
(Adnkronos) - Nuova tragedia dell'immigrazione al largo delle coste della Tunisia. Secondo quanto riferito all'Afp da un portavoce della procura della città di Mahdia, 40 migranti provenienti dall'Africa subsahariana - e tra loro alcuni minori - sono morti nel naufragio del barcone a bordo del quale si trovavano al largo di Salakta, villaggio sulla costa sudorientale della Tunisia non lontano da Mahdia. Altre 30 persone sono state soccorse.
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(Adnkronos) - Riportare all'attenzione del Governo i temi più urgenti legati alla dermatite atopica, malattia infiammatoria cronica che riguarda 3 milioni di italiani, dall'infanzia all'età adulta, con un impatto fortemente negativo sulla salute fisica e psicologica a causa del prurito severo e incessante che la caratterizza. E' l'obiettivo dell'evento istituzionale 'Dermatite atopica: i pazienti chiedono riconoscimento e tutele', promosso oggi a Montecitorio su iniziativa dell'onorevole Ilenia Malavasi, deputata, membro XII Commissione Affari sociali della Camera. Nel corso dell'incontro, l'Associazione nazionale dermatite atopica Odv (Andea) - alla presenza dell'Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica (Adoi), della Società italiana di dermatologia allergologica e ambientale (Sidapa) e della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) - ha lanciato per la prima volta una 'call to action' di raccolta firme nazionale rivolta ai cittadini, che potranno aderire alla chiamata sul sito andea.it. I pazienti chiedono il riconoscimento ufficiale della dermatite atopica come malattia cronica invalidante, passaggio essenziale per il suo inserimento nel Piano nazionale delle cronicità (Pnc) e all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea), e adeguate tutele sanitarie, sociali e finanziarie per un effettivo miglioramento della qualità di vita con un più equo accesso a prestazioni e terapie innovative.
"Nonostante sia riconosciuta come malattia infiammatoria cronica della pelle, la dermatite atopica non è inserita nel Piano nazionale cronicità né nei Lea - dichiara Malavasi - Questo sarebbe un obiettivo fondamentale in quanto l'inclusione è indispensabile per omogeneizzare la presa in carico dei pazienti, uniformare i piani terapeutici e migliorare il percorso diagnostico sul territorio nazionale. Ho depositato per questo un'interrogazione al ministro della Salute con l'obiettivo di spingere il più possibile l'iter di inclusione. Garantire equità di accesso e adeguata copertura economica è fondamentale per i pazienti". Questo "si può raggiungere con l'inclusione" della patologia "nei Lea per supportare economicamente l'acquisto di farmaci e prestazioni, ma si rende necessario anche lo stanziamento di adeguate risorse economiche che non siano destinate solo ai farmaci".
"L'evento di oggi - afferma Mario Coccioli, presidente Andea - nasce da un intento e da un sentire comuni a tutti i pazienti: la necessità di vedere riconosciuta la dermatite atopica a livello istituzionale e legislativo come malattia che incide in maniera pesante sulla quotidianità e sulla qualità della vita, ma che ancora non viene riconosciuta invalidante. L'esigenza di un evento portato all'attenzione delle maggiori istituzioni di governo è frutto di un lungo percorso e di ascolto delle storie e dei bisogni dei pazienti".
Nel ripercorrere le tappe che hanno portato all'avvio dell'iniziativa, Coccioli ringrazia Malavasi "per la sensibilità mostrata e l'aiuto che si è concretizzato attraverso un impegno costante. Il primo passo è stata la decisione di una call action di raccolta firme - spiega il presidente Andea - preceduta dalla stesura di un Manifesto che contiene le principali istanze dei pazienti. L'iniziativa è segnalata sul sito dell'associazione e durerà almeno 6 mesi, con un monitoraggio sull'adesione dei cittadini, in itinere".
E' enorme il peso sociale che la malattia comporta. Oltre il 50% dei pazienti - riporta una nota - lamenta una compromissione della qualità della vita, mentre quasi 2 pazienti su 3 la considerano un ostacolo significativo allo svolgimento delle attività quotidiane: un paziente con dermatite atopica moderata-grave perde in media 9 giorni lavorativi all'anno con una riduzione di produttività per ulteriori 21 giorni. Rilevante, inoltre, è lo stigma sociale che spesso accompagna i pazienti. "Un recente studio italiano ha stimato un costo medio annuo per paziente intorno ai 7mila euro, di cui circa 3mila a carico del Servizio sanitario nazionale, 2mila come spesa diretta sostenuta dal paziente (out-of-pocket) e altri 2mila legati alla perdita di produttività - riferisce Matteo Scortichini, statistico presso il Ceis- EeHta, Facoltà di Economia, università di Roma Tor Vergata - Una nostra analisi, focalizzata su pazienti con forme moderate o severe, ha evidenziato un costo medio di oltre 4mila euro annui a persona, di cui più del 60% riconducibili alla perdita produttiva del paziente e/o del caregiver. In sintesi, da questi dati si può stimare che la dermatite atopica generi ogni anno in Italia una spesa pari a 20 miliardi di euro, la metà a carico del Ssn. Introdurre terapie innovative ed efficaci - precisa - non solo significherebbe migliorare la salute e la qualità di vita dei pazienti, ma anche ridurre sensibilmente i costi, con un conseguente risparmio per lo Stato".
Fino al 2017, anno in cui si è costituita Andea, le persone con dermatite atopica, soprattutto i pazienti con forme severe che necessitano di trattamento sistemico, avevano a disposizione solo ciclosporina e cortisone, scarsamente efficaci e gravati da effetti collaterali. "In questi ultimi anni, anche grazie al supporto di Andea e alla ricerca medica, le cose hanno iniziato a cambiare e oggi sono disponibili numerosi farmaci, alcuni innovativi e molto efficaci e sicuri - sottolinea Mario Picozza, consigliere Andea e delegato rapporti con la comunità scientifica, presidente Federasma e allergie Odv - La nostra associazione sin dai suoi primi passi si è attivata per essere al fianco dei pazienti e delle famiglie e per supportare fattivamente la ricerca, partecipando anche a molti studi osservazionali. Nonostante i progressi conseguiti, ci attendono ancora diverse sfide, sia sul fronte dello sviluppo di nuove molecole sempre più efficaci, maneggevoli e sicure, sia sul fronte dei diritti sociali, lavorativi ed economici dei pazienti, che Andea è pronta a intercettare per trovare risposte adeguate".
