
(Adnkronos) - Poco prima dell'ingresso in classe un 17enne avrebbe aggredito con un martello uno studente di 18 anni, suo ex compagno di classe, nell'Istituto tecnico industriale in piazza Santa Maria della Fede. Sul posto, pochi minuti dopo le 8, i carabinieri della compagnia Napoli Stella che, ricostruita la dinamica, hanno da subito attivato le ricerche, anche nella stazione ferroviaria, dove è stato notato aggirarsi poco dopo l'aggressione. Contemporaneamente sono subito andati a casa dove il 17enne è nel frattempo rientrato. Nel suo zaino hanno trovato il martello, che è stato sequestrato.
Il 17enne è stato arrestato per tentato omicidio e i militari lo stanno trasferendo nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. La vittima, invece, è stata trasferita in codice giallo all'ospedale Pellegrini per vistose ferite alla testa.
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(Adnkronos) - Il Parlamento europeo aprirà una sede permanente a Kiev. Lo ha annunciato la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola nel suo intervento alla Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale dell'Ucraina. "Vogliamo essere presenti sul campo, lavorando al vostro fianco ogni giorno. Questo era il nostro impegno nei vostri confronti, e lo abbiamo mantenuto", ha affermato. "La nostra posizione è chiara - ha aggiunto - La pace deve essere permanente, deve basarsi sulla giustizia e sulla dignità".
La visita, che avviene mentre l'Ucraina chiede ai partner occidentali di adottare misure più decise per fare pressione sulla Russia affinché avvii colloqui di pace, è iniziata con un omaggio a tutti coloro hanno combattuto che hanno sacrificato le loro vite per la libertà e l'indipendenza dell'Ucraina contro l'aggressore, visitando il muro commemorativo dedicato ai soldati caduti in guerra. "A 1300 giorni dall'inizio dell'aggressione, sono in Ucraina con il forte messaggio di sostegno del Parlamento europeo. Proprio come vi abbiamo sostenuto dal primo giorno, resteremo al vostro fianco", ha scritto in un post su X.
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A La Maddalena la casa creativa degli sceneggiatori italiani...
Incidente sul lavoro in via Vesalio, l'uomo al Brotzu... 
(Adnkronos) - "La ricerca nell'età evolutiva in Italia necessita di essere ampliata in modo significativo, perché i fondi dedicati sono sicuramente pochi. La presenza di una Fondazione che, in modo indipendente, favorisce la ricerca relativa all'utilizzo dei farmaci in età pediatrica, così come le strategie ideali di nutrizione nei nostri bambini e bambine, è sicuramente un fatto encomiabile". Così Rino Agostiniani, presidente Sip (Società italiana di pediatria), intervenendo a Milano alla presentazione della Fondazione Sigenp (Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica), la prima in Italia dedicata ai bambini nata da una società scientifica.
"L'augurio - aggiunge - è che i risultati che scaturiranno dai progetti di ricerca" indipendente "favoriti dalla Fondazione possano contribuire a migliorare lo stato di salute delle giovani generazioni".
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(Adnkronos) - "La situazione a Gaza peggiora di giorno in giorno. Negli ultimi due anni più del 10% della popolazione è stata uccisa o ferita, incluse decine di migliaia di bambini. Una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha descritto quanto accade a Gaza come genocidio. Non possiamo restare a guardare e lasciare che continui". Così il pilota della Ferrari Lewis Hamilton su Instagram. Non è la prima volta che Hamilton parla della situazione a Gaza.
"È difficile non sentirsi impotenti di fronte a tanta tragedia, ma non possiamo non fare nulla - aggiunge il quarantenne inglese - Ci sono organizzazioni incredibili che lavorano senza sosta per aiutare i palestinesi, e hanno bisogno di fondi per continuare”.
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(Adnkronos) - Secondo il parere di diversi 'estimatori', la vitamina D è il magnifico elisir di lunga vita, la pozione leggendaria capace di regalare salute e benessere a chiunque la assuma. "Secondo la narrazione di altri 'esperti', invece, la prestigiosa alchimia funziona solo a patto che venga aggiunta alla formula un'altra componente essenziale, nella fattispecie rappresentata dalla vitamina K, per sublimarla; secondo i 'dubbiosi', infine, questa presunta panacea di tutti i mali sarebbe un mezzo bluff perché tanto, a prenderla o a non prenderla, in fondo in fondo cambia molto poco". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione Umana alla Lum.
Ma come, quando e perché prendere la vitamina D? "Le vitamine sono circa 20 sostanze organiche che non vanno considerate alla stregua di un vero e proprio alimento, quanto piuttosto come un complemento essenziale per l'organismo, seppure in piccolissime quantità. Svolgono un'importante funzione di regolazione e protezione e si trovano, in concentrazioni variabili, in quasi tutti gli alimenti - spiega Minelli -Possono essere distinte in vitamine solubili in acqua o idrosolubili: vitamina C, vitamina PP o niacina, vitamine del gruppo B; vitamine solubili nei grassi o liposolubili: vitamina A, vitamina E, vitamina K e vitamina D". Di quest'ultima "si conoscono ben 5 forme tra loro diverse, numerate dalla D1 alla D5, tra le quali spiccano per importanza la D2 (ergocalciferolo) e, soprattutto, la D3 (colecalciferolo) che, oltre a trovarsi in alcuni alimenti animali, viene principalmente elaborata dall'organismo. Questa - precisa lo specialista - è in grado, una volta prodotta ed immessa in circolo, di svolgere le sue funzioni su diversi organi a distanza. Proprio in ragione di tale peculiarità, la vitamina D sembra avere le caratteristiche tipiche di un ormone".
Come funziona la vitamina D. "Nella stagione estiva, quando maggiore è l'esposizione al sole, può essere prodotta una quantità di vitamina D3 perfino eccedente rispetto alle esigenze dell'organismo che, in tali circostanze, provvederà ad immagazzinare gli eccessi soprattutto nel tessuto adiposo e nei muscoli, per poi utilizzarli negli eventuali momenti di carenza. Quindi - sottolinea l'immunologo - l'esposizione al sole anche soltanto del viso o delle braccia o delle gambe è la prima regola da rispettare per far sì che la concentrazione di vitamina D nel sangue resti su livelli adeguati. Altra regola importante da considerare è l'orario e la durata dell'esposizione, che può andare dai 20 ai 30 minuti nell'arco temporale della giornata compreso tra le ore 9 e le ore 15. Esiste infatti, nello specifico, la cosiddetta 'regola dell'angolo solare' che, nel caso in cui l'ombra del soggetto esposto al sole dovesse allungarsi più della sua altezza (come accade, per esempio, al tramonto), starebbe ad indicare una scarsa o assente produzione di vitamina D".
