(Adnkronos) - Acea ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto pari a 98 milioni di euro, in rialzo del 19% rispetto agli 83 mln dello stesso periodo del 2024. I ricavi conoslidati si attestano a 1,103 miliardi di euro, in progressione del 9% rispetto ai 1,014 mld del primo trimestre del 2024.
L'Ebitda è pari a 384 mln, in progressione dell'8% rispetto ai 357 mln dello stesso periodo dell'anno precedente. Lo rende noto l'Acea dopo che il Cda, che si è riunito oggi sotto la presidenza di Barbara Marinali, ha approvato il Resoconto Intermedio della Gestione al 31 marzo 2025.
Nel primo trimestre l'ebit consolidato aumenta del 12,3% a 189,0 milioni di euro rispetto ai primi tre mesi del 2024, nonostante l’incremento degli ammortamenti. Gli oneri finanziari netti, pari a 32,4 milioni di Euro, sono in lieve flessione (-0,7 milioni di Euro) rispetto al corrispondente periodo del 2024. Al 31 marzo 2025, il costo globale medio del debito del Gruppo Acea si attesta al 2,10% (sostanzialmente in linea con il 2,14% del 31 marzo 2024).
Gli investimenti lordi realizzati dal Gruppo nei primi tre mesi del 2025 sono pari a 262,2 milioni di Euro in crescita del 6,0% rispetto ai 247,5 milioni di Euro dell’anno precedente, concentrati prevalentemente nei business regolati (92%). Gli investimenti al netto dei contributi sono pari a circa 242 milioni di Euro (in linea con il primo trimestre del 2024). Di seguito la ripartizione degli investimenti lordi per aree di business: Acqua Italia 148,2 milioni di Euro (128 milioni al netto dei contributi), Reti e Illuminazione Pubblica 84,2 milioni di Euro, Ambiente 7,7 milioni di Euro, Produzione 2,8 milioni di Euro, Commerciale 14,7 milioni di Euro, altri business (Acqua Estero, Engineering & Infrastructure Projects) e Corporate 4,6 milioni di Euro.
L’indebitamento finanziario netto del gruppo passa da 4.953,6 milioni di Euro del 31 dicembre 2024 a 5.116,1 milioni di Euro al 31 marzo 2025. La variazione è influenzata principalmente dall’andamento del capitale circolante e dalla dinamica degli investimenti realizzati. Al 31 marzo 2025, il rapporto Net Debt/Ebitda Ltm è pari a 3,23x, stabile rispetto a 3,18x del 31 dicembre 2024, confermando la solidità della struttura finanziaria del Gruppo. Il debito è per l’89% a tasso fisso e ha una durata media di 4,6 anni.
"Nei primi tre mesi dell’anno è proseguito il percorso di crescita evidenziato nel 2024, come mostrano i risultati raggiunti nel periodo, a cui hanno contribuito tutte le nostre aree di attività". Ad affermarlo in una nota è Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato di Acea commentando i risultati del primo trimestre.
"Nel trimestre, il Gruppo si è impegnato, in particolare, nello sviluppo dei business regolati sui quali è focalizzata la crescita futura. I risultati conseguiti e la solida struttura finanziaria ci permettono pertanto di confermare la guidance per il 2025”, sottolinea Palermo.
In un contesto globale incerto, a causa delle tensioni geopolitiche in Est Europa e Medio Oriente e delle politiche commerciali statunitensi, sottolinea il gruppo energetico, "i risultati del primo trimestre 2025 del Gruppo Acea confermano un trend di crescita positivo, evidenziando un aumento sia in termini di Margine Operativo Lordo che di Utile netto. Prosegue l’attenzione alla gestione dei costi e degli investimenti anche attraverso l’implementazione di efficaci procedure di acquisto. Il Gruppo continuerà la sua strategia di focalizzazione per lo sviluppo di infrastrutture sostenibili in contesti regolati, con l’obiettivo di mantenere una solida struttura finanziaria e continuare a generare un impatto positivo sulle performance operative ed economiche".
(Adnkronos) - Andare a vivere in campagna per crescere bimbi più sani e attivi? Errore: sono proprio i bambini campagnoli a essere più spesso grassi e sedentari. A svelarlo è uno studio finlandese, presentato al Congresso europeo sull'obesità che si chiude oggi, martedì 14 maggio, a Malaga. L'indagine evidenzia che i bimbi di 3-4 anni residenti in zone rurali, rispetto ai coetanei di città, hanno più probabilità di convivere con sovrappeso e grasso sul girovita e di trascorrere più tempo incollati a Tv, cellulari e tablet.
"I nostri risultati indicano modelli distintivi di come l'attività fisica, le ore passate davanti a uno schermo e il sonno siano correlati a sovrappeso e obesità addominale in contesti urbani e in campagna", spiega Karoliina Uusitalo del Folkhälsan Research Center e dell'università di Helsinki, autrice principale del lavoro. Secondo i dati emersi, avverte, "è improbabile che adottare strategie universali per contrastare i chili di troppo nella prima infanzia funzioni". Servono interventi mirati.
Circa 1 bambino su 3 nella regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità presenta sovrappeso o obesità, e le stime prevedono che entro il 2035 in Europa i 5-19enni obesi saranno 17 milioni tra i maschi e 11 milioni tra le femmine. Identificare i piccoli più a rischio e i fattori ambientali e geografici che contribuiscono ad alimentarlo è fondamentale per guidare le misure di prevenzione, sottolineano i ricercatori.
I comportamenti motori (scarsa attività fisica, eccesso di comportamenti sedentari come il tempo trascorso allo schermo, cattiva qualità del sonno) sono potenziali fattori di rischio per sovrappeso e obesità nei bambini, ma le evidenze relative ai bimbi piccoli sono incoerenti e si concentrano principalmente sull'indice di massa corporea Bmi. Un parametro che potrebbe travisare la reale adiposità, non tenendo conto delle differenze nella composizione corporea come la distribuzione del grasso e la massa muscolare. Inoltre, restano poco compresi gli effetti dell'urbanizzazione sui comportamenti motori e sull'adiposità nei piccoli.
Per approfondire queste problematiche, gli scienziati hanno esaminato le differenze tra aree urbane e rurali nei comportamenti motori (attività fisica, tempo trascorso da seduti, ore passate davanti a uno schermo, sonno) e negli indicatori di adiposità (Bmi e rapporto vita-altezza Whtr) in 1.080 bambini (54% maschi, 46% femmine) di età compresa fra 3 e 4 anni partecipanti allo studio Sunrise Finland, parte del progetto internazionale Sunrise che a livello globale monitora l'aderenza alle linee guida Oms su attività fisica, comportamento sedentario e sonno per i bambini under 5. I ricercatori hanno anche esaminato le associazioni tra comportamenti motori e indicatori di adiposità separatamente per le aree urbane e rurali.
