La Juventus scende in campo in Coppa Italia. La squadra bianconera ospita oggi, martedì 2 dicembre, l'Udinese - in diretta tv e streaming - all'Allianz Stadium negli ottavi di finale del torneo nazionale. La Juve è reduce dalla vittoria in campionato contro il Cagliari, battuto 2-1 in casa, mentre l'Udinese ha superato il Parma al Tardini per 2-0. La squadra di Runjaic ha inoltre superato già due turni di Coppa Italia, eliminando prima la Carrarese e poi il Palermo.
La vincente della sfida tra Juventus e Udinese sfiderà ai quarti di finale quella di Atalanta-Genoa, in campo domani.

Sabato 27 settembre, Marathon Trail Lago di Como. Sono le 8 del mattino e gli atleti ritirano i kit e si avvicinano al via. La partenza è da Menaggio. Fra loro c'è anche Jiri Marzi, 18enne di Griante, indossa il pettorale numero 7. Si è allenato tanto per la gara e, anche se il meteo non è promettente, l'umore è buono. "Ero molto contento", ricorda. "Il percorso pianificato era di 42 km, essendo una maratona", ma viene accorciato per motivi di sicurezza. "Ero consapevole di questo cambiamento, anche se mi mancava la parte del dove". Jiri si mette in marcia. Sembra tutto regolare, ma nei momenti successivi qualcosa cambia. "Arrivo a un'altezza abbastanza importante, attorno a 2mila metri. E qui forse imbocco il percorso sbagliato, forse era il sentiero originale, ma mi ritrovo su una cresta. Continuo per alcuni chilometri, ipotizzo circa 6. Era una giornata fredda e io ero partito già bagnato, vestito leggero per una corsa che ero pronto a concludere 'rapidamente', con arrivo previsto alle 13.30. Ma il vento ad alta quota ha fatto sì che le mie condizioni non fossero le migliori, le energie erano sempre meno". Poi il buio. Jiri era stato avvistato per l'ultima volta alle 12.30. La sua assenza al checkpoint successivo non viene ignorata. Gli organizzatori danno l'allarme.
Il ragazzo verrà ritrovato alle 18.10 sulla cresta tra il monte Bregagno e il Sasso Bellarona, in ipotermia (la sua temperatura corporea, appureranno i soccorritori, è ormai di 21 gradi). Arresto cardiocircolatorio, il quadro clinico è gravissimo. "Un morto riportato alla vita", racconta oggi Fernando Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e Area critica dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha preso in carico il paziente al suo arrivo e coordinato l'applicazione dell'Ecmo, la macchina 'cuore-polmoni', trattamento decisivo per superare la fase critica. Il resto è la storia di un salvataggio eccezionale, reso possibile da una catena di soccorso che ha permesso di guadagnare tempo prezioso. "Tempo che è muscolo, vita, come si dice in medicina", ripete Lorini. Jiri è rimasto per oltre un'ora tra la vita e la morte e racconta quei momenti difficili oggi a Palazzo Lombardia insieme all'équipe di professionisti che gli ha salvato la vita.
"Ero partito già bagnato - ricorda - E uno può essere atleta e dare buoni risultati, ma è pur sempre umano. La mia idea era che, se si parte correndo e si arriva al livello in cui ero arrivato, poi si deve concludere la gara in condizioni molto simili. Fermarsi prima sarebbe stato peggio. Quando ho sentito le energie venire meno ero ancora convinto di essere sul percorso giusto e ho pensato: se continuo, se cammino, da qualche parte arriverò, qualche corridore mi raggiungerà e potremo finire la gara insieme. Poi però mi sono trovato a un punto in cui mi sono detto che non ce l'avrei fatta. Sono uno che di solito va avanti e dà il tutto per tutto fino all'ultimo, mantengo livelli di lucidità abbastanza alti anche nei momenti stress. Ero cosciente che la situazione fosse grave. Avevo con me il telefono e l'ho sentito vibrare in qualche momento, ho sentito anche gli elicotteri e mi sono detto: c'è qualcosa che non va. Ma non potevo neanche prendere il cellulare perché le dita erano ghiacciate, e lo stesso le barrette che avevo con me, per il freddo non riuscivo ad aprirle, non potevo servirmene per scappare da questa situazione".
L'ultima cosa che Jiri ricorda è che ha pensato: "Se arriva qualcuno mi va bene, sarò contento di finire questa corsa insieme, altrimenti aspetterò. Ho accettato i fatti com'erano, non mi sono mai perso d'animo e ho mantenuto la vigilanza il più possibile, penso quasi fino all'ultimo. Poi non ricordo gli ultimi minuti". C'è un buco nei suoi ricordi. Un'ora e mezza difficile da ricostruire, col senno di poi. "Non si riesce a capire come sia stato possibile. Possiamo dire che è stato un miracolo. Sicuramente la mia condizione fisica mi ha aiutato, il fatto di essere un atleta che fa tante cose, il contesto in cui sono cresciuto grazie alla mia famiglia hanno fatto sì che potessi sopravvivere in questa situazione. E ringrazio chi mi ha aiutato, perché non sarei qua a raccontarlo".
