(Adnkronos) - Hamas pronta a respingere la nuova proposta Usa per un cessate il fuoco a Gaza e un accordo sul rilascio degli ostaggi. A dirlo alla Bbc è un alto funzionario del gruppo armato palestinese.
Ieri la Casa Bianca aveva dichiarato che Israele aveva "approvato" il piano dell'inviato statunitense Steve Witkoff e che era in attesa di una risposta formale da Hamas, ma un funzionario del gruppo islamista aveva poi affermato che la proposta non soddisfa le richieste fondamentali, tra cui la fine della guerra, e che Hamas avrebbe risposto a tempo debito.
Hamas sarebbe rimasta "delusa", secondo quanto riferito da Axios, dalla proposta "molto più sbilanciata a favore di Israele" rispetto alle precedenti. Secondo il giornalista Barack Ravid, non includerebbe infatti una chiara garanzia americana che il cessate il fuoco temporaneo diventi permanente, oltre a non affermare chiaramente che, se i negoziati dovessero proseguire oltre i 60 giorni, anche il cessate il fuoco continuerà e Israele non potrà violarlo unilateralmente come già avvenuto a marzo.
La nuova proposta di Witkoff prevede una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza e il rilascio di 10 ostaggi in due fasi entro una settimana l'una dall'altra. Sempre secondo i media israeliani, Hamas dovrebbe consegnare i corpi di 18 ostaggi ancora nelle sue mani e lo stesso dovrebbe fare Israele con i corpi di 180 palestinesi. Il piano prevede anche la scarcerazione di 125 palestinesi condannati all'ergastolo e di 1.111 abitanti di Gaza, arrestati dopo l'attacco del 7 ottobre.
I 60 giorni di tregua dovrebbero facilitare i negoziati per mettere definitivamente fine alla guerra e portare, contestualmente, al rilascio dei rimanenti ostaggi nelle mani della fazione palestinese.
La proposta di Witkoff stabilisce anche il ritorno della distribuzione degli aiuti nella Striscia sotto l'egida dell'Onu e delle organizzazioni internazionali. L'esercito israeliano, infine, dovrebbe ritirarsi nelle posizioni che occupava prima dell'inizio della nuova offensiva a marzo
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(Adnkronos) - Lo scenario geopolitico con al centro i dazi, la politica monetaria, la stabilità finanziaria dell'eurozona, l'euro digitale. Ma anche l'andamento della crescita dell'economia italiana, l'occupazione, il fenomeno della (non) crescita demografica nel nostro Paese e quelli della transizione tecnologica ed ecologica e del cambiamento climatico. Sullo sfondo, due grandi conflitti ancora aperti sul suolo ucraino e nella Striscia di Gaza. Oggi 30 maggio, alle 10.30 nella sede di via Nazionale, sarà la seconda volta che il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, fotograferà la situazione attuale nelle sue considerazioni finali. I temi quindi da aspettarsi saranno questi, come tradizione e nel solco dello scorso anno e dell'indirizzo impostato dal numero uno di Palazzo Koch. Con la novità, però, che oggi, a differenza del 2024, l'inflazione non fa più paura, mentre la fa la guerra commerciale dichiarata dal presidente degli Stati Uniti al resto del mondo, Unione europea e Cina in primis.
Nel corso dell'intervento di Panetta, che verrà seguito dalle più importanti personalità del mondo della finanza, assieme a quelle delle istituzioni e dei sindacati, spazio verrà dato anche al ruolo della Vigilanza e al contrasto al riciclaggio, sempre più al centro delle attenzioni delle banche centrali per via dell'avvento dell'intelligenza artificiale e delle criptovalute. Altri temi cardine del dibattito finanziario attuale, questi, soprattutto quello delle monete digitali non regolamentate, che inevitabilmente ha impatti non indifferenti sul fronte della concorrenza e del rispetto delle norme nel settore bancario. E sempre collegati alle criptovalute ci sono anche altri filoni che il governatore Panetta sicuramente affronterà: uno la tutela dei consumatori e l'importanza dell'educazione finanziaria, aspetto che la Banca d'Italia oramai da anni segue con estrema attenzione, attraverso il suo dipartimento specifico, e con numerose iniziative.
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(Adnkronos) - Una forte esplosione ha squarciato il silenzio della notte in via Livornese, nel comune di Empoli, intorno all'una. L'allarme è scattato per una probabile fuga di gas che ha provocato il crollo parziale di una casa cantoniera a due piani, situata nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria Firenze–Pisa.
Sul posto sono intervenuti prontamente i vigili del fuoco del comando di Firenze, con il personale del distaccamento di Empoli, con una squadra specializzata. I soccorritori hanno messo in sicurezza l'area, effettuato il controllo dell’edificio lesionato e verificato l’eventuale presenza di persone all’interno.
Fortunatamente l’unico occupante, un uomo di 47 anni, è riuscito a mettersi in salvo autonomamente prima dell’arrivo dei soccorsi. L’uomo, ferito ma cosciente, è stato affidato alle cure del personale sanitario del 118 e trasportato al pronto soccorso.
Durante l’intervento, i Vigili del fuoco hanno anche domato alcuni focolai divampati all’interno dei locali, conseguenti all'esplosione. La gravità dei danni strutturali ha richiesto l'intervento di un funzionario tecnico, che ha disposto l’inagibilità dell'edificio. L'esplosione ha causato il crollo parziale del tetto e lo spanciamento di un muro perimetrale sul lato rivolto verso la ferrovia.
In via precauzionale, è stata immediatamente interrotta la circolazione ferroviaria sulla linea Empoli–Pisa in entrambe le direzioni. In seguito alle verifiche e in accordo con il personale di Ferrovie dello Stato, è stato possibile riaprire il binario più distante dall'edificio compromesso, imponendo però un limite di velocità ai convogli in transito per motivi di sicurezza.
Le cause della fuga di gas sono attualmente in fase di accertamento. Sul posto anche le forze dell’ordine per i rilievi e il personale tecnico per la valutazione del rischio strutturale e ambientale.
