(Adnkronos) - Ha dato il primo segno di sé il 22 gennaio 2025. A quella data risale infatti, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il primo campione raccolto. Da allora la nuova variante di Sars-CoV-2 divenuta osservata speciale, NB.1.8.1, già battezzata 'Nimbus' dagli esperti sui social, è cresciuta nel silenzio. Il primo ad accorgersi di lei è stato il cacciatore italiano di varianti, Federico Gueli. Nel 2025, racconta all'Adnkronos Salute, "la Cina aveva caricato davvero poche sequenze". Poi a un certo punto i numeri hanno cominciato a salire. "E quando un Paese comincia a caricare più sequenze noi aumentiamo il livello di attenzione. Adesso con la riduzione dell'attività di invio di sequenze possiamo esaminarle una ad una ed è più facile. Con un lavoro di routine che facciamo quotidianamente, monitoriamo a tappeto i lignaggi". Ai tempi del boom del Covid "siamo arrivati anche a monitorarne 450 contemporaneamente. Controlliamo se crescono, che mutazioni e che vantaggi hanno".
In questo caso il progenitore della variante Nimbus, era già dominante in Cina "e io - prosegue la ricostruzione di Gueli - mi sono accorto di 3 o 4 sequenze con delle mutazioni, una di queste era già emersa e ritenuta vantaggiosa in altri lignaggi. L'ho quindi proposto al sistema Pango", una piattaforma open access che tiene traccia di quello che è diventato ormai un enorme albero di sequenze pieno di ramificazioni che fotografa l'evoluzione di Covid.
Tornando alla new entry NB.1.8.1 oggi è classificata come variante sotto monitoraggio dall'Oms. Nel report dell'agenzia Onu si spiega che è un lignaggio discendente di XDV.1.5.1, a sua volta discendente di JN.1. Rispetto alla variante Sars-CoV-2 attualmente dominante, cioè LP.8.1, Nimbus presenta delle mutazioni spike aggiuntive in una posizione in cui si ritiene possano aumentare la trasmissibilità. Fino al 18 maggio, risultavano 518 sequenze di NB.1.8.1 inviate alla banca dati Gisaid da 22 paesi (ma oggi "sono già più di mille", precisa Gueli), il 10,7% delle sequenze disponibili a livello globale nella settimana epidemiologica 17 del 2025, che va dal 21 al 27 aprile. Sebbene la percentuale rimanga bassa - aveva avvertito l'Oms - si tratta di un aumento significativo rispetto al 2,5% registrato 4 settimane prima (dal 31 marzo al 6 aprile 2025). Di questa variante è stata rilevata una maggiore circolazione anche nella regione europea, dall'1% al 6%.
La variante Nimbus "sicuramente ha un'origine in Cina", spiega Gueli. E' frutto di "più ricombinanti che hanno ricombinato a loro volta in un lungo lasso di tempo e hanno continuato a evolversi". Il nickname individuato per lei "fa riferimento alla nube ed è stato scelto perché richiama Nb nel nome", dice. "Ma non è la sola variante che stiamo tenendo d'occhio". "Gli studi scientifici che abbiamo in questo momento, condotti tempestivamente anche su NB.1.8.1" dal team dello scienziato cinese "Yunlong Cao, anche grazie al lavoro della comunità" dei cacciatori di varianti, "hanno evidenziato un'altra variante di interesse, un altro ricombinante, XFG. Tutte le varianti che notiamo in questo momento sono ricombinanti. Probabilmente il virus in questa fase non riesce più a ottenere un vantaggio solo con un'evoluzione e gli conviene mischiare parti del genoma per mettere insieme le mutazioni più vantaggiose, un mix di maggiore capacità evasiva e migliore trasmissibilità".
Gueli spiega, poi, la storia di una variante indiana. "Questo Paese non sta sequenziando tanto in questo momento, ma noi guardiamo anche le sequenze negli aeroporti americani, i campioni sequenziati da viaggiatori in entrata in America. In alcuni è presente l'indicazione del Paese di provenienza. In circa il 50% delle sequenze provenienti da questo Paese si rileva una nuova variante. Sebbene su poche sequenze sia indicativo fino a un certo punto, è un segno che la prevalenza in India è piuttosto alta. Proprio nello stesso periodo, noi ci accorgiamo anche che ci sono dei report giornalistici proprio dal Paese in questione che segnalano un aumento di casi in un'area precisa. Questa variante sembra piuttosto veloce e sarebbe una terza tipologia di evoluzione, ha nello spike delle mutazioni trovate per la prima volta in Africa, che si sono ricombinate più volte, dando vita a diverse" discendenze. "Il lignaggio indiano - dice Gueli - è stato appena designato XFP". E il lavoro dei cacciatori di varianti continua.
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(Adnkronos) - Con 163 sì, 91 no e un astenuto l'Aula della Camera ha approvato in prima lettura il decreto sicurezza che ora passerà al Senato.
