
Allarme per nuove truffe telefoniche in Italia attraverso numeri con prefissi stranieri, con un nuovo fenomeno, chiamato 'spoofing', sempre più diffuso. In tutto il Paese si stanno diffondendo chiamate e messaggi che nascondono vere e proprie truffe telefoniche o spam. Il fenomeno è aumentato nelle ultime settimane, dopo che era già stato lanciato l'allarme per chiamate moleste da parte di call center dall'Italia, ma anche dall'estero, e dopo che l'Agcom aveva istituito il cosiddetto "filtro anti spoofing", cercando di contrastare un fenomeno che ora sembra aver trovato nuove 'soluzioni' e modalità.
Cos'è lo spoogfing
Lo spoofing è l'ultima frontiera della truffa telefonica. Si tratta di una tecnica utilizzata per ingannare fingendosi un qualcun altro o, in questo caso, fingendosi un altro numero. I call center stranieri falsificano quindi il prefisso, facendo apparire sul display del malcapitato un numero italiano, così da avere maggiori probabilità di risposta da parte dell'utente.
La truffa, in ogni caso, può avvenire in varie modalità: per email, inviando quindi un messaggio con un indirizzo falso, che però assomiglia a un ente reale e può quindi trarre facilmente in inganno un occhio non attento; falsificando l'indirizzo IP, facendo quindi sì che sembri che il traffico arrivi da un altro computer.
Si può creare un sito web falso, apparentemente identico a quello attraverso cui si vuole ingannare l'utente, con l'obiettivo di rubarne i dati o portarlo, nel caso peggiore, all'inserimento dei dati della carta di credito.
Allarme prefissi stranieri: quali evitare
Ma come detto in Italia suona forte l'allarme per il boom di chiamate provenienti da prefissi stranieri[1]. La truffa, in questo caso, avviene spesso promettendo posti di lavoro o facili guadagni, ed è volta ad hackerare i dispositivi dei malcapitati, a rubare i loro dati personali o a estorcere denaro. La maggior parte delle volte a rispondere non sono persone fisiche ma voci elettroniche o registrate, mentre i messaggi arrivano su app di messaggistica come WhatsApp o Telegram. Oltre al messaggio di testo in allegato si trovano link che rimandano a pagine che possono contenere virus o portare i truffatori ad accedere ai dispositivi o ai dati personali.
La soluzione però, per non cadere in queste trappole, è semplice: non rispondere e bloccare ogni numero sospetto, sia cellulare o fisso. Prefissi come +44, +46 o +31, tra i più frequenti e appartenenti rispettivamente a Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi, possono essere 'indizi' fondamentali per riconoscere potenziali truffe.
Mai, inoltre, richiamare in caso di chiamata persa o squillo volutamente breve. Si tratta infatti di un tipo diverso di truffa, volto a far spendere un'enormità del credito cellulare dell'utente e appropriarsi direttamente della cifra in questione, oppure ad attivare abbonamenti a pagamento indesiderati.

"Sto meglio, ho ripreso 20 chili, mi hanno tolto il cortisone e sono felice di guardarmi ora allo specchio". Con queste parole Costantino Vitagliano ospite oggi a Verissimo ha parlato delle sue condizioni di salute e degli ultimi due anni della sua vita segnati da una malattia autoimmune, che provoca problemi ai vasi sanguigni.
"Ho vissuto dei giorni da incubo. Avevo delle ansie pazzesche, pensavo che fosse finito un ciclo di vita. Pensavo solo in negativo, non avevo le forze di fare nulla. Sono stato 40 giorni a pensare che non ce l'avrei fatta, le persone intorno mi hanno dato tanta energia", ha detto Vitagliano ospite nel salotto di Silvia Toffanin, che oggi, grazie alle cure, non rischia più la vita.
Costantino è papà di Ayla, nata nel 2015: "Sono davvero orgoglioso di mia figlia. Prima ero troppo preso da me e da quello che era il mio lavoro, non pensando che oggi la cosa più importante è questa: fare il papà", ha detto a Verissimo.
Vitagliano temeva di non essere in grado di fare il padre: "Elisa (Mariani, la mamma di Ayla, ndr) mi ha dato la cosa più bella della mia vita e io all'inizio non la capivo, non mi sentivo pronto, avevo paura, pensavo di non essere all'altezza, oggi le dico grazie per avermi fatto questo dono".

La famiglia, che viveva nel bosco a Palmoli nel chietino, ha accettato di trasferirsi nel casolare, offerto da un ristoratore di Ortona, Armando Carusi in comodato d'uso gratuito. Catherine e Nathan ci si trasferiranno presto, seppur temporaneamente, in attesa che siano eseguiti i lavori nella loro casa.
Nathan, il padre dei tre bambini, si è recato nella struttura, situata sempre in un bosco e ha accettato la residenza autonoma offerta, "immersa nella natura con almeno due ampie stanze di cui una cucina, un pozzo dove poter prelevare l'acqua, il bagno a secco e locali per gli animali", spiega il ristoratore, aggiungendo che si sta preparando il contratto di comodato d'uso gratuito.
"Nella giornata di ieri abbiamo provveduto al deposito del reclamo avverso l'ordinanza del Tribunale per i Minorenni che ha disposto l'allontanamento dalla casa familiare dei bambini Trevallion Birmingham" scrivono, in una nota, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, legali di fiducia della famiglia, precisando che è stata accettata l'offerta di un alloggio provvisorio. Il ricorso è contro l'allontanamento dei tre figli dall'abitazione di Palmoli. I bimbi si trovano in una casa famiglia a Vasto. "La presentazione del gravame muove, di certo, dalla improcrastinabile necessità di instare per la revoca dell'ordinanza ma, parimenti, dalla doverosa contestualizzazione di passaggi chiave sottesi a una corretta lettura di una vicenda che, a tratti, è stata, purtroppo, oggetto di strumentalizzazioni speculative. Il reclamo ha consentito oggi, per la prima volta, di rappresentare in maniera tecnica e particolareggiata, le argomentazioni relative agli aspetti ritenuti pregiudizievoli per i minori: in maniera semplificata, quand'anche qui non esaustiva, abbiamo avuto modo di dedurre sulle questioni igienico sanitarie, oggetto di presentazione di Scia, che saranno risolte, a breve, mediante interventi tecnici mirati, così come una minuziosa analisi della vita dei minori e del metodo dell'unschooling ha consentito di chiarire che non vi è mai stata una deprivazione del rapporto tra pari".
