(Adnkronos) - Di tutte le ghiandole endocrine del nostro organismo, forse è la meno conosciuta. Eppure l'ipofisi ha un ruolo importantissimo, da 'direttore d'orchestra', regolando il funzionamento di tutte le altre ghiandole endocrine e producendo un ventaglio di ormoni importantissimi per il buon funzionamento di tutto l'organismo. Ma anche l'ipofisi può ammalarsi. Per tracciare l'identikit dei pazienti con disturbi dell'ipofisi, al Policlinico Gemelli di Roma è attivo un ambulatorio specializzato in malattie ipotalamo-ipofisarie, diretto da Alfredo Pontecorvi, ordinario di Endocrinologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs. E di segnali che indicano un malfunzionamento di qualche parte dell'ipofisi si è parlato di recente in occasione della IX edizione del congresso 'Ipofisi: percorsi diagnostici terapeutici. I centri d'eccellenza e il territorio', (responsabili scientifici Laura de Marinis e Antonio Bianchi, ricercatore della Cattolica ed endocrinologo del Gemelli), tenutosi al campus Gemelli. L'evento rientra nell'ambito delle attività didattiche del master universitario di II livello in 'Diagnosi e terapia delle patologie ipotalamo-ipofisarie' diretto da Pontecorvi.
Il primo campanello d'allarme di un problema dell'ipofisi può essere il mal di testa, spiegano dal Gemelli. Se in questa minuscola ghiandola endocrina (è grande appena 1 cm), adagiata su una 'sella' ossea (la sella turcica dell'osso sfenoide) alla base del cervello, a causa di un processo occupante spazio al suo interno o nelle immediate vicinanze si verifica un aumento di volume, ciò può indurre uno stiramento delle meningi che la ricoprono (una porzione della dura madre detta 'diaframma sellare', che copre a 'ombrello' l'ipofisi ed è riccamente innervato) e quindi l'insorgenza di una cefalea persistente al centro della testa. "In caso di cefalea cronica, spesso il medico consiglia di effettuare una risonanza magnetica dalla quale possono emergere delle lesioni, noduli, neoformazioni che vengono descritti come 'incidentalomi ipofisari', che devono portare il paziente all'ambulatorio di neuro-endocrinologia", raccomanda Pontecorvi.
"Un altro disturbo da valorizzare - illustra lo specialista - sono le alterazioni dei movimenti degli occhi e lo sdoppiamento della vista (diplopia); questi possono essere dovuti alla compressione o alla dislocazione di alcuni nervi cranici che controllano i movimenti degli occhi, dovuta a una lesione sellare (i nervi oculo-motori (III), trocleari (IV) e abducens (VI), oltre al nervo ottico (II) che si incrocia nel chiasma ottico subito sopra l'ipofisi). Un altro segno, per fortuna più raro, è la rino-liquorrea (il gocciolare del liquor o liquido cefalo-rachidiano, attraverso il naso) che si verifica quando una lesione sellare erode il pavimento della sella turcica e mette in comunicazione il cervello con le cavità nasali. Infine, un frequente disturbo 'rivelatore' di un problema all'ipofisi può essere la mancanza di ciclo nelle donne oppure un disturbo della sfera sessuale nell'uomo, e l'infertilità", descrive Pontecorvi. "Di fronte al sospetto di una patologia ipofisaria - prosegue Bianchi - il neuroendocrinologo cercherà segni e sintomi di ipofunzione (dovuti alla compressione delle cellule sane dell'ipofisi) o di iperfunzione, dovuta negli adenomi più comuni a un'eccessiva produzione di Gh (acromegalia o gigantismo), di prolattina, di Acth (malattia di Cushing)".
L'acromegalia è una malattia che 'cambia i connotati' dei pazienti, dettaglia la nota. Sono interessati 4 settori del volto: le bozze frontali, le arcate zigomatiche, la piramide nasale (il naso si allarga e si ingrandisce) e compare il prognatismo (mento sporgente), mentre compare uno spazio tra i due incisivi superiori (diastasi). In caso di dubbio, spesso l'endocrinologo chiede una foto vecchia o della patente, e chiede anche se c'è stato un accrescimento delle estremità (se il paziente ha dovuto far allargare la fede o comprare scarpe di 2-3 numeri più grandi).
Le prolattinomi sono adenomi che producono prolattina, un ormone che agisce sulle ghiandole mammarie facendo produrre e secernere liquido lattescente (galattorrea, mono o bilaterale, spontanea o provocata); le pazienti presentano tipicamente oligo-amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale). Bisogna sempre escludere una causa farmacologica: molti farmaci possono dare incremento della prolattina (alcuni anti-psicotici e anti-depressivi, gli oppiacei, farmaci anti-emetici, antipertensivi come verapamil e metil-Dopa, eccetera). La malattia di Cushing è dovuta a un adenoma producente Acth. Il paziente ha una tipica faccia 'a luna piena' (facies lunaris), rubiconda perché l'eccesso di cortisolo provoca un aumento di volume delle gote e aumenta la visibilità dei capillari sottocutanei; il paziente può avere un diradamento dei capelli, l'insorgenza di acne e di ipertricosi del volto (dovuto a un aumento degli androgeni surrenalici). E' presente tipicamente obesità centrale con addome talvolta molto prominente e un'ipotrofia dei muscoli delle braccia e delle gambe. E' presente fragilità capillare, facilità a fare ecchimosi, iperglicemia, la comparsa o il peggioramento dell'ipertensione arteriosa.
"L'asse più colpito nelle forme 'ipo', carenziali, è il cosiddetto asse gonadotropo, le cellule che producono Fsh e Lh, le due gonadotropine che stimolano ovaie e testicoli - precisa Bianchi - Ma anche la presenza di un eccesso di prolattina, Gh o Acth può peggiorare il ritmo circadiano di Lh e Fsh, responsabile anche del normale ritmo delle mestruazioni. L'endocrinologo dunque indagherà un calo della libido o un deficit erettile nei maschi o la presenza di oligo-amenorrea nelle donne. Un altro asse spesso colpito ipotalamo-ipofisi-tiroide, causa di ipotiroidismo secondario (o terziario); i pazienti lamentano fatica, difficoltà di concentrazione, intolleranza al freddo, stipsi, un aumento della caduta dei capelli, una certa ritenzione idrica. Anche l'ipocortico-surrenalismo secondario, indotto da una disfunzione dell'asse ipofisi-surrene, può dare facile affaticamento, debolezza muscolare, talvolta ipotensione e inappetenza".