In Aula, prima delle votazioni finali, la protesta di Pd, M5S e Avs. I parlamentari hanno esposto dai banchi delle opposizioni cartelli con scritto: 'Né liberi, né sicuri', 'Non si arresta la protesta', 'La democrazia non si piega', 'Decreto paura'.
"Avete messo d'accordo avvocati e magistrati, tutti contro questo decreto legge. Una serie disorganica di misure repressive che riporta l'Italia indietro al codice fascista Rocco", ha detto Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto.
"Quelle che voi state imponendo sono misure che hanno come costanti, cito l'appello dei giuristi, torsione securitaria, limitazione del dissenso, accento posto prevalentemente sull'autorità e sulla repressione, e continuo, un disegno complessivo che tradisce un'impostazione autoritaria, illiberale, antidemocratica, non episodica o occasionale ma mirante a farsi sistema, a governare con la paura invece di governare la paura", ha scandito la leader dem.
"Il punto più vero e profondo è proprio questo - ha rimarcato - A voi di dare risposte alle paure non interessa nulla. Vi interessa alimentarle per puntare a un consenso facile, un'arma di distrazione di massa mentre tagliate la sanità pubblica, tagliate la scuola pubblica, tagliate l'università e bloccate il salario minimo".
"Con il via libera da parte dell’Aula della Camera dei deputati del decreto Sicurezza il governo Meloni mantiene ancora una volta gli impegni assunti con gli italiani, confermando al centro dell’azione di governo la sicurezza e la serenità dei cittadini - dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami - Un provvedimento squisitamente sociale che tutela i deboli, i minori, gli anziani, le vittime di usura e le tante persone che la sinistra ormai ignora inseguendo facinorosi e violenti. Come Fratelli d’Italia rivendichiamo con orgoglio il voto di oggi, che risponde ad anni di malgoverno della sinistra la quale ha alimentato insicurezza e disordini, venendo così incontro a una più diffusa e generale richiesta di legalità da parte degli italiani”.
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(Adnkronos) - Occhi arrossati, un senso di fastidio, di corpo estraneo nell'occhio. Sono i sintomi dell'occhio secco, un disturbo del film lacrimale e della superficie oculare sempre più diffuso, soprattutto da quando, tra pc, smartphone e Tv, viviamo circondati dagli schermi. Molto comune, soprattutto nelle donne dopo i 50 anni, il disturbo ha in realtà origini complesse e multifattoriali. E, sebbene non si tratti di una patologia grave in senso stretto, può compromettere sensibilmente il benessere quotidiano di chi ne soffre. A gestire questo problema è d'aiuto 'Sindrome dell'occhio secco? Meglio evitare il fai da te', il quarto episodio del vodcast 'Guardiamoci negli occhi', una serie dell'Oculista Italiano realizzata da Adnkronos - pubblicato oggi e disponibile nella sezione podcast di Adnkronos.com e su l'oculistaitaliano.it - che approfondisce in modo semplice, autorevole e diretto le principali problematiche della vista e le ultime novità di cura grazie al contributo di esperti, oculisti, ricercatori e professionisti del settore farmaceutico.
La prima cosa da fare è non ignorare il disturbo, "che potrebbe degenerare - spiega Vittorio Picardo, specialista in oftalmologia - Oggi vediamo sempre più persone colpite dalla sindrome del videoterminalista: passare ore davanti a schermi riduce la frequenza dell'ammiccamento, essenziale per la lubrificazione oculare. Il problema però non si limita alla sola esposizione ai dispositivi digitali. Le malattie sistemiche, come diabete o patologie autoimmuni, o le alterazioni ormonali tipiche nelle donne in menopausa o con disturbi tiroidei, come, del resto, il microclima ambientale, sono tutti fattori scatenanti". Ma il 'fai da te' non è mai consigliabile. "Molti - osserva Picardo - acquistano lacrime artificiali a caso, senza comprendere che non tutti i colliri sono uguali e che è necessaria una diagnosi precisa per scegliere il trattamento adatto".
Le lacrime "non sono solo acqua - ricorda Stefano Barabino, Centro di Superficie oculare e occhio secco presso l'Ospedale Sacco, Università di Milano - Contengono fattori di crescita fondamentali per il metabolismo di cornea e congiuntiva. Quando questi mancano, si genera un danno cellulare che alimenta ulteriormente l'infiammazione: un vero e proprio circolo vizioso" che può essere innescato da "molte malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide o la sarcoidosi, che inducono una risposta infiammatoria a livello della ghiandola lacrimale, che porta a una ridotta produzione di lacrime". Ma potrebbero giocare un ruolo anche "alcuni farmaci sistemici - antipertensivi, diuretici, antistaminici - che possono contribuire alla disfunzione lacrimale, rendendo necessario un approccio integrato".
Il disturbo dell'occhio secco "viene spesso banalizzato - evidenzia Carmelo Chines, direttore della testata all'Oculista italiano - ma la sua incidenza è alta: circa il 70% delle persone riferisce sintomi come bruciore o sensazione di sabbia nell'occhio". La diagnosi corretta può fare la differenza anche in termini di qualità della vita. "Un paziente ci ha raccontato - continua Chines - che i suoi problemi oculari gli avevano causato difficoltà relazionali e ansia durante gli esami universitari. Serve più consapevolezza - riflette - anche da parte di chi consiglia i trattamenti".