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(Adnkronos) - “C’è un grande bisogno di dare voce al mondo della balbuzie, che troppo spesso rimane sottotraccia. I bambini e i ragazzi che balbettano faticano a sentirsi accettati. È fondamentale costruire protocolli scolastici che permettano agli insegnanti di sapere come intervenire e come sostenere concretamente i bambini e i ragazzi con questo disturbo del linguaggio. Serve inoltre una formazione mirata anche per gli operatori sanitari e una maggiore sensibilità nel mondo del lavoro, affinché il talento delle persone che balbettano non venga disperso”. Lo ha dichiarato Chiara Comastri, responsabile scientifica dell’Associazione Lea – Libera l’Espressione Autentica , psicologa, formatrice ed esperta nella riabilitazione della balbuzie, intervenendo al convegno organizzato dall’Associazione e da Psicodizione Onlus in occasione della Giornata internazionale di consapevolezza sul disturbo del linguaggio.
“Spesso chi balbetta utilizza strategie per nascondere il problema, sostituendo parole o evitando frasi – fa notare l’esperta - ma dentro di sé resta un passo indietro, con il peso del giudizio e dell’incomprensione”, spiega.
Il convegno ha visto anche la partecipazione di personaggi dello spettacolo che hanno vissuto in prima persona la balbuzie. Un modo per mostrare ai giovani esempi di persone che, nonostante il disturbo, sono riuscite a far emergere il proprio talento e la propria professionalità.
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(Adnkronos) - La Procura di Roma procede per le ipotesi di sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio, contro ignoti, nel fascicolo avviato dopo gli esposti presentati dagli attivisti e parlamentari italiani che si trovavano a bordo delle navi della Global Sumud Flotilla, fermati in prossimità della costa di Gaza dalle forze israeliane e poi rimpatriati.
I pm titolari dell’indagine ascolteranno i partecipanti alla missione per ricostruire sia la fase della navigazione, con gli attacchi dei droni, sia quella successiva dell’abbordaggio da parte delle forze israeliane e del trattenimento fino al rimpatrio in Italia.

(Adnkronos) - "Vorrei dire alle studentesse e agli studenti di cogliere l’opportunità di rendersi parte attiva della comunità. Di essere parte democratica e collaborativa. La partecipazione rende la comunità più grande". Lo ha detto Carlotta Delicato, chef e vincitrice di Hell’s Kitchen Italia, intervenendo, oggi a Roma, alla presentazione del progetto ‘Il difensore civico sui banchi di scuola’ che coinvolgerà la figura eletta dal Consiglio regionale - con il compito di tutelare il cittadino dagli abusi, ritardi e negligenze della Pubblica Amministrazione - in un dialogo diretto con con studenti e istituti scolastici del territorio, attraverso incontri, laboratori e momenti di confronto dedicati ai temi dei diritti, della cittadinanza attiva e della giustizia sociale.
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(Adnkronos) - "Il Difensore civico del Lazio raggiunge i banchi di scuola per avvicinare i giovani alla cultura e alle istituzioni. Un’opportunità di conoscere da vicino luoghi come le Scuderie del Quirinale, dove Ales è impegnata nella gestione dei servizi". Così Fabio Tagliaferri, presidente di Ales-Arte, lavoro e servizi, intervenendo a Roma, alla presentazione del progetto 'Il Difensore civico sui banchi di scuola', giunto alla terza edizione. L’iniziativa punta a sensibilizzare gli studenti sui temi della cittadinanza attiva e dei diritti, offrendo anche l’opportunità di conoscere da vicino i luoghi della cultura, come le Scuderie del Quirinale, che Ales gestisce a fronte di una di una convenzione tra Ministero della cultura e il Colle. Le Scuderie, dal 24 ottobre al 3 maggio 2026, ospiteranno la mostra 'Tesori dei faraoni'. "Ogni anno le Scuderie ospitano almeno tre mostre - ricorda Tagliaferri - speriamo che con iniziative come il progetto presentato oggi, si possa abbassare l’età media dei visitatori e avvicinare sempre più giovani alla cultura".
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(Adnkronos) - “La balbuzie non è soltanto un problema di linguaggio, è spesso anche un problema emotivo e sociale che coinvolge tanti ragazzi. Annunciamo la volontà di presentare la prima proposta di legge regionale sulle balbuzie: la Regione Lazio sarà la prima in Italia a voler affrontare questo problema con chi lo vive personalmente, insieme alle tante realtà che hanno costruito una rete attiva di comunicazione e supporto. Il provvedimento coinvolgerà personale sanitario, scuole e associazioni del settore”. Così il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, intervenendo al convegno promosso dall’Associazione Lea-Libera l’espressione autentica in collaborazione con Psicodizione Onlus, nella giornata internazionale della consapevolezza sul disturbo del linguaggio.
Il convegno ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, medici, psicologi, insegnanti e di figure del mondo dello spettacolo come Paolo Bonolis che per primo ha convissuto con la balbuzie.
“Grazie all’associazione Lea che ha organizzato questo importante convegno - riprende Aurigemma - la Regione Lazio vuole far comprendere ai tanti adolescenti che convivono con questo disturbo del linguaggio che personaggi importanti del mondo dello spettacolo, nonostante la balbuzie, sono riusciti a far emergere il proprio talento e la propria professionalità”, conclude.
