
(Adnkronos) - Israele ha detto sì ad una tregua di 2 mesi a Gaza e Hamas farebbe bene ad accettare l'accordo. Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, annuncia le news con un post su Truth. "I miei rappresentanti hanno avuto oggi un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra", scrive il presidente degli Stati Uniti.
"Qatarioti ed egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire a portare la pace, presenteranno questa proposta finale", dice facendo riferimento alla mediazione di Egitto e Qatar. "Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, ma peggiorerà soltanto", aggiunge.
Secondo la Cnn, emissari del Qatar nelle ultime ore hanno presentato una nuova proposta, appoggiata dall'amministrazione Trump, a Hamas e a Israele. La proposta è stata limata dopo mesi di trattative in cui ha avuto un ruolo centrale Steve Witkoff, inviato speciale del presidente americano.
Il documento è stato sottoposto in particolare a Ron Dermer, ministro israeliano per gli Affari strategici, volato a Washington per una serie di incontri di alto livello. La nuova proposta, riferisce la Cnn, terrebbe conto di richieste e preoccupazioni di Hamas: la liberazione di ostaggi israeliani trattenuti a Gaza, in particolare, avverrebbe in cambio del rilascio di detenuti palestinesi.
Non è ancora chiaro quale sarà la risposta di Hamas, sollecitata direttamente da Trump a sottoscrivere l'intesa. Hamas mira ad un cessate il fuoco permanente e punta alla conclusione definitiva della guerra.
L'annuncio di Trump arriva dopo i "progressi" citati nelle ore precedenti dai media israeliani, che hanno fatto riferimento a discussioni all'interno del governo del premier Benjamin Netanyahu. "C'è una dinamica positiva e un'attività vivace sulla questione dei negoziati", ha dichiarato un funzionario al Times of Israel nella serata dell'1 luglio.
L'emittente Canale 12 ha parlato di "alcuni progressi" nei contatti con i Paesi mediatori, Qatar ed Egitto. L'annuncio di Trump precede di alcuni giorni il viaggio di Netanyahu negli Usa: il premier israeliano è atteso alla Casa Bianca lunedì prossimo.
Leggi tutto: Gaza, Trump: "Israele ha detto sì a tregua di 2 mesi, Hamas accetti"

(Adnkronos) - Vladimir Putin e Emmanuel Macron tornano al dialogo dopo 3 anni di silenzio e affrontano il tema del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Donald Trump, intanto, ferma forniture militari a Kiev con una decisione che rischia di avere un impatto immediato sulla guerra.
Mosca e Parigi, nel pomeriggio italiano di martedì 1 luglio, fanno il punto con le rispettive versioni sulla lunga telefonata - oltre 2 ore - tra il presidente russo e quello francese, che punta a ritagliarsi un ruolo da protagonista nello scacchiere del dialogo legato, negli ultimi mesi, soprattutto alle iniziative degli Stati Uniti e di Donald Trump.
E' un confronto rilevante, quasi 'storico' se si considera che l'ultimo contatto risaliva al 2022, prima dell'invasione dell'Ucraina ordinata da Putin. L'Eliseo riferisce che Macron "ha sottolineato l'incrollabile sostegno della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina, ha chiesto di stabilire al più presto un cessate il fuoco e di avviare negoziati tra Ucraina e Russia per trovare una soluzione solida e duratura al conflitto". La nota si conclude sottolineando che "i due Presidenti continueranno a parlarsi su questo tema".
Taglio diverso, e non potrebbe essere altrimenti, nel resoconto del Cremlino. Nel corso del colloquio Putin ha attribuito all'Occidente la responsabilità del conflitto e "ha ricordato che il conflitto ucraino è una conseguenza diretta della politica degli stati occidentali, che per molti anni hanno ignorato gli interessi della sicurezza russa, creato una testa di ponte anti-russa in Ucraina e tollerato le violazioni dei diritti dei residenti russofoni".
I Paesi occidentali, ha osservato il capo di Stato, "stanno perseguendo una politica di prolungamento delle azioni militari, alimentando il regime di Kiev con diverse armi moderne".
Putin e Macron hanno comunque discusso delle prospettive di una soluzione pacifica al conflitto ucraino. Secondo quanto riportato dal Cremlino, citato da Interfax, Putin "ha confermato gli approcci fondamentali per possibili accordi, che dovrebbero essere globali e a lungo termine, prevedere l'eliminazione delle cause profonde della crisi ucraina e basarsi su nuove realtà territoriali".
