Paulilatino

Proseguono gli appuntamenti proposti dalla Pastorale del turismo dell’Arcidiocesi di Oristano

Sono stati 60 i pellegrini che domenica scorsa hanno partecipato, a Paulilatino, al decimo Cammino nel Guilcier-Barigadu. Il percorso, proposto dalla Pastorale del turismo dell’Arcidiocesi di Oristano, ha offerto un’esperienza unica attraverso antichi sentieri. I camminanti si sono immersi nella bellezza di paesaggi disegnati da migliaia di olivastri e arricchiti da significativi siti archeologici.

“Il clima primaverile ha sicuramente favorito l’atmosfera del pellegrinaggio”, ha commentato il delegato diocesano per la Pastorale del turismo, don Ignazio Serra “permettendo ai partecipanti di godere della natura circostante”. Riflettendo sul cammino, don Serra lo ha definito come “un’esperienza di silenzio, carica del mistero che proviene dal nostro passato, dove le pietre narrano la storia di chi ci ha preceduto e ha costruito nuraghi, tombe dei giganti, pozzi sacri, chiese campestri e muretti a secco per delimitare i possedimenti”.

“Un viaggio”, ha detto ancora don Serra, “che ha consentito ai pellegrini di percepire la presenza del divino attraverso le testimonianze tangibili degli antichi abitanti di una zona ad alta densità archeologica”.

Su 103 chilometri quadrati, Paulilatino ha metà del proprio territorio coltivato a olivi e olivastri e, inoltre, detiene il primato in Europa della superficie più estesa dedicata a quest’albero, che caratterizza ogni angolo del vasto paesaggio. In questo habitat esteso i pellegrini hanno respirato bellezza e pace a ogni passo.

“Nel ringraziare il Signore per questi doni”, ha proseguito don Ignazio Serra, “le pause per ammirare il paesaggio sono state un’occasione per pregare e coltivare l’impegno a crescere e promuovere la custodia del creato e nel farsi promotori di fraternità in un tempo così frammentato da guerre e tensioni sociali”.

I pellegrini a Paulilatino - Pastorale del Turismo dell'Arcidiocesi di Oristano
I pellegrini a Paulilatino - Foto Pastorale del turismo dell'Arcidiocesi di Oristano

Parte integrante di questo percorso è stata la visita a luoghi emblematici: il nuraghe Lugherras, con i palmenti per la produzione dell’olio di lentisco, e poi le tombe dei giganti di Bidille Piras e i betili all’interno dell’azienda Zanda, di cui uno riutilizzato come vasca.

“Ogni pietra di questi monumenti millenari”, ha detto ancora il delegato diocesano per la Pastorale del turismo, “racconta le credenze, la maestria, lo sviluppo politico e sociale dei nostri progenitori, nonché la fatica e il lavoro di generazioni. Uomini e donne di 4 millenni fa aperti all’aldilà e cultori degli elementi del creato, antenati che hanno plasmato la storia dell’isola”.

I pellegrini continueranno ad attraversare i territori dei 21 paesi attorno al lago Omodeo, scoprendo ogni volta nuovi siti e vivendo esperienze arricchenti in termini culturali, sociali e spirituali come pure dal punto di vista della salute fisica. Dopo la pausa per la domenica di Carnevale, l’undicesimo cammino della Pastorale del Turismo porterà i pellegrini sino al Miocene, 20 milioni di anni fa: partenza dalla foresta pietrificata di Soddì, per poi dirigersi alla chiesa salvata dalle acque di Zuri, raggiungere la parrocchiale di Boroneddu e infine la chiesa campestre di San Salvatore.

Martedì, 6 febbraio 2024

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Fonte: Link Oristano


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