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(Adnkronos) - L'81% degli italiani riconosce alle marche più note un impatto positivo dell’attività sull’economia e le considera motori di sviluppo, occupazione e innovazione. È quanto emerge da un'indagine promossa da Centromarca in collaborazione con Swg, presentata in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano. Inoltre, Il 71% degli italiani pensa che le marche siano dei veri e propri attori sociali che possono contribuire attivamente al benessere collettivo
I valori distintivi dell’industria di marca assumono particolare rilievo quando si tratta di individuare le caratteristiche dell’azienda in cui si vorrebbe lavorare. La Gen Z, per esempio, tende a orientarsi verso imprese impegnate nella sostenibilità e con una visione internazionale, mentre i Baby Boomers si riconoscono in realtà che difendono la tradizione italiana e investono nelle comunità in cui operano. È importante sottolineare che “impegno nella sostenibilità”, “investimenti nella comunità”, “difesa della tradizione italiana” e “visione internazionale” sono i quattro valori più riconosciuti dagli italiani come fondanti dell’identità di marca.
Per metà degli italiani, privilegiare un brand significa “prendere posizione”, scegliere aziende che rispettano standard elevati, non solo produttivi, ma anche etici e valoriali. Il fenomeno è particolarmente marcato per le nuove generazioni: il 55% della Gen Z e il 56% dei Millennials considera l’acquisto un modo per sentirsi parte di qualcosa di più grande. Non si tratta di “semplici” consumatori, ma di tribù digitali che si riconoscono nei valori della marca, la seguono, la condividono, la vivono. In questo scenario prende forma la phygital revolution: il 91% degli italiani utilizza il digitale lungo il processo d’acquisto. Il 53% confronta i prezzi online, il 47% cerca informazioni su caratteristiche e recensioni, ma poi vuole toccare, vedere, sperimentare. Infatti, il 29% sceglie ancora di concludere l’acquisto nel punto vendita fisico. Si rivelano marche vincenti quelle capaci di creare esperienze significative, che parlano alle persone, che costruiscono identità.
Lo studio mostra come negli ultimi dieci anni il sogno dell’imprenditoria autonoma abbia subito un forte ridimensionamento, passando dal 45% al 33% di preferenze, mentre cresce l’attrattiva per il lavoro dipendente, segno di un profondo cambiamento culturale nelle aspettative delle persone. Tuttavia, nonostante questo mutato scenario, il tema del reperimento di manodopera qualificata resta centrale per molte aziende. L’ultima Indagine Congiunturale Centromarca, realizzata in collaborazione con Ref Ricerche sulle industrie associate, rivela che il 19,5% delle imprese ha avuto frequente difficoltà nel trovare personale qualificato negli ultimi due anni; il 61,0% “qualche volta”. Solo un marginale 2,5% afferma di non aver mai incontrato problemi di questo tipo.
L’indagine Swg evidenzia che un dipendente su due beneficia già di servizi offerti dall’azienda in cui lavora. Potendo scegliere i lavoratori esprimerebbero preferenze precise: il 53% opterebbe per i rimborsi medici, il 42% sceglierebbe le convenzioni sanitarie e il 27% indicherebbe viaggi e soggiorni di cui usufruire nel tempo libero.
La ricerca fotografa anche l’impatto dell’intelligenza artificiale, facendo emergere un paradosso generazionale: la Gen Z, pur essendo nativa digitale, è quella più spaventata dall’Ia. Chi è cresciuto con la tecnologia sembra percepire maggiormente i rischi in ambito lavorativo, rispetto alle generazioni che l’hanno incontrata più tardi nel loro percorso professionale. In generale, Il 42% degli italiani prevede un aumento del livello delle competenze richieste; un altro 42% immagina una maggiore efficienza e produttività; il 41% teme una diminuzione dei salari; il 40% auspica una riduzione dei carichi e dei ritmi di lavoro.
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(Adnkronos) - "L'ironia è il sale della vita, ci stanno quelli che non lo capiscono e mi dispiace per loro. Ormai sui siti montano polemiche solo per fare qualche click in più, polemiche basate sul nulla e lo fanno anche a costo di infamare una persona. L'importante è che il pubblico non abbocchi facilmente''. Così Al Bano all'Adnkronos replica con forza alle polemiche social e ai titoli di alcuni quotidiani online secondo cui il cantante di Cellino, sabato scorso, durante un concerto a Carbonia, in Sardegna, avrebbe offeso una donna che si era sentita male durante la sua esibizione.
In un video, diventato virale, si vede l'artista che, accortosi del malore della donna, cerca di 'rianimarla' facendo e chiamandola per nome: "Vieni qui, vieni qui Deborah'', ha cantato Al Bano chiamandola. Appena la signora si riprende, Al Bano aggiunge a mo' di battuta: ''Deborah non vorrei aggiungere nient'altro ma una piccola cura dimagrante ci starebbe bene. Io la sto facendo''. Il tutto concluso con un "ti vogliamo bene'' tra gli applausi del pubblico. "La signora ha sorriso alla battuta, non ho offeso nessuno - ribadisce Al Bano - ho anche detto che io stesso sto facendo una dieta, dove sta l'offesa?", si chiede.
E ancora: "Non appena la signora si è sentita male ho bloccato il concerto, ho aspettato che tutto si risolvesse, l'ho fatta entrare in una zona protetta e mentre la soccorrevano ho diretto persino il traffico. Ma cosa deve fare di più un persona?", chiede Al Bano. "Meno male che il pubblico ha risposto alla grande e ha capito la mia battuta. A Carbonia in piazza c'erano 10mila persone, per me è questo quello che conta'', conclude.