"Catherine e Nathan - sottolineano i legali - hanno sempre, e solo, avuto a cuore il bene dei loro figli e la scelta di vivere nella loro casa di Palmoli, ed in via più generale di crescere i loro bambini in un'ottica di potenziamento di valori non stereotipati, lungi dall'essere frutto di una negligente approssimazione educativa era, ed è, espressione di una filosofia di vita in cui hanno creduto e continuano fermamente a credere. E' innegabile che la vicenda è stata ammantata di criticità legate ad una puntuale interpretazione di segmenti processuali che, se correttamente individuati e chiariti, avrebbero potuto condurre, sin da subito, ad un approdo diverso". I due avvocati spiegano anche che "i genitori hanno deciso, pur di ovviare alle criticità igienico-sanitarie riscontrate, di accettare per il tempo necessario all'attuazione delle migliorie abitative richieste, un immobile offerto da un privato cittadino. Nessun passo indietro, ma un passo avanti che consente di tornare a vivere secondo il proprio credo e la propria voglia di libertà".

"La storia più importante della mia vita". Benedetta Porcaroli ospite oggi, sabato 30 novembre, a Verissimo ha parlato della sua relazione con l'attore Riccardo Scamarcio.
"L'amore va bene, è un buon momento - ha confessato l'attrice -. Nonostante quello che ci circonda che a tratti è faticoso, rimango positiva con l'attitudine. Negativi col pensiero ma positivi nella vita e nei fatti". La loro storia d'amore è iniziata durante le riprese de 'L'ombra del giorno', film del 2021 in cui erano entrambi protagonisti: "Stiamo insieme da quattro anni, ho perso il conto. È sicuramente la storia più lunga della mia vita, andiamo molto d'accordo".
Porcaroli ha poi parlato del forte legame con il fratello Guglielmo, che Toffanin ha presentato come il secondo uomo più importante della sua vita: "Il fratello maschio ti uccide, ha una tenerezza che mi colpisce nel profondo del cuore. C'è qualcosa di struggente che ritrovo in mio fratello", ha detto commossa.

Bufera per le parole di Francesca Albanese dopo gli atti di violenza compiuti ieri nella redazione del quotidiano La Stampa a Torino. Trentaquattro persone sono state identificate e denunciate dai poliziotti per aver partecipato all'irruzione nella redazione del quotidiano durante le manifestazioni per lo sciopero generale di ieri. Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori occupati, intervenendo all'evento 'Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia' a Roma ha condannato il raid parlando anche di "monito per la stampa". "A quanto pare stanno provando ad affossarmi. Non c’è stato nessuno scivolone, vergognatevi. Tutto quello che ho detto e che continuo a dire è che condanno la violenza e condanno l’attacco di ieri a La Stampa", ha detto nel pomeriggio Albanese dal palco del corteo di Roma. "Ma la violenza anche dentro a un sistema violento finisce per rafforzare il sistema che ci opprime", ha affermato ancora.
Meloni: "Grave suggerire che responsabilità sia della stampa"
Sull'aggressione a La Stampa si esprime la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia - anche solo in parte - della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge", scrive sui social la premier. "Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso. La libertà di stampa - conclude la presidente del Consiglio - è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità".
Le reazioni alle parole di Albanese
Le parole di Albanese vengono stigmatizzate da numerosi esponenti politici. "Trovo decisamente sconcertanti le parole pronunciate da Francesca Albanese riguardo l’assalto che i ProPal hanno fatto alla redazione della Stampa. È inconcepibile paventare che chi subisce un qualsiasi episodio violento se lo sia in qualche modo meritato", afferma Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento. "In questo specifico caso la signora Albanese arriva a insinuare che i giornalisti non facciano il loro lavoro in modo intellettualmente onesto e che non riportino i fatti. Sono illazioni che minano uno dei pilastri della nostra democrazia: la libertà di stampa e con essa la libertà di pensiero. È ancora più grave che tali parole siano state pronunciate da una persona che pochissimi giorni fa, nell’ambito delle 'Giornate del premio Lucchetta' a Trieste in cui vengono assegnati importanti riconoscimenti giornalistici, ha ricevuto il premio della fondazione Lucchetta Ota D’Angelo Hrovatin, fondazione che mi auguro condannerà con forza le dichiarazioni di Albanese", aggiunge.
"Fino a quando dovremo sopportare questa Albanese? Finge di condannare gli atti di violenza contro La Stampa, salvo poi affermare che l’episodio dovrebbe essere ‘un monito per i giornalisti’. Albanese è davvero una persona incommentabile e stupefacente. Ci chiediamo ancora quando verrà rimossa dagli incarichi che immeritatamente ricopre. È con Hamas o con l’Onu? Sta bene o sta male? Ci poniamo queste domande, indignati per ciò che dice e per ciò che fa, soprattutto perché lo fa vantando un titolo, addirittura internazionale, che non merita affatto", dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
"Albanese è un’altra di quelle figure - come Ilaria Salis - di cui la sinistra si dovrà a un certo punto vergognare. Speriamo", scrive su X Carlo Calenda, leader di Azione. "La violenza non è mai un monito, e si condanna e basta, senza 'se e ma'. Sorpresa ma non troppo, dalle dichiarazioni di Francesca Albanese. Spero comprenda almeno la gravità delle cose che dice", scrive su X la vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Partito democratico, Pina Picierno.
