(Adnkronos) - I territori costieri e le periferie delle città sono le aree del Paese più esposte al pericolo Dengue e Chikungunya. A mappare il rischio di focolai autoctoni in Italia - una minaccia in crescita - è uno studio pubblicato su 'Nature Communications', coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler e dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il ministero della Salute e le Regioni/Province autonome.
"Anche se negli ultimi anni in Italia episodi localizzati di trasmissione autoctona di Dengue e Chikungunya si sono verificati soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro, il rischio che si verifichino altri focolai riguarda diverse altre zone del Paese caratterizzate dalla presenza significativa del vettore di questi virus, la cosiddetta zanzara tigre (Aedes Albopictus il nome scientifico), insieme a condizioni climatiche favorevoli", è il monito degli autori. "Sono soprattutto le aree costiere e le periferie urbane lungo tutta la Penisola ad avere le condizioni più adatte allo sviluppo dei focolai", spiegano. Quindi "il rischio è diffuso ed è auspicabile aumentare la conoscenza clinica di queste infezioni, mantenere alta l'attenzione alla sorveglianza e rafforzare la consapevolezza di chi rientra da luoghi in cui queste infezioni sono presenti o endemiche", esortano i ricercatori.
L'Iss sintetizza i risultati dello studio. "I casi autoctoni di Dengue e Chikungunya, malattie che prima erano solo importate, sono in aumento negli ultimi anni in tutta l'Europa meridionale per effetto della ripresa dei viaggi internazionali, della diffusione degli insetti vettori e per l'aumento delle epidemie in Paesi a clima tropicale e sub-tropicale", è la premessa.
Gli scienziati hanno esaminato gli episodi di trasmissione locale tra il 2006 e il 2023, applicando dei modelli matematici per analizzare i focolai italiani e per stimare il rischio di trasmissione, tenendo conto sia della densità di popolazione umana sia dei dati entomologici e climatici. Complessivamente, nel periodo considerato, sono stati confermati 1.435 casi importati di Dengue e 142 di Chikungunya. Le infezioni sono state contratte prevalentemente in Thailandia, Cuba, India e Maldive per quanto riguarda la Dengue, e India, Repubblica Dominicana, Brasile e Thailandia per la Chikungunya. Nello stesso arco di tempo sono stati diagnosticati 388 casi autoctoni di Dengue e 93 di Chikungunya. Il periodo più favorevole alla trasmissione locale a seguito dell'importazione di un caso è risultato da luglio a fine settembre, anche se nelle aree del Sud le condizioni favorevoli possono durare anche fino a novembre.
"Tutte le aree in cui si è verificata una trasmissione locale e focale dei due virus in Italia erano fra quelle identificate ad alto rischio nella nostra analisi - scrivono gli autori - Tuttavia sono state trovate anche molte altre aree con condizioni ecologiche simili, e potrebbero quindi essere ugualmente a rischio in caso di importazione di casi dall'estero. Questo implica che le misure di prevenzione e di sorveglianza devono essere orientate verso le aree con condizioni ambientali favorevoli, sia che abbiano già avuto focolai sia che non abbiano ancora identificato casi contratti sul territorio". Secondo la ricerca, una volta identificati i focolai autoctoni, l'indice di trasmissibilità è stato portato sotto la soglia epidemica in poco tempo, circa 2 settimane, a supporto della qualità degli interventi reattivi di controllo. Rimane però un certo ritardo nell'identificazione dei casi: "Nelle regioni non endemiche, come l'Italia, è importante aumentare la consapevolezza delle patologie emergenti trasmesse da vettori - rimarcano gli esperti - perché una diagnosi ritardata o mancata rallenta il rilevamento dei focolai e quindi la possibilità di controllarli".
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(Adnkronos) - E' stato presentato oggi a Roma, di fronte a una platea di rappresentanti istituzionali, componenti della comunità scientifica e delle associazioni, l'XI Rapporto MonitoRare sulla condizione delle persone con malattia rara in Italia. Dal 2015 Uniamo, la Federazione italiana malattie rare - unico caso in Europa e nel mondo - grazie alla collaborazione con le istituzioni raccoglie e analizza i dati disponibili per dare vita a un documento che offre una visione globale del sistema malattie rare, partendo dal punto di vista del persona con la patologia. "Il rapporto offre l'opportunità di riflettere, dati alla mano, sui chiaroscuri del sistema che è stato creato in questi 26 anni - afferma Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo - Dobbiamo analizzare bene cosa funziona meno bene per poter, tutti insieme e in rete, agire per migliorare la qualità di vita delle persone con malattia rara, sorpassando le difficoltà e coordinandoci al meglio".
Il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, in un videomessaggio, nel ringraziare Uniamo "per la grande capacità di fare rete e di mettere a sistema i bisogni nell'ambito della ricerca, della cura e della presa in carico sociosanitaria a livello territoriale", ha annunciato che "nel prossimo Expo Aid 2026, che si svolgerà a Rimini a fine giugno dell'anno prossimo, sarà previsto un focus specifico sulle malattie rare e Uniamo sarà uno dei protagonisti". Sempre in un contributo video il sottosegretario alla Salute con delega alle malattie rare, Marcello Gemmato, ha espresso "soddisfazione" per quanto emerge dal rapporto. "E' incoraggiante - ha sottolineato - vedere che i punti di superamento delle criticità si implementano, è la conferma che stiamo andando nella direzione giusta anche se la strada da percorrere è ancora lunga. Da segnalare positivamente in questo senso anche il rafforzamento del Fondo per i farmaci innovativi. Restano, tuttavia, sfide importanti da affrontare - ha ricordato - Prima fra tutte la disuguaglianza territoriale: su questo stiamo lavorando con le Regioni per costruire percorsi condivisi che uniformino l'accesso alle innovazioni terapeutiche e rendano l'assistenza realmente omogenea, con tempi celeri e qualità ovunque. Infine, voglio rinnovare il mio personale apprezzamento per il lavoro straordinario che le associazioni di pazienti svolgono ogni giorno: grazie al loro impegno, competenza e passione, possiamo continuare a fare progressi significativi, concreti e misurabili".
Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone, ha osservato: "I dati rappresentano un elemento fondamentale nelle decisioni di sanità pubblica perché forniscono le basi per comprendere lo stato di salute della popolazione, identificare i bisogni, valutare i rischi e, soprattutto, monitorare l’efficacia degli interventi. Per raggiungere questi obiettivi è essenziale il lavoro portato avanti dall'Iss con il Registro nazionale malattie rare che, con il suo flusso di dati, è lo strumento tramite il quale il Centro nazionale malattie rare effettua il monitoraggio della rete assistenziale a livello nazionale, oltre che aggiornare il quadro epidemiologico delle malattie rare nel nostro Paese".
Il punto di forza di MonitoRare sono ovviamente i dati. Fra i tanti - riporta una nota - il contributo del Centro nazionale sangue, che ha fornito per il rapporto una serie di dati che inquadrano in maniera precisa il tema della raccolta del sangue in Italia. I medicinali plasmaderivati (Mpd) esercitano infatti un ruolo chiave, e talora non sostituibile, nel trattamento di molte condizioni cliniche acute e croniche. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), presente per la prima volta, ha dotato il rapporto di una serie di informazioni utili sui progetti di ricerca attivi sulle malattie rare presso diversi dipartimenti.
L'undicesima edizione del report offre una fotografia del sistema a tinte chiaroscure, pur essendo, quello italiano, un modello in Europa per le malattie rare in diversi ambiti. Innanzitutto cresce ancora la disponibilità dei farmaci orfani: al 31 dicembre 2023, su un totale di 155 autorizzati dall'agenzia europea Ema, 146 erano disponibili in Italia. Il 94,2% del totale, in crescita rispetto all'84,9% dell'anno precedente, secondi in Europa solo alla Germania. Nel 2023 è cresciuto il consumo di farmaci orfani: lo 0,05% del totale, con la spesa che ha inciso per l'8,5% del totale della farmaceutica; nel 2022 il consumo era stato dello 0,04% e l'incidenza di spesa del 6%. Nello stesso periodo, la spesa per farmaci oncologici è stata del 18,4% del totale. Salgono anche i farmaci compresi nell'elenco della legge n. 648/1996: sono 68 nel 2024, erano 31 nel 2018 e appena 13 nel 2012. Sono in aumento i corsi Ecm sulle malattie rare (76 nel 2024), crescono la copertura dei registri regionali delle malattie rare (+30mila unità) e il numero dei centri di riferimento che fanno parte dell'Ern - European Reference Network (da 66 nel 2021 a 78 nel 2024, per un totale di 262 centri), e sale il numero dei rappresentanti delle persone con malattia rara nei tavoli decisionali (Regioni/Province autonome e tavoli di lavoro nazionali). L'Italia, inoltre, si caratterizza per un livello decisamente più elevato di mobilità attiva: nel 2023, 1.250 pazienti in entrata e 236 in uscita.
Altro aspetto positivo l'incremento di strumenti innovativi per le diagnosi. Dal 2023 il programma di screening neonatale esteso (Sne) è attivo a pieno regime in tutte le Regioni/Pa. Più della metà delle Regioni/Pa, inoltre, ha ampliato il panel di malattie considerate. Manca però l'aggiornamento del panel. Questo tema, per Uniamo, necessita di essere affrontato attraverso una modifica normativa: l'aggiornamento del panel dello Sne, infatti, non può essere legato a quello dei Lea, in quanto deve procedere a una velocità decisamente superiore, come recentemente dimostrato dagli ultimi, tragici, casi di diagnosi mancate di leucodistrofia metacromatica. "La ricerca scientifica avanza, la legge resta ferma - ha sottolineato l'onorevole Maria Elena Boschi, presidente dell'Intergruppo parlamentare Malattie rare e oncoematologiche - A quasi 10 anni dall'approvazione, nel 2016 con il governo Renzi, della norma che garantisce a ogni neonato lo screening gratuito per 49 malattie rare, il panel delle patologie diagnosticabili tramite screening neonatale esteso non è mai stato aggiornato". Rimarcando l'inaccettabilità che la salute dipenda "dal codice postale", per Boschi "forse è arrivato il momento di prevedere un fondo per lo screening neonatale esteso che possa prevedere un meccanismo di aggiornamento rapido che proceda di pari passo con la scienza senza aspettare l’aggiornamento dei Lea".
Un cartellino rosso è stato rilevato per la mancata approvazione dei decreti attuativi della legge 175/2021, in particolar modo per quanto riguarda il fondo di solidarietà sociale e il provvedimento legato agli incentivi fiscali per la ricerca che attendono risposte da almeno 3 anni. Inoltre, 7 Regioni non presentano nemmeno un centro Ern, il che alimenta una mobilità sanitaria, soprattutto dei minori con malattia rara esente evidenziati dai Rrmr.