Nel 2022-2023, i bambini coinvolti nello studio - residenti in aree urbane (57%) o rurali (43%) della Finlandia - hanno indossato un accelerometro per una settimana così da permettere la valutazione dell'intensità di attività fisica e del tempo sedentario, mentre i genitori hanno riferito il tempo trascorso dai figli davanti a uno schermo e il sonno, nonché la frequenza del consumo di bevande zuccherate e snack poco salutari. Gli scienziati hanno misurato altezza, peso e girovita dei bimbi per calcolare il Bmi e le categorie di peso (normale inclusa la magrezza, sovrappeso inclusa l'obesità) in base a sesso ed età, utilizzando i valori di riferimento finlandesi, con un Whtr di 0,55 o superiore che indica obesità addominale. I dati sono stati aggiustati per fattori potenzialmente confondenti come età, sesso, area di raccolta delle informazioni, istruzione familiare, consumo di bibite zuccherate e snack poco salutari, e per il tempo di utilizzo dell'accelerometro.
L'analisi mostra "chiare differenze" tra aree rurali e urbane nei modelli di adiposità, con il 24% dei bambini 3-4enni di campagna che convive con sovrappeso o obesità, rispetto al 16% di quelli in aree urbane. Circa il 19% dei bimbi 'rurali' presentava obesità addominale, rispetto al 13% dei coetanei di città. I piccoli delle aree rurali, rispetto a quelli delle aree urbane, dormivano di più (in media 11 ore e 19 minuti contro 11 ore e 11 minuti) e trascorrevano più tempo davanti agli schermi (1 ora e 26 minuti ogni 24 ore, contro 1 ora e 14 minuti). I ricercatori hanno inoltre rilevato che un'attività fisica di intensità da moderata a vigorosa (per esempio corsa e gioco energico) in ambienti urbani e un'attività fisica leggera (gioco a basso consumo energetico) in aree rurali erano correlate a un rischio maggiore di sovrappeso in base al Bmi, ma non di obesità addominale in base al Whtr. "Questo - chiarisce Uusitalo - potrebbe riflettere il fatto che il rapporto vita-altezza è un indicatore migliore di adiposità, mentre il Bmi non distingue tra massa grassa e massa muscolare che tende ad aumentare con una maggiore attività fisica". Solo nelle aree rurali un tempo maggiore passato davanti allo schermo è stato associato a un rischio superiore sia di sovrappeso sia di obesità addominale.
Secondo la coautrice del lavoro Elina Engberg (Folkhälsan Research Center e università di Helsinki), "l'associazione più forte fra tempo trascorso davanti allo schermo e indicatori di adiposità nelle aree rurali potrebbe essere in parte spiegata dal maggior tempo passato di fronte a uno schermo osservato tra i bambini di campagna, mentre altri fattori sembrano svolgere un ruolo più significativo nel determinare adiposità nelle aree urbane. Le conseguenze sulla salute e la persistenza dell'obesità infantile precoce nell'età adulta - rimarca l'esperta - evidenziano la necessità di sforzi per migliorare le abitudini sociali e le strategie preventive, orientati alla famiglia a livello locale, che potrebbero ridurre il gap di rischio per i piccoli delle aree rurali".
Gli scienziati evidenziano che "si tratta di uno studio trasversale", dal quale "non è possibile trarre conclusioni definitive sulle cause" delle associazioni osservate. I ricercatori riconoscono che "la causalità inversa, per cui un maggior tempo trascorso davanti allo schermo potrebbe essere una conseguenza di sovrappeso e obesità addominale piuttosto che il contrario, potrebbe spiegare le associazioni riscontrate". Il lavoro si è inoltre basato sulla valutazione dei genitori, piuttosto che su misure oggettive, del tempo trascorso davanti allo schermo e dei ritmi del sonno. Premessi questi limiti, i punti di forza dello studio includono un campione relativamente ampio di bambini piccoli, l'utilizzo di misurazioni di altezza, peso e circonferenza vita, nonché la valutazione dell'attività fisica e del tempo di sedentarietà tramite dispositivi.
Leggi tutto: Bimbi di campagna più grassi, sedentari e schermo-dipendenti: lo studio
(Adnkronos) - Dopo mesi di laboratori, attività educative e oltre un migliaio di classi coinvolte in tutta Italia, si è concluso con un evento speciale il progetto 'Rethink New at School', l’iniziativa firmata Perlana nata per sensibilizzare le nuove generazioni e guidare le loro scelte quotidiane. Piccoli gesti, come il modo in cui vengono acquistati e utilizzati i capi, così come l’attenzione posta nella loro cura, possono avere un impatto concreto e duraturo sull’ambiente.
Lanciato sul piano nazionale, il progetto ha coinvolto 330 scuole, 1.544 classi e oltre 440 insegnanti lungo un percorso educativo strutturato in quattro moduli didattici - Riduci, Riusa, Ricicla, Rinnova - che ha unito teoria, creatività e azioni concrete. Le attività, svolte nell’ambito dell’educazione civica, hanno affrontato in modo accessibile e coinvolgente tematiche fondamentali come l’impatto ambientale dell’industria tessile, l’importanza del riutilizzo dei capi e la cura degli indumenti per prolungarne la vita utile. Con più di 1.280 ore di attività in aula, gli studenti sono stati protagonisti di workshop, laboratori di upcycling e giochi interattivi, imparando come piccoli gesti possano avere un impatto positivo sull’ambiente.
L’evento conclusivo si è svolto ieri presso la Scuola Secondaria di I grado 'Luini' di Rozzano, selezionata tra gli istituti che hanno aderito all’iniziativa. La giornata si è aperta con un laboratorio creativo di upcycling guidato dalle sarte di Spazio 3R, durante il quale un gruppo di studenti ha trasformato capi dismessi in nuovi oggetti d’uso, come shopper realizzate con vecchie t-shirt. Un’attività pratica che ha unito creatività e sostenibilità, dimostrando che anche il riuso può essere fonte di innovazione.
A seguire, gli studenti hanno partecipato a una Game Experience immersiva, ispirata all’e-commerce educativo sviluppato nell’ambito del progetto. In questa versione live, i ragazzi hanno selezionato capi da un armadio allestito con abiti portati da casa, ognuno corredato da due cartellini: uno con il prezzo commerciale, l’altro con il 'costo ambientale'. Un modo interattivo per riflettere sul valore reale delle scelte di consumo, dando continuità e concretezza ai contenuti affrontati durante l’anno scolastico.
La giornata si è chiusa poi con una plenaria che ha visto l’intervento della content creator e divulgatrice ambientale Greta Volpi, che ha offerto spunti concreti per adottare un approccio più consapevole alla moda. Presenti all’evento anche i docenti, i dirigenti scolastici e i rappresentanti di Henkel.
