
(Adnkronos) - "L’Italia corre ancora troppo poco sul fronte dell’alfabetizzazione digitale, sia sul piano dei singoli che su quello delle imprese. Dobbiamo puntare a entrare tra i primi 10 Paesi in Europa, sfruttando al meglio l’economia della digitalizzazione. Dobbiamo correre di più, con l’obiettivo di fare più impresa: alcuni dati sono confortanti, ma l’impegno deve continuare". A dirlo Gianni Potti, Presidente della Fondazione Comunica, presentando oggi a Roma, presso la Sala Caduti di Nassirya al Senato, l’edizione 2025 di DIGITALmeet, il più grande festival italiano sull’alfabetizzazione digitale, che prende il via il 20 ottobre e prosegue fino al 25 ottobre, con oltre 150 eventi organizzati in tutta Italia.
"La vera sfida della transizione digitale – sottolinea il Senatore Questore, Antonio De Poli in conferenza stampa - non è soltanto tecnologica ma profondamente umana. Possiamo avere infrastrutture avanzate e piattaforme all’avanguardia, ma se mancano le competenze diffuse rischiamo di ampliare le disuguaglianze invece di ridurle. Serve una nuova alfabetizzazione digitale, capillare e condivisa, che coinvolga scuola, università, imprese e istituzioni. È una sfida che riguarda la coesione sociale del Paese: il digital divide non è solo una frattura tecnologica, ma territoriale e generazionale. Investire sul capitale umano significa dare a tutti la possibilità di essere protagonisti del cambiamento, non spettatori ai margini”.
Sul tema, è intervenuto anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, che, partecipando al convegno organizzato da DIGITALmeet a Palazzo Giustiniani, Competenze Digitali e Istruzione, Verso una Nuova Alfabetizzazione, ha sottolineato che “avere confidenza con qualcosa è determinante per governarla e non esserne governati. L’alfabetizzazione digitale dei cittadini e delle imprese è per questo imprescindibile in questo momento storico. Con la legge italiana sull’intelligenza artificiale, da un lato consentiamo un uso sicuro dell’AI per i cittadini; dall’altro autorizziamo fino a 1 miliardo di euro di investimenti in equity e quasi-equity tramite il Fondo di sostegno al venture capital e CDP Venture Capital. Risorse che andranno a PMI innovative e start-up attive nei settori AI, cybersicurezza e telecomunicazioni”.
Su questo tema DIGITALmeet va oltre con una ricerca: “L’alfabetizzazione digitale si fa impresa: l’economia dei digital content creators”. Lo studio InfoCamere-DIGITALmeet analizza quante sono, come e dove operano le aziende che in Italia hanno come core business la creazione di contenuti: quanti digital creator oggi hanno fatto il salto di qualità e sono diventati imprenditori? In Italia le società che si occupano esclusivamente (core) o parzialmente (ibride) di questo tipo di business sono circa 25 mila, delle quali 15 mila le core.
La top 5 delle regioni ad alto tasso di content creation – aziende core - è composta da: Lombardia (5.700), Lazio (4.600), Campania (2.400), Veneto (1.600), Sicilia ed Emilia-Romagna a pari merito (1.500). L’evoluzione temporale evidenzia una crescita esponenziale del numero di imprese tra il 2015 e il 2024. In otto anni il totale delle Digital Content Creator è aumentato del +185% (da 8.918 a 25.429 imprese), con un ritmo più intenso per le core che triplicano (+206%, da 5.219 a 15.986) rispetto alle ibride (+155%, da 3.699 a 9.443 imprese). Il valore della produzione – il fatturato – per le core è schizzato da 9 a 16 miliardi di euro (con una verticale sul fatturato da 11 a 16 miliardi di euro in 4 anni: dal 2021 a oggi). Le ibride sono passate da 2.2 miliardi a 4.7: crescita molto rilevante (dal 2021 a oggi: da 2.8 a 4.7 miliardi di euro).
“Le competenze digitali – spiega Paolo Gubitta, professore ordinario di organizzazione aziendale, Università di Padova e coordinatore scientifico della ricerca Infocamere - diventano motore di inprenditorialità e aprono spazi inediti che non hanno bisogno di grandi capitali e così nascono le imprese che abbimo definito Core. Il Digital Content Creator non è più un comunicatore amatoriale, ma un nuovo soggetto imprenditoriale, che opera all’intersezione tra creatività, tecnologia e modelli di business data-driven. L’accesso diffuso agli strumenti digitali ha ridotto le barriere finanziarie all’ingresso: sono sufficienti le skill digitali, una connessione e abilità narrative per trasformare un’idea in un progetto economico. È in questo spazio che la creator economy ha trovato terreno fertile, dando origine a migliaia di microimprese che nascono attorno a un canale, un format o una community. Le imprese ibride invece sono aziende che fanno altro ma che incorporano queste nuove competenze legate ai nuovi media e ne beneifciano nella crescita: sia in chiave numerica che di valoire della produzione”.
“Le competenze digitali – sottolinea Alessandro Sperduti, del Dipartimento di Matematica “Tullio Levi-Civita’’ dell’Università di Padova, Direttore del Centro Augmented Intelligence Fondazione Bruno Kessler – sono fondamentali per il futuro delle persone e del Paese. Dobbiamo lavorare per ridurre il divario rispetto alle altre nazioni europee, in modo da permetterci di essere protagonisti anche nell’ambito delle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale. Le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale, infatti, stanno sempre più permeando gli ambiti sociali e produttivi delle nazioni avanzate, con un valore di mercato stimato dalle Nazioni Unite di 4,8 trilioni di dollari entro il 2033”.
Per Gianni Dal Pozzo, AD di Considi, la sfida nel campo dell'alfebtizzaizone digitale è la difesa, protezione e custodia dei dati in particolare quelli aziendali: "il vero patrimonio delle aziende risiede nei dati aziendali percio' abbiamo imparato a lavorare con gli LLM: i Large Language Model ossia il sistema di apprendimento su vasta scala dell'AI, deputato alla generazione di sintesi e testi. Spesso assistiamo a casi dove contratti e relazioni vengono caricati su sistemi di IA per ottenere rapidamente un risssunto: è in quel momento che stiamo cedendo dati preziosi. La sfida oggi è usare gli LLM su dati proprietari riuscendo a preservarli".
Il messaggio che DIGITALmeet vuole diffondere è più che mai attuale: “Serve che chi oggi ha a cuore l’innovazione faccia una scelta: mettere a disposizione le proprie competenze per non perdere il treno del futuro. Il capitale umano è quel pilastro necessario che consente quella integrazione indispensabile con le nuove tecnologie. L’AI, ad esempio, non è uno strumento da temere o rifuggire, piuttosto è un’opportunità unica da saper governare” – conclude Potti.
Leggi tutto: Presentato a Roma il festival DigitalMeet 2025, 150 eventi in tutta Italia

(Adnkronos) - Sale la tensione tra Stati Uniti e Cina sulla questione dei dazi. "Sto valutando un massiccio incremento dei dazi sui prodotti cinesi che arrivano negli Stati Uniti" ha scritto in un post su Truth il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riferendosi alle restrizioni all'export di terre rare da parte della Cina, aggiungendo che "ci sono molte altre contromisure che sono, allo stesso modo, sotto seria considerazione" perché, attacca, "stanno diventando molto ostili".
"Fra due settimane dovrei incontrare il presidente Xi alla Cooperazione Economica Asia-Pacifico in Corea del Sud, ma ora non sembrano esserci motivi per farlo", ha aggiunto Trump. Era stato lo stesso Trump, dopo il colloquio telefonico con Xi del 19 settembre, ad annunciare - sempre via Truth - di aver "concordato" con il leader cinese che "ci incontreremo al vertice Apec in Corea del Sud, andrò in Cina all'inizio del prossimo anno e il presidente Xi verrà negli Stati Uniti al momento opportuno".