Il suo grazie è per chi si è speso per aiutarlo: l'intervento - coordinato da Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) - ha coinvolto il Soccorso alpino (stazione Lario Occidentale - Ceresio), i Vigili del fuoco, i team degli elisoccorso di Como e Sondrio, il team Ecmo del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, centro di riferimento regionale per la gestione dell'ipotermia accidentale grave. "Pensare che quello che fanno loro non è sulla carta, è qualcosa che salva vite, mi riempie di gratitudine". Jiri frequenta il quinto anno del liceo musicale di Como. "Sono un pianista", racconta. Ha una vita piena e ama "fare tante cose". E ovviamente è "un atleta". "Se ho temuto di non farcela? Sì l'ho pensato - dice - l'ho messo in conto tra le tante possibilità. Ma ho mantenuto una mentalità molto razionale, ho pensato di aver fatto il possibile e, nel momento in cui niente era più possibile, mi sono detto: ho dato il massimo, quel che capita capita. Paura invece no, chi mi conosce lo sa".
E poi c'è stato il risveglio. "Il primo ricordo è mia madre che mi guarda, mi chiede qualcosa, io le rispondo. Poi la mia prima domanda è stata se mi avessero dato la medaglia, perché io volevo questa medaglia, la desideravo tanto", sorride. Il suo percorso in ospedale durerà circa 6 settimane. Jiri è stato attaccato all'Ecmo per 6 giorni, poi il ricovero in terapia intensiva e il trasferimento in reparto, la riabilitazione. "Per me è stato speciale, perché è stato velocissimo e fatto in maniera molto corretta. Mi hanno seguito, spiegato cosa dovevo fare, mi sono nutrito nel migliore dei modi, ho fatto movimento con i dottori e i fisioterapisti, e ho fatto un buon recupero che è stato sorprendente". Le dimissioni una settimana e mezzo fa e il ritorno fra i banchi di scuola: "Mi hanno fatto una grande festa e li ringrazio tantissimo, non immaginavo. Chi mi conosce sa che comunico abbastanza poco, ma erano tutti contenti".
Oggi c'è la consapevolezza dell'esperienza straordinaria vissuta. "Ho collegato molto in fretta i puntini - racconta ancora Jiri - Quando mi sono svegliato e le persone mi hanno parlato di quello che era accaduto sono stato colpito da questa ondata di emozione positiva. Ho provato molta gratitudine in quei momenti, consapevole che qualcosa di eccezionale e di veramente irripetibile era accaduto". Sentire le parole dei medici sulla sua situazione così vicina alla morte "ha per me un effetto di speranza, non è spaventoso".
Tanto che Jiri tornerà ad allenarsi, assicura. "Quello che mi è successo non deve essere motivo di scoraggiamento, ma qualcosa che mi possa arricchire, anche per evitare situazioni simili in futuro. Mi impegnerò a parlarne in giro e a dare consigli. Ma non mi fermerò dal fare sport. E' qualcosa che mi ha cambiato, ma spero in meglio".
Il futuro è pieno di possibilità. "Se prima desideravo fare l'ufficiale militare, adesso sto cambiando. E sì, forse andrò a fare Medicina, forse farò più cose insieme - conclude - Penso di avere il potenziale e aiutare le persone è qualcosa che ho sempre desiderato fare".

Serena Williams torna in campo? L'ex tennista statunitense, ex numero uno del mondo e vincitrice di 23 titoli Slam, record ancora imbattuto nel circuito singolare femminile, starebbe preparando un clamoroso ritorno nel circuito Wta, ma a smentire ogni voce ci ha pensato proprio Serena con un post sul proprio profilo X: "Oddio ragazzi, NON tornerò. Questo passaparola è pazzesco". Ma da dove nasce tutto?
Williams avrebbe informato l'Itia (International Tennis Integrity Agency) della sua volontà di essere aggiunta nuovamente nell'International Registered Testing Pool, requisito fondamentale per giocare a livelli professionistici.
Il suo nome infatti appare in un elenco aggiornato di giocatori, datato 6 ottobre 2025. A confermare la notizia è stata un portavoce dell'Itia, secondo quanto riportato dal New York Times: "Ci ha comunicato che vuole essere reintegrata nel pool di test”, ha detto Adrian Bassett, "Non so se questo significa che sta tornando, o semplicemente si sta tenendo aperta l’opzione. Tutto quello che posso dire è che è tornata nel pool e quindi soggetta a controlli antidoping".