"Che significa, "do la solidarietà a La Stampa ma sia un monito"? Le parole di Francesca Albanese sono molto gravi. Significa che i giornalisti italiani sono occupati da 'neosionisti, nazisti, fascisti'? Qual è il monito? Che bisogna stare attenti a ciò che si scrive? Rimango veramente perplesso e basito", dice il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
Il post di Albanese
Albanese torna sul tema con un post pubblicato su Facebook: "Condanno fermamente gli attacchi di ieri alla Stampa, alla cui redazione e personale tutto va la mia solidarietà. La rabbia verso un sistema mediatico che distorce la realtà, in Palestina e altrove, è comprensibile, MA la violenza – anche dentro un sistema violento – finisce per rafforzare chi opprime e quindi va respinta. Chi abbraccia la violenza, nel nostro sistema, fa male a noi tutte e tutte che questo sistema cerchiamo di cambiarlo. Ne è la prova il fatto che le migliaia di piazze che ieri hanno detto NO all'economia di guerra, in Palestina e nel mondo, rimangono oscurate da questa singola notizia. Nel giorno di solidarietà con il popolo Palestinese invito a tutti a resistere all'oppressione nello spirito palestinese di Sumud, della resilienza, DNA morale della sopravvivenza come umanità condivisa e solidale, in nome de e verso la giustizia, per tutte e tutti. ASSIEME SIAMO UNO/A, e con amore e in solidarietà ce la facciamo", conclude.
Si è chiusa a Orotelli la sesta edizione del concorso letterario... 
E' finito in copertina della rivista 'Science' con le firme principali di Claudio Ottoni, associato di Antropologia e di Marco De Martino del dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tor Vergata, uno studio innovativo dal titolo The dispersal of domestic cats from North Africa to Europe around 2000 years ago, l'analisi di 87 genomi di gatti antichi e moderni suggerisce che i gatti domestici non si siano diffusi in Europa con gli agricoltori neolitici. Al contrario, sono stati introdotti in Europa circa 2.000 anni fa, probabilmente dal Nord Africa. Inoltre, una precedente introduzione (durante il I millennio a.C.) di gatti selvatici provenienti dall'Africa nord-occidentale potrebbe aver originato l'attuale popolazione selvatica in Sardegna. I primi gatti domestici trovati in Europa provengono da siti archeologici di epoca Imperiale Romana, suggerendo quindi che l’impero Romano potrebbe aver contribuito significativamente alla diffusione del gatto. I dati confutano quindi precedenti ipotesi che i gatti domestici fossero arrivati in Europa con gli agricoltori del Medio Oriente tra i 6000 e 7000 anni fa. Lo studio fa parte del Progetto Felix (https://www.ercfelix.com) finanziato dall’European Research Council e dal National Geographic.
Analisi genetiche precedenti di gatti selvatici e domestici moderni avevano dimostrato che il gatto selvatico africano (Felis lybica lybica), attualmente diffuso in Nord Africa e nel Vicino Oriente, è l'antenato dei gatti domestici. La sepoltura di un gatto insieme allo scheletro completo di un essere umano risalente al 7500 a.C. a Cipro ha portato all'ipotesi che i gatti fossero stati domesticati nel Levante, durante il Neolitico preceramico (9600-7000 a.C.). I gatti potrebbero aver svolto il ruolo di controllori di animali infestanti e parassiti (topi prima di tutti) attirati dalle raccolte di grano delle prime comunità agricole. Una visione più tradizionale, basata su testimonianze iconografiche e funerarie risalenti al 2200 a.C. circa, indicava l'Egitto faraonico come luogo originario della domesticazione dei gatti. Tentativi di rendere i gatti domestici in Egitto potrebbero anche essere precedenti, nel periodo predinastico, intorno al 3700 a.C., come dimostra una sepoltura di due esemplari adulti e di quattro gattini nel sito di Hierakonpolis.
“I nostri risultati - commenta Ottoni - suggeriscono che la diffusione dei gatti domestici sia avvenuta diversi millenni dopo il Neolitico, e probabilmente dal Nord Africa piuttosto che dal Levante. Le civiltà mediterranee durante il I millennio a.C. furono probabilmente i principali responsabili dello spostamento di F. l. lybica, che coinvolse almeno due popolazioni geneticamente distinte di origine nordafricana”. “Una popolazione – prosegue - comprendeva probabilmente gatti selvatici dell'Africa nord-occidentale che furono introdotti in Sardegna e fondarono le attuali popolazioni di gatto selvatico sull'isola. La seconda popolazione che si è diffusa durante il periodo Romano Imperiale contribuì al patrimonio genetico dei gatti domestici moderni Europei”.
Ciò che emerge dallo studio, conclude il docente di Roma Tor Vergata “è che offre un nuovo quadro interpretativo per l'origine geografica dei gatti domestici, suggerendo un processo di domesticazione più ampio e complesso che potrebbe aver coinvolto più regioni e culture del Nord Africa. È necessario continuare a lavorare per restringere il campo delle popolazioni originarie degli attuali gatti domestici e chiarire i processi culturali e socioeconomici che hanno portato alla loro domesticazione e diffusione globale”.
In linea con i risultati di De Martino e colleghi, uno studio di DNA antico di campioni felini da siti archeologici in Cina degli ultimi 5000 anni, pubblicato su Cell Genomics il 27 novembre 2025, rivela che i gatti domestici sono arrivati in Cina relativamente tardi, probabilmente introdotti dai mercanti della via della seta circa 1.400 anni fa, dopo oltre 3.500 anni di simbiosi tra esseri umani e gatti selvatici.

È stato presentato a Palazzo Brancaccio “Il Paese delle tradizioni” il nuovo libro di Beppe Convertini, realizzato in collaborazione con Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). Un volume che attraversa l’Italia più vera, raccontando tradizioni popolari, sagre e riti religiosi che custodiscono la memoria collettiva dei territori. La serata, condotta dalla giornalista del Tg 1 Valentina Bisti, si è svolta alla presenza di Angelo Mellone, direttore dell’intrattenimento del Daytime Rai, e del presidente di Unpli, Antonino La Spina. Un’occasione importante per ribadire il valore dei piccoli centri e delle tradizioni che rendono il Paese ricco di identità. Ospiti della presentazione Anna Falchi, Vira Carbone, Francesca Fialdini, Mario Ermito, Monica Marangoni, Miriana Trevisan, Roberta Garcia, Nadia Bengala, Federica Gentile, Luca Sardella, Sofia Bruscoli, Marzia Roncacci, Federica De Denaro, Adriana Russo, Veera Kinnunen, Sara Ricci, Simona Borioni.