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(Adnkronos) - Il cancro alla prostata è uno dei tumori maschili più frequenti: è la seconda neoplasia più comune tra gli uomini a livello mondiale e la più diffusa nei Paesi occidentali, con oltre 1,4 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno secondo i dati del Global Cancer Observatory. La malattia pone ai medici e ai pazienti anche una sfida aggiuntiva: la valutazione del rischio.
Se infatti la maggior parte dei casi si manifesta in forma indolente e a crescita lenta, circa il 20% evolve verso forme metastatiche e letali, e distinguere tra le due categorie di pazienti non è facile, segnalano gli esperti. Un nuovo studio italiano suggerisce che potrebbe essere l'architettura del Dna a svelare se si è in presenza di un caso a basso o ad alto rischio. Il team di ricercatori, sostenuto dalla Fondazione Airc, ha usato un approccio innovativo. E ha mostrato che, a partire da un'unica biopsia, sembra possibile identificare l'organizzazione tridimensionale del Dna nel nucleo cellulare. Un'informazione ritenuta preziosa per capire qualcosa di più sul 'destino' dei casi di cancro prostatico.
I numeri testimoniano l'urgenza di migliorare queste valutazioni e di conseguenza l'accesso dei pazienti alle terapie più giuste per loro: basti pensare che nella sola Ue la patologia colpisce circa 450mila uomini l'anno, mentre in Italia si registrano oltre 36mila nuovi casi annui, soprattutto sopra i 65 anni d'età.
L'attuale percorso diagnostico si basa sulla valutazione istologica di biopsie multiple, condotta solitamente a seguito di livelli elevati di Psa o di esami rettali, da parte dello specialista, dall'esito anomalo. Tuttavia la variabilità clinica e la multifocalità del tumore prostatico rendono difficile prevedere con precisione l'evoluzione della malattia, portando spesso al sovra-trattamento di pazienti con forme che col senno di poi si rivelano silenti, con un impatto negativo sulla qualità di vita.
Lo studio pubblicato su 'Nature Communications' è stato coordinato da Chiara Lanzuolo e Francesco Ferrari, ed è frutto della collaborazione tra il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), l'Ifom (Istituto Airc di oncologia molecolare), l'Ingm (Istituto nazionale di genetica molecolare) e l'Irccs Policlinico di Milano. "La forma della cromatina, cioè l'architettura del Dna e delle proteine che lo regolano, è da tempo riconosciuta come un indicatore dell'aggressività di diversi tipi di tumore - spiega Lanzuolo, ricercatrice Cnr e direttrice del laboratorio di 'Chromatin and Nuclear Architecture' all'Ingm - Noi ci siamo chiesti se alterazioni nell'organizzazione della cromatina dei tumori al momento della diagnosi potessero fornire informazioni prognostiche più accurate rispetto ai metodi tradizionali. Abbiamo inoltre scelto di studiare il tessuto intero per avere informazioni sul microambiente tumorale, che nel caso della prostata ha caratteristiche peculiari perché le cellule neoplasiche crescono in piccole masse disseminate in tutto l'organo".
Utilizzando la tecnologia '4f-SAMMY-seq', sviluppata nell'ambito di una collaborazione di lungo termine tra gli istituti, i ricercatori hanno analizzato campioni bioptici prelevati alla diagnosi, in collaborazione con gli urologi Giancarlo Albo e Manuele Montanari del Policlinico di Milano. Il metodo ha rivelato che i campioni di controllo mostrano un'organizzazione conservata della cromatina, mentre i campioni tumorali presentano alterazioni specifiche per ogni paziente.
"Analizzando l'organizzazione della cromatina dei tumori - illustra Ferrari, direttore del laboratorio di Genomica computazionale di Ifom e ricercatore del Cnr - sono stati identificati due sottotipi distinti. Uno è caratterizzato da un basso grado di riorganizzazione della cromatina, mentre l'altro mostra un elevato riassetto del genoma. Successivamente, integrando tecniche di biochimica, biologia molecolare e bioinformatica, è emerso un paradosso inaspettato: il sottotipo con alterazioni più estese nell'organizzazione del genoma è associato a una prognosi più favorevole".
"Abbiamo deciso - prosegue Lanzuolo - di mettere a confronto i due sottotipi tumorali per identificare una firma molecolare in grado di predire il decorso clinico dei pazienti. La firma individuata consiste di 18 geni e può rappresentare uno strumento concreto per la stratificazione del rischio. Abbiamo validato tale firma con i dati, contenuti in database internazionali e relativi a oltre 900 pazienti, confermando la solidità del nostro approccio". Questo studio, aggiungono Ferrari e Lanzuolo, "è stato possibile grazie a una collaborazione di lungo corso tra i nostri gruppi di ricerca, e grazie alle sinergie stabilite tra i nostri istituti. Questo ha consentito di costituire un team realmente interdisciplinare di ricercatori che hanno costruito nel tempo i tasselli di conoscenza necessari a raggiungere il risultato". Oltre a distinguere i tumori a basso rischio da quelli aggressivi, i risultati hanno anche evidenziato differenze nell'attività di geni chiave per la crescita tumorale.
Le informazioni che emergono dal lavoro, riflettono Lanzuolo e Ferrari, "aprono prospettive concrete per la medicina di precisione nel tumore prostatico. Se validata in ulteriori studi preclinici e clinici con i pazienti, la firma molecolare identificata potrebbe essere implementata nella pratica clinica. Potrebbe così aiutare urologi e oncologi a distinguere già alla diagnosi i tumori a basso rischio da quelli destinati a progredire, guidando decisioni terapeutiche sempre più precise e mirate e riducendo il rischio di sovra-trattamento. Le prossime ricerche si concentreranno sui pazienti già sottoposti a trattamenti farmacologici, con l'obiettivo di identificare chi può beneficiare maggiormente delle terapie disponibili e portare, potenzialmente, all'implementazione di questo test diagnostico nella pratica clinica".
