(Adnkronos) - Gianmarco Steri e Cristina Ferrara sono in crisi? Una diretta su Tiktok ha acceso i sospetti tra i fan della coppia nata a Uomini e Donne. Alcuni utenti hanno interpretato, infatti, alcune dichiarazioni dell'ex corteggiatrice come segnali di tensioni nel rapporto.
La spiegazione, tuttavia, arriva direttamente da Cristina. Gianmarco non era presente durante la live perché si trovava a Marbella “per un addio al celibato, è in vacanza con gli amici”, ha spiegato lei rispondendo alle preoccupazioni dei follower per l'assenza del fidanzato.
Cristina inoltre ha dichiarato che al momento non è prevista l'idea di andare a convivere, alimentando così ulteriori dubbi. Ma l'ex corteggiatrice ha spiegato che, semplicemente, non è il momento giusto per fare questo passo. E a smentire le voci di crisi ci ha pensato lo stesso Gianamarco che nonostante si trovasse in compagnia degli amici, ha partecipato attivamente alla diretta della fidanzata, commentando ironicamente le sue parole.
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(Adnkronos) - Noa Lang si avvicina al Napoli. L'esterno olandese è l'obiettivo numero uno del club azzurro per rinforzare l'attacco in vista della prossima stagione e, secondo le ultime news di calciomercato di oggi, martedì 24 giugno, in queste ore sarebbe stato trovato l'accordo con il giocatore. Il giocatore del Psv Eindhoven avrebbe dato il suo ok a trasferirsi in Serie A, ora manca l'accordo con il club olandese, che valuta il suo talento circa 28 milioni di euro. Ma chi è Noa Lang?
Noa Lang è un esterno offensivo di 26 anni, classe 1999. Nato in Olanda a Capelle aan den IJssel da madre olandese e padre del Suriname, entrambi ex calciatori, che lo avvicinano al pallone fin da piccolo. Entra nel vivaio del Feyenoord per poi trasferirsi in quello dell'Ajax, squadra di cui è da sempre tifoso e con cui fa l'esordio nel calcio professionistico. Nel 2020 i lancieri lo girano in prestito al Twente prima di cederlo in Belgio al Bruges, che lo acquista prima in prestito e poi a titolo definitivo per circa 6 milioni di euro.
Qui Lang esplode fino ad attirare le attenzioni del Psv Eindhoven, che lo riporta in Olanda nell'estate 2023 pagando circa 13 milioni di euro. Nell'ultima stagione Noa ha siglato 14 gol e 12 assist in 44 presenze tra campionato, Champions League (in cui ha messo a segno 2 reti e altrettanti passaggi vincenti) e coppe nazionali. Nel 2021 ha festeggiato la sua prima convocazione con la Nazionale olandese, con cui fin qui ha collezionato 14 presenze e tre gol.
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(Adnkronos) - Trani ancora in ritardo per un guasto avvenuto oggi, martedì 24 giugno, sulla linea dell'Alta velocità. Sull'Av Napoli-Roma la circolazione è fortemente rallentata, dalle ore 10.30, per un inconveniente tecnico alla linea elettrica nei pressi di Anagni.
Come si legge nelle notizie sull'infomobilità sul sito di Trenitalia, i treni ad alta velocità possono essere instradati sulla linea convenzionale via Cassino e via Formia e registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti.
Sono otto i treni ad alta velocità direttamente coinvolti e con un maggior tempo di percorrenza superiore a 60 minuti.
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(Adnkronos) - Un gruppo di adolescenti e giovani adulti "nati con l'Hiv e trattati fin dalla prima infanzia ha mostrato una notevole capacità di controllo dell'infezione, mantenendo il virus in uno stato quasi inattivo". E' quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con l'università di Roma Tor Vergata e il Mit di Boston, pubblicato sulla rivista 'Cell Reports Medicine'. I pazienti coinvolti, parte della coorte denominata Leukohiv, sono stati sottoposti a terapia antiretrovirale precoce e continuativa per una media di 20 anni. "Lo studio - spiegano dal Bambino Gesù - ha individuato specifici segnali del sistema immunitario (biomarcatori) che si associano a una presenza estremamente ridotta del virus Hiv nell'organismo (condizione nota come reservoir virale minimo). Questo parametro è molto importante dal punto di vista clinico, perché può aiutare a riconoscere quei pazienti per cui è possibile valutare, in modo sicuro, la sospensione della terapia antiretrovirale".
L'analisi immunologica approfondita - illustra una nota - è stata resa possibile grazie all'utilizzo di una procedura di leucoferesi, che ha consentito la raccolta di grandi quantità di linfociti in maniera sicura, permettendo una caratterizzazione avanzata del sistema immunitario. I dati ottenuti hanno evidenziato una quasi totale assenza di provirus intatti (le forme attive e replicanti del virus) e la presenza di cellule Natural killer (Nk) altamente funzionali anche a distanza di decenni, segno di un'immunità innata potenziata.
"Ad oggi non disponiamo di criteri clinici chiari per decidere in quali pazienti, pur sotto controllo virologico da anni, si possa valutare una sospensione della terapia - afferma Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica del Bambino Gesù -. Questo studio contribuisce a colmare tale lacuna, fornendo strumenti scientifici utili per selezionare in maniera sicura, personalizzata e monitorata i candidati a una sospensione terapeutica".
Un'altra osservazione importante - prosegue la nota - riguarda la localizzazione del virus residuo: in alcuni casi l'Hiv è presente in aree geneticamente inattive del genoma umano, dove ha minime possibilità di replicarsi. Questo potrebbe essere il risultato della pressione esercitata dalla terapia precoce, che spingerebbe il virus verso zone silenti e meno pericolose.
Secondo Nicola Cotugno, associato di Pediatria all'università di Roma Tor Vergata, "i risultati suggeriscono che un trattamento iniziato molto precocemente possa modulare profondamente il sistema immunitario, rendendolo capace di controllare il virus anche in assenza di terapia attiva". Lo studio Leukohiv "rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi che consentono il controllo dell'Hiv a lungo termine, aprendo la strada a strategie terapeutiche personalizzate e sostenibili che, in futuro, potrebbero ridurre la dipendenza dai farmaci in pazienti selezionati", concludono i medici.
Presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesù, centro di riferimento nazionale per l'Hiv pediatrico, sono seguiti ogni anno circa 80-100 pazienti. La maggior parte ha contratto il virus per trasmissione verticale (da madre a figlio) e riceve una terapia efficace, in grado di garantire una buona qualità di vita e una bassa carica virale.
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(Adnkronos) - "La vostra assemblea generale rappresenta un importante momento di dialogo e confronto sui temi del mondo del lavoro. Il titolo del vostro evento di oggi è un invito a riflettere sui cambiamenti in atto e sul ruolo che la pubblica amministrazione sta giocando in un contesto economico e sociale in continua evoluzione". Lo ha detto Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, in un video messaggio inviato all'assemblea pubblica di Assolavoro, l'associazione nazionale delle agenzie per il lavoro.
Zangrillo ha ricordato che "la Pa non è un'organizzazione composta solo da uffici e sportelli ma è spina dorsale del Paese fatto di capacità e di donne e uomini che garantiscono ogni giorno servizi essenziali per cittadini", ha continuato. E per Zangrillo "mettere le persone al centro è categorico per riuscire a erogare servizi che siano in linea con i nostri utenti: cittadini e imprese, e infatti siamo passati da una gestione amministrativa a una gestione strategica delle nostre persone, che devono essere valorizzate".