Durante il suo intervento Angelo Mellone ha evidenziato quanto sia essenziale continuare a raccontare l’Italia anche attraverso programmi televisivi e libri che ne valorizzino la profondità culturale: "È fondamentale continuare a realizzare programmi che raccontino l’Italia più autentica e leggere libri come questo, perché visitando i piccoli centri c’è chi ritrova le proprie radici e chi, invece, scopre per la prima volta un patrimonio unico. Del resto, viene spontaneo chiedersi se non sia più appagante vivere in un borgo ricco di storia, relazioni e identità, piuttosto che in una periferia urbana spesso priva di anima. Ogni luogo custodisce racconti che meritano di essere condivisi, e la televisione pubblica ha il dovere di far emergere e valorizzare queste bellezze". Il conduttore e attore Beppe Convertini, ricordando i tanti riti ed eventi vissuti in prima persona ha sottolineato come in un mondo che corre sempre più veloce si rischia di perdere le proprie radici: "Ho intrapreso un viaggio emozionante alla scoperta delle tradizioni popolari che ancora resistono, sopravvivono tra piazze, feste, riti antichi, artigianato e cucina in compagnia di Antonino La Spina presidente di Unpli".
"Il Paese delle tradizioni - ha proseguito Convertini - è un diario di incontri e racconti che attraversa l’Italia più autentica: quella dei piccoli borghi, in cui i rituali sono tramandati di generazione in generazione, i mestieri di un tempo vengono preservati come tesori e le comunità si stringono ancora intorno ai simboli identitari. Dalle processioni con le grandi macchine a spalla (Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco) alle feste che celebrano i prodotti del territorio, dalle antiche usanze del Carnevale di Romeno in Val di Non alla spettacolare ’ndocciata di Agnone in Molise". Anche il Presidente di Unpli, Antonino La Spina, ha espresso con orgoglio la sua partecipazione al progetto: "È un grande piacere per me essere parte di questo viaggio insieme a Beppe Convertini, nel cuore dell’Italia più autentica. Dopo l’esperienza condivisa su Rai 1 con Azzurro Storie di Mare, proseguiamo il nostro racconto grazie all’impegno instancabile delle Pro Loco e dei tantissimi volontari, custodi della memoria viva dei territori. Il libro di Beppe è un omaggio sentito alla passione, alla solidarietà e allo spirito di comunità che rendono speciali le nostre realtà locali. Attraverso queste pagine, si restituisce voce e dignità a chi ogni giorno fa grande l’Italia, custodendo tradizioni, valorizzando la bellezza e mantenendo vivo il legame con la nostra identità più profonda".
La Juventus di Luciano Spalletti ospita il Cagliari oggi, sabato 29 novembre, nell'anticipo della tredicesima giornata della Serie A. Il match è in programma alle 18 e sarà trasmesso in diretta tv e streaming. La Juve, che ha 20 punti, è reduce dall'impegno infrasettimanale in Champions League con la prima vittoria nel torneo ottenuta in Norvegia sul campo del Bodo. In campionato, i bianconeri hanno pareggiato le ultime 2 gare.
La Juventus sfiderà l'Udinese in Coppa Italia prima di volare al Maradona per affrontare il Napoli nella prossima giornata di campionato.

Pranzo informale, lunedì scorso, a Milano tra Marina Berlusconi e Antonio Tajani. Il segretario nazionale di Forza Italia e la presidente di Fininvest, a quanto apprende l'Adnkronos, si sono visti nella casa della primogenita del Cavaliere in Corso Venezia, intorno alle 13.30, per uno scambio di vedute sulla situazione politica a poche ore dalla chiusura dei seggi (che è stata alle 15) per le regionali che poi hanno sancito la vittoria del centrosinistra con il campo largo in Campania e Puglia e l'affermazione del centrodestra nel Veneto del dopo Zaia. Nel corso della colazione di lavoro, tra le altre cose, avrebbero commentato le prime proiezioni elettorali. All'incontro era presente l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e storico braccio destra di Berlusconi, Gianni Letta.
Il faccia a faccia rientrerebbe in quei contatti che avvengono periodicamente tra la presidente di Fininvest e il leader di Fi. Questo sarebbe servito a fare il tradizionale punto della situazione sui principali temi dell'attualità prima di Natale. Nelle scorse settimane Marina Berlusconi aveva ricevuto il governatore del Piemonte Alberto Cirio e il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, riconfermato lo scorso ottobre alla guida della sua Regione.

Oscar Piastri vince la gara Sprint del Gran Premio del Qatar. Oggi, sabato 29 novembre, il pilota australiano della McLaren, partito dalla pole position, ha dominato l'ultima gara breve dell'anno precedendo la Mercedes di George Russell e il compagno di scuderia Lando Norris. Quarto e quinto posto per le due Red Bull guidate di Max Verstappen e Yuki Tsunoda, che ha subito 5 secondi di penalità per track limits.
Sesta l'altra Mercedes di Andrea Kimi Antonelli, anche penalizzato per track limits, seguita dall'Aston Martin di Fernando Alonso e la Williams di Carlos Sainz, che chiude la zona punti. Lontane le due Ferrari: Charles Leclerc taglia il traguardo in 13esima posizione, Lewis Hamilton in 17esima.

Oscar Piastri ha vinto la gara Sprint del Gp del Qatar. Oggi, sabato 29 novembre, il pilota australiano della McLaren ha trionfato precedendo la Mercedes di George Russell e il compagno di scuderia, e leader del Mondiale, Lando Norris. Quarto e quinto posto per le due Red Bull guidate di Max Verstappen e Yuki Tsunoda, che ha subito 5 secondi di penalità per track limits.
Sesta l'altra Mercedes di Andrea Kimi Antonelli, anche penalizzato per track limits, seguita dall'Aston Martin di Fernando Alonso e la Williams di Carlos Sainz, che chiude la zona punti. Lontane le due Ferrari: Charles Leclerc taglia il traguardo in 13esima posizione, Lewis Hamilton in 17esima. Ecco ordine d'arrivo e classifica aggiornata del Mondiale Piloti.