Era stato il secondo colloquio telefonico con il leader cinese dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, ma il terzo dall'inizio dell'anno. La Cina è sempre rimasta in silenzio sulla possibilità di incontri futuri.

(Adnkronos) - Giornata clou per il Meeting degli Eroi Digitali, l'atteso appuntamento annuale organizzato dall’azienda di Pesaro Nethesis, dedicato alla sua community di partner e professionisti del mondo Ict. ‘La grande onda’, questo il titolo della 13a edizione, arriva per la prima volta a Rimini e fa il record di iscritti, con oltre 1000 presenze. “Ciascuno di noi si trova continuamente di fronte a grandi onde, circostanze inevitabili che non possiamo esimerci dall’affrontare”, ha detto Cristian Manoni Ceo di Nethesis spiegando il tema di quest’anno. “A far la differenza è il modo con cui ci stiamo di fronte: o cavalchiamo l’onda o ce ne facciamo travolgere”. Occasione unica per incontrarsi e rafforzare le relazioni, il meeting mette al centro le persone e la condivisione di esperienze rispetto ai numeri e ai piani economici, con l'obiettivo di ispirare, apprendere e fare networking su temi cruciali come Intelligenza Artificiale, Cybersecurity e Open Source. (Foto)
Proprio la giornata di oggi ha visto una sessione plenaria mattutina dedicata a un confronto aperto sulle sfide e le opportunità che stanno trasformando il settore Ict. Sul palco, tra gli altri, sono saliti: Emanuele Frontoni, co-director del Vrai Lab, tra gli scienziati più citati al mondo secondo la lista ‘World’s top 2% scientists’ e Marco Misitano del Comitato Scientifico di Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica).
“Occorre sempre più consapevolezza per cavalcare l’onda dell’Intelligenza Artificiale”, ha detto Frontoni, con una sempre maggiore collaborazione tra esseri umani e macchine, che vanno trattate come tali e non come persone. C’è anche una sfida etica, soprattutto per l’Europa, ha poi sottolineato, e le aziende che già fanno uso di AI devono generare sempre più fiducia su questi temi. “È anche una bella occasione per chiederci cosa vuol dire essere umani”.
Marco Misitano, che è anche Past President del Capitolo Italiano di ISC2 (International Information System Security Certification Consortium), ha fornito il quadro attuale delle minacce di Cyber Security nel mondo. “A riguardare l’Italia sono il 10% degli attacchi e questo deve far riflettere su quanto si tratti ormai di un tema culturale non più per addetti ai lavori, ma che riguarda tutti”. Misitano ha parlato anche dell’importanza della sovranità dei dati e ha evidenziato l’importanza di soluzioni open source come quelle sviluppate da Nethesis.
E c’era grande attesa anche per lo show di Paolo Cevoli, che ha divertito la platea degli Eroi Digitali ripercorrendo alcune storie di ‘eroi analogici’, come il grande Enea. Tra aneddoti esilaranti e storie di marketing romagnolo, il comico riccionese ha anche fatto riflettere il pubblico sull’importanza del ‘servire’ nel proprio lavoro: “se non servi, non servi” e ha mostrato quanto sia importante la riscoperta creativa delle proprie origini per la rinascita della nostra società.
Nethesis è un’Open Company, è il principale produttore italiano di soluzioni Open Source per il business. Dal 2003 prepara i propri partner e clienti al futuro dell’ICT, creando un ponte tra l’innovazione dell’Open Source e il business. I valori dell’Open Source, come la meritocrazia, la creazione di community e la trasparenza hanno trasformato il suo approccio al lavoro e alla vita. I numeri: 50 persone (+15 negli ultimi 3 anni, età media 39 anni); quasi 600 partner (+100 negli ultimi 2 anni); 35000 installazioni enterprise attive; 500000 utenti enterprise stimati; 40000 installazioni community attive in 122 Paesi.
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(Adnkronos) - Le donne che si macchiano di un terribile reato come il "neonaticidio, così chiamato perché il bambino viene ucciso nelle prime 24-48 ore dalla sua nascita, sono pochissime". In Italia ci sono "5-6 casi di neonaticidi all'anno, fortunatamente un numero contenuto. A commetterli sono sempre giovani donne, non sposate, senza lavoro né affetti e appoggio familiare. I loro rapporti con le famiglie sono spesso conflittuali e degradati. Ma soprattutto sono donne che negano la gravidanza a loro stesse e ai familiari, tanto da volersene liberare nel più breve tempo possibile". È l'analisi dello psichiatra Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di Psichiatria dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, che all'Adnkronos Salute prova a spiegare cosa scatta nella mente di una giovane donna tanto da spingerla a uccidere il suo neonato. Un reato di cui è accusata una 25enne di Reggio Calabria che nel 2024 avrebbe soffocato i due gemelli appena partoriti e che, secondo gli inquirenti, già nel 2022 avrebbe partorito e soppresso il corpo del neonato appena dato alla luce.
"A differenza dell'infanticidio, commesso dalla madre entro l'anno di vita del bambino, e del figlicidio, dopo 1 anno di vita - precisa Mencacci - la donna che uccide il neonato entro un brevissimo lasso di tempo non è affetta da depressione post partum o da depressione delirante, non ha la sindrome di Medea, semplicemente nega la gravidanza e fa di tutto per liberarsene in 1 o 2 giorni. Lo testimonia anche un altro caso di cronaca a Vignale di Traversetolo, nel Parmense", dove una 22enne è accusata di avere ucciso i suoi due neonati tra il 2023 e il 2024 e di averli sotterrati nel giardino della villa di famiglia.
"Parliamo di gravidanze non desiderate e negate, nel senso che la donna non riconosce, non accetta di essere incinta - sottolinea l'esperto - Adesso, nel caso di Reggio Calabria, bisognerà sottoporre la 25enne a perizia psichiatria per capire se il neonaticidio che ha commesso è avvenuto mentre era in uno stato di dissociazione oppure di choc oppure di negazione totale della gravidanza. La motivazione che l'ha spinta? Liberarsi del problema, perché subito dopo la nascita dei due gemelli li ha soffocati, abbandonati e occultato i loro corpi". Secondo il codice penale "per l'infanticidio la donna rischia dai 4 ai 12 anni di reclusione. Verrà seguita dal punto di vista psichiatrico. Per lei ora si apriranno le porte delle Rems, Residenze esecuzione misure sicurezza, ma bisognerà stabilire se ha agito da sola o se è stata aiutata da un complice", conclude Mencacci.

(Adnkronos) - "Gli Stati Uniti puniranno la Norvegia se Trump non riceverà il Nobel per la Pace?". Così si chiedeva la principale emittente norvegese, Nrk, poco prima che il comitato di Oslo annunciasse la decisione di conferire a Maria Corina Machado, la leader dell'opposizione venezuelana, il riconoscimento, una decisione i che i media norvegesi temono che venga interpretato come "un attacco a Trump", dopo che l'aggressiva campagna pubblica condotta dal presidente americano per rivendicare il premio ha gettato "un'ombra politica" sul Nobel 2025.
Il primo commento arrivato direttamente dal capo della Comunicazione della Casa Bianca, Steven Cheung, l'ex portavoce delle campagne elettorali del tycoon, è stato tagliente nei confronti del comitato norvegese del Nobel, accusato di aver "dimostrato di preferire la politica alla pace", affermando che il presidente Trump "ha il cuore di umanitario" e "continuerà a fare accordi di pace, mettere fine a guerre e salvare vite". Nella dichiarazione di Cheung non viene attaccata, e neanche nominata Machado, che è molto vicina a Washington e all'amministrazione Trump.
