
(Adnkronos) - "Ho rischiato la vita per rifare il seno". Eva Grimaldi ospite oggi, giovedì 9 ottobre, a La volta buona ha parlato del difficile percorso legato agli interventi chirurgici al seno. L'attrice ha spiegato di aver iniziato con la chirurgia estetica all'età di 26 anni e di aver preso questa decisione spinta dal desiderio di avere un "seno prosperoso": "Sono partita da una taglia 0, poi sono arrivata alla seconda, poi l'ho rifatto fino ad arrivare alla quarta taglia".
Tuttavia, il percorso è stato pieno di complicazioni. Una protesi le ha provocato una seria infezione, complicata da una gestione medica poco adeguata: "Il mio dottore non è stato bravo ad affrontare il problema, mi ha rimesso una nuova protesi. Mi è successa una cosa molto grave che non voglio nemmeno dire pubblicamente", ha raccontato Grimaldi.
Grimaldi ha poi rivelato di aver affrontato in totale ben 7 interventi per sistemare la situazione: "Ho trovato un medico che ha sistemato il mio problema ma per un anno sono rimasta con un seno solo. Nel momento massimo della mia carriera. Io inventavo di avere una fistola al seno, mi coprivo tutto il seno per nasconderlo...".
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(Adnkronos) - L'Italia è tornata “ad essere un Paese centrale, affidabile, attrattivo” in Europa e “ha la forza contrattuale per rappresentare al meglio le esigenze di questo settore che deve affrontare come altri la transizione ambientale ed energetica”, ma senza “le gabbie ideologiche” del Green Deal europeo. E per questo il governo è impegnato a “rimuovere l'ostacolo che l'Unione Europea ha posto anche allo sviluppo di questo settore che, per esempio con le distorsioni che derivanti dal sistema degli Ets del FuelEu marittime, stanno producendo nel settore marittimo spingendo i traffici sostanzialmente sulla strada e questo non fa bene nemmeno all'ambiente ovviamente, oltre che non fa bene al nostro Paese perché si creano di fatto più emissioni di quelli che si vogliono risparmiare”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento in videocollegamento all'assemblea di Confitarma.
Nel 2026, a pieno regime, “l'Ets peserà in Europa per oltre 8 miliardi di euro l'anno, di cui 600 milioni sugli armatori italiani: insostenibile peso per tutti, anche per gli armatori italiani. È ancora più gravoso per voi il FuelEu Maritime che pesa 1,5 miliardi di euro già in quest'anno e può giungere, dobbiamo scongiurarlo, fino a 6,5 miliardi l'anno dal 2050”, ha spiegato il ministro, esortando quindi a lavorare su questo dossier “farlo subito e con intensità”, sia a livello di governo che a livello di associazioni per “ridurre questa zavorra che una visione ideologica insostenibile del Green Deal pone a carico delle imprese”.
Il Mimit sta realizzando il Libro Bianco Made in Italy 2030: “Lo presenteremo tra qualche settimana”, e “riconosceremo il valore del comparto della Blue Economy largamente intesa al cui al centro vi è sicuramente tutta l’attività che voi con i vostri associati e con i vostri marittimi fate”, delineando il comparto “come uno dei nuovi grandi comparti che possono aiutarci a rendere più competitivo il nostro sistema produttivo”. Accanto infatti ai cinque settori, “alle 'cinque A' che hanno contraddistinto nel mondo l'eccellenza del Made in Italy, noi abbiamo individuato altri cinque comparti che stanno facendosi largo che hanno bisogno di una politica settoriale industriale continuativa e duratura e strategica nel tempo e tra questo, certamente su tutti, la Blue Economy”, ha assicurato Urso.
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(Adnkronos) - Dopo un anno di tappe di avvicinamento che hanno attraversato tutta Italia, lo Stem Women Congress arriva quindi alla sua tappa finale: l'ultimo incontro della seconda edizione italiana del congresso internazionale che promuove l’inclusione e la partecipazione femminile nei settori scientifico-tecnologici è in programma il 15 ottobre 2025, a Palazzo Castiglioni, a Milano.
In Italia il divario di genere nelle Stem - evidenzia in una nota Stem Women Congress - resta netto: tra i giovani 25–34enni solo il 16,8% delle donne ha una laurea in discipline scientifiche e tecnologiche, contro il 37% degli uomini. Anche all’università la forbice è evidente: appena una immatricolata su cinque sceglie corsi Stem, con picchi minimi nell’informatica e tecnologie Ict (15,1%). Eppure, nel confronto europeo, l’Italia si posiziona sopra la media per la presenza femminile, soprattutto nelle scienze naturali e matematiche, segno che i margini di crescita ci sono, ma ancora frenati da barriere culturali e divari occupazionali che restano ampi (Rapporto annuale 2025 di Istat).
Organizzato da Orange Media Group, creative content company, e Women at Business, la piattaforma di matching professionale al femminile, l’appuntamento meneghino conferma la sinergia con il Patto per il Lavoro del Comune di Milano che vuole favorire la crescita e che vedrà anche quest’anno la presenza istituzionale di Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro. L’evento rappresenta il culmine di un percorso – gli Stem Days – che ha attraversato il Paese da Bologna a Roma, fino a Torino qualche giorno fa, coinvolgendo scuole, imprese, istituzioni e famiglie con una mission precisa: ispirare sempre più ragazze a intraprendere percorsi di studio e carriera nelle discipline Stem, superando barriere culturali e pregiudizi di genere. Sul palco saranno protagonisti, oltre ai dati di settore preparati da Istat, infatti, anche i ragazzi e le ragazze incontrati nelle diverse tappe.