Quanto alla ricerca, dopo la crescita osservata fino al 2021, prosegue la riduzione degli studi clinici autorizzati sulle malattie rare sul totale delle sperimentazioni cliniche (163 nel 2024 pari al 27,1% del totale). Per poter incrementare gli studi e aprire di più alle sperimentazioni cliniche - emerge dal report - è certamente da apprezzare il bando lanciato dall'Agenzia italiana del farmaco, interamente dedicato alla ricerca sulle malattie rare, per un totale di 17,8 milioni di euro. "Con i nuovi bandi per la ricerca indipendente sulle malattie rare, Aifa avvia un intervento strutturale a sostegno di studi no profit su farmaci orfani e terapie innovative - ha evidenziato Armando Magrelli, dirigente dell'Ufficio ricerca indipendente Aifa - con l'obiettivo di offrire risposte concrete ai pazienti e alle loro famiglie. Un passo importante per promuovere innovazione, equità e accesso alle cure". Tra gli enti impegnati in diversi progetti, oltre ad Aifa, ci sono il ministero della Salute, Cnr ed Ern. Secondo il CoNaMr occorre una miglior diffusione delle informazioni su quanto si sta già facendo, scambi tra ricercatori, potenziamento delle infrastrutture e rilevazione delle aree con maggiori bisogni. "La presenza del Cnr accanto alle associazioni di pazienti - ha commentato Anna Moles, direttrice Istituto di biochimica e biologia cellulare, Cnr - rappresenta un impegno concreto a tradurre le loro istanze in azioni di ricerca, innovazione e sensibilizzazione della comunità scientifica e non, in piena coerenza con le missioni istituzionali dell'ente. Le associazioni sono custodi di esperienze e bisogni fondamentali: ascoltarle e collaborare con loro significa orientare la scienza verso soluzioni che migliorano realmente la vita delle persone".
Le sperimentazioni cliniche in Italia, dunque, secondo il rapporto stanno diminuendo: dopo un picco di 260 nel 2021, sono scese nel 2024 a 163. I progetti di ricerca sulle malattie rare con la presenza di gruppi di ricerca italiani sono poco meno di un decimo del totale dei progetti della piattaforma Orphanet.
Dal Barometro di MonitoRare - in questa edizione dedicato a medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici specialisti - emerge una conoscenza non particolarmente levata del sistema delle malattie rare, a cui oltre 1 medico su 4 associa la parola 'difficoltà' e più del 10% i termini 'sconosciute', 'diagnosi', 'complessità' e 'solitudine'. In merito all'inclusione scolastica, solamente 2 scuole su 5 (41%) risultano accessibili per gli alunni con disabilità motoria, e solamente il 17% delle scuole dispone di segnalazioni uditive per studenti con sordità o ipoacusia. Tra gli alunni con disabilità, c'è una netta prevalenza di maschi sulle femmine (228 ogni 100). 'La scuola in ospedale', il servizio pubblico destinato agli alunni che, a causa di problemi di salute, devono temporaneamente interrompere la frequenza scolastica, e all'istruzione domiciliare ha registrato complessivamente 62.812 studenti, +6,2% rispetto all'anno scolastico. 2022/2023, tornando sui livelli pre-pandemici dell'a.s. 2018/2019 (61.516). Quasi 2 studenti su 3 (64,5%) hanno avuto una degenza breve (da 2 a 7 giorni), mentre quasi 1 su 4 (23,6%) ha frequentato la scuola in ospedale in Day hospital; le degenze di media durata (da 8 a 15 giorni) rappresentano il 7,1% dei casi e quelle che hanno superato i 15 giorni di durata il 4,9%.
La Convention di MonitoRare 2025 proseguirà durante tutta la giornata con 4 gruppi di lavoro dedicati a diverse tematiche (ricerca, salute mentale, supporti sociali e Hta), ai quali parteciperanno diversi rappresentanti istituzionali per un confronto diretto con le associazioni delle persone con malattia rara. Nella mattinata di domani, inoltre, sarà dato spazio ai protagonisti del Rapporto MonitoRare, cioè i rappresentanti di enti e istituzioni che ogni anno collaborano - grazie all'invio dei dati - alla stesura del rapporto. Saranno presenti il ministero della Salute, l'Iss, Aifa e Agenas.
Per la compilazione dei dati, conclude la nota, hanno contribuito: i Coordinamenti regionali per le malattie rare; la Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (Dg Sante) dell'Unione europea; l'Iss - Centro nazionale malattie rare; Aifa; ministero dell'Istruzione e del Merito; ministero della Salute; Bbmri.it - Biobanking and BioMolecular resources Research Infrastructure Italy; Cnr; Fondazione Telethon; Orphanet Italia; Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare - Unità produttiva Agenzia Industrie Difesa Aid; Simmesn - Società italiana per lo studio delle malattie metaboliche ereditarie e lo screening neonatale; Centro nazionale sangue; Sifo - Società italiana di farmacia ospedaliera. L'evento di presentazione del rapporto è stato realizzato anche con il contributo non condizionato di Blueprint Medicines, Chiesi Global Rare Diseases, Novo Nordisk e Takeda.
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(Adnkronos) - C'è un momento in cui è cambiata la storia del confronto Sinner-Djokovic, che scriverà un nuovo capitolo oggi, venerdì 11 luglio, nella semifinale di Wimbledon 2025. Un match che ha rovesciato le gerarchie del tennis mondiale, con un colpo di scena e nuove consapevolezze dei protagonisti. Si torna indietro al 25 novembre 2023, semifinale della Coppa Davis 2023. Jannik è in campo contro Nole, la Serbia è già sull'1-0 e con un successo del suo fuoriclasse sarebbe in finale. Dopo i primi due set, il match è in parità. Nel terzo, Djokovic va sul 5-4 e sullo 0-40 nel decimo game. Poi succede qualcosa. E si assiste a un passaggio del testimone.
Djokovic ha tre palle break e di conseguenza tre match point. Per Sinner sembra finita, per l'Italia anche. Poi, la grande svolta. Jannik mantiene il sangue freddo, annulla uno a uno i match point e rimette tutto in equilibrio, per poi vincere in rimonta e rimandare il discorso qualificazione al doppio, che sarebbe stato vinto dall'Italia il giorno dopo.
