(Adnkronos) - I primi 2 impianti di endotelio corneale artificiale nel Lazio sono stati eseguiti con successo la scorsa settimana al Policlinico universitario Tor Vergata di Roma. A beneficiarne 2 pazienti, uno residente nel Lazio e l'altro proveniente dalla Campania, affetti da gravi disfunzioni dell'endotelio corneale, entrambi con una storia clinica complessa caratterizzata da precedenti trapianti di cornea non più funzionanti. La procedura - spiega una nota - utilizza una membrana polimerica biocompatibile, sviluppata per sostituire l'endotelio corneale in quei casi in cui il tradizionale trapianto non ha avuto esito positivo o non è più ripetibile. Questa tecnologia innovativa permette di ristabilire la trasparenza della cornea, ridurre l'edema corneale e il dolore, migliorando in molti casi la funzione visiva senza la necessità di tessuto donatore umano: una vera svolta, in particolare per i pazienti ad alto rischio di rigetto, offrendo nuove speranze terapeutiche dove prima non ce n'erano.
"Siamo di fronte a una tecnica rivoluzionaria dedicata ai cosiddetti 'occhi complessi' - afferma Carlo Nucci, direttore dell'Unità operativa di Oculistica del Policlinico Tor Vergata - Si tratta di pazienti che hanno già subito diversi interventi, spesso senza successo, e per i quali le opzioni terapeutiche erano molto limitate. L'impianto dell'endotelio artificiale consente di ripristinare la trasparenza corneale in modo efficace, evitando l'uso di colliri antirigetto che possono avere effetti collaterali importanti, e migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti".
Gli interventi sono stati realizzati da un'équipe altamente specializzata, confermando l'impegno del Policlinico Tor Vergata nell'adozione delle tecnologie più avanzate in campo oftalmologico. Con questa procedura - evidenzia la nota - il policlinico si posiziona tra i primi centri italiani a praticare questo tipo di impianto, rafforzando il proprio ruolo di riferimento nazionale per la cura delle patologie corneali avanzate e per la gestione delle malattie rare della cornea, per le quali è centro di riferimento regionale. "Questa tecnologia, già introdotta con successo in altri Paesi europei e applicata per la prima volta in Italia a Bologna circa 2 anni fa e successivamente in altri centri, è ora disponibile anche nella nostra città - sottolinea Nucci - Prevediamo che nei prossimi anni il suo utilizzo si diffonderà sempre di più, aprendo una concreta possibilità di cura per pazienti che finora non avevano più opzioni terapeutiche valide".
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