(di Alisa Toaff)
Leggi tutto: Al Bano: "Per fare click creano polemiche assurde per infamarmi"
(Adnkronos) - Il primo forum del largo consumo si terrà a Roma il 15 ottobre. Ad annunciarlo è Francesco Mutti, presidente di Centromarca, durante l'assemblea generale di Centromarca in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano.
Il presidente di Centromarca ha spiegato come l'obiettivo sia creare un evento dedicato a tutti gli attori della filiera del largo consumo, per confrontarsi su come il settore possa contribuire alla crescita dell’Italia. “Abbiamo bisogno - dice Mutti - di essere percepiti per quello che siamo: uno dei principali settori strategici dell’Italia" e quindi di essere "accompagnati da una politica industriale coerente, coordinata e da una visione di medio e lungo periodo".
“Quello che come aziende chiediamo al governo è innanzitutto partire da una visione di medio e lungo termine. Questo deve passare dal non mettere alcun tipo di tasse direttamente sul consumo. Ma anche e soprattutto - continua Mutti - facendo politiche per avere un minore impatto della burocrazia e una capacità di aggregare le aziende italiane affinché possano crescere dimensionalmente. Questo le potrà portare in maniera ancora più forte sui mercati esteri".
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(Adnkronos) - Non solo referendum. I cittadini sono stati chiamati oggi a votare anche per i ballottaggi delle elezioni amministrative in 13 Comuni per i quali è in corso lo spoglio. Occhi puntati su Taranto e Matera, al secondo voto. Mentre in Sardegna i cittadini di sette Comuni, Nuoro il più grande, sono andati alle urne per il primo turno delle elezioni amministrative.
A Taranto, quando sono state scrutinate 17 sezioni su 191, il candidato del centrosinistra Piero Bitetti è in testa nel ballottaggio delle comunali con il 57,26% mentre Francesco Tacente, candidato delle civiche di centro, sostenuto già al primo turno da una lista civica espressione della Lega e al secondo da Fratelli d'Italia e Forza Italia, con l'apparentamento ufficiale, è al 37,39%. Anche i risultati riportati dai comitati elettorali e relativi a un numero maggiore di seggi scrutinati vedono in testa Bitetti.
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(Adnkronos) - Il calo della natalità in Italia rappresenta ormai un'emergenza sociale ed economica che coinvolge il sistema Paese nella sua totalità, aziende incluse. Questa tendenza negativa, se non affrontata con misure mirate, rischia di influenzare anche la crescita economica. Per questo motivo è fondamentale che le aziende si rendano parte attiva nel promuovere politiche e iniziative a sostegno delle famiglie e della natalità. Tre aziende – Kraft Heinz (con il brand Plasmon), Chicco ed Edenred Italia – dimostrano che è possibile fare rete e trovare misure efficaci attraverso i risultati di una survey dal titolo 'Genitorialità e welfare: la chiave per il futuro delle imprese e della società' effettuata all’interno delle tre realtà e presentata oggi presso la sede Edenred a Milano.
Il sondaggio ha coinvolto 705 dipendenti, il 54% composto da genitori e il 46% da non genitori. La fascia d’età più rappresentata tra gli intervistati è quella tra i 25 e i 45 anni.
Rete Adamo è una rete interaziendale aperta, fondata nel 2023 su iniziativa di Plasmon, Chicco ed Edenred Italia, con l’obiettivo di sviluppare politiche organizzative a sostegno della natalità e della genitorialità. La Rete promuove un approccio strategico considerando la genitorialità un valore aggiunto per il benessere delle persone, la produttività e la competitività aziendale. Attraverso tavoli di lavoro, survey periodiche, scambi di buone pratiche e strumenti di monitoraggio, la Rete cerca di portare numeri e dati che possono essere utili anche per le istituzioni.
Tra i dati più significativi della aurvey, quello dell’eNPS: il 79% degli intervistati ha dichiarato che raccomanderebbe la propria azienda, contro il 43% della media nazionale emersa dal rapporto Great Place to Work 2025. Questo rappresenta un termometro importante che conferma l’apprezzamento delle misure finora messe in campo dalle aziende della rete. Un altro elemento importante che traspare è che l’80% dei dipendenti ritiene che le misure a sostegno della genitorialità aiutino le persone a sentirsi più tranquille nel pianificare anche il proprio futuro familiare. E questa valutazione è pressoché identica sia per i genitori che per i non genitori: c’è un sentire comune su questo tema. Il supporto alla genitorialità è percepito come un valore positivo per il benessere individuale e organizzativo, con un punteggio di 7,7 su 10: sapere che la propria azienda ha una politica di supporto per la famiglia aumenta il senso di appartenenza per l’80% dei dipendenti.
I dipendenti intervistati considerano due aspetti necessari per poter gestire al meglio la famiglia e pianificare di avere figli: la flessibilità sul lavoro, richiesta dal 86,4% delle persone e la necessità di ridurre l'impatto economico, richiesta dal 74,68%. Quello che è interessante notare è che quando si parla di cosa vorrebbero dalle istituzioni, i bisogni principali sono: una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia (86,49%) e una maggiore stabilità economica (85,49%). Flessibilità e stabilità economica sono, quindi, al centro delle priorità.
Questi dati dimostrano che le aziende possono fare la loro parte cercando, per quanto possibile, di lavorare su queste priorità: flessibilità e welfare. E i risultati si vedono: non solo aumenta la soddisfazione e l’efficienza del dipendente (il 78% dei dipendenti dichiara che il modello flessibile adottato dall’azienda permette di essere più efficace) ma anche la natalità. I numeri della Rete nel primo anno lo certificano: si è assistito a un abbassamento delle dimissioni volontarie del 4% e un aumento del tasso di natalità del 2%.
