(Adnkronos) - Se è vero che negli ultimi anni abbiamo attraversato momenti di grandi perturbazioni e una costante volubilità, è altrettanto certo che mai come oggi il mondo (e il nostro quotidiano) si è fatto ancora più convulso e mutevole, sicuramente più pericoloso. Il conflitto è diventato la modalità prioritaria di risoluzione delle controversie internazionali; aumentano le guerre e la spesa militare (2,7 trilioni di dollari nel 2024, il 17% in più rispetto al 2022) si chiudono le frontiere e cambiano i rapporti di forza tra le potenze. Uno scenario che non sembra peraltro arretrare, tanto che il 78% degli opinion leaders del Rapporto Coop prevede un aumento dei conflitti militari nei prossimi 3/5 anni e il 18% teme l’inizio di un conflitto su scala globale. E' quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, Cso Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi.
"La stessa logica del conflitto dalla geopolitica - si legge - si estende alle relazioni commerciali che con il Liberation Day sembrano segnare il declino della globalizzazione (la metà delle imprese esportatrici prevede un calo dei flussi commerciali nel 2025) e dei suoi effetti propulsivi sulla crescita mondiale. Malgrado le ambizioni di supremazia dell’amministrazione Trump in discussione appare soprattutto la leadership degli Usa, a partire dal softpower culturale e dalla centralità negli scambi internazionali, (negli ultimi 25 anni il numero di Paesi che commercializzano più con la Cina che con gli Stati Uniti è salito da 30 a 145), la stessa forza del dollaro si riduce nelle riserve monetarie internazionali e il debito pubblico americano oramai non è dissimile da quello italiano. Cresce invece la forza economica e culturale delle potenze asiatiche e del Sud del mondo che oggi per la prima volta si pongono in netta contrapposizione all’Occidente (nel 2025 la Cina viaggia su un tasso di crescita annuo del Pil intorno al +5%, l’India supera il +6% a fronte di un ben più modesto +1,9% degli Usa e +1% dell’Ue)".
In questa inedita contesa per la leadership del mondo post-americano, si legge ancora, "gioca un ruolo cruciale la tecnologia, in particolare oggi per il controllo dello spazio e il dominio dell’AI che è la grande scommessa dei prossimi anni. Benché persistano ancora subbi e timori, per molti è considerata un moltiplicatore del progresso economico e sociale (gli incrementi del Pil annuale potrebbero arrivare a sfiorare un +20%-+30%) con una vera rivoluzione degli assetti economici e dei modelli di vita e di lavoro. Peraltro, se l’intelligenza artificiale ha sinora riguardato i business digitali e i prodotti dematerializzati, il prossimo avvento dei robot umanoidi potrà portare gli stessi effetti rivoluzionari nell’economia reale, dal manifatturiero ai servizi alla persona, a partire dal retail.
E anche qui non a caso la Cina occupa un posto in prima linea sia come numero di brevetti (5.688 quelli depositati a fronte dei 1.483 degli Usa) che per l’economicità delle proposte: un umanoide con funzionalità avanzate per uso domestico e servizi personali costerà in previsione da qui a due anni meno di 15.000 dollari. Un mercato low cost in inevitabile espansione2.In questa nuova età del caos, l’Europa gioca di rimessa. A dispetto del suo indubbio peso economico (genera un quarto del Pil globale) e della sua tenuta sui diritti fondamentali rispetto alle pericolose tentazioni antidemocratiche di tanti altri Paesi, l’Ue resta ostaggio della sua governance incompiuta. Paradossalmente proprio quando la strisciante disillusione nei confronti delle istituzioni europee (la fiducia dei cittadini nell’Ue passa dal 31% del 2012 al ben più solido 52% di oggi) non genera più approcci nazionalisti e la grande parte degli opinion leaders intervistati nella survey rappresenta la necessità di un approccio finalmente federale: lo sviluppo di una difesa comune ad esempio (è favorevole l’86% del campione), l’unificazione del sistema fiscale (78%) e l’emissione di titoli di debito pubblico europeo (75%).
Mentre l’Italia, a dispetto di una stabilità politica e sociale che oggi la caratterizza positivamente nel confronto europeo, purtroppo dal punto di vista economico sembra aver definitivamente esaurito l’abbrivio della crescita record del periodo post pandemico. Così, le stime dei previsori macroeconomici individuano per il biennio 2025-2026 una crescita su base annua del Pil di mezzo punto percentuale, mentre le previsioni degli opinion leaders intervistati sono ancora più pessimistiche (+0,1% nel 2026). L’economia italiana torna al male antico di una produttività declinante. A fronte di un’occupazione in crescita (sono 840.000 i nuovi occupati), fa difetto all’Italia la produttività per ora lavorata che è prevista in decrescita fino al -1,4% in maniera opposta rispetto al resto d’Europa. Segno evidente dell’assenza nell’economia nazionale dei settori ad alto valore aggiunto e di conseguenza di un lavoro poco qualificato e meno pagato.
Nei settori di impiego dei nuovi lavoratori troviamo infatti in maggioranza costruzioni, commercio, alberghi e ristoranti e fa impressione per converso il dato del titolo di studio; il numero di occupati con licenza media è sceso di oltre 647mila unità, a fronte di un aumento di 687mila diplomati e 800mila laureati. È proprio la mancata crescita della produttività a non far ripartire l’ascensore sociale, oramai fermo da anni. Basti pensare che il 10% della popolazione italiana detiene il 58% della ricchezza del Paese (peggio di noi solo i tedeschi) e a fruttare sono più le rendite (da finanza e da immobili) che il lavoro, soprattutto se è lavoro autonomo. Il sistema Italia recupera il livello complessivo dei redditi delle famiglie solo in virtù del forte aumento del totale delle ore lavorate (2,3 miliardi in più di ore lavorate nel corso degli ultimi 5 anni).
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(Adnkronos) - "Il rapporto disegna una preoccupazione diffusa e inevitabile a causa delle notizie che ascoltiamo al telegiornale. Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è eroso e c’è la difficoltà nel tenere in equilibrio costi e redditi. Bisogna preservare il pragmatismo degli italiani, consapevoli delle difficoltà, ma anche volenterosi di mantenere le cose positive del nostro Paese, come il valore del cibo. Un bene che vedono anche come mezzo per migliorare la loro qualità di vita e la salute. Su questo punto noi di Coop ci siamo, questo aspetto è in sintonia con la nostra ragion d’essere”. Così Maura Latini, presidente Coop Italia, commentando l’edizione 2025 del Rapporto Coop ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’, presentato oggi, in anteprima, a Milano.
Un rapporto che evidenzia ottimismo per il settore vendite nel primo semestre 2025. “Finalmente i volumi hanno cominciato a crescere - sottolinea Latini- +1% tra gennaio e giugno. Certo, bisogna ricordare che c'è stato anche un abbassamento del consumo fuori casa. Il tratto negativo è che luglio e agosto hanno visto una diminuzione dell'incremento - aggiunge - i volumi sono intorno al +0,5% nella grande distribuzione, in generale. Ma questo, lo abbiamo letto dai giornali, è dipeso dalla crisi del turismo”.
Per gli italiani “il primo driver di scelta è la convenienza - fa sapere Latini - La grande distribuzione è multiforme e questa è una possibilità di scelta importante per i clienti. Nel primo semestre (2025 ndr) i supermercati hanno avuto un incremento di risultati superiore a quello dei discount. Questa è una discontinuità positiva perché dimostra che non c'è solo la strada del prezzo basso e della semplificazione estrema, ma c'è la strada della ricchezza e della possibilità di scelta che, se trova una combinazione giusta con l'offerta e con il prezzo, può diventare la leva vincente per il futuro. Continueremo a lavorare per recuperare il massimo dell’efficienza - conclude la presidente di Coop Italia - ma per raggiungere questo obiettivo serve un modello economico del Paese che deve recuperare produttività”.