“Con il Congresso di Milano vogliamo andare oltre il semplice confronto: sarà un racconto fatto di voci diverse – scienziate, artiste, aziende e soprattutto giovani – che insieme ci mostreranno come le Stem possano e debbano essere terreno di ispirazione e di possibilità concrete per le nuove generazioni”, spiega Morena Rossi, responsabile contenuti Swc 2025. “Questa tappa rappresenta il momento più significativo dell’edizione 2025: non solo perché porta sul palco ospiti di altissimo livello, ma soprattutto perché restituisce voce ai ragazzi e alle ragazze che abbiamo incontrato durante le tappe locali. Sono loro il cuore di questo percorso: è a loro che vogliamo offrire ispirazione e modelli positivi, affinché possano sentirsi liberi di scegliere le Stem come terreno di futuro”, commenta Laura Basili, presidente di Stem Women Congress Italia.
“Step by Stem: costruiamo un nuovo genere di futuro” è stato il fil rouge dell’edizione 2025, un invito a costruire nuove prospettive di crescita e opportunità, dove giovani studenti possano sentirsi libere di seguire le proprie passioni in ambito scientifico, tecnologico e creativo. Un invito che ritorna anche nella performance d’arte partecipativa di Giulia Caruso, artista italiana che riflette nelle sue opere l’energia e la resilienza femminile, che animerà tutta la giornata e che vuole unire tecnologia e creatività.
La giornata a Palazzo Castiglioni si aprirà con la presentazione dei dati più recenti di Istat, arricchiti dal contributo sul sentiment in rete di Shibumi e dalla survey "Donne, Stem e futuro" realizzata da The Wom, il social magazine di Mondadori Media per le nuove generazioni di donne, che fotografa aspettative, percezioni e desideri delle ragazze di oggi relativamente al mondo Stem.
"Siamo orgogliosi di portare la voce di The Wom e della sua community allo Stem Women Congress, un evento che incarna i valori che ci contraddistinguono da sempre: inclusione, empowerment, libertà e futuro", commenta Daniela Cerrato, Cmo Mondadori Media. "Crediamo - aggiunge - che la diffusione di dati, esperienze e modelli positivi possa accelerare un cambiamento reale e inclusivo. Contribuendo con un'indagine che approfondisce conoscenza, percezioni e opinioni delle giovani donne sulle professioni Stem, vogliamo offrire uno strumento concreto di riflessione e ispirazione, capace di mettere in luce sia le sfide che le opportunità".
Seguiranno i panel tematici e i momenti ispirazionali che caratterizzano il Congresso, dove non mancheranno momenti di interazione con il pubblico: al mattino “Vissi d’arte e di scienza”, che metterà in dialogo artiste e scienziate, sull’immaginazione come ponte fra mondi diversi dove Stefania Bruni, neuroscienziata di Fem Digital mostrerà come le tecnologie neuro-cognitive possano diventare strumenti di ricerca, apprendimento ed empowerment; seguirà il panel “Intelligenza artificiale o ipnosi culturale?” dove si confronteranno divulgatrici, come Giorgia Fumo, e accademiche su un tema molto controverso come quello dell’Ia, ma capace di rimuovere le barriere educative, come mostrerà Francesco Paolo Schiavone con la sua piattaforma per la didattica inclusiva. Ci sarà anche il contributo di aziende innovative, come Siemens Healthineers, leader nello sviluppo di soluzioni Ia per la Sanità. Il pomeriggio sarà dominato dal panel “Dagli abissi alle stelle e ritorno”. Tra gli ospiti Amalia Ercoli Finzi, pioniera dell’astrofisica, la figlia Elvina e Francesca Sanna, che mostrerà la sonificazione delle stelle.
E infine il panel 'Step by Stem' dedicato interamente ai ragazzi e alle ragazze che vorranno condividere le loro esperienze personali. Non mancheranno momenti ispirazionali, come l’intervento dell'influencer Tecnolaura, e talk dedicati al futuro delle competenze e molti momenti sostenuti dalle aziende sponsor della manifestazione, come quelli di Imcd Italia, Autostrade per l’Italia e Siemens Healthineers, che hanno confermato il loro sostegno al Congresso per questa seconda edizione. La giornata si concluderà con la consegna di Award per celebrare il talento e l’impegno di donne, startup e aziende impegnate nella promozione delle discipline Stem. L’evento ha ricevuto il logo No Women No Panel da Rai e dalla Commissione Europea.
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(Adnkronos) - "Quello contro il Lilla è stato un momento davvero spiacevole nella mia carriera. Il primo a questo livello. Il mio rimpianto più grande però è non aver provato a tirare il terzo". Così, a sorpresa, dal ritiro dell'Ucraina l'attaccante della Roma Artem Dovbyk è tornato a parlare dei due calci di rigore consecutivi sbagliati contro il Lilla in Europa League. "La squadra - ha aggiunto il centravanti - ha sostenuto tutti e il giorno dopo non si è parlato del fatto che non abbiamo segnato tre rigori. Abbiamo analizzato l'andamento generale della partita, non abbiamo giocato al nostro livello".