Come si cura l'occhio secco? "Trattando la superficie oculare - puntualizza Picardo - non solo idratandola. La lacrima ha una struttura complessa, con tre componenti - acquosa, mucosa e lipidica - che devono essere in equilibrio. Qualsiasi squilibrio - ormonale, infiammatorio o ambientale - può alterarne la stabilità". In casi di alterazione della qualità o quantità del film lacrimale, "è fondamentale una terapia mirata", non una scelta casuale tra i prodotti da banco. "Come non tutti i colliri sono uguali, come non tutti gli occhi secchi lo sono - rimarca Emanuela Aragona, specialista in oftalmologia, Clinica Oculistica Irccs, Ospedale San Raffaele di Milano - E' fondamentale scegliere prodotti senza conservanti, soprattutto per un uso cronico. I conservanti", paradossalmente, "nel tempo aggravano l'infiammazione, invece di lenirla. Tra le sostanze efficaci ci sono: acido ialuronico, vitamine, sostanze antiosmotiche e antinfiammatorie. Tuttavia, anche l'acido ialuronico non è sempre uguale: il suo peso molecolare e la sua capacità di legarsi alla superficie oculare determinano l'efficacia del trattamento. E' importante, poi, anche il modo d’uso: non si deve ricorrere al collirio solo quando c'è fastidio, ma usarlo regolarmente per ristabilire l'equilibrio della superficie oculare".
Un aspetto spesso trascurato è il legame tra occhio secco e disturbi dell'umore. "Ansia e depressione - conclude Chines - nascono quando una condizione invalidante non viene riconosciuta o curata. Sentirsi dire 'non hai nulla', quando si prova disagio, porta a frustrazione. L'apparente semplicità del problema, se non adeguatamente risolto, può avere effetti profondi sulla qualità della vita, sulla relazione con gli altri e sulla sicurezza personale". Un motivo in più per non perdere 'Sindrome dell'occhio secco? Meglio evitare il fai da te', il quarto episodio del vodcast 'Guardiamoci negli occhi', serie dell'Oculista Italiano online sulla sezione podcast di Adnkronos.com, sul canale YouTube di adnkronos.com e su l'oculistaitaliano.it.
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(Adnkronos) - Il Consiglio di Stato respinge tutti gli appelli, compresi quelli presentati dalla Rai e dal Comune di Sanremo, relativi al contenzioso per l'organizzazione del Festival della canzone italiana per il triennio 2026- 2028. In attesa del deposito delle motivazioni, nel dispositivo di sentenza n. 4706/2025, pubblicato oggi, il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile l'intervento delle associazioni dei consumatori e respinto gli appelli di Rai, Rai Pubblicità e Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar Liguria che imponeva una gara pubblica per l'assegnazione dei marchi del Festival, di proprietà comunale, giudicando illegittimo l’affidamento diretto alla Rai per le edizioni 2024-2025.
Dopo la decisione del Consiglio di Stato, si apre la fase negoziale tra il Comune di Sanremo e la Rai per l'organizzazione del Festival dal 2026 al 2028. La Rai, unico offerente alla manifestazione d'interesse, dovrà ora sedersi al tavolo delle trattative con l'amministrazione comunale. Nonostante la presenza di un solo offerente, l'accordo non è automatico.
La trattativa si baserà sui criteri della manifestazione d'interesse, inclusi gli obblighi economici e organizzativi, ma entrambe le parti hanno margini di manovra. Il Comune potrebbe puntare a condizioni ancora più vantaggiose, forte della legittimità confermata della procedura pubblica. Dall'altro lato, la Rai potrebbe cercare di ridimensionare le richieste dell'amministrazione, adducendo motivi di sostenibilità economica o limiti contrattuali.
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(Adnkronos) - "Ci vogliono risorse, ci vogliono finanziamenti, ci vuole una governance illuminata, ci vuole tanta cultura digitale, ci vogliono i codici deontologici che devono disciplinare per le singole professioni l'uso dell'intelligenza artificiale e ci vuole tanta formazione nelle scuole, nelle università, per far crescere la cultura dell'intelligenza artificiale, democratizzare il dibattito, coinvolgere tutti i cittadini in questa trasformazione digitale, non solo dal punto di vista degli usi concreti dell'ia, ma anche della conoscenza approfondita della stessa. È una scommessa democratica questa, non è una scommessa per addetti ai lavori, è importante che le istituzioni coinvolgano di più i cittadini in questa scommessa che è decisiva per il futuro del Paese". Così Ruben Razzante, docente di Diritto dell'informazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e alla Lumsa di Roma e autore del libro 'L’Algoritmo dell’uguaglianza', a margine del suo intervento alla sedicesima edizione del Festival del lavoro in corso ai Magazzini del Cotone a Genova, sul rapporto tra imprese, lavoro e Ia.