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(Adnkronos) - Scontro inaspettato tra Alba Parietti e Lucrezia Lante Della Rovere. La conduttrice televisiva e opinionista è rimasta sconvolta dalle parole dell'attrice che, ospite de 'La volta buona', ha dichiarato di essere "esigente in amore, non sono come Alba Parietti che si innamora ogni 5 minuti".
E oggi in un post Instagram arriva la replica della diretta interessata. "Mi trovo, mio malgrado, a dover rispondere a Lucrezia Lante Della Rovere, persona che mi è sempre stata simpatica e che considero una buona conoscente. Proprio per questo mi ha stupito e amareggiato la sua affermazione: se davvero mi conoscesse, saprebbe che la mia vita è tutt’altro da come l’ha descritta", scrive la Parietti, spiegando che gli amori importanti nella sua vita sono stati "pochi, profondi e significativi" e di essere capace "di stare anche 5 o 6 anni da sola, come è accaduto prima della mia ultima relazione con Fabio Adami, senza mai cercare rapporti 'di passaggio'".
Per questo "trovo le sue parole poco rispettose nei confronti della verità, ma soprattutto della profondità dei miei sentimenti e di quelli che hanno legato me alle persone importanti della mia vita". Per il personaggio televisivo "esprimere giudizi superficiali su relazioni altrui, senza conoscerne i fatti né la sostanza, non solo è arbitrario e un po’ stupido, ma rischia anche di diventare una forma di violenza, soprattutto quando lo si fa in pubblico, in una trasmissione televisiva".
"Da Lucrezia, che ho sempre considerato una persona carina, mi aspetto sinceramente delle scuse. Se desidera parlare di sentimenti, lo faccia partendo dai propri, che conosce meglio di chiunque altro. Io non mi permetterei mai di giudicare la sua vita privata, che peraltro non mi è sembrata meno complicata della mia, perché trovo che sui sentimenti altrui non sia giusto intromettersi. I sentimenti e i conseguenti dolori, emozioni e sofferenze sono una cosa seria per tutti. Francamente mi ha colpito e ferito la superficialità con cui tutto ciò è stato detto", conclude.
(Adnkronos) - Quasi un terzo delle ragazze tra i 13 e i 15 anni teme le discriminazioni legate al genere e alla genitorialità ma, nonostante questo, non rinuncia alle proprie ambizioni. L’edizione 2025 dell'Osservatorio Genere e Stereotipi, promosso da Henkel Italia in collaborazione con Eumetra, restituisce la fotografia di una generazione che ha grandi progetti per il futuro, ma riconosce molto chiaramente il peso degli stereotipi di genere, che frenano soprattutto le ragazze.
Nato nel 2022 come spazio di ascolto sull’influenza del genere nella quotidianità e nelle scelte di vita, in questi anni l’Osservatorio Genere e Stereotipi ha indagato come la visione ancora tradizionale del maschile e del femminile condizioni la ripartizione dei compiti in famiglia, le decisioni relative agli studi, al lavoro e al tempo libero. La ricerca 2025 si è concentrata in modo particolare sulla Generazione Alpha ed è stata condotta tramite questionari online su un campione di 1.840 adulti e 500 preadolescenti tra i 13 e i 15 anni, con un approfondimento qualitativo su alcuni gruppi di ragazze e ragazzi.
“Nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio abbiamo visto quanto gli stereotipi di genere incidano nelle scelte delle persone e delle famiglie. Quest’anno abbiamo voluto guardare da vicino la Generazione Alpha: i dati e le testimonianze dirette che abbiamo raccolto indicano che non c’è un vero ‘dream gap’. Tanto i maschi quanto le femmine si sentono liberi di sognare in grande, ma le ragazze sanno bene che dovranno impegnarsi molto di più per essere prese sul serio e realizzare i loro progetti”, ha commentato Mara Panajia, presidente e ad di Henkel Italia. “Questi risultati - ha continuato - ci spronano a proseguire l’Osservatorio per continuare a creare cultura su questi temi, ma soprattutto a fare ancora di più e meglio come azienda perché la parità di genere diventi una realtà e non resti una promessa”.
Contrariamente a molti luoghi comuni, i dati 2025 dell'Osservatorio Genere e Stereotipi rivelano che la Generazione Alpha sogna in grande: il 44% delle ragazze e il 39% e dei ragazzi fra i 13 e i 15 anni dichiara di avere progetti ambiziosi per il futuro, con il 71% delle ragazze e il 72% dei ragazzi che si sente supportato dalla famiglia nel coltivare interessi e passioni. Se il 39% delle ragazze e il 43% dei ragazzi afferma di avere la giusta determinazione per raggiungere i propri obiettivi, i maschi mostrano maggiore sicurezza nella possibilità di farcela davvero. Il 78% dei ragazzi crede di poter generare un impatto, anche solo nel proprio piccolo, e il 21% pensa riuscirà ad emergere fra tanti, mentre le percentuali si fermano al 70% e al 16% per le ragazze.
La consapevolezza degli ostacoli riconducibili al genere è molto marcata. Secondo l’Osservatorio, il 28% delle ragazze e solo il 9% dei ragazzi teme di subire discriminazione di genere quando andrà a lavorare, il 31% delle ragazze e solo l’8% dei ragazzi ha paura di ulteriori penalizzazioni se avrà figli. Il 13% delle ragazze pensa che dovrà sacrificare la sua carriera per la famiglia, mentre solo il 9% dei ragazzi esprime la stessa preoccupazione. Buona parte di queste convinzioni matura in famiglia. Benché l’Osservatorio confermi l’evoluzione in atto, con i padri sempre più coinvolti nella vita domestica e nella cura dei figli, ragazze e ragazzi riportano con grande lucidità le diverse pressioni a cui i genitori sono sottoposti e sottolineano la maggior fatica delle madri nel conciliare il lavoro e la vita personale.
Interessante notare come il 70% degli adulti intervistati dall’Osservatorio sia convinto che gli influencer siano figure di riferimento per i più giovani, ma solo il 2% dei preadolescenti li menzioni spontaneamente come reali fonti di ispirazione. Mamma e papà sono tra i modelli più citati in quanto a soddisfazione e realizzazione personale a cui ambire.
Tra i temi indagati quest’anno dall’Osservatorio Henkel c’è anche il ruolo dei media e del linguaggio nella rappresentazione delle questioni di genere. Secondo il 75% delle ragazze e il 68% dei ragazzi, i social accentuano gli stereotipi. Il cinema, le serie tv e la pubblicità scelgono le donne solo in base alla bellezza (lo afferma l’84% delle ragazze e l’81% ragazzi) e le mostrano in prevalenza dolci, sensibili ed emotive (62% delle ragazze, 59% dei ragazzi).
I preadolescenti sono molto critici anche sulla narrazione della maschilità. Il 77% delle ragazze e il 76% dei ragazzi concordano su un’eccessiva sottolineatura della forza, del coraggio e del successo, aspetti che mettono a disagio soprattutto i ragazzi, preoccupati di non riuscire a corrispondere alla rappresentazione prevalente.
I preadolescenti appaiono ben consapevoli anche degli ostacoli posti dal linguaggio e dell’importanza delle parole nel definire la realtà e i confini delle possibilità. Nelle interviste si dicono contrari all’uso dell’asterisco o della schwa, convinti che serva un cambio più radicale per un racconto davvero libero, inclusivo e rispettoso delle differenze.