Gli autori, oltre a ringraziare Fondazione Airc per il sostegno a uno studio che "rappresenta un esempio concreto di come la ricerca italiana possa contribuire al progresso della medicina di precisione", citano anche "i giovani ricercatori Valentina Rosti, Giovanni Lembo e Cristiano Petrini" per il "ruolo cruciale" avuto "nel garantire il successo dello studio". Studio che, interviene Rosti (borsista Cnr e autrice co-corresponding dell'articolo), è stato "un vero percorso di crescita. E' stato motivante lavorare fianco a fianco con medici e bioinformatici in un progetto così interdisciplinare e contribuire a una ricerca che può avere un impatto concreto sulla vita dei pazienti".
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(Adnkronos) - "La sera dell’8 dicembre 2021 ero in casa con un’amica, la mia ex compagna mi ha suonato alla porta e appena entrata ha iniziato a fare una scenata, ha cominciato a distruggere tutto quello che ho a casa, portafotografie, bicchieri. Ero disperato, cercavo di contenere la sua furia ma non l’ho colpita". Lo ha detto Enrico Varriale, sentito oggi in aula nel processo che lo vede imputato di stalking e lesioni personali aggravate nei confronti di una ex compagna. I fatti risalgono al periodo fra dicembre 2021 e febbraio 2022.
Secondo l’accusa, il giornalista televisivo, già condannato lo scorso giugno a 10 mesi, pena sospesa per le accuse di stalking e lesioni nei confronti della sua ex, "con condotte reiterate di minaccia e molestia avrebbe aggredito fisicamente la compagna in casa fino a farle perdere i sensi e causandole lesioni". Al giornalista viene contestato inoltre di aver contattato la vittima anche con "numeri anonimi, cercando di carpire notizie anche attraverso il controllo dei profili social".
Oggi Varriale si è difeso in aula dicendo di non aver mai minacciato né picchiato la donna, con cui ha avuto una relazione durata circa quattro mesi. "Si era presentata con un messaggio su Facebook e abbiamo iniziato a frequentarci, ma spesso poi non ci sentivamo per settimane, perché lei era gelosissima, specie se vedeva i miei ‘like’ sui social". Varriale, difeso dagli avvocati Fabio Lattanzi ed Ester Molinaro, ha ricordato quanto accaduto l’8 dicembre 2021. "Nel pomeriggio è venuta a casa mia e si è chiusa in bagno con il mio telefono e dopo aver trovato alcuni messaggi fra me e una mia amica è andata via molto arrabbiata. Quella stessa sera poi - ha proseguito Varriale rispondendo alle domande del pm e degli avvocati - è tornata a casa mia e trovandomi con un’amica prima ha iniziato a offendere lei e poi a distruggere tutto quello che ho in casa. Non sapevo come fermarla, tentavo di contenerla e lei a un certo punto ha detto che l’avevo colpita e che mi avrebbe denunciato. Poi ha chiamato un’ambulanza ed è andata via. Dopo quanto successo la mia ex e mia figlia mi hanno proposto di andare a stare per qualche giorno a casa loro e così ho fatto", ha concluso.
Leggi tutto: Varriale: "Lei folle di gelosia, mi distruggeva casa ma non l'ho toccata"

(Adnkronos) - La maggior parte delle malattie respiratorie invernali - raffreddore, tosse, mal di gola, febbre, inappetenza e stanchezza - "si risolve spontaneamente in pochi giorni grazie al riposo e ai farmaci sintomatici. Il paracetamolo è il farmaco di elezione per abbassare la febbre e alleviare i dolori; gli antibiotici, invece, vanno usati solo su indicazione del medico, poiché le infezioni virali non ne richiedono l'impiego. I lavaggi nasali sono utili per liberare le vie respiratorie, soprattutto nei più piccoli. Si effettuano con soluzioni fisiologiche (isotoniche o ipertoniche) introdotte delicatamente nelle narici, preferibilmente prima delle poppate, del sonno o dell'aerosol. I flaconcini monouso o le siringhe senza ago sono strumenti sicuri anche per i lattanti". Così l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in un approfondimento dedicato alle malattie respiratorie invernali.
"E' importante garantire una buona idratazione: il bambino deve bere spesso acqua o soluzioni reidratanti, anche se mangia poco - raccomandano i medici - Il riposo a casa favorisce la guarigione e limita la diffusione dei virus, ma se il bambino si sente in forze non è necessario costringerlo a letto. In caso di febbre, vestirlo con abiti leggeri aiuta a disperdere il calore e ridurre il disagio. Ciò che conta davvero è valutare lo stato generale del bambino, non il numero indicato dal termometro. La febbre è una risposta naturale dell'organismo: diventa preoccupante solo se associata a difficoltà respiratorie, sonnolenza insolita, dolore intenso o peggioramento del quadro generale. In questi casi è bene contattare il pediatra o recarsi al pronto soccorso, soprattutto se si tratta di neonati, prematuri o bambini con patologie croniche (cardiopatie, fibrosi cistica, immunodeficienze)".
"La prevenzione resta il cardine - sottolinea Sebastian Cristaldi, responsabile dell'Unità Dea II livello del Bambino Gesù - I genitori devono valutare le condizioni complessive del bambino, evitare l'uso di farmaci fai-da-te e rivolgersi al pediatra per una valutazione clinica. E' il modo migliore per garantire cure sicure e appropriate".
Leggi tutto: Bimbi e malattie respiratorie invernali, come si curano e quando allarmarsi

(Adnkronos) - Presa a schiaffi e pugni, anche durante la gravidanza, spinta per terra, tirata dai capelli e sbattuta con la testa contro i fornelli della cucina, minacciata di morte con dei coltelli e pedinata ovunque. È la spirale di violenza cristallizzata nella denuncia fatta ai carabinieri da Rosita Gentile, 57enne di Torino, ma residente a Soverato nel Catanzarese, nei confronti dell’ex compagno ed ex convivente Mario Gregoraci, 74 anni, padre della popolare showgirl.