"L'obiettivo dell'addestramento" degli algoritmi al contrasto delle discriminazioni "è contenuto in un emendamento che abbiamo presentato come commissione straordinaria anti-odio presieduta al Senato dalla senatrice a vita Liliana Segre perché riteniamo che l'addestramento degli algoritmi sia fondamentale per evitare distorsioni, per combattere le discriminazioni, per sconfiggere i pregiudizi che inevitabilmente ci sono nell'intelligenza artificiale e che sono l'amplificazione dei pregiudizi che esistono nella vita reale".
"Quindi nel disegno di legge in discussione alla Camera, già approvato al Senato, noi speriamo che possa essere recepita questa nostra proposta che imporrebbe ai costruttori di soluzioni di intelligenza artificiale di porsi anche questo problema, come disciplinare l'uso dell'intelligenza artificiale rispettando l'obbligo di addestrare gli algoritmi e quindi di tutelare la persona dalle discriminazioni", ha sottolineato.
(Adnkronos) - Spiegano che si tratta più "di una adesione che di un partecipazione" ma che insomma sosterranno entrambe le iniziative su Gaza in programma la prossima settimana. Sia la manifestazione a piazza San Giovanni a Roma, indetta da Pd, M5S e Avs il 7 giugno sulla piattaforma unitaria già presentata in Parlamento. Sia quella che si terrà il giorno prima a Milano organizzata da Azione e Italia Viva che avevano chiesto, senza ottenerlo, di integrare la piattaforma della piazza romana alle richieste di Sinistra per Israele, in particolare la condanna di ogni antisemitismo.
"E' il momento di unire e non di dividersi", spiega Lia Quartapelle all'Adnkronos. Insieme alla deputata Pd, un gruppo di esponenti dem di area riformista hanno deciso di aderire ad entrambe le manifestazioni. Tra questi Lorenzo Guerini, Pina Picierno, Giorgio Gori, Filippo Sensi, Marianna Madia, Walter Verini, Virginio Merola, Sandra Zampa, Valeria Valente.
Aggiunge Quartapelle: "Parteciperò a entrambe le manifestazioni. Questo è un momento per unire non dividersi. Bisogna fare la massima pressione su Netanyahu perché si fermi e al governo italiano perché si attivi. E bisogna denunciare il crescente antisemitismo". Spiega ancora Filippo Sensi: "Penso che di fronte a quello che sta accadendo a Gaza non ci sono distinguo che tengano. Ragion per cui essere a Milano e a Roma va in questa direzione di fare unità, nelle differenze, di costruire ponti e non muri".
Anche Più Europa sarà a tutte e due le iniziative. Per Riccardo Magi è stato un "errore dividersi con due manifestazioni separate, un errore convocare in quel modo la manifestazione del 7 giugno a Roma e un errore la risposta di posizionamento politico dell’evento del 6 giugno di Milano. Come +Europa, con la nostra storia, non abbiamo problemi a partecipare a entrambe perché non abbiamo nulla da dimostrare a nessuno e in nome dell’unità delle opposizioni".
Leggi tutto: Manifestazioni Gaza, riformisti Pd aderiscono anche a iniziativa Renzi-Calenda
(Adnkronos) - E' stato annullato il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, dopo che una dei tre giudici che doveva valutare il caso è stata sorpresa mentre, all'interno dell'aula, faceva delle riprese vietate per girare un documentario di cui era protagonista. "Il procedimento sarà dichiarato nullo e non avvenuto", ha dichiarato Maximiliano Savarino, uno dei tre giudici. Savarino ha poi aggiunto che "sono stati causati danni alle parti e ai giudici del tribunale". A riportarlo è il giornale argentino Clarìn.
Maradona aveva 60 anni quando è morto il 25 novembre 2020, in condizioni precarie in una casa in affitto nel quartiere privato di San Andrés, a Benavídez, nel distretto di Tigre, 22 giorni dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per un ematoma subdurale presso la Clinica Olivos di Vicente López.
I procuratori dell'accusa Ferrari, Cosme Iribarren e Laura Capra hanno stabilito che l'équipe medica, composta da sette persone, è stata "carente", "sconsiderata" e "indifferente" nel suo operato, poiché "non ha fatto nulla" per impedire la sua morte.
Leggi tutto: Annullato il processo sulla morte di Maradona, si dovrà ricominciare da zero
(Adnkronos) - "Stiamo stringenti accordi sul territorio, con Its siciliani e campani per fare crescere sempre di più una presenza reale sul mercato del lavoro. Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta e stiamo riscontrando anche un'azione concreta da parte del governo al riguardo". Lo ha detto Marcello Di Caterina, vicepresidente e direttore generale Associazione logistica dell' intermodalità sostenibile (Alis), intervenendo al Festival del lavoro in corso a Genova presso i Magazzini del Cotone.