Zangrillo ha quindi sottolineato che "stiamo lavorando per strutturare una pa al passo con i tempi e seguendo un metodo preciso, l'ascolto e la capacità di confronto". "Vi ringrazio per il supporto che state offrendo nel percorso di modernizzazione delle nostre organizzazioni, e voglio sottolineare come le vostre aziende stiano fornendo un contributo fondamentale per dare un mercato del lavoro sempre più capace di rispondere alle esigenze delle imprese e di favorire il match tra domanda e offerta che è uno dei grandi temi a cui ci stiamo dedicando", ha concluso.
(Adnkronos) - Sono stati presentati alla trentesima edizione del Congresso europeo di ematologia (Eha), che si è recentemente concluso a Milano, i risultati "promettenti" dello studio clinico di fase 1/2 sull'utilizzo di decitabina/cedazuridina in combinazione con venetoclax nei pazienti con leucemia mieloide acuta (Aml) di nuova diagnosi (di età uguale o maggiore di 75 anni o comorbidità) non idonei alla chemioterapia di induzione standard (unfit), allo scopo di valutarne efficacia e sicurezza.
Tale terapia - informa Otsuka in una nota - consiste nella somministrazione orale di una combinazione a dose fissa di decitabina 35mg, agente ipometilante (Hma), con cedazuridina 100mg, inibitore della citidina deaminasi (Cdai), e venetoclax (Bcl2i). La formulazione decitabina/cedazuridina è stata sviluppata per consentire la somministrazione orale giornaliera di decitabina per 5 giorni, dal giorno 1 al giorno 5 di ogni cliclo di 28 giorni. L'aggiunta della cedazuridina garantisce infatti un'esposizione sistemica di decitabina paragonabile a quella della decitabina somministrata per via endovenosa. Nello studio oggetto della presentazione, la remissione completa (Cr), endpoint primario, è risultata del 46%, con il tempo medio al suo raggiungimento di 2,4 mesi. Tra i pazienti che hanno raggiunto la remissione completa, l'80% l'ha mantenuta a 6 mesi e il 75% a 12 mesi. La sopravvivenza globale mediana è stata invece di 15,5 mesi. Il 98% dei partecipanti ha riportato eventi avversi al trattamento (Teae) di grado 3 o superiore, più comunemente neutropenia febbrile (49,5%), anemia (38,6%) e neutropenia (35,6%). I tassi di mortalità a 30 e 60 giorni sono stati rispettivamente del 3% e del 9,9%.
"La leucemia mieloide acuta è una neoplasia ematologica" la cui incidenza "in tutta Europa è in aumento a causa dell'invecchiamento generale della popolazione - afferma Adriano Venditti, professore ordinario di Ematologia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata - Infatti, la malattia colpisce soprattutto persone oltre i 55-60 anni. Si calcola che i nuovi casi l'anno diagnosticati in Italia siano circa 3.500-4.000 e i più colpiti risultano essere gli uomini. La combinazione orale decitabina/cedazuridina e venetoclax ha fornito risultati preliminari molto promettenti e potrebbe rappresentare in futuro un'importante opzione terapeutica". Sono infatti ancora "diversi - spiega lo specialista - gli unmeet need inerenti la gestione dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta, soprattutto se anziani o non eleggibili a chemioterapia intensiva. A questo proposito, la futura possibilità di disporre di una terapia completamente orale rappresenterebbe un cambiamento decisivo tanto in termini di impatto sulla qualità della vita di questi pazienti, che di gestione del carico assistenziale e ospedaliero".
"Il trattamento dei pazienti adulti unfit con Aml di nuova diagnosi attraverso la decitabina/cedazuridina in monoterapia ha già ottenuto l'autorizzazione alla commercializzazione da parte della Commissione europea - dichiara Alessandro Lattuada, Managing Director di Otsuka Italia - Ora ci avviamo verso una nuova fase: i dati della total oral therapy, appena presentati, evidenziano l'efficacia in una popolazione di pazienti che ha ancora una grande bisogno clinico insoddisfatto. La combinazione decitabina/cedazuridina con venetoclax potrebbe rappresentare quindi una nuova opportunità terapeutica nel panorama attuale con un impatto importante sia nella riduzione del burden ospedaliero ma soprattutto per migliorare la qualità di vita dei pazienti, dei loro familiari e caregiver".
L'auspicio è di avere "quanto prima l'approvazione della terapia da parte dell'ente regolatorio europeo per consentire un rapido accesso ai pazienti europei e italiani. L'ematologia di precisione - sottolinea Lattuada - è una realtà concreta e che viene sempre più esplorata dalla ricerca medico-scientifica. Anche la nostra azienda sta contribuendo con un nuovo trattamento sviluppato per rispondere alle esigenze specifiche dei pazienti".
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(Adnkronos) - Il rimpianto (e quei tre match-point non sfruttati) probabilmente sono ancora lì, nella mente di Jannik Sinner. Ma il numero 1 del mondo, nonostante l’uscita agli ottavi di Halle contro Bublik, vuole cancellare la delusione legata al Roland Garros per prendersi la rivincita nel tempio del tennis: Wimbledon. Il torneo più famoso del mondo è l’unico Slam che non ha mai visto un tennista italiano nell’albo d’oro: Jannik è pronto a sfatare questo tabù. Consapevole, però, che sulla sua strada c’è il rivale per antonomasia, Carlitos Alcaraz. Lo spagnolo non solo ha sconfitto Sinner a Parigi ma, da due anni, non conosce rivali sull’erba londinese. L’azzurro, per gli esperti Sisal, parte favorito per centrare lo Slam numero 4 della carriera tanto che il suo successo è offerto a 2,50. Sinner, semifinalista a Wimbledon nel 2023, sa che l’impresa non sarà facile ma, al tempo stesso, di avere tutti i mezzi per laurearsi campione.
Incollato all’italiano si trova, neanche a dirlo, Carlitos Alcaraz, numero 2 del mondo, e pronto a calare sul tris all’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Il tennista di Murcia, terzo spagnolo in trionfo a Londra dopo le leggende Manolo Santana e Rafa Nadal, vuole alzare ancora di più il suo status di fenomeno: in caso di successo, in quota a 2,75, Alcaraz diverrebbe il tennista spagnolo più vincente a Wimbledon visto che Rafa si è fermato a due trionfi.
Il podio dei favoriti è completato da Novak Djokovic, forse al suo ultimo ballo su quel campo che lo ha visto alzare al cielo in sette occasioni la coppa del vincitore. Il serbo, 24 Slam in carriera, prova a raggiungere Roger Federer, lassù a quota 8 vittorie, ma l’impresa appare assai ardua. Nole, vincente a 6,00 e da sei edizione finalista a Wimbledon, vorrebbe però salutare al meglio il pubblico di Londra magari con un ultimo guizzo da campione. Il resto degli aspiranti alla vittoria parte lontano: Jack Draper, idolo di casa, è dato a 12 con Alexander Zverev, ancora a caccia del suo primo Slam in carriera, in quota a 16. Se il vincitore di Halle, Alexander Bublik, si gioca a 25 ecco che l’impresa di un altro azzurro, Lorenzo Musetti, semifinalista a Wimbledon lo scorso anno ma non in perfette condizioni fisiche, pagherebbe 33 volte la posta.
(Adnkronos) - Con il 100% della raccolta e oltre il 98% di rigenerazione, la filiera italiana degli oli minerali usati, guidata fin dagli anni ’80 dal consorzio Conou, conferma ampiamente il proprio ruolo di leadership nel mercato Ue, dove la media è ferma al 61%. Il Rapporto di Sostenibilità 2024 di Conou, per la prima volta certificato anche nella analisi Life Cycle Assessment (Iso 14040 e Iso 14044), sottolinea anche la crescita delle quantità raccolte: 188mila tonnellate contro le 183mila tonnellate del 2023, nonostante il calo del 2% del mercato, grazie all’impulso dei Concessionari a recuperare ovunque anche 'l’ultima goccia'.