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(Adnkronos) - Volodymyr Zelensky accusa ancora una volta la Russia di prolungare deliberatamente la guerra in Ucraina e di svuotare di significato i negoziati diplomatici. E lo fa dopo l'annuncio di Mosca sui colloqui a Istanbul il prossimo 2 giugno, quando il Cremlino ha assicurato che presenterà il suo 'memorandum', un documento che tuttavia né Kiev né tantomeno gli alleati coinvolti nei negoziati hanno ancora visto.
"E' un inganno" scrive su X, citando il presunto "memorandum", che il Cremlino aveva promesso di elaborare in vista dei colloqui multilaterali, ma che, secondo Kiev, non è mai stato condiviso né con l'Ucraina né con gli altri partner coinvolti.
"Anche il cosiddetto 'memorandum', che hanno promesso e che presumibilmente hanno preparato per oltre una settimana, nessuno lo ha ancora visto", ha scritto Zelensky. "Non è stato condiviso con l'Ucraina. Non è stato condiviso con i nostri partner. Non lo hanno neppure consegnato alla Turchia, il Paese che ha ospitato il primo incontro".
Il leader ucraino ha quindi attaccato la strategia di Mosca: "Stanno facendo di tutto per rendere gli incontri privi di significato. E questa è una ragione ulteriore per cui servono sanzioni e pressioni adeguate sulla Russia".
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov ha dichiarato mercoledì scorso che Mosca è pronta a presentare il 2 giugno a Istanbul il suo memorandum che "definisce la nostra posizione" e le richieste per superare "le cause profonde della crisi". Lavrov, ha reso noto il ministero degli Esteri russo, ha informato il suo omologo statunitense Marco Rubio sui preparativi di Mosca per i colloqui diretti con l'Ucraina a Istanbul lunedì prossimo.
Kiev aveva già chiesto a Mosca di fornire in anticipo le sue condizioni di pace per garantire che l'incontro produca risultati. "Non siamo contrari a ulteriori incontri con i russi e siamo in attesa del loro memorandum", ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov in un post su X.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan esorta Mosca e Kiev "a non chiudere la porta" al dialogo, mentre si attende la risposta ucraina sui colloqui diretti, proposti da Mosca, a Istanbul il 2 giugno per raggiungere un accordo di pace. "Siamo in contatto con la Russia e con l'Ucraina - fa sapere la presidenza turca -. Stiamo dicendo loro di non chiudere la porta fintanto che resta aperta. Continuiamo a impegnarci per la pace e continueremo i nostri sforzi".
"Per quanto ne so, non è ancora arrivata alcuna risposta... dobbiamo attendere una risposta dalla parte ucraina", ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, definendo "non costruttiva" la richiesta di Kiev alla Russia di fornire condizioni di pace prima dei colloqui.
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(Adnkronos) - Per ora i dazi, imposti dal presidente americano Donald Trump, resteranno in vigore. Lo ha stabilito la Corte d'Appello federale che ha concesso una sospensione temporanea della sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale fino a nuovo avviso, lasciando così aperta la possibilità di ulteriori sviluppi giudiziari.
In precedenza il tribunale federale americano ha stabilito che Donald Trump non ha l'autorità di imporre i dazi ingenti che hanno fatto schizzare i prezzi delle importazioni negli Stati Uniti. Tre giudici della United States Court of International Trade di Manhattan hanno ordinato lo stop alle tariffe doganali imposte da Trump, anche quelli annunciati il 2 aprile. La decisione impediva anche a Trump di applicare le misure tariffarie, imposte a inizio anno, contro Cina, Messico e Canada e presentate come decisione per contrastare il flusso del Fentanyl negli Usa.
I giudici si sono pronunciati a favore di un'"ingiunzione permanente", che potrebbe bloccare le misure tariffarie annunciate in nome dell'International Emergency Economic Powers Act prima ancora dei possibili "accordi" con i partner commerciali degli Usa, e hanno indicato un periodo di dieci giorni per l'emissione di provvedimenti amministrativi "per rendere effettiva l'ingiunzione". La maggior parte dei dazi, ma non tutti, sarebbero così bloccati se la sentenza fosse confermata.
La sentenza riguarda i dazi del 30% contro la Cina, del 25% sulle merci importate da Messico e Canada e quelli del 10% sulla maggior parte dei beni che arrivano negli Usa. Non riguarda, invece, le misure tariffarie al 25% su auto e componenti, acciaio e allumino, imposti in nome del Trade Expansion Act.
Tra i tre giudici della Us Court of International Trade che mercoledì hanno bocciato i dazi di Donald Trump c'è anche un togato nominato dal tycoon durante il suo primo mandato alla Casa Bianca.
La Casa Bianca aveva duramente criticato la decisione della Corte del Commercio Internazionale, definendola "palesemente sbagliata" e annunciando ricorso immediato. "La corte ha abusato del proprio potere per usurpare l’autorità del presidente Trump", ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, mentre il Dipartimento di Giustizia ha chiesto un congelamento amministrativo del verdetto e ha detto di volersi rivolgere d’urgenza alla Corte Suprema.
Dopo la sospensione della sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale, il presidente Trump è intervenuto sul social Truth attaccando i giudici che avevano deciso lo stop ai dazi, parlando di "sentenza politica".
Il Tribunale, ha scritto, "si è incredibilmente pronunciato contro gli Stati Uniti d'America su dazi disperatamente necessari, ma fortunatamente l'intera giuria di 11 giudici della Corte d'Appello degli Stati Uniti per la Corte Federale hanno sospeso l'ordinanza".
"Da dove vengono questi tre giudici iniziali? Com'è possibile che abbiano potenzialmente arrecato un danno così grande agli Stati Uniti d'America? È solo odio per "Trump"? Quale altra ragione potrebbe esserci?", si chiede il tycoon.