La telefonata tra i leader si verifica in un momento cruciale per la guerra. La Russia, che rivendica il totale controllo del Luhansk, come hanno evidenziato nei giorni scorsi anche i vertici militari ucraini sta ammassando circa 50mila uomini a ridosso della regione di Sumy. L'ipotesi di una 'spallata', per acquisire ulteriori carte in vista di una nuova fase negoziale, si fa sempre più concreta e viene monitorata anche dagli Stati Uniti. "Sto osservando", dice Donald Trump. Il presidente americano controlla, a quanto pare, e nel frattempo la sua amministrazione prende una decisione che non passa inosservata.
Mentre Kiev chiede costantemente sistemi di difesa Patriot - lo ha fatto il presidente Volodymyr Zelensky anche nel recente vertice Nato a cui ha partecipato Trump - il Pentagono ha sospeso le spedizioni di alcuni missili antiaerei e altre munizioni di precisione all'Ucraina a causa del timore che le scorte di armi statunitensi siano calate troppo.
La decisione - riporta Politico - è stata presa dal responsabile politico del Pentagono, Elbridge Colby, dopo una revisione delle scorte di munizioni, che ha sollevato preoccupazioni sul fatto che il numero totale di proiettili di artiglieria, missili antiaerei e munizioni di precisione stesse diminuendo, secondo tre fonti a conoscenza della questione.
La decisione iniziale di sospendere alcuni aiuti promessi durante l'amministrazione dell'ex presidente Joe Biden è stata presa all'inizio di giugno, secondo le fonti, ma sta entrando in vigore solo ora, poiché l'Ucraina sta respingendo alcuni dei più ingenti bombardamenti russi di missili e droni contro obiettivi civili a Kiev e altrove. A queste fonti è stato concesso l'anonimato per discutere delle operazioni in corso. Il Pentagono e la Casa Bianca non hanno risposto a una richiesta di commento.
Leggi tutto: Ucraina, primo colloquio Putin-Macron dopo 3 anni. Stop Usa a missili per Kiev

(Adnkronos) - L'Italia resta ancora nella morsa del caldo. Fino a domani giovedì 3 luglio il numero delle città con temperatura da bollino rosso non cambia, rispetto a quelle attese già oggi martedì, 2 luglio.
Secondo l'ultimo aggiornamento del bollettino pubblicato sul sito del ministero della salute, infatti, sono 18 su 27 monitorati i centri della Penisola per i quali è prevista l'allerta massima sia oggi che domani: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo. Mentre oggi i bollini rossi erano 17, uno in meno (cioè Campobasso, oggi arancione).
Per la giornata di oggi, una sola città è da bollino arancione, per le altre è giallo: Bari, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Messina, Napoli, Pescara, Reggio Calabria. Domani bollino arancione anche per Pescara.
Le previsioni meteo
L'allerta per le temperature ha riguardato ieri 17 città. A quanto pare l'anticiclone Pluto continuerà a flagellare l'Italia anche nei prossimi giorni, mentre al Nord non mancheranno i temporali. Ma iLMeteo.it indica una possibile data di un presunto crollo dell’asfissiante bolla africana. Già da venerdì 4 luglio è previsto infatti un cedimento dell’alta pressione a iniziare dalle Alpi e dal Nord Italia. Sabato 5 luglio le temperature massime potrebbero crollare, sotto i colpi di pesanti grandinate e piogge torrenziali, anche di 10°C al Nord.
Leggi tutto: Caldo record non molla l'Italia, 18 città da bollino rosso oggi e domani

(Adnkronos) - Ronnie Coleman, leggenda del body building e otto volte Mr Olympia, ha avuto un'"emergenza medica" durante il fine settimana, come confermato dalla sua famiglia sui social media. Il bodybuilder 61enne originario della Louisiana soffre di "un'infezione del sangue" ed è sotto "intensa supervisione medica", ha dichiarato la famiglia di Coleman in un comunicato pubblicato su Instagram.
"Ronnie è stato trasferito in una struttura medica specializzata per ricevere le cure di massimo livello disponibili", ha scritto la famiglia. "Sebbene le sue condizioni rimangano complesse, ci sono stati incoraggianti segnali di progresso e il suo team medico sta lavorando 24 ore su 24 per supportare la sua guarigione. In questa fase sono in corso valutazioni e trattamenti chiave e Ronnie continua a combattere con la forza e la resilienza che lo contraddistinguono. Siamo grati per l'enorme supporto e la gentilezza dimostrati da fan, amici e dall'intera comunità. Continuate a tenere Ronnie nei vostri pensieri e nelle vostre preghiere".
