci sono degli editori che commettono dei reati vanno denunciati”. Diversamente “spetta ai lettori aderire o meno a un’offerta editoriale. Ma la censura no”, ha ribadito il presidente dell’Aie. "Non mi voglio sottrarre a quello che hanno riportato i giornali. Abbiamo ricevuto - ha ricordato Cipolletta - una lettera da parte di una ottantina di autori e altri personaggi che ci chiedevano se era lecito mantenere all’interno di una fiera aperta a tutti gli editori una casa editrice che produce libri e idee che si richiamano a ideologie condannate dal passato e da tutti noi. Noi abbiamo risposto che come editori siamo contro ogni forma di censura".
Cipolletta ha ricordato di aver protestato quando "Scurati è stato oscurato dalla televisione italiana, abbiamo contrastato il commissario del padiglione italiano alla fiera di Francoforte quando ha detto che aveva escluso Saviano. Siamo contro la censura e lo siamo anche quando si censurano idee che non si condividono. E noi non condividiamo le ideologie espresse da quella casa editrice, ma pensiamo che non siamo noi a doverla censurare. Pensiamo che sia importante la discussione perché è fondamentale che ciascuno porti le proprie idee".
Di parere diverso lo scrittore Christian Raimo, uno dei firmatari dell’appello[1]. Inviato ad esporre le proprie idee, lo scrittore ha spiegato che "serve un confine democratico alle idee" ricordando che l’editore Passaggio al bosco “sembra fare propaganda nazista”. Raimo ha ribadito la scelta di partecipare alla Fiera, a differenza del vignettista Zerocalcare che ieri ha annunciato il suo forfait[2] in dissenso con la decisione di ammettere la casa editrice al centro delle polemiche.
"Penso che non si tratti di censura, penso che la ragione per cui abbiamo in tanti e tante sottoscritto quella lettera è per chiedere un’attenzione alle regole democratiche. Non si parla di idee di destra o sinistra, si sta parlando di un editore che sembra fare propaganda nazista", ha detto lo scrittore Christian Raimo intervenendo alla presentazione di 'Più libri Più Liberi'.
Per Raimo i libri pubblicati dalla casa editrice non sono scritti da "nomi molto conosciuti a chi non fa storia, ma sono nomi altrettanto significativi della più grande tragedia del Novecento. Sembra che questa casa editrice sia un modo per fare formazione di militanza di quadri che hanno quelle idee neofasciste e naziste. Credo che nessuno di noi voglia vivere in un mondo in cui si possa stare vicino a chi fa propaganda nazista. Penso che il problema sia stato sottovalutato - sostiene - il mondo sta cambiando e le idee naziste stanno tornando nel dibattito pubblico. Bisogna trovare un modo più diretto non di censurare ma di mettere un confine democratico alle idee che possono essere espresse facendo parte del dibattito pubblico. Estromettere la propaganda nazista ci consente di avere un confronto di idee".

Sei mesi dopo la goleada (5-0) con l’Estonia dello scorso settembre, nel giorno del debutto da Ct di Gennaro Gattuso, la New Balance Arena di Bergamo tornerà a ospitare la Nazionale in occasione della semifinale dei playoff per i Mondiali 2026 che giovedì 26 marzo (ore 20.45) vedrà gli Azzurri contro l’Irlanda del Nord. A Bergamo l’Italia è imbattuta: quattro i precedenti, con due vittorie per 5-0 (l’altra nel primo incontro con Malta disputato nel gennaio del 1987) e due pareggi per 1-1 (nell’amichevole con la Turchia del novembre 2006 e nel match di Nations League con i Paesi Bassi dell’ottobre 2020).