E ancora: "La sentenza del Tribunale Suprema degli Stati Uniti per il Commercio Internazionale è sbagliata e politica! Speriamo che la Corte Suprema annulli questa orribile decisione, che minaccia il Paese, rapidamente e fermamente. Non si deve permettere ai "truffatori" dietro le quinte di distruggere la nostra Nazione", l'accusa nel lungo post.
Per Trump, "giudici della sinistra radicale, insieme ad altre pessime persone, stanno distruggendo l'America. Con questa decisione, il nostro Paese perderebbe migliaia di miliardi di dollari, denaro che renderebbe l'America di nuovo grande. Sarebbe la sentenza finanziaria più severa mai pronunciata nei nostri confronti come nazione sovrana". Ma, conclude "il presidente degli Stati Uniti deve avere il potere di proteggere l'America da coloro che le stanno arrecando danni economici e finanziari".
(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo al Roland Garros 2025. Il tennista azzurro sfida oggi, venerdì 30 maggio, l'argentino Mariano Navone, numero 97 del mondo, nel terzo turno del torneo parigino, secondo Slam della stagione dopo gli Australian Open, vinti da Jannik Sinner lo scorso gennaio. Musetti fin qui ha battuto il tedesco Hanfmann all'esordio e si è ripetuto contro Cilic al secondo turno.
La sfida tra Musetti e Navone è in programma oggi, venerdì 30 maggio, alle ore 11 sul campo Suzanne-Lenglen. I due tennisti si sono affrontati in due precedenti, con il parziale in perfetta parità: 1-1. L'ultimo match risale alle scorse Olimpiadi di Parigi, quando Musetti si impose in due set.
Musetti-Navone, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+.
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(Adnkronos) - Il Giro d'Italia torna con la diciannovesima tappa. Oggi, venerdì 30 maggio, la Corsa Rosa affronta la sua terzultima frazione: 166 chilometri, da Biella a Champoluc, in Valle d'Aosta. Una tappa da uomini di classifica, che potrebbe anche cambiare la classifica generale. Al momento, la maglia rosa è sempre il messicano Isaac Del Toro.
La tappa numero 19 del Giro d'Italia domani parte da Biella, città piemontese ai piedi delle Alpi Biellesi, e arriva dopo 166 chilometri a Champoluc, una frazione di Ayas, nell'alta val d'Ayas, in Valle d'Aosta. La tappa è la prima delle due tappe alpine prima della fine del Giro, in cui gli uomini di classifica proveranno a mettere in difficoltà il leader della corsa, Isaac Del Toro. Tappa alpina fatta di sole salite e discese. Dopo 4 km la salita a Croce Serra con il primo Gran premio della montagna, di livello 3, per poi entrare nella valle della Dora Baltea.
Breve falsopiano fino a Verrès e poi tre lunghe salite da circa 15 km ciascuna senza respiro fra loro. Prima di scalare il Col Tzecore (con lunghi tratti oltre il 12% negli ultimi 4000 metri) c'è un traguardo volante a Pont-Saint-Martin mentre sul Col Tzecore un Gpm di primo livello. Poi si scalano il Col de St.Pantaléon, con Gpm di primo livello, e il Col de Joux, in cui c'è un altro Gpm di primo livello. Terminata la discesa su Brusson, inizia l'ultima parte con il passaggio da Antagnod (pendenze fino all'11%), in cui c'è un Gpm di secondo livello, che termina a 5 km dall'arrivo.
Dopo Antagnod inizia la discesa, dapprima blanda fino ai 3000 metri dove la pendenza aumenta, per terminare con alcuni tornanti all'ultimo chilometro in centro a Champoluc. All’ultimo chilometro inizia un tratto in lastricato che termina a 400 m dall’arrivo, tutto in leggera ascesa. Retta finale di 80 m su asfalto larghezza 7 m. A Sain Vincent presente un traguardo volante, come a Chatillon.
La 19esima tappa del Giro d'Italia 2025 partirà alle 12.20, con l'arrivo che dovrebbe essere intorno alle 17.15. La diretta tv in chiaro dell’edizione numero 108 della Corsa Rosa sarà a cura di Rai Sport e Rai 2 (streaming gratuito su RaiPlay), mentre la diretta tv in abbonamento sarà fruibile su Eurosport 1. Lo streaming in abbonamento sarà disponibile su Discovery+, Sky Go, Now e Dazn.
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(Adnkronos) - Niente di fatto sul fronte della tregua di 60 giorni a Gaza, proposta dagli Stati Uniti, con il piano Witkoff. Hamas, tramite il suo leader in esilio Bassem Naim, ha fatto sapere all'Afp che "non risponde alle richieste del nostro popolo". Non si tratta però di una chiusura definitiva perché la stessa fonte aggiunge che la leadership del movimento sta ancora "esaminando la proposta".
Il piano degli Stati Uniti era stato, invece, approvato dallo stesso primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu come ha riportato Canale 12.
Hamas sarebbe rimasta "delusa" per una proposta che, secondo quanto riferito da Axios, sarebbe molto più sbilanciata a favore di Israele rispetto alle precedenti. Secondo il giornalista di Axios, Barack Ravid, non include una chiara garanzia americana che il cessate il fuoco temporaneo sarà permanente. Ha anche osservato che la nuova proposta non afferma chiaramente che, se i negoziati dovessero proseguire oltre i 60 giorni, anche il cessate il fuoco continuerà e Israele non potrà violarlo unilateralmente come già avvenuto a marzo.
La nuova proposta dell'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, prevede una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza e il rilascio di 10 ostaggi in due fasi entro una settimana l'una dall'altra. Sempre secondo i media israeliani, Hamas dovrebbe consegnare i corpi di 18 ostaggi ancora nelle sue mani e lo stesso dovrebbe fare Israele con i corpi di 180 palestinesi. Il piano prevede anche la scarcerazione di 125 palestinesi condannati all'ergastolo e di 1.111 abitanti di Gaza, arrestati dopo l'attacco del 7 ottobre.
I 60 giorni di tregua dovrebbero facilitare i negoziati per mettere definitivamente fine alla guerra e portare, contestualmente, al rilascio dei rimanenti ostaggi nelle mani della fazione palestinese.