Williams, 44 anni, ha giocato la sua ultima partita nel 2022, ma ha sempre evitato di usare la parola "ritiro", preferendo "allontamenamento". Già nei mesi scorsi Serena si era mostrata sui campi da tennis, riprendendo in mano la racchetta per un allenamento sul cemento di Washington con la sorella Venus. Il tutto era stato postato sul suo profilo Instagram[1] e aveva scatenato le fantasie di tifosi e appassionati, le cui speranze potrebbero trasformarsi in realtà nel 2026.

Serena Williams torna in campo? L'ex tennista statunitense, ex numero uno del mondo e vincitrice di 23 titoli Slam, record ancora imbattuto nel circuito singolare femminile, starebbe preparando un clamoroso ritorno nel circuito Wta. Williams infatti ha informato l'Itia (International Tennis Integrity Agency) della sua volontà di essere aggiunta nuovamente nell'International Registered Testing Pool, requisito fondamentale per giocare a livelli professionistici.
Il suo nome infatti appare in un elenco aggiornato di giocatori, datato 6 ottobre 2025. A confermare la notizia è stata un portavoce dell'Itia, secondo quanto riportato dal New York Times: "Ci ha comunicato che vuole essere reintegrata nel pool di test”, ha detto Adrian Bassett, "Non so se questo significa che sta tornando, o semplicemente si sta tenendo aperta l’opzione. Tutto quello che posso dire è che è tornata nel pool e quindi soggetta a controlli antidoping".
Williams, 44 anni, ha giocato la sua ultima partita nel 2022, ma ha sempre evitato di usare la parola "ritiro", preferendo "allontamenamento". Un indizio indiretto che oggi, alla luce dei recenti sviluppi, assume un significato ben diverso.
Già nei mesi scorsi Serena si era mostrata sui campi da tennis, riprendendo in mano la racchetta per un allenamento sul cemento di Washington con la sorella Venus. Il tutto era stato postato sul suo profilo Instagram[1] e aveva scatenato le fantasie di tifosi e appassionati, le cui speranze potrebbero trasformarsi in realtà nel 2026.
Cani: 'emendamenti per rafforzare il ruolo delle Regioni'... 
L'azzurra Simona Quadarella conquista la medaglia d'argento nei 400 stile libero femminile agli Europei in vasca corta di Lublino in Polonia, la prima per l'Italia, piazzando la zampata nel finale, chiudendo in 3.56.70, nuovo record italiano tolto a Federica Pellegrini. L'oro va alla tedesca Isabel Gose che si conferma a suo agio nella vasca corta e vince migliorando il record europeo in 3.54.33. Terzo posto alla britannica Colbert, in 3.56.71. Settimo posto per l'altra azzurra Anna Chiara Mascolo, alla prima finale internazionale, con 4.04.13.
"Non mi ero neanche accorta di averla presa, ho chiuso gli occhi e ci sono riuscita. Sono abbastanza sorpresa anche io, sapevo che avrei potuto abbassare un po' il mio personale, sono veramente contenta per il tempo", il commento di Simona Quadarella a Rai Sport. "La medaglia d'argento vale tanto, non era una finale facile, sapevo che la Gose sarebbe andata parecchio forte. Ci speravo, ma non ero così convinta", ha aggiunto l'azzurra.

Il segretario dei Radicali Italiani, Filippo Blengino, è stato denunciato questo pomeriggio a Torino durante un’azione di disobbedienza civile. Lo precisano le forze dell’ordine sottolineando che è “errato riportare che è stato tratto in arresto bensì denunciato”.
“Sono stato rilasciato poco fa dalla caserma dei carabinieri di Mirafiori. Non sono state richieste misure cautelari dal pm, ma sono stato denunciato per spaccio e la merce è stata sequestrata - sottolinea in una nota Blengino - Al momento dell’intervento delle forze dell’ordine avevo con me circa mezzo chilo di cannabis, un bilancino e il denaro ricavato dalla vendita di cannabis Cbd, sostanza non drogante che il decreto sicurezza ha ideologicamente equiparato a qualsiasi stupefacente".
"Questa denuncia è un passaggio necessario per arrivare in Tribunale e spiegare lì le nostre ragioni: quelle del diritto, degli imprenditori e dei produttori che il governo ha trasformato in narcos - conclude - In quella sede chiederemo al giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 18 del decreto sicurezza”.
Lo scontrino del parcheggio di Vigevano che costituisce l'alibi di Andrea Sempio non è mai stato sequestrato. L'originale, da quanto apprende l'Adnkronos, è ancora in possesso dell'indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi.
Fu lo stesso Sempio, interrogato nuovamente circa un anno dopo il delitto del 13 agosto 2007, a parlarne ai carabinieri e poi a consegnarlo, ma è una copia quella agli atti del fascicolo. Tra le ipotesi del mancato sequestro dell'originale c'è che chi indaga non ritiene che quel tagliando - che riporta ora e data, ma non la targa dell'auto - sia un elemento significativo per l'indagine.

