(Adnkronos) - Vittoria per Jasmine Paolini al terzo turno del Roland Garros sul campo in terra battuta del centrale di Parigi, lo Philippe-Chatrier. L'azzurra, numero 4 al mondo, supera in due set l'ucraina Julija Starodubceva, numero 81 del ranking Wta, con il punteggio di 6-4, 6-1 in poco più di un'ora di gioco (LA PARTITA). L'italiana, agli ottavi del Grande Slam, affronterà la vincente del match tra l'americana numero 83 del ranking Bernarda Pera e Elina Svitolina, ucraina numero 14 al mondo.
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(Adnkronos) - Una comune variante genetica (la presenta 1 persona su 36) raddoppia il rischio di demenza negli uomini, ma non nelle donne. Lo ha scoperto un team di scienziati australiani, autori di uno studio, pubblicato su 'Neurology'. Un lavoro che, secondo i ricercatori, potrebbe contribuire e migliorare e mirare gli interventi prevenzione, ma che apre diversi interrogativi ai quali rispondere. Il primo: perché nei maschi sì e nelle femmine no?
Gli scienziati sono partiti dai dati dello studio Aspree, un trial in doppio cieco, randomizzato contro placebo, sull'assunzione quotidiana di Aspirina a basso dosaggio - la cosiddetta 'aspirinetta' - in 19.114 anziani sani di Australia e Usa. Disegnato per valutare i rischi-benefici dell'acido acetilsalicilico a basso dosaggio giornaliero in questa coorte, Aspree ha generato un prezioso database di informazioni sull'invecchiamento che ha supportato un'ampia gamma di altre ricerche. Gli autori hanno usato le informazioni raccolte da Aspree per indagare se le persone con varianti del gene dell'emocromatosi (Hfe), fondamentale per la regolazione dei livelli di ferro nell'organismo, potessero avere un maggior rischio di demenza.
John Olynyk della Curtin Medical School, co-autore del lavoro, spiega che 1 persona su 3 è portatrice di una copia della variante nota come H63D, mentre 1 persona su 36 presenta 2 copie. "Avere una sola copia di questa variante genetica non influisce sulla salute né aumenta il rischio di demenza. Tuttavia, avere 2 copie della variante ha più che raddoppiato il rischio di demenza negli uomini, ma non nelle donne", riferisce Olynyk. "Sebbene la variante genetica in sé non possa essere modificata - precisa l'esperto - i percorsi cerebrali che influenza, portando al danno che causa la demenza, potrebbero potenzialmente essere trattati se ne capissimo di più". Sono, dunque, necessarie ulteriori ricerche, rimarca Olynyk, ad esempio per indagare perché la variante aumenta il rischio di demenza nei maschi e non nelle femmine.
"Il gene Hfe - prosegue Olynyk - viene regolarmente testato nella maggior parte dei Paesi occidentali, inclusa l'Australia, quando si valuta l'emocromatosi, una malattia che provoca un eccessivo assorbimento di ferro da parte dell'organismo. I nostri risultati suggeriscono che forse questo test potrebbe essere offerto agli uomini in modo più ampio". Puntualizza il ricercatore: "Sebbene il gene Hfe sia fondamentale per il controllo dei livelli di ferro nell'organismo, non abbiamo trovato alcun collegamento diretto tra i livelli di ferro nel sangue", misurabili attraverso un semplice prelievo, "e l'aumento del rischio di demenza negli uomini affetti. Questo indica" l'esistenza di "altri meccanismi in gioco, che potrebbero riguardare l'aumento del rischio di lesioni cerebrali, dovute a infiammazione e danno cellulare nell'organismo".
Per Paul Lacaze della Monash University, co-autore dello studio, questi risultati potrebbero contribuire a migliorare la prognosi per le persone a rischio di sviluppare demenza. "Oltre 400mila australiani convivono attualmente con la demenza, di cui circa un terzo sono uomini - osserva -. Capire perché gli uomini con la doppia variante H63D siano a maggior rischio potrebbe aprire la strada ad approcci più personalizzati alla prevenzione e al trattamento"."Questo studio - conclude Lacaze - è un ottimo esempio di come diversi gruppi di ricerca e università australiane possano collaborare efficacemente per approfondire la conoscenza di queste malattie progressive e, in definitiva, migliorare la salute delle persone in tutto il mondo".
Il lavoro è frutto di una sinergia tra Curtin University, Monash University, università di Melbourne, Royal Children's Hospital, Murdoch Children's Research Institute e Fiona Stanley Hospital.
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(Adnkronos) - Con diecimila presenze in tre giorni, di cui 3000 ragazzi, e oltre 110mila persone che hanno seguito on line i dibattiti e gli eventi, la sesta edizione del Green Med Expo & Symposium si laurea principale convention sull’ambiente del Mezzogiorno. Il Gmes ha registrato una partecipazione di pubblico, istituzioni, imprese e scuole che l’ha resa l’edizione più inclusiva e interattiva di sempre, e ne disegna le linee guida per il futuro.