La proposta di Witkoff stabilisce anche il ritorno della distribuzione degli aiuti nella Striscia sotto l'egida dell'Onu e delle organizzazioni internazionali. L'esercito israeliano, infine, dovrebbe ritirarsi nelle posizioni che occupava prima dell'inizio della nuova offensiva a marzo.
(Adnkronos) - "Avanti tutta, più forti di prima". Così su X il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con un chiaro riferimento all'accordo con il tecnico Antonio Conte per farlo rimanere anche nella prossima stagione sulla panchina del Napoli. Il numero uno del Napoli ha così di fatto confermato la permanenza di Conte, postando la foto di lui e Conte che esultano insieme sul bus della festa scudetto sul lungomare di Napoli. Poi su Instagram il club ha pubblicato un video dal titolo che dice tutto: "Conte again".
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(Adnkronos) - È diventata operativa la 'Mignon factory' di Eureka, un nuovo stabilimento interamente dedicato alla produzione della linea iconica dei macinacaffè professionali dell’azienda fiorentina. Frutto di un investimento di 3 milioni di euro, dal nuovo impianto sono stati lanciati sul mercato in questi giorni tre nuovi modelli del macinacaffè tecnologico Mignon che verranno prodotti per il target dei consumatori privati.
All’interno del nuovo stabilimento, inaugurato alla presenza dei maggiori players del caffè, tra cui Lavazza, Illy e Smeg, vengono impiegate 24 risorse umane ad alta specializzazione. L’impianto produttivo occupa una superficie di 700 metri quadrati e ha una capacità produttiva di 700 macinacaffè al giorno. Accanto al nuovo show room aperto nel 2024, una sala polifunzionale che attrae ogni giorno professionisti e amanti del caffè a livello internazionale, la 'Mignon Factory' rappresenta un ulteriore tassello del piano di sviluppo aziendale che ha comportato il raddoppio dello storico stabilimento di Sesto Fiorentino, e la realizzazione di quella che può essere definita la 'grinder valley toscana'.
“Questo investimento - ha dichiarato Maurizio Fiorani, managing director della Conti Valerio - sarà un volano per l’export e inciderà sull’intera filiera del caffè made in Italy. Puntiamo a implementare il mercato per i cosiddetti coffee lovers domestici, ma anche per i professionisti che cercano la giusta attrezzatura per la propria offerta specialty, ovvero quelle tipologie di caffè dal prezzo importante e dall’elevatissima qualità. La linea Mignon grazie alle sue performance professionali combinate alle ridotte dimensioni rappresenta un best seller e un benchmark di riferimento del segmento prosumer internazionale: Germania, Nord America, Uk e Medio Oriente saranno i mercati su cui punteremo maggiormente, realtà in cui già oggi il marchio Eureka è un trend setter affermato”.
Fondata nel 1920 dall'imprenditore toscano Aurelio Conti, Conti Valerio Srl, con i marchi di punta Eureka 1920 ed Eureka Oro, oggi rappresenta la principale azienda italiana dei macinacaffè e macinadosatori per il canale professionale e per la casa. L'azienda di Sesto Fiorentino ha registrato infatti nel 2024 un fatturato di 60 milioni di euro derivante per il 98% dalle attività export e oltre 200.000 macinacaffè prodotti.
Eureka investe il 5% del fatturato annuo in ricerca e sviluppo e nel biennio 2018 al 2024 ha depositato 8 nuovi brevetti tecnologici e ha ampliato la gamma con nuove linee che fanno leva su tecnologia e design. Con oltre cento dipendenti diretti, l’azienda vanta un'età media delle risorse umane pari a trentacinque anni.
“Dai primi periodi del Covid, è aumentato vertiginosamente - ha continuato Fiorani - il desiderio di rivivere in casa il piacere del caffè preparato al bar- Infatti c’è stato un generale exploit dell’attrezzatura destinata a dei veri coffee corner domestici. Un fenomeno trasversale che in parte ha interessato anche l’Italia e che noi siamo stati in grado di anticipare avendo da sempre riconosciuto grande importanza agli investimenti in tecnologia e performance”.
Leggi tutto: Inaugurato stabilimento Eureka a Firenze, Mignon factory di macinacaffè italiano
(Adnkronos) - Niente accordo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. La proposta di Donald Trump per la tregua a Gaza, che Washington sostiene abbia ottenuto il consenso di Israele, "non risponde alle richieste del nostro popolo", ha dichiarato all'Afp Bassem Naim, uno dei leader in esilio di Hamas. Secondo Naim, la risposta di Israele "significa in sostanza la perpetuazione dell’occupazione, la prosecuzione degli omicidi e della fame, anche durante il periodo di tregua temporanea", senza soddisfare le principali richieste di Hamas, tra cui "la fine della guerra e della fame".
Nonostante ciò, Naim ha aggiunto che la leadership del movimento sta "esaminando con grande senso di responsabilità e patriottismo" come rispondere alla proposta.
Israele, invece, come ha detto lo stesso primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ripreso da Canale 12, ha "accettato l'ultima proposta" dell'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff.
Il gruppo sciita non sarebbe soddisfatto della proposta, presentata dall'inviato della Casa Bianca, ha riferito su X il giornalista di Axios, Barack Ravid, citando una fonte a conoscenza dei dettagli dei negoziati.
Secondo la fonte, la nuova proposta sarebbe più sbilanciata a favore di Israele rispetto alle precedenti e non include una chiara garanzia americana che il cessate il fuoco temporaneo porterà a un cessate il fuoco permanente. Ha anche osservato che la nuova proposta non afferma chiaramente che se i negoziati dovessero proseguire oltre i 60 giorni, anche il cessate il fuoco continuerà e Israele non potrà violarlo unilateralmente come avvenuto a marzo.