“I numeri che emergono sono chiari – dichiara Corrado Colombo, portavoce di rete Adamo e commercial vice president Artsana Group, Chicco - quando si attivano politiche a sostegno della genitorialità, le persone tendono a rimanere, a lavorare meglio e a raccomandare il proprio ambiente di lavoro. Questo dimostra che la natalità non è solo una questione demografica, ma anche strategica per la competitività del Paese. Lavorare in rete tra aziende, condividendo dati, metriche e best practice, può fare la differenza – continua - quello che emerge dalla nostra esperienza è che una sinergia tra pubblico e privato è possibile.”
Gigi De Palo, presidente Fondazione Natalità e direttore generale Fondazione Angelini, ha ricordato che nel 2024 è stato segnato il record negativo di bambini nati, pari a 370.000: “l’Italia - ha sottolineato - è il Paese in cui si parla di più di famiglia, ma si fanno meno politiche familiari rispetto al resto d’Europa. Secondo i dati Istat, tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 19 anni, il 74,5% desidera sposarsi, il 70% vuole avere figli e, tra questi, l’80% vorrebbe due o tre figli. Il desiderio, quindi, esiste, ma spesso si scontra con una realtà molto complicata. Il tema della natalità riguarda tutti noi e sarà al centro dell’agenda politica per almeno le prossime quattro o cinque legislature. Dobbiamo tornare - ha concluso - ad ascoltare le esigenze del paese reale, le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Secondo Alessandro Fontana, direttore centro studi di Confindustria, la demografia è una delle grandi sfide del nostro Paese: “l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite mettono a rischio la competitività delle imprese, quindi il nostro potenziale di crescita, e la sostenibilità del welfare. Le imprese stanno già facendo la loro parte trattenendo competenze e investendo nel welfare aziendale (il 60% delle aziende associate a Confindustria offre previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa). Occorre però molto altro: intervenire per aumentare la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro, investire nella formazione continua e adottare una gestione dell’immigrazione che consenta di attrarre e trattenere i migliori talenti dall’estero, mantenere e valorizzare i nostri giovani. Rimbocchiamoci le maniche - ha concluso - non esiste la bacchetta magica, servono tante azioni da avviare subito”.
Le aziende di Rete Adamo dimostrano che misure strutturate, integrate e continuative a sostegno dei genitori possono migliorare la qualità della vita, contrastare la fuga dal lavoro dopo la nascita dei figli e contribuire concretamente alla risposta alla crisi demografica. Una collaborazione tra aziende e istituzioni pubbliche oggi è fondamentale per creare politiche più efficaci e integrate, capaci di rispondere in modo più completo alle esigenze delle famiglie e di promuovere un cambiamento duraturo.
All’evento hanno partecipato inoltre Simona Finazzo, chief public affairs officer Edenred Italia; Luigi Cimmino Caserta, responsabile relazioni istituzionali Kraft Heinz e Arianna Visentini, ceo Variazioni.
Leggi tutto: Rete Adamo: "Sostegno aziendale è leva per natalità e produttività"
(Adnkronos) - Queste le variazioni Rai dei programmi tv di domani:
RAI 1
12:20 Camper in viaggio: La Sardegna di Santa Teresa e la Corsica
12:50 Camper
13:30 TELEGIORNALE
RAI 2
17:10 Telefilm The Rockie: “Il falco” (anziché l’episodio previsto)
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19:00 Telefilm Blue Bloods: Con le mani legate” e “Segreti a fin di bene”
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21:20 Belve Crime (anziché Belve)
RAI 3
10:25 (anziché 10:15) Elisir Estate. Il meglio di ..
(Adnkronos) - “Per il mio ruolo la prevenzione è tutto. Il compito del medico di medicina generale va infatti ben oltre la cura delle patologie: significa soprattutto seminare salute ogni giorno, prima ancora che la malattia si manifesti”. Così Tecla Mastronuzzi, responsabile della macro area Promozione di salute e Prevenzione della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) commenta la recente campagna di sensibilizzazione “Non girarci intorno” promossa da Merck con il patrocinio di Simg, Siuro, Fiaso e Palinuro.
La prevenzione è il primo vero atto di cura. “Come medici di medicina generale crediamo tantissimo nella prevenzione primaria che anticipa anche la diagnosi precoce delle patologie, attraverso la promozione dei corretti stili di vita per ridurre il rischio di sviluppare malattie oncologiche”, spiega Mastronuzzi.
Intervenire sui fattori di rischio, promuovere stili di vita corretti, educare i pazienti all’importanza di un’alimentazione equilibrata e dell’attività fisica: sono tutti gesti che costruiscono, giorno dopo giorno, una vera e propria cultura della prevenzione. Eppure, come rivelano i dati di una survey condotta durante la campagna “Non girarci intorno”, solo il 45% dei pazienti ha dichiarato di aver parlato di prevenzione oncologica con il proprio medico di famiglia, mentre il 48% afferma di non averlo mai fatto.
Un dato che fa riflettere: “Probabilmente molto di quello che facciamo ogni giorno non viene percepito come un’azione che può salvare la vita”, osserva la dottoressa Mastronuzzi. Spesso, infatti, i consigli sul peso forma, sull’alimentazione o sull’esercizio fisico, sullo smettere di fumare, non vengono recepiti come parte di una strategia di prevenzione oncologica. Per questo è fondamentale rendere esplicito il valore di queste indicazioni e costruire con il paziente un dialogo più chiaro e consapevole”, aggiunge.
Le iniziative come “Non girarci intorno” svolgono un ruolo prezioso proprio perché portano il tema della prevenzione fuori dagli ambulatori e lo avvicinano a un pubblico più vasto. “La salute non si fa solo sulla scrivania dei medici”, spiega l’esperta. “Entrare in un evento sportivo, in un concerto o in una manifestazione pubblica è utilissimo, perché ci permette di agganciare l’attenzione dei cittadini”. In un Paese dove ancora si pratica poca attività fisica e dove la dieta mediterranea non è seguita da larga parte della popolazione, questi momenti di sensibilizzazione rappresentano un’occasione importante per diffondere messaggi di salute.
Di qui un appello: la prevenzione è un percorso da fare insieme. “Non siamo uno contro l’altro. Non ci sono i medici e i pazienti, ma ci sono persone che lavorano insieme per un obiettivo comune”, conclude.