Di "una sensazione di paura" per una rappresaglia del notoriamente vendicativo Trump, parla apertamente Benedicte Bull, docente di Scienze Politiche dell'Università di Oslo, sottolineando l'eccezionalità della situazione per un premio che di solito è "relativamente non controverso". "E' molto imprevedibile quello che possa succedere come reazione", conclude il docente citato dal Washington Post.
"Quando un presidente è così imprevedibile e autoritario, ovviamente bisogna essere preparati a tutto", ha dichiarato al Guardian, Kirsti Bergsto, la leader del Partito Socialista di sinistra, che è nella coalizione di centro sinistra guidata dal laburista Gahr Store che a settembre è stata confermata al governo, suggerendo di "non essere sicura che Trump sappia" che il comitato del Nobel, composto da cinque membri scelti dal Parlamento, opera in modo indipendente dal governo norvegese dal quale ovviamente non arrivano commenti ufficiali.
"I premi della pace sono ottenuti con un impegno duraturo, non con capricci sui social media e intimidazioni", è l'affondo al presidente americano di Aril Hermstad, leader dei Verdi norvegesi. Infine, l'ex ministro degli Esteri e ambasciatore, Jan Petersen, intervistato dalla Nrk riconosce come nel mondo il premio viene considerato collegato al governo, e quindi avvisa che "le autorità norvegesi dovrebbero essere pronte alle reazioni degli Usa, anche se speriamo e crediamo che non arriveranno".
In realtà, la Norvegia in passato ha dovuto fronteggiare rappresaglie internazionali per i premi conferiti, in particolare la reazione irata cinese per il riconoscimento, dato nel 2010 allo scrittore e dissidente Liu Xiaobo, con Pechino che tagliò le relazioni diplomatiche per diversi anni. Ma ora la situazione sarebbe diversa, perché sarebbe la reazione di un leader potente che si sentiva in diritto di ricevere il premio.
Leggi tutto: Trump senza Nobel, la Norvegia teme ritorsioni per il 'premio negato'

(Adnkronos) - "Misure per l'attuazione della proposta del presidente Trump per la fine totale della guerra a Gaza". Si intitola così il testo in sei punti, più gli allegati, dell'intesa firmata ieri da Israele, Hamas e i mediatori sulla prima fase del piano del presidente americano per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Ecco il testo del documento:
1) Il presidente Trump annuncia la fine della guerra nella Striscia di Gaza e che le parti hanno concordato di attuare le misure necessarie a tal fine.
2) La guerra terminerà immediatamente dopo l'approvazione del governo israeliano. Tutte le operazioni militari, compresi i bombardamenti aerei e di artiglieria e le operazioni di targeting, saranno sospese. Durante il periodo di 72 ore, la sorveglianza aerea sarà sospesa sulle zone da cui le forze dell'Idf si sono ritirate.
3) Inizio immediato dell'ingresso completo degli aiuti umanitari e dei soccorsi, come stabilito nella proposta e, come minimo, in conformità con l'accordo del 19 gennaio 2025 relativo agli aiuti umanitari. Le misure di attuazione degli aiuti umanitari e dei soccorsi sono allegate al presente documento.
4) Le Idf si ritireranno dalle 10 linee concordate come da mappa allegata al presente documento, e questo avverrà dopo l'annuncio del presidente Trump ed entro 24 ore dall'approvazione del governo israeliano. Le Idf non torneranno nelle aree da cui si è ritirata, a condizione che Hamas attui pienamente l'accordo.
5) Entro 72 ore dal ritiro delle forze israeliane, tutti gli ostaggi israeliani, vivi e deceduti, detenuti a Gaza saranno rilasciati (elenco allegato).
a. Non appena le Idf avranno completato il ritiro, Hamas inizierà a indagare sulla situazione degli ostaggi e a raccogliere tutte le informazioni che li riguardano. Hamas fornirà un riscontro e comunicherà i risultati delle sue indagini attraverso il meccanismo di condivisione delle informazioni di cui al punto seguente. Israele fornirà informazioni sui prigionieri e sui detenuti palestinesi della Striscia di Gaza detenuti in Israele.
b. Entro 72 ore, Hamas rilascerà tutti gli ostaggi vivi, compresi quelli detenuti dalle fazioni palestinesi a Gaza.
c. Entro 72 ore, Hamas rilascerà i resti degli ostaggi deceduti in suo possesso e quelli in possesso delle fazioni palestinesi a Gaza.
d. Hamas condividerà, entro 72 ore, tutte le informazioni ottenute relative agli ostaggi deceduti rimanenti attraverso il meccanismo di condivisione delle informazioni di cui al paragrafo (e) di seguito. Israele fornirà informazioni sui resti dei cittadini di Gaza deceduti detenuti da Israele.
e. Istituzione di un meccanismo di condivisione delle informazioni tra le due parti attraverso i mediatori e il Comitato internazionale della Croce rossa, per scambiare informazioni e intelligence su eventuali ostaggi deceduti rimasti che non sono stati recuperati entro le 72 ore o sui resti dei cittadini di Gaza detenuti da Israele. Il meccanismo garantirà che i resti di tutti gli ostaggi siano completamente e in sicurezza riesumati e rilasciati. Hamas farà il massimo sforzo per adempiere a questi impegni il più presto possibile.
f. Quando Hamas rilascerà tutti gli ostaggi, Israele rilascerà parallelamente il corrispondente numero di prigionieri palestinesi secondo gli elenchi allegati.
g. Lo scambio di ostaggi e prigionieri avverrà secondo le modalità concordate tramite i mediatori e l'Icrc, senza cerimonie pubbliche né copertura mediatica.
6. Sarà costituita una task force composta da rappresentanti degli Stati Uniti, del Qatar, dell'Egitto, della Turchia e di altri Paesi concordati dalle parti, con il compito di seguire l'attuazione dell'accordo con entrambe le parti e di coordinarsi con esse.

(Adnkronos) - "Misure per l'attuazione della proposta del presidente Trump per la fine totale della guerra a Gaza". Si intitola così il testo in sei punti, più gli allegati, dell'intesa firmata ieri da Israele, Hamas e i mediatori sulla prima fase del piano del presidente americano per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Ecco il testo del documento:
1) Il presidente Thump annuncia la fine della guerra nella Striscia di Gaza e che le parti hanno concordato di attuare le misure necessarie a tal fine.
2) La guerra terminerà immediatamente dopo l'approvazione del governo israeliano. Tutte le operazioni militari, compresi i bombardamenti aerei e di artiglieria e le operazioni di targeting, saranno sospese. Durante il periodo di 72 ore, la sorveglianza aerea sarà sospesa sulle zone da cui le forze dell'Idf si sono ritirate.
3) Inizio immediato dell'ingresso completo degli aiuti umanitari e dei soccorsi, come stabilito nella proposta e, come minimo, in conformità con l'accordo del 19 gennaio 2025 relativo agli aiuti umanitari. Le misure di attuazione degli aiuti umanitari e dei soccorsi sono allegate al presente documento.
4) Le Idf si ritireranno dalle 10 linee concordate come da mappa allegata al presente documento, e questo avverrà dopo l'annuncio del presidente Trump ed entro 24 ore dall'approvazione del governo israeliano. Le Idf non torneranno nelle aree da cui si è ritirata, a condizione che Hamas attui pienamente l'accordo.