Coleman, che detiene il record assoluto per il maggior numero di titoli di Mr. Olympia, negli ultimi anni ha dovuto usare una sedia a rotelle per problemi alla schiena e alle gambe.
Leggi tutto: Ronnie Coleman ricoverato, la leggenda del body building "in condizioni complesse"

(Adnkronos) - La Corte Suprema argentina ha dato parere favorevole all'estradizione in Italia dell'ex membro delle Brigate Rosse, Leonardo Bertulazzi. Lo ha riferito il Clarin, sottolineando che come in ogni procedura di estradizione l'ultima parola spetti ora al presidente Javier Milei.
Bertulazzi era stato arrestato lo scorso 29 agosto a Buenos Aires in seguito alla revoca, da parte delle competenti autorità argentine, dello status di rifugiato che aveva ottenuto nel 2004. A novembre era poi stato scarcerato.
Bertulazzi era già stato arrestato nel 2002 dalla Polizia di Stato di Buenos Aires, a seguito di una complessa attività di indagine condotta dagli uomini della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, insieme ai poliziotti della Digos di Genova e all'Interpol, e venne poi rilasciato qualche mese dopo.
Latitante dal 1980, Bertulazzi fu tra l'altro - con Mario Moretti e il genovese Riccardo Dura - tra i partecipanti al sequestro dell'ingegnere navale Piero Costa, il 12 gennaio 1977 a Genova, liberato dopo 81 giorni di prigionia. Il sequestro servì a scopo di autofinanziamento: cinquanta milioni di lire vennero infatti utilizzati per l'acquisto dell'appartamento di via Montalcini 8, a Roma, dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro. Bertulazzi era stato arrestato lo scorso 29 agosto a Buenos Aires in seguito alla revoca, da parte delle competenti autorità argentine, dello status di rifugiato che aveva ottenuto nel 2004. A novembre era poi stato scarcerato.
L'ex Br era già arrestato nel 2002 dalla Polizia di Stato di Buenos Aires, a seguito di una complessa attività di indagine condotta dagli uomini della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, insieme ai poliziotti della Digos di Genova e all'Interpol, e venne poi rilasciato qualche mese dopo. Deve espiare la pena complessiva di 27 anni di reclusione per reati che vanno dal sequestro di persona all’associazione sovversiva e alla banda armata.
Appartenente alla colonna genovese delle Brigate Rosse, Bertulazzi era figlio di un maresciallo dell’esercito. Trasferitosi con la famiglia a Genova dal Veneto all’inizio degli anni Sessanta, era cresciuto a Prà e aveva frequentato il liceo scientifico Fermi di Sampierdarena, dove aveva cominciato a fare politica. Poi l’iscrizione a Lettere, l’ingresso in Lotta continua, fino alla decisione di entrare nelle Brigate rosse con il nome di battaglia di “Stefano”.
"Bertulazzi era stato scorretto all'epoca, anche nei confronti dei suoi compagni perché non ha avuto il coraggio di affrontare le conseguenze dei suoi gesti", dice all'Adnkronos Beppe Costa, presidente di Costa Edutainment. Beppe Costa è figlio di Federico, cugino primo di Pietro, che il presidente di Edutainment ricorda come "una buona e brava persona, tutta d'un pezzo".
Tornando a Bertulazzi, Costa sottolinea: "I suoi compagni hanno pagato con la vita o con il carcere per quello che hanno fatto, esiste la legge per pagare le conseguenze dei propri gesti, lui non lo ha fatto".
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(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, 1 luglio 2025. Centrati invece sei '5' che vincono 26.641,71 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 20.7 milioni di euro. Si torna a giocare giovedì 3 luglio per il secondo concorso settimanale.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 6, 9, 25, 28, 75, 79. Numero Jolly: 83. Numero SuperStar: 20.
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(Adnkronos) - Nella chiesa di Ravarino, nel Modenese, sabato mattina verranno celebrati i funerali di Alice Neri, la donna uccisa nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 nelle campagne di Fossa di Concordia, sempre in provincia di Modena. Dunque, a distanza di quasi tre anni dall'accoltellamento che ferì a morte la giovane donna, ora la sua salma potrà essere trasferita in Emilia dalla Medicina legale di Milano, come disposto dal magistrato Ester Russo, presidente della Corte d'assise.
Nel frattempo procede anche il processo per ricostruire quanto accadde quella notte: accusato dell'omicidio di Alice Neri è il tunisino Mohamed Gaaloul, 32 anni, che deve rispondere anche del reato di distruzione di cadavere. Il prossimo 23 luglio verrà pronunciata la sentenza: per il 32enne la pubblica accusa ha chiesto trent'anni di carcere.