Formula 1, ordine d'arrivo Gp Qatar
1 Oscar Piastri (McLaren)
2 George Russell (Mercedes)
3 Lando Norris (McLaren)
4 Max Verstappen (Red Bull)
5 Yuki Tsunoda (Red Bull)
6 Andrea Kimi Antonelli (Mercedes)
7 Fernando Alonso (Aston Martin)
8 Carlos Sainz (Williams)
9 Isack Hadjar (Racing Bulls)
10 Alexander Albon (Williams)
11 Gabriel Bortoleto (Sauber)
12 Oliver Bearman (Haas)
13 Charles Leclerc (Ferrari)
14 Liam Lawson (Racing Bulls)
15 Esteban Ocon (Haas)
16 Nico Hulkenberg (Sauber)
17 Lewis Hamilton (Ferrari)
18 Pierre Gasly (Alpine)
19 Lance Stroll (Aston Martin)
20 Franco Colapinto (Alpine)
Formula 1, classifica Mondiale Piloti
1. Lando Norris (McLaren) - 396
2. Oscar Piastri (McLaren) - 374
3. Max Verstappen (Red Bull) - 371
4. George Russell (Mercedes) - 301
5. Charles Leclerc (Ferrari) - 226
6. Lewis Hamilton (Ferrari) - 152
7. Kimi Antonelli (Mercedes) - 14
8. Alex Albon (Williams) - 73
9. Isack Hadjar (Racing Bulls) - 51
10. Carlos Sainz (Williams) - 49
11. Nico Hülkenberg (Sauber) - 49
12. Fernando Alonso (Aston Martin) - 42
13. Oliver Bearman (Haas F1 Team) - 41
14. Liam Lawson (Racing Bulls) - 36
15. Lance Stroll (Aston Martin) - 32
16. Esteban Ocon (Haas F1 Team) - 32
17. Yuki Tsunoda (Red Bull Racing) - 32
18. Pierre Gasly (Alpine) - 22
19. Gabriel Bortoleto (Sauber) - 19
20. Franco Colapinto (Alpine) - 0
Stop del Mase, sarebbe dovuto sorgere in un sito Unesco... 
Con l'inizio di dicembre comincia il conto alla rovescia per le feste natalizie. E si moltiplicano gli appuntamenti per gli auguri, a base di aperitivi e panettoni. Si avvia, insomma, la lunga fase degli 'strappi alle regole' alimentari con il rischio di ritrovarsi all'inizio del nuovo anno con qualche chilo di troppo. "Respirare l'aria di festa è benefico. Rinunce e restrizioni non lo sono", dice all'Adnkronos Salute il nutrizionista e fitoterapeuta Ciro Vestita che suggerisce qualche 'trucco' per gestire positivamente i momenti di convivialità tipici di questo periodo. "Tisane e spezzafame naturali, come i finocchi, possono esser di grande aiuto", spiega Vestita.
"Durante questo periodo e nelle feste natalizie - ribadisce - è facile ingrassare perché mangiamo in maniera più disordinata, poi, - in una fase successiva, durante la festa - stiamo anche di più a casa dove non mancheranno gli avanzi. Quindi è facile che scappi un pezzetto di dolce in più, del cioccolato. E alla fine della giornata si arriva ad aver accumulato 5-600 calorie di troppo. Ma qualche stratagemma per evitare questo c'è". Come l'uso di tisane. "Ci sono alcune piante medicali da usare sotto forma di infuso, ad esempio la malva, la melissa, la camomilla e il biancospino, che sono piante sedative, calmanti: frenano la voglia di mangiare, sono 'sazianti' , quindi ci si ritrova la sera ad aver mangiato meno, semplicemente perché questi infusi hanno praticamente bloccato l'appetito. Infine sono ricchissimi di mucillagini e, siccome madre natura non fa mai 'scatole singole', queste tisane servono anche a depurarsi e a disintossicarsi". Ottimo anche il tè verde, "una tazza calda, in questo periodo invernale, è confortevole: spezza la fame ed è ha anche proprietà preventive".
L'altro segreto "è tutto alimentare e si basa sui 'cuori' di finocchio. Prendiamo solo la parte interna" suggerisce Vestita, il resto può essere utilizzato per cucinare o per l'insalata. "Da un finocchio grosso come un pugno rimane praticamente una pallina da ping pong e di questi 'cuori' ne mangeremo circa 5 prima pranzo e prima cena che spezzeranno la fame. Questi ortaggi, in più, sono fortemente diuretici, e ci sgonfiano facendoci sentire meglio". E con gli spritz come la mettiamo? "Beh va valutato non solo l'impatto diretto sulla salute ma anche l'effetto psicologico: una cosa piacevole promuove il benessere facendoci sentire bene, permette la liberazione di endorfine che sono le molecole della felicità. Quindi un po' di spritz e un po' di vino bianco come aperitivo, in piccolissime dosi, possiamo concedercelo con tranquillità. Migliora l'umore e la voglia di star bene. Attenzione, però, perché sono sempre molte calorie. Ma con un po' di buon senso si può fare", conclude.

"Generali è strategica fin dall'inizio". E' quanto risulta abbia detto l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, a Caltagirone in una conversazione, riportata nel decreto di perquisizione a carico dell'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Luxottica e della controllante lussemburghese Delfin sarl Francesco Milleri e l'amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio, per le ipotesi di reato di aggiotaggio e di ostacolo alle autorità di vigilanza per aver, stando agli inquirenti, concordato l'ops da 13,5 miliardi con la quale Mps ha ottenuto il controllo di Mediobanca, prima azionista di Generali.
A proposito dell'Ops difensiva, lanciata da Mediobanca su Banca Generali, Lovaglio ha detto che "lui", cioè Alberto Nagel (ex Ad di Piazzetta Cuccia), "poteva fare solo sta mossa", cioè l'offerta su Banca Generali che avrebbe determinato la dismissione delle quote di Mediobanca in Generali. "Se noi avessimo detto fin dall'inizio - continua Lovaglio - come è vero - che Generali è strategica, lui", sempre Nagel, "avrebbe detto "ah, Lovaglio ha detto che è strategica, adesso io lo frego perché...".