5) Entro 72 ore dal ritiro delle forze israeliane, tutti gli ostaggi israeliani, vivi e deceduti, detenuti a Gaza saranno rilasciati (elenco allegato).
a. Non appena le Idf avranno completato il ritiro, Hamas inizierà a indagare sulla situazione degli ostaggi e a raccogliere tutte le informazioni che li riguardano. Hamas fornirà un riscontro e comunicherà i risultati delle sue indagini attraverso il meccanismo di condivisione delle informazioni di cui al punto seguente. Israele fornirà informazioni sui prigionieri e sui detenuti palestinesi della Striscia di Gaza detenuti in Israele.
b. Entro 72 ore, Hamas rilascerà tutti gli ostaggi vivi, compresi quelli detenuti dalle fazioni palestinesi a Gaza.
c. Entro 72 ore, Hamas rilascerà i resti degli ostaggi deceduti in suo possesso e quelli in possesso delle fazioni palestinesi a Gaza.
d. Hamas condividerà, entro 72 ore, tutte le informazioni ottenute relative agli ostaggi deceduti rimanenti attraverso il meccanismo di condivisione delle informazioni di cui al paragrafo (e) di seguito. Israele fornirà informazioni sui resti dei cittadini di Gaza deceduti detenuti da Israele.
e. Istituzione di un meccanismo di condivisione delle informazioni tra le due parti attraverso i mediatori e il Comitato internazionale della Croce rossa, per scambiare informazioni e intelligence su eventuali ostaggi deceduti rimasti che non sono stati recuperati entro le 72 ore o sui resti dei cittadini di Gaza detenuti da Israele. Il meccanismo garantirà che i resti di tutti gli ostaggi siano completamente e in sicurezza riesumati e rilasciati. Hamas farà il massimo sforzo per adempiere a questi impegni il più presto possibile.
f. Quando Hamas rilascerà tutti gli ostaggi, Israele rilascerà parallelamente il corrispondente numero di prigionieri palestinesi secondo gli elenchi allegati.
g. Lo scambio di ostaggi e prigionieri avverrà secondo le modalità concordate tramite i mediatori e l'Icrc, senza cerimonie pubbliche né copertura mediatica.
6. Sarà costituita una task force composta da rappresentanti degli Stati Uniti, del Qatar, dell'Egitto, della Turchia e di altri Paesi concordati dalle parti, con il compito di seguire l'attuazione dell'accordo con entrambe le parti e di coordinarsi con esse.

(Adnkronos) - "La cardiologia è stata una punta di diamante per decenni, ma è stata superata da altre branche della medicina, quali l'ematologia, l'oncologia, la reumatologia, che hanno compiuto un grande passo in avanti nella personalizzazione della ricerca e della terapia sul singolo paziente". Lo ha detto Michele Senni, direttore di Cardiologia 1 e Dipartimento Cardiovascolare dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo e professore di Cardiologia all'università Bicocca di Milano, nel suo intervento ieri a Roma all'evento Investigator's Meeting, su varie aree della ricerca clinica che AstraZeneca conduce in Italia, che ha visto il coinvolgimento di oltre 160 clinici.
"Le malattie cardiovascolari sono fortemente impattanti sulla vita del paziente - ha evidenziato Senni - La ricerca clinica permette di allungare la vita dei pazienti e di migliorarla, costituisce inoltre un potente motore di avanzamento delle strutture sanitarie, perché migliora la qualità delle cure. E' uno stimolo importante per i professionisti che lavorano in queste strutture". Per Senni la ricerca necessita però di una sinergia tra pubblico, privato e aziende farmaceutiche: "Credo che la collaborazione tra sanitari e aziende farmaceutiche sia fondamentale. Le farmaceutiche - ha spiegato - permettono di portare avanti delle ricerche difficilmente sostenibili dalle singole strutture, anche quelle di ricerca pubblica. Dall'altra parte il sistema sanitario può garantire quella rete di ospedali e ambulatori che forniscono la disponibilità di pazienti su cui vengono testati i nuovi farmaci".
Leggi tutto: Ricerca, Senni (UniMiB): "In cardiologia è fondamentale, malattie cuore impattanti"

(Adnkronos) - "Negli ultimi anni grazie alla ricerca sono stati fatti numerosi passi in avanti nella diagnosi e nella gestione delle patologie respiratorie. Quello che probabilmente ancora rappresenta un importante unmet need è arrivare a un livello che vada oltre il controllo ottimale di malattia". Lo ha detto Matteo Bonini, professore ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio, Sapienza università di Roma, ieri a Roma in occasione dell'evento Investigator's Meeting, su varie aree della ricerca clinica che AstraZeneca conduce in Italia, che ha visto il coinvolgimento di oltre 160 clinici.
"L'oncologia, la reumatologia e altri settori - ha spiegato Bonini - ci hanno insegnato come si possa ambire alla cura della patologia, 'on treatment' o 'off treatment', e avere questo tipo di ambizione, alla luce della possibilità di diagnosi endo-tipiche e di strategie di terapia telorizzate e individualizzate sul singolo paziente, credo sia un obbligo per tutti i professionisti del Sistema sanitario. Oltre all'ambizione della cura, al momento noi siamo abituati a trattare le patologie in base allo stato con cui si presentano, con una valutazione che è prevalentemente di tipo trasversale, andando a vedere il rischio retroattivamente di riacutizzazioni e la sintomatologia attuale riferita al paziente. Avere invece un approccio che miri al rischio futuro, e che miri a identificare le traiettorie di patologia per quanto prima fare un'azione precoce predicendone la prognosi, sicuramente può rappresentare un ulteriore passo avanti".
"Almeno a livello italiano - ha evidenziato l'esperto - c'è la necessità di avere un livello di formazione decisamente più elevato per tutti gli interpreti della ricerca clinica, medici, infermieri e tutte le altre figure che partecipano attivamente alla conduzione di un trial randomizzato controllato. Avere un'appropriata formazione del personale va di pari passo con avere anche un'appropriata formazione delle strutture e dare la possibilità di prevedere in anticipo quelle che possono essere le necessità della conduzione dello studio, prevedendo quelle che saranno le necessità di arruolamento e anticipando così qualsiasi possibile imprevisto".
E su come la ricerca e la partnership tra pubblico e privato possano accelerare l'accesso a terapie innovative in un campo come quello delle patologie respiratorie in cui c'è bisogno di una medicina sempre più personalizzata, Bonini non ha dubbi: "Penso che, anche alla luce delle esperienze precedentemente fatte in Inghilterra e negli Stati Uniti, la partnership tra pubblico e privato, in particolar modo fra accademia e industria, sia fondamentale. Da un confronto di interpreti che provengono da mondi diversi e ragionano in diverso modo, credo ne esca sempre un risultato migliorato e migliorativo. Lo scambio di idee, il confronto, la messa in discussione sono fondamentali - ha concluso - Esiste un know-how attualmente dell'industria che non è disponibile nell'accademia, e viceversa. Quindi questo tipo di collaborazione stretta e finalizzata al raggiungimento di un obiettivo comune sicuramente può portare a dei risultati ancora più di soddisfazione rispetto a quello che stiamo facendo al momento attuale".

(Adnkronos) - Promuovere un confronto sull'idrogeno come vettore energetico a partire da soluzioni industriali nella mobilità collettiva: dall'illustrazione di casi d'uso italiani in corso di realizzazione all’apertura di un dialogo più ampio sul mercato e sulle sfide attuali. Oggi, nella sala vip del Padiglione Italia di Expo 2025 di Osaka, si tiene l'incontro 'Progettare la società futura per le nostre vite: una regione che punta a decarbonizzare la mobilità attraverso l’idrogeno', realizzato da Fnm in collaborazione con Regione Lombardia.