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(Adnkronos) - Autobus dell'Atac in fiamme sulla Prenestina a Roma. Nonostante l'intervento dei vigili del fuoco del Tuscolano II, l'incendio ormai generalizzato ha coinvolto le finestre di un balcone al primo piano, causando la rottura dei vetri. Il fumo ha, poi, invaso i locali adiacenti e annerito gran parte della facciata del palazzo adiacente. L'intervento immediato dei vigili del fuoco ha impedito ulteriori danni alle strutture esterne. Non ci sono stati feriti, sul posto la polizia locale di Roma Capitale.
Il bus ha preso fuoco, mentre era fuori servizio. Non aveva persone a bordo e stava rientrando in rimessa. I tecnici Atac svolgeranno tutti gli accertamenti necessari per comprendere le ragioni dell'accaduto.
Leggi tutto: Roma, bus in fiamme sulla Prenestina: vetri rotti e facciata annerita


(Adnkronos) - Il Real Madrid batte la Juventus per 1-0 negli ottavi di finale del Mondiale per club e elimina i bianconeri. La sfida di Miami viene decisa dal gol di Gonzalo Garcia, a segno al 53' con un colpo di testa. La Juve gioca un ottimo primo tempo e crea almeno 3 palle gol ma non brilla per concretezza, in particolare con Kolo Muani. Il Real Madrid cambia passo in avvio di ripresa, preme e trova il gol decisivo. I blancos controllano il match e non concedono chance alla Juve, che chiude l'avventura in America.
Il 30 giugno l'Inter è stata sconfitta 2-0 dal Fluminense ed eliminata.
Leggi tutto: Real Madrid-Juve 1-0, bianconeri eliminati negli ottavi del Mondiale per club

(Adnkronos) - Svolta nel caso del 27enne del Bangladesh ucciso a coltellate in via Cristoforo Colombo a Roma, poco dopo la mezzanotte del 29 giugno. Un marocchino di 27 anni, è stato sottoposto a fermo per il reato di omicidio e di rapina aggravata: a eseguire il provvedimento i carabinieri della Compagnia di Roma Eur, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma.
Attraverso l'ascolto di testimoni le indagini dei Carabinieri hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti del 27enne, già noto alle forze dell'ordine. Dalle indagini è emerso che poco prima dell’aggressione, il marocchino si era avvicinato, armato di coltello, ad alcuni cittadini del Bangladesh, tra cui il ragazzo poi rimasto ucciso, chiedendo loro del denaro contante. Nonostante fosse armato di un coltello e di una spranga di ferro, i cittadini del Bangladesh si sono diretti verso di lui, allo scopo di allontanarlo. In quel momento il marocchino avrebbe colpito il 27enne con un fendente mortale al torace.
Acquisiti i filmati di videosorveglianza, compresi quelli dell’autobus dell’Atac 714, a bordo del quale era stato visto salire l’indagato armato di coltello, è stato possibile identificarlo. Le ininterrotte ricerche da parte dei carabinieri della Compagnia di Roma Eur hanno consentito di rintracciare l’indiziato ieri pomeriggio, in piazzale Ostiense, nei pressi della stazione della metro 'Piramide' per poi condurlo in caserma. I gravi elementi indiziari raccolti, tra cui il riconoscimento da parte di alcuni testimoni, hanno portato al fermo dell'uomo che dovrà essere convalidato dal Tribunale di Roma. Nell’attesa, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Roma 'Regina Coeli', a disposizione della Procura di Roma.
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(Adnkronos) - Clamoroso sul Campo Centrale di Wimbledon, Alex Zverev eliminato al primo turno. Il tedesco, testa di serie numero 3, è stato sconfitto dal francese Arthur Rinderknech, numero 72 del mondo, che è imposto per 7-6 (7-3), 6-7 (8-10), 6-3, 6-7 (5-7), 6-4 producendo la più grande sorpresa del primo turno dei Championships.
Rinderknech, classe '95', un mese fa al Roland Garros ha provato (senza successo) a impensierire Jannik Sinner nel primo turno dello Slam francese. Con qualche atteggiamento 'particolare', al limite del fair play, il transalpino ha intrattenuto il pubblico senza impensierire troppo l'azzurro che nella circostanza ha archiviato la pratica per 6-4, 6-3, 7-5. Sul Centrale di Wimbledon, invece, Rinderknech ha centrato il successo più prestigioso della carriera.