(Adnkronos) - A 45 anni dall'omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio del 1980, la svolta potrebbe arrivare da un'impronta digitale.
La Procura di Palermo, nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto che vede indagati i due presunti esecutori materiali, ha infatti incaricato la Dia di effettuare degli accertamenti tecnici con le nuove tecnologie disponibili per estrarre il Dna su un'impronta ritrovata all'epoca del delitto nello sportello lato guidatore della Fiat 127 utilizzata dai killer per la fuga dopo l'assassinio compiuto sotto gli occhi della moglie Irma e dei figli, Bernardo e Maria.
Come scrive Live Sicilia, il prossimo 12 giugno, sarà conferito l'incarico ai periti per una comparazione biologica sul reperto.
Leggi tutto: Omicidio Piersanti Mattarella, la Procura di Palermo indaga su un'impronta
(Adnkronos) - Un matrimonio intimo, pochi invitati e l'abito da sposa acquistato su internet. Così Caterina Balivo il 30 agosto del 2014 ha detto 'sì' a Guido Maria Brera. Un dettaglio poco noto, ma non del tutto segreto che oggi, lunedì 9 giugno, è tornato alla ribalta grazie a Giovanni Ciacci, lo stylist ospite a 'La volta buona'.
Un siparietto divertente si è consumato oggi tra Caterina Balivo e Giovanni Ciacci. Il tema della puntata era dedicato ai matrimoni, e l’occasione ha dato a Ciacci, stylist ed esperto di costume, l’opportunità di svelare un curioso retroscena: "Caterina è stata la prima a comprare l’abito da sposa online. Se non sbaglio, lo pagò 180 euro”. Immediata la replica, tra le risate della Balivo: "È vero, ma non l’ho pagato 180! 150 e forse 30 euro di spedizione”.
La conduttrice ha anche detto di aver scelto una cerimonia riservata: "La verità è che non volevo nessuno!", ha detto con ironia e senza mezzi termini.
Leggi tutto: Balivo, segreto svelato: "Ho preso il mio abito da sposa su internet a 150 euro"
(Adnkronos) - “Il valore della nostra industria di marca non è solo un motore economico e sociale, ma ha un potere superiore: quello del soft power. Questo, in uno scenario di tensioni commerciali, è fondamentale, anche nella prospettiva che i consumatori americani non siano disposti e non saranno disposti a rinunciare al Made in Italy”. Lo ha affermato oggi il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo all'assemblea 2025 di Centromarca, in corso a Milano. “Le nostre produzioni sono riconosciute come eccellenze che potrebbero risentire meno dei dazi rispetto ad altri competitor proprio perché hanno una loro unicità” ha aggiunto.
“Il valore delle esportazioni italiane nei beni di largo consumo, tra il 2014 e il 2024, è cresciuto in modo incredibile, passando da 3,8 miliardi a quasi 10 miliardi di euro, quasi triplicando il proprio valore. Un traguardo - prosegue il ministro - che ci lascia ottimisti, ma anche un tesoro da preservare, lavorando insieme tra pubblico e privato, ma soprattutto con gli altri Stati membri e con l’Unione Europea”.
Centromarca "rappresenta oltre 2.600 marchi di rilievo, attivi in numerosi settori, in grado di portare il Made in Italy presso i consumatori italiani e sempre più tra quelli internazionali. I vostri quasi 100.000 addetti generano un fatturato di circa 67 miliardi di euro, con un valore complessivo di oltre 87 miliardi lungo tutta la filiera, pari al 4,2% del Pil nazionale". L’Italia "si è posta come leader in Europa per riportare la manifattura al centro della crescita e del benessere. Lo abbiamo fatto presentando sette non paper tematici, documenti di indirizzo di riforma alla Commissione europea e lo abbiamo fatto disegnando una strategia di politica industriale sintetizzata nel Libro che sta per uscire, Libro bianco Made in Italy 2030, cioè una chiara visione strategica che in questo Paese manca da troppi anni". Si tratta di "uno strumento che, accanto alle risorse per le imprese (circa 20 miliardi di euro), si prefigge di orientare le politiche pubbliche - ha spiegato il ministro -, così da rafforzare le filiere produttive, favorire l’innovazione, stimolare la competitività sui mercati internazionali e tutelare le produzioni di qualità". "In questa visione gioca un ruolo rilevante la rinnovata strategia di attrazione degli investimenti, che sta trasformando il nostro Paese nella destinazione preferita di molti capitali esteri: uno strumento che intendiamo utilizzare in modo mirato per sostenere le nostre imprese, preservandone naturalmente l’identità" ha poi concluso Urso.
Leggi tutto: Urso: "Nostra industria di marca ha soft power"
(Adnkronos) - Paura durante il Giro del Delfinato 2025. La seconda tappa della corsa, oggi lunedì 9 giugno, è stata caratterizzata da un episodio che ha scosso alcuni corridori e provocato indignazione nei tanti tifosi e appassionati. Durante un tratto del percorso infatti, 204,6 chilometri da Premilhat a Issoire,un'auto stava per immettersi in strada senza rispettare la precedenza, rischiando di investire il quartetto di ciclisti in fuga.
A documentare il tutto le telecamere di Eurosport, che mostrano come il conducente di un'automobile bianca, si sia 'affacciato' in strada scendendo a tutta velocità da una strada sterrata secondaria e si stesse per immettere nella corsia senza prima controllare che non arrivassero veicoli. Proprio in quel momento infatti, come mostra il video, stavano transitando i corridori che hanno rischiato di venire investiti o di cadere: il gruppetto ha dovuto effettuare un rapido cambio di direzione per evitare l'automobile. Solo uno spavento però, fortunatamente, per i corridori, con l'auto che ha frenato in tempo.