All’incontro, a cui partecipano rappresentanti di imprese, università e centri di ricerca giapponesi, ma non solo, sono presenti l'assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, che ha inviato un messaggio, il presidente di Fnm Andrea Gibelli, il presidente di Ferrovienord Pier Antonio Rossetti, il presidente di Milano Serravalle - Milano Tangenziali Elio Catania, il direttore strategia e sviluppo di Fnm Stefano Erba, il direttore direzione tecnica di Milano Serravalle-Milano Tangenziali Alessandro Torrini, il direttore commerciale e business development di Alstom Marco Biffoni, il direttore idrogeno di Edison Next Gabriele Lucchesi, il chief operating officer di Sea Aeroporti di Milano Alessandro Fidato.
"Grazie all’occasione del convegno organizzato con Fnm a Expo -spiega l'assessore lombardo alle Infrastrutture e opere pubbliche, Claudia Maria Terzi- abbiamo potuto parlare di mobilità ferroviaria sostenibile illustrando il 'modello Lombardia', confrontandoci con una realtà come quella giapponese, leader nella produzione di energia alternativa e negli investimenti per la ricerca di innovative tecnologie per la transizione verde. Il progetto H2iseO, che prevede la circolazione dei treni a idrogeno lungo la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, attualmente alimentata a diesel, conferma l’impegno e l’interesse di Regione verso progetti dal forte carattere innovativo. L’auspicio è che dal confronto tenutosi oggi nascano sinergie virtuose tra Paesi all’insegna della condivisione di competenze finalizzata al futuro della mobilità sostenibile".
"Siamo felici di aver avuto l’opportunità, grazie a Regione Lombardia e a Padiglione Italia, di presentare in un contesto internazionale così prestigioso i progetti del Gruppo Fnm -afferma il presidente di Fnm, Andrea Gibelli-. Il nostro piano strategico fissa importanti obiettivi di efficienza energetica e riduzione delle emissioni, da raggiungere attraverso lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile. Il progetto H2iseO e la rete di stazioni di rifornimento stradale a idrogeno rappresentano un passo avanti fondamentale in questa direzione, che si affianca alle molte altre azioni che il Gruppo sta portando avanti, come il rinnovo delle flotte e l’impegno nella produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile".
"Da un punto di vista infrastrutturale -sottolinea il presidente di Ferrovienord, Pier Antonio Rossetti- il progetto H2iseO rappresenta una sfida importante per Ferrovienord che ha lavorato e continua a lavorare con grande impegno e dedizione per realizzare tutti gli impianti e le opere infrastrutturali necessarie all’avvio del servizio commerciale del treno. Voglio anche ribadire come la nostra azione abbia come obiettivi principali l’efficienza e la sostenibilità oltre naturalmente alla massima attenzione alle tematiche della sicurezza".
"Il progetto serraH2valle -dichiara il presidente di Milano Serravalle Milano Tangenziali, Elio Cosimo Catania- rappresenta un’iniziativa strategica, per la società e per il Gruppo, che punta alla realizzazione della prima rete italiana di stazioni di rifornimento a idrogeno, destinata sia al traffico veicolare leggero che a quello pesante. L'infrastruttura sorge in un'area di primaria importanza per il trasporto e la logistica lungo l’asse Europa–Genova, favorendo i collegamenti verso la Svizzera e la Germania. Con questo progetto intendiamo infatti promuovere l’utilizzo di veicoli a idrogeno, in particolare nel trasporto pubblico e nella logistica, contribuendo in modo concreto alla transizione verso una mobilità a zero emissioni e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del trasporto su gomma".
Leggi tutto: Fnm a Expo Osaka, confronto su idrogeno per decarbonizzare mobilità

(Adnkronos) - L’Intelligenza artificiale può allargare le maglie di un tessuto sociale già debole, dividendo la popolazione in due profili sociali distinti: da un lato, coloro che avranno la possibilità di assicurarsi gli skill giusti per navigare nel mercato del lavoro; dall’altro, un segmento di popolazione incapace di orientarsi in un mondo sempre più complesso. E' soprattutto di questi ultimi che si occupano i centri per l’impiego italiani: un apparato composto da oltre 600 sportelli su tutto il territorio e in cui lavorano circa 20.000 dipendenti. Eppure, il nostro Paese continua a essere, in Europa, tra gli ultimi in termini di spesa sui servizi per l’impiego: nel 2023 l’Italia vi ha dedicato lo 0,051% del Pil, contro la media dello 0,18 europea e lo 0,3 di Germania e Danimarca.
Emerge dalla ricerca realizzata dall’Eurispes che ha indagato i mercati del lavoro regionali e la sfida posta dall’Intelligenza artificiale. Lo scopo dell’analisi è di accorciare le distanze del mismatch tra la domanda e l’offerta in un Paese dove coesistono zone di carenza di manodopera con ampie sacche di disoccupazione. Risulta pressoché impossibile anticipare la domanda di competenze che saranno richieste nei prossimi anni dal mondo delle imprese. Così come risulta difficile capire quali professioni si salveranno e quali scompariranno di fronte ai nuovi scenari ipotizzati soprattutto dall’uso massiccio dell’Ia.
La spinta alla digitalizzazione provoca profonde trasformazioni dei processi organizzativi, delle competenze professionali e dei modelli di business. I principi fondamentali delle trasformazioni digitali possono essere raggruppati in quattro grandi categorie: la grande accessibilità delle informazioni; l’utilizzo dei dati sensibili, soprattutto ad uso e consumo del sistema delle imprese; la condivisione e diffusione delle idee attraverso i social network; la cooperazione reticolare tra le realtà organizzative. La grande accessibilità delle informazioni non ha portato fin qui alla sua democratizzazione, e qualche istituzione regionale può assumerle come un vincolo più che come un’opportunità. Il cambiamento sotteso alla digitalizzazione richiede la presenza di inedite competenze professionali. Le figure professionali in fieri venute alla luce sono tante, e i loro contorni sono tutt’altro che nitidi, molte di loro nascono e scompaiono con una certa facilità. Dato che gli algoritmi sono una questione che attiene più alla logica che alle materie Stem, le imprese tecnologiche hanno bisogno di umanisti, che si richiamino alla psicologia, sociologia, antropologia, ma soprattutto alla filosofia.
Il nuovo scenario è descritto come un passaggio dalla società industriale del lavoro alla società reticolare delle attività, nella quale il lavoro è concepito ed esercitato come attività relazionale; in questo caso bisogna pensare, coordinare, comunicare, il resto lo faranno le macchine. Per questo le soft skill segneranno il mercato del lavoro. Le competenze tecnico-professionali assumono un’importanza minore nell’ambito delle attività svolte in un contesto organizzato. Al contrario, le competenze trasversali hanno più rilevanza sui più recenti modi di lavorare. Le competenze tecnico-informatiche rappresentano solo una parte dei requisiti richiesti dalle imprese, mentre la componente relazionale occupa un ruolo sempre più determinante.
Lo scopo della ricerca condotta dall’Eurispes è di fornire un quadro generale della situazione attuale dei servizi per l’impiego italiani, oggetto di importanti riforme e investimenti negli ultimi anni. Per fare ciò sono stati intervistati operatori e dirigenti secondo la metodologia della ricerca sociale al fine di condurre un’analisi qualitativa. Le interviste realizzate con Natale Forlani, presidente dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp), e Tiziano Treu, ex-ministro del Lavoro hanno permesso ai ricercatori di elaborare una prima bozza delle potenzialità e delle problematiche esistenti a livello nazionale e di stilare una traccia di intervista, semi strutturata, per le singole Regioni.