Un match che, rivisto oggi prima della semifinale di Wimbledon, può essere letto come il manifesto del tennis di Sinner. Un tennis di testa, calmo e riflessivo. Ma anche capace di adattarsi alle situazioni, a seconda dell'avversario. Uno dei punti di forza di Jannik, che di lì a poco avrebbe battuto Djokovic pure nella semifinale degli Australian Open 2024 (6-1 6-2 6-7 6-3). Un preludio al suo primo titolo Slam, arrivato prima di ripetere l'impresa nella finale del succesivo Masters 1000 di Shanghai. L'ultimo confronto risale a poche settimane fa e a quella semifinale del Roland Garros vinta da Sinner 6-4 7-5 7-6. Oggi un nuovo atto del confronto, che potrebbe portare Jannik alla sua prima finale a Londra e Nole alla possibilità di giocarsi (forse per l'ultima volta) il 25esimo Slam. Appuntamento sul Centrale.
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(Adnkronos) - "Il 60% degli italiani" soffre di una forma di parodontite. Di questi, "almeno il 13-15% convive con forme gravi e invalidanti" che portano alla perdita dei denti e della funzione masticatoria. Parliamo di una patologia causata dai batteri presenti nella bocca, la sesta più diffusa al mondo, che ha un impatto importantissimo sulla qualità di vita del paziente e sulle casse del nostro Ssn. La sua incidenza aumenta dopo i 40 anni, soprattutto nelle regioni del Sud per igiene orale domiciliare scarsa, fumo e scarsa consapevolezza. Ma salvare gengive e denti è possibile: "La prevenzione e l'igiene costante iniziano da casa ed evitano l'insorgere di altre malattie. Anche se si è in vacanza". Così all'Adnkronos Salute Rodolfo Gianserra, tesoriere della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), in occasione della Giornata nazionale della parodontite che si celebra oggi 10 luglio.
Sanguinamento gengivale, alitosi e mobilità dei denti "sono i sintomi più diffusi - spiega Gianserra - segnali che non bisogna mai sottovalutare. Anzi, alla loro prima comparsa occorre recarsi dal proprio odontoiatria di fiducia". Se invece la parodontite non viene curata, "perché si sottovaluta la sintomatologia, allora la malattia si aggrava portando alla perdita dei denti. Quindi, intervenire tempestivamente è fondamentale".
L'igiene orale "inizia con delle buone procedure che vengono consigliate in modo personalizzato", con il lavaggio dei denti almeno 2 volte al giorno, ricorda lo specialista. "Alle buone abitudini di igiene orale domiciliare si aggiunge la visita di prevenzione presso il proprio dentista di fiducia che sa valutare i tempi e la frequenza di sedute di igiene professionale. In questo modo rendiamo la parodontite praticamente curabile e prevenibile con costi economici minimi". Se invece "dobbiamo trattare forme di parodontite più avanzate di stadio 3 o di stadio 4 - rimarca Gianserra - questo comporta interventi più complessi atti a rigenerare osso e gengive, sostituzioni di elementi dentari con eventuali impianti e conseguenti protesi, con costi che oggi sono decisamente elevati".
La parodontite, precisa l'espero Sidp, non solo "colpisce i tessuti gengivali e i tessuti di supporto del dente, ma è correlata a tantissime altre problematiche sistemiche. Avere una bocca sana significa non avere carie, avere gengive in salute, masticare bene e, ovviamente, avere una vita di relazione legata al sorriso e a quello che la bocca rappresenta per ognuno di noi". Curare le gengive, e quindi la parodontite, "si associa a una riduzione degli indici glicemici, a un miglioramento della pressione sistolica per i pazienti con problemi cardiovascolari e minori rischi per le donne in gravidanza, tra cui il parto prematuro".
E se molti italiani rinunciano alle cure e a fare prevenzione per motivi economici, "con la Giornata nazionale della parodontite come Sidp lavoriamo per rendere il cittadino partecipe della propria diagnosi e cura puntando sull'informazione, attraverso il nostro numero verde 800144979, attivo tutto l'anno. Il nostro obiettivo - evidenzia Gianserra - è far capire all'opinione pubblica che prevenire la parodontite e le patologie della bocca ha sicuramente un costo inferiore rispetto a quello che invece dovremmo sostenere se non facciamo prevenzione. Una visita di controllo - 1 o 2 volte l'anno - ha veramente dei costi bassi". Per informazioni sulla Giornata nazionale della parodontite: https://www.sidp.it/ e www.gengive.org.
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(Adnkronos) - Cosa non si fa per un click in più. Biagio Antonacci e Gerry Scotti sono solo le ultime due vittime del clickbait estremo, quello che per attirare lettori su un sito produce titoli allarmanti sulla salute (quando non arriva direttamente ad annunciare la morte) di personaggi noti.
Ieri il cantautore milanese ha dovuto smentire con un post sui social di essere finito in ospedale dopo aver rischiato il soffocamento (da notare l'ironia dell'autore della fake news visto che Antonacci è autore di un brano che s'intitola 'E' soffocamento'): "Come vedete sto molto bene … le fake news? Tossiche per l’anima e fastidiose per tutti in un tempo dove la verità è determinante per tutto e tutti", ha scritto l'artista accanto a un video che lo ritraeva mentre cantava accompagnandosi con la chitarra.
Più sofisticata ma altrettanto fastidiosa la fake news che ha portato in tendenza Gerry Scotti nelle ultime 24 ore, più della sua conferma come uno dei pilastri dei palinsesti Mediaset svelati ieri. "Ricovero Gerry Scotti, il quadro clinico è disperato: fegato reni e pancreas coinvolti. Terapia intensiva e corsa contro il tempo", si legge nel titolo di un articolo pubblicato su un sito web che, dopo diversi capoversi allarmanti, rivela che il fake è solo temporale. Ovvero, è stata utilizzata una vecchia intervista in cui il conduttore raccontava la brutta esperienza vissuta con il Covid, che lo portò al ricovero, per montare un nuovo allarme sulla sua salute, come si trattasse di un'ultim'ora. La risposta di Scotti non c'è stata, o almeno non diretta. Il conduttore ha però pubblicato un video in cui, "50 anni dopo", sale in sella ad un Ciao della Piaggio perfettamente restaurato per le vie di Milano.