“Abbiamo visto frotte di ragazzi girare per i padiglioni, come alla presentazione di un nuovo modello di smartphone o all’evento di un influencer famoso. Questa partecipazione in un evento sull'ambiente significa che siamo riusciti a fare una rivoluzione culturale. La nostra mission è pienamente compiuta”, ha detto Monica D’Ambrosio, event manager e ideatrice del Green Med Expo & Symposium-Stati Generali dell’Ambiente in Campania, ha chiuso la tre giorni che si è svolta alla Mostra d'Oltremare di Napoli, organizzata da Ricicla Tv ed Ecomondo.
“Il Gmes ha voluto lanciare un messaggio ai ragazzi e sensibilizzarli verso i valori di sostenibilità, riciclo, energia green, rispetto e tutela delle risorse naturali, trasmettendo loro un concetto di base: la tutela dell’ambiente passa attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, in un meccanismo dove ogni cittadino, di qualsiasi età, può fare la sua parte. E che bisogna ricucire i rapporti di fiducia con chi è chiamato ad amministrarci”, ha concluso D'Ambrosio. “La strada intrapresa è quella giusta – ha detto invece Giovanni Paone, amministratore unico di Nica Srl - da imprenditore e da editore ho creduto fortemente in questa iniziativa e vedere intorno a me la partecipazione di imprese, istituzioni e di tante scuole mi conferma che dobbiamo continuare in questa direzione”. Il Green Med ha ospitato 50 appuntamenti divisi tra due palcoscenici, tre aule dedicate a workshop, seminari, formazione professionale e formazione per la pubblica amministrazione. Sono state 110 le imprese espositrici, provenienti dalla Campania, ma anche da diverse altre aree d’Italia. Una partecipazione che conferma quanto sia attuale l’esigenza di investire sulle infrastrutture per la transizione energetica, per la gestione dei rifiuti, le “miniere urbane” al Green Med.
Argomento che ha visto durante la tre giorni un confronto serrato sugli obiettivi fondamentali dettati dall'Europa, come il raggiungimento della media del 65% di raccolta dei Raee, una criticità che riguarda tutto il sistema Paese. Al Green Med l’argomento ha preso forma e sostanza, con la mostra immersiva ideata dal Consorzio Erion Weee, concept e realizzazione di Studeo Group, 'Materia Vive Experience' che ha avuto un successo strepitoso – oltre 1600 i visitatori - non solo per i numeri importanti che ha fatto registrare, ma soprattutto perché ai ragazzi si è trasferito un messaggio concreto. “Una mostra che mira a immergere le persone sfruttando i cinque sensi -ha detto Marta Macchi, marketing and sales manager di Erion- un viaggio nel mondo dell'economia circolare, attraverso il riciclo e il recupero dei rifiuti che derivano dalle apparecchiature elettroniche”.
I grandi partner dell’evento, come Ecomondo e Ieg vincono con il Green Med una scommessa importante per il Sud e quindi per tutta Italia. “Non è più questione di fondi, ma di approccio culturale e industriale -ha infatti detto Alessandra Astolfi, global exhibition director della divisione green & technology di Italian Exhibition Group- la Campania è composta da un tessuto di piccole e medie imprese, il tema ora è fare uno scatto in avanti, insieme alle istituzioni, con un approccio industriale innovativo, sfruttando le eccellenze del made in Italy, che sono in grado di raccogliere sfide del futuro, anche sotto il profilo culturale, per implementare modelli industriali che già esistono”.
(Adnkronos) - "Oggi abbiamo un'altissima attenzione sul tema degli infortuni nel nostro Paese, ma nonostante questo riscontriamo qualcosa come un infortunio ogni minuto, un morto ogni 8 ore, un dato pesante per una nazione che ha una tradizione antichissima sulla sicurezza sul lavoro. Abbiamo una legislazione imponente, quindi manca di sicuro qualcosa e va fatto subito. Ad esempio servirebbe un coordinamento ed un'entità unica di controllo delle ispezioni, che oggi invece sono divise tra diverse entità. Così facendo metteremmo a fattore comune le competenze di ogni singola specializzazione. E poi incrementare il numero degli ispettori, il blocco del turn over ha fatto perdere competenze, ma onore e merito a quanto fatto dal governo fino ad oggi". Lo ha detto Paolo Capone, segretario generale della Uil, intervenendo al Festival del lavoro in corso a Genova.
E per Capone serve un passo in avanti sulla formazione che deve passare a essere "addestramento e poi insegnare la sicurezza sul lavoro a scuola spingendo ancora di più rispetto a quanto si è iniziato a fare. E po agire sulla consapevolezza che spesso manca", ha concluso.
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(Adnkronos) - "Oggi nel nostro evento abbiamo chiarito che la terza via della contrattazione collettiva non fa dumping, anzi mette al centro la persona e la terza via della contrattazione collettiva, che viene stipulata dall'associazione di impresa Cifa Italia e Confsal, ha dato vita ad un osservatorio sull'intelligenza artificiale. Questo è un grande successo, questa è una grande risposta che è necessaria affinché si possa creare un gruppo di lavoro che monitori l'impatto dell'intelligenza artificiale nelle micro e piccole imprese che sono quelle che sono rimaste un po' più indietro". Lo ha detto Andrea Cafà, presidente di Cifa e Fonarcom, a margine dell'evento 'Ripensare il lavoro – L’evoluzione della Contrattazione Collettiva tra innovazione, tradizione e nuove intelligenze', tenutosi all'interno del Festival del lavoro in corso ai Magazzini del Cotone a Genova.