Figlio del direttore di un circolo tennis di Parigi e dell'ex tennista Virginie Paquet, Rinderknech per anni si è diviso tra tennis e calcio: da piccolo, i genitori lo iscrissero al Co Vincennes, club in cui si formò anche l'ex Juve Matuidi. Dopo aver praticato i due sport in contemporanea, intorno ai 14 anni fu chiamato alla scelta e optò per la racchetta.
Poi, per tenere insieme sport e studio, Rinderknech si trasferì in America per frequentare la Texas A&M University, la quarta università più importante degli States. "Sentivo che era la scelta migliore - le sue parole in un'intervista del 2022 al sito dell'Atp -. Non ero il più bravo tra gli juniores. Volevo continuare a giocare a tennis, non solo andare a scuola, e negli Stati Uniti potevo fare entrambe le cose". Dopo la laurea alla Mays Business School nel 2018, Rinderknech cominciò a fare sul serio con il tennis. Risultati? I primi titoli Challenger, vinti a Rennes e Calgary.
Leggi tutto: Wimbledon, Zverev flop: battuto da Rinderknech al primo turno

(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump ha presentato una nuova linea di profumi di lusso, promossa come "l'unica ufficiale" e venduta a cifre elevate: fino a 249 dollari per un flacone da circa 100 millilitri. Sul sito GetTrumpFragrances.com, le fragranze sono descritte come "un tributo all'eredità di Trump, che unisce artigianato di qualità e stile distintivo", pensate per incarnare "successo, determinazione e forza". Le sgargianti bottiglie della collezione, dorate, con la forma del busto del presidente, portano nomi evocativi come 'Victory 45-47' - per celebrare la sua elezione a 45° e 47° presidente degli Usa - e 'Fight, Fight, Fight', quest'ultimo ispirato all'attentato fallito durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, un anno fa.
"Le fragranze Trump sono arrivate. Si chiamano Victory 45-47 perché riguardano la vittoria, la forza e il successo - per uomini e donne", ha scritto Trump su Truth Social. "Godetevele, divertitevi e continuate a vincere!". Le prime spedizioni sono previste per dicembre. L'iniziativa è curata dalla 45Footwear Llc, che sfrutta il nome, l'immagine del presidente in accordo con Cic Ventures Llc - la stessa società dietro le scarpe da ginnastica e gli orologi Trump.
La Casa Bianca e il sito ufficiale specificano che si tratta di un accordo di licenza commerciale senza alcun legame diretto con l’amministrazione, né con la campagna politica del presidente.
Leggi tutto: Trump lancia il 'suo' profumo Victory 45-47: quasi 250 dollari a boccetta

(Adnkronos) - Infortunio sul set per Gabriel Garko, che soltanto ieri aveva pubblicato su Instagram un 'dietro le quinte' delle riprese della nuova fiction Mediaset 'Colpa dei sensi'. Ora è tornato sui social per mostrarsi in ospedale, seduto sulla sedia a rotelle e con stampelle alla mano. Non ha spiegato cosa sia successo, ma ha rassicurato i fan: "Nonostante tutto, non mollo! Tornerò più forte di prima ed è sempre 'Colpa dei sensi'!"
L'attore ha inviato un "grazie speciale al Prof. Dario Perugia e a tutto lo staff di Casa di cura Villa Mafalda", casa di cura privata del quartiere salario a Roma. Gabriel Garko ha voluto ringraziare anche "tutta la produzione di Compagnia Leone per l'affetto e il supporto", Fiction Mediaset e i colleghi Ricky Tognazzi e Simonetta Izzo "per l’aiuto costante".
Leggi tutto: Infortunio sul set per Gabriel Garko, il video dall'ospedale sulla sedia a rotelle


(Adnkronos) - Lungo colloquio telefonico oggi, martedì 1 luglio, tra il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin. Al centro della telefonata di oltre 2 ore tra i capi di Stato, tornati ad un contatto diretto dopo 3 anni abbondanti, la guerra tra Russia e Ucraina e il programma nucleare dell'Iran, colpito dal recente attacco degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l'Ucraina, riferisce l'Eliseo, Macron "ha sottolineato l'incrollabile sostegno della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina, ha chiesto di stabilire al più presto un cessate il fuoco e di avviare negoziati tra Ucraina e Russia per trovare una soluzione solida e duratura al conflitto". La nota si conclude sottolineando che "i due Presidenti continueranno a parlarsi su questo tema".