Per l'uomo, indagato per maltrattamenti, atti persecutori e lesioni personali aggravate e attualmente sottoposto alla misura del divieto di dimora nei Comuni di Davoli e Soverato, il pubblico ministero della Procura di Catanzaro Graziella Viscomi - che nei suoi confronti aveva chiesto gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico - ha chiesto il rinvio a giudizio. L'udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Catanzaro è fissata alle 10 del 5 novembre prossimo.
Le violenza, stando al racconto della donna, sarebbe andata avanti per tutta la durata della convivenza, dal 2012 al 2021, protraendosi anche dopo la fine della relazione, fino al 2024, e anche davanti alla figlia, all’epoca dei fatti minorenne. Una serie di vessazioni quotidiane non soltanto fisiche, ma anche psicologiche: l’uomo, infatti – si legge negli atti d’indagine come la richiesta di rinvio a giudizio e la richiesta di applicazione della misura cautelare - soleva apostrofarla con epiteti offensivi, o con frasi come: “Sei la più schifosa delle donne”, “Non vali niente”, “Tu sei niente, meglio di te la trovo all’angolo di Copanello”, oppure minacciarla di morte: “Io non ho niente da perdere, non so quanti anni mi sono rimasti da vivere, ma a te ti ammazzo pure”, “Ti metto un coltello davanti e te lo faccio uscire di dietro”.
Botte e umiliazioni sarebbero andate avanti anche mentre Rosita era incinta: “Sentivo un click alla mandibola quando tirava queste sberle – ha raccontato la donna ai carabinieri -. Una volta non riuscivo a sentire per due giorni, lo confidai al mio medico curante, però lui mi disse di andare in ospedale e io non lo feci, primo perché non volevo fargli del male, volevo proteggerlo, poi perché mi vergognavo e poi non volevo che lo sapesse mia figlia. Poi, nel tentativo di fermarlo, quando aspettavo questo bambino, lui mi dette una spinta talmente forte, io cominciai a sanguinare, me lo sentivo, e andai a sbattere col fianco al bracciolo del divano. Io rimasi lì per terra, lui sbatté la porta e se ne andò”.
Proprio nei giorni scorsi, in un’intervista a Calabria 7, Rosita aveva ripercorso quei momenti di terrore, rivelando che l’ex compagno le disse che “me ne dovevo liberare, mi diceva se vuoi tenerlo me ne lavo le mani”. A ciò si aggiungeva una gelosia morbosa e accecante, un controllo ossessivo delle sue abitudini e del suo modo di vestire, la minaccia di tagliarle la minigonna con le forbici e farla in mille pezzi se solo avesse osato indossarla, i pedinamenti sul lungomare e fino a sotto casa, gli escamotage più assurdi, come ad esempio legare con un filo da cucito le estremità del cancello per monitorare le uscite di casa e alludere, così, a ipotetici tradimenti. Comportamenti che, inizialmente, la donna avrebbe giustificato attribuendoli alle “provocazioni delle figlie” di Gregoraci, note donne dello spettacolo, le quali non accettavano la relazione tra lei e il padre, ma che poi ha avuto il coraggio di denunciare per porre fine allo stato di forte ansia e paura per la propria incolumità in cui era costretta a vivere da anni.

(Adnkronos) - “Abbiamo chiesto ai consumatori le sensazioni che la mozzarella di bufala campana Dop esprime al morso e i risultati sono davvero significativi”.
Così Denis Pantini, responsabile Agrifood di Nomisma che ha realizzato una ricerca presentata nel corso dell’evento 'Mozzarella di bufala campana Dop-La sfida europea', nella sede del Consorzio di Tutela nella Reggia di Caserta. “Si parla - spiega - di felicità, bontà e tradizione: tutti quegli aspetti che rendono la Dop campana un prodotto capace di intercettare le esigenze gustative dei consumatori europei”.
L’indagine, condotta su 5.000 consumatori in Austria, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Svizzera, ha analizzato non solo la frequenza di consumo e il gradimento, ma anche le percezioni emotive legate al prodotto. Così, la Mozzarella di Bufala Campana Dop emerge non solo come eccellenza gastronomica, ma anche come simbolo culturale e identitario, capace di trasmettere emozioni positive e rafforzare il legame tra consumatore e marca.
"Il mercato europeo - afferma - è il principale riferimento per l’export della Dop campana, continua Pantini. Avere un posizionamento positivo tra i consumatori di questi Paesi significa garantire continuità futura e consolidare la reputazione del prodotto”. La ricerca mette in luce un dato interessante: “Più il consumo è associato alla denominazione completa e certificata, più emergono percezioni di qualità, autenticità e tradizione; viceversa, chi utilizza termini generici come 'mozzarella' tende a mostrare un legame più superficiale con il prodotto. Questo conferma l’importanza di comunicare la Dop non solo come alimento, ma come esperienza sensoriale ed emotiva".
"Sul fronte della tutela dei marchi - aggiunge Pantini - l’Europa offre un vantaggio competitivo: i prodotti Dop e Igp godono di protezione automatica, strumento essenziale per i consorzi di tutela. Nei mercati extraeuropei, invece, la protezione va negoziata caso per caso, soprattutto in presenza di accordi di libero scambio, rendendo necessario un impegno strategico da parte dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, pur rimanendo fortemente legata al mercato europeo per motivi di conservazione, la mozzarella di bufala campana Dop ha iniziato a conquistare anche mercati extraeuropei come Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, a dimostrazione della crescente appetibilità internazionale".
"Per proteggere e valorizzare il Made in Italy agroalimentare fuori dall’Europa è fondamentale che l’Unione negozi accordi efficaci di libero scambio, a tutela dei prodotti Dop e Igp", conclude Pantini.