Leggi tutto: Paura al Giro del Delfinato, auto rischia di investire i ciclisti - Video
(Adnkronos) - "La competitività rappresenta una priorità centrale per la commissione europea. Abbiamo tracciato una direzione chiave con il competitive compass e stiamo dando attuazione a questa visione con azioni concrete. L’obiettivo è costruire un’Europa sempre più a misura d’impresa con un mercato più dinamico, regole più chiare e accessibili e con la possibilità di investire risorse europee a sostegno dei settori produttivi. È così che si genera una crescita duratura e si rafforzano i territori". Così Raffaele Fitto, Vicepresidente della Commissione Europea, intervenendo questo pomeriggio all'assemblea generale di Centromarca.
"Questo è un comparto - dice Fitto - che contribuisce in modo rilevante allo sviluppo economico del paese e dell’Europa. L’industria di marca ha oggi più che mai una funzione strategica nel rafforzare la competitività del sistema europeo e nel contribuire alla coesione economica e sociale dei territori".
Leggi tutto: Fitto: "Competitività centrale, obiettivo è Europa sempre più a misura d'impresa"
(Adnkronos) - Mentre un caso di Mpox, l'ex vaiolo delle scimmie, è stato confermato in Italia, in Umbria, in un giovane in buone condizioni di salute per il quale non è ancora chiara l'origine del contagio, l'Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato nei giorni scorsi nuove raccomandazioni per la gestione clinica, la prevenzione e il controllo delle infezioni Mpox. Le nuove linee guida Oms si applicano ai pazienti contagiati assistiti in comunità, a domicilio o in struttura sanitaria, e aggiornano le indicazioni provvisorie diffuse dall'agenzia ginevrina nel 2022.
Da allora - ricorda l'Oms - il virus di Mpox (Mpxv) ha continuato a evolversi e anche il modello delle epidemie sostenute da questo patogeno è cambiato. Prima del 2022 l'Mpox è stato segnalato principalmente in Africa centrale e occidentale, mentre nel 2022 - anno spartiacque - è stata dichiarata un'epidemia globale del clade virale IIb che continua a colpire numerosi Paesi. Successivamente si sono verificate epidemie associate ai cladi Ia e Ib, che hanno interessato principalmente la Repubblica Democratica del Congo e i Paesi africani limitrofi. Dall'agosto 2024, l'aumento delle infezioni Mpox in Africa e il rilevamento del clade Ib al di fuori del continente africano hanno portato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, a dichiarare per la seconda volta Mpox emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Pheic). Sull'opportunità o meno di confermare lo stato di Pheic per Mpox si è svolta il 5 giugno la quarta riunione del Comitato di emergenza dedicato.
"Se la persona con Mpox è un paziente con infezione acuta o è a rischio di complicanze - è la prima raccomandazione dell'Oms - deve essere gestita in una struttura sanitaria e ricevere cure di supporto. Solo i casi lievi e non complicati di Mpox vanno gestiti in ambito domiciliare".
Se la persona contagiata dal virus di Mpox mostra un'infezione lieve e non rischia complicanze, e quindi può essere assistita a domicilio, l'Oms precisa che il paziente non è tenuto a isolarsi, a condizione che le lesioni siano coperte e che il contagiato indossi una mascherina ben aderente quando si trova in stretta vicinanza ad altre persone, fino alla guarigione di tutte le lesioni. Nel caso in cui sia impossibile coprire le lesioni o tenere la mascherina, il paziente dovrà essere isolato a domicilio. Nell'abitazione è comunque necessario implementare misure per ridurre la contaminazione ambientale.
Se invece le condizioni dell'infettato meritano il ricovero in ospedale, gli operatori che lo assistono devono utilizzare guanti, camici, mascherine e protezioni per gli occhi in base alla valutazione del rischio, prescrive l'Oms. I respiratori sono obbligatori quando vengono eseguite procedure che liberano aerosol e devono essere presi in considerazione se la stanza è poco ventilata.
L'agenzia delle Nazioni Unite per la salute fornisce inoltre 3 nuove raccomandazioni cliniche generali, rivolte a tutte le persone con infezione Mpox indipendentemente dal contesto in cui vengono assistite. L'Oms consiglia alle madri contagiate di continuare ad allattare al seno, limitando però il contatto diretto con il neonato non infettato. Si suggerisce inoltre alle madri guarite da Mpox, che avevano interrotto l'allattamento e il contatto diretto con il neonato, di riprenderli non appena le lesioni si saranno risolte. L'Oms raccomanda infine di iniziare rapidamente la terapia antiretrovirale nelle persone con infezione da virus Mpxv e Hiv che non hanno mai ricevuto il trattamento o che l'hanno interrotto.
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(Adnkronos) - "L'industria di marca in Italia rappresenta una componente chiave dell’industria nazionale e assicura un importante contributo alla nostra economia e alla solidità del nostro sistema produttivo". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio inviato all'assemblea 2025 di Centromarca, in corso a Palazzo Mezzanotte, a Milano. "Voi -ha aggiunto la premier- assicurate un contributo significativo in termini occupazionali". E "quello che fate quotidianamente è sinonimo di qualità, affidabilità e identità italiana, non solo a livello nazionale ma chiaramente anche all’estero".
"La marca non è solo un simbolo commerciale ma è uno strumento che crea valore aggiunto e che contribuisce a consolidare il fascino del made in Italy, rafforzando quelle filiere produttive fatte in grande parte di piccole e medie imprese" prosegue il videomessaggio del presidente del Consiglio. "Il governo - continua Meloni - ha potuto contare sulla vostra collaborazione per aiutare le famiglie italiane ad affrontare il caro prezzi e difendere il loro potere d’acquisto in temi di alta inflazione. Mi riferisco all’iniziativa del carrello tricolore che ha visto tutte le filiere dell’agroalimentare e dei beni di largo consumo uniti per sostenere i consumatori in un momento complesso". La Presidente ha anche ricordato le misure della 'Carta dedicata a te', che mette a disposizione 500 milioni di euro per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità, a cui la grande distribuzione ha partecipato con un'ulteriore scontistica del 15% per i titolari. Questi sono "tanti tasselli di un’azione comune che contribuisce a fondare il nostro tessuto produttivo sul profitto a creare valore sociale", spiega Meloni. "Solo se remiamo tutti nella stessa direzione - prosegue - possiamo difendere il bene comune e costruire un Italia più coesa, più forte più giusta".