“Con ‘Rethink New at School’ abbiamo voluto portare tra i banchi un messaggio chiaro: ogni gesto conta. I ragazzi e le ragazze coinvolti ci hanno dimostrato che il futuro della sostenibilità può partire anche da una felpa riciclata o da una borsa realizzata con una vecchia maglietta - ha dichiarato Francesca D’Angelo-Valente, direttrice Marketing&Media di Henkel Consumer Brands We South - Come Perlana, siamo orgogliosi di accompagnare le nuove generazioni in un percorso di consapevolezza che guarda alla moda non come tendenza, ma come scelta sostenibile”.
Leggi tutto: Si conclude 'Rethink New at School', il progetto educativo di Perlana
(Adnkronos) - "Roma ha scelto di affrontare con determinazione la sfida ecologica, nella convinzione che la transizione ambientale non sia un vincolo, ma una straordinaria occasione di rilancio economico e sociale, di innovazione e di creazione di occupazione di qualità. Vogliamo che Roma diventi sempre più la capitale italiana dell'economia circolare e della sostenibilità. Tra le tante iniziative e gli interventi promossi, in particolare, ci tengo a sottolineare il nostro impegno nel Green Public Procurement e per adottare i Criteri Ambientali Minimi (Cam) in tutte le procedure di acquisizione di beni, servizi e lavori da parte di Roma Capitale". Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in un messaggio inviato alla Fondazione Ecosistemi, organizzatrice del Forum Compraverde storico appuntamento sugli acquisti verdi, che si tiene alla Wegil di Roma oggi e domani.
"Abbiamo iniziato da un settore cruciale come le mense scolastiche - scrive Gualtieri - dove già nel bando attualmente in vigore i Cam sono stati applicati con grande successo in termini di qualità del servizio. Nel nuovo capitolo attualmente in fase di rinnovo stiamo ulteriormente alzando l'asticella: menu a basso impatto climatico, valorizzazione dei prodotti provenienti dall'agricoltura sociale e dalla rete del lavoro agricolo di qualità, riduzione dello spreco alimentare, anche attraverso l'utilizzo di ortofrutta fuori calibro tra tracciabilità e trasparenza dell'impronta ambientale. Il Gpp è attivo in quasi il cento per cento delle gare per sei categorie merceologiche fondamentali con un'applicazione dei Cam pari al 95%".
"L'obiettivo è chiaro: promuovere una politica che riduca il prelievo delle risorse naturali, le emissioni di gas serra, l'uso di fonti non rinnovabili, la produzione di rifiuti e il rischio ambientale", aggiunge.
"Vorrei inoltre sottolineare il grande merito di Forum Compraverde: questa manifestazione promuove una cultura della sostenibilità, non solo per le pubbliche amministrazioni e gli addetti ai lavori. Il Forum svolge un ruolo prezioso nel far maturare la consapevolezza pubblica, alimentare il confronto, valorizzare buone pratiche, soprattutto nel rendere concreta la responsabilità di ciascuno nella cura dell'ambiente", conclude.
Leggi tutto: Sostenibilità, Gualtieri: "Transizione non è sia vincolo ma occasione di rilancio"
(Adnkronos) - Un percorso formativo codificato per coniugare diversi ambiti multidisciplinari e formare esperti sull'interdipendenza tra la salute umana, quella animale e il benessere dell'ecosistema. Sono i contenuti del primo 'Global curriculum in materia One Health' italiano, un approccio fondamentale e ormai imprescindibile in un mondo dove i professionisti della medicina, della veterinaria e dell'ambiente devono collaborare per trovare soluzioni condivise. Le linee guida per il nuovo curriculum sono state elaborate da una faculty di oltre 70 scienziati durante la seconda edizione del Forum sulla One Health che si è svolto oggi a Roma. Entrambe le iniziative sono state promosse da One Health Foundation.
"Siamo orgogliosi di presentare un documento frutto di una consensus che intende formare una nuova categoria di professionisti - afferma Rossana Berardi, presidente di One Health Foundation - La One Health dovrebbe infatti interconnettere diverse discipline, ma al momento non esistono ancora delle indicazioni precise in merito al percorso formativo. Stiamo colmando questa lacuna grazie al prezioso supporto di rinomati esperti provenienti dal mondo dell'accademia, delle istituzioni sia sanitarie che politiche, di imprenditori e rappresentanti dei pazienti. Ognuno ha fornito un contributo affinché le linee guida formative tengano conto dei molteplici punti di vista. Fondamentale a nostro avviso deve essere il tema della prevenzione delle gravi patologie, che è possibile e soprattutto non più rinviabile".
Aggiunge il capo del Dipartimento One Health del ministero della Salute, Giovanni Leonardi: "L'approccio One Health si pone molti obiettivi, tra cui quello di garantire la sostenibilità dei diversi sistemi sanitari nazionali. In tutto il mondo molti casi di malattie sono legate a fattori ambientali il cui impatto può essere ridotto. I corretti stili di vita possono prevenire fino al 40% dei casi di cancro e l'insorgenza di molte altre patologie come, per esempio, quelle cardiovascolari o respiratorie. Dobbiamo perciò puntare maggiormente sulla formazione di personale medico-sanitario che possa avere una visione globale della salute".
Durante il forum di Roma sono stati avviati 8 tavoli di lavoro su altrettante aree tematiche di competenza. "Ogni tavolo ha contributo alla stesura del curriculum in base alle proprie competenze - spiega Giuseppe Quintavalle, direttore generale Asl Roma 1, referente rapporti istituzionali e referente Area Centro del Progetto - L'approccio One Health è relativamente recente, ma tuttavia si è evoluto in seguito ai continui progressi delle conoscenze scientifiche. Riscontriamo anche una maggiore consapevolezza delle diverse e sempre più sofisticate interdipendenze che caratterizzano la vita sul nostro pianeta".
"Seguendo il paradigma bisogna favorire il più possibile la collaborazione interprofessionale e interdisciplinare - conclude Mauro Boldrini, vice presidente One Health Foundation - L'approccio One Health va poi comunicato in modo corretto non solo agli addetti ai lavori, ma anche all'intera cittadinanza che deve comprendere l'importanza delle interconnessioni tra ambiente, uomini e animali. E' questo uno degli obiettivi che ci siamo posti di realizzare in Italia come One Health Foundation".
Nel dettaglio, i tavoli hanno riguardato: 1) Formazione (coordinatore Vincenzo Caputo); 2) Leadership e management delle organizzazioni (Giuseppe Quintavalle); 3) Comunicazione e coinvolgimento della comunità (Mauro Boldrini); 4) Principi etici (Nicla La Verde); 5) Economia e sostenibilità (Attilio Bianchi); 6) Gestione dei dati, biostatistica e informatica (Alessandro Delle Donne); 7) Networking (Rossana Berardi); 8) Ricerca (Roberto Danovaro), sotto il coordinamento metodologico di Roberto Papa.