Dovbyk ha poi aggiunto sui suoi errori dal dischetto: "Da solo ho analizzato. Ci ho pensato, devo trarre delle conclusioni. Lo farò. L'unica cosa di cui mi pento è non aver tirato il terzo. Non scherzo, mi dispiace tanto. Non so se lo avrei segnato, non ha senso parlarne ora. So solo che dovevo andare sul dischetto anche la terza volta, ne sono sicuro".


(Adnkronos) - Ascoltare è il gesto più rivoluzionario, in un mondo dove le parole corrono veloci, spesso ferendo. Ascoltare pazienti, famiglie, caregiver, ricercatori, medici, istituzioni. Ascoltare per imparare a comunicare in modo generativo, soprattutto quando si tratta di affrontare una malattia della quale oggi si sta costruendo la sua grammatica dal punto di vista scientifico. E' il cuore del seminario 'Linguaggi della cura: solo lavorando assieme', promosso da Aisla - Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, in collaborazione con AriSla - Fondazione italiana di ricerca sulla Sla e Centri clinici Nemo, in programma sabato 18 ottobre a Trento. Non è una conferenza - informano gli organizzatori in una nota - ma un laboratorio gratuito di pensiero e pratica, aperto a tutti, agli istituti scolastici con docente di riferimento e ai giornalisti, per mettere al centro la parola e farla diventare strumento di responsabilità sociale, empatia e innovazione, e dove la comunicazione etica è cura concreta.
Il seminario si terrà all'Itas Forum trentino, auditorium di Itas Mutua, che ospita l'evento e offre anche il pranzo a tutti i partecipanti, sottolineando con la presenza del vicepresidente vicario Alberto Pacher l'accoglienza e la cura per ogni dettaglio, si legge in una nota. L'incontro gode del patrocinio di Provincia autonoma di Trento (Pat), dell'azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), dell'università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler (Fbk): partner importanti di visione condivisa, che credono nella comunicazione come leva culturale e civile.
La Sla, sclerosi laterale amiotrofica, malattia ancora senza cura risolutiva, ricorda che prendersi cura non è solo un gesto medico - rimarcano gli organizzatori - è un impegno civile, una sfida etica, un ponte tra scienza e vita. Le parole giuste, scelte con consapevolezza, costruiscono fiducia, riducono l’isolamento e trasformano la conoscenza in azione concreta.
Il seminario prevede 10 tappe, 10 voci, un viaggio dalla teoria alla pratica: 1) Ascolto come atto di cura - Marco Piazza (Rai, autore di 'Elisir' e Rai Scienza) accompagna nel valore dell'ascolto, dove la conoscenza nasce dal rispetto per le storie e dal rigore della verità. Divulgare scienza nel servizio pubblico è un atto di responsabilità: conoscere, capire e accogliere diventano il primo gesto di sostegno per chi affronta la malattia; 2) Alleanza pubblico-privato - Alberto Fontana (Centri Nemo) mostra come istituzioni, associazioni e ricerca possano tessere un welfare solido, innovativo e centrato sulle persone; 3) Dalla ricerca alla comunità - Francesca Pasinelli (Fondazione Telethon e Fbk) racconta come la scienza diventa pratica concreta: ogni dato di laboratorio assume valore solo se dialoga con la vita quotidiana dei pazienti; 4) Conoscenza condivisa - Anna Ambrosini (Fondazione AriSla) e Manuela Basso (università di Trento) spiegano gli approcci e i metodi della ricerca scientifica e il loro ruolo: comprendere ogni fase - anche quella apparentemente lontana dalla vita quotidiana - è essenziale per raccontarla correttamente e tradurla in fiducia, partecipazione e strumenti concreti per pazienti e famiglie; 5) Modello Nemo - Mario Sabatelli (Centro clinico Nemo Roma - Armida Barelli) mostra come multidisciplinarità e approccio interdisciplinare trasformino la pratica clinica in cura centrata sulla persona, la famiglia e la comunità.
E ancora: 6) Tecnologie emergenti - Riccardo Zuccarino (Nemo Trento) presenta innovazioni un tempo futuristiche, oggi strumenti concreti di supporto a medici e caregiver, con un workshop interattivo e dimostrazioni pratiche in collaborazione con Fbk; 7) Comunicazione etica e consapevole - Stefania Bastianello (Aisla) e Raffaella Tanel (Nemo Trento) ricordano che informare significa responsabilità: distinguere tra scelte terapeutiche, cure palliative e autodeterminazione richiede chiarezza, rigore ed etica; 8) La pressione della notizia - Francesco Ognibene (caporedattore centrale 'Avvenire') spiega come il mondo del giornalista sia sospeso tra bisogno di informare e dovere di proteggere. Ogni parola pesa: la notizia può ferire o curare. Raccontare non è mai neutrale, ma un atto etico che costruisce ponti tra chi soffre, chi assiste e chi ricerca; 9) Ecosistema della comunicazione - Serena Barello (università di Pavia) e Francesca Castano (Vml) presentano il BluPrint Aisla, un tessuto vivo che integra clinici, ricercatori e giornalisti, creando un modello di comunicazione inclusiva e basata su evidenze; 10) La testimonianza come modello operativo - Federico Franceschin, ex atleta e persona con Sla, ricorda che la cura è lavoro di squadra: fiducia, coordinamento e ruoli chiari costruiscono una rete concreta che sostiene e protegge.