Solo gli ultimi due casi di un fenomeno che ha visto negli anni anche dare per morti più volte personaggi molto popolare come Lino Banfi, Al Bano e anche Pippo Baudo. Il quale, l'ultima volta che accadde, nel 2020, in pieno Covid, commentò all'Adnkronos: "Faccio le corna. Succede ogni anno che qualcuno dia una notizia letale su di me. Per fortuna, ogni volta che qualcuno annuncia la mia morte, mi allunga la vita".
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(Adnkronos) - ''Se questo periodo ci ha insegnato qualcosa, è l'urgenza di costruire un'Europa più resistente per contrastare shock simili in futuro. L'unico modo è far crescere le nostre economie''.
E' l'appello lanciato da Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in un videomessaggio trasmesso alla quarta edizione del summit nazionale sull’economia del mare 'Blue forum', in corso a Unioncamere a Roma. “Anche il settore marittimo ha subìto le difficoltà della pandemia, di una guerra di aggressione al nostro continente, della crisi energetica, dell'aumento del costo della vita e sullo sfondo una crisi climatica'', sottolinea il presidente.
''L'Italia è la terza più grande economia blu d'Europa. L'ambizione climatica è essenziale, ma ciò significa anche fissare obiettivi raggiungibili e offrire stimoli finanziari”, ricorda Metsola. “Nella sua risoluzione sull'attuazione della politica comune della pesca il Parlamento ha sottolineato che è necessario un livello di stabilità economica in questo settore, perché gli operatori possano innovare e adottare tecniche più sostenibili. Esiste anche un grande potenziale nella digitalizzazione dell'attività marittime''.
''L'Unione Europea sta già contribuendo in molte di queste aree e lo farà sempre di più”, assicura Metsola. “Io sono cresciuta vicino al mare e so quando sia cruciale la gestione sostenibile delle risorse marine sul nostro pianeta. E ora possiamo fare la differenza, perché le decisioni che prendiamo oggi hanno ancora il potere di plasmare il futuro”.
Leggi tutto: Metsola: "Urgente costruire un'Europa più resistente per contrastare shock"
(Adnkronos) - "In questo momento credo che non solo l’Italia, ma il mondo stia guardando in maniera molto diversa al mare. I cambiamenti geopolitici fanno sì che sia un collegamento non tra due nazioni, ma tra interi continenti. In un momento in cui anche le linee di comunicazione e le linee logistiche cambiano rapidamente, l’attenzione a livello mondiale sul mare è altissima". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, a margine del IV Summit Nazionale sull’Economia del mare – Blue Forum, presso la sede di Unioncamere negli Horti Sallustiani a Roma. "Fortunatamente il nostro Paese ha un grande know-how su questo - continua - L’Europa è il continente che ha più navi. L’Italia, all’interno dell’Europa, è uno dei Paesi che è più sviluppato nel settore della blue economy, dalla cantieristica navale, alla nautica di diporto, fino allo shipping. E' chiaro che in questo momento noi stiamo chiedendo anche a livello europeo di cambiare il paradigma, di consentire anche di intervenire sulla nostra cantieristica in maniera massiva".
In particolare, "basta pensare che l’85% dei cantieri navali, dei bacini per la costruzione e il refitting delle navi è tra Cina e Corea, solo il 7% è in Europa - osserva Rixi - Oggi tutte le merci che arrivano sul continente europeo passano via mare a causa della guerra in Ucraina e quindi, per noi, è fondamentale, anche per una sicurezza logistica, avere una grande capacità nei prossimi anni per cambiare, rimettere in bacino le navi, costruire nuove navi. Rimettere in bacino anche perché - sottolinea - nel frattempo c’è tutto il tema del green, del cambiamento dei carburanti e quindi rivedere anche le motorizzazioni delle flotte. È un lavoro immane che vuol dire però grande capacità, possibilità del nostro Paese per incidere”.
Per il viceministro, "l’underwater, che riguarda sempre la blue economy - precisa - è un nuovo aspetto che nasce proprio in questi anni, dove l’Italia è ancora protagonista con la nuova agenzia che il governo ha voluto creare e su cui si investirà nei prossimi anni". Non si tratta quindi "solo di connessioni su cavi sottomarini, ma anche della possibilità di controllare tutta la parte subacquea, sia per motivi di sicurezza, sia sul traffico logistico e sull’utilizzo delle materie prime". Certo, è "un mondo che sta cambiando rapidamente – conclude – ma che forse, per la prima volta dopo tanti decenni, vede il nostro Paese leader e protagonista in moltissimi settori".
Leggi tutto: Blue economy, Rixi: "Serve svolta Ue su cantieristica per rilancio e sicurezza"
(Adnkronos) - "Occorrono scelte coraggiose" per affrontare i cambiamenti che il sistema economico globale sta subendo. E' il tema centrale del panel di apertura della quarta edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, in corso a Unioncamere a Roma. "L'economia del mare – ha detto Andrea Prete, Presidente Unioncamere - è una somma di tante economie che hanno un filo conduttore, il mare. C'è quella della cantieristica, l'alberghiero, il settore delle crocierie, quello dei porti, della pesca, dell'accoglienza e della ristorazione. I numeri sono importanti: oltre un milione di occupati, oltre 2 miliardi complessivi. Tutto questo comparto è cresciuto ed è attento ai temi della sostenibilità e dell'ambiente. E anche nel Mezzogiorno l'economia del mare sta crescendo. Servono scelte coraggiose su questa direttrice".