Leggi tutto: One Health, presentato il primo 'Global curriculum' per professionisti
(Adnkronos) - “Da casa Poggi manca solo un martello, l’attizzatoio del camino non è mai sparito dalla villetta di via Pascoli a Garlasco”. Così Gian Luigi Tizzoni, avvocato che da sempre affianca la famiglia Poggi nel processo sull’omicidio di Chiara, precisa all’Adnkronos un dettaglio sull’attizzatoio del camino che - secondo una pista investigativa - potrebbe essere l’arma del delitto del 13 agosto 2007. Arma che si cerca da anni e che ora i carabinieri di Milano - che indagano su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima - cercano in un canale a Tromello, comune che confina con Garlasco.
Tra le ipotesi maggiori è che la ventiseienne possa essere stata uccisa con più colpi alla testa probabilmente inflitti con un martello, elemento su cui convergono le perizie. Nel corso delle indagini le possibili armi si sono moltiplicate: da una stampella, alle forbici fino a una mazzetta da muratore.
“La famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo - si legge inoltre in una nota dell'avvocato Francesco Compagna, altro difensore della famiglia Poggi, in merito agli ultimi sviluppi sull’inchiesta sull'omicidio - Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando - a distanza di quasi 20 anni - delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa”.
La Procura di Pavia ha indagato per omicidio (in concorso) Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, dopo che per il delitto del 13 agosto 2007 è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere all’allora fidanzato Alberto Stasi. “Il rispetto per le persone coinvolte in una così tragica vicenda, e ora nuovamente esposte a sofferenze indicibili, richiederebbe a nostro avviso un maggior rigore nella valutazione dei dati probatori e nella tutela della riservatezza degli eventuali accertamenti ritenuti opportuni" conclude l’avvocato Compagna.
Leggi tutto: Garlasco, famiglia Poggi: "Si cerca attizzatoio? In casa manca solo un martello"
(Adnkronos) - Sono passati quasi tre anni dalla morte di Sinisa Mihajlovic, ma il ricordo dell'ex calciatore e allenatore resta vivo nel cuore di chi lo ha conosciuto e lo ha amato. Un amore che la moglie Arianna continua a testimoniare sui social, condividendo scatti del passato che la ritraggono felice e serena al fianco del compianto marito.
Tra gli ultimi post pubblicati, Arianna ha condiviso una foto in cui è abbracciata al suo Sinisa: "Ho toccato il fondo ed ho scelto di risalire", ha scritto a corredo dello scatto. Parole incorniciate da dei cuori rossi, un'abitudine che Arianna non ha mai perso nel corso degli anni.
Ad aiutarla a "risalire" dal fondo ci sono sempre i suoi cinque figli, che Arianna ha avuto da Sinisa. Tra questi, la 26enne Virginia, secondogenita della coppia, ha commentato la foto condivisa dalla mamma: "Per sempre", ha scritto.
Sinisa Mihajlovic è scomparso il 16 dicembre del 2022 all'età di 53 anni dopo una lotta contro la leucemia, che gli era stata diagnosticata tre anni prima. Nel 2020, lo stesso allenatore, ospite a Verissimo, aveva parlato della sua lotta contro la leucemia. "Ti passa davanti tutta la vita quando ti senti dire certe cose, i primi giorni piangevo e ridevo, poi dopo due giorni ho deciso di andare dritto per la mia strada".
E dopo la sua morte, la moglie Arianna a Verissimo aveva raccontato personalmente gli ultimi suoi giorni di vita: "Non volevo che lui perdesse la speranza, perché lui voleva vivere. Era convinto di farcela, non pensava di morire", aveva detto ospite nel gennaio del 2024.
(Adnkronos) - Sei mesi fa, Ahmad al-Sharaa era un jihadista con una taglia di 10 milioni di dollari sulla sua testa. Ora ha appena incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in qualità di presidente della Siria.
Precedentemente noto con il nome di battaglia Abu Mohammed al-Jolani, Sharaa è stato un jihadista riconosciuto a livello internazionale fino a quando quest'anno non si è autoproclamato presidente siriano.
Il suo gruppo, Hayat Tahrir al-Sham (HTS), ha guidato la cacciata dell'ex presidente Bashar al-Assad a dicembre. Da quando è salito al potere, Sharaa ha abbandonato la sua uniforme militare per un abito elegante e ha avviato un'offensiva diplomatica per riabilitare la propria immagine e ottenere la rimozione delle sanzioni contro il suo Paese.
L'HTS, che si è staccato dal Fronte Al Nusra affiliato ad Al-Qaeda, era stato designato come organizzazione terroristica dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti.
Il leader siriano si è impegnato a presentare il nuovo regime siriano come amichevole, inclusivo e non belligerante.
A dicembre, gli Stati Uniti hanno rimosso la taglia di 10 milioni di dollari su Sharaa, in seguito alla visita di una delegazione statunitense di alto livello a Damasco.
Martedì Trump ha annunciato in Arabia Saudita la sua intenzione di revocare le sanzioni alla Siria, il che, a suo dire, "darà loro una possibilità di grandezza". Ha affermato di aver preso la decisione dopo aver discusso la questione con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
L'economia siriana è stata paralizzata per anni dalle sanzioni occidentali. Tra le più severe c'è il Caesar Act statunitense del 2019, che ha imposto sanzioni di vasta portata che hanno impedito a individui, aziende o governi di svolgere attività economiche a supporto dello sforzo bellico di Assad. La legge ha reso l'intera economia intoccabile.
(Adnkronos) - “Il Green Deal non è un ostacolo per le imprese europee, ma una conferma e una tutela del nostro modello produttivo. Le regole ambientali e sociali che introduce valorizzano proprio la qualità delle produzioni italiane ed europee, storicamente basate su alti standard e su un uso efficiente delle risorse. Storicamente l'Europa è priva di risorse naturali e ha un modello sociale di riferimento molto elevato”.
Lo ha dichiarato Silvano Falocco, direttore Fondazione Ecosistemi - Forum Compraverde Buygreen, durante il Forum Compraverde Buygreen 2025, sottolineando il valore strategico delle norme contenute nel pacchetto europeo per la transizione verde.
“Strumenti come l’Ecodesign, il greenwashing, la normativa sul cosiddetto Dnsh (Do No Significant Harm) e il Green Public Procurement servono a proteggere le nostre imprese da concorrenze sleali che non rispettano gli stessi criteri”, ha concluso Falocco.
Leggi tutto: Falocco (Fond. Ecosistemi): "Green Deal tutela il nostro modello produttivo"
(Adnkronos) - “Il Green Deal europeo è stata una straordinaria intuizione da parte della Commissione europea per rendere più competitivo il Vecchio Continente. E' stato solo in seconda battuta un piano di decarbonizzazione molto demonizzato, ma se si fa tutto quello che già cinque anni fa venne inserito all'interno del Green Deal per prevedere un'indipendenza energetica e di accaparramento delle materie prime da parte del vecchio continente, questo renderà l'economia e l'industria europea molto più competitiva a livello internazionale. Se lo si demonizza, ideologicamente, si vuole in qualche modo condannare l'Europa a dipendere dagli altri continenti e sarebbe un grave errore”.