Si è tenuta questa mattina a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, l’Assemblea Generale di Alis, che ha riunito istituzioni, imprese e protagonisti della logistica, della mobilità sostenibile e dell’industria italiana, moderati da Bruno Vespa, Monica Maggioni e Massimo Giletti. Un appuntamento molto partecipato che ha fatto il punto sulle grandi sfide del settore, tra transizione energetica, infrastrutture, sicurezza e nuovi equilibri geopolitici.
"Come ho ricordato anche nella mia relazione introduttiva dell’Assemblea Generale, Alis rappresenta oggi 2.450 soci, 476.000 lavoratori e 150 miliardi di euro di fatturato: dietro questi numeri ci sono persone, imprese e famiglie che muovono il Paese ed è per noi quindi motivo di orgoglio e di onore la grande attenzione ricevuta dal Governo per questo nostro evento. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il videomessaggio che ha voluto inviare anche quest’anno alla nostra Assemblea e che valorizza ancor più l’impegno dell’Esecutivo e del mondo dei trasporti e della logistica, incoraggiando tutti noi a proseguire con determinazione nel percorso di crescita e innovazione del Paese. Ringrazio inoltre sentitamente i 4 Ministri, tra i quali i due Vicepresidenti del Consiglio, che hanno partecipato oggi ai nostri lavori: Antonio Tajani, Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito. Tra gli autorevoli relatori di oggi, ringraziamo anche Edoardo Rixi e Antonio Iannone, Viceministro e Sottosegretario al Mit, e le Autorità intervenute per i saluti istituzionali in apertura dei lavori: Roberta Angelilli, Vicepresidente della Regione Lazio, Salvatore Deidda, Presidente Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e l’Ammiraglio di Squadra Giuseppe Berutti Bergotto, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare", sottolinea il presidente di Alis Guido Grimaldi commentando l’Assemblea Generale Alis 2025, durante la quale sono stati annunciati anche i nuovi ingressi nell’Associazione di Enav e Trenitalia, alla presenza dei rispettivi Ad Pasqualino Monti e Gianpiero Strisciuglio, che confermano la centralità del modello associativo di Alis nel panorama nazionale.
"Per noi di Alis è importante, oggi più che mai, essere sempre propositivi e favorire un dialogo costruttivo tra chi fa impresa e chi governa il Paese. Dobbiamo continuare a raccontare il lavoro di migliaia di autisti, macchinisti, marittimi, operatori di volo, tecnici e dirigenti che ogni giorno tengono in vita le rotte della nostra economia e vogliamo continuare a raccontare la storia di un Paese che sa progettare, innovare, cooperare e che vanta menti eccellenti e aziende straordinarie. Siamo davvero orgogliosi per la riuscita della nostra Assemblea Generale, grazie anche a tutti i Soci presenti, che segna la fine di un anno intenso e pone le basi per un 2026 pieno di sfide da affrontare insieme”.
'Modello virtuoso che offre reinserimento, lavoro e sviluppo'... 
“La combinazione pubblico-privato è la ricetta vincente dell'ecosistema lombardo. Il pubblico cerca di mettersi a disposizione per continuare ad innovare per restare competitivi a livello internazionale”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi, partecipando oggi a Milano, a Building the change, l’evento annuale di Federated innovation Mind che ha riunito aziende, startup, ricercatori e istituzioni con l’intento di trasformare il Distretto dell’innovazione di Milano in un ecosistema dove possono nascere progetti concreti, opportunità di crescita e innovazione reale sul territorio.
Per l’assessore gli attori chiamati a partecipare al cambiamento del distretto devono “connettere il reciproco know how in una pianificazione strategica settoriale”. In questo contesto, la Regione veste il ruolo di supporter: “Dobbiamo essere un acceleratore, non sostituirci alle imprese. Dobbiamo indicare la strada da intraprendere, mettendo a disposizione strumenti per fare in modo che le imprese raggiungano il più velocemente possibile il loro obiettivo”, conclude Guidesi.

Si è concluso con grande partecipazione 'Building the Change', l'evento di Federated Innovation @Mind, ospitato negli spazi dello Human Technopole. Il convegno, moderato da Luca Zorloni (direttore di Wired), ha riunito aziende, istituzioni, ricercatori e startup che stanno contribuendo attivamente alla trasformazione del Distretto dell’Innovazione di Milano.
Ad aprire i lavori è stato Fabrizio Grillo, presidente di Federated Innovation @Mind, che ha sottolineato il valore del modello collaborativo su cui si fonda l’ecosistema: "Oggi abbiamo unito le forze. Stiamo sperimentando nel concreto come lavorare insieme e creare nuove opportunità di concerto tra pubblico e privato. Ci siamo rilanciati verso sfide stimolanti e iniziamo a vederne i frutti". A seguire, Igor De Biasio, amministratore delegato di Principia, ha posto l’accento sulla missione industriale del progetto: "Mind rappresenta un laboratorio aperto dove tecnologia, scienza e industria si incontrano. Oggi abbiamo visto esempi concreti di come la cross-fertilization tra competenze diverse possa generare nuove opportunità di crescita e innovazione".