Come si assume la vitamina D? "Anche se per l'80% del fabbisogno la vitamina D viene generata dall'esposizione alla luce solare - prosegue Minelli - non va comunque sottostimata e men che meno esclusa l'assunzione di adeguate quantità di alimenti contenenti vitamina D. Figurano tra questi l'olio di fegato di merluzzo, i funghi, l'uovo e il latte intero, il salmone, le aringhe, il tonno, lo storione, il burro, il fegato, alcune verdure a foglia verde come il broccolo e il cavolo nero. Un'attenzione particolare va riservata alle condizioni di sovrappeso/obesità, nelle quali l'accumulo della vitamina D in abbondanti strati di tessuto adiposo ne impedisce la conversione nella forma biologicamente attiva - rimarca l'esperto - Sono queste le circostanze nelle quali, aspettando che un auspicabile dimagramento possa rendere più facilmente disponibili le scorte di vitamina D segregate nell'adipe, sarà il caso di addizionare i cibi con vitamina D al fine di aumentarne l'assunzione prevenendo eventuali condizioni di carenza. Dunque, la vitamina D non fa dimagrire, ma una dieta dimagrante certamente contribuisce ad annullare i rischi di una sua eventuale carenza".
A cosa fa bene la vitamina D? "La forma biologicamente attiva della vitamina D, ovvero il calcitriolo, promuove l'assorbimento intestinale di calcio e fosforo dei quali stimola, tra l'altro, il riassorbimento tubulare a livello renale - illustra l'immunologo - In sinergia con gli ormoni calcitonina e paratormone, contribuisce in maniera determinante alla salute delle ossa delle quali favorisce la mineralizzazione, la crescita e il rafforzamento. Proprio in ragione della sua capacità di regolare il calcio scheletrico, la vitamina D svolge un ruolo importantissimo nella prevenzione dell'osteoporosi, tanto più in condizioni particolari come la menopausa o la gravidanza. Promuove e regola lo sviluppo di cheratinociti e osteoclasti, importanti cellule strutturali, rispettivamente, della pelle e delle ossa. Inoltre, secondo quanto riportato da un crescente numero di studi in letteratura, al di là dei suoi documentati effetti sul sistema scheletrico, la vitamina D ad alte dosi sarebbe anche in grado di: influire positivamente sul decorso di malattie metaboliche, come ad esempio il diabete mellito di tipo 2, e le malattie del comparto muscolare e tendineo; esercitare un'azione preventiva sull'insorgenza di tumori del colon e della mammella; modulare le attività del sistema immunitario in ragione della presenza su monociti, macrofagi e altre cellule immunocompetenti di specifici recettori per il calcitriolo, ovvero la forma attiva della vitamina D3; assicurare importanti benefici nel decorso di immunopatie come la sclerosi multipla, la vitiligine, le malattie autoimmuni della tiroide, il diabete mellito giovanile".
Quanta vitamina D va assunta? "Negli adulti la dose giornaliera raccomandata di vitamina D può oscillare tra le 600 e le 2.000 Unità Internazionali, corrispondenti a quantitativi compresi tra i 15 e i 50 microgrammi. Nei bimbi entro il primo anno di età, al fine di scongiurare il rachitismo, è suggerito un apporto giornaliero di 10 microgrammi. Nelle persone adulte i livelli della vitamina D nel sangue sono considerati normali quando compresi tra un minimo di 30 e un massimo di 100 nanogrammi per millilitro di plasma", precisa Minelli.
Deficit di vitamina D "si possono riscontrare: nelle persone incapaci di assimilare vitamina D per presenza di sindrome malassorbitiva intestinale; nei pazienti con insufficienza renale; nei pazienti con insufficienza epatica; nelle persone di età superiore ai 65 anni, per una loro minore attitudine ad esporsi al sole, ma anche per una ridotta efficienza dei sistemi di sintesi cutanea della vitamina D; nei soggetti con pigmentazione scura della pelle; nelle donne in gravidanza e allattamento, nelle quali il livello ottimale di vitamina D non dovrebbe scendere al di sotto di 40 nanogrammi per millilitro di plasma, al fine di proteggere madre e feto da rischi gravidici come la nascita pretermine, la preeclampsia, il diabete gestazionale", ricorda l'immunologo.
Eccessi di vitamina D. "Il sovradosaggio può provocare effetti tossici legati al fatto che la vitamina D, essendo liposolubile, si accumula nei tessuti non potendo essere eliminata con le urine. Secondo la Società italiana dell'osteoporosi, del metabolismo minerale e malattie dello scheletro (Siommms), la soglia di tossicità è calcolata a concentrazioni ematiche superiori a 150 nanogrammi/millilitro. I principali effetti del sovradosaggio sono rappresentati da: nausea, mancanza di appetito, sonnolenza, diarrea, poliuria, calcolosi renale, calcificazioni, ipertensione, insufficienza renale", avverte lo specialista.
In caso di "assunzioni abbondanti e continuative di vitamina D, che potrebbero esageratamente innalzare i valori del calcio circolante mettendolo in condizioni di accumularsi pericolosamente nelle arterie e nelle vene e di ostruirle, la vitamina K2 può avere un suo perché. Ma se una persona assume le giuste dosi di vitamina D, magari perché è carente della stessa e dopo aver fatto un controllo ematico esplorativo si accorge di avere addirittura bisogno di rimpinguarla, il bisogno di assumere contestualmente la vitamina K2 non avrebbe più alcun motivo d'essere. Una ragione in più per evitare il consueto fai da te, ovvero il 'copia-incolla' dalle fake news più strampalate, e ricorrere saggiamente alla doverosa consultazione medica", conclude Minelli.
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(Adnkronos) - Saranno il principe William e la principessa Kate ad accogliere fra poco a Windsor il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la moglie Melania. Lo scrive la Bbc. L'atmosfera, nella cittadina a ovest di Londra dove al momento sta piovendo, non è così vivace come ci si aspetterebbe: ci sono bandiere che sventolano assieme allo stendardo sul castello, a indicare che il re è presente. Ma finora la folla più numerosa è quella dei giornalisti e delle file di tende per le troupe televisive provenienti da tutto il mondo.