Il percorso - sottolineano i promotori - intreccia sapere,
ascolto e responsabilità civile, dimostrando che la comunicazione
etica non resta confinata alle parole, ma diventa cura concreta,
partecipazione e strumento di costruzione di una comunità. Il
seminario 'Linguaggi della cura' segna così l'inizio di un percorso
condiviso, dove conoscenza, ascolto e responsabilità civile
trasformano le parole in azione concreta, dove comunicare significa
prendersi cura delle persone, delle loro storie, del senso che
attraversa ogni diagnosi. Questa prima edizione - aperta e gratuita
- non prevede streaming: l'esperienza è riservata a chi è presente,
con prenotazione obbligatoria (aisla.it/linguaggi-della-cura/, per
informazioni
Leggi tutto: Malattie rare: Sla, seminario 'Linguaggi della cura' per usare le parole come terapia

(Adnkronos) - "L'acqua è più profonda di come sembra da sopra". Questo è il titolo che Fedez ha dato al suo primo libro, edito da Mondadori. Il rapper di Rozzano ha annunciato il suo prossimo progetto con un post condiviso su Instagram in cui ha mostrato la copertina del volume: un primo piano del suo volto, scomposto in frammenti.
"Galleggiare per anni sulla superficie delle cose. Correre, evitare, sorridere. Fuori va tutto bene. Dentro non lo sai. Evitare tutto ciò che ti costringe ad andare in profondità. Perché andare a fondo è annegare, è perdere il respiro. Ma è proprio vero che se non guardi il fondo, il fondo prima o poi ti tira a sé", scrive Fedez nel post spiegando il senso profondo del suo progetto.
Il libro, racconta Fedez, è nato dopo 'Battito', il brano portato sul palco del Festival di Sanremo: "Non è una scelta, e quando ci arrivi non puoi ignorare più niente. Emozioni. Responsabilità. Verità. È lì che ho scritto Battito. È stato il momento chiave. Attraverso la scrittura ho capito che gli errori che non affronti tornano sempre, finché non li cogli davvero. Analizzare e rimettere in ordine quello che sembrava caotico è stato come iniziare a respirare per la prima volta sott’acqua".
Fedez parla della scrittura come una fonte di salvezza dopo un periodo particolarmente complesso della sua vita: "Scrivere questo libro è stato il passo successivo. Approcciare per la prima volta la scrittura senza il vincolo della rima. Qui ci sono errori, cadute, le parti che ho evitato per anni. Ricostruire e dare senso a ciò che, da fuori, poteva sembrare solo disordine. So che quello che farà discutere di più sarà la superficie. E forse per la prima volta nella mia vita è proprio la superficie a spaventarmi, e non il fondo".
Leggi tutto: Fedez annuncia il suo primo libro: titolo, copertina e significato

(Adnkronos) - Settembre 2025 è stato il terzo settembre più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,11 °C, 0,66 °C in più rispetto alla media di settembre del periodo 1991-2020. Il mese scorso ha registrato 0,27 °C in meno rispetto al settembre più caldo, quello del 2023, ed è stato solo di 0,07 °C più freddo di settembre 2024. E' quanto rileva Copernicus Climate Change Service (C3S).
Settembre 2025 è stato, poi, di 1,47 °C superiore alla media stimata per il periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale. La temperatura media su 12 mesi, da ottobre 2024 a settembre 2025, è stata di 0,63 °C superiore alla media del periodo 1991-2020 e di 1,51 °C sopra il livello preindustriale.
La temperatura media sul territorio europeo per settembre 2025 è stata di 15,95 °C, 1,23 °C in più rispetto alla media di settembre del periodo 1991-2020, classificandosi al quinto posto nella classifica mensile più alta.
"La temperatura globale di settembre 2025 è stata la terza più calda mai registrata, quasi quanto quella di settembre 2024, meno di un decimo di grado in meno. A distanza di un anno, il contesto della temperatura globale rimane pressoché invariato, con temperature superficiali della terraferma e del mare persistentemente elevate, che riflettono la continua influenza dell'accumulo di gas serra nell'atmosfera", osserva Samantha Burgess, Responsabile strategico per il Clima.
La temperatura media globale della superficie del mare (Sst) per settembre 2025 è stata di 20,72 °C, il terzo valore più alto mai registrato per il mese, 0,20 °C in meno rispetto al record di settembre 2023.
In Europa, Sst molto superiori alla media o a livelli record sono state registrate in un'ampia regione dal Mare di Norvegia al Mare di Kara; nel Mediterraneo, le Sst sono state per lo più molto superiori alla media, soprattutto nelle parti occidentali e centrali del bacino.


(Adnkronos) - “Questo governo conta sulla presenza delle imprese nei percorsi costituzionali. Per noi l’impresa che rispetta la regola, ha anche delle finalità pubbliche; quindi, è doveroso evitare la contrapposizione pubblico e privato, dove il pubblico è buono e il privato cattivo”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, all’assemblea pubblica di Confitarma dal titolo ‘Shipday 25 Blue to blue’ tenutosi all’Auditorium della Tecnica di Confindustria a Roma.
“In questo frangente è necessario mettere ordine alle regole perché abbiamo quelle europee ed internazionali che si sovrappongono e si intersecano con il codice civile del ’42 – ha continuato il viceministro - Bisogna prendere consapevolezza che bisogna mettere ordine nelle fonti e per questo servono regole chiare perché sono fondamentali. In questo modo possiamo dare ai nostri imprenditori la possibilità, all’interno dei contesti europei, di avere maggiore forza. Per questo, l’iniziativa di Confitarma merita la massima attenzione ed è l’ulteriore occasione per riaffermare la capacità del governo di stare sul territorio insieme agli imprenditori”.