Il dibattito ha affrontato il tema del futuro della contrattazione collettiva nell’era della digitalizzazione e dei nuovi modelli organizzativi, alla luce anche del recente rinnovo del Ccnl intersettoriale Cifa-Confsal per i settori terziario, commercio, distribuzione, servizi, turismo e pubblici esercizi, che pone al centro la persona e i suoi bisogni da un lato e, dall’altro, la crescita della competitività e della produttività aziendali.
"Chiarito quindi -ha continuato Cafà- il fatto che la contrattazione Cifa Italia e Confsal non sviluppa dumping, adesso c'è il tema dell'equivalenza della contrattazione collettiva dove noi siamo verso questa direzione e da qui a breve credo che la contrattazione collettiva Cifa Italia e Confusal andrà oltre le equivalenze. Quindi sarà una contrattazione ricca, una contrattazione che è rivolta a quegli imprenditori che vogliono investire sulle risorse umane". "Vogliamo che la terza via della contrattazione collettiva sia eseguita da quegli imprenditori che vogliono creare una ricchezza all'interno della società, perché investono nelle risorse umane e una ricchezza per la società perché quelle risorse umane saranno in grado di portare grandi risultati alla stessa azienda", ha concluso.
(Adnkronos) - "Oggi abbiamo un ispettore del lavoro per 3mila-4mila aziende, e quindi per un'azienda c'è un controllo ogni dieci anni. Noi chiediamo quindi più coordinamento dei controlli e più risorse umane". Lo ha detto Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal intervenendo al Festival del lavoro in corso a Genova ai Magazzini del Cotone.
(Adnkronos) - Starbucks festeggia il primo anniversario dello store in Galleria Umberto I a Napoli. Il negozio, aperto in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del brand in Italia, si è affermato in poco tempo come punto di riferimento per cittadini e turisti della città partenopea. L'anniversario si è tenuto alla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, delle istituzioni locali e di Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, in una giornata animata da dj set, intrattenimento per tutte le età. Per l'occasione, Starbucks ha collaborato con Grafiche Napoletane, community di design e home decor in Campania, alla realizzazione di sticker dedicati e alla personalizzazione delle reusable cup. Dalla sua apertura, lo store ha permesso a più di 50 persone di entrare nel mondo del lavoro, sostenendo l'economia locale con corsi di formazione e prospettive di crescita professionale per i propri partner (dipendenti). L'obiettivo principale è stato sin dall'inizio quello di integrarsi nel territorio, nel pieno rispetto della tradizione secolare del caffè napoletano, portando un tocco di novità nella splendida cornice della Galleria Umberto I.
A distanza di un anno, prosegue l'impegno di Starbucks, con gli stessi valori e l'attenzione che guidano i partner che ogni giorno accolgono centinaia di visitatori. Ad oggi, la catena è presente in Italia con 47 store in 9 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Il negozio offre l'intera gamma dei classici Starbucks, dal tradizionale Caramel Macchiato alle novità stagionali come le bevande con il topping alla Crème Brulée e il nuovissimo Melon Pearls Refresha Drink, insieme ai grandi classici di tutti i giorni come l'espresso e l'Americano. All'inizio di questo mese, Starbucks Italia ha inoltre annunciato la versione europea più innovativa della sua iconica tazza bianca: lo stesso design Starbucks ormai familiare, ma il bicchiere da asporto è ora certificato come compostabile a livello domestico e ampiamente riciclabile. Il bicchiere è stato progettato e realizzato in Galles, utilizzando fibre di legno tracciabili provenienti dalle foreste dell'Europa settentrionale e un rivestimento minerale sviluppato da un'azienda italiana di Brescia.
"L'apertura di Starbucks in Galleria Umberto I, a distanza di un anno, è stato un segnale molto forte per la città. La presenza di grandi brand internazionali sul nostro territorio accresce il suo ruolo di grande capitale europea e la sua visibilità. Napoli è una città in cui poter investire e avviare progetti ambiziosi, in cui poter programmare e stringere collaborazioni di beneficio per la comunità. Starbucks ha arricchito l'offerta per napoletani e turisti, costituendo un'opportunità lavorativa per molti. Anche questo è parte del rilancio della Galleria Umberto, luogo iconico della città. Come Amministrazione stiamo dedicando tutta l'attenzione necessaria alla riqualificazione della Galleria e al suo rilancio culturale, economico e sociale. Questi spazi aiutano ad animarla e a renderla, oltre che sito storico, luogo di aggregazione. Altri brand si sono aggiunti e altri ancora sono interessati". Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, intervenendo all'evento.