Sono 11 invece i precedenti con l’Irlanda del Nord, con un bilancio di 7 successi per gli Azzurri, 3 pareggi e una sola sconfitta, il 2-1 che il 15 gennaio 1958 a Belfast costò alla Nazionale la mancata partecipazione al Mondiale svedese. Si è giocato a Belfast anche il più recente confronto tra le due nazionali, lo 0-0 nell’ultimo incontro di qualificazione al Mondiale di Qatar 2022 che costrinse gli Azzurri ai play-off.

Federica Pellegrini e le piccole 'sfide' in famiglia. Ancora una volta la Divina apre le porte della sua vita quotidiana con il marito Matteo Giunta, condividendo sui social un simpatico siparietto.
Nel video, la campionessa olimpica prende in giro amorevolmente Giunta per il disordine creato. "Amore mi raccomando sistemalo bene quel maglione quando lo levi che è cashmere...", dice Federica Pellegrini ricordando le raccomandazioni rivolte al marito per poi sbottare "mannaggia a te". Tutto questo mentre Pellegrini mostra in che condizioni Giunta aveva lasciato il maglione: appoggiato 'a casaccio' nell'armadio senza piegarlo e senza neppure togliere la maglia della salute.
"Io non ho parole... sei senza speranze", ha detto Pellegrini ironica, taggando il marito. Ancora nessuna risposta social, ma è facile immaginare che il video gli abbia strappato una grassa risata.

Oggi, giovedì 4 dicembre, la fiamma olimpica torna in Italia. Vent'anni dopo Torino 2006, il simbolo a cinque cerchi illumina il Paese con il suo significato universale, segnando un passaggio fondamentale nel countdown verso Milano Cortina 2026. La cerimonia di consegna della fiamma olimpica è stata ospitata nello stadio Panathinaiko di Atene, in Grecia: i marmi solenni dell’impianto ellittico - custodi della tradizione dei Giochi Olimpici e del messaggio fondante che li connotano - hanno fatto da sfondo al rituale passaggio dalla fiaccola nelle mani del Presidente della Fondazione MiCo 2026, Giovanni Malagò. Alle 18 la fiamma è attesa al Quirinale, presso la Vetrata del Cortile d’onore, dove verrà accolta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ganna e Paolini tedofori
Il Presidente del Coni Luciano Buonfiglio, insieme al Segretario Generale Carlo Mornati e alla Vicepresidente vicaria, Diana Bianchedi, ha partecipato all’evento, cui hanno presenziato - tra gli altri - i sindaci di Milano, Giuseppe Sala, e di Cortina, Gianluca Lorenzi, e l’Ambasciatore d’Italia in Grecia, Paolo Cuculi. L’arrivo della fiaccola nello stadio è stato impreziosito dalla presenza di due tedofori d’eccezione, gli olimpionici tricolore Jasmine Paolini (tennis) e Filippo Ganna (ciclismo). La cerimonia di accensione era stata invece onorata dal contributo di Stefania Belmondo (sci di fondo) e Armin Zoeggeler (slittino).
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La cerimonia è stata aperta con la proiezione dello spettacolo della squadra di "Gymnastics for All - Wolves Team", con coreografie di Olimpia Dragouni, affiancate dalla cantante ellenica Klavdia. Successivamente è stata l’esibizione del coro della Scuola italiana di Atene, in collaborazione con la compagnia Tam Ballet di Milano, con la partecipazione di 100 giovani danzatori, ad allietare i presenti, anticipando i contenuti formali dell’appuntamento. La Grande Sacerdotessa Mary Mina ha acceso l'ultima torcia per passarla nelle mani del Presidente del Comitato Olimpico Ellenico, Isidoros Kouvelos. Il numero uno dello sport greco, dopo aver sottolineato l’importanza di questo momento che si rinnova negli anni consolidando il legame con le radici dell’olimpismo, ha consegnato la fiamma olimpica all'Italia. È stato il Presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026, Giovanni Malagò, a raccogliere orgogliosamente il testimone, rimarcandone il significato. "Oggi è un momento magico per tutti noi, mentre ci prepariamo a riportare la sacra fiamma olimpica sul suolo italiano per la prima volta dopo vent'anni. Essere qui, in questo stadio storico, ci ricorda con emozione l'onore che ci è stato concesso e il prezioso tesoro che porteremo a casa con noi. L'Italia è orgogliosa del suo patrimonio olimpico, delle atlete e degli atleti, come Jasmine Paolini e Filippo Ganna, Stefania Belmondo e Armin Zoeggeler, che ci hanno rappresentato in questo viaggio in terra greca, in nome dell’eccellenza che ci caratterizza.