(Adnkronos) - “Le vendite della grande distribuzione in Italia vedono una crescita di 2 punti percentuali a volume, di quasi 4 punti a valore. Gli italiani comprano più cibo, ma lo fanno ripensando complessivamente la loro dieta”. Così Albino Russo, direttore generale dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori - Ancc Coop, intervenendo, oggi a Milano, alla presentazione in anteprima del Rapporto Coop 2025, ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’.
Dall’analisi emerge che “solo un quinto degli italiani mangia facendo riferimento alla tradizione del territorio, della famiglia e della dieta mediterranea - spiega Russo - mentre un terzo guarda a nuovi stili alimentari e ad una innovazione degli stili di consumo”. Inoltre, “c’è un orientamento al prodotto fresco che torna prepotente, soprattutto nella frutta e ancor di più nella verdura - analizza - Si rinuncia ai prodotti ultra processati, che si riducono in maniera molto più netta rispetto alla media di mercato. Si consuma meno carne rossa e si moltiplica la ricerca di proteine alternative. La gastronomia vegetale cresce dieci volte rispetto al totale del mercato, ma crescono anche le uova e i legumi”, illustra.
L’analisi tratteggia anche la tendenza ad adottare uno stile di vita più orientato al benessere. “Ci sono quasi 17 milioni di italiani a dieta e sono state acquistate più di mezzo milione di bilance - evidenzia Russo - sebbene difendano la qualità, gli italiani risparmiano anche sul cibo per far quadrare il budget familiare, ma non rinunciano a sviluppare un modello di consumo evoluto, orientato al benessere, alla linea e alla longevità", conclude il dg di Ancc-Coop.
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(Adnkronos) - "Il rapporto ci consegna la fotografia di un Paese in cui il problema principale è la produttività. Il carrello del consumatore è stato riconvertito a favore di politiche di spesa più salutiste e attente al benessere individuale”. Così Ernesto Dalle Rive, presidente dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori -Ancc Coop, commentando il Rapporto Coop 2025 ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’, presentato in anteprima oggi a Milano.
Un report che evidenzia l’impatto degli ormai fragili equilibri mondiali sui consumatori in un momento storico di generale incertezza. Impatto che si riflette anche sul rapporto degli italiani con il cibo. Anche se l’inflazione alimentare è meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa, le difficoltà reddituali spingono gli italiani alla ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza, si legge in una nota.
Per andare incontro ai suoi clienti e soci, Coop ha agito sulla “filiera produttiva attuando processi di efficientamento industriale - spiega Delle Rive - soprattutto puntando allo sviluppo del prodotto a marchio Coop che coniuga i valori della cooperazione con il diritto alla salute dei nostri soci, dei consumatori e dei clienti”. Il rapporto consegna anche una criticità sui temi del lavoro - evidenzia il presidente di Ancc-Coop - Da questo punto di vista, lanciamo un appello al Governo: diamo la disponibilità a discutere, con le altre forze datoriali, della modalità di erogazione del lavoro nelle giornate festive e domenicale che pensiamo vada rivista”, conclude.
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(Adnkronos) - In un momento di convulsi cambiamenti, muta ancora (ma resta privilegiato) il rapporto degli italiani con il cibo. Quel ripensamento profondo del proprio sistema valoriale e delle scelte quotidiane si ritrova riflesso nel modo in cui gli italiani si rappresentano a tavola. Rispetto al 2022 gli italiani che si identificano con un’identità alimentare ancorata esclusivamente alla tradizione scendono dal 34% al 22%, mentre cresce la percentuale di chi autodefinisce il proprio stile associandolo esclusivamente a abitudini alimentari innovative (dal 23% al 31%) o mixa tradizione e innovazione (dal 30% al 38%). E' quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, Cso Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi.
"Una miscellanea di comportamenti a tavola per un cibo che, oltre a divenire palestra di sperimentazione, ritorna ad essere soprattutto cibo domestico e cibo cucinato. Nei primi 6 mesi del 2025 la spesa reale per la ristorazione fuori casa cala di un -2,2% e un italiano su 3 vi rinuncerà ulteriormente nei mesi a venire", si legge. Contestualmente si registra una ripresa importante nei carrelli della spesa; le vendite a valore e a volume nella grande distribuzione crescono rispettivamente di un +3,8% e di un +2% nei primi sei mesi dell’anno. A fare da traino frutta e verdura e altri comparti del fresco; gli italiani sembrano non poter rinunciare più ad un cibo salutare e 7 su 10 dichiarano di leggere abitualmente le etichette nutrizionali dei prodotti che acquistano. I carrelli si riempiono così di frutta esotica, latte fermentato, pane, yogurt, olio, meno zucchero, meno sale, meno carboidrati e sono i cibi ultraprocessati a perdere appeal; più compaiono additivi in etichetta e più diminuiscono le vendite. In questo trend accelera anche il biologico con una crescita delle vendite a valore molto importante anche nel sud d’Italia; sono poi 8,4 milioni gli italiani che nei prossimi mesi aumenteranno questi acquisti. La svolta salutista inoltre non può non comprendere anche il no-alcohol che avanza, soprattutto fra i giovani: 15,4 milioni di italiani preferiscono una bevanda analcolica anche quando possono scegliere. Perfetto controaltare di questi comportamenti è il fatto che il cibo ha acquisito nella percezione corrente e maggioritaria una funzione di alleato della salute da perseguire ad ogni costo; la longevità si conquista a tavola, certo, ma non si disdegna nemmeno l’utilizzo di farmaci ad hoc. Il 16% degli italiani ha già utilizzato o sarebbero interessati a provare farmaci per il diabete che hanno anche un impatto diretto sul metabolismo e dunque tengono il peso sotto controllo. Ogni grammo conta e il controllo peso che quasi 1 italiano su 4 fa almeno una volta a settimana può spiegare il vero e proprio boom di vendite delle bilance sia per la persona che per gli alimenti. Le prime registrano un aumento esponenziale nei primi sei mesi dell’anno pari a oltre il +55% (ne sono state vendute oltre 432.000 in più), le seconde si attestano su un +5.5%. Il mantra del perdere peso spiega anche l’altra grande passione degli italiani ovvero la dieta iperproteica che già coinvolge il 17% della popolazione, con le vendite dei sostitutivi vegetali della carne che nell’ultimo anno crescono del +20,9% (10 volte di più delle carni stesse), seguite da uova (+7,8%) e legumi (+5,0%)", si legge ancora.
Seppure l’inflazione alimentare sia meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa (nei primi sette mesi del 2025 la crescita è stata del +3,1% su base annua e del +29,1% rispetto al 2019 a fronte di una media Ue rispettivamente del +3,3% e del +38,5%), le persistenti difficoltà reddituali degli italiani fanno sì che resti alta anche a tavola la ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza. Questa ricerca sembra rivolgersi però in minor misura all’utilizzo del discount che nel primo semestre 2025 registra una crescita a volume del +1,8%, ma piuttosto agli scaffati dei supermercati che mettono a segno un +2,7% dove gli italiani prediligono i prodotti in promozione e quelli a marchio del distributore. Infatti, il 40% degli italiani inizierà o aumenterà l’acquisto di prodotti alimentari in offerta/promozione (mentre solo il 5% smetterà o diminuirà); il 18% acquisterà più prodotti a marca del distributore, più del doppio rispetto a quelli che aumenteranno l’acquisto di marchi industriali (9%). Per stare al passo con queste evoluzioni, la grande distribuzione italiana dovrà affrontare (e vincere) la sfida del futuro che, secondo le opinioni dei manager food & beverage della survey, passa in larga parte dall’innovazione di prodotto e di processo (lo dice il 53%) ma include anche adeguate politiche per il personale (36%), aperura a partnership strategiche e contempla inevitabilmente l’Ai a cui viene attribuito un 20% di potenziale di produttività nell’arco dei prossimi 10 anni. La sfida è solo agli inizi.