"Lo store di Napoli in Galleria Umberto I rappresenta per noi un traguardo importante e il risultato di un'intesa vincente tra Starbucks e Percassi", ha affermato Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia. "Siamo entusiasti dell'accoglienza che la città partenopea ci ha riservato nel tempo e dal riscontro più che positivo da parte del territorio. Abbiamo collaborato con le istituzioni locali per offrire a cittadini e turisti un negozio unico, immerso nel centro storico di Napoli, patrimonio mondiale dell'Unesco. Proseguiremo in questa direzione - ha concluso Catrambone - affinché questo sia il primo anno di un racconto virtuoso incentrato su qualità, tradizione e condivisione".
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(Adnkronos) - Nicolas Prodhomme vince la diciannovesima tappa del Giro d'Italia, la Biella-Champoluc di 166 km, con 5 Gran premi della montagna e 5000 metri di dislivello. Il francese della Decathlon AG2R La Mondiale Team, gregario da una vita, va in fuga a inizio tappa al chilometro 5 e riesce ad arrivare da solo al traguardo, dopo essere riuscito anche a guadagnare secondi decisivi: in fondo alla discesa a 15 km all'arrivo aveva 1'03'' di vantaggio sul gruppo maglia rosa, a 12.5 km aveva guadagnato 21 secondi. Dopo di lui la maglia rosa Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) che si prende i 6'' di abbuono della tappa, dietro di lui Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) che prende 4'', perdendo 2 secondi dalla maglia rosa.
Poi dopo di loro arrivano con un ritardo 42 secondi dalla maglia rosa gli altri uomini di classifica con Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Simon Yates (Team Visma-Lease a Bike) e Antonio Tiberi, compagno di Caruso. All'ultima curva prima del traguardo cade Giulio Pellizzari (Red Bull-Bora-Hansgrohe) che perde qualche secondo dopo aver sbattuto contro le transenne dopo aver provato a fare la volata finale; nulla di grave per l'italiano che si rialza e conclude la tappa senza problemi.
Quando mancano 61.5 km all'arrivoRichard Carapaz si trova già senza gregari mentre la maglia rosa può contare su 4 compagni di squadra. La maglia rosa si mantiene nel gruppo che insegue i battistrada intorno alla decima posizione, con la collaborazione tra la squadra di Gee e di Simon Yates per provare a mettere in difficoltà Del Toro. A 25 km dalla fine il gruppo maglia rosa è compatto a 1'09'' dal battistrada francese: le speranze per il 28enne di vincere sono legate alla forza del gruppo maglia rosa, non intenzionato ad aumentare troppo il ritmo. Quando mancano 21.5 km all'arrivo, a 1000 metri dal Gpm, Carapaz sferra il primo attacco, con Gee e Del Toro che lo seguono. Nel gruppo maglia rosa poi si rimette in prima posizione Pellizzari, prezioso nel mantenere il ritmo, con Rafal Majka che quando lo sostituisce mette l'acceleratore.
Sono 12 i corridori nel gruppo di Del Toro, a 16.6 km alla fine il gruppo ha 56 secondi di ritardo rispetto al primo, che comincia a credere alla vittoria. A 12.5 km al traguardo diventa di 1 minuto e 24 secondi il vantaggio con Prodhomme che vede la vittoria più vicina. Ancora Carapaz attacca, Del Toro lo riprende ma gli altri uomini di classifica rimangono indietro: ci prova Gee a chiudere con Simon Yates che lo segue quando mancano 7000 metri al traguardo. In poche centinaia di metri il duo Del Toro-Carapaz guadagna 20 secondi sul gruppetto, guidato da Tiberi, che si mette a lavorare per il proprio capitano Caruso. Nel gruppetto, che vede in poche curve aumentare il distacco dai primi due classificati della generale di 10 secondi, è presente anche Egan Bernal (Ineos Grenadiers), apparso in difficoltà durante la salita.
Del Toro rimane sempre a ruota di Carapaz, poi in discesa si mette in prima posizione per provare a staccarlo ma non ci riesce, arrivando insieme verso l'ultima curva prima dell'arrivo: proprio lì il messicano scatta. L'allungo è decisivo perché il 32enne ecuadoriano non riesce a mantenere il ritmo con la maglia rosa, che doveva essere sotto attacco nel primo tappone di montagna, che non solo non ha mai dato segni di cedimento, ma riesce anche a guadagnare secondi sugli altri: 2'' su Carapaz e 6'' su tutti gli altri, grazie agli abbuoni al traguardo.
(Adnkronos) - Alice Sabatini, ospite oggi, venerdì 30 maggio, a La volta buona ha raccontato di essere ingrassata 15kg dopo aver vinto Miss Italia nel 2015. La modella ha confessato di aver vissuto un periodo di difficoltà emotiva a causa degli insulti ricevuti per via del suo aspetto fisico, che è cambiato nel corso di soli 3 mesi.
"Il cambio di vita mi ha stressato moltissimo. Non sono mai stata la Miss di riferimento: capello corto, tatuata, sportiva. Non rientravo nel canone di bellezza del concorso", ha raccontato Alice Sabatini ospite a La volta buona. "La gente fin da subito mi diceva che ero un uomo e non che non ero femminile. Poi hanno iniziato con il mio fisico quando sono ingrassata. Ero sempre sotto i riflettori, non potevo esimermi dal partecipare alle trasmissioni e questo peggiorava la situazione", ha continuato l'ex Miss Italia. "Ma che schifo, guarda che cessa. Ma quanto ha pagato", ha aggiunto l'ex sportiva ricordando alcuni degli insulti che riceveva costantemente.