"La filiera del largo consumo è un settore strategico, che ha nel suo Dna l’attenzione per la persona e il benessere della società: mi piace ricordare il lavoro che ci unisce per garantire massima trasparenza nei confronti dei cittadini, anche attraverso l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine della materia prima per i prodotti simbolo del Made in Italy". La premier ha quindi sottolineato i "tanti tasselli di un’azione comune, che contribuisce a fondare il nostro tessuto produttivo sul profitto, ma anche e soprattutto sulla capacità di creare valore sociale, di essere attenti ai bisogni delle famiglie e dei lavoratori, di valorizzare il capitale umano e di portare ricchezza nei territori dove opera". Si tratta, ha concluso, di "un tesoro di cui dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi e che dobbiamo essere in grado di accrescere e valorizzare". Perché "solo se ci teniamo per mano e remiamo tutti nella stessa direzione, possiamo difendere il bene comune e costruire un’Italia più coesa, più forte e più giusta".
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(Adnkronos) - "Le nostre industrie sono un asset strategico per lo sviluppo dell’economia italiana, investono, contribuiscono in modo significativo al prodotto interno lordo e alla bilancia commerciale, creano occupazione e valore", ha sottolineato Francesco Mutti, presidente di Centromarca, aprendo i lavori dell'assemblea generale di Centromarca, in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano.
"I prodotti di Marca - continua Mutti - rappresentano l’eccellenza: esprimono innovazione, sostenibilità, qualità e valori che li distinguono in tutto il mondo". Nel suo intervento Mutti ha anticipato che Centromarca elaborerà con altri attori della filiera e presenterà al Governo, in autunno, proposte di policy per sostenere la competitività del Paese, delle imprese e del settore largo consumo.
Tra le priorità individuate ci sono: incentivi per favorire la crescita dimensionale delle aziende e l’innovazione; semplificazione burocratica; il sostegno alle transizioni ecologica e digitale; tutela della proprietà intellettuale. "L'industria di marca - spiega Mutti - ha bisogno di un contesto normativo e politico che supporti concretamente i nostri sforzi e ci permetta di affrontare le sfide di un mercato globale sempre più competitivo".
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(Adnkronos) - Quando la pelle si ammala può svelare molto. Nel caso dell'Hiv, in particolare, i segni cutanei sono spesso i primi a manifestarsi e rappresentano i campanelli d'allarme per una diagnosi che, se tempestiva, può fare la differenza. Per questo i dermatologi possono essere vere e proprie sentinelle per questa infezione. Lo evidenzia la Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), che sottolinea un ruolo sempre più strategico del dermatologo nella lotta contro l'infezione da Hiv in vista del Congresso nazionale Sidemast - Special Edition 2025, organizzato nell'ambito del XIV International Congress of Dermatology, a Roma dal 18 al 21 giugno.
"Il 90% delle persone con Hiv sviluppa almeno una patologia cutanea prima della diagnosi o durante il trattamento - spiega Maria Concetta Fargnoli, vicepresidente Sidemast e direttore scientifico dell'Irccs Istituto dermatologico San Gallicano di Roma - Questo fa capire quanto sia importante la tempestività dell'intervento del dermatologo che può avere un ruolo chiave nella diagnosi precoce della malattia e nel velocizzare la presa in carico del paziente". Alcune malattie della pelle, aggiunge, "pur non essendo specifiche dell'Hiv possono rappresentare un primo segno di infezione da Hiv, in particolar modo quando si presentano in forma atipica, grave e soprattutto resistente ai trattamenti".
"Le manifestazioni che devono allertare il paziente - precisa - sono un'eruzione maculo-papulare simile a quella di una mononucleosi o morbillo, la dermatite seborroica, spesso più estesa e resistente ai trattamenti rispetto alle forme comuni, Herpes zoster ricorrente o particolarmente esteso, scabbia diffusa e refrattaria alle terapie standard, infezioni fungine croniche come candidosi orale ed esofagea, dermatofitosi estese, forme particolarmente gravi di psoriasi".
"Il dermatologo è quindi, in molti casi, il primo specialista ad intercettare l'infezione - sottolinea Lidia Sacchelli, assegnista di ricerca presso il Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna - la cui presenza deve essere poi confermata da un'analisi del sangue con test specifici per l'Hiv. In questo senso potremmo parlare di 'dermatologi-sentinella', che appena individuano la criticità possono poi attivare l'intero iter diagnostico-terapeutico". Ma nonostante l'importanza del dermatologo in questo settore, esistono ancora ostacoli importanti nella diagnosi precoce dell'Hiv da manifestazioni cutanee. Primo fra tutti la mancanza di linee guida operative aggiornate che forniscano ai professionisti strumenti chiari per identificare i casi sospetti.
"Abbiamo bisogno di strumenti e formazione per migliorare la capacità di effettuare diagnosi precoci - evidenzia Fargnoli - Solo così potremo essere ancora più tempestivi, considerando che meno tempo passa tra l'individuazione di un segno sospetto" e la diagnosi "più possibilità avremo di limitare il decorso della malattia e le sue conseguenze". Per rafforzare il presidio dermatologico nella gestione dell'Hiv, Sidemast insieme con altre società dermatologiche ha lanciato la proposta di una task force di dermatologi venereologi esperti, riconosciuta a livello scientifico e in grado di guidare la ricerca, la formazione e il coordinamento con infettivologi e altri specialisti.