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(Adnkronos) - La preoccupazione è il nuovo mood degli italiani. Abbandonata l’imperturbabile serenità e la fiducia caparbia che avevano ostentato negli anni difficili della pandemia e del post-Covid, negli ultimi mesi, gli italiani sembrano aver intuito i molti rischi dello scenario e vedono allungarsi un’ombra sul loro domani. Rispetto al 2022 cresce il timore (dal 20% al 39%), prende quota l’inquietudine (dal 24% al 37%) e l’allerta (dal 16% al 25%), mentre si riducono repentinamente serenità (dal 34% al 24%) e fiducia (dal 27% al 24%). E' quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, Cso Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi. Il rapporto per alcune sue parti si è avvalso dell’ausilio dei nuovi programmi.
"Nel mindset degli italiani certo restano le difficoltà quotidiane e la voglia di maggiori redditi, ma nell’immaginario collettivo è soprattutto la guerra a segnare la più ampia discontinuità (una buona metà dei nostri connazionali ha iniziato ad accettare la possibilità di un conflitto armato) e non stupisce che tra i diversi obiettivi di sostenibilità si affermino prioritariamente istanze di pace e diritti civili (64% degli intervistati) e quelle relative ad una maggiore attenzione e cura delle persone attraverso il contrasto alla fame e alla povertà e alle differenze e violenze di genere (lo chiede il 55%) anche sopravanzando la garanzia per tutti di un lavoro dignitoso e della riduzione delle disuguaglianze (62%) e gli stessi temi ambientali e del cambiamento climatico", si legge.
"Peraltro, in un generale greenlash istituzionale e imprenditoriale (per il 60% dei manager europei la burocrazia ambientale è uno dei principali ostacoli alla competitività), resta invece alta l’attenzione degli italiani su questo tema: il 73% lo considera un’emergenza causata da attività umane e si dichiara disposto a fare la sua parte con comportamenti idonei (mezzi di trasporto alternativi, limiti all’uso del riscaldamento domestico, riduzione del consumo di carne rossa)", prosegue. Questo repentino cambiamento nello stato d’animo degli italiani sembra preconizzare un più profondo cambiamento nel loro sistema valoriale e, nell’immediato, un ripensamento dei loro stili di vita. Gli italiani si autorappresentano guidati da valori di onestà (50%), rispetto (46%) e invece ormai molto meno interessati alla ricchezza (10%), successo sociale e carriera (ex-equo al 7%), forse anche perché oramai ritenuti indisponibili. Dopo anni di spinta laicista riemerge dunque l’importanza della religione nel nostro Paese più che nel resto d’Europa (superiamo anche la cattolicissima Spagna) e più in generale il ricorso a percorsi di spiritualità; ammette di averli intrapresi o di avere intenzione di farlo il 45% degli italiani, soprattutto uomini e under 35. "L’immaginario collettivo si nutre anche di riferimenti nostalgici ai decenni precedenti; mentre impazzano i remake televisivi e cinematografici, crescono esponenzialmente le vendite di vinili e il vintage come icona. Il 54% della Generazione Z dichiara che potendo scegliere avrebbe preferito nascere all’epoca dei propri genitori. Un tuffo nel passato che consola, tanto che 7 italiani su 10 pensano che un tempo il mondo fosse un posto migliore", si legge ancora.
Grazie al loro maggiore impegno sul lavoro, "gli italiani si scoprono nel 2025 sì meno vulnerabili (quelli che hanno vissuto situazioni di disagio durature su aspetti essenziali della vita di tutti i giorni sono diminuiti di 1 milione rispetto al 2024), ma si mantengono vigili e in precario equilibrio di fronte agli imprevisti ma anche alla quotidianità. Se è vero, infatti, che nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie italiane è cresciuta del +0,5% rispetto a cinque anni fa, oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate (abitazione, utenze domestiche, trasporti e cibo) e non si discostano da queste voci le intenzioni di acquisto per i prossimi 12-18 mesi. Il risparmio persiste come driver primario per il 42% degli italiani, ma a essere messa in discussione è l’essenza stessa della società dei consumi, pare oramai arrivato il tempo del deconsumismo", sottolinea.
"Al posto del piacere del possesso, l’Italia di oggi scopre il vero valore nelle esperienze di vita, acquista solo le cose indispensabili, ama il second hand e ripara gli oggetti piuttosto che sostituirli. E anche quando torna a spendere in acquisti tecnologici (16,5 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, +1,2% su base annua) lo fa privilegiando l’utilità alla gratificazione; tra i top ten delle vendite spiccano gli apparecchi per la cura dentale e una miriade di elettrodomestici piccoli o grandi che siano (dalle friggitrici alle macchine da caffè all’aspirapolvere). All’opposto si riducono gli acquisti di prodotti dell’elettronica di consumo (gli acquisti annui di smartphone si riducono di 2 milioni di unità rispetto al 2022). In modo simile gli italiani interpretano l’utilizzo che già stanno facendo dell’AI che ha invaso la dimensione privata (per il 49%) piuttosto che il contesto lavorativo (23%). Più confidenti oggi che in passato, sembrano preferirla ai social media nell’utilizzo del loro tempo quotidiano e, guardando al futuro, la immaginano come una valida alleata nella quotidianità: il 45% utilizzerebbe un’AI evoluta e robotica per compiere le pulizie di casa, il 25% gli affiderebbe l’assistenza degli anziani, il 24% la guida di un veicolo e la preparazione dei pasti. A metà, insomma, tra l’amica del cuore, un maggiordomo o una badante".
(Adnkronos) - La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) esprime profonda preoccupazione per la tragedia sanitaria in corso nella Striscia di Gaza, descritta dall'Organizzazione mondiale della sanità come un collasso catastrofico, con ospedali costretti a operare al 300% della loro capacità e privi di farmaci e materiali essenziali. Testimonianze raccolte in questi mesi da medici, anche italiani, impegnati sul campo - riporta una nota della società scientifica - raccontano di pazienti, in larga parte donne e bambini, che arrivano con ustioni estese, traumi cranici, amputazioni e fratture multiple, e che vengono trattati senza analgesici né anestetici adeguati, in assenza di garze, guanti sterili e ventilatori polmonari.
L'ospedale Shifa di Gaza City, un tempo centro di riferimento con 700 posti letto e 21 sale operatorie - ricordano gli anestesisti - è oggi ridotto a 3 sole sale attive, con personale dimezzato e carenze estreme di elettricità, farmaci e materiali, tanto che molti interventi chirurgici vengono condotti senza le condizioni minime di sicurezza. Il 9 luglio i medici hanno dovuto collocare più neonati prematuri nello stesso incubatore per mancanza di carburante nei reparti di terapia intensiva. Il 25 agosto un doppio raid ha colpito il Nasser Hospital di Khan Yunis, provocando 22 morti e oltre 50 feriti, danneggiando la scala d'emergenza e i reparti chirurgici e compromettendo ulteriormente la capacità di cura di una delle principali strutture ospedaliere del sud della Striscia.