Secondo i pm di Milano, "Lovaglio si è schierato risolutamente contro l'iniziativa di Nagel, simulando relativo disinteresse da parte del Monte dei Paschi al possesso di Generali". Nella conversazione, si legge ancora, "Lovaglio viceversa conferma a Caltagirone che Generali è strategica fin dall'inizio e che le dichiarazioni pubbliche in senso opposto fossero un espediente di comunicazione per non rendere palesi gli accordi presi con i soci Caltagirone e Delfin che, appunto, fin dall'inizio puntavano su Generali, la cosiddetta 'fase due' (rispetto all'Ops su Mediobanca)".
Sono state disposte intercettazioni telefoniche che hanno, a giudizio dei pm di Milano, si legge nel decreto di perquisizione, "dimostrato in modo eclatante l'esistenza di un progetto volto alla conquista di Mediobanca, comune a Caltagirone e all'amministratore delegato di Mps Lovaglio, che anzi si dichiara mero esecutore di un progetto costruito da Caltagirone".
In una intercettazione, all'indomani dell’assemblea del 17 aprile, durante la quale si discute dell'Ops su Mediobanca, Lovaglio riceve i complimenti di Caltagirone. L'ad di Mps: "Cavaliere, allora!". Caltagirone replica: "Ma lei è il grande comandante Lovaglio? [...] Come sta?". A quel punto Lovaglio risponde: "Molto bene! Abbiamo fatto una bella operazione". Caltagirone replica: "Mi pare fantastico, bravo. Io le faccio i complimenti perché è stato molto bravo". L'amministratore delegato afferma: "No no no, lì è stato... il vero ingegnere è stato lei, io ho eseguito solo l'incarico [...] comunque godiamoci questa cosa, è stata... ha ingegnato una cosa perfetta, quindi complimenti a lei per l'idea, esatto". Risponde Caltagirone: "Perfetto, bene. E' andata come doveva, grazie". Lovaglio precisa: "Come meritavamo, facciamo fase due?".

Torna a splendere Castello Utveggio a Palermo e apre le porte alla città a partire dal prossimo venerdì 5 dicembre. Sono terminati i lavori di rifunzionalizzazione del complesso architettonico di stile definito neogotico siciliano o tardo-liberty, edificato tra il 1928 e il 1933 sul primo pizzo del promontorio di Monte Pellegrino, a 346 metri di altitudine. L'edificio, dopo quasi un decennio di abbandono, sarà destinato a centro congressi internazionale o nazionale di altissimo livello, nel rispetto della vocazione euromediterranea che questo luogo ha sempre avuto. Il progetto finanziato dalla Regione Siciliana per un importo complessivo di 5,9 milioni (di cui 4,4 milioni per lavori) ha consentito in poco più di un anno di completare la manutenzione e il recupero degli ambienti, con l'adeguamento alle norme di sicurezza allo scopo di garantirne la piena fruibilità.
Oggi sono state presentate alla stampa le opere realizzate e le nuove opportunità offerte dall'intera struttura, alla presenza del presidente della Regione Renato Schifani, accompagnato dalla moglie, signora Franca Schifani, del dirigente generale del dipartimento Cerimoniale della Presidenza Francesco Di Chiara, progettista e direttore dei lavori, del dirigente generale del dipartimento dello Sviluppo rurale Alberto Pulizzi, del dirigente generale del comando del Corpo forestale della Regione Siciliana Dorotea Di Trapani, del presidente di Amat Giuseppe Mistretta.
"Restituiamo alla città, dopo anni di ingiustificabile degrado, uno dei simboli di Palermo – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – Ho fortemente voluto fin dal mio insediamento, in continuità col precedente governo, occuparmi personalmente del futuro di questo bene di valore storico e culturale, inserendolo tra i siti presidenziali. Il completamento dei lavori e la riapertura di Castello Utveggio assume un valore ancora più simbolico per il fatto che avviene a pochi giorni dal trentesimo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II in questo luogo, avvenuta il 23 novembre 1995, in occasione del terzo Convegno delle Chiese d'Italia. Oggi il castello è una struttura moderna e funzionale, che si prepara a diventare un importante polo culturale e turistico, pronto a ospitare eventi e convegni di alto valore culturale scientifico anche di levatura internazionale. La Presidenza della Regione sta predisponendo un apposito disciplinare di gara che stabilisca le modalità di gestione. Ma a prescindere dalla destinazione definitiva che la struttura avrà, dal prossimo venerdì la apriremo gratuitamente per tutti i weekend alla fruizione della città, con visite guidate destinate anche alle scuole".
La Presidenza della Regione ha affidato il servizio di accoglienza e visite guidate al Castello Utveggio alla Biba Tour srl di Palermo. Il venerdì sarà il turno delle scolaresche degli istituti secondari di primo e secondo grado, mentre sabato e domenica ingresso su prenotazione per tutti i visitatori, con tre turni mattutini e tre pomeridiani. Tutte le informazioni e le modalità di prenotazione sono disponibili sul portale della Regione Siciliana www.regione.sicilia.it, in una pagina dedicata. Il Castello Utveggio sarà raggiungibile esclusivamente con una navetta elettrica dedicata, messa a disposizione dall'Amat, che collegherà le falde con il sito. L'iniziativa rientra nell'ambito di un progetto del Comune volto a valorizzare Monte Pellegrino attraverso il potenziamento della linea 812 che già collega il centro della città col Santuario.
Alla gestione e alla sicurezza del Castello contribuiranno vari rami dell'amministrazione regionale. In particolare, il dipartimento dello Sviluppo rurale si occuperà della manutenzione del verde, il Corpo forestale garantirà la vigilanza e la Sas assicurerà la copertura del servizio di portierato. Il sistema di videosorveglianza sarà collegato alla sala operativa unificata della Regione.