La 28enne ha ricordato uno degli episodi che più l'ha segnata. Nel salotto di Caterina Balivo ha raccontato che si trovava in gelateria insieme al suo attuale marito Gabriele: "C'erano alcune ragazze in fila davanti a me e dissero 'ma guarda quanto è grassa, mangia anche il gelato'. Gabriele mi coprì le orecchie per non farmi sentire quelle cattiverie e mi disse di andare via", ha raccontato, sottolineando la sensibilità del marito.
Alice successivamente si è affidata a una dietologa che le ha detto di "non bere troppa acqua". Questo la portò inevitabilmente ad avere un blocco intestinale e un ricovero in ospedale: "Ero nel panico perché vedevo che non funzionava niente. Non stavo molto bene di testa, quindi il mio corpo non reagiva e non perdevo peso. Mi diceva di non bere acqua altrimenti il mio corpo avrebbe trattenuto liquidi e mi sarebbe venuta la cellulite", ha detto Sabatini.
(Adnkronos) - Veronica Maya ha raccontato di essere stata insultata sui social per aver pubblicato un video in cui si mostrava in costume. La conduttrice televisiva ospite oggi, venerdì 30 maggio, a La volta buona, si è lasciata andare a un lungo sfogo in cui ha denunciato l'ondata di odio ricevuta, sottolineando la mancanza di rispetto da parte degli utenti online.
Nel filmato, condiviso su Instagram il 26 maggio, Veronica Maya stava festeggiando lo scudetto del Napoli in barca insieme alla sua famiglia. "Avevo un costume intero, perché ultimamente mi sento più a mio agio così. Ero senza trucco e mi hanno fatto un video mentre sventolavo la bandiera", spiega la conduttrice. "Era un'immagine di gioia, di festa, una cosa normale che hanno fatto tutti. Io non so perché ultimamente qualsiasi cosa io pubblichi sui social è una critica", ha aggiunto.
Veronica Maya elenca qualcuno dei commenti "sessisti" che ha ricevuto: "Come ti esibisci, hai 50 anni perché non te ne stai a casa a fare la mamma". Ma la cosa che più le è dispiaciuta, continua "è stata l'ennesima occasione non solo per offendere una donna, ma anche la mia città e la mia squadra". "Non c'è educazione, non c'è limite, non c'è amore, non c'è buon senso. Vorrei ci fosse un po' di gentilezza", ha concluso la conduttrice.
Leggi tutto: Veronica Maya insultata per un video al mare: "Stanca di ricevere commenti sessisti"
(Adnkronos) - I carabinieri della Stazione Salaria hanno arrestato un 28enne romano con le accuse di sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di una 48enne romana.
La segnalazione al 112 è avvenuta ieri sera. Ai militari, intervenuti sul posto, la vittima, ferita al volto e in forte stato di agitazione, avrebbe raccontato di essere stata stuprata all'interno del locale dove, entrata per un lieve malore, sarebbe stata costretta dal proprietario a seguirlo all'interno della cantina, dove si sarebbe consumata la violenza. Dopo circa un'ora sarebbe riuscita a divincolarsi e a fuggire all'esterno chiedendo aiuto. La 48enne è stata medicata dai sanitari, rifiutando il trasporto in ospedale.
Fermato, il proprietario del bar è stato portato nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sul posto per i rilievi anche i carabinieri della 7^ Sezione del Nucleo Investigativo.
Leggi tutto: Roma, violenta una cliente in cantina: arrestato titolare di un bar
(Adnkronos) - "Oggi Venezia si propone come un cluster della conoscenza, una costellazione di imprese, istituzioni e saperi interconnessi. Questo cluster, in fondo, rappresenta la sublimazione di ciò che Venezia è sempre stata: un faro di civiltà, un crocevia di intelligenze. Oggi può tornare ad esserlo, declinando la modernità attraverso università, laboratori, brevetti, cultura e scienza. Una città che non si arrende alla monocultura turistica, ma che si reinventa come capitale globale del sapere sostenibile, in grado di ispirare il mondo con il proprio esempio". Così Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf) in apertura al primo convegno della Biennale della Sostenibilità 2025, intitolato 'Ricerca, Formazione, Innovazione. Verso un cluster della conoscenza a Venezia', tenutosi all’Arsenale di Venezia.
"Tutto questo prende forma anche attraverso la nostra collaborazione con la Biennale, con la quale sono nate la Biennale della Sostenibilità e il padiglione Intelligent Venice, una sorta di autobiografia collettiva della città lunga 1600 anni, per immaginare il futuro, partendo dalla sua grande storia - ha detto - Attraverso le sue attività, Vsf genera soft power, attrae investimenti sostenibili e aggrega realtà diverse in una visione condivisa. È un attore chiave nel rendere Venezia un laboratorio vivente di innovazione e cultura, capace di ispirare il futuro partendo dalle sue radici millenarie".