Stesso appello è arrivato da Giovanni Acampora, Presidente Assonautica Italiana, Si. Camera, Cciaa Frosinone Latina. “Occorrono scelte coraggiose, non possiamo rimanere al palo rispetto a certe situazioni. Tra queste anche il Ponte sullo Stretto”. Acampora ha invitato a “lavorare sull'innovazione, sull'Intelligenza artificiale, sull'investimento tecnologico”.
Durante il primo panel è intervenuto, con un video-messaggio, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna. “Creare valore, il titolo scelto dal vostro Summit, significa scegliere valori importanti – ha detto – significa costruire un sistema, capire le ricchezze e le potenzialità e questo richiede sempre l'alleanza con vari soggetti”. In tema di Giubileo, Zuppi ha ricordato il tema della speranza. “Papa Francesco, scegliendo questo tema, ha ribadito la necessità di una alleanza sociale della speranza. C'è molta paura nel mondo per ciò che stiamo vivendo, e la paura rischia di paralizzare la speranza. La paura – ha concluso Zuppi - favorisce il presente e non il futuro. La paura spinge a conservare; al contrario la speranza guarda a quello che ancora non c'è”.
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(Adnkronos) - Le sfide più urgenti legate alla Blue Economy riguardano “la valorizzazione del mare da ogni punto di vista, in una nazione che ha tre quarti della sua esposizione di confine sul mare”.
“E' la nostra risorsa cardine, se sapremo sfruttarla ancora di più e ancora meglio in un quadro che prevede tante criticità che sono quelle legate a politiche europee che non sempre tengono conto delle esigenze delle singole nazioni o delle loro produzioni”. A sottolinearlo è stato il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida intervenendo alla quarta edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, in corso a Unioncamere a Roma.
“Per anni l'Unione Europea ha sacrificato molto la produzione di pesca – ha sottolineato Lollobrigida – e negli ultimi due anni e mezzo abbiamo lavorato per invertire questa tendenza: desertificazione delle nostre marinerie che è avvenuta nel tempo, che ha visto arrivare a cifre di -40%-50% con porti che vedevano nella pesca una risorsa straordinaria che hanno perso questa vocazione. Questo ha creato un danno economico ma anche un danno ambientale. Siamo riusciti nell'ultima trattativa di dicembre scorso – ha ribadito il Ministro Lollobrigida - a segnare un risultato straordinario condiviso con le associazioni di rappresentanza del mondo della pesca perché per la prima volta abbiamo fermato la scellerata scelta di ridurre spesso, senza dati scientifici adeguati, lo sforzo di pesca che aveva l'unico effetto, questo lo dicono i dati, di diminuire le nostre imbarcazioni, la vocazione dei nostri pescatori, a dare la possibilità a nuove generazioni di occuparsi di questo settore”.
“Abbiamo restituito speranza – ha poi aggiunto Lollobrigida - abbiamo sostenuto economicamente il settore fin dall'inizio mettendolo sul piano dell'agricoltura, abbiamo immesso in tutti i bandi che riguardano il settore agricolo anche la possibilità di partecipare al mondo della pesca, alle imprese della pesca. Abbiamo lavorato per modernizzare il nostro settore con risorse importanti per il fermo definitivo. Abbiamo contrastato scelte europee che mettevano in condizione di sacrificare tipologie di pesca che sono proprie della nostra Italia. Su questo tema – ha concluso Lollobrigida - abbiamo lavorato tanto per rafforzare la condizione che la nostra Italia ha di essere definita dal mare”.
Leggi tutto: Lollobrigida: "Mare risorsa cardine, per anni Ue ha sacrificato produzione pesca"
(Adnkronos) - Per alcuni San Siro non è solo uno stadio. È un punto di arrivo, il coronamento di un percorso, l’aspirazione massima, il sogno. E per chi quel campo lo ha sempre visto dagli spalti, abbonato in Curva Sud, la prima volta doveva per forza essere speciale. Le aspettative c’erano, certo, ma lui le ha superate tutte: Lazza, San Siro, 9 luglio. Un concerto, uno spettacolo, uno show. Di aggettivi se ne potrebbero usare tanti, ma alla fine quello che conta sono gli occhi lucidi dei fan in prima fila, le urla di chi non ha smesso mai di saltare, e di chi ha visto passare davanti ai propri occhi passato e presente del rap italiano.
Si, perché a San Siro c’erano tutti. Chi ha aperto la strada e chi ne sta esplorando di nuove. Lazza ha raccontato la sua storia rendendo omaggio al passato, accogliendo sul palco le leggende di ieri e i talenti della nuova scena. Ma il protagonista, indiscusso e indiscutibile, è sempre lui: Jacopo Lazzarini. E alla fine per riempire un palco minimalista, con due schermi ai lati e un’orchestra in sottofondo, serviva una presenza proprio come la sua. Niente ballerini, niente scenografie. Solo musica, giochi di luce e fuoco a fare da contorno a uno show degno della Scala del calcio.
Ciascun capitolo dello spettacolo, dalla durata di 3 ore, ha un’identità propria, ma tutti raccontano un’unica storia. Il suo percorso artistico passa dal rap più crudo fino alla drill, passando per il pop sanremese. Da 'Ouv3rture' a '100 Messaggi'. Brano dopo brano, Lazza si muove tra mondi diversi, che lo rappresentano dal giorno 0 e che hanno al centro di tutto la musica e i suoi fan. Perché per lui, ragazzo sincero e impulsivo, il rapporto con il pubblico è sempre stato fondamentale. E quindi la gita della sera prima, che assomigliava tanto a una ‘notte prima degli esami’, ha perfettamente senso. Lazza ha guidato fino a San Siro, si è fermato a guardare quello che poche ore dopo sarebbe diventato il suo regno e ha salutato quei fan già in coda davanti ai cancelli per un posto in prima fila. Battute, foto, autografi, sorrisi. Un gesto piccolo, ma che dice tanto su chi è Jacopo.