È seguito l’intervento di Stefano Minini, direttore generale di Federated Innovation @Mind, che ha evidenziato l’evoluzione dell’ecosistema verso un modello sempre più operativo e orientato ai risultati. "Stiamo entrando in una nuova fase: dalle visioni stiamo passando alle implementazioni. Costruire il cambiamento dimostra cosa significhi attivare progetti veri, con aziende che collaborano tra loro e con i partner scientifici del Distretto che nel 2026 si amplieranno", ha detto Minini, sottolineando che "Building the Change è solo l’inizio. Siamo orgogliosi che il Campus della Statale arrivi a Mind: un passo che rafforza il legame tra formazione, ricerca e innovazione nel cuore del distretto".
Il valore istituzionale di Mind è stato ribadito dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi, che ha preso parte ai saluti introduttivi all'evento. Il programma ha dato spazio a due sessioni di presentazioni che hanno raccontato tecnologie, sperimentazioni e collaborazioni già attive all’interno di Federated Innovation@Mind. Tra i casi illustrati: Elt Group sul potenziale delle tecnologie immersive e della GenAi nel dual use; Lendlease sul valore dei dati urbani e del digital twin del distretto; Bio4Dreams sul nuovo modello di Human Digital Twin; Umana sul progetto Mind Career dedicato alle competenze del futuro; Advice Pharma sull’evoluzione del *Mind Health Data Space*; Wood Beton sulla prefabbricazione sostenibile e digitale; Würth/Timelapse sull’applicazione dell’Ai per la sicurezza nei cantieri.
Spazio anche alla visione strategica di protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione, tra cui Università degli Studi di Milano, Eureka! Venture, Comune di Milano e startup deep tech operanti nel distretto. La giornata - viene evidenziato in una nota - ha confermato che "Federated Innovation @Mind è un modello che genera impatto e sta entrando in una fase di piena maturità: da luogo di incontro a motore operativo di innovazione, in cui la collaborazione pubblico-privata produce progetti che vanno oltre la sperimentazione".
Uno dei momenti più apprezzati del pomeriggio è stato il talk del podcast speciale Serendipity – Brain Attack Live, un dialogo tra il prof. Mauro Porta e l’artista Alessandro Busci. Un confronto che ha messo in relazione creatività, mente e percezione, mostrando come lo sguardo scientifico e quello artistico possano illuminarsi reciprocamente. Riccardo Conti ha poi condotto la registrazione live ideata da Valore Italia e realizzata direttamente dagli spazi di Human Technopole, raccogliendo le voci e le testimonianze degli ospiti, esplorando temi come collaborazione, dati, creatività e tecnologie emergenti.

Giusto non assegnare il rigore alla Lazio nel match con il Milan. Giusto non fermare il gioco in Roma-Napoli nell'azione che ha portato al gol dei partenopei. Sono le 'sentenze' del designatore arbitrale Gianluca Rocchi a 'Open Var', su Dazn, in relazione agli episodi più controversi dell'ultima giornata di Serie A.
In Milan-Lazio, finita 1-0 per i rossoneri, l'arbitro Collu è stato richiamato al Var per un tocco di mano di Pavlovic. Rigore per la Lazio? No, per l'arbitro fallo di Marusic sul difensore del Milan. "Non ci sono dubbi. È una decisione che meritava un check di 15 secondi, questo episodio non ha grado di punibilità e mi sorprende che il Var sia andato in quella direzione subito. Non è mai rigore e mai fallo in attacco. Si doveva ripartire da un calcio d'angolo", dice Rocchi. "Abbiamo fatto un errore meno importante, ma la situazione non è stata gestita bene", aggiunge. In sostanza, non era fallo di mano e non c'era fallo di Marusic.
In Roma-Napoli, l'arbitro Massa non ha giudicato falloso l'intervento di Rrahmani su Koné. "In sala Var, all’inizio c’è un po’ di confusione. In contemporanea, sia il Var che l'Avar (Di Bello e Aureliano, ndr) hanno opinioni diverse. Alla fine, però non c'è il fallo. All’inizio sembrava fallo anche a me. Devo fare i complimenti a Massa per come ha arbitrato. Lui vede il pallone prima di tutto, quindi la decisione è giusta. Anche in Sala Var sono stati bravi, perché hanno valutato bene l’azione. Per far capire, se qui viene assegnato un rigore, il Var te lo fa togliere", dice Rocchi.
Nell'audio mandato in onda si può ascoltare il parere netto dell'Avar Di Bello: "È fallo questo". Poi interviene Aureliano al Var: "Rrahmani prende il pallone e il numero 17 della Roma vuole continuare a giocare".
Asl Cagliari, nessun problema per i pazienti ricoverati... 