La nuova proposta dell'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, prevede una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza e il rilascio di 10 ostaggi in due fasi entro una settimana l'una dall'altra. Lo riferiscono i media israeliani, mentre arrivano le notizie che il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha accettato il piano mentre Hamas sarebbe rimasta "delusa" per una proposta che, secondo quanto riferito da Axios, sarebbe molto più sbilanciata a favore di Israele rispetto alle precedenti. Sempre secondo i media israeliani, Hamas dovrebbe consegnare i corpi di 18 ostaggi ancora nelle sue mani e lo stesso dovrebbe fare Israele con i corpi di 180 palestinesi. Il piano prevede anche la scarcerazione di 125 palestinesi condannati all'ergastolo e di 1.111 abitanti di Gaza, arrestati dopo l'attacco del 7 ottobre. I 60 giorni di tregua dovrebbero facilitare i negoziati per mettere definitivamente fine alla guerra e portare, contestualmente, al rilascio dei rimanenti ostaggi nelle mani della fazione palestinese.
Infine, le Idf si ritirerebbero dalle aree recentemente conquistate nella Striscia di Gaza e la distribuzione degli aiuti umanitari tornerebbe alle Nazioni Unite. In particolare, ciò sostituirebbe la distribuzione degli aiuti tramite i centri all'interno della Striscia di Gaza da parte della Gaza Humanitarian Foundation, gestita da volontari americani.
Leggi tutto: Gaza, piano per tregua 60 giorni: sì di Netanyahu. Hamas: "Non ci stiamo"
(Adnkronos) - I dazi di Donald Trump restano in vigore. Lo ha stabilito la Corte d'Appello federale che ha concesso una sospensione temporanea su quanto deciso dai tre giudici della United States Court of International Trade di Manhattan. Da loro era arrivato lo stop alle tariffe doganali imposte dal tycoon, anche quelle annunciate il 2 aprile.
In precedenza, l’amministrazione Trump aveva comunicato alla Corte d’Appello del Circuito Federale che avrebbe richiesto un "intervento d’emergenza" alla Corte Suprema già da venerdì, qualora la sospensione non fosse stata concessa rapidamente. Con l’ordine emesso, la Corte ha ufficialmente sospeso la sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale fino a nuovo avviso, lasciando così aperta la possibilità di ulteriori sviluppi giudiziari.
Un tribunale federale americano mercoledì scorso ha stabilito che Donald Trump non ha l'autorità di imporre i dazi. La sentenza riguardava i dazi del 30% contro la Cina, del 25% sulle merci importate da Messico e Canada e quelli del 10% sulla maggior parte dei beni che arrivano negli Usa, ma non le misure tariffarie al 25% su auto e componenti, acciaio e allumino, imposti in nome del Trade Expansion Act. La Casa Bianca ha duramente criticato la decisione della Corte del Commercio Internazionale, definendola "palesemente sbagliata", annunciando "ricorso immediato".
Leggi tutto: Dazi, Corte d'Appello ribalta precedente sentenza. Misure di Trump rimangono in vigore
(Adnkronos) - Una Corte d'Appello federale ha concesso una sospensione temporanea alla decisione di un tribunale inferiore che aveva annullato la maggior parte dei dazi imposti dall'amministrazione Trump. La sospensione, riporta Nbc News, consente all’amministrazione di mantenere in vigore i dazi, mentre la corte valuta le ulteriori mozioni presentate, evitando così un’immediata cessazione delle tariffe commerciali.
In precedenza, l’amministrazione Trump aveva comunicato alla Corte d’Appello del Circuito Federale che avrebbe richiesto un "intervento d’emergenza" alla Corte Suprema già da domani, qualora la sospensione non fosse stata concessa rapidamente. Con l’ordine emesso, la Corte ha ufficialmente sospeso la sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale fino a nuovo avviso, lasciando così aperta la possibilità di ulteriori sviluppi giudiziari.
Leggi tutto: Dazi, Corte d'Appello sospende la decisione. Misure di Trump rimangono in vigore
(Adnkronos) - Massimiliano Allegri nuovo allenatore rossonero. L'accordo oggi, giovedì 29 maggio, con il club per cui avrebbe posto la firma sul contratto di due anni con opzione per il terzo che dovrebbe consentirgli di guadagnare circa 5.5 milioni di euro a stagione. Manca soltanto l'annuncio ufficiale del Milan.
Il Milan, intanto, ha annunciato ufficialmente la separazione dall'allenatore portoghese Sérgio Conceição, comunicando che "non proseguiranno il loro percorso insieme nella prossima stagione sportiva". "Il club desidera ringraziare Sérgio e il suo staff per l'impegno, la professionalità e la dedizione dimostrati alla guida della Prima Squadra in questi mesi" si legge in una nota. "La famiglia rossonera saluta l'allenatore che ha contribuito alla conquista del 50esimo trofeo della storia del Milan, augurandogli il meglio per il suo futuro".
Leggi tutto: Milan, Allegri ha firmato: è il nuovo allenatore
(Adnkronos) - Ha dato il primo segno di sé il 22 gennaio 2025. A quella data risale infatti, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il primo campione raccolto. Da allora la nuova variante di Sars-CoV-2 divenuta osservata speciale, NB.1.8.1, già battezzata 'Nimbus' dagli esperti sui social, è cresciuta nel silenzio. Il primo ad accorgersi di lei è stato il cacciatore italiano di varianti, Federico Gueli. Nel 2025, racconta all'Adnkronos Salute, "la Cina aveva caricato davvero poche sequenze". Poi a un certo punto i numeri hanno cominciato a salire. "E quando un Paese comincia a caricare più sequenze noi aumentiamo il livello di attenzione. Adesso con la riduzione dell'attività di invio di sequenze possiamo esaminarle una ad una ed è più facile. Con un lavoro di routine che facciamo quotidianamente, monitoriamo a tappeto i lignaggi". Ai tempi del boom del Covid "siamo arrivati anche a monitorarne 450 contemporaneamente. Controlliamo se crescono, che mutazioni e che vantaggi hanno".