Leggi tutto: Lavoro, Di Caterina (Alis): "Accordi con Its per far crescere presenza sul territorio"
(Adnkronos) - "E' dello scorso autunno la firma dell'intesa con il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro per promuovere nella nostra catena di fornitura della certificazione Asse.co che va ad attestare regolarità contributiva ed economica nei rapporti di lavoro subordinato nelle imprese nostre partner strategiche della filiera. Siamo partiti con 40 aziende e stiamo continuando ad ampliare questo percorso". Lo ha detto Elisa Olivier, responsabile talent acquisition, learning, development and talent management Fincantieri, intervenendo alla sedicesima edizione del Festival del lavoro in corso a Genova.
Leggi tutto: Lavoro, Olivier (Fincantieri): "Con Asse.Co per regolarità imprese nostra filiera"
(Adnkronos) - Il governo italiano ha dato la sua disponibilità a trasferire in Italia Adam, l'unico dei dieci figli di una dottoressa di Gaza sopravvissuto a un raid israeliano contro la sua casa a Khan Younis una settimana fa. Lo fa sapere la Farnesina in una nota, secondo cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani sta seguendo il caso della famiglia della dottoressa Alaa al-Najjar, colpita nei giorni scorsi da un attacco militare israeliano che ha ucciso 9 dei suoi 10 figli e ferito gravemente il marito.
Il decimo figlio, Adam, è sopravvissuto ma è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Nasser di Khan Younis, uno dei pochi ospedali ancora funzionanti a Gaza. Il governo italiano ha dato la sua disponibilità a trasferire in Italia il ragazzo gravemente ferito. Su indicazione del ministro Tajani, la Farnesina sta verificando la fattibilità dell’operazione. L’Italia è pronta a collaborare con tutte le istituzioni potenzialmente coinvolte, considerando e rispettando le volontà della dottoressa e dei suoi familiari, riferisce la Farnesina in una nota.
Disponibilità ad accogliere e curare in Italia il piccolo Adam arriva dall'Associazione ospedali pediatrici italiani. L’AOPI comunica la propria piena disponibilità ad accogliere e prendersi cura, fin da subito, del piccolo Adam, che ha riportato ustioni gravissime e ferite su tutto il corpo, garantendogli le migliori cure mediche e il supporto necessario in un ambiente sicuro. “Nessun bambino deve essere privato del diritto alle cure, la loro salute è una priorità assoluta. Siamo pronti ad accogliere Adam e rilanciamo la nostra disponibilità ad accogliere quanti più bambini possibile all’interno delle nostre strutture associate, i nostri ospedali sono pronti a fare la loro parte”, dichiara Rodolfo Conenna, presidente di AOPI.
(Adnkronos) - La super modella Bianca Balti denuncia in una storia pubblicata su Instagram di non trovare i farmaci contro il cancro. "Sono una paziente oncologica - dice -. Il farmaco che sto aspettando non è facoltativo, è salvavita. Ho una carriera, una vita e delle responsabilità. Devo viaggiare per lavoro. Ma non posso farlo in sicurezza senza le pillole che state trattenendo".
"Di solito non lo faccio, ma ho esaurito la pazienza e il tempo", spiega Balti rivolgendosi all'assicurazione americana e alla catena di farmacie e servizi farmaceutici: "Ho bisogno che vi diate una mossa", esorta la modella, una vita la sua fra Usa e Italia e in giro per il mondo per lavoro. "Ho passato ore al telefono - continua - tra l'uno e l'altro. Nessuno si assume la responsabilità. Nessuno risolve. State deludendo i pazienti quando hanno più bisogno di voi. Ed è inaccettabile".
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(Adnkronos) - "In Italia abbiamo un 'gap terapeutico' nell’osteoporosi: dei 2,8 milioni di donne che avrebbero diritto al farmaco, 2 non vengono trattate. Il ruolo del medico di medicina generale è centrale nella prevenzione, l’individuazione e il trattamento dell’osteoporosi. È basilare che questo si impegni nella prevenzione primaria, valutando stile di vita, alimentazione e fattori di rischio dei pazienti, così come l'eventuale necessità di integrazione di calcio e vitamina D". Così Ferdinando Silveri, vicepresidente di Fedios, Federazione italiana osteoporosi e malattie dello scheletro, oggi a Milano, al lancio della campagna di informazione 'Non romperle! Non perdere tempo e proteggi le tue ossa', nata con l’intento di informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della salute delle ossa e promossa da Italfarmaco con il patrocinio di Fedios.
"Particolarmente importante è riuscire a individuare tutte quelle persone che hanno sofferto fratture da fragilità - aggiunge Silveri - È ovvio e intuitivo che il medico di medicina generale ha questa casistica tra i suoi assistiti tutti i giorni e dunque non è difficile prescrivere un farmaco a chi, ad esempio, ha avuto una frattura di femore. Non serve che il paziente faccia una radiografia, basta qualche esame del sangue e la diagnosi viene da sé. Purtroppo questo viene fatto solo nel 15% dei casi".