Sono state proposte in videochiamata agli intervistati 9 domande, ognuna delle quali corrispondente a un ambito tematico, alle quali hanno risposto le seguenti Regioni: Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna e Veneto. Secondo l’analisi qualitativa prescelta per elaborare i dati, sono stati ipotizzati tre modelli sintetici di comportamento per le strutture analizzate: modello di galleggiamento, un set, di agenzie regionali che cercano di barcamenarsi tra vincoli normativi imposti dal contesto generale, modello normativo/burocratico, un sistema che segue alla lettera le norme prescritte dagli organi sovraordinati, modello liberale/creativo che si discosta di più dal reticolo di norme dettate dal contesto culturale, si concede spazi di autonomia e sceglie strade creative.
Attraverso la lettura critica del mercato del lavoro si può tracciare uno scenario che lascia emergere una nuova cultura delle soft skill, che richiede capacità creative, di comunicazione, di apprendimento e di attenzione alla qualità, non solo per chi ricopre profili manageriali. I dipendenti moderni hanno competenze tecniche più avanzate di un lavoratore del Novecento ma, allo stesso tempo, assimilabili a quest’ultimo per l’assoluta secondarietà delle competenze trasversali. L’esito di questo scenario è la riproposizione delle piramidi professionali all’interno delle quali ai lavoratori manuali si richiedono solo competenze tecniche, spesso ignorando quanto quelle soft siano importanti per mantenere aggiornate le prime, e ai secondi si richiede una lunga lista di competenze manageriali all’interno delle quali le abilità socio-relazioni rivestono un posto di tutto rispetto. Rileva la ricerca Eurispes.
La stratificazione insita nella piramide professionale è in buona parte all’origine del mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro. Per ragioni storiche e culturali il lavoro è sempre meno un privilegio e sempre più una necessità. Aumenta la distanza tra le richieste delle imprese e le aspettative di chi è dentro il mercato. Esso non è più il 'central life interest', come recita la letteratura sociologica del secolo scorso. Da qui le grandi trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche impongono di ricostruire la gerarchia dei valori e sospingono verso nuove prospettive di vita.
Per rispondere alla crisi economica e sociale generata dalla pandemia, ricorda la ricerca Eurispes sui centri per l'impiego, nel 2021 il Governo avvia il programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), con un fondo di 4,4 miliardi e l’obiettivo di raggiungere 3 milioni di beneficiari entro il 2025. L’iniziativa si propone di riformare radicalmente le politiche attive del lavoro in Italia, facilitando l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso percorsi personalizzati di orientamento, aggiornamento (upskilling) e riqualificazione (reskilling). A distanza di tre anni, si osserva come il programma abbia inciso profondamente sull’operatività dei cpi in cui si è passati da un approccio passivo, basato sull’iscrizione volontaria, a uno proattivo, che prevede la convocazione diretta degli utenti, specialmente i percettori di sostegno al reddito.
Sull’efficacia delle strategie di intervento si gioca una partita importante per i cpi e per il futuro del Paese: la priorità, oggi, è fornire forza-lavoro alle imprese che hanno difficoltà a reperire lavoratori e lavoratrici. Termini come 'servizio pubblico', 'sportello', 'profilo', 'competenze' e simili, sono in assoluto i più frequenti durante le interviste, a conferma della vocazione fortemente orientata ai bisogni degli utenti. Il cosiddetto mismatch è un punto focale in tutte le Regioni esaminate e le strategie per far fronte a questa crisi si dividono tra innovazione digitale e servizi sul territorio.
Un’altra novità che ha contribuito ad avvicinare l’utenza allo sportello è la dichiarazione di immediata disponibilità (did), un documento diventato necessario per certificare lo stato di disoccupazione o ricevere sussidi, che spesso rappresenta il primo passo per portare l’utente dentro un cpi da dove inizia l’iter di profilazione. Analogamente allo spazio fisico, anche le piattaforme online sono diventate luoghi con una migliore user experience dove è possibile utilizzare alcuni servizi derivanti da tecnologia basata sulla gestione di Big Data o Ia. Alcuni sono già delle realtà consolidate, come i chatbot in Veneto, che fornisce informazioni tramite un’interfaccia familiare per l’utente, oppure la piattaforma OrientaCalabria, che consente di generare una lettera di presentazione utilizzando l’Ia dopo l’inserimento del proprio cv, e di personalizzarla in base all’annuncio di lavoro a cui si vuole rispondere. Altri servizi sono in via di sviluppo, come gli assistenti virtuali che si stanno sperimentando nel Lazio o in Sardegna. La digitalizzazione, i Big Data e l’Ia stanno portando anche a un efficientamento delle attività di back-office, come accade nelle Marche con l’utilizzo di Copilot o in Emilia Romagna con il progetto Amartya. Le applicazioni basate su Ia, laddove non sono già operative, fanno sempre parte dei progetti futuri in ogni Regione. Nelle interviste il termine 'Intelligenza artificiale' appare con la stessa frequenza delle altre parole-chiave più diffuse.
La digitalizzazione ha dato un sostanziale contributo nella capacità di misurare le prestazioni dei centri per l'impiego. Rileva l'Eurispoes spiegando che "le attività di monitoraggio regionali fanno riferimento ai cosiddetti lep, livelli essenziali delle prestazionil che, benché non siano dei veri e propri indicatori, costituiscono il presupposto normativo e concettuale per condurre diversi tipi di analisi, stabilire obiettivi e confrontare l’efficienza tra i cpi di uno stesso ambito territoriale". Le Regioni, in particolare gli Osservatori, hanno applicato i principi dei lep in diversi ambiti: nella Regione Lazio, per esempio, è stato stabilito uno standard regionale dei primi cinque livelli essenziali, mentre in Veneto o Emilia-Romagna, per misurare l’efficienza dei propri presidi o delle iniziative sul territorio, si fa riferimento alla percentuale di persone collocate, o ricollocate, tra tutte quelle che hanno fatto domanda.
Avere a disposizione dei dati pressoché in tempo reale, viene indicato come un beneficio anche per la comunicazione interna tra i diversi comparti dell’amministrazione, offrendo la possibilità di pianificare le attività basandosi su dati affidabili e sperimentando anche la produzione di cruscotti interattivi pubblicati nei siti ufficiali, come in Sardegna e Calabria.
Non mancano, tuttavia, alcuni aspetti critici, come la scarsità di personale adeguatamente preparato a svolgere analisi dei dati. Quest’ultimo tema si incrocia con un quesito: se nuove assunzioni o corsi di formazione mirati possano migliorare l’efficienza organizzativa e l’efficacia delle azioni sul territorio e sull’utenza
Esempi di collaborazione tra il mondo dei servizi pubblici per l’impiego (spi) e le università, o gli istituti di ricerca, rileva l'Eurispes, entrano sempre più frequentemente nello scenario del mercato del lavoro in tutta Europa e anche in Italia. Nonostante lo scambio tra questi due mondi sia riconosciuto come una pratica indispensabile per cercare di gestire la complessità degli scenari attuali, le collaborazioni sistematiche sono rare, la maggior parte dei rispondenti racconta di pratiche di scambio inesistenti o sporadiche.
In merito al rapporto con le Università spiccano le Regioni Liguria ed Emilia Romagna: la prima ha attivato un master con l’Università di Genova destinato alla formazione dei funzionari, mentre l’Osservatorio è attivo nella collaborazione con tesisti e dottorandi della stessa Università; la seconda ha all’attivo collaborazioni con l’Università di Bologna con un progetto che mira a combinare diverse banche dati per misurare l’effetto delle misure adottate. L’Emilia Romagna è anche protagonista di un progetto innovativo che prende il nome di Amartya: si tratta di un algoritmo complesso che raccoglie i dati territoriali ed è in grado di analizzare e prevedere l’efficacia delle politiche del lavoro sul territorio.