“La nostra attività di garanti sulla filiera è ispirata a principi di qualità, equità, controllo e fiducia - afferma il presidente del Conou Riccardo Piunti - e questo permette di ottenere trasparenza e tracciabilità. Al centro c’è la qualità: prestiamo grande attenzione alla gestione e alla qualità del rifiuto in entrata e quindi ci atteniamo a scrupolosi standard per l’olio rigenerato in uscita, che deve essere equivalente a quello di prima produzione petrolifera. Tutto ciò continua a destare grande interesse da parte di Paesi sia europei che extraeuropei, che vogliono approfondire i nostri standard e il nostro modo di funzionare: noi siamo a disposizione di tutti per esportare il ‘modello Conou’”.
La filiera Conou è composta da 58 Concessionari e 2 Imprese di Rigenerazione e i processi adottati hanno permesso di trasformare un rifiuto pericoloso in nuove basi lubrificanti di elevata qualità, riducendo al minimo il ricorso a termodistruzione e combustione, che insieme hanno interessato meno dell’1,5% del totale. Nel 2024 sono stati eseguiti 6.907 conferimenti presso oltre 103mila produttori e siti in tutta Italia, il 12% proveniente dall’industria e l’88% da officine meccaniche. La raccolta è stata svolta con 673 automezzi, per un totale di 25,1 milioni di km percorsi. Oltre il 56% del totale raccolto arriva dal Nord e vede in cima alla lista delle regioni produttrici la Lombardia (21%) seguita dal Veneto (11%); le regioni del Centro contribuiscono con una raccolta del 18% (solo dal Lazio arriva il 7% e la Campania che ne raccoglie l’8%). Il Sud e le isole arrivano al 26%.
A proposito dei mezzi, nell’ambito della strategia di decarbonizzazione della filiera, il Consorzio ha avviato un’iniziativa di promozione su base volontaria dell’utilizzo di Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil) come alternativa al gasolio tradizionale nei veicoli dei concessionari di raccolta.
Stimati e certificati i vantaggi per l’ambiente e la salute, grazie alla raccolta e alla rigenerazione rispetto al ciclo lineare che non prevede alcuna rigenerazione e riuso degli oli minerali usati, con oltre 90mila tonnellate di CO2 equivalente evitate (-45% rispetto al ciclo lineare); oltre 7,4 milioni di GJ di combustibili fossili risparmiati (-85%); circa 49 milioni di m3 di acqua risparmiata (-85%); oltre 655 milioni di suolo 'qualitativamente' preservato (-91%); riduzione del 42% degli impatti cancerogeni e del 86% dei non cancerogeni e oltre 8 unità di incidenza malattie/particolato evitate, con una riduzione del 91%. Sul fronte economico-sociale, nel 2024 il sistema Conou ha generato un impatto diretto di oltre 73,4 milioni di euro, occupando oltre 1.850 persone, con effetti positivi in termini di coesione territoriale, inclusione sociale e sviluppo locale. Il sistema garantisce elevata stabilità occupazionale e presenza capillare sul territorio, contribuendo alla creazione di valore condiviso.
“Siamo un consorzio indipendente e senza fine di lucro - ricorda il presidente Piunti - e la raccolta non richiede contributi pubblici ma utilizza risorse dei soli soggetti consorziati grazie al principio di Responsabilità Estesa del Produttore (Epr). Guardiamo con attenzione alle nostre tante aziende familiari che affrontano un cambio generazionale e cerchiamo di integrare i potenziali nuovi attori. Nel frattempo, continuiamo a reprimere l’evasione del contributo ambientale fino all’ultimo euro”.
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(Adnkronos) - La Juventus punta Jonathan David. Il centravanti del Lille, che si svincolerà il prossimo 30 giugno, è il primo obiettivo per l'attacco bianconero secondo le ultime news di calciomercato di oggi, martedì 24 giugno. Il club bianconero aveva già sondato il canadese, 25 gol nell'ultima stagione, negli scorsi mesi, ma si era scontrata con le altissime richieste degli agenti del giocatore e con una concorrenza agguerrita. Anche Inter e Napoli infatti, in Serie A, sembrano essere sulle tracce di David, oltre a diversi club inglesi.
Ora però le cose sembrano essere cambiate. David ha dato la priorità e un ok di massima a trattare con la Juventus, ammorbidendo così la propria posizione, e quella dei suoi agenti sulle commissioni. Visto che si libererà a parametro zero infatti, l'attaccante fin qui ha sparato molto alto sull'ingaggio, fuori parametro per le casse bianconere. Le esose richieste del giocatore però hanno spaventato diversi club e così Jonathan si è deciso ad abbassarle, rimettendo in gioco i bianconeri.
La possibile cessione di Mbangula e Weah al Nottingham Forest, per circa 30 milioni, potrebbe portare soldi freschi nella casse juventine e il passato in Ligue 1 di Damien Comolli, che ha sostituito Cristiano Giuntoli in dirigenza, può offrirgli una corsia preferenziale. Da capire, poi, cosa ne sarà di Dusan Vlahovic, chiuso dall'eventuale arrivo di Jonathan David e dalla possibile conferma di Randal Kolo Muani, per cui però va ancora intavolata una trattativa con il Psg, proprietario del cartellino.
Leggi tutto: Juventus, obiettivo David in attacco: il giocatore apre, si tratta
(Adnkronos) - L’estate è ormai arrivata e con essa il caro-condizionatori. Temperature alte in molte città hanno già costretto milioni di famiglie italiane ad accendere i propri impianti di climatizzazione, facendo salire non solo i consumi, ma anche i costi in bolletta. Secondo un’analisi di Facile.it, il 65% degli italiani possiede almeno un condizionatore e il costo medio stimato per l’uso durante i mesi estivi ha raggiunto gli 86 euro al mese, pari a un incremento del 3% rispetto al 2024 e addirittura del 20% rispetto al 2023, con un costo di quasi 260 euro per l'intera stagione estiva e che, chiaramente, aumenta a seconda del numero di macchine in azione nell’appartamento.
Nonostante l’aumento delle temperature estive e il rincaro in bolletta, però, ci sono margini importanti per tagliare le spese. Le migliori tariffe oggi presenti sul mercato sono inferiori di quasi il 5% rispetto al 2024. Dall’analisi è emerso che la vera chiave sta proprio nel comportamento e nel tipo di tecnologia del condizionatore.
Ecco 5 consigli per risparmiare fino al 40% sulla bolletta del condizionatore.
1) I primi della classe: l'adozione di condizionatori di classe A o superiore, preferibilmente con tecnologia inverter, garantisce risparmi energetici misurabili e un notevole sollievo alla bolletta. Passare da una classe B ad una A+++, ad esempio, permette di contenere i costi fino al 40%. Scegliere un modello inverter, cioè che si arresta automaticamente al raggiungimento della temperatura e si riattiva nel momento in cui questa dovesse cambiare, garantisce un risparmio fino al 30% rispetto ad un condizionatore privo di quella tecnologia.
2) Impostare le funzioni corrette e non congelarsi. I condizionatori moderni sono dotati di tantissime funzioni e la (cattiva) abitudine di molti consumatori è quella di usare sempre la stessa, spesso semplicemente il raffreddamento. In realtà prediligere le modalità deumidifica o sleep, solo per citarne alcune, può ridurre i consumi rispettivamente fino al 13% e 10%. E, per non far danni alla salute, mai avere una differenza di temperatura rispetto all’esterno superiore ai 6° – 8°C.
3) Anche per i condizionatori, prevenire è meglio che curare. Anche per i condizionatori la manutenzione è elemento fondamentale. Una pulizia approfondita dei filtri – facilmente eseguibile anche autonomamente - e una manutenzione periodica svolta da personale competente, evitano sprechi e consentono di risparmiare fino all’8% in consumi.