Ciò che manca è la folla - scrive l'emittente britannica - Forse perché, con la visita che si svolge a porte chiuse, non c'è molto da vedere per il pubblico. Trump ha trascorso la notte a Winfield House, la residenza dell'ambasciatore statunitense nel centro di Londra. Dovrebbe lasciare la capitale più tardi per dirigersi a Windsor e incontrare il re.
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(Adnkronos) - Una delle priorità più urgenti nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici) riguarda l'aderenza terapeutica. Nonostante l'arrivo di trattamenti sempre più efficaci, rimane la difficoltà nel seguire in modo continuativo e corretto le terapie prescritte, con importanti conseguenze in termini di riacutizzazioni - il cui rischio aumenta fino a 5 volte - peggioramento della qualità della vita e sostenibilità del sistema sanitario. Per rispondere a questa esigenza è stato realizzato il consensus paper 'Therapeutic adherence in inflammatory bowel disease: user guide from a multidisciplinary modified Delphi consensus', una guida pratica rivolta a clinici e pazienti, nata dal lavoro congiunto di un panel multidisciplinare e coordinata da Ferring Italia.
Il documento, presentato oggi a Milano, è frutto di un percorso collaborativo che ha coinvolto clinici esperti in Mici, uno psicologo e un rappresentante dell'associazione di pazienti Amici Onlus (Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell'intestino). Il testo raccoglie 12 statement validati e propone raccomandazioni operative per facilitare l'aderenza terapeutica, promuovendo un approccio clinico più personalizzato, efficace e sostenibile nella gestione delle Mici. Strutturato con un confronto secondo il metodo Delphi modificato - informa una nota - ha visto la partecipazione di 33 gastroenterologi italiani insieme ai membri del board scientifico, con l'obiettivo di analizzare le principali barriere all'aderenza, individuare i profili dei pazienti a rischio e proporre soluzioni concrete per rafforzare l'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Un elemento fondamentale dell'iniziativa è stato il coinvolgimento diretto dei pazienti, grazie a una survey condotta in Italia da Amici Onlus tra febbraio e giugno 2024, che ha raccolto le risposte di oltre 800 persone con Mici. I dati hanno evidenziato come l'età avanzata, la fragilità fisica e la mancanza di una rete di supporto rappresentino fattori chiave di rischio per la non aderenza.
"Dietro ogni terapia ci sono storie di vita, scelte quotidiane, sfide silenziose - spiega Salvo Leone, direttore generale Amici Italia - I pazienti ci raccontano quanto possa essere complesso seguire una cura in modo continuativo, soprattutto quando si è soli, anziani o alle prese con più patologie. Non è solo una questione clinica, ma profondamente umana: aderire a una terapia significa credere in un futuro possibile, sentirsi accompagnati, avere fiducia. Per questo dobbiamo costruire percorsi che vadano oltre la prescrizione, capaci di mettere davvero la persona al centro, ascoltandone le esigenze, rispettandone i limiti, valorizzandone le risorse. E' in questa alleanza, tra medico e paziente, tra scienza e umanità, che si gioca la vera efficacia di ogni cura".
Secondo i dati raccolti dal panel, tra il 30% e il 60% dei pazienti non segue correttamente le indicazioni terapeutiche, con un rischio fino a 5 volte maggiore di riacutizzazione della malattia e un incremento significativo dei costi sanitari. "La scarsa aderenza terapeutica è un problema spesso sottovalutato, ma con conseguenze cliniche e sociali estremamente rilevanti - sottolinea Alessandro Armuzzi, responsabile dell'Unità operativa Malattie infiammatorie croniche intestinali Irccs Istituto clinico Humanitas di Milano - E' strettamente correlata alla progressione della malattia, all'aumento delle riacutizzazioni e, di conseguenza, a un peggioramento significativo della qualità della vita dei pazienti", come confermano i dati della survey. "Le evidenze raccolte indicano chiaramente che un approccio centrato sul paziente e che tenga conto delle sue esigenze reali è fondamentale per migliorare l'aderenza e, di conseguenza, l'efficacia complessiva del percorso terapeutico. Non si tratta solo di curare la malattia - rimarca lo specialista - ma di costruire un percorso sostenibile, condiviso e realmente accessibile".
Uno degli aspetti centrali del consensus riguarda le raccomandazioni per la pratica clinica quotidiana. Nei 12 punti, il documento offre indicazioni concrete per supportare gli operatori sanitari nell'identificazione dei pazienti a rischio di non aderenza, nel miglioramento della comunicazione medico-paziente e nella semplificazione, quando possibile, dei regimi terapeutici. Particolare enfasi è posta proprio sulla semplificazione del trattamento, riconosciuta come una leva fondamentale per migliorare l'aderenza: il 75% dei pazienti - dettaglia la nota - dichiara di preferire la somministrazione orale, mentre il 22% riferisce che una riduzione del numero di somministrazioni renderebbe più semplice seguire la terapia. In generale, ridurre dosi e frequenza può aumentare l'aderenza nel 20-40% dei pazienti, soprattutto in presenza di politerapie o comorbidità. Il documento si propone quindi come uno strumento utile per orientare le scelte cliniche e costruire percorsi terapeutici più sostenibili e personalizzati.
Leva essenziale per migliorare l'aderenza si conferma la comunicazione tra medico e paziente. Il consensus evidenzia che il supporto psicologico può migliorare l'aderenza fino al 30% e ridurre del 40% le riacutizzazioni, migliorando quindi l'efficacia complessiva del percorso terapeutico e la qualità della vita. Inoltre, una comunicazione chiara, empatica e personalizzata favorisce la comprensione da parte del paziente delle indicazioni mediche e rafforza la fiducia nel percorso di cura
Oltre alla semplificazione delle cure, tra le strategie per migliorare l'aderenza ci sono anche l'attenzione ai fattori legati allo stile di vita, il supporto motivazionale e interventi comportamentali che aiutano i pazienti a integrare la terapia nella loro vita quotidiana. "Il comportamento del paziente, il suo stile di vita e la percezione soggettiva della malattia rappresentano elementi chiave nel percorso terapeutico - evidenzia David Lazzari, direttore Uoc Psicologia, azienda ospedaliera di Terni, past president Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi - Per questo motivo, il medico non può limitarsi a prescrivere cure, ma deve costruire, insieme col team sanitario, un'alleanza terapeutica fondata sull'ascolto attivo, sull'empatia e su una comunicazione personalizzata. E' fondamentale adattare il linguaggio e l'approccio in base all'età del paziente, al suo livello di comprensione e ad eventuali difficoltà cognitive, ed assicurare il supporto psicologico quando necessario. Solo così si può favorire l'adesione alla terapia e migliorare realmente la qualità della cura".