Dopo la vicenda della famiglia che viveva nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti, spunta un altro caso a Caprese Michelangelo, tra le colline toscane, in provincia di Arezzo, dove due bambini di 8 e 4 anni sono stati allontanati dai genitori da 47 giorni e portati in una comunità protetta. Ne dà notizia 'La Verità' spiegando che in questo caso ''ci sono due genitori che hanno deciso di vivere in un bosco, Harald perito elettronico di Bolzano e Nadia della Bielorussia''. Due genitori, aggiunge, che ''hanno scelto per i loro figli la scuola parentale a casa'' e ''che non hanno eseguito tutti gli obblighi vaccinali''.
Il caso è stato affrontato anche dalla trasmissione 'Fuori dal Coro' di Rete 4 che ha trasmesso le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della casa, in cui si vedono i due bambini, di 4 e 8 anni, mentre, il 16 ottobre scorso, vengono portati via urlanti dagli assistenti sociali e dalle forze dell'ordine, intervenute per eseguire un provvedimento del Tribunale. Il più piccolo viene portato via in pigiama e senza scarpe. La famiglia, si legge sul quotidiano, ''è finita prima sotto la lente dei servizi sociali'' e ''poi del giudice del tribunale dei minori di Firenze, Nadia Todeschini, che ha firmato il decreto di allontanamento''.
''Per il Tribunale i genitori non avrebbero eseguito correttamente la procedura per l’insegnamento parentale - si legge - Inoltre, avrebbero impedito ai servizi sociali di fare i controlli sanitari sui bambini''. ''Ci hanno ucciso'', racconta la mamma Nadia, ''sono 47 giorni che non abbiamo loro notizie. Neppure una telefonata. Neppure per i compleanni che ci sono stati il mese scorso. Siamo distrutti. Perché tutto questo? Che male abbiamo fatto?''.
Alle 11 ''ci hanno suonato al cancello - spiega il papà dei bimbi - Io sono uscito per andare ad aprire. Due carabinieri mi hanno chiesto di far venire anche mia moglie, perché dovevano notificarci un atto importante. Era una trappola. Dal bosco sono spuntati oltre dieci agenti in tenuta antisommossa, mentre un’altra decina ci ha circondato per impedirci di tornare in casa. A quel punto ho capito. Ho cominciato a urlare a mio figlio più grande di non aprire. Di tutta risposta, l’ispettore capo mi ha minacciato: 'Se non gli fai aprire la porta, noi tanto la sfondiamo!'. E me lo ha ripetuto: 'Se non ci fai aprire la porta noi la sfondiamo'''. ''I nostri bimbi erano in casa - aggiunge - Mio figlio ha pensato che fossi io. Ed ha aperto. Il carabiniere, come si vede chiaramente nel video, ha spinto con forza la porta. E loro sono entrati''.
''Ho denunciato tutti - dice - decreto che mi hanno mostrato, e che mi sono rifiutato di ritirare, non aveva la firma in calce del giudice. Con quale diritto ci hanno portato via i nostri bambini? E dire che c’eravamo trasferiti qui un anno e mezzo fa, dalla Val Badia, dopo aver gestito per dieci anni un albergo... Cercavamo solo un po’ di tranquillità. E invece ci hanno distrutto la vita''.

Sul tema del contrasto agli infortuni "sono stati fatti dei passi avanti da parte del governo con il dl sicurezza, ascoltando le istanze di noi sindacati; cerchiamo quindi di dare una valutazione sul merito: le assunzioni degli ispettori del lavoro, il rafforzamento normativo ad esempio con la patente a punti piuttosto che altri aspetti del dl sicurezza, ci fanno propendere per un giudizio moderatamente positivo. Rimane molta strada da percorrere, è inutile negarlo, il tema degli infortuni riguarda la cultura della sicurezza, l'informazione". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Mauro Franzolini, segretario generale della FenealUil, la federazione di categoria della Uil che rappresenta i lavoratori edili dei laterizi, dei manufatti, del cemento, del legno e dei lapidei.
Franzolini infatti sottolinea "ormai circa il 50% dei lavoratori edili occupati nei nostri cantieri non sono di nazionalità italiana ma provengono da ogni parte del mondo". "C'è un tema quindi formazione di queste maestranze, perchè far entrare in cantiere una persona a cui è difficile far comprendere le norme sulla sicurezza rappresenta un rischio potenziale", aggiunge.
"E poi c'è bisogno di più controlli, più verifiche, mirate rispetto a quelle imprese che sono più borderline rispetto alle regole. Purtroppo, infatti, la maggioranza degli infortuni avviene in cantieri improvvisati dove le regole sono quasi un'utopia", spiega il leader della FenealUil.