4) Il buon senso aiuta a risparmiare: Può sembrare strano, ma l’esperienza insegna che spesso siamo noi stessi a generare sprechi con comportamenti sbagliati e facilmente evitabili. Ad esempio, chiudere porte e finestre della stanza in cui abbiamo acceso il condizionatore o, durante le ore più calde del giorno, abbassare le tapparelle per evitare un eccessivo riscaldamento dell’ambiente domestico, a conti fatti consente di risparmiare fino al 6%.
5) Parte tutto da una buona tariffa: oggi sono tantissime le tariffe disponibili sul mercato libero e, in autonomia o con l’aiuto di un consulente indipendente, come consumatori possiamo scegliere quella più adatta a noi, alla nostra famiglia e al nostro modo di consumo. Le migliori offerte luce del mercato libero sono più basse del 5% rispetto all'anno scorso. Confrontare le offerte, quindi, può portare a risparmi importanti se calcolati su base annua.
Leggi tutto: Caldo e condizionatori, 5 consigli per contenere costi in bolletta fino al 40%
(Adnkronos) - In Corea del Nord non è possibile assistere in diretta tv a eventi sportivi (e non solo) di altre nazioni. Nel Paese asiatico, sotto la dittatura totalitaria di Kim Jong-un è addirittura impossibile conoscere in tempo reale cosa accade nel mondo, visto che l'utilizzo della rete internet "libera" (senza controllo del regime) è privilegio di pochi (come figure legate al governo). Tutto, insomma, segue un certo tipo di narrazione. Come lo sport e il Mondiale per Club, in scena in questi giorni negli Stati Uniti e censurato dalla tv di stato, la Korean Central Television (Kctv). Uno degli episodi che sta facendo discutere nelle ultime ore è la trasmissione delle immagini di Psg-Atletico Madrid.
La partita, terminata 4-0 per i francesi, si è giocata domenica 15 giugno e in Corea del Nord è stata trasmessa in differita di 5 giorni, con una particolarità. La tv coreana ha censurato la quarta rete di Kang‑in Lee, giocatore sudcoreano (e dunque "nemico") dei parigini. Il gol su rigore del centrocampista è stato in parte oscurato, quasi fosse un fantasma: la tv non ha reso visibile il giocatore durante l'esecuzione dal dischetto. E il telecronista in questione non ha menzionato il marcatore che al 97' ha messo il punto esclamativo alla partita.
Leggi tutto: Corea del Nord, censura tv per le partite del Mondiale per Club: cos'è successo
(Adnkronos) - Gli italiani hanno bisogno di connessioni, soprattutto quelle in famiglia, fondamentali per più di 8 su 10 (80,6%). Eppure, il 33,9% afferma di avere difficoltà a entrare in connessione con gli altri; una media che sale nelle donne tra i 35 e i 44 anni, con il 41% che preferisce relazioni sociali mediate da smartphone e strumenti digitali. Sono i dati della ricerca 'Italiani in connessione', realizzata da AstraRicerche e promossa da Ipsen in occasione dell'inaugurazione della sua nuova sede a Milano, al centro delle connessioni urbane e sociali del capoluogo lombardo. La ricerca ha analizzato l'indice di connessione degli italiani - dalla famiglia, al lavoro, alla salute - rilevando l'impatto dei legami umani e sociali sul benessere e nei diversi ambiti della vita. I dati sono stati presentati durante l'evento 'Connessioni. The Life Show' che ha coinvolto istituzioni, comunità scientifica e dei pazienti, e media. L'incontro è stato anche l'occasione per presentare la comunione di intenti tra Regione Lombardia e Ipsen sul tema della sostenibilità, con l'avvio, oggi, del primo appuntamento dei Talk della Sostenibilità sociale, promossi dalla Fondazione della Sostenibilità sociale, che accompagneranno l'azienda e i propri ospiti nei prossimi mesi.
"Progresso tecnologico, patrimonio informativo e culturale digitale rappresentano un'opportunità di crescita economica e sociale - commenta Marco Alparone, vicepresidente e assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia - Il sistema lombardo punta sulle leve della 'connessione' tra filiere creando un ecosistema fortemente interoperabile e necessariamente integrato. Sostenere la ricerca attraverso la centralità del dato, insieme alla tutela della privacy e sicurezza dell'individuo, è la nostra sfida per garantire un processo di sviluppo innovativo, sostenibile e sicuro".
Aggiunge Emanuele Monti, presidente Commissione IX Sostenibilità sociale, Casa e Famiglia, Regione Lombardia: "Per affrontare la complessità del presente è fondamentale attivare connessioni solide tra istituzioni, imprese e Terzo settore, orientate a inclusione sociale, welfare e pari opportunità. Parlare di sostenibilità sociale significa occuparsi concretamente delle persone, a partire dall'ascolto dei territori. Regione Lombardia ha scelto di dare forma a questa visione, con l'obiettivo di costruire politiche più inclusive e vicine ai cittadini, capaci di rispondere in modo concreto ai bisogni emergenti".
"Oggi si celebra non solo l'apertura di una nuova sede per Ipsen, ma anche l'avvio di un percorso condiviso verso una visione più umana della sostenibilità - afferma Adele Patrini, presidente della Fondazione della Sostenibilità sociale e di Caos Varese - In un tempo in cui le connessioni sono spesso solo digitali, serve costruire legami veri, capaci di generare valore sociale. La sostenibilità sociale è una dimensione ancora poco esplorata, ma fondamentale per accompagnare le persone - soprattutto chi vive la malattia - con ascolto, dignità e prossimità. E' da queste connessioni che può nascere una società più equa, capace di includere e di prendersi cura".
"In una grande realtà urbana come quella milanese, i bisogni sociali delle persone sono sempre più complessi - osserva Lamberto Bertolé, assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano - Per costruire risposte efficaci e accessibili a tutte e tutti è necessario costruire un welfare di prossimità, rafforzando l'alleanza tra tutti gli attori che lavorano sul territorio. Innovare le politiche in questo settore significa superare la logica secondo cui la spesa sociale rappresenta un costo, facendo valere il principio secondo cui diventa un investimento nel benessere di cittadini e cittadine".
Nel binomio innovazione e sostenibilità - è stato sottolineato - gioca un ruolo chiave lo sviluppo tecnologico e digitale, che apre a nuove opportunità di connessione, ma che richiede il superamento in Italia e in Europa di normative disomogenee e limiti organizzativi. "L'Europa - evidenzia l'europarlamentare Brando Benifei, relatore del Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale (Ai Act) - si trova di fronte all'urgenza di intervenire per accogliere la rivoluzione tecnologica con regole chiare e uniformi, che da un lato garantiscano eticità, trasparenza e tutela dei diritti, e dall'altro rendano l'Europa attrattiva e competitiva nello scenario globale. L'Ai Act agisce in questa direzione, ma molto resta ancora da fare sia a livello comunitario sia negli Stati membri, per consolidare il ruolo dell'Europa come polo attrattivo di innovazione tecnologica".
Le connessioni tecnologiche sono emerse come centrali nell'evoluzione del Servizio sanitario nazionale, in un'ottica di territorialità, prossimità e miglioramento dei percorsi di presa in carico. In una prospettiva più allargata, i dati della ricerca evidenziano l'impatto significativo della tecnologia sui modelli di lavoro degli italiani: il 48,2% degli intervistati interagisce con i colleghi virtualmente. Le connessioni impattano anche sulla soddisfazione professionale, che sale da una media di 5,84 per chi lavora 'debolmente in gruppo' a 8,16 per chi è fortemente connesso a un gruppo di lavoro. Lavorare in gruppo rende più efficaci (media 6,83 vs 8,45) e più efficienti (media 6,74 vs 8,38). Non solo, anche l'equilibrio vita-lavoro passa da una media di 5,49 a un ottimo livello di 8,08 per chi vive forti connessioni professionali.