Diversamente, il rapporto con le imprese è molto intenso, sia in termini di affidamento dei servizi, tra cui le piattaforme informatiche, sia per quanto riguarda le partnership per la ricerca di personale. Dalla prospettiva degli spi il rapporto con le agenzie private è sostanzialmente di tipo collaborativo, per esempio alcune agenzie private eseguono una profilazione preventiva che poi servirà a inviare le persone nei diversi sportelli per inserirle in progetti di formazione. L’efficienza degli SPI si presenta come l’esito di un insieme di condizioni locali o, talvolta, frutto dell’iniziativa del singolo funzionario, subendo l’assenza di strutture normative e organizzative nazionali.
La gestione regionalizzata dei centri per l'impiego offre la possibilità di adattare norme e prassi al contesto locale e aumentare l’efficienza delle risorse, ma presenta criticità in merito al divario operativo e alle prassi di scambio tra diverse Regioni che, allo stato attuale, non sono promosse da norme o istituzioni statali in modo sistematico. Lo rileva una ricerca di Eurispes, evidenziando come "altresì le parole 'scambio', 'condivisione' e simili sono tra le meno citate nelle interviste". Nello scenario intra-regionale spicca la condivisione di esperienze e pratiche che avviene attraverso il Sil, la piattaforma dedicata alla gestione delle pratiche inerenti alle politiche del lavoro. Un altro esempio sono le 'scrivanie virtuali', nate durante la pandemia e ancora in uso per incentivare lo scambio di esperienze tra i diversi cpi.
In merito alla digitalizzazione, il 'Tavolo del riuso' ha permesso la condivisione, gratuita, di software open source a beneficio delle Regioni e che ha favorito la costituzione spontanea di una rete di costante collaborazione tra Emilia-Romagna, Province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Puglia e Calabria. Con l’avvio dell’ultima legislatura, il Ministero del Lavoro ha promosso Siisl, un progetto di unificazione digitale con la funzione di convogliare gli annunci di lavoro provenienti da tutta la Penisola e facilitare l’incontro tra domanda e offerta grazie all’utilizzo dell’Ia.
Il Siisl (sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) è la piattaforma, realizzata e gestita da Inps, che oltre a usare algoritmi basati su Ia per creare compatibilità tra annuncio e candidato, serve a uniformare il processo di raccolta dei dati proveniente dalle CO e a gestire le richieste di assegno di inclusione (Adi) e nuova Assicurazione sociale per l’impiego (Naspi). La questione dell’adattamento all’utenza è un punto cruciale nella corsa all’innovazione tecnologica. Tutte le Regioni, infatti, dichiarano di avere un’utenza per il 50% affetta da grave povertà educativa, incapace di interfacciarsi con il mondo digitale e quindi con piattaforme come il Siisl. Le Regioni, comunque, si dichiarano favorevoli a collaborare con il Ministero per l’implementazione della piattaforma affinché diventi uno strumento che impatti significativamente sul mercato del lavoro. Si ribadisce che l’innovazione tecnologica aiuta l’organizzazione degli spi dall’interno, ma la capacità di trovare un lavoro dell’utente medio è fortemente legata ai rapporti con gli operatori.
Nonostante un evidente miglioramento nella capacità di collocare le persone disoccupate il mondo dei servizi per l'impiego si ritrova a dover recuperare il pregiudizio diffuso che lo vede come un’istituzione lenta, farraginosa e poco capace di trovare un lavoro a chi non ce l’ha.Rileva Eurispes nella ricerca, in cui si spiega che "se è vero, come dicono i rispondenti, che la percentuale di persone che trovano un lavoro attraverso i centri per l'impiego sia inferiore al 20% sul totale degli occupati, è altrettanto vero che la capacità di collocare un disoccupato che entra in un cpi arriva fino all’80%".
In merito alla comunicazione digitale, tutte le Regioni hanno del personale che gestisce i canali social, inviano sistematicamente delle newsletter, e hanno investito nella semplificazione dell’esperienza attivando dei chatbot che rendono agevole la ricerca di informazioni e orientano l’utente all’interno del sito, oppure creando una vera e propria app gemella del sito ufficiale. Analogamente, molti investimenti e iniziative riguardano le campagne informative sul territorio.
Le Regioni si sono efficacemente e creativamente organizzate per raggiungere il proprio target, si possono trovare stand dei cpi nelle fiere, nelle università e nei grandi eventi, così come abbondano gli incontri nelle scuole superiori. Circa il 50% degli utenti che entra in un cpi non è in grado di orientarsi con gli strumenti digitali e ciò è un dato che consolida la centralità del rapporto umano.
Il 'posto fisso' è una realtà che non solo sta scomparendo dall’orizzonte delle possibilità dei giovani italiani, ma che sta diventando un’opzione sempre meno appetibile. Lo si legge nella ricerca Eurispes. Il lavoro diventa sempre di più un mezzo di mero sostentamento piuttosto che un pilastro identitario, e questo avviene anche perché, per molte persone, oggi un solo lavoro non basta e spesso è anche precario in termini di stabilità temporale, nonché poco remunerativo. Questo vale soprattutto per la maggior parte degli utenti che si rivolgono ai centri per l'impiego e che, come è stato riferito nel corso delle interviste, a volte considerano lo sportello come 'ultima spiaggia'. Non è un caso se nel mondo degli servizi per l'impiego si dedichi sempre più tempo alla formazione e il concetto di occupazione lasci sempre più spazio a quello di occupabilità.
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(Adnkronos) - "Quasi il 70% di energia che consumiamo come sistema è prodotto da fonti di energia rinnovabile". Lo ha detto Mauro Lusetti, presidente di Conad, che questa mattina è intervenuto al panel 'Industria e distribuzione: un patto possibile?' nell'ambito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi.
"Il tema della sostenibilità è trasversale rispetto al mondo economico. Noi affrontiamo in maniera positiva la sostenibilità nelle sue tre declinazioni - sociale, economica e ambientale - solo se c'è un'interazione positiva tra distribuzione e mondo della produzione e trasformazione dei prodotti agroalimentari", ha spiegato Lusetti.
"Per quanto riguarda la distribuzione - ha aggiunto - noi come Conad siamo partiti per affrontare questo argomento in una relazione virtuosa con i nostri partner di prodotti della marca del distributore, perché con loro siamo nelle condizioni direttamente di affrontare tutti i temi della filiera. Quindi abbiamo affrontato un argomento che riguarda il packaging, che riguarda la ricerca e la selezione delle materie prime, che riguarda i trasporti e in questo senso abbiamo declinato la sostenibilità". Le cose cambiano "nella relazione con l'industria di marca perché qui c'è un rapporto di tipo negoziale, ma se entrambi - distribuzione e industria di marca - partiamo con il bisogno di dare risposte ai consumatori, allora troviamo anche con loro gli equilibri giusti", ha concluso il presidente di Conad.
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(Adnkronos) - Il giallo e il rosso della bandiera spagnola, ma anche di Roma, per ricordare il forte legame di Madrid non solo con la Città Eterna, ma con l'Italia tutta. Il Fontanone del Gianicolo era illuminato con i colori della bandiera iberica, ieri sera, in occasione della Festa Nazionale di Spagna, e un parterre di personalità hanno gremito la residenza dell'ambasciatore, così come l'adiacente Real Academia. Dopo i discorsi del rappresentante diplomatico Miguel Ángel Fernández-Palacios e del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha partecipato alla cerimonia, i fuochi d'artificio hanno dato inizio alla festa, con la proiezione di un video che ha accompagnato, con la guida d'eccezione di Aldo Cazzullo, i tanti ospiti nella visita del luogo, Palazzo Montorio (GUARDA), che li accoglieva.