Leggi tutto: Venezia, Brunetta (Vsf): "Sta nascendo cluster conoscenza di rilevanza internazionale"
(Adnkronos) - Fitch ha alzato il rating di Webuild a BB+ dal precedente BB con outlook stabile, collocando la società a un solo passo dall’investment grade. Il giudizio espresso premia il percorso di crescita e valorizzazione intrapreso con visione e coerenza dal gruppo negli ultimi anni. Secondo Fitch, l’upgrade è motivato da un solido profilo di business, sostenuto da posizioni di leadership in diversi settori, da un robusto portafoglio ordini pari a 53,4 miliardi di euro a fine 2024 che garantisce una forte visibilità sui ricavi, e da una solida diversificazione geografica. Questo assicura a Webuild il giusto posizionamento per beneficiare dell’aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture in mercati chiave come Europa centrale e settentrionale, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente.
L’upgrade riflette anche il rafforzamento della struttura finanziaria di Webuild, grazie a contratti meglio strutturati che supportano i margini, un’elevata quota di ricavi provenienti da economie a basso rischio e una minore volatilità del capitale circolante. Fitch sottolinea inoltre che la strategia di Webuild è focalizzata su grandi progetti infrastrutturali complessi e ad alto valore aggiunto, con un elevato contenuto ingegneristico. Il mercato delle infrastrutture si sta affermando sempre più come motore per la crescita economica e la sostenibilità globale, con un forte aumento della domanda di investimenti in infrastrutture a bassa emissione di carbonio per i trasporti, la sicurezza energetica, e per la gestione di risorse critiche, come l’acqua.
In questo contesto dinamico, Webuild ha saputo cogliere le opportunità creando un solido track record. Il Gruppo registra oggi il 90% del backlog construction relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. L’azienda, evidenziano gli analisti, mantiene una solida posizione nel mercato domestico in tutti i suoi settori, accompagnata da una buona visibilità sui ricavi e da una gestione efficace del rischio contrattuale – caratteristiche tipiche delle società di ingegneria e costruzioni con rating investment grade.
Guardando al futuro, Fitch prevede, oltre ad un ulteriore rafforzamento della struttura finanziaria, un miglioramento dei margini tra il 2026 e il 2028, sostenuto da iniziative di efficienza dei costi e da un portafoglio di contratti ad alto margine acquisiti negli ultimi 12-15 mesi – in particolare in Italia, dove Webuild è la principale società di ingegneria e costruzioni – oltre che dall’espansione della presenza dell’azienda in Australia, anche grazie all’acquisizione di Clough.
Leggi tutto: Webuild, Fitch alza rating a BB+: outlook stabile
(Adnkronos) - "L’upgrade del rating di Webuild da parte di Fitch Ratings a “BB+” con outlook stabile riflette la solidità della struttura finanziaria e la capacità di Webuild di generare cassa in modo sostenibile, anche in contesti macroeconomici complessi. Un risultato che pone il Gruppo a solo un gradino dall’investment grade". Ad affermarlo in una nota è il Direttore Generale Webuild Massimo Ferrari.
"Negli ultimi anni è stato rafforzato il profilo di credito attraverso una gestione attenta, una diversificazione geografica bilanciata e una pipeline ordini di alta qualità concentrata in mercati a basso rischio. L’accentramento della gestione del working capital, del processo di bidding e del risk management richiedono investimenti in risorse e tecnologia che solo un Gruppo di grande dimensione può fare. Il 2024 si è chiuso con risultati record, superando i target sfidanti previsti per l’anno. Una posizione che ha permesso di rivedere al rialzo i target per il 2025, che prevedeva già obiettivi ambiziosi”, ha proseguito.
"Il miglioramento del rating conferma la fiducia del mercato nella strategia di crescita selettiva e nella disciplina finanziaria che contraddistingue il Gruppo. Obiettivo è ora migliorare ulteriormente gli indicatori chiave, cogliendo le occasioni rappresentate dal forte aumento della domanda di investimenti in infrastrutture sostenibili e mantenendo un approccio prudente e orientato al valore per gli stakeholder”, ha concluso Ferrari.
Leggi tutto: Webuild, Ferrari: "Upgrade Fitch a 'BB+' pone gruppo a passo investment grade"
(Adnkronos) - "Accogliamo con grande soddisfazione il riconoscimento di Fitch Ratings: l’upgrade del rating finanziario di Webuild a 'BB+' conferma la solidità del nostro modello industriale e la coerenza della visione strategica che guida ogni nostra scelta in modo coerente da diversi anni. Il riconoscimento di un solido profilo di business è stato guidato dalle scelte che effettuiamo ogni giorno per rafforzare la nostra diversificazione geografica, la posizione di leadership in mercati solidi e in diversi settori, raggiungendo un portafoglio ordini che garantisce visibilità di fatturato per i prossimi anni. È il risultato degli ultimi anni in termini di impegno, lavoro di una grande squadra nei contesti più difficili e investimenti mirati in sicurezza, innovazione, sostenibilità e capitale umano". Ad affermarlo in una nota è l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini.