Se intervistati sulla qualità delle loro connessioni con gli altri, solo poco più della metà degli italiani (57,6%) afferma di condividere con frequenza pensieri importanti ed emozioni. Eppure, i dati mostrano che avere rapporti sociali intensi e positivi rafforza la salute fisica, con una media che passa da 6,58 per chi vive un basso livello di connessioni sociali a 8,08 per chi ne ha forti. Per più di 2 italiani su 3 lo stare con gli altri influenza il benessere mentale ed emotivo (69,2%), riduce lo stress (68%) e aiuta a superare momenti difficili relativi alla salute o al benessere (66,5%).
"Come azienda impegnata nello sviluppo di soluzioni terapeutiche in ambiti dove permangono elevati bisogni medici insoddisfatti - dichiara Patrizia Olivari, presidente e amministratore delegato di Ipsen Italia - siamo convinti che l'innovazione debba andare oltre la ricerca e sviluppo di terapie efficaci per abbracciare, in una prospettiva più ampia, i bisogni delle persone, a partire da quelli di coloro che lavorano in Ipsen. L'ingresso nella nostra nuova sede rappresenta una delle nostre risposte a questi bisogni e un passo avanti verso nuovi modelli innovativi di lavoro, di collaborazione, di crescita comune".
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(Adnkronos) - "Siamo ancora fiduciosi che si possa andare avanti con una tregua tra Israele e Iran e che si possa tornare alle negoziazioni". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni al Senato, in vista del Consiglio europeo di giovedì. Per la presidente del Consiglio c'è la consapevolezza che "la situazione in Medio Oriente è ancora complessa. Vedremo nelle prossime ore quale sarà l'evoluzione degli eventi". ''Dopo la violazione della tregua, ora la situazione si è complicata. Israele potrebbe reagire a questa violazione di Teheran "con una risposta, si spera, misurata''.
Parlando dell'attacco iraniano contro alcune basi statunitensi in Medio Oriente, Meloni ha assicurato che "non ci sono coinvolti civili e militari italiani''. "L'attacco è sembrato da subito simbolico. Gli Usa erano stati avvertiti e i missili sarebbero stati quasi tutti intercettati", ha aggiunto.
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(Adnkronos) - Dati recenti indicano una prevalenza di calcolosi renale (o litiasi renale) compresa tra il 6,8% e il 10,1% della popolazione, con recidive che si verificano tra il 30% e il 50% dei casi entro 5-10 anni dal primo episodio, principalmente tra gli uomini. Si stima inoltre una maggiore incidenza tra i 30 e i 60 anni. Il picco maggiore avviene durante la stagione estiva. Analogamente, non va trascurato il rischio di peggioramenti acuti della funzione renale per sudorazioni profuse soprattutto negli anziani. A lanciare l'alert è la Società italiana di nefrologia (Sin). "La disidratazione è uno dei principali fattori di rischio per la formazione dei calcoli renali, soprattutto in estate quando la sudorazione aumenta e le urine si concentrano - avverte Luca De Nicola, presidente della Sin e professore ordinario all'Università Vanvitelli di Napoli - Se la sudorazione aumenta ed è continua, come ormai accade spesso visto il cambiamento climatico, si può anche sviluppare una insufficienza renale acuta da deplezione di colume (carenza di sodio nel nostro organismo). I reni sono gli organi più intelligenti del nostro corpo: lavorano in silenzio per mantenere l'equilibrio di acqua, sali, pressione e vitamine. Ma senza una corretta idratazione e un apporto sufficiente di sale, non possono fare il loro lavoro".
Durante l'estate - spiegano i nefrologi - la perdita di liquidi e sodio attraverso il sudore porta a una riduzione del volume di plasma e all'aumento della concentrazione urinaria. Questa condizione favorisce la precipitazione dei sali (in particolare calcio e ossalati), dando origine alla formazione dei calcoli. Non solo. Perdere acqua e sale può comportare una riduzione della pressione arteriosa e della irrorazione sanguigna degli organi vitali, con il rischio di andare incontro a conseguenze negative, dalle più lievi come stanchezza e ipotensione arteriosa alle più gravi quali insufficienza renale acuta, infarto e ictus. "Il cambiamento climatico e il prolungarsi del caldo torrido per oltre 4 mesi all'anno - sottolinea De Nicola - rendono questo problema sempre più frequente. I calcoli renali si manifestano spesso con coliche improvvise e violente di intensità simile al dolore 'da parto'. Un dolore trafittivo, localizzato nella parte bassa della schiena, che può irradiarsi verso l'inguine. Il paziente colpito è in genere agitato, in cerca di sollievo, a differenza di chi soffre di lombosciatalgia che tende invece a restare immobile".
La maggior parte dei calcoli (circa l'80-90%) è composta da ossalato o fosfato di calcio; più rari quelli da acido urico, struvite o cistina. I calcoli inferiori al centimetro spesso vengono espulsi spontaneamente con terapie farmacologiche, mentre i più grandi (oltre 1-2 cm) richiedono litotrissia o, in rari casi, l'intervento chirurgico.
Come reagire al dolore della colica renale? Oltre a ricorrere agli antidolorifici e/o antinfiammatori secondo consiglio medico, i nefrologi consigliano di applicare un panno caldo o fare un bagno per rilassare la muscolatura liscia e l'uretere, favorendo così l'espulsione del calcolo (nel caso di calcoli piccoli). Tuttavia, la prevenzione comincia dall'idratazione: 3 litri di acqua al giorno è la dose raccomandata d'estate per chi soffre di calcolosi o vuole prevenirla. Oltre all'acqua, anche l'alimentazione aiuta l'idratazione: frutta, verdura, tisane e l'uso (mirato) di citrato di potassio possono favorire un profilo urinario protettivo. Al contrario, l'eccesso di carne rossa, spinaci, crusca e frutta secca può essere controproducente nelle persone predisposte a sviluppare calcolosi renale. Ci sono poi falsi miti da sfatare: "Ridurre l'introito di calcio non previene i calcoli renali", precisano gli esperti Sin. "Non bisogna eliminare dalla dieta il calcio, anzi, è fondamentale per le ossa. Il vero problema è la disidratazione, non il latte o i latticini", chiarisce De Nicola.
"L'estate non solo aumenta il rischio di calcolosi, ma anche quello di insufficienza renale acuta, soprattutto negli anziani, che hanno una ridotta capacità di trattenere il sale - continua De Nicola - Necessario, pertanto, aumentare in questo periodo l'introito di sale se la pressione arteriosa è normale (130/80 mmHg) e non è presente edema generalizzato da scompenso cardiaco o cirrosi epatica scompensata".
Prendersi cura dei reni, anche d'estate, significa proteggere l'intero organismo e in particolare il cuore, rimarcano i nefrologi. La malattia renale cronica (Mrc) è oggi la prima patologia cronica nel mondo per incidenza. Eppure, dal momento che non dà sintomi fino agli stadi avanzati, solo il 10% dei pazienti è consapevole di essere malato ed è quindi seguito da un nefrologo. A tale proposito la Sin, in collaborazione con il ministero della Salute, ha redatto un Percorso preventivo diagnostico terapeutico assistenziale (Ppdta), già inviato a tutte le Regioni, per migliorare la presa in carico dei pazienti e prevenire complicanze, ma anche per aumentare consapevolezza e prevenzione da parte della popolazione generale. Contestualmente, è all'esame del Parlamento una proposta di legge per avviare screening nazionali presso i medici di medicina generale nelle popolazioni a rischio, ossia diabetici, ipertesi, obesi e cardiopatici. Il disegno di legge, a firma degli onorevoli Mulè e Patriarca, è ora in discussione in Parlamento. Infine, è storica la dichiarazione dell'Organizzazione mondiale della sanità del 23 maggio scorso, che riconosce la malattia renale cronica quale priorità di salute pubblica. Un traguardo di enorme valore - conclude la Sin - che consente di agire con più forza in partnership con le istituzioni per la prevenzione primaria e secondaria della Mrc.