Nel corso del colloquio Putin ha attribuito all'Occidente la responsabilità del conflitto. Secondo quanto riportato dal Cremlino, Putin "ha ricordato che il conflitto ucraino è una conseguenza diretta della politica degli stati occidentali, che per molti anni hanno ignorato gli interessi della sicurezza russa, creato una testa di ponte anti-russa in Ucraina e tollerato le violazioni dei diritti dei residenti russofoni". I Paesi occidentali, ha osservato il capo di Stato, "stanno perseguendo una politica di prolungamento delle azioni militari, alimentando il regime di Kiev con diverse armi moderne".
Putin e Macron hanno comunque discusso delle prospettive di una soluzione pacifica al conflitto ucraino. Secondo quanto riportato dal Cremlino, citato da Interfax, Putin "ha confermato gli approcci fondamentali per possibili accordi, che dovrebbero essere globali e a lungo termine, prevedere l'eliminazione delle cause profonde della crisi ucraina e basarsi su nuove realtà territoriali".
Putin e Macron hanno quindi affrontato - nel loro primo colloquio diretto in quasi tre anni - la delicata situazione in Medio Oriente, in particolare il conflitto tra Iran e Israele e i recenti raid statunitensi contro siti iraniani. Secondo il Cremlino, citato dalla Tass, i due presidenti "hanno concordato sull’importanza di rispettare il diritto dell’Iran a un programma nucleare civile, nel quadro degli obblighi previsti dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare (Tnp) e della cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea)".
Entrambi i leader "si sono espressi a favore della risoluzione della crisi iraniana e di altri conflitti nella regione attraverso la diplomazia". Putin e Macron, continua il Cremlino, "hanno concordato di proseguire i contatti al fine di un possibile coordinamento delle posizioni sulla risoluzione in Medio Oriente. I leader dei due Paesi hanno inoltre sottolineato la speciale responsabilità della Federazione Russa e della Francia, in qualità di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel mantenimento della pace e della sicurezza".
Leggi tutto: Ucraina, telefonata Macron-Putin: servono cessate il fuoco e negoziati

(Adnkronos) - Lungo colloquio telefonico oggi, martedì 1 luglio, tra il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin. Al centro della telefonata tra i due capi di Stato, durata oltre due ore, la guerra tra Russia e Ucraina e il programma nucleare iraniano.
Per quanto riguarda l'Ucraina, riferisce l'Eliseo, Macron "ha sottolineato l'incrollabile sostegno della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina, ha chiesto di stabilire al più presto un cessate il fuoco e di avviare negoziati tra Ucraina e Russia per trovare una soluzione solida e duratura al conflitto". La nota si conclude sottolineando che "i due Presidenti continueranno a parlarsi su questo tema".
Nel corso del colloquio Putin ha attribuito all'Occidente la responsabilità del conflitto. Secondo quanto riportato dal Cremlino, Putin "ha ricordato che il conflitto ucraino è una conseguenza diretta della politica degli stati occidentali, che per molti anni hanno ignorato gli interessi della sicurezza russa, creato una testa di ponte anti-russa in Ucraina e tollerato le violazioni dei diritti dei residenti russofoni". I Paesi occidentali, ha osservato il capo di Stato, "stanno perseguendo una politica di prolungamento delle azioni militari, alimentando il regime di Kiev con diverse armi moderne".
Putin e Macron hanno comunque discusso delle prospettive di una soluzione pacifica al conflitto ucraino. Secondo quanto riportato dal Cremlino, citato da Interfax, Putin "ha confermato gli approcci fondamentali per possibili accordi, che dovrebbero essere globali e a lungo termine, prevedere l'eliminazione delle cause profonde della crisi ucraina e basarsi su nuove realtà territoriali".
Putin e Macron hanno quindi affrontato - nel loro primo colloquio diretto in quasi tre anni - la delicata situazione in Medio Oriente, in particolare il conflitto tra Iran e Israele e i recenti raid statunitensi contro siti iraniani. Secondo il Cremlino, citato dalla Tass, i due presidenti "hanno concordato sull’importanza di rispettare il diritto dell’Iran a un programma nucleare civile, nel quadro degli obblighi previsti dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare (Tnp) e della cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea)".
Entrambi i leader "si sono espressi a favore della risoluzione della crisi iraniana e di altri conflitti nella regione attraverso la diplomazia". Putin e Macron, continua il Cremlino, "hanno concordato di proseguire i contatti al fine di un possibile coordinamento delle posizioni sulla risoluzione in Medio Oriente. I leader dei due Paesi hanno inoltre sottolineato la speciale responsabilità della Federazione Russa e della Francia, in qualità di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel mantenimento della pace e della sicurezza".