Così Stefano Ciafani, presidente Legambiente, durante il convegno 'L’Europa forte è l’Europa del Green Deal: competitiva, rispettosa e indipendente', in occasione della due giorni di Fondazione Ecosistemi al Forum Compraverde Buygreen a Roma.
“Il Gpp continua ad essere un pezzo fondamentale dell'economia circolare, non c'è transizione ecologica senza economia circolare e non c'è economia circolare senza acquisti verdi - spiega - Purtroppo da una parte il Paese continua a fare passi, non velocissimi, ma comunque in avanti sul tema della differenziazione dei rifiuti urbani o di origine produttiva, sulla realizzazione degli impianti di riciclo, soprattutto nel centro-sud, dall'altra quello che ancora manca è l'anello fondamentale degli acquisti verdi per creare nuove opportunità a chi realizza manufatti riciclando materia che deriva dalle filiere di recupero e di raccolta differenziata".
"Questo problema si risolve solo se gli acquisti verdi diventano una priorità per le pubbliche amministrazioni, che devono essere formate e devono formare persone che su questo lavorano, perché è una materia complessa, che prevede competenze che possono essere costruite, ma se i Comuni, le Regioni, le stazioni appaltanti popolari non credono alla centralità di questa filiera industriale, si farà sempre la fatica che si è fatta in questi anni”, conclude.
Leggi tutto: Ciafani (Legambiente): "Green Deal opportunità per Europa più competitiva"
(Adnkronos) - All'ospedale San Camillo Forlanini di Roma debutta il robot microchirurgo. "La microchirurgia compie un balzo nel futuro", annuncia la struttura capitolina. "Per la prima volta un ospedale pubblico italiano introduce l'ultima generazione di un robot interamente dedicato alla microchirurgia, progettato per affrontare procedure su strutture anatomiche piccolissime come arterie, vene e nervi, spesso di diametro inferiore al millimetro", descrive l'azienda ospedaliera. Il primo intervento, eseguito con successo dal direttore della Uoc Chirurgia degli arti, Nicola Felici, con la sua équipe - informa una nota - ha permesso "la ricostruzione di una gamba gravemente traumatizzata con un livello di precisione mai raggiunto prima".
Il nuovo robot - una tecnologia "interamente made in Italy, progettata da una start-up italiana, sperimentata e sviluppata dal gruppo coordinato da Marco Innocenti" - viene presentato come "una sostanziale rivoluzione rispetto alle tecniche microchirurgiche tradizionali, rimaste pressoché immutate negli ultimi 20-30 anni e basate unicamente sull'uso del microscopio e l'abilità delle mani del chirurgo. La piattaforma robotica ad alta definizione integra sofisticati sistemi di riduzione del tremore e di ridimensionamento dei movimenti in scala da 7 fino a 20 a 1. Strumenti miniaturizzati dotati di articolazioni meccaniche estendono le capacità umane, rendendo possibili movimenti impossibili da eseguire con mano e polso da soli. Questo si traduce in una maggiore armonia e precisione del gesto microchirurgico, e manipolazioni straordinariamente fini e controllate".
Il primo intervento - si legge nella nota - ha permesso la copertura di una frattura esposta di gamba, attraverso il trasferimento microchirurgico di un lembo di cute e tessuti molli prelevato dalla gamba controlaterale dello stesso paziente. L'operazione ha confermato le potenzialità della nuova tecnologia nel perfezionare il gesto del chirurgo durante le microanastomosi, ovvero il collegamento di arterie, vene e nervi di calibro inferiore al millimetro.
"Sei giorni fa - illustra Felici - abbiamo eseguito il primo lembo libero per la copertura di una frattura esposta di gamba con il robot microchirurgico. Si tratta di un intervento ortoplastico che ha consentito la copertura precoce di una frattura esposta per evitare l'infezione dell'osso e permettere un'osteosintesi più stabile. L'intervento è andato bene e il paziente sta bene. Si trattava di un caso complesso - sottolinea lo specialista - un politrauma con lesioni anche al bacino e all'addome, gestito brillantemente da un lavoro di squadra che ha coinvolto anestesisti, chirurghi generali, ortopedici e rianimatori".
Nel caso del paziente sottoposto al primo intervento robotico, affetto da un politrauma che interessava non solo l'arto inferiore, ma anche bacino e addome - riporta la nota - la precisione ottenuta ha contribuito a un decorso post-operatorio regolare e promettente. Un risultato reso possibile da una stretta collaborazione interdisciplinare: rianimatori, chirurghi generali, ortopedici e anestesisti, affiancati da personale infermieristico che ha eseguito un training specifico, hanno unito competenze e tecnologie all'avanguardia per garantire la migliore assistenza. La nuova tecnologia migliora la precisione degli interventi e può essere impiegata anche nella riparazione delle gravi lesioni dei nervi periferici, come le paralisi traumatiche del plesso brachiale o le lesioni del nervo sciatico.
"Desidero ringraziare - conclude Felici - tutta l'équipe che ha lavorato con me: infermieri, strumentisti, anestesisti e miei collaboratori. Un ringraziamento particolare va alla direzione strategica, che ha creduto fin da subito in questo progetto. Ricordo quando il direttore generale mi ha chiamato chiedendomi informazioni sul robot che avevo richiesto: ha compreso immediatamente le potenzialità del progetto e l'ha approvato, rendendolo realtà".
Leggi tutto: Roma, al San Camillo debutta il robot microchirurgo
(Adnkronos) - Ricerche della possibile arma del delitto di Chiara Poggi in corso in un canale che passa per le abitazioni a Tromello, un piccolo comune del Pavese a cinque chilometri da Garlasco. I carabinieri del nucleo investigativo di Milano, che conducono le nuove indagini sull’omicidio avvenuto 18 anni fa, hanno svolto un sopralluogo questa mattina presto. Sul canale affaccia anche una casa disabitata della famiglia Cappa, i cugini di Chiara Poggi.
Leggi tutto: Garlasco, dove viene cercata l’arma del delitto: videonews dalla nostra inviata
(Adnkronos) - Barbara Bouchet, icona sexy del cinema italiano negli anni settanta, si è raccontata da Monica Setta a 'Storie di donne al bivio'. Tutto si può pensare dell'attrice ma non che sia una donna timida, almeno sul set. E invece... nell'intervista che andrà in onda questa notte alle 00:55 su Rai 2, la regina della commedia sexy ha rivelato di non essere mai andata oltre "al bagno nella vasca".
"Nel 1975 rifiutai Histoire d'O che poi fece Corinne Clery perché era un film troppo spinto per me", ha detto Barbara Bouchet che di scene 'a luci rosse' ne ha rifiutate diverse nel corso della sua lunga carriera nel mondo del cinema. "Nel 1983 rifiutai 'La chiave' di Tinto Brass che poi fece Stefania Sandrelli. Le mie commedie sexy si fermavano al bagno nella vasca, non sono mai andata oltre", ha aggiunto.