Di fronte a "una crisi umanitaria che colpisce in modo devastante i pazienti più fragili e rende impossibile garantire cure salvavita", Siaarti auspica con forza "l'apertura immediata di corridoi sanitari e umanitari, garantendo l'ingresso sicuro e continuativo di anestetici, analgesici, antibiotici, sedativi, dispositivi per la ventilazione, materiale monouso (come ad esempio le maschere laringee e le maschere per la ventilazione) e materiali chirurgici e sterili, insieme al carburante indispensabile a mantenere incubatrici e terapie intensive". Ma anche "il rispetto assoluto delle convenzioni internazionali che tutelano la neutralità delle strutture e del personale sanitario, che non devono essere colpiti o ostacolati nel loro lavoro", oltre alla "mobilitazione di risorse specifiche per la gestione del dolore, la continuità delle cure chirurgiche e intensive, la fornitura di apparecchiature e presidi fondamentali per salvare vite in emergenza". Infine, "la raccolta e diffusione trasparente di dati clinici e logistici, relativi alla disponibilità di anestetici, ventilatori e sale operatorie, per orientare la risposta internazionale".
In linea con la sua missione, precisano gli anestesisti, l'intento di Siaarti è "esclusivamente umanitario e fondato sui principi dell'etica medica universalmente condivisi", che impongono di "proteggere la vita e la salute di tutte le persone, specie di quelle più fragili, e di garantire in ogni circostanza l'accesso alle cure sanitarie essenziali".
Per questo la società scientifica "conferma la volontà di sensibilizzare la comunità medica e di promuovere reti di solidarietà, formazione a distanza e supporto tecnico agli operatori locali". Allo stesso tempo, "si unisce con convinzione all'appello già lanciato dalla comunità medica mondiale e, in Italia, dai colleghi infettivologi della Simit, affinché l'azione delle istituzioni internazionali diventi immediata, efficace e coordinata" e perché "nessun paziente venga più lasciato senza cure di base, anestesia e assistenza intensiva e venga tutelata e garantita la sicurezza degli operatori sanitari".
(Adnkronos) - Niente alcol in gravidanza: "Un solo bicchiere potrebbe cambiare una vita intera, se aspetti un bambino non rischiare". In occasione della Giornata internazionale della sindrome feto-alcolica, è questo il messaggio che l'Istituto superiore di sanità lancia ai ragazzi. Con del materiale informativo dedicato, l'Iss invita i giovani a "scegliere l'unica opzione realmente sicura: zero alcol in gravidanza e quando si pianifica di avere un bebè".
La Fasd (Fetal Alcohol Spectrum Disorders) - ricorda l'istituto - è un insieme di condizioni causate dall'esposizione prenatale all'alcol. Può includere una serie di problemi fisici, comportamentali e cognitivi di diversa gravità. Le persone con Fasd possono avere difficoltà nell'apprendimento, problemi di attenzione e caratteristiche fisiche distintive, specie nella forma completa di questi disturbi, denominata Fas (Fetal Alcohol Syndrome). Bassa statura, microcefalia e ritardo mentale si associano ad altre caratteristiche facciali distintive, come setto nasale corto e allargato e narici che tendono ad essere prominenti, occhi che appaiono piccoli e distanti e le orecchie basse e girate verso la parte posteriore della testa; il prolabio (o filtro), ossia il solco tra il naso e il labbro superiore, esteso e appiattito e il labbro superiore sottile. Richiamare l'attenzione sull'importanza di astenersi dall'alcol durante i 9 mesi di gravidanza è dunque l'obiettivo della giornata che, non a caso, si celebra il 9 settembre: il nono giorno del nono mese dell'anno.
Informazione, ma anche formazione. Con il Centro nazionale Dipendenze e Doping, nell'ambito del progetto 'Salute materno-infantile: formazione degli operatori socio-sanitari ed empowerment delle giovani donne (18-24 anni) sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza', realizzato con il supporto finanziario del ministero della Salute, l'Iss ha contribuito a sensibilizzare gli operatori sanitari sui gravi danni al feto causati dall'assunzione di alcol in dolce attesa. Si è concluso il 3 settembre il programma di formazione nazionale a cura degli esperti Iss online, con un numero importante di adesioni. Sono stati svolti nel complesso 4 corsi formativi, per un totale di oltre 23.600 iscrizioni e 15.590 completamenti (circa il 66% degli iscritti). Il corso che ha ricevuto maggiore attenzione è stato quello dedicato agli elementi base della diagnosi, al quale si sono iscritti quasi 10mila professionisti.
Leggi tutto: Iss: "Non bere in gravidanza, 1 solo bicchiere può cambiare una vita"
(Adnkronos) - "Il 2025 si appresta a chiudersi come un nuovo anno record per l'azienda, un anno segnato anche da tre eventi importantissimi, l'arrivo della nostra nuova ammiraglia World America, l'apertura e l'inaugurazione a Miami ad aprile del terminal di crociere più grosso al mondo, con la capacità di movimentare oltre 36.000 ospiti al giorno e poi l'apertura del primo terminal interamente Msc nel Mediterraneo a Barcellona. Quindi un anno in cui supereremo i 5 milioni di ospiti e che ci lascia guardare con un grande ottimismo al 2026 dove arriverà la nuova ammiraglia di Msc Crociere". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Leonardo Massa, vice presidente di Msc Crociere, a margine del suo intervento al talk conclusivo al 'Bufala Fest' di Napoli, traccia un primo bilancio sull'andamento dell'anno per il big player mondiale del settore crocieristico.
E nell'analisi di Massa emergono nuove esigenze tra i turisti che scelgono Msc Crociere. "Le tendenze -spiega- sono di clienti sempre più interessati alla conoscenza, nel senso di un'esperienza autentica all'interno dell'itinerario, con la voglia di scoprire nuove destinazioni", sottolinea.
Non solo destinazioni nuove ma per gli italiani anche una diversa sensibilità nella scelta dei periodi da destinare al relax in crociera. "Un trend che stiamo registriamo, che riguarda gli italiani e che secondo me è interessantissimo -spiega Massa- è quello della 'destagionalizzazione' della vacanza. Sempre più italiani scelgono di andarci non soltanto, come già avviene, nei canonici mesi estivi, ma anche in altri periodi dell'anno e quindi vediamo sempre di più a novembre, dicembre, gennaio, febbraio italiani che decidono di fare le vacanze a bordo delle nostre navi e questo ovviamente è un trend per noi interessantissimo, sul quale 'lavoriamo' da decenni. C'è poi un'attenzione sempre maggiore al prodotto, in termini qualitativi delle destinazioni che raggiungiamo, di quello che portiamo a bordo delle navi e della accoglienza che riserviamo ai nostri ospiti", sottolinea.
Tra le destinazioni più in voga nell'ultimo periodo spicca Napoli. "Napoli cresce, con quattro navi alla settimana nel periodo estivo. Confermiamo per l'inverno 2025-2026 una nave tutto l'inverno su base settimanale a Napoli. Quindi una Napoli che nei numeri globali cresce non solo nei mesi estivi come era facile aspettarsi, ma anche su base annua", sottolinea.
E il settore crocieristico nel suo complesso rappresenta un comparto importante per l'occupazione in Italia. "In Italia nell'industria delle crociere in Italia, nel complesso della filiera, lavorano -spiega Massa- oltre 130.000 addetti. L'Italia rappresenta un'eccellenza a livello globale perché siamo un Paese che ha una cultura marinara millenaria, abbiamo tra le migliori aziende produttrici di navi Fincantieri su tutte, ma anche tutta la filiera collegata ad essa. E abbiamo una filiera agroalimentare importantissima che fornisce le navi da crociera. Siamo poi un Paese baricentrico nel Mediterraneo con oltre 7.000 km di costa, punto di sosta praticamente di quasi tutte le compagnie di crociera che operano nel Mediterraneo".