“Aiutami San Siro”. In uno dei rari momenti di appannamento, quando Lazza ha alzato lo sguardo fino al terzo anello, e forse si è reso conto di dov’era arrivato, è proprio a loro che ha chiesto una mano. L’urlo che ne è seguito ha anticipato una coreografia che ha abbracciato le tribune con i colori del suo Milan: “Ok Zzala”. Ora è il suo pubblico a scrivere la sua firma musicale. Questo lo ha spinto oltre ogni limite e paura. Al resto ci pensa la famiglia. Quella acquisita e quella di tutti i giorni.
Uno dopo l’altro Lazza porta con sé il meglio della scena italiana. Chi si aspettava Sfera Ebbasta, Geolier, Capo Plaza, Tony Effe e Jake La Furia è stato accontentato, ma con Lazza non ci si annoia mai. Sul palco, accompagnata dall’orchestra, arriva la voce, pulita e inconfondibile, di Laura Pausini, che unisce la storia del pop al genere che sta dominando le classifiche. Uno spettacolo che non si vede spesso. Ma quello a cui sta assistendo San Siro è il giorno del giudizio del rap. E allora lui non può mancare. Marracash reclama la sua corona di fronte a un pubblico in delirio, pochi giorni dopo il sold out arrivato in quello stesso stadio. ‘-3 (Perdere il volo)’ sembra la conclusione di quello che, non ce ne voglia il King del Rap, è un Lazzageddon. Ma non lo è.
La musica di Jacopo infatti non si fonda sulle basi o sui featuring, ma si lega alle persone che lo circondano in ogni fase della sua vita. Che lo hanno reso chi è, nel bene e nel male. 'Porto Cervo' parla di un amore finito, 'SENZA RUMORE' racconta di un cuore rinato tra le braccia della compagna e del figlio Noah. Quindi la presenza di Greta sul palco non sorprende. La modella lo abbraccia con gli occhi lucidi e gli sussurra qualcosa all’orecchio, prima di sciogliersi in un bacio. È un momento talmente intimo che non sembra appartenere a uno stadio. Quegli occhi addosso sembrano in più.
Eppure San Siro è un giorno che Lazza vuole condividere proprio con le persone che ha intorno. Dopo Orsingher sale sul palco la madre, poi la nonna, infine il padre. A lui, Lazza dedica la 'Dolcevita', il finale del suo show: “Ti ricordi due anni fa? Eravamo in Curva, al derby. Ti avevo detto che nel 2025 lo avrei riempito da solo. Quella partita l’abbiamo persa, ma oggi abbiamo vinto”. E qualcuno, in tribuna stampa, sotto quegli occhiali scuri, giura di aver visto una lacrima. (di Marica Di Giovanni)
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(Adnkronos) - "Sinner e Alcaraz sono due giocatori diversi e le partite con loro sono sempre diverse. Con Sinner, che è quello contro cui ho giocato di più, la velocità della palla è incredibile. Non ho mai visto nulla di simile. Quando giochi contro di lui, sembra che tutto vada a doppia velocità". Ben Shelton, battuto di nuovo da Sinner ai quarti di finale di Wimbledon 2025, ha parlato così in conferenza stampa del numero uno al mondo. Una dichiarazione di resa, con complimenti all'avversario dopo una sconfitta netta. Senza appelli.
Shelton ha poi aggiunto: "Di solito riesco ad adattarmi abbastanza bene a quel ritmo. Ma è dura quando qualcuno colpisce così forte su entrambi i lati e serve come lui. Oggi ho avuto la mentalità giusta per gran parte della partita. Ho servito molto meglio rispetto all’Australia, in maniera più intelligente. Sono andato a prendermi i punti. Sto ancora imparando sull’erba cosa funziona meglio, non sono riuscito a metterlo in difficoltà".
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(Adnkronos) - Alla Nuvola dell'Eur a Roma oggi, giovedì 10 luglio, la conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina. "Il piano russo è lo stesso dall’inizio della guerra, tentare di piegare gli ucraini con il freddo e la paura. Questo piano è fallito perché la comunità internazionale si è schierata contro questo scempio" ha detto la presidente del Consiglio Meloni nel corso del suo intervento nella sessione plenaria di apertura, invitando a "guardare oltre l'insopportabile ingiustizia" e "immaginare il dopo" sottolinea.
"L'Italia può essere protagonista nella ricostruzione dell'Ucraina non solo per la costanza, la chiarezza, con la quale fin dall'inizio si è schierata dalla parte giusta della storia, senza mai tentennare, ma anche perché il suo solido e straordinario tessuto produttivo ha tutte le carte in regola per generare un moltiplicatore di investimenti, un moltiplicatore di opportunità". "La sfida che abbiamo di fronte - sottolinea - richiede il massimo sforzo da parte delle nazioni, dei governi, delle istituzioni multilaterali e finanziarie, ma è una partita che noi possiamo vincere solo se riusciremo a contare su una robusta mobilitazione dei capitali privati, sulla loro capacità di attrarre investimenti".
"Dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme, nazioni, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, autorità locali, settore imprenditoriale, società civile. Insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro" annuncia. "Ma per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano soldi, ingegneri e architetti - avverte -. C'è bisogno di qualcosa di più e quel qualcosa di più è il sentimento che il popolo ucraino ha dimostrato di conoscere, che è l'amore di patria, l'amore per la libertà, la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità, di benessere, senza l'amore di patria tutto quello che noi facciamo perde di senso".
