Viaggiare è tanto bello, ma ha un costo, non solo in termini economici. Più che il portafoglio, infatti, dovrebbe preoccupare l’inquinamento causato dai continui spostamenti. Oltre all’anidride carbonica dispersa nell’aria a causa degli aerei, la presenza di più persone in un territorio porta allo sfruttamento estremo delle sue risorse. I ritmi di produzione non coincidono con quelli naturali e si arriva, inevitabilmente, a danneggiare gli ecosistemi e la biodiversità.
Per evitare tutto questo, negli ultimi anni si stanno creando sempre più progetti volti a promuovere un turismo sostenibile.
Che cosa s’intende per turismo sostenibile
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) ha parlato di turismo sostenibile come di un turismo responsabile, etico e consapevole dell’impatto che gli spostamenti hanno sull’ambiente e sulla società. Una volta compreso che far muovere una gran massa di persone in un posto ha delle conseguenze significative sull’ambiente, si possono trovare delle strade alternative. Strade che siano animate da tre principi:
- salvaguardare gli ambienti locali insieme a tutte le sue risorse;
- permettere l’incontro tra culture diverse evitando di ricorrere a tour standard e “classici” (ovvero pensati per le persone occidentali conformi a un determinato status sociale);
- permettere l’arricchimento del Paese ospitante senza danneggiare le comunità locali più deboli.
Come si può viaggiare in maniera sostenibile?
Nel proprio piccolo, ogni persona può impegnarsi per viaggiare in maniera più sostenibile. Iniziare è piuttosto semplice: si possono scegliere mete raggiungibili con il treno piuttosto che con l’aereo mentre per gli alloggi si possono cercare alberghi eco-friendly. Una volta sul posto, non bisogna rinunciare alla raccolta dei rifiuti differenziata e bisogna prediligere gli spostamenti con veicoli elettrici.
Se si va alla scoperta di parchi o di ambienti naturali, sarebbe meglio evitare di portar via rocce, sabbia o piante come souvenir.
Per il cibo, sempre meglio affidarsi alla cucina locale e a ristoranti che prediligano la filosofia del chilometro zero. Gustare i sapori del posto è un ottimo modo per predisporsi a conoscere altre culture con apertura e senza giudizio.
Dove il turismo sostenibile sta diventando realtà: la Sardegna
La Sardegna è una delle regioni che più risente dell’inquinamento causato dal turismo. Ne è un esempio la spiaggia rosa di Budelli, un luogo caratteristico e magico che negli anni ha subito gravi atti di vandalismo. Oltre al calpestio dovuto all’affollamento, molte persone portavano via ingenti quantità di sabbia per usarla come oggetto d’arredamento o come ricordo. Per evitare che l’ecosistema fosse distrutto, la regione ha previsto la chiusura della spiaggia.
Per proteggere il proprio patrimonio faunistico, la Sardegna ha dato vita a diversi progetti di promozione del turismo sostenibile. RESET, ad esempio, è una piattaforma lanciata sul web per offrire consigli su quali località visitare a nord dell’isola senza causare inquinamento. “Sardegna, un’isola sostenibile” è un altro progetto in via di definizione che ha obiettivi molto simili.
Inoltre, sono sempre più numerose le realtà alberghiere che propongono strutture plastic-free e amiche dell’ambiente. Un soggiorno sostenibile per una vacanza a Villasimius, a Stintino o in qualsiasi altra spiaggia dell’isola è possibile. Ma, soprattutto, augurabile.
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