La Manovra economica del governo va cambiata
"E' una manovra in chiaroscuro, come dice molto bene il nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri, e noi abbiamo fatto la grande manifestazione nazionale al Teatro Brancaccio per chiedere cambiamenti sulle cose che non vanno". Franzolini sottolinea infatti che "all'interno della manovra non viene trattato in modo accurato il tema dell'evasione fiscale, il cui contrasto è una bandiera storica della nostra organizzazione, della Uil". "Di fatto, non c'è nessuna norma contro questa autentica barbarie italiana che vale 80 miliardi di euro che potrebbero essere spesi in sanità, in istruzione, in servizi ai cittadini", avverte.
E poi il tema delle pensioni. "I lavoratori del settore delle costruzioni vanno in pensione a 67 anni oggi e andranno a 67 anni e tre mesi con la nuova manovra che di fatto conferma la legge Fornero. Questo è un aspetto che, dal nostro punto di vista, non rende giustizia a chi fa lavori usuranti, a chi fa lavori particolarmente faticosi. Gli edili, i lavoratori delle cave, i lavoratori che lavorano in fabbrica hanno diritto a un trattamento previdenziale dal nostro punto di vista un po' più agevolato sotto il profilo dei criteri per arrivare a una pensione un po' più precocemente", sottolinea il dirigente sindacale.
Bene il governo invece, sottolinea Franzolini, "su una nostra richiesta storica: quella della detassazione degli aumenti contrattuali". "Il governo di fatto riconosce che lo strumento del rinnovo dei contratti nazionali è uno strumento di democrazia economica e la detassazione che ne conseguirà in virtù della manovra economico-finanziaria porterà un beneficio nelle tasche dei nostri lavoratori. Teniamo conto che fino adesso i contratti collettivi nazionali che abbiamo rinnovato in tutto il settore delle costruzioni hanno portato risultati anche importanti sotto il profilo economico, ma che sono stati falcidiati poi dalla tassazione altissima che c'è nelle buste paga. La prospettiva di avere una tassazione inferiore e conseguentemente avere più denaro da spendere per i nostri lavoratori, per i nostri iscritti, è sicuramente una prospettiva positiva", sottolinea.
Le preoccupazioni per la fine del Superbonus
"La chiusura del Superbonus ci spaventa perché si associa ad una sorta di diffidenza che ci pare di intravedere da parte del governo, forse motivata da ragioni economiche, a continuare a finanziare anche la detraibilità fiscale del 50%, che è uno dei grandi capitoli di spesa per l'abitazione degli italiani. Immaginare che oggi si possa rinunciare in toto o quasi all'ipotesi di avere vantaggi fiscali in occasione di una ristrutturazione di una casa temo che porterebbe il settore verso una difficoltà rinnovata e problematiche nuove", sottolinea il leader del sindacato.
Franzolini infatti ricorda che "il settore delle costruzioni ha avuto una crisi profondissima che dal 2008 si è trascinata per moltissimi anni, poi c'è stato il superbonus e gli effetti sulla riscoperta della casa durante il Covid". "Gli italiani infatti hanno iniziato a fare investimenti per migliorarla e il Superbonus è stato un traino oggettivamente straordinario. L'idea, dal nostro punto di vista, non era sbagliata, aveva assolutamente un senso logico, soprattutto in un contesto in cui andava rilanciato il settore edile. Ma è stata declinata, temiamo, in termini fin troppo generosi e senza filtri rispetto ai redditi disponibili dagli italiani", sottolinea.
E il leader della FenealUil sottolinea che "bisogna tenere aperto col governo un filone di ragionamento sulle detrazioni". "Abbiamo visto che c'è stato un primo segnale: quest'anno sembrava che dovesse essere ridotta al 36% la detraibilità fiscale, mentre invece è stata confermata al 50%. Per cui è un segno che il governo capisce l'importanza di questo provvedimento e bisognerà continuare a lavorare per fare una transizione vera, energetica, delle nostre case", conclude.
Le prospettive post-Pnrr
"Noi siamo convinti che fino a che resterà in vigore il Pnrr, che, non dimentichiamo, ha rappresentato un'iniezione di denaro straordinaria da parte dell'Unione Europea, in particolare nei confronti dell'Italia, molto probabilmente il settore non avrà particolari scossoni, perché ci sono moltissime opere pubbliche che di fatto si stanno sviluppando. Ma bisogna iniziare a ragionare sul dopo", spiega Franzolini.
Franzolini ricorda che "siamo stati il paese che più ha beneficiato dei denari europei del Pnrr, che resterà in vigore possiamo immaginare fino alla seconda metà del 2026, con qualche coda residua che potrebbe realizzarsi".
Quelle realizzate finora con i fondi, sottolinea il dirigente sindacale, "sono opere pubbliche importanti, ma sono anche tante micro opere effettuate nei singoli Comuni". "Il volume degli investimenti fatti dai comuni italiani è circa triplicato rispetto ai tempi precedenti al Pnrr. Il dopo resta un grande punto di domanda e su questo, insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle organizzazioni datoriali, è nostra intenzione provare ad aprire un confronto con la compagine governativa", aggiunge.