Il progetto nasce dalla volontà di Ferring di contribuire in modo attivo e strutturato al miglioramento dell'aderenza terapeutica nelle Mici, attraverso iniziative basate sull'ascolto, sull'evidenza e sulla condivisione multidisciplinare. "L'aderenza è una delle grandi sfide nella gestione delle patologie croniche, in particolare nelle Mici", afferma Tommaso Salanitri, direttore medico di Ferring Italia. Come biofarmaceutica "siamo da sempre impegnati nell'area gastroenterologica, e crediamo fortemente nel valore di unire specialisti, pazienti e ricercatori per costruire una guida realmente utile nella pratica clinica quotidiana. Questo lavoro - aggiunge - rappresenta un passo avanti importante verso un modello di cura più centrato sul paziente, più efficace per i clinici e più sostenibile per il sistema sanitario. L'aderenza non può essere lasciata al caso: va sostenuta con strumenti, semplificazione terapeutica e una comunicazione efficace. Solo così - conclude - possiamo garantire che le terapie esprimano tutto il loro potenziale a beneficio dei pazienti".
Iniziative con UniOlbia e Cipnes Gallura... 
(Adnkronos) - Si terrà lunedì 29 settembre, a Spazio Novecento a Roma, la IV edizione dei 'Pizza Awards Italia', il premio dedicato alle migliori pizzerie e pizzaioli d’Italia – organizzato da Fabio Carnevali, Vincenzo Pagano e dalla E20 – Events Factory – che dalle 11 del mattino alle 21 di sera coinvolgerà i migliori esponenti del mondo pizza dell’intero panorama nazionale. I 'Pizza Awards Italia' sono patrocinati dalla Regione Lazio e dall’assessorato ai grandi eventi del Comune di Roma.
“Nati nel 2017 dall’evoluzione del 'Premio MangiaeBevi', i Pizza Awards Italia vogliono contribuire ad accendere i riflettori sulle eccellenze della pizza italiana e sui suoi più valenti rappresentanti, offrendo un giusto riconoscimento a quelle attività e ai professionisti del settore che si sono distinti maggiormente durante gli ultimi 12 mesi”, dichiarano gli organizzatori.
Si partirà appunto alle 11 con la prima edizione della 'Pizza Conference', dal tema 'Non è tutto oro ciò che luccica', un talk moderato da Tania Mauri e Vincenzo Pagano e riservato a pizzaioli, addetti ai lavori e imprenditori del settore, che affronterà sette differenti temi legati al mondo pizza: dai “falsi miti” alla mistificazione dei prodotti, dal fenomeno guide e classifiche alle nuove tendenze. Sul palco si alterneranno pizzaioli, giornalisti ed esperti, affinché possa essere non solo un evento di premiazione ma anche un’occasione di formazione professionale.
I 'Pizza Awards Italia' sono un vero e proprio 'premio della stampa' in quanto i vincitori saranno decretati da una prestigiosa giuria composta da oltre 200 dei più autorevoli giornalisti gastronomici d’Italia (curatori delle principali guide, direttori e redattori delle testate di settore e responsabili delle pagine dei quotidiani che trattano di enogastronomia), con particolari competenze per il mondo della pizza.
I nomi dei giornalisti componenti della giuria saranno svelati al termine dell’evento. Nel corso della manifestazione, saranno assegnati ben 43 premi! La miglior pizzeria d’Italia e le 20 migliori pizzerie regionali sono state votate dalla giuria dei giornalisti secondo le proprie conoscenze dirette e sui seguenti parametri: aspetto, impasto, tecnica, personalità, materie prime, regolarità, rapporto qualità–prezzo, menu, decoro ambiente, servizio di sala. La giuria della stampa decreterà anche i 4 premi ai migliori professionisti: Miglior pizzaiolo dell’anno, Miglior pizzaiola dell’anno, Miglior Pizzaiolo under 35 dell’anno, Miglior fornaio dell’anno.
Altri premi speciali saranno assegnati dai media partner e dagli sponsor. Saranno inoltre assegnati 18 premi speciali Altri premi speciali dai media partner e dagli sponsor: miglior pizza tradizionale, miglior pizza contemporanea, miglior pizza creativa, miglior pizza fritta, miglior pizza romana, miglior pizza margherita, miglior carta delle pizze, miglior carta dei vini, miglior carta delle bollicine, miglior carta dei cocktail, miglior carta delle birre, miglior servizio di sala, miglior nuova apertura, miglior catena di pizzerie, miglior format, miglior comunicazione, miglior progetto sociale e miglior pizza al taglio.
Le posizioni in classifica delle 150 pizzerie saranno svelate nel corso della serata, attraverso un vero e proprio “countdown” - fino ad arrivare alla migliore pizzeria d’Italia - dalla presentatrice dell’evento, la giornalista tv Barbara Politi. Usciranno invece dalle nomination i vincitori dei premi dei migliori professionisti (5 nomination per categoria), delle migliori pizzerie regionali e dei premi speciali (3 nomination). Tutte le classifiche saranno pubblicate al termine dell’evento sul sito ufficiale www.pizzaawards.it e sui siti dei media partner Scatti di Gusto, MangiaeBevi, Pizza Magazine, Italia a Tavola, Cronache di Gusto, Il Forchettiere e Forchette d’Italia. Tra i media partner anche l’emittente Alma TV e la radio ufficiale Dimensione Suono Roma.