L’indagine Nomisma conferma quindi come la Mozzarella di bufala campana Dop non sia soltanto un’eccellenza del gusto, ma anche un marchio identitario e conversazionale, capace di unire tradizione, qualità certificata ed emozioni positive, consolidando il proprio ruolo nei consumatori europei e aprendo nuove opportunità sui mercati internazionali.
Leggi tutto: Pantini (Nomisma): "Mozzarella di bufala campana Dop conquista i consumatori Ue"

(Adnkronos) - La mozzarella di bufala campana Dop non è soltanto un’eccellenza gastronomica, ma anche un fenomeno digitale capace di generare conversazioni, emozioni e appartenenza.
A dirlo è l’indagine realizzata da Arcadia, società specializzata in analisi dei dati e comunicazione strategica, che ha monitorato per 24 mesi l’ecosistema online legato al prodotto simbolo del Made in Italy. “La nostra ricerca – spiega Domenico Giordano, amministratore di Arcadia – ha interessato una finestra temporale di due anni, durante i quali abbiamo censito parole chiave specifiche come ‘Mozzarella di Bufala Campana Dop’ e altre più generiche come ‘mozzarella’. Questo ci ha consentito di recuperare tutto il parlato digitale, ossia le conversazioni che si sono sviluppate sulle principali piattaforme social – da TikTok a Instagram, da Facebook ai blog, fino alle testate giornalistiche e ai forum”.
Un lavoro di monitoraggio che ha restituito una fotografia chiara: il sentiment complessivo attorno alla Mozzarella di Bufala Campana Dop è fortemente positivo. Gli utenti che interagiscono con questa parola chiave mostrano un atteggiamento di fiducia e apprezzamento, associando il prodotto a qualità, gusto autentico e tradizione.
“La nostra analisi – aggiunge Giordano – dimostra che chi parla di mozzarella di bufala Campana Dop lo fa in termini favorevoli, generando un comportamento digitale a vantaggio sia del prodotto che del brand”.
Un altro dato di rilievo è l’ampiezza dell’audience: nei 24 mesi analizzati, i contenuti legati alla Mozzarella di Bufala Campana Dop hanno raggiunto 37 milioni di utenti, confermando il ruolo del prodotto come simbolo di italianità e come marchio di valore anche nel linguaggio del web. Dal punto di vista demografico, la ricerca ha delineato l’identikit del consumatore digitale tipo: l’utente medio che parla della Dop campana ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, con una buona ripartizione tra uomini e donne, e interagisce prevalentemente su Instagram, la piattaforma che si conferma la più performante per la valorizzazione dei prodotti di eccellenza. Curioso anche l’effetto dell’età media in base alla precisione della parola chiave:
“Più la ricerca è specifica – spiega Giordano – più aumenta l’età media degli utenti; al contrario, chi utilizza chiavi generiche come ‘mozzarella’ tende ad avere un’età più bassa”. Un dato che racconta come il pubblico più maturo e consapevole si riconosca nella denominazione completa e certificata del prodotto, mentre le nuove generazioni mostrano interesse crescente verso il mondo della mozzarella, anche se con un approccio più istintivo e visivo, soprattutto su TikTok.
La ricerca di Arcadia si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla reputazione digitale dei marchi Dop, un fronte strategico per la promozione delle filiere agroalimentari. La Mozzarella di Bufala Campana Dop si conferma così non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un brand conversazionale capace di connettere tradizione e innovazione, gusto e identità, territorio e comunità online.

(Adnkronos) - “Siamo un prodotto tradizionale, ma dobbiamo stare attenti a non diventare un prodotto vecchio, perché il confine è sottile. L’Italia, e in particolare il suo agroalimentare, ha sempre fatto dell’innovazione la propria tradizione. Può sembrare un concetto in contraddizione, ma è proprio innovando che siamo riusciti a restare competitivi sui mercati internazionali". Lo ha dichiarato Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, nel corso dell’evento 'Mozzarella di bufala campana Dop – La sfida europea', alle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta, alla presenza di istituzioni, rappresentanti del settore agroalimentare, ricercatori e comunicatori.
Nel suo intervento, Saccani ha posto l’accento sul valore strategico della qualità come leva di competitività in un mercato globale sempre più affollato. “Il nostro prodotto deve mantenere standard qualitativi eccellenti, perché solo la qualità può garantirci un ruolo da protagonisti sui mercati. Non potremo mai competere sulla quantità, e per questo dobbiamo essere rigorosi: la qualità è la nostra vera forza, ciò che ci distingue e ci rende riconoscibili nel mondo", ha detto.
Il direttore ha anche commentato i dati delle ricerche presentate nel corso dell’evento, evidenziando come il percepito dei consumatori sia fortemente legato alla qualità e all’origine geografica del prodotto. “Le analisi mostrano che il consumatore associa la Mozzarella di Bufala Campana Dop alla qualità e alla provenienza territoriale. L’indicazione geografica è un valore aggiunto: rappresentiamo una parte autentica della cultura e della bellezza di questo territorio, e non è un caso che la nostra sede sia ospitata nella Reggia di Caserta. È un simbolo del legame profondo tra la nostra filiera e la sua terra d’origine", ha continuato.
Saccani ha poi ricordato l’importanza del legame visivo ed emotivo che unisce il prodotto ai luoghi iconici della Campania. “Quando si pensa al Vesuvio, alla Costiera Amalfitana, a Paestum o alla Reggia di Caserta – ha detto – si pensa anche alla mozzarella di bufala campana Dop. Sono elementi che si intrecciano e costruiscono un racconto unico fatto di gusto, storia, turismo e identità. È su questa connessione che dobbiamo continuare a investire per rafforzare la nostra presenza internazionale e aumentare le quote di mercato".