E le nuove generazioni guardano con attenzione al comparto. "Tanti giovani si avvicinano a questa industria e scelgono di lavorarvi anche perché in proiezione avendo tanti ordini assume e continuerà a assumere. Sono ancora pochi gli italiani che invece scelgono di fare la vita imbarcata a bordo delle navi. Su quello ci stiamo lavorando e mi auguro che i giovani valutino le opportunità professionali che questa splendida professione ha", conclude Massa.
(di Fabio Paluccio)
Leggi tutto: Msc Crociere, Massa: "2025 nuovo anno record, supereremo i 5 milioni di ospiti"
(Adnkronos) - "Il 2025 si appresta a chiudersi come un nuovo anno record per l'azienda, un anno segnato anche da tre eventi importantissimi, l'arrivo della nostra nuova ammiraglia World America, l'apertura e l'inaugurazione a Miami ad aprile del terminal di crociere più grosso al mondo, con la capacità di movimentare oltre 36.000 ospiti al giorno e poi l'apertura del primo terminal interamente Msc nel Mediterraneo a Barcellona. Quindi un anno in cui supereremo i 5 milioni di ospiti e che ci lascia guardare con un grande ottimismo al 2026 dove arriverà la nuova ammiraglia di Msc Crociere". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Leonardo Massa, vice presidente di Msc Crociere, a margine del suo intervento al talk conclusivo al 'Bufala Fest' di Napoli, traccia un primo bilancio sull'andamento dell'anno per il big player mondiale del settore crocieristico.
E nell'analisi di Massa emergono nuove esigenze tra i turisti che scelgono Msc Crociere. "Le tendenze -spiega- sono di clienti sempre più interessati alla conoscenza, nel senso di un'esperienza autentica all'interno dell'itinerario, con la voglia di scoprire nuove destinazioni", sottolinea.
Non solo destinazioni nuove ma per gli italiani anche una diversa sensibilità nella scelta dei periodi da destinare al relax in crociera. "Un trend che stiamo registriamo, che riguarda gli italiani e che secondo me è interessantissimo -spiega Massa- è quello della 'destagionalizzazione' della vacanza. Sempre più italiani scelgono di andarci non soltanto, come già avviene, nei canonici mesi estivi, ma anche in altri periodi dell'anno e quindi vediamo sempre di più a novembre, dicembre, gennaio, febbraio italiani che decidono di fare le vacanze a bordo delle nostre navi e questo ovviamente è un trend per noi interessantissimo, sul quale 'lavoriamo' da decenni. C'è poi un'attenzione sempre maggiore al prodotto, in termini qualitativi delle destinazioni che raggiungiamo, di quello che portiamo a bordo delle navi e della accoglienza che riserviamo ai nostri ospiti", sottolinea.
Tra le destinazioni più in voga nell'ultimo periodo spicca Napoli. "Napoli cresce, con quattro navi alla settimana nel periodo estivo. Confermiamo per l'inverno 2025-2026 una nave tutto l'inverno su base settimanale a Napoli. Quindi una Napoli che nei numeri globali cresce non solo nei mesi estivi come era facile aspettarsi, ma anche su base annua", sottolinea.
E il settore crocieristico nel suo complesso rappresenta un comparto importante per l'occupazione in Italia. "In Italia nell'industria delle crociere in Italia, nel complesso della filiera, lavorano -spiega Massa- oltre 130.000 addetti. L'Italia rappresenta un'eccellenza a livello globale perché siamo un Paese che ha una cultura marinara millenaria, abbiamo tra le migliori aziende produttrici di navi Fincantieri su tutte, ma anche tutta la filiera collegata ad essa. E abbiamo una filiera agroalimentare importantissima che fornisce le navi da crociera. Siamo poi un Paese baricentrico nel Mediterraneo con oltre 7.000 km di costa, punto di sosta praticamente di quasi tutte le compagnie di crociera che operano nel Mediterraneo".
E le nuove generazioni guardano con attenzione al comparto. "Tanti giovani si avvicinano a questa industria e scelgono di lavorarvi anche perché in proiezione avendo tanti ordini assume e continuerà a assumere. Sono ancora pochi gli italiani che invece scelgono di fare la vita imbarcata a bordo delle navi. Su quello ci stiamo lavorando e mi auguro che i giovani valutino le opportunità professionali che questa splendida professione ha", conclude Massa.
(di Fabio Paluccio)
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(Adnkronos) - Un 37enne del Bangladesh è stato arrestato dalla polizia a Mantova con l'accusa di attività di arruolamento di giovani per compiere atti di violenza o sabotaggio di servizi pubblici, con finalità di terrorismo.
L’attività investigativa, condotta dalle Digos di Brescia e di Genova, con la collaborazione della digos di Mantova, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos, nasce dalle articolate evidenze investigative emerse dall’analisi dello smartphone dell’indagato effettuata dalla digos di Genova nel contesto di un'altra attività di indagine, culminata nella recente condanna in via definitiva di un giovane per il delitto di partecipazione all'associazione con finalità di terrorismo Tehrik e Taliban Pakistan, ramificazione di Al Qaeda.
Dall’analisi della copia forense dello smartphone dell’indagato, è emerso il suo interesse verso video contenenti tecniche operative di addestramento militare, posizioni a fuoco con arma lunga; transizione da arma lunga ad arma corta; l’avanzamento in copertura tattica. Queste evidenze, oltre al possesso di numeroso materiale d’area, appaiono dimostrative in attività di insegnamento, proselitismo e profetizzazione dei giovani allievi, dell’adesione dell’indagato all’Islam più radicale, che pratica e propugna l’inscindibile compenetrazione fra fede e lotta armata, anche a discapito di civili infedeli (kuffar), come mezzo per l’imposizione di questa religione sulle altre; ciò sino al martirio personale, raggiunto al culmine di un antagonismo che si infiltra nelle maglie della società occidentale, per distruggerla dal suo interno, operando la cosiddetta taqiyya.
In particolare gli investigatori hanno rilevato come l'indagato abbia indottrinato il giovane, già condannato, dopo averne conquistato la fiducia, interessandosi alla sua storia personale, alla sua fede e alla sua cultura in materia. Nonostante il ragazzo gli avesse confessato di non avere frequentato una scuola Coranica ma di leggere testi dello scrittore Ali Jaber al Fayfi (già attivista di Al Qaeda), l’indagato gli assicurava di disporre di tanti libri religiosi per i ragazzi giovani, offrendosi di spedirglieli. In tal modo, l’indagato teneva fede alla sua promessa di istruire, formare e perfezionare il giovane nello studio e nella pratica della dottrina jihadista, e il giovane finiva per diventare e riconoscersi quale suo allievo.
Il maestro, infatti, concentrava gli argomenti di discussione sulla causa del jihad con numerosi riferimenti ad attivisti qaedisti o autori progenitori del pensiero dello Stato Islamico (fra cui Sayyid Qutb Ibrahim Husayn al-Shadhili, considerato un ideologo e martire del radicalismo islamico). Con il concorso operativo anche della digos di Venezia, sono state eseguite due perquisizioni nei confronti di altre persone che hanno intrattenuto rapporti qualificati con l’indagato.
Leggi tutto: Estremista islamico arrestato a Mantova: nel telefono video addestramento militare
(Adnkronos) - Più di 20 persone sono morte oggi, martedì 9 settembre, in un brutale attacco aereo condotto dalla Russia su Yarova, un insediamento rurale nella regione di Donetsk. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un post su X, secondo il quale i radi sono avvenuti "direttamente contro i civili. Persone comuni. Proprio nel momento in cui venivano distribuite le pensioni. Secondo le prime informazioni, più di 20 persone sono state uccise. Non ci sono parole".