Diverse le relazioni che Barbara ha avuto nella sua vita. Steve McQueen? "Ci fu una storia ma mi aveva confinato ai fornelli. Baci, amore e poi dovevo cucinare per lui e i suoi amici", ha rivelato. E Warren Beatty? "Lo ammanettai per gioco ad una festa. Era bellissimo ma non gli bastava una donna sola".
(Adnkronos) - Si è tenuto a Napoli il Festival del Management, che ha avuto quest’anno come tema conduttore il deep blue, colore che rappresenta l'ignoto e la profondità, qualità che caratterizzano queste esplorazioni e che rispecchiano le sfide e le opportunità che le aziende affrontano nel cercare di innovare e esplorare nuovi territori per crescere e prosperare. In questa visione manager e imprenditori dovrebbero porsi in maniera curiosa e resiliente per cercare l’innovazione laddove la stessa sia non visibile ai più. Uno dei tavoli di lavoro, quello dedicato al Blue della riorganizzazione (moderato da Sergio Luciano, direttore di Economy) si è concentrato sul tema della sfida dimensionale che hanno oggi le pmi, elaborando il concetto di piccolo non è più bello, già portato avanti da un imprenditore campano eccellente, Vincenzo Boccia, già presidente di Confindustria e prima della Piccola Industria, che gli preferiva 'forte è bello'.
Non si è voluto fare una contrapposizione manicheistica rinnegando il piccolo che tanto ha fatto e fa tuttora per l’economia italiana, quanto ragionare sul fatto che piccolo o grande è anche una dimensione mentale: posso anche essere piccolo, ma saper pensare in grande. E se penso in grande, chi mi può aiutare? Partendo da questo assunto, e dal fatto che le pmi sono tendenzialmente sottomanagerializzate e sottocapitalizzate, il tavolo è stato concepito cercando di mettere insieme quelle componenti che ad un piccolo che voglia diventare grande possono servire per accompagnarlo lungo il percorso: chi rappresenta le competenze afferenti alle due aree più critiche per lo sviluppo (le competenze manageriali in materia di risorse umane e di finanza), chi fornisce questo tipo di competenze (manageriali nel caso del temporary management e del fractional management), consulenziali, chi fornisce le risorse finanziarie, chi il percorso lo ha già fatto ed è diventato grande davvero.
Per inquadrare il tema, Francesco Ciampi (docente di Management presso l’Università di Firenze e coordinatore del tavolo con Temporary Management & Capital Advisors), ha posto l’attenzione sul fatto che “alcuni fenomeni in atto (progressiva globalizzazione dei mercati e continuo incremento dei ritmi del cambiamento tecnologico, sociale ed economico) hanno generato una situazione di strutturale debolezza competitiva per le imprese di piccole dimensioni. Prova ne è il fatto che nel nostro paese le aziende con meno di dieci dipendenti producono oggi, in media, un valore aggiunto per addetto inferiore alla metà di quello fatto rilevare dalle imprese maggiormente dimensionate”.
Maurizio Quarta (Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors) ha ulteriormente articolato il discorso: “tanti sono gli 'impegni' oggi richiesti alle pmi (ridisegno delle grandi filiere della manifattura, ESG e sostenibilità come fattore di vantaggio competitivo, digitalizzazione, internazionalizzazione, gestione fondi Pnrr, passaggio generazionale) a fronte di risorse manageriali e finanziarie scarse. Le pmi sono infatti tendenzialmente sottomanagerializzate e sottocapitalizzate. In questa situazione, il temporary management viene sempre più apprezzato dalle pmi come uno strumento quasi ottimale per portare in casa competenze di alto livello immediatamente operative e capaci di operare in contesti straordinari con il risultato di accrescere le capacità delle persone, che saranno in grado di fare le stesse cose meglio di prima oppure di farne di nuove. Questo avviene anche per le imprese più piccole (sotto i 5 milioni) in cui è possibile operare in modalità fractional/part time. Di fronte a questo tipo di blue, non tutti gli imprenditori si pongono in un’ottica positiva: mentre quasi tutti gli imprenditori, lavorando di testa, capiscono quali siano i problemi della loro azienda e che il temporary management possa essere un modo efficace ed opportuno per risolverli, una buona parte reagisce ancora di pancia nel momento di discutere quali deleghe dare ai manager perché possano portare a casa i risultati desiderati. Va infine rilevato come l’imprenditore tenda però spesso a privilegiare aree, a suo giudizio, a più immediato impatto sul conto economico (es. supply chain, produzione, area commerciale): fa ancora fatica a percepire i ritorni da interventi nell’area delle Risorse Umane, mentre la finanza presenta un ostacolo, soprattutto psicologico, legato al fatto di dare accesso ai propri conti (oltre al tasto delicato del rapporti con gli altri professionisti presenti in azienda)”.
Sul tema delle risorse manageriali e professionali, è intervenuta Stefania Pizzuto (Partner Deloitte Consulting), illustrando una nuova figura già ampiamente utilizzata nel contesto americano, il Chief of Staff (CoS): “è una figura strategica che supporta il ceo e la leadership aziendale nel tradurre la visione in azione. Nel tessuto aziendale italiano -formato per il 98% da pmi, molte delle quali a conduzione familiare-il CoS è fondamentale per portare metodo, visione e coordinamento, aiutando le aziende a evolversi senza perdere la loro identità. In un contesto dove le pmi, pur essendo molto operative, a volte incontrano difficoltà nell'organizzare strutture interne più complesse e nell'attrarre talenti esterni, il CoS offre una soluzione per migliorare l’efficienza operativa e facilitare l'innovazione. Grazie al suo ruolo di intermediario, il CoS costruisce un ponte tra tradizione e modernità".
"Negli Stati Uniti - continua - è una figura consolidata, presente sia in aziende di grandi dimensioni sia in startup, e in Italia sta prendendo piede rapidamente, con evidenti benefici in termini di performance aziendali. Secondo una ricerca condotta da SDA Bocconi in collaborazione con Deloitte, l’80% dei Chief of Staff intervistati ha riportato un miglioramento significativo nella performance aziendale, riscontrando un miglior allineamento strategico e una gestione del cambiamento più efficace. Il CoS, quindi, anche quando introdotto in via temporanea in azienda al fine di gestire periodi di forte complessità, è una leva strategica per le pmi italiane, che le rende più agili e pronte ad affrontare le sfide future”.