"Come Sidemast - conclude Fargnoli - siamo attivamente impegnati nella ricerca su infezioni sessualmente trasmissibili e uniamo competenze dermatologiche e infettivologiche. Il nostro obiettivo è specializzare ulteriormente i dermatologi per riconoscere in modo sempre più tempestivo i segnali che possono indicare la presenza dell'Hiv, e collaborare in maniera strutturata con i colleghi infettivologi per il miglior trattamento possibile". Un obiettivo particolarmente utile considerando che i numeri dell'Hiv in Italia non sono rassicuranti. Secondo i dati aggiornati dell'Istituto superiore di sanità, nel 2023 sono stati notificati 2.349 nuovi casi, corrispondenti a un'incidenza di 4 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Un valore che segna un preoccupante aumento rispetto al 2022 e che riporta l'attenzione ai livelli precedenti la pandemia di Covid-19: dopo un trend in calo osservato tra il 2012 e il 2020, dal 2021 si è tornati a registrare un incremento costante.
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(Adnkronos) - All'ospedale pediatrico Bambino Gesù è stato eseguito con successo un delicato intervento di ricostruzione e ampliamento dell'uretra su un adolescente. E' la prima volta che la tecnica chirurgica denominata Asopa viene applicata su un paziente in età pediatrica, spiegano dall'Irccs romano. Il ragazzo, affetto da lichen sclerosus uretrale - una malattia cronica che provoca il restringimento dell'uretra - aveva già subito diversi interventi nel corso della sua giovane vita, senza però ottenere una soluzione definitiva. La condizione clinica comprometteva fortemente la sua capacità di urinare e la qualità della vita quotidiana.
Grazie alla tecnica Asopa (Augmented Substitution Onlay Plate Anastomosis) - riporta una nota - è stato possibile ricostruire l'uretra utilizzando la mucosa prelevata dalla bocca del paziente, che è stata poi innestata in modo 'onlay', ovvero inserita come rinforzo all'interno della struttura uretrale esistente. "In parole più semplici - descrive Massimiliano Silveri, responsabile di Chirurgia andrologica del Bambino Gesù - è stato come riparare un tubo lesionato dall'interno, usando un pezzo di tessuto naturale compatibile, così da garantire una nuova continuità e funzionalità. Si tratta di una procedura altamente complessa che ha permesso al nostro giovanissimo paziente di superare il problema e di affrontare con rinnovata fiducia ed entusiasmo la sua futura vita di relazione".
Per la riuscita dell'intervento, eseguito nel comparto operatorio della sede di Palidoro, è stato fondamentale l'approccio multidisciplinare, ovvero la collaborazione tra chirurghi, anestesisti e infermieri specializzati che hanno messo a disposizione le proprie competenze per garantire al paziente un trattamento a misura delle sue esigenze di salute, adattando la tecnica chirurgica alla particolare conformazione anatomica. Il giovane - conclude la nota - ora sta bene e può finalmente riprendere una vita normale, sia dal punto di vista funzionale che relazionale.
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(Adnkronos) - Quale sarà il futuro di Cristiano Ronaldo? Il fuoriclasse portoghese, anche ieri domenica 8 giugno in gol in finale di Nations League, ha svelato dove giocherà il prossimo anno dopo le tanti voci di mercato che lo volevano lontano dall'Arabia Saudita: "Praticamente non cambierà nulla, resto all'Al-Nassr", ha detto l'ex attaccante, tra le altre, della Juventus, dopo il trionfo ai calci di rigore contro la Spagna.
Ronaldo non parteciperà quindi alla prima edizione del nuovo, e ricchissimo, Mondiale per Club, al via il prossimo 14 giugno negli Stati Uniti: "Non è importante per me partecipare al Mondiale per Club, conta solo la Nazionale. Ci sono stati molti contatti comunque con le squadre che vi partecipano, ho ricevuto tanti inviti, alcuni significativi e altri no, ma non ci andrò". Ronaldo ha poi commentato l'ipotesi ritiro: "Sono ovviamente più vicino alla fine della mia carriera quindi devo godermi ogni momento, ma se non mi faccio male gravemente, continuo a giocare".
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(Adnkronos) - Jannik Sinner ha perso la finale del Roland Garros 2025 contro Carlos Alcaraz, ma rimarrà numero uno del mondo. Il tennista azzurro ha sfidato ieri, domenica 9 giugno, lo spagnolo nell'ultimo atto dello Slam parigino, uscendo sconfitto da una battaglia epica da oltre 5 ore, con il secondo della classifica Atp, che arrivava a Parigi da campione in carica, che si è imposto in cinque set al super tie break.
Sinner, in ogni caso, ha migliorato il risultato dello scorso anno, quando venne eliminato, proprio da Alcaraz, in semifinale facendo un ulteriore scatto in testa al ranking e assicurandosi la certezza di rimanere numero uno almeno fino al termine di Wimbledon, prossimo Slam in programma dal dal 30 giugno al 13 luglio 2025.
Con la finale di Parigi Sinner rimane al primo posto nel ranking Atp. Al Roland Garros Jannik arrivava, come detto, dalla sconfitta dell'anno scorso in semifinale, mentre Carlos era campione in carica. Alla vigilia del torneo la distanza tra i due era di 1530 punti, una volta arrivati in finale l'azzurro si era già garantito un allungo. Ora infatti Alcaraz è sempre al secondo posto della classifica Atp, ma distante 2030 punti da Sinner. Lo spagnolo è infatti a quota 8850, mentre Jannik sale a 10880.
La finale del Roland Garros ha permetterà a Sinner di restare numero uno almeno fino a lunedì 14 luglio, ovvero fino al giorno dopo la finale di Wimbledon 2025, quando saranno 58 le settimane in testa al ranking Atp. Un risultato che lo porterà al dodicesimo posto tra i numeri uno più longevi della storia, raggiungendo Jim Courier. Entrando nella stagione sull'erba, Sinner dovrà difendere i 500 punti di Halle e i 400 conquistati grazie ai quarti dello Slam londinese, mentre Alcaraz i 50 del Queen's e i 2000 ottenuti con il trionfo a Wimbledon.
Lo spagnolo potrà dunque ottenere, al termine del terzo Slam dell'anno, a un massimo di 2750 punti, arrivando a quota 9550. Se Sinner non dovesse fare nemmeno un punto nella stagione sull'erba invece si ritroverebbe al termine di Wimbledon in ogni caso davanti allo spagnolo, a quota 9990, seppur con un margine che, a quel punto, sarebbe minimo.
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