Leggi tutto: Ucraina, telefonata di oltre due ore Macron-Putin: servono cessate il fuoco e negoziati

(Adnkronos) - Neanche un bagno pubblico aperto in quasi 2 chilometri di spiaggia libera tra Ostia e Torvaianica, a due passi dalla tenuta del Presidente della Repubblica di Castel Porziano. L'area, nota come i 'Cancelli' e gestita dal Comune di Roma, è meta di migliaia di bagnanti nel periodo estivo (VIDEO). Tanto più nell'anno del Giubileo. "I servizi igienici sono necessari, a maggior ragione dove è immaginabile un sovraffollamento con queste temperature e l'afa che non molla la presa, il Comune dovrebbe prevedere e attrezzare la spiaggia con bagni pubblici, servizi dove potersi lavare le mani e rinfrescarsi, possibilmente con acqua potabile", dice all'Adnkronos Salute Enrico Di Rosa, presidente della Società italiana d'Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI). Di Rosa auspica che i bagnanti "non usino il mare come bagno di casa, do per scontato che non lo facciano - spiega -, è uno scrupolo di civiltà oltre che di educazione. Detto questo, i bagni pubblici aperti ci devono essere, soprattutto quando parliamo di spiaggia libera", conclude.
"Arrivano all'Ordine dei medici di Roma segnalazioni di difficoltà igieniche nell'area, che va da Ostia a Torvaianica, dove c'è una problematica legata alla carenza di servizi e bagni pubblici per chi va al mare. La città non ci fa una bella figura, sperando che il Comune risolva presto visto che è stato fatto un bando", dice all'Adnkronos Salute Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici e chirurghi di Roma e provincia.
Già ieri a rilanciare l'allarme, sollevato dall'Adnkronos, erano stati i consiglieri capitolini Fabrizio Santori (Lega), Federico Rocca (Fdi) e Rachele Mussolini (Fi), secondo cui la vicenda bandi non è stata mai gestita così male. Oggi a intervenire sono stati l'ex presidente del Municipio Giuliana Di Pillo e alcuni consiglieri municipali.
"La situazione spiagge quest'anno mi sembra veramente grave. La questione dei Cancelli è il frutto di una situazione generale fatta di ritardi pazzeschi. Quella di Castelporziano è una spiaggia pregiata dal punto di vista naturalistico, che andrebbe preservata. E poi dovrebbe essere gestita in modo tale che tutti possano usufruirne. La speranza per i cittadini è che si possa sbloccare tutto il prima possibile perché è un vero peccato", dice Di Pillo, attualmente vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle nel Municipio X. Nel passaggio della delega del Litorale dal Municipio a Roma Capitale, per Di Pillo "evidentemente il Campidoglio non aveva non aveva proprio il know-how per occuparsene, quando invece il municipio era consolidato sul tema. Serviva anche un attimo di tempo affinché Roma si adeguasse, trovasse il modello, la modalità di gestirle". A tal proposito, secondo Di Pillo "la gestione del litorale, delle spiagge tutte, dovrebbe avere da parte di Roma Capitale un dipartimento apposito".
"Quella dei Cancelli di Ostia è una situazione scandalosa: non si può stare senza bagni, chioschi, servizio di salvamento. Stiamo parlando di chilometri di spiaggia che sono abbandonati, nel pieno della stagione estiva e senza nessun tipo di servizio", commenta il consigliere della Lega al municipio X di Roma Alessandro Aguzzetti, che racconta: "Anche i cittadini ci hanno mandato diverse fotografie dei rifiuti abbandonati sulle spiagge, delle strutture igieniche e dei chioschi chiusi, tanto che chi deve fare dei bisogni fisiologici, soprattutto chi ha dei bambini, è costretto a ripararsi dietro a quelli che erano i bagni, esistenti ma chiusi. A me sembra una situazione folle, perché questo è il pessimo biglietto da visita che offriamo ai nostri cittadini ma anche ai turisti".