Trattare l’osteoporosi "significa prevenire le fratture per fragilità, che sono devastanti. Nella frattura di femore il 30% dei pazienti perde l'autonomia- rimarca - e ciò significa disabilità, un dramma per il soggetto che la vive. È stato evidenziato che l’impatto del timore di avere una frattura è devastante per il soggetto, quanto lo è il timore di un infarto o di un tumore. Come associazione pazienti promuoviamo continuamente campagne di educazione sanitaria per la popolazione. Le facciamo dal 2006 - conclude Silveri - Si cerca di dare alle persone quelle poche informazioni utili per prevenire l’osteoporosi, perché si tratta di una malattia che si può prevenire con una corretta informazione e senza creare allarmismi".
Leggi tutto: Osteoporosi, Silveri (Fedios): "Su 2,8 mln di donne 2 mln non sono trattate"
(Adnkronos) - "La situazione italiana dell'osteoporosi, aggiornata al 2021, è di circa 4 milioni di pazienti, di cui l’80% donne". Questo però "non significa che non debbano fare attenzione anche gli uomini. Si tratta di una patologia importante, che ha un impatto clinico ma anche in termini di costi, con un peso stimato intorno ai 10 miliardi l'anno. Se non facciamo qualcosa, con l'invecchiamento della popolazione la situazione tenderà a peggiorare. Quindi è assolutamente necessario un atteggiamento preventivo". A dirlo è Maurizio Rossini, professore di Reumatologia all’università di Verona e direttore dell’unità operativa complessa di Reumatologia dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, intervenendo, oggi a Milano, alla presentazione della campagna di informazione 'Non romperle! Non perdere tempo e proteggi le tue ossa', nata con l’intento di informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della salute delle ossa e promossa da Italfarmaco con il patrocinio di Fedios, Federazione italiana osteoporosi e malattie dello scheletro.
In tema di prevenzione, si deve innanzitutto guardare a quella non farmacologica. "Se ci sono dei fattori di rischio da correggere, come fumo, abuso di alcol ed errori alimentari, vanno corretti - sottolinea Rossini - Poi, in caso di carenze, bisogna pensare alla supplementazione, in particolare di calcio e vitamina D, 2 elementi che sono fondamentali per la salute delle ossa dopodiché, se ci sono forme avanzate di osteoporosi, si ricorre a farmaci".
Nella pratica clinica "osserviamo che spesso c’è un deficit di introito alimentare di calcio e, quindi, dobbiamo ricorrere a una supplementazione - aggiunge l’esperto - Di fronte a una carenza di vitamina D - molto diffusa in Italia - dobbiamo pensare a una supplementazione adeguata, preferibilmente giornaliera. Se trattando le carenze e intervenendo sugli stili di vita, come alimentazione e attività fisica, non si ha un risultato sufficiente, bisogna aggiungere un trattamento farmacologico che, nel caso dell'osteoporosi, è rappresentato da 2 classi di farmaci: quelli che rallentano l’attività delle cellule che riassorbono l’osso e quelli che stimolano le cellule che formano osso, gli osteoblasti. Oggi - chiarisce - abbiamo delle ottime opportunità terapeutiche. L’Istituto superiore di sanità e l’Aifa riconoscono che nelle forme più severe di osteoporosi, ossia in pazienti ad alto rischio di frattura, l’approccio terapeutico più indicato è il cosiddetto trattamento anabolico".
"Spesso vedo pazienti con convinzioni errate, derivanti da una cattiva comunicazione o da fake news, legate ad un presunto effetto negativo sul rischio cardiovascolare della supplementazione di calcio - evidenzia Rossini - In realtà la supplementazione va solo a correggere una carenza, ristabilendo quindi livelli fisiologici di calcio. In questo caso non c’è assolutamente nessun documentato aumento del rischio. Lo stesso vale anche in caso di supplementazione con calcio e vitamina D, il timore della calcolosi renale, a parte alcune patologie particolari, è assolutamente remoto perché, appunto, andiamo a correggere un deficit, senza ovviamente esagerare. Se ci limitiamo alla correzione del deficit - conclude - non corriamo nessun rischio".
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(Adnkronos) - La nutrizione e i fattori ambientali sono decisivi per il benessere generale della persona. Per questo la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in occasione del World Digestive Health Day 2025, ha promosso l’iniziativa dal titolo 'L'armonia invisibile: il microbiota tra ambiente e salute' presso l’Istituto Luigi Sturzo, nel centro di Roma. Un appuntamento ormai consolidato per offrire una riflessione multidisciplinare e aggiornata sull’impatto del microbiota intestinale nella prevenzione e gestione delle malattie croniche. Il microbiota viene così interpretato non solo come oggetto di studio clinico, ma anche come paradigma per ripensare il rapporto tra salute dell’uomo e salute dell’ambiente, in linea con un approccio 'One Health'.