"Il popolo ucraino ha guardato negli occhi il nemico e ha deciso di combatterlo, non perché gli piace combattere, perché ama la guerra, ma perché ama ciò per cui sta combattendo, riesce a vedere oltre questo conflitto. Ed è questo che ha permesso all'Ucraina di continuare a vivere, produrre, innovare e cercare una luce nell'oscurità più profonda". "Il nostro compito è aiutare l'Ucraina e lo faremo" dobbiamo "riscrivere questo nuovo capitolo della sua storia per amore della giustizia e per il futuro".
"Questa conferenza ci offre l'opportunità di sottoscrivere numerose intese, uno degli ambiti principali sui quali noi abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione riguarda la creazione di nuovi strumenti, di nuovi meccanismi, che possano accompagnare il lavoro delle aziende, fare da moltiplicatore, sono per questo felice di annunciare il contributo determinante dell'Italia alla nascita di un nuovo fondo Equity a livello europeo". "Il messaggio che vogliamo lanciare oggi agli imprenditori è semplice, non abbiate paura di investire, di costruire, di ricostruire in Ucraina", aggiunge il presidente del Consiglio.
""Noi siamo quel popolo che sulle macerie della Seconda guerra mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni '60. Anche la nostra, allora, era una nazione distrutta che affrontava difficoltà enormi. Eppure ce l'ha fatta, si è rialzata con determinazione, con orgoglio, è diventata la potenza economica e industriale che oggi tutti conoscono". "Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell'Ucraina, che costruiremo insieme", ha concluso.
"Putin rifiuta ogni proposta di pace, escalation di violenza" ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendo notare come la "Russia si sia preparata alla conferenza con il massiccio attacco di questa notte a Kiev". Ha chiesto, inoltre, "più fondi per produrre droni contro i missili russi". "Dobbiamo intercettare quelli" che a centinaia ogni notte la Russia lancia contro l'Ucraina, "ci servono nuovi missili e nuovi sistemi di difesa", ma anche "fondi e investimenti per produrre droni" e "incoraggio i partner ad aumentarli". "Facciamo il possibile per arrivare alla pace" assicura, sottolineando poi che "Putin ha due alleati: l'inverno e il terrore, noi dobbiamo contrattaccare entrambi e ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando". "Ogni singolo giorno dobbiamo rimanere concentrati, ci dobbiamo focalizzare e lavorare per la difesa, per generare un cessate il fuoco quanto prima", ribadisce il presidente ucraino, chiedendo "un piano Marshall" perché "tutto ciò che la Russia distrugge può essere ricostruito". A margine della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, in corso a Roma, è previsto un incontro bilaterale tra Meloni e Zelensky.
"Per milioni di ucraini, soldati, insegnanti, medici, agricoltori, per ucraini di ogni estrazione sociale, il futuro ha due bandiere. La bandiera dell'Ucraina e quella dell'Europa" lo ribadisce nel suo intervento la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. "Questa Conferenza per la Ripresa ha come obiettivo quello di portare l'Ucraina nel futuro. E il futuro dell'Ucraina è l'Europa". Il processo di adesione all’Ue dell’Ucraina "si basa sul merito. E l'Ucraina merita di andare avanti". "Sotto un fuoco incessante - aggiunge - l'Ucraina sta attuando una riforma dopo l'altra. L'Ucraina è pronta a procedere con il passo successivo nel percorso di adesione. L'Ucraina sta mantenendo la promesse fatte per le sue riforme: ora dobbiamo mantenerle anche noi", aggiunge. Oggi "ci riuniamo in questa città eterna per dimostrare il nostro impegno duraturo nei confronti dell'Ucraina. La nostra determinazione è incrollabile, il nostro sostegno incrollabile. Perché saremo sempre al fianco dell'Ucraina, per tutto il tempo necessario".
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(Adnkronos) - Foto di famiglia per la premier Giorgia Meloni alla Nuvola, all'Eur a Roma, con tutti i leader presenti alla conferenza sulla ripresa dell'Ucraina. "Il piano russo è fallito, la comunità è schierata contro questo scempio" ha detto la presidente del Consiglio Meloni nel corso del suo intervento, annunciando "impegni per oltre 10 miliardi di euro". Bisogna "guardare oltre l'insopportabile ingiustizia" e "immaginare il dopo" sottolinea.
Dopo l'intervento della premier quello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, del cancelliere tedesco Friedrich Merz e del premier polacco Donald Tusk, ospiti rispettivamente dell'ultima e della prossima conferenza sulla ricostruzione.
A margine della Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina, in corso a Roma, è previsto un incontro bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj.
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(Adnkronos) - Drammatico incidente oggi, giovedì 10 luglio, sulla via Ostiense all'altezza di via del Fosso di Dragoncello a Roma. Secondo le prime informazioni sono rimaste coinvolte un'auto e una moto che si sono scontrate in mattinata. La polizia locale di Roma Capitale del X gruppo Mare è ancora sul posto con cinque pattuglie per i rilievi.
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(Adnkronos) - La linea 1 della metropolitana milanese è sospesa tra le fermate di Cairoli e Pasteur. Lo comunica Atm sulle sue pagine social, spiegando di aver messo a disposizione dei passeggeri dei bus sostitutivi "in arrivo con le condizioni del traffico".
A causare lo stop, un intervento di soccorso, poco dopo le 9 di mattina, quando una persona è stata travolta da un treno della metropolitana alla stazione di Palestro. Il gesto sarebbe stato volontario.
"A Duomo non si cambia tra M1 e M3. A Porta Venezia non si cambia tra M1 e linee S. A Loreto non si cambia tra M1 e M2", avverte Atm, suggerendo ai passeggeri come alternativa di cambiare nella stazione di Cadorna. E, per chi arriva o è diretto all'aeroporto di Linate, di usare le linee S per cambiare con M4 a Dateo o Forlanini.
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