Davanti ai ministri Crosetto, dell'Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio, del Made in Italy Adolfo Urso e della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, l'ambasciatore ha parlato del forte legame fra Italia e Spagna e degli ottimi rapporti fra i due Paesi. Ha inoltre ricordato il recente viaggio di Felipe VI a Roma e il discorso tenuto alla Camera, nel corso del quale il re ha sottolineato che Spagna e Italia sono fratelli. Nell'adiacente Chiostro della Real Academia, cui si accede dal tempietto del Bramante (costruito dai re cattolici spagnoli), i tantissimi ospiti hanno potuto assistere a un concerto di flamenco.
Fra le personalità presenti all'evento, oltre ai ministri, c'erano il segretario di Azione Carlo Calenda, il capogruppo di Forza Italia al Senato ed ex ministro Maurizio Gasparri, il presidente del Movimento 5 Stelle ed ex premier Giuseppe Conte, la capogruppo di Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, la senatrice Licia Ronzulli, il senatore Claudio Lotito, il campione del mondo Marco Tardelli con la giornalista Myrta Merlino, Eleonorda Daniele, Annalisa Bruchi, Massimo Franco, l'ambasciatore francese a Roma Martin Briens, il presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, il capo di Stato maggiore, generale Carmine Masiello, il comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo.

(Adnkronos) - Manca poco all'apertura del Congresso nazionale dell'Associazione italiana centri emofilia (Aice), in programma a Roma dal 16 al 18 ottobre. Un appuntamento che rappresenta un punto di riferimento per la comunità scientifica italiana impegnata nella cura e nella ricerca sulle malattie emorragiche congenite. "Questo congresso rappresenta un momento di confronto tra professionisti per condividere esperienze cliniche e promuovere standard di cura sempre più omogenei e personalizzati", afferma Rita Carlotta Santoro, presidente del congresso.
L'edizione di quest'anno - spiega una nota - si colloca in una fase di forte evoluzione per la comunità ematologica italiana. Un numero crescente di centri ha intrapreso la strada della terapia genica, una frontiera che sta ridefinendo il panorama terapeutico per molti pazienti. Parallelamente, nuove molecole si affacciano sul mercato, offrendo strumenti sempre più specifici e mirati per affrontare le diverse sfaccettature dell'emofilia e delle altre patologie emorragiche. Il programma riflette questa dinamicità e offrirà sessioni dedicate sia alle strategie terapeutiche innovative sia alle loro implicazioni pratiche: dalla selezione dei pazienti alla gestione degli effetti collaterali, fino all'ottimizzazione dei percorsi di cura. Ampio spazio sarà inoltre dedicato ai gruppi di lavoro Aice, momento cruciale di confronto per sviluppare nuove idee e progetti, valorizzando il contributo delle giovani professionalità e di tutte le figure che operano nei centri. Le sessioni scientifiche e gli incontri con i soci sostenitori offriranno un aggiornamento puntuale sulle tematiche di maggiore interesse clinico e terapeutico, favorendo dibattiti aperti e riflessioni condivise che rafforzeranno il dialogo e la collaborazione tra tutti i partecipanti. Il congresso rappresenta un'occasione di crescita e coesione per la comunità scientifica nazionale, impegnata a migliorare la qualità dell'assistenza e della vita delle persone con emofilia.
Leggi tutto: Patologie emorragiche congenite, a Roma congresso Aice

(Adnkronos) - Lo sport come strumento di inclusione, crescita e libertà. È questo il filo conduttore dell’incontro “Oltre le barriere. Sport e inclusione” che si è svolto ieri al Circolo degli Esteri di Roma, promosso da Formiche in collaborazione con art4sport e SuperJob. Protagonisti dell’evento la campionessa paralimpica Bebe Vio Grandis e Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma, in un dialogo aperto su come ‘accogliere’ la disabilità, senza averne paura e su come rendere l’attività sportiva sempre più accessibile per farla diventare un reale motore di empowerment e partecipazione. L’incontro ha lanciato un messaggio positivo sul valore della diversità e sul ruolo educativo e sociale dello sport, in particolare per i più giovani: una palestra di vita dove si imparano il rispetto, la collaborazione e la fiducia in se stessi, ma anche un potente strumento che crea legami, stimola il gioco di squadra e la condivisione di obiettivi comuni. Coltivare le abilità e i talenti di ciascuno significa offrire ai ragazzi la possibilità di credere nei propri sogni e di costruire un futuro fondato sull’autonomia e sull’autostima.
“Lo sport è la mia libertà. Ti insegna che i limiti si possono superare e che, insieme, si può arrivare ovunque. L’inclusione nasce proprio da qui: dal credere che ogni persona abbia il diritto di giocarsi la propria partita”, ha dichiarato Bebe Vio Grandis. “Bebe è un esempio straordinario, un inno alla vita. Oggi più che mai abbiamo la consapevolezza che l’attività sportiva sia il più potente mezzo per superare barriere, favorire inclusione sociale e il benessere psico-fisico. Noi a Roma stiamo lavorando per rendere lo sport un diritto concreto, perché oggi - tra costi elevati e strutture obsolete - è un lusso. Stiamo costruendo tre palazzetti accessibili dove si applicheranno tariffe calmierate, così come nei nuovi impianti che stiamo riaprendo. Inoltre da tre anni abbiamo promosso i voucher sportivi, per persone con un senza disabilità, da 500 euro: un aiuto concreto per migliaia di famiglie”, ha dichiarato Alessandro Onorato.
L’evento è nato su iniziativa di Formiche e dall’impegno di due realtà che fanno dello sport un motore di inclusione per bambini e ragazzi con disabilità. Art4sport, nasce nel 2009 ispirandosi alla storia di Bebe Vio Grandis, con la finalità di migliorare la qualità della vita dei giovani con amputazioni d’arto e delle loro famiglie, promuovendo in Italia la conoscenza e la pratica dello sport paralimpico. Oggi l’Associazione è un punto di riferimento per tanti ragazzi che, grazie allo sport, ritrovano fiducia, autonomia e possibilità di esprimersi. SuperJob è la piattaforma gratuita di e-recruitment nata nel 2020 per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, che porta avanti numerose iniziative sui temi della diversità e dell’inclusione, incoraggiando il dialogo tra Istituzioni, aziende, terzo settore, scuola e mondo dello sport, per costruire una società più equa e realmente partecipativa.
“L’inclusione è fatta di esperienze condivise, non di slogan. Questo incontro è una testimonianza forte di come ogni limite possa trasformarsi in una nuova possibilità”, ha detto Ottavia Landi, presidente di SuperJob. “Nel lavoro, nello sport e nella vita quotidiana delle famiglie che convivono con una disabilità, SuperJob vuole offrire strumenti di autonomia e consapevolezza, aiutando le persone a valorizzare le proprie capacità e a sentirsi parte di una comunità. L’evento di ieri è stata anche l’occasione per rivolgere un appello alle Istituzioni affinché si impegnino per rendere il sistema sportivo italiano realmente inclusivo. Una società che investe sullo sport investe nel futuro”. Un messaggio corale, che unisce esperienze, visioni e responsabilità comuni: perché lo sport non è solo competizione, ma un linguaggio universale di libertà, dignità e speranza.
Leggi tutto: Sport: a Roma l’incontro su inclusione e talento, con Bebe Vio e Onorato

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