Guardando al futuro, Saccani ha ribadito la necessità di coniugare radici e innovazione. “La mozzarella di bufala campana Dop deve rimanere fedele alla propria tradizione, ma deve anche saper evolvere. Innovare non significa snaturare, ma trovare nuovi strumenti, tecnologie e linguaggi per raccontare al mondo la nostra eccellenza. Solo così potremo crescere e restare simbolo di un’Italia che sa custodire il passato e affrontare il futuro con visione e competenza", ha concluso.

(Adnkronos) - Barbara D'urso si sfoga dopo la puntata di Ballando con le stelle di sabato 18 ottobre. La conduttrice televisiva, in gara nel dance show di Rai 1 in coppia con Pasquale La Rocca, in una clip di 'Ballando segreto' ha parlato a caldo dei commenti della giuria, in particolare soffermandosi su quello della giurata Selvaggia Lucarelli.
La giornalista, infatti, l'aveva 'rimproverata' di fare la concorrente senza dare al programma quello che effettivamente cercava da un personaggio televisivo come il suo: "Tu ti stai nascondendo dietro meravigliose coreografie. C'è un problema a livello di show. Tu lo sai benissimo. Tu sei stata la tv per decenni e sei stata anche la più brava nel tuo segmento. Ballate molto bene, però il vero problema è cosa si dirà dopo, che balli bene e fine", aveva detto Lucarelli.
La conduttrice ha commentato così: "Io non riesco davvero a capire cosa la giuria voglia da me. Mi hanno parlato di una Barbara D'Urso trash e mi aspettavo questo, loro vogliono la Barbara D'Urso trash? Che significa Barbara D'Urso trash? Se tutto quello che ho fatto in quegli anni, la battaglia per la violenza sulle donne, i diritti civili ecc, se ci sono state delle cose denominate trash, io le facevo perché erano condivise, era un'altra realtà, mi chiedevano quello, io facevo quello".
"Qua sono a fare un altro tipo di percorso - ha aggiunto D'Urso -. Capisci perché sono confusa? Io lo show lo posso fare, mi attacco al lampadario", ha concluso con ironia.
Leggi tutto: Barbara D'urso dopo Ballando: "La giuria vuole il trash da me, si sbaglia"

(Adnkronos) - "Approderà entro il 2025 in Senato la proposta di legge di iniziativa popolare per dare accesso pubblico e gratuito alla psicologia. Nelle scorse ore sono state raggiunte le 50mila firme necessarie per avviare l'iter legislativo in Parlamento", informa l'associazione no-profit Pubblica, promotrice dell'iniziativa. "La proposta di legge - spiega - prevede l'istituzione di una Rete psicologica nazionale con un investimento previsto di 3,3 miliardi di euro. Tra gli obiettivi c'è quello di portare l'educazione alle relazioni in tutte le scuole, luoghi di lavoro e dello sport, il potenziamento del bonus psicologo, l'implementazione dello psicologo di base e la riforma della formazione".
"Abbiamo raggiunto l'obiettivo minimo - dichiara Francesco Maesano, coordinatore nazionale della campagna - Aver raccolto 50mila firme vuol dire che possiamo portare in Parlamento una proposta di legge alla quale ha lavorato per 3 anni un gruppo di oltre 30 docenti universitari. Un testo che arriva dal basso, ma non dal nulla, che chiede un investimento adeguato sulla mente delle persone per crescere di più e meglio e prevenire la violenza. E ora dobbiamo continuare a firmare perché ogni singola firma aggiungerà peso a questa proposta. Nelle prossime settimane saremo in quasi 100 piazze, con oltre 1.200 volontari impegnati a fare volantinaggio e raccogliere le firme in formato cartaceo e digitale. Vogliamo portare la psicologia dove serve davvero - prosegue Maesano - nelle scuole, nei luoghi di lavoro, dove le persone fanno sport o dove affrontano la malattia e la cura. Interventi precisi, efficaci, costruiti sui bisogni reali delle persone. Perché il benessere psicologico non è un lusso: vivere in un ambiente libero dall'esclusione sociale, dal bullismo, dallo stress ambientale è un diritto e come tale va garantito a tutte e tutti".
"Un risultato - conclude Maesano - per il quale vorrei ringraziare tutto il team della campagna, a partire da Jump con Marco Agnoletti e Luca Di Bonaventura, Giulia Delogu e Daniele Biaggi per il Digital, Francesca Mereta per Project System e la nostra responsabile dell'organizzazione Caterina Pregliasco che insieme a Michela Marinetto e Giulia Vescovo coordina una rete di oltre 1.200 attivisti che ringrazio immensamente per il lavoro che stanno facendo sui territori".

(Adnkronos) - Alimentazione, ambiente e stili di vita possono fare la differenza nella prevenzione e nel decorso dei tumori del sangue. E' il messaggio chiave al centro del Convegno nazionale Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, in calendario il 30 ottobre a Roma. Negli ultimi anni, infatti, la ricerca ha dimostrato un legame sempre più solido tra abitudini quotidiane e impatto sulla salute, anche nell'ambito delle patologie ematologiche. Giunto alla quinta edizione, il convegno - intitolato quest'anno 'Curare è prendersi cura. Alimentazione, benessere e stili di vita: l'impegno di Ail' - si conferma uno spazio privilegiato di confronto multidisciplinare tra ricercatori nazionali e internazionali che si occupano di salute, benessere, cura e prevenzione. L'incontro affronterà il ruolo dell'alimentazione e degli stili di vita nelle neoplasie ematologiche, informa una nota. In particolare saranno analizzate le relazioni tra esposizione ambientale, contesto urbano e rischio oncologico, con particolare attenzione alle polveri sottili e al ruolo della salubrità dell'ambiente.