Matilde Marandola (presidente nazionale di Aidp, Associazione per la direzione del personale) ha evidenziato l’approccio ottimale che un manager di elevata seniority deve avere operando in contesti imprenditoriali: “nel contesto attuale, caratterizzato da rapide evoluzioni nel mondo del lavoro, il cambiamento deve essere istinto primario del leader e del manager, fondamentale per esplorare l’ignoto, il deep blue, familiarizzando con esso, e ridefinendolo come scrigno in cui trovare soluzioni strategiche. Questa visione del manager, che procede con coraggio e curiosità verso l’ignoto, può essere paragonata all’esperienza multisensoriale della cena al buio: in assenza della vista, altri sensi – olfatto, udito, gusto – si attivano, permettendo di scoprire nuove prospettive. Elon Musk ha affermato che la debolezza fondamentale della civiltà occidentale è l'empatia e se invece questa multisensorialità, che dà ampio respiro all’empatia, fosse la chiave per comprendere quanto l’ignoto, il deep blue, sia una risorsa? E se fossero il coraggio, unitamente all’empatia, a costituire gli strumenti per riconoscere il deep blue come luogo sicuro'? Da queste domande si approda ad una riflessione-guida per i manager delle pmi, alla quale possono attingere, che concepisce il coraggio e l’empatia come “strumenti strategici per interpretare il deep blue – non come una criticità, ma come una risorsa da cui trarre ispirazione per affrontare le sfide del mercato contemporaneo. Proprio come il fabbro Efesto che trasforma l’Etna in una fucina di innovazione, il manager deve sporcarsi le mani' per costruire una struttura aziendale capace di valorizzare tanto le competenze oggettive tanto la dimensione personale di ciascuna Persona nell’organizzazione”.
Matilde Marandola ha poi richiamato l’attenzione sul fatto che le pmi hanno bisogno di concretezza: con la tipica saggezza partenopea alla Luciano De Crescenzo, suggerisce di “utilizzare un’indice di quagliabilità grazie al quale si possono misurare la concretezza e l’implementazione di tante parole e modelli che spesso utilizziamo soltanto in teoria. L’indice di quagliabilità (ripreso da Maurizio Quarta come quagliability index) permette di misurare il livello di realizzazione dell’attività. In definitiva, affermare che un certo tipo di attività ha un “alto indice di quagliabilità” significa affermare che quel tipo di attività è assolutamente concreta”.
Federico Tammaro (presidente Andaf Campania) ha evidenziato le criticità della sottomanagerializzazione in ambito gestionale: “fino a pochi anni fa un coro unanime riteneva che la forza dell’Italia risiedesse nella miriade di aziende piccole o piccolissime che ne costituivano il tessuto industriale ed economico. La dimensione familiare consentiva infatti di reagire con immediatezza alle diverse perturbazioni dei mercati che, preannunciate da segnali chiari, avvenivano in tempi sufficientemente lunghi da permettere l’adeguamento dell’azienda alle nuove necessità. Purtroppo tutto quello che è successo con la pandemia ha scatenato una improvvisa corsa tecnologica che sta potando rapidamente fuori dal mercato tutte quelle aziende che, eccessivamente sottodimensionate nei ruoli amministrativo/gestionali non potevano acquisire rapidamente le competenze necessarie all’utilizzo di nuovi strumenti e metodologie. L’avvento dell’IA ha ulteriormente aggravato il gap fra le aziende virtuose e quelle che, invece, non avevano investito in formazione, acquisizione di risorse HW e SW d’avanguardia e, soprattutto, su un capitale umano più competente e reattivo. Avere oggi quella cosiddetta “massa critica” (dimensionale culturale) è diventato l’unico sistema per assorbire e superare le perturbazioni continue di un mondo non più globalizzato ma anzi frazionato in mille centri di potere che utilizzano in maniera strumentale momenti di forza che spesso sono di breve durata”.
Sia Aidp che Andaf hanno creato al loro interno un gruppo dedicato alle pmi per sviluppare e implementare approcci adatti a questa tipologia di aziende. Il management da solo però non basta: è necessario avere anche le risorse finanziarie per poter pensare a crescere, risorse ottenibili dal contesto privato (rappresentato da Aifi) e da quello pubblico (rappresentato da CDP Cassa Depositi e Prestiti). Secondo Alessandra Bechi (vice direttore generale Aifi), “il private capital è un mercato che è stato in costante crescita negli ultimi anni. Ha raggiunto un record nel 2022, quando sono stati investiti nel complesso quasi 24 miliardi di euro, se si considerano unitamente private equity, venture capital, infrastrutture e private debt. Pertanto, le imprese italiane hanno uno strumento a disposizione per la loro crescita che riveste un ruolo sempre maggiore nel panorama del nostro sistema finanziario. Tra l’altro, in molte ricerche si dimostra come proprio gli operatori di private capital non forniscono solo risorse finanziarie alle aziende in cui investono, ma anche contributi specifici volti alla creazione di valore aziendale nel medio-lungo termine. Per fare alcuni esempi specifici, questo contributo si concretizza attraverso un rafforzamento della propensione all’internazionalizzazione, così pure una maggiore capacità brevettuale e spinta all’innovazione. Merita anche menzionare l’attenzione posta dal private equity alle leve di consolidamento della governance aziendale nelle aziende partecipate e di allineamento degli interessi tra gli stakeholder aziendali nonchè al sistema di controllo dei rischi ambientali. Tra gli elementi che ancora ostacolano lo sviluppo di questo mercato e su cui occorre intervenire si ricorda la necessità di far confluire maggiori risorse in fase di raccolta dei capitali e la necessità di favorire la conoscenza dello strumento, attraverso attività di educazione finanziaria”.
Matteo Rusciadelli (responsabile relazioni business Centro-Sud, Cassa Depositi e Prestiti): “Come Cassa Depositi e Prestiti abbiamo assunto un ruolo sempre più strategico nel sostenere il sistema imprenditoriale italiano consolidando la nostra posizione a fianco delle imprese attraverso sia la concessione di finanziamenti diretti sia fornendo una provvista agli istituti finanziari per supportare le pmi. Nell’ultimo triennio, CDP ha potenziato infatti l’impegno verso il tessuto produttivo, sostenendo circa 65 mila aziende nei loro investimenti in crescita sostenibile, innovazione e internazionalizzazione. Proseguiamo con convinzione nella significativa espansione di credito a sostegno delle iniziative strategiche delle migliori imprese italiane potendo ora contare sul pieno contributo della Rete operativa di 27 uffici territoriali, con attenzione particolare al tessuto del Mezzogiorno dove stiamo continuando ad adattare il modello di servizio alle specificità di taglia dimensionale e bisogni tipici di queste realtà”.