“La digitalizzazione è uno dei punti della giustizia fondamentale del Pnrr. Siamo molto avanti e abbiamo comunque digitalizzato per la giustizia gran parte del processo penale ed anche per quanto riguarda i rapporti con le imprese se sia una giustizia più capace di raggiungere gli obiettivi è un grande vantaggio”, ha continuato Sisto. In conclusione, il viceministro della Giustizia si è anche soffermato sull’importanza del dialogo del governo con l’Europa. “Il dialogo con l’Europa c’è, ci sarà e non si interromperà – ha sottolineato -. E’ ovvio che questo è un governo in Europa è diventato uno degli interlocutori fondamentali. Da questo punto di vista, se cresce la capacità di dialogo del governo italiano, cresceranno anche i risultati”.
Leggi tutto: Giustizia, Sisto: "Regole chiare possono aiutare imprese italiane"

(Adnkronos) - Novak Djokovic avanza in semifinale al torneo Atp Masters 1000 di Shanghai. Il 38enne serbo, numero 5 del mondo e quarta testa di serie, oggi giovedì 9 ottobre ha superato il 26enne belga Zizou Bergs, numero 44 del ranking Atp, con il punteggio di 6-3, 7-5 in un'ora e 50 minuti. Djokovic, 4 volte campione a Shanghai e ora più anziano semifinalista in un Masters 1000, affronterà in semifinale il 26enne monegasco Valentin Vacherot, numero 206 del mondo e grande sorpresa del torneo. Il fuoriclasse serbo, ex numero uno del ranking Atp, continua così l'inseguimento al titolo 101 in carriera.
Leggi tutto: Djokovic vola in semifinale a Shanghai: Nole più 'vicino' al titolo 101 in carriera

(Adnkronos) - Milan-Como si giocherà in Australia e a molti la decisione della Serie A, che ricevuto l'ok definitivo dalla Uefa, non va proprio giù. Tra questi c'è Lele Adani, ex difensore oggi opinionista tv. Sul proprio profilo Instagram Adani ha commentato con parole dure quella che giudica come "una mancanza di rispetto verso la gente".
"Milan-Como in Australia è la più grande e grave mancanza di rispetto verso la più importante componente del calcio, la gente", ha detto Adani in un video pubblicato sul proprio profilo Instagram, "se diciamo che il calcio è della gente mi dite come facciamo a rispettare la gente portando la squadra che la gente ama a 13.700km di distanza con fuso orario. Perché? Per la modernità? Il businnes? E il rispetto per la passione dov'è?".
"Capisco le concessioni perché è stato così anche per Villarreal-Barcellona a Miami. Però davanti al business e alla modernità non dimentichiamo mai i sacrifici delle persone che amano e sostengono sempre. Ceferin ha concesso queste deroghe e ha definito questa situazione deplorevole. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro", ha concluso Adani.
Leggi tutto: Milan-Como in Australia, Adani attacca: "E il rispetto per la gente dov'è?"

(Adnkronos) - Domani, venerdì 10 ottobre, lo sciopero dei mezzi pubblici a Roma potrebbe creare parecchi disagi a chi si deve spostare nella Capitale. L'agitazione è stata indetta dai sindacati Usb, Orsa e Sul per protestare contro le condizioni di lavoro di autisti e personale Atac. I sindacati hanno denunciato i turni che rendono impossibile conciliare vita privata e lavoro, la sicurezza nelle fermate e ai capolinea, oltre ai buoni pasto e lo smart working negati.
Due le proteste in un'unica giornata: quella di Sul durerà, infatti, 24 ore, dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino a fine servizio (con le fasce di garanzia attive per tutelare chi entra ed esce dal lavoro), mentre quella di Usb e Orsa si limiterà a quattro ore, dalle 8.30 alle 12.30.
La protesta coinvolgerà l’intera rete Atac con l'esclusione delle linee: 021 – 043 – 075 – 33 – 77 – 113 – 246 – 246P – 313 – 319 – 351 – 435 (a eccezione della corsa delle ore 6.32 da via Dante da Maiano) – 500 – 515 – 551 – 669 – 980. Per quanto riguarda i servizi notturni, nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 non sarà assicurato il servizio delle linee bus notturne, ma saranno garantire, nelle fasce orarie diurne che arrivano oltre la mezzanotte, alcune corse su linee come la 38, 44, 61, 86, 170, 301, 451, 664, 881 e 916.
Leggi tutto: Sciopero a Roma domani 10 ottobre, a rischio mezzi Atac: orari e fasce di garanzia


(Adnkronos) - "Blessed are the peacemakers, che siano benedetti gli operatori di pace". Si conclude così il post con cui Donald Trump ha annunciato l'accordo tra Israele e Hamas. E il presidente americano attribuisce indubbiamente a se stesso quel ruolo di 'peacemaker' che dovrebbe, a detta sua e di suoi sostenitori in patria e all'estero, assicurargli il premio Nobel per la Pace 2025. Forse non a caso all'indomani del suo annuncio dell'accordo che potrebbe essere il più grande successo diplomatico del presidente che ribattezzato il Pentagono il dipartimento della Guerra e rivendica una lista in base alla quale avrebbe messo fine a sette conflitti, che ora diventano otto.