Verso passaggio dell'ospedale Marino di Alghero da Aou alla Asl... ''Fare soldi, non fare la guerra''. Titola così il Wall Street Journal sostenendo che il vero piano del presidente americano Donald Trump per l'Ucraina sia finalizzato non tanto al raggiungimento della pace, quanto a far sì che Stati Uniti, Russia e Ucraina diventino partner commerciali. Citando fonti vicino ai colloqui, il giornale scrive che il Cremlino ha proposto alla Casa Bianca di raggiungere la pace tramite gli affari e, con grande costernazione dell'Europa, Washington si è trovata d'accordo sulla linea proposta da Mosca. Le fonti citate dal Wsj affermano che durante l'incontro di ottobre a Miami Beach tra l'inviato speciale americano Steve Witkoff e Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo e negoziatore scelto da Vladimir Putin, i due hanno discusso di un piano da duemila miliardi di dollari per far uscire dal tunnel l'economia russa. Un piano che vedrebbe le aziende americane in prima linea rispetto ai concorrenti europei.
Il Wsj spiega che il piano illustrato da Dmitriev consentirebbe alle aziende statunitensi di attingere ai circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa congelati in Europa per progetti di investimento russo-americani e per la ricostruzione dell'Ucraina nel dopoguerra. Inoltre le aziende statunitensi e russe si potrebbero unire per sfruttare le ricchezze minerarie dell'Artico, ha sostenuto Dmitriev. L'obiettivo del Cremlino sarebbe quindi quello di convincere gli Usa a considerare la Russia come una terra di abbondanti opportunità, non come una minaccia militare, secondo funzionari della sicurezza occidentale citati dal Wsj. Proponendo accordi multimiliardari nel settore delle terre rare e dell'energia, Mosca potrebbe ridisegnare la mappa economica dell'Europa, creando al contempo una frattura tra l'America e i suoi alleati tradizionali, scrive il Wall Street Journal.
Dmitriev, ex dipendente di Goldman Sachs, ha trovato partner ricettivi in Witkoff, storico compagno di golf di Trump, e in Jared Kushner, il genero del presidente americano e il cui fondo di investimento Affinity Partners ha attirato investimenti miliardari dalle monarchie arabe. Gli uomini d'affari condividono l'approccio geopolitico del presidente Trump. Se generazioni di diplomatici considerano le sfide post-sovietiche dell'Europa orientale come un nodo da sciogliere con fatica, il presidente immagina una soluzione facile: i confini contano meno degli affari. Negli anni '80 si era offerto di negoziare personalmente una rapida fine della Guerra Fredda, mentre costruiva quella che, a suo dire, ai diplomatici sovietici sarebbe stata una Trump Tower di fronte al Cremlino, con il regime comunista come partner commerciale.
"La Russia ha tante risorse immense, immense distese di territorio", ha dichiarato Witkoff al Wall Street Journal, descrivendo la sua speranza che Russia, Ucraina e Usa diventino partner commerciali. "Se riusciamo a raggiungere questo, tutti prosperano e c'è un vantaggio per tutti'', per cui ''questo sarà un baluardo contro futuri conflitti. Perché tutti prosperano", ha aggiunto. I principali consiglieri presidenziali vedono un'opportunità per gli investitori americani di ottenere accordi redditizi in una nuova Russia del dopoguerra e diventare i garanti commerciali della pace. La Russia ha chiarito a Witkoff e Kushner che preferirebbe le aziende Usa, non quelle degli stati europei i cui leader hanno "fatto un sacco di sciocchezze" sugli sforzi di pace. Una fonte ha affermato al Wsj: "E' l'arte dell'accordo di Trump dire: 'Guarda, sto risolvendo questa questione e ci sono enormi vantaggi economici per l'America, giusto?'".

Andriy Yermak, nato a Kiev il 21 novembre 1971, è stato per anni il braccio destro del presidente Volodymyr Zelensky, considerato la seconda figura più influente dell'Ucraina negli anni della guerra.
La biografia di Yermak
Laureato in diritto internazionale all'Università Taras Shevchenko, ha iniziato la carriera come avvocato, specializzato in proprietà intellettuale e diritto commerciale, prima di passare ai media e al cinema, fondando la Garnet International Media Group e diventando membro delle accademie del cinema ucraina ed europea. L'incontro con Zelensky nel 2011 - quando l'attuale presidente era produttore generale per l'emittente Inter - ha segnato il suo ingresso in politica, fino alla nomina a capo dell'Ufficio presidenziale nel 2020.
Soprannominato il 'Green Cardinal' da Politico per il ruolo influente svolto dietro le quinte e per le apparizioni pubbliche quasi esclusivamente in tenuta militare, Yermak era noto anche come il "vicepresidente non ufficiale" e come il "tagliatore di teste" di Zelensky, per aver rimosso funzionari critici o rivali sulla gestione del conflitto.
Durante l’invasione su larga scala della Russia, ha coordinato operazioni presidenziali, negoziati internazionali e programmi umanitari ("Grain from Ukraine" e "Bring Kids Back Ua" per i bambini deportati), guidando delegazioni ucraine negli Stati Uniti, presso la Nato e altri partner internazionali. Ha promosso sanzioni contro Mosca e sostenuto tutti gli sforzi di pace di Zelensky, ricevendo riconoscimenti internazionali, tra cui il titolo di una delle 100 persone più influenti del mondo da Time nel 2024.
Le critiche e le dimissioni
Figura controversa soprattutto in patria, Yermak è stato criticato per il suo stile autoritario e per aver monopolizzato l'accesso a Zelensky, suscitando sfiducia tra parte della popolazione e dei parlamentari. Dopo aver guidato la scorsa settimana[1] la delegazione ucraina alle discussioni a Ginevra sul piano di pace di Donald Trump, nelle ultime ore si è dimesso in seguito a indagini per corruzione nel settore energetico, collaborando pienamente con le autorità. Zelensky lo ha ringraziato per il contributo patriottico, sottolineando l’avvio di un "reboot" dell’Ufficio presidenziale.
Ministra, felice che lavoratori abbiano deciso di scendere da silo... 
Lo spazio aereo sul Venezuela "sia considerato interamente chiuso". E' l'avvertimento lanciato dal Donald Trump in un post su Truth social: "A tutte le compagnie aeree, i piloti, gli spacciatori di droga e i trafficanti di esseri umani: si prega di considerare lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela come chiuso nella sua interezza", ha scritto il presidente degli Stati Uniti.