In occasione dell’evento, sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta da Policlinico Campus Bio-Medico e Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e il National Biodiversity Future Center (Nbfc), recentemente illustrata anche alla Digestive Disease Week (Ddw) di San Diego. Lo studio ha coinvolto 130 partecipanti – tra pazienti con Malattia Infiammatoria Intestinale (Ibd), Sindrome dell’Intestino Irritabile (Ibs) e soggetti sani – e ha indagato le correlazioni tra microbiota intestinale, dieta, attività fisica, ambiente e profili molecolari (microRNA). I risultati confermano che la salute intestinale è fortemente influenzata da fattori ambientali e comportamentali, aprendo nuove prospettive per la medicina personalizzata in ambito gastroenterologico.
“La crescente attenzione internazionale verso lo studio del microbiota ha prodotto, negli ultimi anni, un vero e proprio cambio di paradigma”, ha affermato il promotore dell’evento, Michele Guarino, responsabile dell’Unità operativa semplice disturbi funzionali Intestinali e Microbiota del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Ad avviso di Guarino, “non si tratta più soltanto di un ambito specialistico o di frontiera, ma di un terreno sempre più centrale per comprendere e prendersi cura della salute umana nella sua interezza”.
"A rendere evidente questa trasformazione è la consapevolezza, oggi ben documentata dalla ricerca scientifica, che la composizione e la funzione del microbiota intestinale non dipendono solo dall’alimentazione o dall’uso di farmaci”, ha aggiunto Michele Cicala, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia del Policlinico, che poi ha continuato: "Esercitano anche una rilevante influenza, infatti, fattori ambientali e comportamentali come la qualità del sonno, lo stress psico-fisico, il rumore, il ritmo della vita, la qualità delle relazioni e persino gli stimoli sonori e musicali”.
I risultati "hanno mostrato che una dieta povera di fibre è associata a una riduzione della diversità del microbiota intestinale, una condizione che può compromettere l’equilibrio della flora batterica e aumentare la vulnerabilità dell’intestino. I pazienti con Malattia Infiammatoria Intestinale presentavano una diversità microbica marcatamente ridotta, mentre quelli con Sindrome dell’Intestino Irritabile avevano valori intermedi. Anche il livello di attività fisica risultava più basso nei pazienti rispetto ai soggetti sani, con un effetto potenzialmente sfavorevole sulla salute intestinale. In generale, è emersa una maggiore biodiversità intestinale nei soggetti residenti in ambienti rurali rispetto a quelli urbani, a conferma del ruolo dell’ambiente nella modulazione del microbiota. Un ulteriore elemento di rilievo è emerso dall’analisi della zonulina fecale, una proteina indicatrice della permeabilità della barriera intestinale: i soggetti che non seguivano un regime alimentare ispirato alla Dieta Mediterranea mostravano livelli più elevati, segnale di una compromissione della barriera mucosa intestinale".
"Particolarmente interessante - prosegue il lavoro - è stato anche lo studio dei microRna, piccole molecole di Rna non codificante che regolano l’espressione genica e svolgono un ruolo cruciale nei processi infiammatori e nella funzionalità delle cellule epiteliali intestinali. Alcuni di questi microRna, come miR-24 e miR-923, sono risultati alterati nei pazienti con Ibd, suggerendo il loro coinvolgimento nei meccanismi molecolari della malattia. Anche nei pazienti con IBS sono emerse variazioni, sebbene meno marcate".
"Questo convegno rappresenta un esempio concreto del nostro impegno per una sanità integrata, innovativa e centrata sulla persona”, ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale Paolo Sormani, che ha poi sottolineato come “il microbiota sia una delle frontiere più affascinanti della scienza biomedica: ricerche come quella presentata oggi ci aiutano a comprendere quanto la salute dell’intestino rappresenti effettivamente una chiave per leggere le condizioni dell’intero organismo, e quanto l’ambiente – nelle sue dimensioni ecologiche, sociali e culturali – sia un fattore determinante del benessere complessivo dell’individuo”.
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(Adnkronos) - In questi giorni di Roland Garros 2025, c'è un coro su tutti che si sta prendendo la scena. In ogni campo di Parigi, secondo Slam della stagione dopo gli Australian Open vinti da Jannik Sinner, i tanti tifosi e appassionati di tennis che stanno popolando, come ogni anno, le tribune si divertono a intonare un motivetto ben udibile anche dalla tv ed entrato nella testa persino degli stessi giocatori.
Tra un punto e l'altro qualcuno, sugli spalti, urla "Poporopoporopoooo" e tutti gli altri, puntalmente, rispondono con un "olèèè" prolungato. Il copione si ripete spesso nel corso di ogni partita del Roland Garros, anche a distanza di pochi punti, diventando una vera e propria colonna sonora del torneo. Dopo il suo match contro l'ungherese Fabian Marozsan, valido per il secondo turno e vinto in quattro set, Carlos Alcaraz, durante la tradizionale intervista post partita sulla terra rossa del Philippe-Chatrier, ha fatto una richiesta particolare al suo intervistatore: "Posso fare una cosa?", aveva domandato lo spagnolo, per poi allargare il sorriso e urlare nel microfono "Poporopoporopoooo", ricevendo il 'solito' "olèèè" e scatenando le risate del pubblico.