Dopo mesi di pressioni pubbliche e aggressive di Trump - "mi merito il premio Nobel per la pace ma non me lo daranno mai", ha esordito a febbraio fino a rivendicare all'Onu "tutti dicono che lo devo avere", per poi concludere nei giorni scorsi che "lo daranno a qualcuno che non ha fatto un dannato niente, e sarà un grande insulto per il nostro Paese" - in queste ultimi giorni e in particolare in queste ultime ore si stanno moltiplicando sollecitazioni ed appelli, tra i quali quello dei familiari degli ostaggi israeliani, a premiare il presidente americano.
Dall'Istituto norvegese del Nobel, che conferisce il riconoscimento della Pace, si fa sapere che "l'ultima riunione del comitato si è svolta lunedì". Parlando con l'Afp, il portavoce Erik Aasheim, non si sbilancia, confermando la tradizionale riservatezza del comitato: "Gli ultimi mattoni sono stati posizionati lunedì, ma non diciamo mai quando il comitato per il Nobel prenderà una decisione". Precisa però che non sono previste altre riunioni, prima dell'annuncio. Ed esclude che il comitato si asterrà dall'assegnare il premio, come hanno ipotizzato alcuni esperti di fronte al deterioramento della situazione geopolitica: "Ci sarà un vincitore".
Asle Sveen, storico dei premi Nobel, si dice "sicuro al 100%" che il vincitore non sarà Trump: "Il comitato ha già preso la sua decisione" e l'accordo tra Israele e Hamas "non ha alcun impatto" sulla scelta del comitato, aggiunge, ricordando anche che il presidente americano ha "dato carta bianca", e aiuti militari, a Benjamin Netanyahu per le sue operazioni militari a Gaza. Proprio il premier israeliano è stato tra i primi a nominare, lo scorso luglio, Trump perché "sta forgiando la pace mentre parliamo, in un Paese della regione dopo l'altro", dopo che i raid Usa contro le centrali nucleari iraniane hanno messo fine alla "guerra dei 12 giorni" tra Israele e Iran. Nomine sono arrivati da leader di Cambogia, Azerbaijan, Pakistan e da esponenti politici di Ucraina, Svezia, Norvegia e Usa.
Si tratta però in maggioranza di candidature - tranne quella inviata a dicembre dalla repubblicana Claudia Tenney per gli accordi di Abramo - arrivate fuori tempo massimo rispetto alla scadenza, lo scorso 31 gennaio, per la presentazione delle 338 nomination per il 2025. Nina Grager, direttrice dell'Istituto di ricerca per la Pace di Oslo, considera pensa "altamente improbabile che gli sviluppi a Gaza influenzeranno le decisioni del Comitato", aggiungendo però che se "il piano di Trump porterà ad una pace duratura e sostenibile, quasi certamente il comitato dovrà prenderlo in considerazione il prossimo anno".
Jorgen Watne Frydnes, il presidente del comitato, ridimensiona il pressing per Trump che sta subendo insieme agli altri quattro membri nominati dal Parlamento norvegese, scegliendo spesso tra ex parlamentari: "Ogni anno riceviamo migliaia di lettere, mail, richieste, gente che dice 'dovete scegliere questo', così una campagna di pressioni non è certo una novità". Il comitato agisce in piena indipendenza dal governo, ma secondo alcuni media locali, il tycoon, nella sua ossessione per il premio che nel 2009 fu conferito a Barack Obama ("l'hanno dato ad Obama, non sapeva neanche per che cosa, se mi chiamassi Obama me lo avrebbero dato in 10 secondi") si sarebbe rivolto anche a Jens Stoltenberg, l'ex capo della Nato ed ora ministro delle Finanze norvegese.
"Noi sappiamo che il mondo è in ascolto e discute su come ottenere la pace e noi dobbiamo essere forti e determinati nelle nostre scelte, è il nostro lavoro", dichiara ancora alla Bbc Frydnes, che da presidente dell'associazione norvegese per la libertà d'espressione in passato ha condannato la repressione "persino in Paesi democratici" puntando il dito contro Trump. E Ylva Engstroim vice presidente dell'Accademia svedese delle Scienze, ha puntato il dito contro le politiche di Trump per depotenziare con tagli draconiani la ricerca scientifica e minare la libertà accademica, politiche che "possono avere effetti devastanti a breve e lungo termine, la libertà accademica è uno dei pilastri della democrazia".
Ma la cosa che in tanti in Norvegia e nel mondo stanno ricordano è che Trump con la sua leadership divisiva, le sue tante "guerre", da quella ai migranti a quella commerciale con mezzo mondo, compresi amici e alleati, passando da quella al multilateralismo, sia quanto mai lontano dai principi con cui da 125 anni si conferisce il premio a chi "ha lavorato al meglio per la fraternità tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli armamenti e per svolgere e promuovere congressi di pace".
"Trump si è ritirato da istituzioni internazionali come l'Organizzazione mondiale per la Sanità e dagli accordi di Parigi, se pensiamo alla sua aspirazione di ottenere la Groenlandia dalla Danimarca, questo non parla in favore della cooperazione internazionale", afferma Graeger che poi sottolinea come la sua repressione di proteste, giornalisti critici e accademici, in particolare quelli considerati pro Pal, "tutto punta ad una direzione non pacifica".