In questo caso il progenitore della variante Nimbus, era già dominante in Cina "e io - prosegue la ricostruzione di Gueli - mi sono accorto di 3 o 4 sequenze con delle mutazioni, una di queste era già emersa e ritenuta vantaggiosa in altri lignaggi. L'ho quindi proposto al sistema Pango", una piattaforma open access che tiene traccia di quello che è diventato ormai un enorme albero di sequenze pieno di ramificazioni che fotografa l'evoluzione di Covid.
Tornando alla new entry NB.1.8.1 oggi è classificata come variante sotto monitoraggio dall'Oms. Nel report dell'agenzia Onu si spiega che è un lignaggio discendente di XDV.1.5.1, a sua volta discendente di JN.1. Rispetto alla variante Sars-CoV-2 attualmente dominante, cioè LP.8.1, Nimbus presenta delle mutazioni spike aggiuntive in una posizione in cui si ritiene possano aumentare la trasmissibilità. Fino al 18 maggio, risultavano 518 sequenze di NB.1.8.1 inviate alla banca dati Gisaid da 22 paesi (ma oggi "sono già più di mille", precisa Gueli), il 10,7% delle sequenze disponibili a livello globale nella settimana epidemiologica 17 del 2025, che va dal 21 al 27 aprile. Sebbene la percentuale rimanga bassa - aveva avvertito l'Oms - si tratta di un aumento significativo rispetto al 2,5% registrato 4 settimane prima (dal 31 marzo al 6 aprile 2025). Di questa variante è stata rilevata una maggiore circolazione anche nella regione europea, dall'1% al 6%.
La variante Nimbus "sicuramente ha un'origine in Cina", spiega Gueli. E' frutto di "più ricombinanti che hanno ricombinato a loro volta in un lungo lasso di tempo e hanno continuato a evolversi". Il nickname individuato per lei "fa riferimento alla nube ed è stato scelto perché richiama Nb nel nome", dice. "Ma non è la sola variante che stiamo tenendo d'occhio". "Gli studi scientifici che abbiamo in questo momento, condotti tempestivamente anche su NB.1.8.1" dal team dello scienziato cinese "Yunlong Cao, anche grazie al lavoro della comunità" dei cacciatori di varianti, "hanno evidenziato un'altra variante di interesse, un altro ricombinante, XFG. Tutte le varianti che notiamo in questo momento sono ricombinanti. Probabilmente il virus in questa fase non riesce più a ottenere un vantaggio solo con un'evoluzione e gli conviene mischiare parti del genoma per mettere insieme le mutazioni più vantaggiose, un mix di maggiore capacità evasiva e migliore trasmissibilità".
Gueli spiega, poi, la storia di una variante indiana. "Questo Paese non sta sequenziando tanto in questo momento, ma noi guardiamo anche le sequenze negli aeroporti americani, i campioni sequenziati da viaggiatori in entrata in America. In alcuni è presente l'indicazione del Paese di provenienza. In circa il 50% delle sequenze provenienti da questo Paese si rileva una nuova variante. Sebbene su poche sequenze sia indicativo fino a un certo punto, è un segno che la prevalenza in India è piuttosto alta. Proprio nello stesso periodo, noi ci accorgiamo anche che ci sono dei report giornalistici proprio dal Paese in questione che segnalano un aumento di casi in un'area precisa. Questa variante sembra piuttosto veloce e sarebbe una terza tipologia di evoluzione, ha nello spike delle mutazioni trovate per la prima volta in Africa, che si sono ricombinate più volte, dando vita a diverse" discendenze. "Il lignaggio indiano - dice Gueli - è stato appena designato XFP". E il lavoro dei cacciatori di varianti continua.
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(Adnkronos) - Con 163 sì, 91 no e un astenuto l'Aula della Camera ha approvato in prima lettura il decreto sicurezza che ora passerà al Senato.
In Aula, prima delle votazioni finali, la protesta di Pd, M5S e Avs. I parlamentari hanno esposto dai banchi delle opposizioni cartelli con scritto: 'Né liberi, né sicuri', 'Non si arresta la protesta', 'La democrazia non si piega', 'Decreto paura'.
"Avete messo d'accordo avvocati e magistrati, tutti contro questo decreto legge. Una serie disorganica di misure repressive che riporta l'Italia indietro al codice fascista Rocco", ha detto Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto.
"Quelle che voi state imponendo sono misure che hanno come costanti, cito l'appello dei giuristi, torsione securitaria, limitazione del dissenso, accento posto prevalentemente sull'autorità e sulla repressione, e continuo, un disegno complessivo che tradisce un'impostazione autoritaria, illiberale, antidemocratica, non episodica o occasionale ma mirante a farsi sistema, a governare con la paura invece di governare la paura", ha scandito la leader dem.
"Il punto più vero e profondo è proprio questo - ha rimarcato - A voi di dare risposte alle paure non interessa nulla. Vi interessa alimentarle per puntare a un consenso facile, un'arma di distrazione di massa mentre tagliate la sanità pubblica, tagliate la scuola pubblica, tagliate l'università e bloccate il salario minimo".
"Con il via libera da parte dell’Aula della Camera dei deputati del decreto Sicurezza il governo Meloni mantiene ancora una volta gli impegni assunti con gli italiani, confermando al centro dell’azione di governo la sicurezza e la serenità dei cittadini - dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami - Un provvedimento squisitamente sociale che tutela i deboli, i minori, gli anziani, le vittime di usura e le tante persone che la sinistra ormai ignora inseguendo facinorosi e violenti. Come Fratelli d’Italia rivendichiamo con orgoglio il voto di oggi, che risponde ad anni di malgoverno della sinistra la quale ha alimentato insicurezza e disordini, venendo così incontro a una più diffusa e generale richiesta di legalità da parte degli italiani”.