Durante l’orario del pranzo (dalle 13 alle 14.30) 5 pizzaioli sforneranno le loro fantastiche pizze. Rigorosamente in ordine alfabetico: Francesco Calo’ (Avenida Calò – Roma) – pizza tonda; Alessandro Lo Stocco (testimonial Ital Forni) – pizza in teglia; Angelo Pezzella (Pizzeria con cucina – Roma) – pizza tonda; Emanuele Riemma (Maiori – Cagliari) – pizza tonda; Pierdaniele Seu (Seu Illuminati e Tac - Roma) – pizza tonda. Al termine della cerimonia di consegna dei Pizza Awards Italia sarà invece il momento del 'Gala della pizza', che vedrà impegnati ai forni: Salvatore Lioniello (da Lioniello – Succivo/Ce) – pizza tonda; Alessandro Lo Stocco (testimonial Ital Forni) – pizza in teglia; Jacopo Mercuro (180 g - Roma) – pizza tonda; Carlo Sammarco (Pizzeria 2.0 – Aversa/CE) – pizza tonda; Gino Sorbillo (Ai Tribunali - Napoli) – pizza tonda .
La realizzazione dei Pizza Awards Italia è stata possibile grazie al supporto delle aziende Mulino Caputo (azienda di farina partner delle migliori pizzerie), Latteria Sorrentina (fior di latte e prodotti caseari), La Fiammante (pomodoro italiano 100% da filiera corta) – che faranno assaggiare i propri prodotti ai loro banchi - e Italforni (forni elettrici professionali per la pizza). Oltre alla pizza sfornata dai maestri impegnati ai forni ci saranno diversi banchi di degustazione dove poter assaggiare delle vere e proprie chicche gastronomiche (da Cibaria a Fritti Gourmet), vini e bollicine di alcune aziende laziali.
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(Adnkronos) - La morte di Robert Redford ha lasciato un vuoto profondo nel mondo del cinema, ma anche un’eredità materiale e immateriale complessa e stratificata, fatta di arte, attivismo e un patrimonio stimato intorno ai 200 milioni di dollari.
Attore, regista, produttore e fondatore del Sundance Film Festival, Redford - morto ieri, martedì 16 settembre - ha incarnato per oltre mezzo secolo un’idea di cinema come strumento di cambiamento, e oggi lascia un patrimonio stimato intorno ai 200 milioni di dollari, secondo quanto riportato dalla stampa americana.
Il suo lascito si articola su più livelli: immobili di pregio, diritti cinematografici, investimenti in arte e sostenibilità ambientale, oltre a una rete di fondazioni e progetti no-profit che continueranno a operare anche dopo la sua morte.
Dal punto di vista immobiliare, negli ultimi anni, Robert Redford ha dismesso alcune delle sue proprietà più iconiche. La tenuta di St. Helena, nella Napa Valley, venduta nel 2024 per circa 7 milioni di dollari, era il suo rifugio privato immerso tra vigneti e colline. Sempre nel 2024 è stata messa in vendita anche la casa costiera di Tiburon, nella baia di San Francisco, acquistata nel 2020 e valutata 4,15 milioni di dollari. Nel 2023, Redford ha inoltre ceduto il ranch nello Utah, noto come “The Horse Whisperer Ranch”, una tenuta naturalistica a Charleston legata al film omonimo. Sempre nello Utah, Redford aveva acquistato nel 1969 il Sundance Mountain Resort, per salvarlo dalla speculazione edilizia. Ed è sempre in Utah, in una residenza privata nei dintorni di Provo, che l'attore avrebbe trovato il suo rifugio definitivo, lontano dai riflettori e accanto alla moglie Sibylle Szaggars.
Un'altra residenza che risulta ancora parte del patrimonio familiare è quella di Santa Fe, nel New Mexico, dove Redford ha dato vita a un'altra fondazione ambientalista, The Way of the Rain.
Nel 1990, Redford ha fondato il Sundance Film Festival, oggi considerato il più importante evento dedicato al cinema indipendente. È attraverso questa piattaforma che ha sostenuto registi emergenti, lanciando nomi come Steven Soderbergh, Quentin Tarantino, Chloé Zhao e Ryan Coogler e dando voce a narrazioni alternative e a linguaggi visivi fuori dagli schemi hollywoodiani. Il Sundance Institute, con sede nello Utah, è parte integrante della sua eredità culturale.
La gestione del patrimonio e delle attività legate al suo nome sarà ora affidata agli eredi e ai fiduciari delle sue fondazioni. Secondo fonti vicine alla famiglia, Redford avrebbe predisposto da tempo una struttura legale per garantire la continuità dei suoi progetti culturali e ambientali.
Due Oscar, un Leone d’Oro alla carriera e decine di premi internazionali non bastano a raccontare la portata del suo impatto. Redford ha incarnato un’idea di cinema etico, impegnato, capace di dialogare con la società. La sua eredità – materiale e simbolica – continuerà a influenzare generazioni di artisti, attivisti e sognatori.
Leggi tutto: Robert Redford, un'eredità culturale e materiale da 200 milioni di dollari
Riunione col Comune dopo incendio cabina elettrica in centro...
Il sindacato autonomo proclama astensione per 24 ore...
Il segretario incontrerà anche la presidente della Regione Todde... 
(Adnkronos) - Test di laboratorio hanno concluso che Alexei Navalny è morto per avvelenamento. Lo rivela la vedova, Julia Navalnaya, che con un post su 'X' spiega che ''siamo riusciti a trasferire all'estero i materiali biologici" del principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin morto in una colonia penale in Siberia nel 2024. I laboratori di due Paesi diversi hanno condotto le analisi. Questi laboratori, indipendentemente l'uno dall'altro, hanno concluso che Alexei è stato avvelenato". Navalnaya sottolinea che ''questi risultati sono di pubblica importanza e devono essere pubblicati. Meritiamo tutti di sapere la verità".
Il dissidente russo Navalny è morto all'età di 47 anni nella colonia penale a regime speciale di Kharp, nella regione artica di Yamalo Nenets a 1.900 chilometri a nord-est di Mosca, dove stava scontando una condanna a oltre 30 anni di detenzione. Navalny era in carcere da gennaio 2021, con 308 giorni in isolamento. La notizia del decesso, ufficialmente avvenuto nella mattina di venerdì 16 febbraio, è stata resa nota nel primo pomeriggio di quel giorno. Secondo media indipendenti la morte sarebbe avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì. Fonti dell'opposizione hanno riferito che il leader dell'opposizione sarebbe stato vittima di un lento avvelenamento a partire dall'agosto precedente la sua morte.
Secondo la locale amministrazione dei Servizi penitenziari federali russi, Navalny "si è sentito male durante una passeggiata e ha quasi immediatamente perso conoscenza. Gli addetti medici dell'istituzione sono arrivati subito ed è stata chiamata una squadra per le emergenze mediche. Sono state tentate tutte le misure di rianimazione, ma non hanno portato risultati positivi. E i dottori di emergenza hanno confermato la morte del detenuto".