(Adnkronos) - La condotta di Barbara Floridia "non può essere ignorata dal Parlamento viste le delicate funzioni attinenti alle garanzie sul pluralismo delle informazioni, che la Floridia dovrebbe svolgere". I capigruppo dei partiti di maggioranza in Commissione di Vigilanza Rai hanno indirizzato una missiva al presidente del Senato, Ignazio La Russa, per denunciare quello che definiscono uno "sconcertante episodio" legato all'operato della presidente della Commissione stessa, la senatrice del M5S Barbara Florida. A firmare il documento, datato 9 ottobre, sono stati Francesco Filini (capogruppo Fratelli d'Italia), Giorgio Maria Bergesio (capogruppo Lega), Roberto Rosso (capogruppo Forza Italia ), oltre a Mariastella Gelmini.
Il cuore della missiva riguarda la vicenda del giornalista Mario Sechi. I firmatari denunciano che la presidente Florida "ha divulgato un post sui social in cui ha fatto apparire un giornalista come fautore dell'affondamento delle imbarcazioni della cosiddetta Flotilla". Secondo i capigruppo, il post avrebbe travisato un ragionamento fatto da Sechi in televisione, con una frase "tolta dal contesto" che lo avrebbe fatto apparire come "il fautore di una sorta di affondamento generalizzato di imbarcazioni". La critica si inasprisce nel racconto della corrispondenza intercorsa tra la stessa Florida e Sechi, in cui la presidente: "non solo non avrebbe mostrato ravvedimento circa l'abuso fatto ai danni Sechi, ma lo avrebbe rivendicato in modo veramente opinabile". Il gesto, si legge nella lettera, ha esposto Sechi a "gravi pericoli, visto il clima che si respira sul conflitto in Medio Oriente". La missiva si conclude con un monito: "Far passare questo noto giornalista per una persona che auspica atti di un certo tipo lo espone a rappresaglie da parte di quanti dovessero scambiare la manipolazione con la realtà".
I capigruppo hanno quindi chiesto al presidente La Russa di considerare la condotta della presidente, che a loro avviso "va nella direzione esattamente opposta" rispetto alle "delicate funzioni" di una Commissione "che ha tra gli obiettivi anche quello di tutelare la libertà di stampa e il giornalismo".

(Adnkronos) - Sono quelli che programmano i codici che oggi sono alla base di tantissime nostre azioni quotidiane, dall’usare il pc o il telefonino fino alla lavatrice e altri elettrodomestici. Ma anche usare l’auto, prendere un ascensore e tantissime altre azioni. Sono i programmatori che operano nelle ‘fabbriche dei software’, un comparto che oggi in Italia conta tra le 1.500 e le 2mila aziende, come racconta ad Adnkronos/Labitalia Pierfrancesco Angeleri, presidente di Assosoftware, che aderisce al sistema Confindustriale ed è l’associazione delle aziende che sviluppano e commercializzano prodotti software in Italia, e non solo.
“Il software -afferma- oggi è dappertutto, in qualsiasi oggetto che tocchiamo c’è del software, anche nelle macchine, negli elettrodomestici. Praticamente oggi il software è qualcosa che è presente in tutte le componenti della vita delle persone, sia ‘aziendale’ che personale, famigliare. E’ invasivo e pervasivo. La stima sulle aziende che fanno primariamente lo sviluppo del software è tra le 1.500 e le 2mila in Italia. Noi riteniamo -continua- di rappresentare tra il 65 e il 70% del fatturato complessivo, in termini dimensionali, delle aziende che producono software in Italia. E’ un comparto che cresce ogni anno a doppia cifra, ci sono stati anni in cui è cresciuto del 20%, e quindi cresce molto più del Pil italiano”.
E la crescita potrebbe essere molto più sostenuta. “Oggi ci lavorano secondo la nostra stima -spiega Angeleri- circa 150mila persone, ma si potrebbe arrivare a 500mila, puntando sul settore come volano di crescita economica, cosa che nessun governo finora ha fatto. La componente più importante in un’azienda di software è la ‘fabbrica’, e con questa intendo persone che sviluppano software, programmano e producono codici. I nostri prodotti sono applicazioni che girano sui computer, su degli apparecchi dedicati. Applicazioni dietro le quali ci sono delle linee di codici e dietro di esse c’è la componente programmazione che è quella più significativa in termini umani e di risorse ed è la ‘fabbrica’ del software. E poi tutto intorno c’è un mondo di persone che progetta il software, lo ‘assiste’, lo vende. Ma tutto ruota intorno alla ‘fabbrica’ che crea l’oggetto, dietro la quale ci sono persone che stanno dietro un computer e producono prodotto intangibile che è il software”, sottolinea Angeleri.
Un prodotto, il software, che, secondo Angeleri, potrebbe fare la fortuna del nostro Paese, se solo a livello politico si decidesse di ‘puntare’ su di esso. “La potenzialità inespressa del settore -spiega- è grandissima, finora c’è sempre stata poca attenzione da parte di tutti i governi che si sono succeduti, nel pensare che questo settore potesse essere un volano per la crescita economica del Paese”. Oggi il ‘regno’ dello sviluppo dei codici dei software è l’India. “Lì ci sono più di 5 milioni di programmatori, noi come Paese non siamo mai stati attrattivi per diventare un luogo dove le grandi aziende del software, che non sono purtroppo quelle italiane, decidono di fare delle fabbriche. E questo nonostante Siamo un paese che ha delle eccellenti università, eccellenti università di informatica distribuite sul territorio, e con costi del personale assolutamente competitivi e agevolazioni anche importanti”, avverte.