"Il Comune di Roma sulle pagine dedicate al turismo presenta Castelporziano come 'la più grande e bella spiaggia d'Europa', ora sono 3,5 chilometri senza bagni, né altro", dice il capogruppo di Azione al X Municipio di Roma Andrea Bozzi. Secondo il consigliere municipale, "la responsabilità più grande è di aver fatto adesso, con enorme ritardo, un bando", realizzato in ritardo "perché l'amministrazione ha traccheggiato un anno dietro a un project financing che secondo me non si potrà mai fare: perché quella è una spiaggia che fa parte della riserva Presidenziale di Castelporziano. Hanno quindi fatto un bando (concluso il 30 giugno, ndr.), le cui buste saranno aperte fra il 7 e il 10 luglio. Se tutto andrà bene, a metà luglio avremo i servizi, che saranno una proroga di quelli dello scorso anno. Perché si è perso un anno?". Quello di Castelporziano, spiega Bozzi "è uno scandalo enorme: perché semplicemente c'è la responsabilità del comune, che ha da due anni la delega al Litorale, e non è ammissibile che la situazione sia questa: macchine saccheggiate, rifiuti sulle dune, bagni chiusi, nessun controllo, neanche il servizio di salvamento. L'amministrazione si difende dicendo che sta facendo i bandi, ma siamo comunque a luglio, la stagione - conclude Bozzi - ormai è andata".

(Adnkronos) - "Noi siamo un Paese che trasforma, per il quale l'export è fondamentale. E quindi qualsiasi spesa aggiuntiva può ridurre i margini. Abbiamo ormai da un paio di mesi negli Stati Uniti il dazio al 10% e si tratta di spese molto alte e complesse per le aziende da assorbire. Le imprese devono incamerare questo aumento, insieme al cambio euro-dollaro che in questo momento non è favorevole. Quindi anche il 10%, che è quello che probabilmente rimarrà, non va bene per le aziende. Per il 2025 ci aspettiamo un calo dell'export di salumi made in Italy, legato anche a un effetto fisiologico per le scorte che sono state fatte non appena è iniziata a circolare la voce sui dazi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Davide Calderone, direttore generale di Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) aderente a Confindustria, che rappresenta uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, con 30mila addetti e 900 aziende di trasformazione, fa il punto sugli effetti dei dazi al 10% negli Usa per i salumi italiani.
Nel 2024, le esportazioni di salumi italiani verso i Paesi terzi, secondo i dati Assica, hanno raggiunto quota 66.007 tonnellate per un valore di 791,5 milioni di euro, segnando una crescita dell’11,9% in quantità e del 14,2% in valore. A trainare il risultato sono stati in particolare gli Stati Uniti, con arrivi di salumi italiani per 20.188 tonnellate (+19,9%) per 265,1 milioni di euro (+20,4%).
E il 2024, sottolinea Calderone, è stato un anno sostanzialmente positivo per il comparto salumi made in Italy visto che "è aumentata la produzione e anche l'export, ma ci sono luci e ombre, visto che abbiamo un mercato interno praticamente saturo".
E tornando ai dazi Usa l'attività di Assica è incessante a sostegno delle imprese italiane. "Stiamo facendo il possibile per fare la nostra parte, spiegando all'amministrazione americana che i nostri prodotti in Usa danno anche lavoro, perchè ci sono i commerciali e poi tante aziende che hanno creato stabilimenti di affettamento e confezionamento in Usa. E quindi un dazio per un prodotto che arriva in Usa diventa anche un problema per un'azienda che opera in Usa e paga le tasse nel Paese", sottolinea.
Cercare strade alternative agli Usa, spiega Calderone, non è semplice. "Guardare ad altri mercati -spiega- è una frase che si può dire ma poi metterla in pratica non è così scontato. Se si pensa al mondo dei salumi possiamo dire che li facciamo solo noi, con qualche eccezione, e non è semplice questi prodotti nel mondo in popolazioni non abituate. Quindi ci vuole tempo, informazione, promozione, presenza. Ad esempio quello americano è un mercato che sta dando finora soddisfazioni, ma dietro c'è un lavoro di molti anni di investimenti e di impegno per farlo diventare così, con anche ulteriori margini di crescita", sottolinea.
E in questi mesi sull'attività e l'export delle aziende continua a pesare la peste suina africana che ha colpito il nostro Paese. "A causa della peste suina africana abbiamo calcolato un mancato export di salumi made in Italy nei Paesi asiatici per 20 milioni di euro al mese, a partire da quando è scoppiata l'emergenza con i primi cinghiali malati nel 2022", sottolinea Calderone.
"I Paesi che hanno chiuso all'export per colpa del virus-continua Calderone- sono il Giappone in particolare, la Cina, altri paesi con delle limitazioni, e questo è un problema che persiste ancora oggi. Con il Giappone siamo riusciti a ottenere la riapertura per i prodotti cotti al momento, visto che la cottura inattiva il virus, e stiamo trattando anche per i prodotti a lunga stagionatura che è un altro metodo di inattivare il virus", conclude.
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