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(Adnkronos) - E' stato presentato il nuovo report 'Reach the goals | Le startup italiane per gli sdg', la quarta tappa di un percorso di analisi e valorizzazione dell’ecosistema innovativo italiano avviato da Cariplo Factory nel 2020. Dopo aver raccontato l’impatto delle startup durante la pandemia con 'Startup vs Covid-19', celebrato l’imprenditoria femminile in 'Pow(h)er generation' e approfondito la sostenibilità con 'Sustainability waves', Cariplo Factory prosegue il suo impegno dando voce a 128 tra startup e pmi innovative che operano, ogni giorno, con soluzioni concrete ispirate agli obiettivi di sviluppo sostenibile (sdg) dell’agenda 2030. Sono solo una parte del più ampio ecosistema italiano dell'innovazione, ma le loro caratteristiche ne fanno un campione rappresentativo delle aziende che possono contribuire in maniera concreta, con soluzioni messe alla prova dal mercato, al raggiungimento dei goals previsti per il 2030.
Dalla ricerca emerge infatti che tutte le startup coinvolte lavorano su uno o più sdg, con un’attenzione particolare al Goal 12 (consumo e produzione responsabili), al Goal 3 (Salute e benessere) e al Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico). Al contrario, i meno presidiati dalle startup, sono il 17, 'Partnership per gli obiettivi', il 16, 'Pace, giustizia e istituzioni solide', il 10 'Ridurre le disuguaglianze' e l’1 'Sconfiggere la povertà', sintomo delle difficoltà nel trasformare in business sostenibili le tematiche più istituzionali e sistemiche.
Il report, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione Europea, si inserisce in un contesto nazionale e globale: secondo il Global sustainable development report 2024 solo il 17% dei target misurabili hanno buone probabilità di essere raggiunti entro il 2030, mentre quasi la metà (48%) sono a rischio di mancare l'obiettivo, pur tenendo conto di tutte le difficoltà di misurazione su scala globale. Anche l’ultimo rapporto Istat 2024 sottolinea non pochi ritardi nel raggiungimento degli sdg. Tuttavia, c'è spazio per l'ottimismo: innovazione, tecnologia e intelligenza artificiale sono indicate dai maggiori esperti e policy maker come strumenti cruciali per accelerare il percorso.
Sono giovani, ma con una forte vocazione all’espansione verso l’estero e un livello di maturità tecnologica elevato (circa il 70% delle startup ha già ottenuto certificazioni o brevetti) le 128 startup e pmi innovative che hanno risposto al questionario del report 'Reach the goals'. In maggioranza si tratta di startup (66% del totale, rispetto al 34% di pmi innovative) di cui la metà in fase pre-seed e seed, il 20% in early stage e 30% in fase growth. Sono attive prevalentemente in ambito B2B, nel 70% dei casi, anche se non mancano quelle che si rivolgono al mercato consumer e a quello della pubblica amministrazione. Molte le sovrapposizioni che evidenziano il potenziale trasversale e cross-settoriale delle soluzioni tecnologiche innovative: una su quattro opera in almeno due segmenti contemporaneamente tra B2B, B2C e B2G. Oltre la metà delle startup e pmi è stata fondata solo dopo il 2021 e più del 90% ha preso forma dopo l'istituzione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nel 2015. Sono aziende nate, in tutti i sensi, nell'era degli sdg, e nelle loro dinamiche riflettono tutta la complessità di un mondo che vuole conciliare crescita economica con lo sviluppo sostenibile, perseguendo i vantaggi e benefici generati da entrambi.
Molti complessi e trasversali i settori in cui operano le 128 startup e aziende innovative che hanno partecipato a Reach the goal: dall’agritech, che presidia il campo dei dispositivi di monitoraggio per l’agricoltura e il risparmio di risorse idriche (9,3% del campione intervistato), all’efficientamento energetico dove risultano imprese attive nella produzione di impianti geotermoelettrici innovativi e altri startupper che stanno implementando piattaforme per automatizzare i processi per la diffusione di impianti a fonte rinnovabile.
Sono il 4,6% le imprese attive nel sociale, tra cui c’è chi sta lavorando per abbattere le barriere alla comunicazione per le persone sorde e chi - attraverso centri polispecialistici in città complesse come Milano - offre prestazioni in medicina, psicologia e riabilitazione a tariffe accessibili per tutti e gratuite per le fasce vulnerabili della popolazione. Non manca attenzione al mondo education, con giovani imprenditori che intrecciano ricerca, tecnologia e teatro per favorire percorsi di educazione, formazione e partecipazione verso le nuove generazioni. E ancora c’è chi sta lavorando per migliorare la ricerca del lavoro attraverso la tecnologia, come la startup dedicata alla crescita professionale di neogenitori e genitori.
E ancora, tra le startup intervistate c’è chi intreccia cultura e tecnologia, come la piattaforma di itinerari che offre proposte di viaggio, cultura e sostenibilità seguendo percorsi alternativi ai circuiti turistici tradizionali, oppure l’app che favorisce l’accesso a migliaia di opere d’arte in alta risoluzione provenienti dai principali musei italiani e stranieri.
Molto interessante la startup che applica le AI alla diagnosi medica per la diagnostica polmonare avanzata con l’obiettivo di creare il primo Large Language Model per la chirurgia e il monitoraggio dei pazienti; sempre nell’ambito medicale e della salute femminile (Fem tech), qualcuno sta creando la prima clinica virtuale in Italia dedicata alla menopausa.
Tra le 128 imprese intervistate sono presenti anche realtà che lavorano nell’ambito dell’architettura e dei nuovi materiali: dalla progettazione di mobili per bambini con materiali sostenibili, modulabili verso una politica zero rifiuti allo sviluppo di materiali di nuova generazione ed eco-sostenibili ricavati dagli scarti dei tappi di sughero provenienti dalla Sardegna. Infine, c’è chi guarda verso alto e progetta sistemi di telecomunicazione satellitari miniaturizzati, mentre nel mondo foodtech si lavora con un dispositivo portatile in grado di rilevare la presenza di glutine nei piatti serviti nei ristoranti.
Molte imprese di 'Reach the goals' hanno avuto origine da imprenditori e imprenditrici del Sud e che sono stati richiamati – nella costante ricerca di mercati di sbocco, capitali, connessioni - verso le regioni settentrionali del Paese, nelle quali risulta essere più semplice sviluppare il business, sia per possibilità di intercettare forme di investimento sia per il dinamismo del mercato dell’innovazione stesso. La localizzazione delle aziende rispecchia il divario esistente tra il Nord, dove ha sede il 64% del totale, e il Centro-Sud, da cui tuttavia numerosi imprenditori sono giunti per portare ricchezza all’intero ecosistema, partendo dalla terra d’origine. Lo stesso discorso può essere fatto per il genere dei founder: anche qui i numeri possono ingannare, a una prima vista, con il 63% delle aziende fondate da team composti unicamente da uomini e il 9% da sole donne. Da notare, tuttavia, come un team su tre sia caratterizzato da una composizione “mista”, con una significativa presenza femminile, segnale di un cambiamento in corso e di una progressiva rimodulazione dei rapporti di genere al di là di ogni netta contrapposizione.
Le startup di 'Reach The Goals' sembrano prediligere alcuni obiettivi rispetto ad altri, come Consumo e produzione responsabili (Goal 12), indicato come principale dal 20% delle aziende, seguito da Salute e benessere (Goal 3) dal 16% e Lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13) dal 13%. In doppia cifra anche imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9) e città e comunità sostenibili (Goal 11), entrambi indicati dall’11%. Tutti gli altri obiettivi sono sotto quota 10%, con un solo Goal, il 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti) non indicato da nessuna azienda come obiettivo principale.