Le richieste all'Ue sul tema casa
"La casa -spiega Franzolini- è un bene su cui gli italiani investono, è un bene primario per il nostro Paese, moltissime sono quelle di proprietà. Hanno bisogno di essere manutenute, spesso sono edifici molto vecchi, costruiti molti anni fa, hanno bisogno di essere ammodernate e gestite. Ci vorrà un impegno serio da parte delle autorità italiane, però noi crediamo che ci sarebbe bisogno su questo tema forse anche di un aiuto europeo specifico, perché questo problema che pare essere solo italiano in realtà non lo è. È un problema che riguarda un po' tutta Europa ed è un tema sul quale poi la transizione energetica spinge e ci costringe anche appunto a fare dei provvedimenti ad hoc, vista anche la Direttiva Case Green".
L'edilizia traino dell'occupazione
"L'edilizia è un settore che produce tantissima occupazione. Il governo, giustamente, dal suo punto di vista, si gloria dei dati positivi che ci sono sull'abbassamento della disoccupazione nel Paese. Non dimentichiamo che gran parte di questo abbassamento della disoccupazione deriva dall'ingresso dei lavoratori nel settore edile", sottolinea Franzolini.

L’annuncio della Commissione Europea di una proposta di revisione sui parametri del regolamento Ecodesign collegati all’efficienza degli apparecchi viene accolta molto positivamente dall'industria italiana dei gas liquefatti rappresentata da Assogasliquidi-Federchimica nell’ottica di un riaffermato principio di neutralità tecnologica. L’approfondimento tecnico che ha portato la Commissione a questa revisione, infatti, si è concretizzato nella messa in discussione di quei “limiti minimi di efficienza stagionale” che penalizzavano le caldaie. La nuova bozza del regolamento Ecodesign prevede standard diversi alla portata anche delle caldaie a gas.
“Ora – commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica – ci aspettiamo che questo approfondimento tecnico possa portare a ragionare anche sul testo della Direttiva Epbd che, ad oggi, pone seri ostacoli agli interventi di sostituzione delle caldaie tradizionali con le moderne caldaie a condensazione che invece raggiungono i migliori standard di efficientamento energetico, obiettivo invece proprio del Regolamento Ecodesign. L'aver posto un vincolo dal 2025 agli Stati membri nel prevedere misure di incentivo all'acquisto delle moderne caldaie è contrario alla logica di favorire un rinnovo degli apparecchi, misura invece necessaria proprio nell'ottica di garantire la maggiore efficienza energetica degli apparecchi riducendone così l'impronta carbonica".
"Siamo confidenti – prosegue Cimenti – e auspichiamo che l'approccio tecnico, e non più ideologico, che ha seguito la Commissione Europea nel rivedere il Regolamento Ecodesign venga applicato in tempi brevi anche alla Direttiva Epbd, tramite un sostanziale ripensamento delle disposizioni indicate, garantendo di nuovo l'accesso a misure di sostegno allo svecchiamento del parco caldaie ed eliminando il bando delle caldaie posto al 2040 soprattutto nell'ottica della massima valorizzazione dell'impiego crescente dei gas rinnovabili negli apparecchi già pronti e certificati per il loro utilizzo. Del resto – conclude Cimenti – per affrontare la transizione energetica e guardare al futuro energetico dell’Europa con ottimismo, è indispensabile continuare a garantire ai consumatori più scelte, a seconda delle necessità. Alimentazioni a pompa di calore e a gas non sono in conflitto tra loro ma sono due altrettanto valide opzioni per il settore residenziale".

Botta e risposta tra Carlo Calenda e Alessandro Di Battista, con i riflettori accesi sulla Russia e sulle posizioni dell'ex parlamentare grillino. "Credo che occorra chiarire se Alessandro Di Battista - il cui 'libro' riprende il nome della campagna di propaganda del Cremlino in Occidente - sia legato in qualche modo a: società di propaganda russe; aziende che fanno business in Russia", scrive Calenda in un post su X. "Considerato anche il fatto che è ospite fisso di numerose trasmissioni televisive e che in passato, come Salvini, ha firmato un accordo di collaborazione formale con Russia Unita a nome dei 5S. Ci sono io credo gli estremi per una verifica approfondita degli organi preposti alla sicurezza dello Stato", aggiunge il senatore, leader di Azione.
"Carletto quindi stai chiedendo agli 'organi preposti alla sicurezza dello Stato' di verificare i miei legami con la Russia perché non ti piace il titolo del mio libro? Fantastico", la risposta di Di Battista, a cui dopo alcune ore segue il nuovo messaggio perentorio di Calenda: "Alessandro, vorrei solo sapere se la propaganda ai russi la fai gratis o pagato. Trasparenza e Onestà insomma, ti ricorda qualcosa?".
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