Zelensky ha sottolineato la necessità di una risposta adeguata da parte della comunità internazionale a tali azioni russe: "Attacchi russi come questo non devono restare senza una risposta adeguata del mondo. I russi continuano a distruggere vite evitando nuove sanzioni forti e nuovi colpi duri. Il mondo non deve rimanere in silenzio. Il mondo non deve rimanere fermo - ha proseguito il leader di Kiev - Serve una risposta dagli Stati Uniti. Serve una risposta dall'Europa. Serve una risposta dal G20. Servono azioni forti per costringere la Russia a smettere di portare morte".
Vadym Filashkin, capo dell'Amministrazione Militare Regionale di Donetsk, ha riferito che l'attacco aereo russo sul villaggio di Yarova ha causato la morte di almeno 21 persone e il ferimento di altrettante. "Almeno 21 persone sono morte e altre 21 ferite – queste sono le conseguenze del terribile attacco a Yarova alle 12:30. I russi hanno attaccato civili mentre venivano distribuite le pensioni. Questa non è guerra – questo è puro terrorismo", ha scritto.
La sicurezza dell'Ucraina "è la sicurezza dell'Europa. Finché la Russia perseguirà la sua guerra illegale, dobbiamo continuare a combattere", afferma intanto l'Alta Rappresentante dell'Ue Kaja Kallas, intervenendo alla plenaria del Parlamento, a Strasburgo.
Per Kallas, prima o poi "la guerra finirà e, quando questo accadrà, l'Ucraina si riprenderà e la Russia pagherà per i danni che ha causato. I beni sovrani russi dovrebbero rimanere immobilizzati finché la Russia non fermerà la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina e non compenserà l'Ucraina per i miliardi di euro di danni che ha causato e continua a causare".
Questo, ha continuato Kallas, "è ciò che ha affermato il Consiglio Europeo. E' essenziale che manteniamo questo impegno. La Russia non ha spezzato la determinazione dell'Ucraina e non deve infrangere la nostra", ha concluso.
Leggi tutto: Ucraina, strage con 20 morti a Yarova. Zelensky: "Serve risposta Usa e Europa"
(Adnkronos) - "È con grande dispiacere che devo dare notizia della scomparsa di mio padre. Era affetto da tempo da una grave malattia che lo aveva tenuto lontano dalla vita pubblica. Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti". Così, in un messaggio sulla pagina facebook 'Stefano Benni - fanpage', Niclas Benni, figlio dello scrittore.
"Se volete ricordarlo - aggiunge - vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino, ad amici, figli, amanti e parenti. Sono sicuro che, da lassù, vedere un esercito di lettori condividere il loro amore per ciò che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata".
Leggi tutto: Addio a Stefano Benni, il figlio: "Ricordatelo leggendo ad alta voce i suoi racconti"
(Adnkronos) - Serravalle designer outlet compie 25 anni. Dal 7 settembre 2000, Serravalle ha ridefinito lo shopping, trasformandolo in un’esperienza che unisce cultura e relazione. In 25 anni ha creato una rete di 'fashion connections' tra brand globali, artisti, istituzioni e comunità locali. Con eventi, progetti sociali e collaborazioni, il Centro porta avanti valori come inclusione, sostenibilità e innovazione. Le celebrazioni per il 25° anniversario di Serravalle Designer Outlet hanno preso il via il 7 settembre attraverso 25 Years of Fashion Connections, un programma ricco di eventi che esaltano il legame tra moda, cultura e comunità. (VIDEO)
In occasione del suo 25° anniversario, Serravalle Designer Outlet ospiterà fino a fine ottobre: Star System, 25 Years of Fashion Connections, una mostra fotografica d’autore curata da Toni Thorimbert, tra i più autorevoli fotografi italiani e internazionali. L’esposizione raccoglierà 25 ritratti di icone dello spettacolo, della musica, dello sport e dell’arte – tra cui Vasco Rossi, Laura Pausini, Emma Marrone, Dario Brunori e Nina Zilli – offrendo uno sguardo potente sulle trasformazioni di gusto, stile e immaginario degli ultimi venticinque anni. Thorimbert, classe 1957, ha attraversato decenni di fotografia con uno sguardo autentico e profondo: dai reportage degli anni ’70 alla rivoluzione visiva dell’editoria italiana negli anni ’80, fino ai celebri ritratti di star come Jennifer Lopez, Willem Dafoe, Eva Herzigova e Jovanotti.
La mostra non è solo una galleria di volti noti, ma una riflessione visiva sul potere della fotografia di creare connessioni tra epoche, linguaggi e mondi creativi. Un racconto per immagini in cui la moda diventa veicolo di dialogo tra le arti, specchio della società e della sua evoluzione.
Leggi tutto: Serravalle designer outlet compie 25 anni e ospita mostra fotografica
(Adnkronos) - Sabato 13 settembre Mirabilandia saluta la stagione estiva con l’irresistibile comicità di Paolo Cevoli, il noto comico e attore italiano nato a Riccione. "Dalle ore 21.30 il parco divertimenti più grande d’Italia, in collaborazione con Comedy Central Live, presenta sul palco di Piazza della Fama un imperdibile show per tutta la famiglia, per una serata ricca di divertimento e tante risate - si fa sapere da Mirabilandia - Famoso per il suo stile umoristico che spesso prende spunto dalla vita quotidiana e dai personaggi tipici del suo territorio di origine, la Romagna, Paolo Cevoli ha partecipato a numerosi programmi televisivi e spettacoli teatrali, distinguendosi per la sua capacità di far ridere con battute semplici ed efficaci, raccontando storie divertenti e coinvolgendo il pubblico in un modo unico".
L’evento è realizzato in partnership con Comedy Central (canale 129 di Sky, 121 di Sky Glass e in streaming su Now) il canale di Paramount dedicato all’intrattenimento e alla comicità. Lo show di Paolo Cevoli è incluso nel biglietto di Mirabilandia.
(Adnkronos) - "Alessandra Amoroso ha partorito". Secondo alcune indiscrezioni circolate in rete nelle ultime ore, la cantante salentina avrebbe partorito e dato alla luce la sua primogenita, Penelope, detta Penny. Al momento, tuttavia, Amoroso non ha né confermato né smentito l'indiscrezione, mantenendo massimo riserbo sulla presunta nascita.
Ma la diffusione della notizia, avvenuta prima di un eventuale annuncio ufficiale da parte dei due genitori, ha fatto andare su tutte le furie Giulia De Lellis. L'influencer, anche lei incinta di una femminuccia, ha preso le difese di Amoroso commentando un post diventato virale su Instagram: "Ma se lei non ha comunicato la notizia perché dovete farlo voi? A caso poi? Cioè cosa ci guadagnate? Perché sono davvero curiosa… Che palle oh", ha scritto, esprimendo tutto il suo disappunto.
Non è la prima volta che De Lellis si espone su argomenti legati alla gravidanza e alla privacy. Lo aveva fatto mesi fa in occasione delle indiscrezioni sulla sua gravidanza, anticipate da Chi. "Invece di rompere le palle con certe cose completamente inappropriate e fuori luogo dal momento in cui non avvengono dai diretti interessati, vogliamo parlare della bellezza del mio vestito?", aveva scritto De Lellis prima di confermare la notizia.