L'evento rappresenta un'importante occasione di confronto tra clinici, ricercatori, istituzioni e cittadini, per ribadire che prevenzione e salute ambientale sono pilastri fondamentali nella lotta contro il cancro, spiega l'Ail. Il convegno intende promuovere "un approccio integrato alla prevenzione oncologica, centrato su interventi di promozione della salute, strategie di prevenzione e tutela della sanità pubblica, fornendo solide evidenze scientifiche sull'importanza dell'aderenza a corretti stili di vita, attività fisica e stili alimentari, che negli ultimi anni hanno messo in luce la forte correlazione tra fattori individuali e ambientali e impatto sulla salute umana". Ad aprire la giornata di lavori - il cui coordinamento è affidato al giornalista scientifico Igor Staglianó e ad Aurelio Angelini, sociologo dell'ambiente e del territorio, presidente del Comitato nazionale Educazione alla sostenibilità Agenda 2030 - sarà Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail, dopo i saluti istituzionali del ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Il convegno prevede 2 sessioni scientifiche interdisciplinari, arricchite da testimonianze delle sezioni territoriali di Ail. La prima sarà dedicata al tema del benessere integrato, con approfondimenti sul rapporto tra ambiente e salute; sul ruolo della nutrizione nella prevenzione e nella pre-abilitazione; sulla sicurezza alimentare in età pediatrica; sull'impatto dell'alimentazione nelle neoplasie ematologiche; sui tumori pediatrici; sull'importanza dell'esercizio fisico nella prevenzione oncologica e sul metabolismo del cancro, con uno sguardo alle raccomandazioni internazionali in ambito di salute e alimentazione. La seconda sessione, nel pomeriggio, sarà focalizzata sulle connessioni tra alimentazione, stili di vita e salute pubblica, con contributi su neuroscienze e promozione della salute, potenziamento delle competenze personali nei giovani, transizione agroecologica, ambiente urbano e qualità della vita, approccio integrato 'One Health' e relazione tra alimentazione e tumori. Con questo convegno nazionale - conclude la nota - Ail vuole rafforzare la consapevolezza che "adottare stili di vita sani e promuovere politiche ambientali efficaci sono leve fondamentali per migliorare il benessere e la qualità della vita dei pazienti oncoematologici e alleggerire il carico sui sistemi sanitari e sociali".
Leggi tutto: Oncoematologia, alimentazione e stili di vita al centro del convegno Ail

(Adnkronos) - "Quanto stabilito dalla Cassazione chiude un’epoca". Così all'Adnkronos Barbara Berlusconi. dopo la sentenza che esclude legami tra Cosa nostra, Berlusconi e Dell'Utri.
"Si conclude una vicenda giudiziaria fondata su nessun riscontro e che ha coinvolto mio padre e i suoi collaboratori per decenni", aggiunge la terzogenita del fondatore di Forza Italia.
"Non posso che esprimere la mia soddisfazione, ma allo stesso tempo rimane l’amarezza. Mio padre, infatti, dal 1994 è stato oggetto di accuse infamanti e una persecuzione che lo hanno segnato profondamente", conclude Barbara Berlusconi.

(Adnkronos) - "Non siamo qui a monitorare come si può monitorare un bambino, ma si parla di monitorare nel senso che c'è un sacco di lavoro. Un sacco di ottime persone che lo stanno facendo ed è importante per i vertici dell'amministrazione di continuare ad assicurare che i nostri facciano quello che devono fare". Così JD Vance, dopo il suo incontro oggi a Gerusalemme con Benjamin Netanyahu, contesta l'idea che i vertici dell'amministrazione Trump stiano venendo in Israele per fare i baby sitter della tregua a Gaza.
Il vice presidente americano è arrivato ieri in Israele, dove si trovavano già da alcuni giorni l'inviato di Donald Trump Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner e dove domani è atteso il segretario di Stato, Marco Rubio. Senza dimenticare la missione, con il discorso alla Knesset, di Trump la scorsa settimana.
Vance oggi ha ribadito che gli Usa "non vogliono uno stato vassallo, e non è quello che è Israele, non vogliamo un cliente e non è quello che è Israele, vogliamo una partnership, voglio avere qui un alleato".
Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Vance ha espresso ottimismo sulla tenuta della tregua: "Credo che abbiamo l'opportunità di fare qualcosa di veramente storico, così continueremo a lavorare con tutti i nostri amici nel governo israeliano". Ma alla domanda su come si convincerà Hamas a disarmare, Vance non ha fornito dettagli: "Continueremo a lavorare su questo".
"Abbiamo davanti a noi un compito molto difficile, che è disarmare Hamas, ricostruire Gaza, migliorare la vita per la popolazione di Gaza ma anche assicurare che Hamas non sia più una minaccia per gli amici in Israele". Lo ha detto JD Vance, dopo il suo incontro oggi a Gerusalemme con Benjamin Netanyahu, ribandendo l'impegno dell'amministrazione Trump. "Noi continueremo a lavorare" ha affermato, aggiungendo che "questi sono i giorni del destino, e siamo emozionati nell'essere qui e lavorare insieme al piano di pace per Gaza".
Da parte sua il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che il controllo da parte americana è una "sciocchezza". "Vorrei essere molto chiaro, una settimana dicono che Israele controlla gli Stati Uniti, una settimana dopo che gli Stati Uniti controllano Israele. E' una sciocchezza", ha scandito il premier israeliano spiegando che nel colloquio di oggi si è discusso come sarà il "day after" dopo la tregua, anche riguardo la sicurezza a Gaza. E Vance ha aggiunto che questo richiederà "molto lavoro, molta creatività", affermando che "siamo sulla via di fare qualcosa che non è stato mai fatto" e che "potrà creare un modello per accordi di pace in tutto il mondo".
Il vice presidente ha poi spiegato che Donald Trump crede fermamente che Israele e gli alleati del Golfo possano esercitare una leadership positiva nella regione "fino al punto che, francamente, gli Stati Uniti possano occuparsi meno del Medio Oriente, perché i nostri alleati nella regione si fanno avanti, prendono il controllo della loro area del mondo". "Ora - ha concluso Vance - questo non significa che non abbiamo interessi qui, non significa che non ci interessa quello che succede".
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