E ancora: “Siamo pronti a scrivere il prossimo capitolo nella storia: nel 1960, quando Roma ospitò i Giochi olimpici e paralimpici, avevo poco più di un anno. Quell'edizione fu dominata dall'immagine della leggenda etiope Abebe Bikila che vinse la maratona a piedi nudi sotto l'Arco di Costantino. L'ultimo tedoforo della staffetta della torcia di quell'anno era un altro corridore: Giancarlo Peris, un atleta poco conosciuto di 19 anni che era stato scelto come vincitore del campionato studentesco di corsa campestre nella provincia di Roma. Forse non era un campione affermato sulla scena mondiale, ma Peris simboleggiava un'era vivace e più ricca di speranza per l'Italia. E sessantacinque anni dopo, a Milano Cortina, puntiamo a sfruttare ancora una volta quello spirito italiano pieno di vita. Attraverso questo spirito ispireremo e uniremo il Paese e il mondo mentre ci riuniamo per celebrare i preziosi valori olimpici: eccellenza, amicizia e rispetto".
Milano Cortina, oggi fiamma al Quirinale
Il Presidente del Coni Luciano Buonfiglio ha espresso le emozioni legate all'unicità dell'evento: “Sono momenti che viviamo con grande intensità dentro di noi. Penso al lavoro svolto dalla candidatura ad oggi, le centinaia di persone che ci lavorano, tutti quelli che si impegnano per fare in modo che il nostro Paese faccia bella figura, la Fondazione Milano Cortina 2026, il Coni, il Governo, le Regioni, i Comuni, i volontari e la fiaccola che da oggi percorrerà tutta l’Italia. Vorrei che questa torcia ci porti a essere tutti ancora più uniti e coesi quando si tratta della prestazione del nostro Paese. Specialmente quando siamo all’estero ci rendiamo conto di quanto siamo apprezzati e a volte non ce lo diciamo. Ogni tanto farebbe piacere essere orgogliosi e fieri di quello che stiamo facendo. Impianti? Non si vive di sole opere di bene, ma anche di legacy. Questo percorso deve dimostrare che l’Italia vuole realizzare tante belle cose a favore delle città, dei cittadini, delle ragazze e dei ragazzi. Senza diversità, nel mondo olimpico e in quello paralimpico. Il sogno è che inizi un piano per le infrastrutture sportive, per l’impiantistica sportiva, perché le società sportive, che hanno fatto tanto in questi anni per lo sport italiano, meritano e devono continuare a essere sotto l’attenzione del Governo e del Ministero dello Sport, perché lo sport produce benessere, uno stile di vita sano, un esempio di come ci si deve comportare quotidianamente”.
Domenica e lunedì temperature in sensibile aumento... 
I carabinieri del comando provinciale di Lecce, delegati dal magistrato, hanno sequestrato il telefono cellulare di un amico di Tatiana Tramacere, la 27enne di Nardò di cui non si hanno più notizie dal 25 novembre.
La Procura della Repubblica di Lecce ha aperto un fascicolo di indagine per istigazione al suicidio. Questo potrebbe essere anche un modo per facilitare le investigazioni. Intanto sono continuate nelle ultime ore le ricerche della 27enne, nonostante le difficili condizioni meteorologiche in provincia di Lecce.
Operazione della Squadra mobile a Sassari... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
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