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(Adnkronos) - Occhi arrossati, un senso di fastidio, di corpo estraneo nell'occhio. Sono i sintomi dell'occhio secco, un disturbo del film lacrimale e della superficie oculare sempre più diffuso, soprattutto da quando, tra pc, smartphone e Tv, viviamo circondati dagli schermi. Molto comune, soprattutto nelle donne dopo i 50 anni, il disturbo ha in realtà origini complesse e multifattoriali. E, sebbene non si tratti di una patologia grave in senso stretto, può compromettere sensibilmente il benessere quotidiano di chi ne soffre. A gestire questo problema è d'aiuto 'Sindrome dell'occhio secco? Meglio evitare il fai da te', il quarto episodio del vodcast 'Guardiamoci negli occhi', una serie dell'Oculista Italiano realizzata da Adnkronos - pubblicato oggi e disponibile nella sezione podcast di Adnkronos.com e su l'oculistaitaliano.it - che approfondisce in modo semplice, autorevole e diretto le principali problematiche della vista e le ultime novità di cura grazie al contributo di esperti, oculisti, ricercatori e professionisti del settore farmaceutico.
La prima cosa da fare è non ignorare il disturbo, "che potrebbe degenerare - spiega Vittorio Picardo, specialista in oftalmologia - Oggi vediamo sempre più persone colpite dalla sindrome del videoterminalista: passare ore davanti a schermi riduce la frequenza dell'ammiccamento, essenziale per la lubrificazione oculare. Il problema però non si limita alla sola esposizione ai dispositivi digitali. Le malattie sistemiche, come diabete o patologie autoimmuni, o le alterazioni ormonali tipiche nelle donne in menopausa o con disturbi tiroidei, come, del resto, il microclima ambientale, sono tutti fattori scatenanti". Ma il 'fai da te' non è mai consigliabile. "Molti - osserva Picardo - acquistano lacrime artificiali a caso, senza comprendere che non tutti i colliri sono uguali e che è necessaria una diagnosi precisa per scegliere il trattamento adatto".
Le lacrime "non sono solo acqua - ricorda Stefano Barabino, Centro di Superficie oculare e occhio secco presso l'Ospedale Sacco, Università di Milano - Contengono fattori di crescita fondamentali per il metabolismo di cornea e congiuntiva. Quando questi mancano, si genera un danno cellulare che alimenta ulteriormente l'infiammazione: un vero e proprio circolo vizioso" che può essere innescato da "molte malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide o la sarcoidosi, che inducono una risposta infiammatoria a livello della ghiandola lacrimale, che porta a una ridotta produzione di lacrime". Ma potrebbero giocare un ruolo anche "alcuni farmaci sistemici - antipertensivi, diuretici, antistaminici - che possono contribuire alla disfunzione lacrimale, rendendo necessario un approccio integrato".
Il disturbo dell'occhio secco "viene spesso banalizzato - evidenzia Carmelo Chines, direttore della testata all'Oculista italiano - ma la sua incidenza è alta: circa il 70% delle persone riferisce sintomi come bruciore o sensazione di sabbia nell'occhio". La diagnosi corretta può fare la differenza anche in termini di qualità della vita. "Un paziente ci ha raccontato - continua Chines - che i suoi problemi oculari gli avevano causato difficoltà relazionali e ansia durante gli esami universitari. Serve più consapevolezza - riflette - anche da parte di chi consiglia i trattamenti".
Come si cura l'occhio secco? "Trattando la superficie oculare - puntualizza Picardo - non solo idratandola. La lacrima ha una struttura complessa, con tre componenti - acquosa, mucosa e lipidica - che devono essere in equilibrio. Qualsiasi squilibrio - ormonale, infiammatorio o ambientale - può alterarne la stabilità". In casi di alterazione della qualità o quantità del film lacrimale, "è fondamentale una terapia mirata", non una scelta casuale tra i prodotti da banco. "Come non tutti i colliri sono uguali, come non tutti gli occhi secchi lo sono - rimarca Emanuela Aragona, specialista in oftalmologia, Clinica Oculistica Irccs, Ospedale San Raffaele di Milano - E' fondamentale scegliere prodotti senza conservanti, soprattutto per un uso cronico. I conservanti", paradossalmente, "nel tempo aggravano l'infiammazione, invece di lenirla. Tra le sostanze efficaci ci sono: acido ialuronico, vitamine, sostanze antiosmotiche e antinfiammatorie. Tuttavia, anche l'acido ialuronico non è sempre uguale: il suo peso molecolare e la sua capacità di legarsi alla superficie oculare determinano l'efficacia del trattamento. E' importante, poi, anche il modo d’uso: non si deve ricorrere al collirio solo quando c'è fastidio, ma usarlo regolarmente per ristabilire l'equilibrio della superficie oculare".
Un aspetto spesso trascurato è il legame tra occhio secco e disturbi dell'umore. "Ansia e depressione - conclude Chines - nascono quando una condizione invalidante non viene riconosciuta o curata. Sentirsi dire 'non hai nulla', quando si prova disagio, porta a frustrazione. L'apparente semplicità del problema, se non adeguatamente risolto, può avere effetti profondi sulla qualità della vita, sulla relazione con gli altri e sulla sicurezza personale". Un motivo in più per non perdere 'Sindrome dell'occhio secco? Meglio evitare il fai da te', il quarto episodio del vodcast 'Guardiamoci negli occhi', serie dell'Oculista Italiano online sulla sezione podcast di Adnkronos.com, sul canale YouTube di adnkronos.com e su l'oculistaitaliano.it.
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(Adnkronos) - Il Consiglio di Stato respinge tutti gli appelli, compresi quelli presentati dalla Rai e dal Comune di Sanremo, relativi al contenzioso per l'organizzazione del Festival della canzone italiana per il triennio 2026- 2028. In attesa del deposito delle motivazioni, nel dispositivo di sentenza n. 4706/2025, pubblicato oggi, il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile l'intervento delle associazioni dei consumatori e respinto gli appelli di Rai, Rai Pubblicità e Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar Liguria che imponeva una gara pubblica per l'assegnazione dei marchi del Festival, di proprietà comunale, giudicando illegittimo l’affidamento diretto alla Rai per le edizioni 2024-2025.