La sfida si gioca oggi anche sul terreno dei mercati internazionali. Secondo Carlo Verdone (presidente di Federitaly), “è stata proprio la frammentazione del sistema italiano, spesso considerata un limite, a garantire flessibilità, velocità di adattamento e resilienza in momenti di grande difficoltà come la crisi finanziaria del 2008, la pandemia o le recenti tensioni geopolitiche. Tuttavia, oggi il contesto è radicalmente cambiato. Il mercato globale impone alle imprese, anche quelle di dimensioni ridotte, nuovi standard di organizzazione, strategia e visione. Non è più sufficiente saper reagire: bisogna prevedere, pianificare, strutturare. In questo scenario, voglio sottolineare l’importanza di un profondo cambiamento in ottica manageriale. Serve una visione strategica di lungo periodo, una maggiore patrimonializzazione e, soprattutto, una spinta decisa verso l’innovazione e la digitalizzazione. Alla base di tutto c’è la necessità di rafforzare la performance organizzativa: la capacità dell’impresa di utilizzare in modo efficiente le proprie risorse, di semplificare i processi, definire ruoli chiari, misurare i risultati e creare una cultura interna orientata al miglioramento continuo. Ma questo cambiamento non può gravare unicamente sulle spalle degli imprenditori. E' necessario un intervento sistemico, che coinvolga anche la politica, le istituzioni e il mondo della formazione. Occorre garantire maggiore accesso a percorsi di consulenza e formazione manageriale, strumenti per l’internazionalizzazione, finanza agevolata mirata e, soprattutto, una revisione del sistema fiscale, che oggi grava in modo eccessivo su chi vuole crescere. La competitività del nostro sistema produttivo non può più essere affidata solo all’intuizione e alla passione degli imprenditori. Va costruita con metodo, visione, strumenti adeguati e un impegno condiviso tra imprese, istituzioni e territorio”.
Da ultimo, hanno parlato due imprese, entrambe campane, che hanno saputo pensare in grande ed essere capaci di diventarlo per davvero. Per Fulvio Scannapieco (presidente A.L.A. spa) “i manager sono indispensabili per la crescita dell’azienda. Anche e soprattutto in una situazione di passaggio generazionale. Infatti possono affiancare e far crescere ulteriormente i figli dell’imprenditore, contribuendo con la loro esperienza ad una maggiore valorizzazione dell’azienda. Dall’altro lato, le risorse finanziarie devono accompagnare la crescita dell’azienda, che deve di volta in volta trovare il giusto partner finanziario. Nel nostro caso abbiamo fatto ricorso a varie soluzioni tra cui un’IPO che ci ha permesso di quotarci all’EGM nel 2020. Da ultimo un finanziamento con un pool bancario che ci ha messo a disposizione le risorse per l’acquisto di un’azienda in Spagna che avevamo individuato e che si è rivelata un tassello indispensabile per la crescita futura. Lamentiamo comunque l’assenza di una grande banca sul territorio che possa meglio supportare le necessità finanziarie delle aziende che vogliano intraprendere un percorso virtuoso di crescita”.
Racconta Luca Villa (direttore HR di Laminazione Sottile): “Il Gruppo Laminazione Sottile rappresenta una straordinaria storia ultracentenaria di azienda industriale del Sud Italia, a proprietà famigliare, che è andata ben oltre le dimensioni di una pmi per diventare, oggi, una multinazionale con 800 milioni di Euro di fatturato aggregato, 10 società e catene distributive globali. Questo è avvenuto grazie all’intuito, alla competenza e ai valori incarnati dagli imprenditori, insieme alla scelta di portare avanti di pari passo il passaggio generazionale unitamente alla managerializzazione del Gruppo. Il business della Laminazione Sottile e delle sue società controllate sono i laminati di alluminio nudi, verniciati e laccati, nonché la produzione di contenitori di alluminio. Le chiavi per il successo nelle sfide globali, ed epocali, che anche un’azienda come la nostra deve affrontare, sono, da un lato, la fedeltà ai principi che in oltre cento anni di storia l’hanno portata al successo in Italia e nel mondo, a partire dalla grande attenzione al cliente unitamente al rigore nella gestione economica e finanziaria della società; dall’altro, l’innovazione tecnologica, organizzativa e culturale, con l’adozione di sistemi e metodi di lavoro all’avanguardia, in cui il management, dotato di risorse, strumenti e deleghe adeguati, ha portato un contributo originale, pienamente integrato con la visione imprenditoriale”.
Per Francesco Ciampi: “la differenza tra il successo competitivo che potrà essere generato da un solido processo di crescita e il progressivo deterioramento degli equilibri aziendali conseguente all’immobilismo dimensionale passerà in molti casi proprio dalla capacità dell’imprenditore di rinunciare al controllo proprietario della sua impresa, pur mantenendo, spesso anche e soprattutto nell’interesse della nuova proprietà, un ruolo chiave all’interno della struttura manageriale. L’auspicato salto dimensionale richiede infatti l’allargamento del vertice manageriale con innesto di nuove professionalità, indipendenti ed esterne alla famiglia proprietaria, in ambito finanza, gestione delle risorse umane, marketing e controllo di gestione, senza le quali il processo di sviluppo non potrà, nella maggioranza dei casi, essere realizzato”.
Leggi tutto: Festival del Management, 'piccolo non è più bello'
(Adnkronos) - Un weekend indimenticabile per Ilary Blasi. La conduttrice televisiva è stata sorpresa dal fidanzato Bastian Muller con una romantica proposta di matrimonio. A renderlo noto è il settimanale Chi che ha immortalato la coppia durante una lussuosa gita in barca. E proprio lì, Muller si è inginocchiato per chiedere la mano della sua Ilary.
Dopo la chiusura anticipata di 'The Couple', Ilary Blasi è stata colta di sorpresa con una gita organizzata dal suo compagno. Come fa sapere il magazine diretto da Alfonso Signorini, Muller sarebbe andato a prendere Ilary a Milano a bordo di una "Lamborghini gialla fiammante", per poi dirigersi verso "Villa d’Este e, dopo aver preso possesso della camera d’hotel, ha affittato una barca per fare un giro del lago".
Bastian avrebbe parlato, inoltre, con il capitano della barca, pianificando nei dettagli la proposta di matrimonio. Quando lui si è inginocchiato, "la Blasi aveva un'espressione sorpresa", di commozione, spiega il magazine. Ilary lo ha baciato appassionatamente e "gli ha preso il viso fra le mani sussurrandogli la sua risposta". Un chiaro 'sì'.
La voce di un possibile matrimonio tra i due circolava da tempo, ma ora arriva la conferma più romantica. Sebbene le nozze non siano imminenti - anche perché il divorzio da Francesco Totti è ancora in fase di definizione - Ilary Blasi si prepara a fare il grande passo: tornare all'altare per sposare il suo Bastian.
Leggi tutto: Ilary Blasi si sposa? La proposta di Bastian Muller sul lago di Como
(Adnkronos) - Per la prima volta da settembre 2021 lo spread tra Btp e Bund decennali si 'affaccia' sotto la soglia dei 100 punti. Questa mattina il differenziale si è brevemente attestato a 99,9 punti per poi risalire a 100,1 punti. Il rendimento del Btp a 10 anni è al momento a 3,677%.
Leggi tutto: Spread tra Btp e Bund sotto i 100 punti, ai minimi da 4 anni