“Webuild è da tempo azienda di sistema, capofila di un’importante filiera industriale, punto di riferimento per il Paese e per i mercati internazionali. Il Gruppo è capace di generare valore non solo per gli investitori, ma anche per le comunità in cui opera progettando, realizzando e consegnando grandi infrastrutture complesse anche nelle condizioni più sfidanti e in presenza di potenziali instabilità dei mercati. Abbiamo dimostrato di poter affrontare e risolvere complessità emerse a livello globale, grazie a un rigoroso sistema di governance e a scelte chiare su mercati a basso rischio, in settori ad alto impatto per il prodotto interno lordo che guidano la crescita dei paesi. La fiducia che ci viene riconosciuta dai nostri clienti, pubblici e privati, è il risultato di una continua affidabilità operativa, capacità di delivery e qualità delle nostre opere”, ha proseguito.
“In un contesto globale mutevole, abbiamo dimostrato di saper crescere in modo responsabile e sostenibile, mantenendo visibilità e stabilità nel lungo periodo. Questo traguardo è anche un segnale positivo per le migliaia di imprese e lavoratori che compongono la filiera del settore e lavorano con noi in Italia e nel mondo. Webuild è un volano per l’occupazione e la crescita dei territori, un motore industriale che promuove sviluppo sostenibile, legalità, competenze e coesione sociale”, ha concluso Salini.
Leggi tutto: Webuild, Salini: "Grande soddisfazione per upgrade Fitch a 'BB+"
(Adnkronos) - Il liceo scientifico Nino Cortese di Maddaloni (Ce) ha vinto la nona edizione del concorso nazionale 'Mad for Science', promosso da Fondazione Diasorin ETS. Il tema di quest'anno era “Risorse naturali e salute. Come la ricerca biotecnologica ci aiuta a salvaguardare persone e ambiente”. Il team vincitore, con il progetto “Le risorse invisibili del mare”, ha ottenuto 75mila euro per potenziare il laboratorio di scienze durante la premiazione avvenuta a Torino. Si è classificato secondo il liceo scientifico Majorana-Corner di Mirano (Ve) con il progetto “Dna, piante e innovazione: la sfida per un’acqua pulita”, premiato con 45mila euro. Al terzo posto, c'è l’Istituto tecnico agrario Carlo Gallini di Voghera (Pv), con il progetto “Foglie in Fermento - Dalla Natura all'Energia”, che ha ricevuto 30mila euro. Il licei scientifici Piero Martinetti di Caluso (To), Antonio Vallone di Galatina (Le) e Leonardo Da Vinci di Jesi (An), con gli istituti tencici tecnologici Luigi Dell’Erba di Castellana Grotte (Ba) e Da Vinci-De Giorgio di Lanciano (Ch), hanno ricevuto il premio finalisti di 10mila euro.
“La qualità e l’originalità dei progetti che ogni anno ci vengono presentati confermano il valore dei giovani talenti italiani e lo straordinario entusiasmo delle scuole. Il progetto presentato dal Liceo scientifico Nino Cortese di Maddaloni si è distinto per l’innovazione dell’approccio e la solidità del disegno sperimentale", ha dichiarato Francesca Pasinelli, presidente di Fondazione Diasorin, presidente di Giuria e consigliera di amministrazione di Fondazione Telethon. Con nove edizioni, Mad for Science ha coinvolto finora oltre 600 scuole in tutta Italia e investito più di 1,5 milioni di euro nella promozione della cultura scientifica.
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(Adnkronos) - "Sono molti i nuovi trattamenti disponibili a oggi in Italia per le diverse vasculiti sistemiche, che richiedono spesso" terapie specifiche. Attualmente, però, "utilizziamo per tutte, come terapia iniziale, quella del cortisone. Uno degli avanzamenti maggiori" dal punto di vista delle cure "che abbiamo a disposizione" riguarda l'utilizzo di "farmaci che ci consentono, nelle fasi successive di malattia, di ridurre proprio il cortisone e di non utilizzare, talvolta, farmaci immunosoppressori che hanno pesanti effetti collaterali". Così Giacomo Emmi, professore ordinario di Medicina interna, Dipartimento di Medicina, chirurgia e scienze della salute dell'Università di Trieste, all'Adnkronos Salute commenta i contenuti del 6° Euvas Vassculitis Course della European Vasculitis Society, che si è svolto in queste settimane a Trieste. Si tratta del "meeting più importante che noi abbiamo in questo ambito" e che ha visto "un grande successo in termini di partecipazione, per la presenza di oltre 400 esperti provenienti da tutta Europa, ma anche in termini di contenuti scientifici con un panel di speaker" internazionali "di altissimo livello".