Dopo la decisione del Consiglio di Stato, si apre la fase negoziale tra il Comune di Sanremo e la Rai per l'organizzazione del Festival dal 2026 al 2028. La Rai, unico offerente alla manifestazione d'interesse, dovrà ora sedersi al tavolo delle trattative con l'amministrazione comunale. Nonostante la presenza di un solo offerente, l'accordo non è automatico.
La trattativa si baserà sui criteri della manifestazione d'interesse, inclusi gli obblighi economici e organizzativi, ma entrambe le parti hanno margini di manovra. Il Comune potrebbe puntare a condizioni ancora più vantaggiose, forte della legittimità confermata della procedura pubblica. Dall'altro lato, la Rai potrebbe cercare di ridimensionare le richieste dell'amministrazione, adducendo motivi di sostenibilità economica o limiti contrattuali.
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(Adnkronos) - "Ci vogliono risorse, ci vogliono finanziamenti, ci vuole una governance illuminata, ci vuole tanta cultura digitale, ci vogliono i codici deontologici che devono disciplinare per le singole professioni l'uso dell'intelligenza artificiale e ci vuole tanta formazione nelle scuole, nelle università, per far crescere la cultura dell'intelligenza artificiale, democratizzare il dibattito, coinvolgere tutti i cittadini in questa trasformazione digitale, non solo dal punto di vista degli usi concreti dell'ia, ma anche della conoscenza approfondita della stessa. È una scommessa democratica questa, non è una scommessa per addetti ai lavori, è importante che le istituzioni coinvolgano di più i cittadini in questa scommessa che è decisiva per il futuro del Paese". Così Ruben Razzante, docente di Diritto dell'informazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e alla Lumsa di Roma e autore del libro 'L’Algoritmo dell’uguaglianza', a margine del suo intervento alla sedicesima edizione del Festival del lavoro in corso ai Magazzini del Cotone a Genova, sul rapporto tra imprese, lavoro e Ia.
"L'obiettivo dell'addestramento" degli algoritmi al contrasto delle discriminazioni "è contenuto in un emendamento che abbiamo presentato come commissione straordinaria anti-odio presieduta al Senato dalla senatrice a vita Liliana Segre perché riteniamo che l'addestramento degli algoritmi sia fondamentale per evitare distorsioni, per combattere le discriminazioni, per sconfiggere i pregiudizi che inevitabilmente ci sono nell'intelligenza artificiale e che sono l'amplificazione dei pregiudizi che esistono nella vita reale".
"Quindi nel disegno di legge in discussione alla Camera, già approvato al Senato, noi speriamo che possa essere recepita questa nostra proposta che imporrebbe ai costruttori di soluzioni di intelligenza artificiale di porsi anche questo problema, come disciplinare l'uso dell'intelligenza artificiale rispettando l'obbligo di addestrare gli algoritmi e quindi di tutelare la persona dalle discriminazioni", ha sottolineato.
(Adnkronos) - Spiegano che si tratta più "di una adesione che di un partecipazione" ma che insomma sosterranno entrambe le iniziative su Gaza in programma la prossima settimana. Sia la manifestazione a piazza San Giovanni a Roma, indetta da Pd, M5S e Avs il 7 giugno sulla piattaforma unitaria già presentata in Parlamento. Sia quella che si terrà il giorno prima a Milano organizzata da Azione e Italia Viva che avevano chiesto, senza ottenerlo, di integrare la piattaforma della piazza romana alle richieste di Sinistra per Israele, in particolare la condanna di ogni antisemitismo.
"E' il momento di unire e non di dividersi", spiega Lia Quartapelle all'Adnkronos. Insieme alla deputata Pd, un gruppo di esponenti dem di area riformista hanno deciso di aderire ad entrambe le manifestazioni. Tra questi Lorenzo Guerini, Pina Picierno, Giorgio Gori, Filippo Sensi, Marianna Madia, Walter Verini, Virginio Merola, Sandra Zampa, Valeria Valente.
Aggiunge Quartapelle: "Parteciperò a entrambe le manifestazioni. Questo è un momento per unire non dividersi. Bisogna fare la massima pressione su Netanyahu perché si fermi e al governo italiano perché si attivi. E bisogna denunciare il crescente antisemitismo". Spiega ancora Filippo Sensi: "Penso che di fronte a quello che sta accadendo a Gaza non ci sono distinguo che tengano. Ragion per cui essere a Milano e a Roma va in questa direzione di fare unità, nelle differenze, di costruire ponti e non muri".
Anche Più Europa sarà a tutte e due le iniziative. Per Riccardo Magi è stato un "errore dividersi con due manifestazioni separate, un errore convocare in quel modo la manifestazione del 7 giugno a Roma e un errore la risposta di posizionamento politico dell’evento del 6 giugno di Milano. Come +Europa, con la nostra storia, non abbiamo problemi a partecipare a entrambe perché non abbiamo nulla da dimostrare a nessuno e in nome dell’unità delle opposizioni".
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(Adnkronos) - E' stato annullato il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, dopo che una dei tre giudici che doveva valutare il caso è stata sorpresa mentre, all'interno dell'aula, faceva delle riprese vietate per girare un documentario di cui era protagonista. "Il procedimento sarà dichiarato nullo e non avvenuto", ha dichiarato Maximiliano Savarino, uno dei tre giudici. Savarino ha poi aggiunto che "sono stati causati danni alle parti e ai giudici del tribunale". A riportarlo è il giornale argentino Clarìn.
Maradona aveva 60 anni quando è morto il 25 novembre 2020, in condizioni precarie in una casa in affitto nel quartiere privato di San Andrés, a Benavídez, nel distretto di Tigre, 22 giorni dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per un ematoma subdurale presso la Clinica Olivos di Vicente López.
I procuratori dell'accusa Ferrari, Cosme Iribarren e Laura Capra hanno stabilito che l'équipe medica, composta da sette persone, è stata "carente", "sconsiderata" e "indifferente" nel suo operato, poiché "non ha fatto nulla" per impedire la sua morte.
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