Leggi tutto: "Alessandra Amoroso ha partorito in segreto". La replica furiosa di Giulia De Lellis
(Adnkronos) - Si sa che, scherzando, spesso si racconta la verità. Il principe Harry non è esente dal detto popolare e, con una battuta, ieri sera ha accennato al rapporto spesso complicato tra fratelli. Parlando con il vincitore del WellChild Award, il premio dell'associazione di cui è sostenitore e per il quale è a Londra, il duca di Sussex ha chiesto a Declan Bitmead se suo fratello più piccolo lo facesse "impazzire". "No, andiamo d'accordo", gli ha risposto il 17enne. Al che, sorridendo, Harry ha rincarato: "Sai cosa? Siete fratelli e fate la stessa scuola, e questo a volte rende le cose più difficili".
Insomma, soltanto un accenno, quello del secondogenito di re Carlo al difficile rapporto fra fratelli, ma che basta e avanza a far trapelare un certo suo senso di amarezza, soprattutto dopo che lui e il principe William, appena qualche ora prima, avevano reso omaggio alla defunta regina, senza incontrarsi, pur trovandosi a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro, durante il primo viaggio di Harry nel Regno Unito in cinque mesi.
Resta, comunque, ancora l'attesa di un possibile incontro di Harry con re Carlo, dopo tanto tempo che padre e figlio non si vedono (i due si erano incontrati di persona l'ultima volta un anno e mezzo fa). Come si sa, la speranza è l'ultima a morire, almeno fin quando il duca di Sussex si trova ancora nel Regno Unito. Ottimismo, dunque: oggi è ancora il secondo dei quattro giorni in cui resterà sul suolo britannico prima di far ritorno in California.
Leggi tutto: Harry, la frecciatina (velata) a William: "Tuo fratello ti fa impazzire?"
(Adnkronos) - Il melanoma "è diventato uno dei tumori più diffusi a livello nazionale, il terzo per incidenza tra i giovani. In 20 anni i casi sono passati da 6.000 nel 2004 a 15.000 degli ultimi anni, circa 2 volte e mezza". Numeri che richiedono "misure straordinarie, almeno finché la curva in crescita non si stabilizzi o inizi la sua discesa".
È il messaggio lanciato in occasione della settima edizione di 'We in Action', evento multidisciplinare dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei, che si è tenuto a Napoli. "Mai come ora è necessario che istituzioni, clinici e cittadini facciano squadra per la realizzazione di una grande campagna di screening sulla popolazione che preveda un controllo dei nei all'anno dal dermatologo per coloro che sono più a rischio", afferma Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale di Napoli.
"Il melanoma - continua Ascierto - è oggi uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni d'età. Ad avere un ruolo determinante è la scarsa attenzione alla prevenzione: nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione ancora in pochi, specialmente nella popolazione giovanile, seguono quelle ormai note regole di buonsenso necessarie per proteggere la pelle dai danni causati dall'esposizione incontrollata alle radiazioni Uv".
Per questo, il presidente della Fondazione Melanoma lancia un appello alle istituzioni. "Serve uno sforzo congiunto, un lavoro di squadra, affinché venga garantita alla popolazione l’accesso a uno screening annuale che preveda il controllo delle nevi nei casi a rischio", propone Ascierto.
"Lo screening di popolazione per la diagnosi precoce è l'arma più potente contro il melanoma, un tumore che, se identificato in fase iniziale, ha una probabilità di guarigione superiore al 90%", continua Ascierto.
Questo non significa soltanto più vite salvate, si evidenzia, ma anche risparmi per il Servizio sanitario nazionale. "Un melanoma diagnosticato precocemente - sottolinea l'oncologo - permette infatti di ridurre il ricorso a costosi trattamenti che, nei casi più gravi, diventano necessari per contrastare la malattia".
Identificare i nei sospetti e le lesioni in fase iniziale, quando sono ancora sottili e non hanno invaso i linfonodi o altri organi, è dunque fondamentale. "Per questo motivo, è necessario implementare programmi di screening sistematici che, come effetto secondario, possono rivelarsi anche utili a educare le persone ad 'auto-controllare' regolarmente la propria pelle e a rivolgersi al medico in caso di anomalie - conclude Ascierto - Lo screening non è un costo, ma un investimento che salva vite e riduce i costi sociali e sanitari. Questa è la via per sconfiggere il melanoma.
Leggi tutto: Allarme melanomi, terzo tumore tra i giovani: l'appello per controllo nei
(Adnkronos) - Torna in città la Milano Heart Week, (22-29 settembre), la settimana di eventi sulla prevenzione cardiovascolare e il benessere del cuore, che il Centro Cardiologico Monzino Irccs progetta e organizza da otto anni per il pubblico di ogni età. L’intenso calendario delle attività (disponibile al link www.milanoheartweek.it ) si conclude con la celebrazione della Giornata mondiale del cuore, il 29 settembre, istituita dalla World Heart Federation per sensibilizzare i cittadini di tutto il mondo sulle diverse e innovative possibilità di prevenire le malattie cardiovascolari. "Il termine stesso 'prevenzione' ha cambiato significato: non più o non solo protezione dalla malattia nell’età a rischio, ma miglioramento degli stili di vita durante tutto l’arco della vita. Questa nuova concezione deve essere trasmessa con tutti gli strumenti a nostra disposizione, dall’età delle scuole elementari, senza soluzione di continuità, fino alla terza età” dichiara Giulio Pompilio, direttore scientifico Monzino.
"Per fare un esempio concreto, in base alle proiezioni degli ultimi studi internazionali, obesità e sovrappeso (insieme all’ipertensione) rappresenteranno i principali fattori di rischio di malattie cardiovascolari da qui al 2050. Purtroppo in Italia . aggiunge Pompilio - quasi il 40% dei bambini tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità. Del resto relativamente agli stili di vita, dal rapporto dell’Oms, emerge anche che il 67% dei bambini italiani tra 6 e 9 anni va a scuola in macchina, contro una media europea che si attesta attorno al 50%, e che l’Italia presenta anche tra le percentuali più alte di bimbi che trascorrono almeno una media di 2 ore al giorno davanti alla televisione o agli schermi di dispositivi elettronici. Dobbiamo insegnare ai bambini a muoversi, a mangiare correttamente, a dedicarsi ad attività creative, se vogliamo farli star bene e ridurre il rischio di ammalarsi da adulti. D’altra parte, anche per gli adulti si è aperta una nuova era della prevenzione, grazie alle tecnologie portatili oggi disponibili, ai nuovi farmaci e alla maggiore consapevolezza dell’importanza dell’esercizio fisico".
Per questo ogni evento della Heart Week – tutti gratuiti e aperti al pubblico - è un momento di sensibilizzazione e un invito ad adottare i comportamenti corretti: fare movimento, seguire un’alimentazione corretta, dedicarsi alle attività che ci divertono e riducono i livelli di stress, ma anche ad ascoltare il proprio corpo e conoscere il rischio individuale per proteggere il proprio cuore e mantenersi in forma. Da segnalare due appuntamenti 'storici': la Open Night, in occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, il 26 settembre al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (Via San Vittore 21, Milano) e la Night Run Monzino il 27 settembre a CityLife. Altro appuntamento da non perdere: il 25 settembre al Centro Brera (Via M. Formentini 10, Milano) un momento di dialogo tra il filosofo della scienza Telmo Pievani e il direttore scientifico del Monzino Giulio Pompilio su un tema più che mai attuale: l’equilibrio tra scienza, tecnologia e umanità nella medicina di oggi.
Leggi tutto: Salute: a Milano settimana del cuore, appello esperti 'proteggerlo fin da bimbi'