Leggi tutto: Navalny, la vedova: "Alexei è morto per avvelenamento, test lo dimostrano"

(Adnkronos) - "Preferisco una stretta di mano che uno sguardo rabbioso". Così il ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, intervistato a Telelombardia, ha replicato alle polemiche seguite alla sua partecipazione al ricevimento organizzato ieri a Roma dalla Cina per celebrare il '76esimo anniversario della Repubblica popolare cinese e il 55esimo anniversario delle relazioni Cina-Italia', dove ha incontrato l’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Alexei Paramonov.
"Ho incontrato l'ambasciatore russo, come decine di altri ambasciatori - spiega Salvini - del resto ero invitato come altri ministri alla festa delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, c'erano amici parlamentari del Pd, di FdI e di Forza Italia; c'erano ambasciatori e diplomatici". E allora, dice, "quando vai ospite a casa di qualcuno lo saluti o te ne vai? Ho salutato l'ambasciatore russo, ma anche l'ambasciatore spagnolo e tanti diplomatici, anche italiani, come è giusto che sia se vuoi avere buone relazioni e se ci tieni ad avere un dialogo".
Le opposizioni vanno all'attacco. "La stretta di mano di Salvini all'ambasciatore di Putin è una vergogna profonda per l'Italia. Chiedo che il governo prenda le distanze immediatamente e riaffermi la linea di condanna del regime di Mosca e di sostegno all'Ucraina. Nessuna credibilità", scrive su X Filippo Sensi, senatore Pd.
"Il vicepresidente del Consiglio italiano Matteo Salvini, leader del secondo partito della maggioranza del governo Meloni, bacia e abbraccia l’ambasciatore russo, Paese che dopo aver invaso l’Ucraina, aver ucciso migliaia di civili, aver rapito i bambini strappandoli alle loro famiglie, sta attaccando l’Europa, violando lo spazio aereo Nato - dichiara il segretario di +Europa, Riccardo Magi - A questo punto, il vero problema che ha il nostro Paese non è capire se sia prioritario il fronte orientale con la necessità di rafforzamento delle difese europee come sostenuto da Crosetto o il fronte del Mediterraneo centrale come sostiene Salvini per buttarla in caciara".
"Il vero problema è il fronte interno al governo italiano, il vero problema, anche sotto il profilo della sicurezza nazionale, è avere ai vertici del governo di un Paese fondatore dell’Ue e membro della Nato, un vicepresidente del Consiglio che apertamente tifa per Putin che ha dichiarato di fatto guerra all’Ue. Come facciano i ministri Tajani e Crosetto a consentirlo non si capisce, come Meloni possa accettare tutto questo è assurdo", conclude Magi.
Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, interviene ad Agorà. "Lo scontro tra Salvini e Crosetto è un problema per l’Italia. Non c’è una linea nel governo e questo ci fa perdere credibilità", afferma.
"Così come è un problema per l’Italia Salvini che abbraccia l’ambasciatore russo mentre i nostri militari sono impegnati a respingere i droni russi in Polonia. Servono investimenti per la difesa ma l’appiattimento su Trump ci ha fatto calare le braghe al 5% senza esplorare la via dell’esercito unico europeo in ambito Nato, che ci farebbe risparmiare risorse. Le potremmo destinare a una manovra che per l’ennesima volta, da quando governa Giorgia Meloni, non vedrà il taglio delle tasse né investimenti in sanità", conclude Faraone.

(Adnkronos) - La percezione del piacere cambia nel tempo: quasi 3 italiani su 4 dichiarano di aver modificato nel corso della vita la propria percezione di 'piacere autentico'. A guidare questo cambiamento è soprattutto una riscoperta della semplicità: il 60% degli intervistati afferma di aver imparato a dare più valore alle cose semplici, una tendenza che cresce con l’età. Parallelamente, si riduce l'importanza attribuita ai beni materiali o allo status sociale (21%). Un’evoluzione che sembra riflettere un percorso di maturazione personale, spesso anche innescato da esperienze di vita significative (36%) - in particolare tra le donne della Generazione X e dei Baby Boomers - e da una maggiore consapevolezza di sé e dei propri bisogni reali (35%). È quanto emerge dalla ricerca condotta da AstraRicerche per Imperial Brands, azienda globale di beni di consumo, in occasione del lancio del prodotto PULZE 3.0, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato.
Le influenze esterne, come quelle provenienti da amici, familiari (13%) o dalla società (7%), giocano un ruolo più marginale, anche se risultano più incisive nella Gen Z. La ricerca evidenzia una netta differenza tra donne e uomini nel modo in cui vivono il piacere. Le donne si dimostrano più orientate verso una dimensione relazionale ed emotiva: per loro il piacere autentico si manifesta soprattutto nei momenti di qualità con le persone care (68%) e nella cura di sé e del proprio benessere (70%). Sono anche più propense a considerare il piacere come uno strumento di benessere mentale: il 90% delle donne lo ritiene utile per ridurre lo stress e l’89% lo associa a un modo per essere più autenticamente sé stesse.
Gli uomini, invece, mostrano una maggiore attenzione alla realizzazione personale e professionale: la gratificazione derivante dal successo lavorativo è più diffusa tra loro (36%), così come la ricerca di piaceri più individuali e legati allo status.
Quindi in un’epoca dominata da velocità, iperconnessione, consumismo e attenzione alle apparenze e allo status sociale, gli italiani riconoscono il piacere autentico nelle piccole cose, semplici e accessibili.
L’analisi indaga la percezione del piacere nella vita degli italiani, approfondendo i desideri, i comportamenti e le preferenze di un campione di 1.025 individui, rappresentativi della popolazione generale italiana tra 18 e 70 anni in termini di sesso, età e area geografica.
Secondo la ricerca, gli italiani non hanno dubbi: la felicità si trova nel tempo dedicato a sé stessi, nelle relazioni affettive e nella semplicità quotidiana. In particolare, tre le attività più piacevoli: il 70% degli italiani segnala il tempo per sé (es. lettura, musica, leggera attività fisica),il relax e l’attività all’aria aperta.
Seguono a ruota con variazioni minime: il cibo e le esperienze di gusto (69%); il tempo di qualità passato con famiglia o persone care (68%); le risate e il divertimento (66%); la pratica di un hobby o di un’attività personale (56%); la sessualità (54%).