Gli obiettivi principali, però, si intersecano e si integrano sempre più con altri obiettivi presidiati con intensità differenti a seconda delle singole aziende, come Istruzione di qualità (Goal 4), Parità di Genere (Goal 5), Vita sulla Terra (Goal 15).
Dal report emerge come tra il Sud e il Centro ci sia una netta prevalenza di imprenditori specializzati su pochi ma ben definiti sdg, come salute e benessere (Goal 3), istruzione di qualità (Goal 4), consumo e produzione responsabili (Goal 12) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13). Al Nord, invece, si assiste a una distribuzione sensibilmente più uniforme tra tutti gli obiettivi. Per quanto riguarda la distribuzione per generi, i team misti e composti unicamente da donne dominano nell’ambito dell’acqua pulita e servizi igienico sanitari (Goal 6) e consumo e produzione responsabili (Goal 12), oltre al più 'scontato' parità di genere (Goal 5), dove spicca, in negativo, l’assenza di team misti o solo maschili. I team misti, in questa speciale classifica, si collocano ai primi posti quando si tratta di Consumo e produzione responsabili (Goal 12), sconfiggere la povertà (Goal 1), acqua pulita (Goal 6) e partnership per gli obiettivi (Goal 17).
Un dato a tinte chiaroscure che emerge da report è il contributo da parte del sistema Paese a sostenere imprese innovative e startup: nella maggior parte dei casi, gli imprenditori hanno contato sulle proprie forze, senza poter o voler accedere a bandi e finanziamenti dedicati all'imprenditoria sostenibile, se non per il 30% dei casi esaminati. Percentuale che scende al 20% per quanto riguarda le aziende localizzate nel Centro-Sud e in quelle fondate da sole donne. Una mancanza di supporto che colpisce maggiormente le aziende in fase pre-seed e seed, dove meno di un terzo è riuscito a beneficiare di bandi e finanziamenti dedicati; mentre per quanto riguarda l'early stage la percentuale migliora sensibilmente, e quasi la metà del totale ha potuto garantirsi un finanziamento. Tra i goal meno coperti da bandi e finanziamenti dedicati all’imprenditoria sostenibile spiccano città e comunità sostenibili (Goal 11) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13), con l'80% delle aziende che dichiarano di non aver ricevuto alcuna forma di sostegno dedicato; nell'ambito della salute e benessere (Goal 3), imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9), consumo e produzione responsabili (Goal 12) si scende al 60%, al di sotto quindi della media complessiva.
Va meglio con i programmi di accelerazione e incubazione: quasi l'80% del totale delle aziende ha partecipato ai programmi, con importanti differenze in base ai singoli obiettivi. In particolare, le imprese attive in un Goal ampiamente presidiato come salute e benessere (Goal 3) sfiorano il 100% di partecipazione a programmi di accelerazione e incubazione, mentre Goal come energia pulita e accessibile (Goal 7) e Lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13) non arrivano al 60%, con una significativa percentuale di startup che dichiarano di non aver mai preso parte a programmi di questo tipo.
Una nota positiva, in particolare, emerge dalla capacità delle singole aziende di valorizzare il proprio operato attraverso una misurazione volontaria d'impatto basata su bilancio di sostenibilità e sugli sdg. Una differenza, in questo caso, nell'ordine della doppia cifra percentuale: oltre l'80% delle startup che hanno realizzato almeno una delle due misurazioni ha ricevuto premi e riconoscimenti pubblici, rispetto a una percentuale che sfiora quota 70% per chi non ha realizzato alcuna relazione d'impatto. Un dato da prendere con le dovute cautele e proporzioni ma, in ogni caso, indicativo dell'importanza di compiere scelte ben precise quando si tratta della modalità di monitoraggio, analisi e, soprattutto, comunicazione verso l’esterno del proprio impegno nei confronti della sostenibilità.
Infine, le startup di 'Reach the goals' dimostrano di aver già ottenuto un riscontro positivo in termini di investimenti: oltre il 70% di esse ha ricevuto almeno un round di investimento, con percentuali variano dal 57% di città e comunità sostenibili (Goal 11) all'80% di salute e benessere (Goal 3), fino a sfiorare il 90% in Imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9). Quattro aziende su cinque, infine, sono alla ricerca di nuovi round, con il 20% interessato a raccogliere oltre un milione di euro e un altro 25% oltre mezzo milione. Al centro sono ampiamente predominanti, tra gli investitori, incubatori e acceleratori, affiancati al Nord da business angel, venture capital e CVC in misura maggiore rispetto al resto del Paese.
"Il nostro report - ha dichiarato Riccardo Porro, chief operating officer di Cariplo Factory - evidenzia il ruolo cruciale delle startup e pmi italiane nel colmare il divario sugli sdg, offrendo soluzioni innovative per imprese e istituzioni. Giovani, dinamiche, con brevetti e tecnologie testate in ambienti industriali, queste realtà stanno cambiando il paradigma, pur operando in un ecosistema che non sempre è in grado di offrire risorse e supporto adeguato Il contributo dell'ecosistema startup si concentra su alcuni macro-temi come consumo e produzione responsabili (Goal 12, 20%), salute e benessere (Goal 3%) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13, 13%), un dato che riflette i settori in cui il nostro Paese esprime maggiore tradizione e ambiti di eccellenza, come quello della bioeconomia e dell’economia circolare. Settori cruciali che, però, necessitano di nuovi approcci, come può essere quello delle filiere. Difficilmente, infatti, un'azienda, per quanto grande, riesce ad affrontare queste complessità facendo leva solo sulle proprie competenze. Per questo crediamo che l’open innovation possa essere un modello vincente: facilita l’accesso a know how ed esperienze esterne, accelera l’adozione di tecnologie già disponibili sul mercato, il tutto stimolando la crescita delle migliori startup”.
'Reach the goals' ha ottenuto il patrocinio della Commissione Europea; e il sostegno dei technical partner Aifi, Bocconi4Innovation, Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, Innovup, Italian Tech Alliance, La carica delle 101, Lifegate Way, Shetech. Reach the goals è frutto di un’esperienza - quasi decennale - nella gestione di progetti di innovazione da parte del team di Cariplo Factory. In questo periodo di tempo sono state sviluppate competenze e metodologie proprietarie, che permettono di accelerare i processi trasformativi all’interno delle aziende, creare ecosistemi di innovazione, organizzare percorsi di crescita e internazionalizzazione per le startup.
Da un punto di vista metodologico 'Reach the goals' è composto da 4 fasi principali: la call for startup, i criteri di selezione, la survey e gli actionable insights. La call for startup è il momento in cui gli innovatori sono stati chiamati ad aderire al progetto attraverso un form online, che per questa edizione è durato da ottobre 2024 a febbraio 2025. Il secondo step è stato quello dei criteri di selezione tra cui essere costituiti come startup o pmi innovativa, avere un trl (technology readiness level) pari o superiore a 4, avere la propria sede (principale) in Italia, essere attivi su almeno 1 sdg.
Terzo step è la survey stessa che si compone di un questionario di circa 40 domande, realizzato dal team che in Cariplo Factory che è responsabile delle iniziative in ambito circular economy e sustainability. Infine, gli actionable insights, ovvero l’interpretazione dei dati, per la cui analisi Cariplo Factory può contare su un team con un’esperienza in oltre 100 progetti nel mondo dell’open innovation.