La frequenza con cui viene intonato il coro però, spesso anche da bambini, può risultare un po' fastidiosa non solo a chi sta seguendo il match dal vivo o in televisione, ma anche ad altri tennisti che non godono del senso dell'umorismo di Alcaraz. A lamentarsene apertamente è stato un altro spagnolo, Jaume Munar: "Non mi morderò la lingua. Trovo che sia una mancanza di rispetto non smettere di cantare e interrompere continuamente la concentrazione dei giocatori. Così non permettono che il gioco continui", ha detto dopo la sua sconfitta del secondo turno contro il francese Arthur Fils, "bisogna ricordare che noi siamo qui per fare il nostro lavoro. I tifosi sono lì per lo show, ma a volte il campo sembra un circo o un teatro. Succede troppo spesso. C'è un momento in cui non lasciano battere, non smettono di disturbare. Se faccio doppio fallo è colpa mia, ma bisogna lasciare che il gioco si svolga. Non ci lasciano fare il nostro lavoro"
È vero che il tennis, a differenza ad esempio del calcio o di quegli sport che possono contare su una vera e propria tifoseria, non offre una gran varietà di cori. Il motivetto aveva animato anche le tribune del Foro Italico negli ultimi Internazionali d'Italia, dall'iconico Pietrangeli fino al Centrale. Ogni tanto il pubblico variava con un "C'mon, let's go", mettendo in mezzo il nome del tennista di turno e ricevendo per risposta le mani battute a tempo dal resto dello stadio.
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(Adnkronos) - "Da anni il Festival del lavoro offre al Paese una riflessione rara sul futuro del lavoro e di questo va dato merito a Rosario de Luca e a tutti i consulenti del lavoro. Oggi ci troviamo di fronte a sfide di una complessità senza precedenti, viviamo un'epoca di cambiamenti sociali e politici rari e complessi, in un contesto geo politico come quello attuale. L'intelligenza artificiale sta modificando i processi produttivi e in questo momento le associazioni datoriali, gli organi professionali assumono un ruolo strategico, e di sicuro tutti siamo chiamati ad affrontare queste nuove sfide in un rinnovato spirito europeo". Lo ha detto il vicepresidente di Confapi, Francesco Napoli, intervenendo in un confronto al Festival del lavoro in corso a Genova.
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(Adnkronos) - "La contrattazione è lo strumento nevralgico per capire e affrontare i cambiamenti. E un altro strumento è la partecipazione, con la legge approvata in Parlamento che è utile per rispondere allo scenario attuale. A nostro parere, serve una grande alleanza tra parti datoriali, parti sociali e l'impegno del governo per mettere sul piatto gli strumenti per rispondere a questi cambiamenti". Lo ha detto Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl, intervenendo dal palco del Festival del Lavoro che si è aperto oggi nei Magazzini del Cotone a Genova.
"C'è poi tutto il tema del salario, e in questo è fondamentale anche la partecipazione agli utili d'impresa, e a nostro avviso è utile rispondere al cambiamento con una concezione nuova dell'economia", ha concluso.
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(Adnkronos) - ''Io ho sempre pensato che pagare le tasse non può essere una corsa ad ostacoli e sicuramente noi dobbiamo andare verso un fisco che sia più semplice, un fisco che deve aiutare anche verso un'adesione spontanea''. Lo afferma il direttore dell'Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, intervenendo al Festival del lavoro. ''Contrastare l'evasione non significa limitarsi o focalizzare tutta l'attenzione nell'attività delle verifiche e nell'attività dei controlli. Io sono convinto che contrastare l'evasione significhi diffondere una cultura della legalità, una cultura della responsabilità, far comprendere perché si pagano le imposte'', aggiunge il direttore.
''E quindi la vera sfida è far sì che il fisco venga percepito non più come un ostacolo'' bensì come ''un supporto, un qualcosa che possa aiutare il cittadino, possa aiutare l'impresa, un qualcosa che sia integrato nel sistema paese'', aggiunge il direttore. ''Proprio perché il sistema paese può trarre un vantaggio da questa azione dell'amministrazione finanziaria, ma anche perché credo che sia mio compito, sia compito dell'Agenzia, quello di sviluppare e di istaurare un nuovo clima, un clima che deve basarsi sulla trasparenza, sulla reciproca fiducia, un clima che deve fare riferimento ad un reciproco affidamento''.
''Questo percorso culturale, questo percorso di crescita, non può limitarsi soltanto all'azione del fisco, ma deve essere qualcosa che venga condiviso'', sottolinea Carbone. ''Per essere un percorso condiviso dobbiamo basarlo sul rispetto reciproco, sul confronto, senza alcun preconcetto, senza alcuna preclusione, con la massima disponibilità. E in primo luogo questo deve valere per noi, l'Agenzia delle entrate. Perché è giusto che l'esempio venga anche da noi, questo cambiamento di approccio culturale. E credo che questo sia il miglior modo per tutelare i contribuenti e quegli operatori che agiscono con correttezza''.
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