Ma se i piaceri legati alle emozioni, al benessere emotivo e alle relazioni coinvolgono la maggioranza della popolazione, i piaceri basati su status, consumo o popolarità interessano solo una minoranza, segno che per molti, la felicità non si trova nel prestigio o nell'apparenza, ma nell'autenticità. Notevole, infatti, lo scarto con i piaceri più “superficiali”, che si posizionano in fondo alla classifica: la realizzazione professionale e ricoprire posizioni di prestigio (36%), viaggi ed esperienze costose (32%), l’acquisto di beni cari o di lusso (22%), la popolarità tra amici (21%) e sui social media (10%). È evidente una svolta valoriale: per la maggior parte degli italiani, il piacere autentico non è un'esibizione, ma un’esperienza legata alle emozioni, alla connessione umana e alla semplicità. Il piacere come pratica quotidiana: condiviso, lento e disconnesso. Il piacere non è un caso, ma una pratica consapevole da integrare nella routine.
A guidare questa ‘cura del piacere’ è innanzitutto il contatto con la natura: oltre la metà degli intervistati (56%) dichiara di dedicare regolarmente tempo all’aria aperta, considerandola una fonte primaria di benessere. Seguono la vicinanza alle persone care (48%) e la scelta di circondarsi di chi fa stare bene. Il piacere, quindi, non è mai completamente individuale: è spesso condiviso e relazionale. Molti italiani (46%) dichiarano anche di organizzare attivamente momenti piacevoli, che siano legati a hobby, relax o attività da vivere da soli (39%) o con la famiglia (36%). Importante anche il bisogno di rallentare: il 39% cerca di fare pause e ridurre i ritmi, mentre un italiano su tre coltiva la gratitudine per le piccole cose.
Altri scelgono di disconnettersi dalla tecnologia (23%) per ritrovare presenza e consapevolezza. In fondo alla lista, ancora una volta, si trovano le strategie centrate sul possesso: appena il 15% cerca il piacere tramite lo shopping.
La ricerca del piacere non è vista solo come un fine, ma come un mezzo per migliorare la propria qualità di vita. Oltre il 90% degli intervistati (in particolare tra donne e la Gen X) concorda sul fatto che i piaceri contribuiscano a ridurre lo stress e l’88% a ricaricare le energie, assegnando al piacere un ruolo terapeutico. Quasi 9 italiani su 10 affermano che il piacere aiuta a vivere il presente (89%) e a sentirsi calmi, grati e pieni di energia positiva, evidenziando una connessione tra piacere e mindfulness. Inoltre, il piacere è percepito come un'opportunità per essere sé stessi (89%) e per rafforzare l'autostima (85%). Questo suggerisce che le attività piacevoli non sono solo un diversivo, ma un modo per connettersi con i propri valori e rinforzare la propria identità. Il piacere è un’esperienza emotiva, slegata dal consumo e dal giudizio degli altri. Invitati a descrivere le caratteristiche maggiormente associabili al concetto di piacere vero, autentico e gratificante, tre italiani su cinque riconoscono il valore dell’esperienza emozionale rispetto a quella materiale.
Non solo: il vero piacere è un’esperienza profondamente individuale e sconnessa da influenze esterne: il 63% dichiara che il piacere è legato a come ci si sente rispetto a come fanno sentire gli altri (12%). Coerentemente con i risultati, quindi, non stupisce come il 60% segnala come il piacere sia alla fine un’esperienza “semplice”, mentre solo il 13% lo associa a qualcosa di complesso.
Quando si parla di piaceri autentici, gli italiani non hanno dubbi: a far battere davvero il cuore sono le relazioni umane e i momenti vissuti con le persone care. In cima alla classifica spicca il tempo di qualità con la famiglia e gli affetti più stretti (42%), seguito dai momenti di svago condivisi in ambito familiare (34%). Ma non è solo la dimensione relazionale a fare la differenza. A essere riconosciuti come autentici sono anche il tempo dedicato a sé stessi e al relax (32%), le risate e il divertimento (32%) e il contatto con la natura e l’aria aperta (31%). Un piacere quotidiano, spesso semplice, ma profondamente significativo.
Più distaccati, invece, i piaceri legati alla sfera sensoriale, come la sessualità (27%) e il gusto (25%), che pur rimanendo esperienze apprezzate, non raggiungono la stessa intensità emotiva nella percezione di autenticità. In fondo alla classifica troviamo le dimensioni più legate allo status personale: solo il 13% associa la realizzazione professionale a un piacere autentico, percentuale che scende al 9% per il lusso, al 9% per la popolarità tra amici e al 6% per quella sui social media. Una tendenza che si conferma anche quando si chiede quali siano i piaceri più gratificanti: in testa, ancora una volta, il tempo condiviso con la famiglia (39%) e i momenti di svago familiari (32%), seguiti dal relax personale (34%) e dal divertimento con gli amici (29%). In questo caso, guadagna qualche posizione la realizzazione professionale che, pur non essendo vissuta come particolarmente autentica, riesce comunque a offrire una forma di gratificazione al 20% degli italiani.

(Adnkronos) - Notte tra gli scranni per i deputati impegnati con l'esame della riforma costituzionale della Giustizia, dopo la seduta fiume proposta dalla maggioranza e votata ieri poco prima di mezzanotte. Tutti Gruppi hanno rispetto l'impegno preso, almeno fino a una certa ora. Poi, ormai a notte fonda, hanno resistito nell'emiciclo solo i deputati di opposizione, in particolare quelli del Pd, fino alla pausa tecnica disposta alle 5,30 durata un paio d'ore.
La discussione è andata avanti sul merito del provvedimento, soprattutto sulla questione della separazione delle carriere e sul sorteggio per la composizione del Csm. Sempre aperta, come sempre in questi casi, la buvette del piano aula con un avanti e indietro dei deputati presenti per un caffè o uno spuntino finalizzati alla 'performance' notturna. Diversi, comunque, i botta e risposta anche sul filo dell'ironia. Come quando Antonino Iaria (M5s) ha contestato l'intervento di Andrea Gentile (FI): "Non non puoi parlare di giustizia!", è sbottato Iaria.