(Adnkronos) - "Age-It: Ageing well in an ageing society propone la costituzione del primo 'Italian institute of ageing', un hub internazionale di ricerca che promuova l'Italia come leader nel campo della ricerca". A dirlo Elisabetta Barbi, docente di Demografia università La Sapienza - Age-It, intervenendo l'evento 'Demografia, un patto fra generazioni', per il ciclo di incontri Adnkronos Q&A, in corso al Palazzo dell'Informazione.
"L'Italia - spiega - può essere considerata un trend dell'invecchiamento globale. E' uno scenario nuovo a cui non siamo abituati, ma si può e si deve avere una visione positiva: viviamo più a lungo e meglio, potenzialmente le politiche ci possono aiutare per ridurre il gap tra fecondità realizzata e fecondità desiderata, i nostri giovani sono mediamente più istruiti, c'è una maggiore accettazione delle nuove forme familiari, le migrazioni possono contribuire a riequilibrare la nostra struttura per età".
"Così - continua - circa tre anni fa nasce Age-It: Ageing well in an ageing society, un programma di ricerca che include oltre 800 ricercatori che provengono dalle università italiane, da 27 enti di ricerca. Age-It si è posto da subito come un laboratorio per le politiche pubbliche. L'approccio si basa su tre principi: la multidisciplinarietà, la visione trasformativa, patto sistemico cioè l'idea di arrivare ad una società che sia veramente inclusiva e sostenibile per tutti".
Leggi tutto: Barbi (Age-It): "Costituire il primo Italian institute of ageing"
(Adnkronos) - Gli imballaggi alimentari normalmente utilizzati sono una fonte di micro e nanoplastiche nei cibi. E' il nuovo alert lanciato da una ricerca che analizza 103 studi scientifici aventi come oggetto di indagine queste particelle invisibili rilevate negli ultimi anni in diversi tessuti e organi del corpo umano, persino nel cervello. Gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista 'npj Science of Food', prendono in considerazione sia gli imballaggi che in generale quegli articoli che in qualche modo entrano a contatto diretto con gli alimenti. Anche l'apertura di una bottiglia di plastica o il taglio su un tagliere di plastica, si spiega nel lavoro, possono contaminare gli alimenti con micro e nanoplastiche.
I ricercatori guidati dal 'Food Packaging Forum' hanno valutato sistematicamente gli studi pubblicati che indagavano sulla presenza di particelle di plastica inferiori a 10 millimetri in alimenti che erano stati a contatto con un articolo o imballaggio realizzato in parte o interamente in plastica. Il risultato è "la prima mappa sistematica di evidenze scientifiche che indagano il ruolo dell'uso normale e previsto" di imballaggi e altri articoli a contatto nella contaminazione degli alimenti", spiega Lisa Zimmermann, autrice principale del nuovo studio e responsabile della comunicazione scientifica del Food Packaging Forum. Questi elementi "sono una fonte rilevante di micro e nanoplastiche nei prodotti alimentari; tuttavia, il loro contributo all'esposizione umana a micro e nanoplastiche è sottovalutato".
I dati raccolti sono liberamente accessibili tramite una dashboard, strumento che consente agli utenti di filtrare i dati inclusi in base al tipo di imballaggio, al principale materiale a contatto con gli alimenti, all'eventuale presenza di micro e nanoplastiche e, in caso affermativo, alla loro dimensione e al tipo di polimero. L'intento degli autori è di "aiutare a colmare le lacune nella conoscenza sulla fonte di micro e nanoplastiche negli alimenti", afferma Jane Muncke, coautrice dello studio, Managing Director e Chief Scientific Officer del Food Packaging Forum. "Tuttavia, dimostra anche che sono necessarie ulteriori ricerche per caratterizzare meglio la migrazione di micro e nanoplastiche correlata ai materiali e agli usi di imballaggi e altri prodotti. È importante sottolineare che l'implementazione di un quadro armonizzato di test e reporting è fondamentale per garantire dati affidabili e comparabili, che possano orientare le future decisioni politiche". Secondo i ricercatori, l'emanazione di normative che impongono test sulla migrazione di micro e nanoplastiche per gli imballaggi alimentari potrebbe contribuire a proteggere meglio i consumatori dai potenziali impatti sulla salute umana. I consumatori, concludono i ricercatori, possono anche prevenire l'esposizione scegliendo imballaggi e utensili da cucina privi di plastica.
Leggi tutto: Alert scienziati, micro e nanoplastiche da imballaggi a cibo
(Adnkronos) - "Sono tre le proposte per rendere più presenti sul mercato del lavoro le donne, aumentare il pil e fare aumentare il tasso demografico. Regolare il mercato del lavoro in modo da rendere impossibile l'abuso dei contratti a termine nelle varie declinazioni, che è il contrario di ciò che ha fatto il governo che ha completamente liberalizzato la somministrazione, ha tolto le causali nel lavoro a termine. E poi introdurre il congedo obbligatorio di maternità e paternità, tenendo conto della possibilità di riconoscere il lavoro autonomo che non va assolutamente dimenticato. E andare avanti sulla riforma dell'autosufficienza". A dirlo oggi Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd, intervenendo all'evento 'Demografia, un patto fra generazioni', per il ciclo di incontri Adnkronos Q&A, in corso al Palazzo dell'Informazione.
"Abbiamo - sottolinea - un tasso di partecipazione al mercato del lavoro, per donne e giovani, molto basso e una penalizzazione sul salario molto alta. Il problema è la bassa qualità del lavoro data da una flessibilità che però penalizza le donne".
(Adnkronos) - Can Yaman e Sara Bluma stanno insieme? A giudicare dal bacio che i due si sono scambiati sul red carpet sembrerebbe proprio di sì. L'attore e modello turco ieri, lunedì 23 giugno, ha sfilato all'Italian Global Series Festival, a Rimini, in compagnia della sua nuova fiamma Sara, dj già nota nel panorama musicale.
Can Yaman e Sara Bluma, dopo le voci di un presunto flirt, sono usciti allo scoperto. I due hanno sfilato mano nella mano sul red carpet e con un bacio appassionato davanti ai fotografi hanno ufficializzato la loro relazione.
Sara Blume, nome d’arte di Sara Chichani, è una dj di origini algerine che sui social conta più di 27 mila follower. Ha una carriera avviata nel mondo del clubbing europeo ed è molto conosciuta per le sue serate da dj a Ibiza, Berlino e Parigi. Negli anni è riuscita a conquistarsi il favore del pubblico. Sara ha creato 'Boudoir', il format delle sue serate che fonde musica elettronica, burlesque e cabaret. Nel 2022 ha pubblicato il suo primo album, Teenage Dream.
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(Adnkronos) - "Si conferma il trend di un inverno imprenditoriale per i nostri giovani: negli ultimi dieci anni le imprese giovanili, cioè controllate da un under 35, sono in calo del 26%, passando da 580mila a circa 420mila". A dirlo Paolo Ghezzi, direttore generale InfoCamere, intervenendo l'evento 'Demografia, un patto fra generazioni', per il ciclo di incontri Adnkronos Q&A, in corso al Palazzo dell'Informazione.
"Questo calo - fa notare - non è uniforme: ci sono settori come il commercio e l'edilizia dove il calo è stato anche del 40-45%, mentre ci sono segnali di resistenza, addirittura di crescita, come nei servizi alle imprese. Il dato che preoccupa molto è che nei ruoli di impresa stanno diminuendo i soggetti giovani, mentre stanno crescendo molto gli over 70".
"Senza imprese giovanili - continua - perdiamo capacità di innovazione, posti di lavoro qualificati e la spinta verso il futuro. Si rischia di chiudere, inoltre, perché non c'è il ricambio generazionale. Oggi per un giovane è difficile intraprendere un'attività imprenditoriale, ad esempio, per la difficoltà all'acceso al credito. C'è inoltre, la necessità di nuove imprese nel settore della digitalizzazione e dell'innovazione".
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