E allora oggi serve “fare diventare questo comparto uno dei cavalli di battaglia per la crescita di questo Paese nei prossimi 5-10 anni. Attiriamo il mondo delle aziende del software a venire a lavorare in Italia, perché in Italia ci sono tutti gli elementi corretti per poter avere successo”, sostiene. Ma per Angeleri serve anche una svolta nella visione delle aziende, pubbliche e private, sull’oggetto software. “Nessuno -spiega- parla di rottamazione del software. Abbiamo un patrimonio applicativo software nelle aziende, nella pubblica amministrazione, molto molto vecchio, molto più vecchio di tutta la tecnologia in termini di tempo. Ancora all'interno delle banche girano codici di programmazione che hanno quarant'anni. I software moderni, oltretutto, sono molto meno energivori, molto più efficienti e quindi oggi la grande battaglia da fare è quella della rottamazione del software”.
Nel futuro delle aziende del software made in Italy per Angeleri è centrale l’intelligenza artificiale: “Per noi non costituisce assolutamente una minaccia, anzi, è una grandissima opportunità, perché ci permettere, ci permetterà di programmare molto più rapidamente, di rendere molto prodotti disponibili in tempi di sviluppo accorciati". "Molte delle aziende hanno già rilasciato delle applicazioni che utilizzano l'intelligenza artificiale, che è una grande opportunità per crescere, essere più rapidi, più efficaci, fornire più servizi”, conclude.

(Adnkronos) - Dal 16 al 19 ottobre 2025, torna nel centro storico 'Romadiffusa', il festival che celebra la città eterna contemporanea e creativa con il claim "Roma città odierna". Con oltre 60.000 mila presenze, più di 100 location iconiche coinvolte e oltre 200 tra artisti, musicisti e creativi, il festival accende i riflettori sulla Roma contemporanea e creativa, aprendo luoghi storici a contenuti inediti e non convenzionali. L’evento, giunto alla quarta edizione e curato da Sara D’Agati e Maddalena Salerno di Bla Studio, è inserito all’interno della Festa dell’Ansa Barocca promossa dal municipio I Roma Centro.
La manifestazione, realizzata grazie alla vittoria di un bando pubblico, si svolge con il patrocinio e il sostegno dell'assessorato alla Cultura, allo Sport e alle Politiche Giovanili del I municipio, guidato da Giulia Silvia Ghia: "Abbiamo creduto da subito e fortemente in questo progetto al punto da inserirlo su base triennale, nel palinsesto delle feste rionali del centro storico. Abbiamo bisogno di riappropriarci dei luoghi come cittadini e cittadine, ridarne un senso, e questo vale soprattutto per le giovani generazioni di romani e romane. Un festival diffuso - continua l’assessore Ghia - per conoscere la città autentica, viva e sotto un’altra luce rispetto alla versione 'tutto solo per turisti' può dare impulso ad una diversa consapevolezza degli spazi pubblici e dunque ad un maggior rispetto e cura da parte di tutti".
Romadiffusa trasforma il centro storico in uno spazio creativo diffuso, unendo contenuti inediti e moderni a luoghi storici e tradizionali. Il festival propone un ricco palinsesto, per la maggior parte gratuito, che spazia tra diverse discipline. Il festival si svolge in diverse aree del centro storico, tra cui i rioni Regola, Ponte e Parione, con eventi e installazioni attive da giovedì 16 a domenica 19 ottobre.
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(Adnkronos) - Daniil Medvedev show a Shanghai. Il tennista russo è volato ai quarti di finale del Masters 1000 cinese, battendo Learner Tien, finalista a Pechino prima di essere battuto da Jannik Sinner, in tre set con il punteggio di 7-6 (8-6), 6-7 (1), 6-4 e provando così a risollevare una stagione fin qui disastrosa. Durante la partita Medvedev ha messo su un vero e proprio show, piegato dai crampi per il caldo e furioso con il giudice di sedia.
Le condizioni del torneo cinese continuano a essere al centro delle polemiche, dopo il ritiro di Sinner e i malesseri fisici accusati da diversi tennisti, tra cui Novak Djokovic. Durante il tie break del secondo set Medvedev ha accusato forti crampi alla gamba destra, appoggiandosi alla racchetta in una scena che ha ricordato quanto successo all'azzurro numero due del mondo contro Griekspoor. I problemi fisici sono durati per l'intera durata del tie break, tanto che il russo è riuscito a mettere a segno un solo punto.
Durante il match sono andati in scena diversi siparietti con il giudice di sedia. Proprio dopo il tie break del secondo set, Medvedev ha chiesto che fosse una raccattapalle a togliergli la maglia, completamente fradicia di sudore. La richiesta è stata respinta ed è stato un addetto al campo ad aiutarlo, tra evidenti smorfie poco entusiaste.
Medvedev ha poi preso, proprio al termine del secondo set, un warning per perdita di tempo, sfogando la sua ira contro l'arbitro: "Per tutta la vita ho servito e aspettato Rafa (Nadal, ndr) per 55 secondi. E tu mi dai una violazione del codice alla prima occasione. Ho giocato contro Rafa 5 volte, non c'è stata una volta in cui io ero pronto a servire e lui era pronto a rispondere. Non ha commesso una violazione del codice".
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