Il post arriva dopo che il New York Times rivela che la settimana scorsa il Trump ha avuto un colloquio telefonico con il presidente venezuelano Nicolas Maduro, con cui avrebbe discusso l'ipotesi di un incontro.
La scorsa settimana, la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti aveva avvertito le principali compagnie aeree di una "situazione potenzialmente pericolosa" quando si sorvola il Venezuela a causa di un "peggioramento della situazione di sicurezza e dell’aumento dell’attività militare nel Paese o nei dintorni".
Gli Stati Uniti da tempo conducono operazioni per fermare narcotrafficanti che potrebbero raggiungere le coste americane via mare. Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth avrebbe impartito "ordine di "uccidere tutti" durante il primo attacco dell'amministrazione Trump contro presunti narcos nel Mar dei Caraibi, lo scorso 2 novembre. Lo riporta il Washington Post, secondo cui, dopo un primo raid dei Navy Seal che aveva distrutto l'imbarcazione bersaglio, due uomini sarebbero rimasti aggrappati ai rottami in fiamme. Per eseguire le istruzioni del segretario, fonti citate dal quotidiano sostengono che sia stato ordinato un secondo attacco volto a eliminare i sopravvissuti.
L'inchiesta del giornale descrive l'operazione come l'avvio di una più ampia campagna militare contro presunti narcotrafficanti nel continente americano, una strategia che avrebbe già portato a oltre 20 attacchi contro imbarcazioni sospette e alla morte di più di 80 persone. Alcuni esperti di diritto bellico interpellati dal Post ritengono che l'ordine possa essere illegale: non esisterebbe infatti un conflitto armato tra Stati Uniti e trafficanti, e colpire persone ormai incapaci di combattere potrebbe configurare un crimine di guerra.
Hegseth ha respinto con forza ogni accusa, definendo quanto scritto "fake news" e accusando il quotidiano di voler screditare le forze armate. "Come sempre, le fake news stanno fornendo un resoconto fabbricato, infiammatorio e denigratorio per screditare i nostri incredibili guerrieri che combattono per proteggere la patria", ha scritto su X. Il segretario ha ribadito che gli attacchi sono "colpi letali e cinetici" mirati a "fermare droghe letali, distruggere i narco-boat e uccidere i narco-terroristi che stanno avvelenando il popolo americano", aggiungendo che "ogni trafficante che uccidiamo è affiliato a un'Organizzazione Terroristica Designata".

L’Associazione internazionale degli esorcisti dopo l’ultimo atto di sacrilegio avvenuto in una chiesa di Ostia, sul litorale romano, lancia un allarme: “Dal furto delle ostie consacrate al nefando sacrilegio di un luogo di culto, non c’è limite agli atti di blasfemia sempre più diffusi in Italia e all’estero: un disegno che sembra quasi organizzato e che, in ogni caso, è ispirato dal padre della menzogna, nemico di Dio e del genere umano”. Ripercorrendo i recenti casi avvenuti nel Belpaese ma pure all’estero gli esorcisti denunciano una “precisa strategia” dietro questi atti chiedendo lo stop a “tanto abominio”.
Gli esorcisti ripercorrono i casi: “A Ostia, diocesi di Roma, la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari è stata oggetto di un gravissimo e ripugnante atto sacrilego[1] avvenuto nel pomeriggio di martedì 25 novembre. Soggetti ignoti, che definire vandali è un eufemismo, si sono introdotti nella chiesa, profanandola con escrementi umani collocati in diversi punti dell’edificio, incluso l’altare dove si celebra il Sacrificio Eucaristico. In ottemperanza alle norme canoniche, come Atto di Riparazione per l’abominio compiuto, verrà celebrata una messa. Nel frattempo, forze dell’ordine e inquirenti stanno indagando. Analoghi atti esecrabili sono stati compiuti all’inizio di novembre in Piemonte. Nella chiesa parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine, a Casale Monferrato (Alessandria), è stato bruciato un testo sacro. Inoltre, al centro della navata, ignoti hanno abbandonato dell’immondizia. In quella circostanza l’occasione è stata offerta senza dubbio da Halloween, evento purtroppo pericolosamente sottovalutato. Non più tardi di un mese fa, sempre in Piemonte, a Salsasio di Carmagnola (Torino) una coppia è stata sorpresa dal parroco a consumare atti sessuali all’interno della chiesa parrocchiale. È seguita una liturgia riparatoria per il vergognoso atto sacrilego”.
Le profanazioni anche Oltralpe: “Nella Francia che un tempo fu il regno del re Luigi IX, ovvero San Luigi dei Francesi, sempre in occasione dello scorso Halloween, in una chiesa sconsacrata di Montpellier, si è tenuto uno degli eventi del festival 'Ex Tenebris Lux'. Il titolo? 'Dark Halloween': in pratica una orribile mascherata con performance da messa nera (lo zelo occultista non lesina sulla fantasia). Va precisato che nella chiesa sono ancora presenti le tombe di due vescovi, e ciò ha suscitato lo sdegno dell’arcivescovo di Montpellier Mons. Norbert Turini e dei fedeli che hanno lanciato una petizione. L’Arcivescovo ha ricordato la definizione di laicità, che, com’è definita dalle leggi della Repubblica Francese, 'non consiste nel cancellare ogni presenza religiosa dalla sfera pubblica', ma ‘richiede il rispetto reciproco tra tutti i cittadini, indipendentemente dal loro credo’”.
Gli esorcisti parlano di una strategia precisa: “Dalla sottrazione sacrilega di ostie e sacri vasi, come accaduto alla fine di ottobre nella chiesa del Monastero di Santa Margherita a Bevagna (Perugia), arcidiocesi di Spoleto-Norcia, si passa - in Italia e all’estero - a questa ulteriore strategia: la profanazione del luogo sacro, o carico di memorie religiose, realizzata anche in pieno giorno, secondo una pianificazione esplicita per suscitare il maggiore scandalo nei fedeli. Gesto di profanazione inaccettabile che richiama gli atti inconsulti consumati non molto tempo fa persino sull’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro”. A tutte le comunità parrocchiali e le diocesi ferite da questi fatti vanno “la massima solidarietà e vicinanza nella preghiera dell’Associazione Internazionale Esorcisti”.
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