Le vasculiti sistemiche, cioè le infiammazioni dei vasi sanguigni, sono molte e si classificano in base alla dimensione del vaso coinvolto. "Esistono delle vasculiti di piccolo calibro, cioè con interessamento di vasi di piccolo calibro - spiega Emmi - Fra queste, in particolar modo, ci sono le vasculiti Anca-associate e la granulomatosi eosinofila con poliangite (Egpa). Esiste poi una serie di vasculiti con interessamento dei vasi di calibro più grande", come "l'arterite gigantocellulare e l'arterite di Takayasu. Ma ci sono anche una serie di vasculiti che interessano invece più tipi di vasi: fra queste, sicuramente, l'esempio principale è la sindrome di Behçet. Più recentemente sono state descritte anche nuove forme di vasculite, le cosiddette monogeniche, quindi con una base genetica. Alcune sono state descritte poco più di 10 anni fa, altre negli ultimissimi anni. Sono delle patologie molto frequenti, alcune in età pediatrica, altre invece, nonostante siano dovute a mutazioni genetiche, possono essere frequenti soprattutto in età adulta".
A livello di terapie, "sicuramente - chiarisce l'esperto - le novità principali in questi anni, per il trattamento delle vasculiti Anca-associate, riguardano l'utilizzo di un inibitore del complemento, che è una porzione del sistema immunitario. Si tratta di un farmaco che si è dimostrato molto efficace in vasculiti come la poliangite microscopica e la granulomatosi con poliangite. Abbiamo inoltre farmaci che bloccano una proteina, l'interleuchina-5, fondamentale per la sopravvivenza di un tipo di globuli bianchi che si chiamano eosinofili", coinvolti nel processo infiammatorio, "che quindi sono molto importanti nella granulomatosi eosinofila con poliangite". In prospettiva, "all'orizzonte - precisa Emmi - abbiamo dei farmaci che sono già utilizzati, ad esempio nell'artrite reumatoide, i Jak inibitori, che stanno dimostrando negli studi clinici controllati grande efficacia. Sono farmaci che potenzialmente sono a disposizione a livello di tutto il territorio nazionale, talvolta con qualche possibile differenza in termini di accessibilità da regione a regione, ma in generale l'Italia ha a disposizione l'armamentario migliore oggi esistente per il trattamento di queste patologie".
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(Adnkronos) - "Per molti anni abbiamo considerato la Bpco come una patologia strettamente legata all'infiammazione generica di tipo T1. Sappiamo però che c'è una quota di pazienti che esprime un'infiammazione detta T2, identificabile con un semplice prelievo del sangue" per la presenza di un tipo di globuli bianchi, gli "eosinofili, che hanno risposte diverse ai trattamenti farmacologici. Questo apre per i pazienti possibilità di intervento specifiche e selettive con target terapeutici su queste vie patogenetiche". Così Alberto Papi, direttore della Clinica pneumologica dell'Università di Ferrara, rientrato dal congresso dell'American Thoracic Society (Ats), che si è recentemente concluso a San Francisco, interviene all'Adnkronos Salute sulla broncopneumopatia cronico-ostruttiva e il ruolo dell'infiammazione di tipo 2 nel sottogruppo di pazienti affetti dalla forma eosinofilica, tra i temi più trattati in uno degli appuntamenti internazionali di riferimento nel campo delle malattie respiratorie.
"Lo studio Matinee - spiega Papi - ha suscitato notevole interesse proprio perché si rivolge a questa popolazione che, nonostante sia trattata con il massimo della terapia inalatoria oggi disponibile (2 broncodilatatori e uno steroide inalatorio), ha ancora riacutizzazioni, cioè episodi acuti che possono essere anche molto severi. La popolazione che ha questo tipo di infiammazione T2, facilmente identificabile, può beneficiare di un intervento farmacologico selettivo. Si tratta di un anticorpo monoclonale che blocca gli eosinofili, quindi la cellula coinvolta in questo tipo di infiammazione. I risultati del trial Matinee ci dicono che pazienti non controllati, che hanno cioè ancora riacutizzazioni nonostante siano massimalizzati con le terapie attualmente esistenti, hanno beneficio nel ridurre le riacutizzazioni, qualora abbiano il marker infiammatorio, gli eosinofili nel sangue periferico, una volta trattati con il mepolizumab". Questo significa "offrire un'azione terapeutica per pazienti che in questo momento non avevano opzioni terapeutiche per ridurre le loro riacutizzazioni".
Oltre allo studio Matinee, "altri studi conclusi con il mepolizumab, che in Italia e altrove è già approvato per altre indicazioni", sono necessari per completare "l'iter regolatorio ed avere l'approvazione per l'utilizzo" del farmaco anche "nella broncopneumopatia cronico-ostruttiva - chiarisce lo pneumologo - Questo tipo di pazienti che, già trattati col massimo della terapia hanno ancora riacutizzazioni, è ovvio che rappresentino un fabbisogno clinico che in questo momento non è completamente soddisfatto". I benefici "maggiori da questo tipo di intervento terapeutico - precisa Papi - ruotano attorno al ruolo delle riacutizzazioni nella Bpco, eventi acuti anche fatali, in termini di gravità. Al di là dell'evento" in sé, però, "le riacutizzazioni impattano su tutte le conseguenze della malattia: dalla qualità di vita, al rischio di futuri eventi, alla mortalità", ma anche "al peggioramento e alla progressione della malattia". Mepolizumab, "agendo sulla parte principale della storia naturale della malattia, che sono le riacutizzazioni", va a impattare positivamente "anche sugli altri outcome, in primis qualità di vita e progressione della malattia".
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