Immediata la replica dell'esponente di FI: "Presidente, non ho sentito. Ci sono delle mosche in aula forse...". Tra gli interventi più accesi quello di Laura Boldrini (Pd): "Parliamo di giustizia e siamo costretti a farlo di notte, alle 2.20, perché domani i deputati e le deputate di maggioranza devono precipitarsi nelle Marche. A fare che cosa? Ad applaudire Giorgia Meloni. Ecco, siamo arrivati a questo punto!".
Andrea Rossi (Pd), nonostante il contesto crepuscolare, ha messo in discussione a modo suo la seduta fiume: "Vorrei concludere con una breve e simpatica metafora narrativa che spero sia di buon auspicio: c'era volta un fiume che nasceva in una montagna...". Mauro Berruto (Pd), passato da sportivo, ha fatto mostra di lucidità alternando citazioni colte e ironia: "Non so se sia più umiliante parlare in quest'aula deserta alle quattro e mezza di notte con i miei compagni e le mie compagne di partito di fronte alle sedie vuote della maggioranza, fatta eccezione per i due colleghi su 225 - 'rari nantes in gurgite vasto' - come diceva Virgilio, questo grande gorgo di questa notte buia della democrazia".
Poi, in conclusione del suo intervento, Berruto ha cambiato registro: "Presidente, c'è un rumore insopportabile, non posso continuare con il mio intervento... Mi ha interrotto il collega della maggioranza! Era ironico". In chiusura, con le prime luci dell'alba, Rosanna Filippin (Pd) ha animato una curiosa gag: "Onorevoli colleghe e colleghi, per lo meno quelli che sono rimasti in quest'aula vuota alle ore 17,20 del mattino…".
A correggerla il compagno di banco Federico Fornaro: "Sono le 5,20!". E la Filippin: "Scusate, sono le 5,20 anche per me…Ma qualcuno ha visto la luce e potrebbe anche pensare che fossero le 17,20". A chiudere la disputa sull'orologio la presidente di turno Anna Ascani: "E' tardi per tutti, comunque sono le 5,20. Prego". Pochi minuti ed è arrivata l'agognata 'pausa tecnica' per un paio d'ore. Alla ripresa, però, subito discussione: alle 7,40 mancava il rappresentante del governo. Nuova sospensione, un'altra mezz'ora di pausa e poi ancora seduta fiume.

(Adnkronos) - Greta Thunberg lascia il direttivo della Flotilla e si trasferisce dalla nave 'Family' alla nave Alma. A raccontarlo è l'inviato del Manifesto a bordo della Sumud Flotilla Lorenzo D'Agostino: "Nel pomeriggio di domenica - scrive il cronista - i partecipanti osservano Greta Thunberg trascinare la sua valigia lungo la banchina, lasciare la Family, la nave che ospita il comitato organizzatore, e trasferirsi sulla Alma. Sul sito ufficiale della missione il suo nome è scomparso dalla lista dei membri del direttivo. Secondo fonti consultate da Il Manifesto, le divergenze sarebbero legate a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia e non abbastanza sul genocidio in Palestina".
Thunberg, racconta D'Agostino, ha detto di "credere profondamente nell’obiettivo di questa missione e nella forza della mobilitazione mondiale per una Palestina libera". E, in una dichiarazione rilasciata al Manifesto, ha aggiunto: "Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante".
Gli altri membri del comitato direttivo contattati dal manifesto non hanno commentato. "È però chiaro che sono state prese misure per correggere il tiro in fatto di comunicazione - scrive ancora l'inviato del quotidiano comunista -. In serata il giornalista e influencer Yusuf Omar annuncia su Instagram che abbandona la navigazione per ragioni di 'strategia comunicativa'. Il suo stile sensazionalista e molto incentrato sui volti noti della missione aveva fatto infuriare diversi partecipanti. La sua copertura allarmista dell’attacco dei droni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

(Adnkronos) - “Questo progetto nasce da una visione lungimirante di Luiss dieci anni fa e oggi entra in una nuova fase, con tecnologia avanzata a bordo delle auto elettriche e continuità nell’impegno per la sostenibilità. Gli studenti del 2025 sono sensibili ai temi ambientali e digitali e noi vogliamo tenerli vicino al flusso delle innovazioni della nostra società, offrendo loro strumenti concreti come auto elettriche, navette interne, supporto medico e sistemi intelligenti di gestione dei rifiuti, alimentando tutto con energia al 100% rinnovabile". Così Rita Carisano, direttore generale Luiss, in occasione del lancio del nuovo servizio di mobilità elettrica con Acea e Renault rivolto a studenti e docenti, presso il Campus Luiss di viale Romania.
"Molte delle iniziative nascono anche dai suggerimenti degli studenti, che contribuiscono a rendere la vita universitaria più sostenibile e innovativa”, spiega.
Il progetto include colonnine di ricarica alimentate da energia rinnovabile, sistemi digitali per la gestione della flotta e iniziative di sostenibilità ambientale e sociale, rafforzando il ruolo dell’Università come laboratorio di innovazione e attenzione ai giovani utenti.
Leggi tutto: Carisano (Luiss): "Al nostro Campus auto elettriche e servizi innovativi"

(Adnkronos) - “Ci sono tre ragioni principali per cui l’Italia è indietro nell’elettrificazione: il costo ancora alto delle auto elettriche, la percezione di poche colonnine di ricarica e soprattutto un fattore psicologico: chi prova un veicolo elettrico non torna più indietro. Le auto elettriche sono comode, silenziose, moderne e affidabili, e grazie alla tecnologia, come il sistema Google integrato, gli utenti sanno sempre dove ricaricare in sicurezza lungo il percorso”. Così Sébastien Guigues, Ceo Renault Italia, durante il 'taglio del nastro' della nuova flotta destinata al Car Sharing elettrico presso il Campus Luiss a Roma, iniziativa in collaborazione con Acea.
Guigues ha sottolineato come l’industria dell’auto stia attraversando un cambiamento storico, con la transizione verso veicoli elettrici, connessi e autonomi, e la concorrenza di nuovi attori internazionali, come i produttori cinesi. “Il nostro know-how europeo e la lunga esperienza sul mercato ci permettono di affrontare questa sfida, supportati anche dagli incentivi statali fino a 11.000 euro per l’acquisto di veicoli elettrici, un’opportunità da cogliere senza esitazioni”, ha aggiunto.
Leggi tutto: Mobilità, Guigues (Renault): "Chi prova l’elettrico non torna più indietro"
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